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Da assessore a Vescovo, Brugnaro e la sua Diocesi.

Giovedì, 08 Ottobre 2009 02:00 | Letto 1591 volte   Clicca per ascolare il testo Da assessore a Vescovo, Brugnaro e la sua Diocesi.                                                                                                       Dal sito www.cronachemaceratesi.it L'intervista di  Alessandra Pierini ( nella foto ) con l'Arcivescovo Brugnaro. Trovarsi di fronte a Monsignor Francesco Brugnaro è un po come avere davanti la Chiesa Cattolica. Il suo modo di parlare, il tono di voce, la pacatezza e il senso di sicurezza che riesce a trasmettere misto ad una autorevole umiltà danno, nellinsieme la sensazione che ciò che dice è vero e giusto e non potrebbe essere altrimenti.  E molto attivo e conosce perfettamente la realtà in cui opera. Parliamo con Monsignor Brugnaro in un periodo intenso per la vita dellArcidiocesi di Camerino e San Severino Marche, di cui è a capo dal 2007. In seguito al trasferimento dei parroci ufficializzati nei giorni scorsi, infatti, si sono formati comitati di fedeli che hanno manifestato il loro disappunto per le scelte fatte. Monsignor Brugnaro, qual è il criterio che ha utilizzato per stabilire gli spostamenti dei parroci della sua Diocesi? “Tempo fa ho disposto che 6 diverse vicarìe avessero il compito di studiare situazioni e risorse disponibili in modo da ridistribuirle in maniera adeguata e vantaggiosa per tutti. Purtroppo la nostra è una Diocesi difficile con parroci molto anziani e parrocchie da anni addirittura in mano ai laici, che ringrazio molto per il lavoro fatto, ma che necessitano di un appoggio e di una guida. Inoltre credo che lavvicendamento dei parroci contribuisca a dare unimpronta nuova e a portare una  mentalità differente. Ho ragionato cercando di ottimizzare le risorse a disposizione senza considerare affatto laspetto canonico in base al quale al compimento dei 75 anni un parroco non è più tenuto ad operare.” Da cosa sono dettate, secondo lei, le proteste dei fedeli e cosa pensa di fare? “Sicuramente le lamentele vengono dallaffetto nei confronti dei parroci ma i fedeli devono tener conto del fatto che le variabili cambiano e che prima di tutto vengono le esigenze dellintera diocesi. Ho già incontrato i fedeli che si erano riuniti in incontri e comitati e ho spiegato loro lopportunità dei trasferimenti stabiliti. Avevo già parlato in precedenza con gli stessi parroci che mi avevano dato la loro disponibilità poi in qualche caso ci hanno ripensato. Mi trovo quindi in una situazione difficile poichè non ho intenzione di tornare indietro sulle scelte fatte poichè le ritengo opportune. Nulla vieta poi la sinergia tra i parroci e lapossibilità di collaborare nella maniera che ritengono più giusta. Qual è letà dei parroci che ha a disposizione? “Consideri che ho a disposizione 97 sacerdoti, 30 dei quali di età compresa tra 72 e 97 anni, 40 tra i 57 e i 72 quindi i giovani sono molto pochi e facendo due calcoli ho visto che tra dieci anni mi ritroverò con un numero di sacerdoti molto esiguo rispetto al reale fabbisogno e sarò costretto ad unificare le parrocchie, il che vuol dire una minore attenzione e assistenza ai fedeli che ne fanno parte.” Cè quindi, come in altri ambiti, un problema di ricambio generazionale? “Sicuramente sì e nel nostro ambito il problema è particolarmente delicato. Abbiamo a che fare con nuove famiglie e i giovani con i quali bisogna rapportarsi in modo consono. Serve un modo nuovo di proporsi che può diventare difficile da applicare ad una età avanzata, ma questo è normale e fa parte della natura umana.” Quale potrebbe essere la soluzione? “Serve una ristrutturazione delle Diocesi in tutta la Regione. Nel corso dellultima definizione del 1987 sono state stabilite a tavolino senza tener conto di problemi di carattere pratico. Potrei autorizzare, in accordo con la Provincia e con le altre Diocesi, una riorganizzazione delle stesse in modo che ogni Diocesi corrisponda ad una Provincia e questo potrebbe dar origine ad un nuovo quadro molto più favorevole.” Cosa propone la sua Diocesi ai giovani? “Stiamo lavorando innanzitutto con le famiglie, gli educatori e la scuola perchè leducazione è una vera e propria emergenza. Puntiamo molto sugli oratori come luogo di incontro e confronto. Per quanto riguarda Camerino, mi meraviglia come in una città universitaria, dopo le 22,30 non cè più neanche un cinema aperto. Il Collegio universitario potrebbe diventare luogo dellaccoglienza e, tornando al discorso dei trasferimenti, è chiaro che lì devo mandare un sacerdote giovane che capisca le esigenze dei giovani. Sono convinto che dobbiamo mettere a disposizione luoghi e garantire la qualità dellincontro. Saranno poi gli stessi giovani ad escludere da un ambiente di qualità coloro che sono contrari agli ideali che ispirano gli incontri. Molto importante è anche puntare sul post Cresima che riguarda anni importanti della crescita. A San Severino abbiamo un oratorio e devo ringraziare infinitamente Azione Giovani, Scout e Csi che per anni, in assenza di un parroco hanno seguito i nostri giovani.” La Chiesa deve secondo lei adattarsi alla società che sta cambiando o deve seguire la sua strada? “La Chiesa è interprete dei cambiamenti attraverso la parola di Dio, essa ha un ruolo profeticoe deve capire dove e quando il cambiamento può essere fonte di problemi, dove lo sviluppo diventa decrescita per luomo.” Salutiamo Monsignor Brugnaro che ci promette di reincontrarci presto per svelarci come è arrivata la sua vocazione che a 40 anni, lo ha trasformato da Assessore alla Cultura a Sacerdote e per raccontarci della sua attività al fianco di Giovanni Paolo II. (Foto di Guido Picchio)

 

 

 

 

                                                                                              Dal sito www.cronachemaceratesi.it

L'intervista di  Alessandra Pierini ( nella foto ) con l'Arcivescovo Brugnaro.

Trovarsi di fronte a Monsignor Francesco Brugnaro è un po' come avere davanti la Chiesa Cattolica. Il suo modo di parlare, il tono di voce, la pacatezza e il senso di sicurezza che riesce a trasmettere misto ad una autorevole umiltà danno, nell'insieme la sensazione che ciò che dice è vero e giusto e non potrebbe essere altrimenti.  E' molto attivo e conosce perfettamente la realtà in cui opera.

Parliamo con Monsignor Brugnaro in un periodo intenso per la vita dell'Arcidiocesi di Camerino e San Severino Marche, di cui è a capo dal 2007. In seguito al trasferimento dei parroci ufficializzati nei giorni scorsi, infatti, si sono formati comitati di fedeli che hanno manifestato il loro disappunto per le scelte fatte.

Monsignor Brugnaro, qual è il criterio che ha utilizzato per stabilire gli spostamenti dei parroci della sua Diocesi?

“Tempo fa ho disposto che 6 diverse vicarìe avessero il compito di studiare situazioni e risorse disponibili in modo da ridistribuirle in maniera adeguata e vantaggiosa per tutti. Purtroppo la nostra è una Diocesi difficile con parroci molto anziani e parrocchie da anni addirittura in mano ai laici, che ringrazio molto per il lavoro fatto, ma che necessitano di un appoggio e di una guida. Inoltre credo che l'avvicendamento dei parroci contribuisca a dare un'impronta nuova e a portare una  mentalità differente. Ho ragionato cercando di ottimizzare le risorse a disposizione senza considerare affatto l'aspetto canonico in base al quale al compimento dei 75 anni un parroco non è più tenuto ad operare.”

Da cosa sono dettate, secondo lei, le proteste dei fedeli e cosa pensa di fare?

Sicuramente le lamentele vengono dall'affetto nei confronti dei parroci ma i fedeli devono tener conto del fatto che le variabili cambiano e che prima di tutto vengono le esigenze dell'intera diocesi. Ho già incontrato i fedeli che si erano riuniti in incontri e comitati e ho spiegato loro l'opportunità dei trasferimenti stabiliti. Avevo già parlato in precedenza con gli stessi parroci che mi avevano dato la loro disponibilità poi in qualche caso ci hanno ripensato. Mi trovo quindi in una situazione difficile poichè non ho intenzione di tornare indietro sulle scelte fatte poichè le ritengo opportune. Nulla vieta poi la sinergia tra i parroci e lapossibilità di collaborare nella maniera che ritengono più giusta.

Qual è l'età dei parroci che ha a disposizione?

“Consideri che ho a disposizione 97 sacerdoti, 30 dei quali di età compresa tra 72 e 97 anni, 40 tra i 57 e i 72 quindi i giovani sono molto pochi e facendo due calcoli ho visto che tra dieci anni mi ritroverò con un numero di sacerdoti molto esiguo rispetto al reale fabbisogno e sarò costretto ad unificare le parrocchie, il che vuol dire una minore attenzione e assistenza ai fedeli che ne fanno parte.”

C'è quindi, come in altri ambiti, un problema di ricambio generazionale?

“Sicuramente sì e nel nostro ambito il problema è particolarmente delicato. Abbiamo a che fare con nuove famiglie e i giovani con i quali bisogna rapportarsi in modo consono. Serve un modo nuovo di proporsi che può diventare difficile da applicare ad una età avanzata, ma questo è normale e fa parte della natura umana.”

Quale potrebbe essere la soluzione?

“Serve una ristrutturazione delle Diocesi in tutta la Regione. Nel corso dell'ultima definizione del 1987 sono state stabilite a tavolino senza tener conto di problemi di carattere pratico. Potrei autorizzare, in accordo con la Provincia e con le altre Diocesi, una riorganizzazione delle stesse in modo che ogni Diocesi corrisponda ad una Provincia e questo potrebbe dar origine ad un nuovo quadro molto più favorevole.”

Cosa propone la sua Diocesi ai giovani?

“Stiamo lavorando innanzitutto con le famiglie, gli educatori e la scuola perchè l'educazione è una vera e propria emergenza. Puntiamo molto sugli oratori come luogo di incontro e confronto. Per quanto riguarda Camerino, mi meraviglia come in una città universitaria, dopo le 22,30 non c'è più neanche un cinema aperto. Il Collegio universitario potrebbe diventare luogo dell'accoglienza e, tornando al discorso dei trasferimenti, è chiaro che lì devo mandare un sacerdote giovane che capisca le esigenze dei giovani. Sono convinto che dobbiamo mettere a disposizione luoghi e garantire la qualità dell'incontro. Saranno poi gli stessi giovani ad escludere da un ambiente di qualità coloro che sono contrari agli ideali che ispirano gli incontri. Molto importante è anche puntare sul post Cresima che riguarda anni importanti della crescita. A San Severino abbiamo un oratorio e devo ringraziare infinitamente Azione Giovani, Scout e Csi che per anni, in assenza di un parroco hanno seguito i nostri giovani.”

La Chiesa deve secondo lei adattarsi alla società che sta cambiando o deve seguire la sua strada?

“La Chiesa è interprete dei cambiamenti attraverso la parola di Dio, essa ha un ruolo profeticoe deve capire dove e quando il cambiamento può essere fonte di problemi, dove lo sviluppo diventa decrescita per l'uomo.”

Salutiamo Monsignor Brugnaro che ci promette di reincontrarci presto per svelarci come è arrivata la sua vocazione che a 40 anni, lo ha trasformato da Assessore alla Cultura a Sacerdote e per raccontarci della sua attività al fianco di Giovanni Paolo II.

(Foto di Guido Picchio)

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