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Festa di Santa Maria in Via con l'icona autentica della Vergine

Domenica, 15 Gennaio 2017 19:45 | Letto 3454 volte   Clicca per ascolare il testo Festa di Santa Maria in Via con l'icona autentica della Vergine Dopo tempo immemore, in occasione della festa solenne di Santa Maria in via, è potuta tornare in processione l’icona originale della Vergine. La ricorrenza del 14 gennaio, istituita a memoria del voto di ringraziamento fatto dal popolo camerte , a seguito del terremoto del 1703, ricorda anche eventi sismici precedenti e successivi; dopo ogni calamità naturale e umana, segnata da dolorosi epiloghi riguardanti la storia della città, il 14 gennaio la popolazione ha sempre rinnovato la tradizione di riunirsi per esprimere devozione e ringraziamento alla Vergine. Forte e sentita è la venerazione degli abitanti per la pregevole icona del XIII sec. raffigurante la Madonna col Bambino che, si narra sia stata portata dai crociati camerti in ritorno da Smirne. Nonostante le profonde e drammatiche ferite che il sisma del 2016 ha inferto al santuario che la custodiva, la preziosa icona ha potuto essere messa in salvo e, per l’occasione della solennità, l’arcivescovo Brugnaro, ha ottenuto dalla Sovrintendenza e dalle autorità, la possibilità di prelevarla dal deposito, per una“Peregrinatio Mariae” che attraversasse le parrocchie di Camerino e San Severino Marche. Grazie all’autorizzazione si è potuto dunque portare di nuovo l’icona in processione.  Un evento simile fu possibile soltanto dopo la seconda guerra mondiale ma, in quell’occasione, l’immagine della Madonna girò per tutte le parrocchie della diocesi. E’ così che lo scorso sabato 14 gennaio,  in una bellissima giornata di sole, l’icona della Madonna con Bambino ha potuto raggiungere la chiesa prefabbricata del Centro di Vallicelle ove, alla presenza di una moltitudine di fedeli, del sindaco Pasqui e del comandante della polizia municipale Isidori, larcivescovo ha celebrato la santa messa insieme ai parroci della città.  “E’ un ringraziamento commosso che rivolgiamo al Signore perché, a differenza di altre terre duramente colpite, noi non abbiamo avuto morti e feriti - ha detto in apertura il vescovo rivolgendo la preghiera alle famiglie e alle comunità in sofferenza, affinché con coraggio riescano a riprendere la normalità della loro vita quotidiana. Durante l’omelia l’arcivescovo ha evidenziato che l’immagine di Maria è simile a quello che dobbiamo essere noi credenti che,nel mondo e nel segno della storia, siamo quelli che rendono presente e attuale Cristo stesso. Noi nel nostro tempo – ha detto Brugnaro - dobbiamo essere quello che Maria è stata in maniera singolare per la vita stessa di Cristo e per la salvezza del mondo. Siamo chiamati con la forza della nostra fede a rendere vivo Cristo in mezzo a noi, non solo nella sua parola, non solo nei sacramenti, ma vivendo come testimonianza del suo nome. E la parola testimonianza – ha ricordato l’arcivescovo riferendosi a quanto recentemente detto dal Papa -non è tanto legata ad un eroismo fatto di valori importanti della vita umana ma si riferisce alla nostra vita quotidiana, testimonianza dunque come vocazione di ciascuno di noi. La testimonianza di fede ci porta a vivere la vocazione di Maria in maniera concreta. Noi oggi siamo quelli che rendono attuale Cristo nel mondo e dunque l’esperienza del terremoto deve spingerci oltre i disastri, oltre le paure, oltre le ferite, oltre le lacrime, oltre quello che abbiamo perso, perché quando il cuore è dominato dalla fede, possiamo andare oltre” Preghiere di affidamento particolari sono state rivolte da Mons. Giancarlo Pesciotti a ai vigili del fuoco, forze dell’ordine edell’esercito, volontari e protezione civile impegnate a vario titolo nell’aiuto alle popolazioni terremotate.  “Ringrazio la Sovrintendenza e le Pubbliche autorità per aver aderito benevolmente alla richiesta di poter utilizzare la vera icona -ha detto Brugnaro- . Credo che questa autenticità è un ricordo che dobbiamo avere nei riguardi della fedeltà  Il terremoto ha distrutto le nostre case e le nostre chiese ma l’autentica immagine della Vergine è un invito ad essere autenticamente solidali, a riprendere la speranza e ad essere autenticamente vicini gli uni agli altri, non con invenzioni di buone parole anche devote, ma con la solidità della vita e la condivisione”. A conclusione della celebrazione l’arcivescovo ha invocato una benedizione speciale della Vergine sull’arcidiocesi e su tutta la popolazione e, in particolare, su coloro che sono ancora lontani dalla loro terra e hanno speranza di far ritorno. Una protezione anche nei confronti delle Pubbliche Autorità, affinché prendano con coraggio le decisioni a favore del bene comune, nell’interesse e secondo le esigenze della popolazione: “ Mi pare che sia necessario- ha detto Brugnaro – che il popolo condivida fino in fondo il bene della nazione e che coloro che ne interpretano le esigenze, onestamente e nella trasparenza, agiscano coerentemente con ciò, perché la realtà del popolo porta dentro l’anima e il futuro di una nazione. Interpretare necessità ed esigenze, illuminati dal dono della fede, vuol dire essere sicuri di essere proiettati verso un futuro più umano, più sicuro e più protetto di quello di oggi”. Riprendendo un’espressione di Papa Francesco, l’arcivescovo ha poi posto l’accento sulla ricostruzione, non solo di case ed edifici, ma di vita sociale “ Il Papa ha detto non basta ricostruire ma occorre che voi rifacciate le vostre relazioni che alle volte si inquinano, o si deteriorano, o diventano opache. Occorre dunque ritornare alla trasparenza per riprendere con fiducia il cammino”.  Da parte sua Mons. Mariano Blanchi, parroco di Santa Maria in via, nel ringraziare i presenti, ha espresso il grande desiderio che la Madonna non sia profuga e sfollata per tutta la vita. Al termine della celebrazione, preghiere di affidamento alla Madonna sono state recitate nel corso della processione con l’icona che ha percorso via Conti di San Maroto, Varano e Conti di Statte. Nel pomeriggio, dopo il rosario e la Santa messa l’immagine della Madonna è stata trasferita presso la chiesa del Seminario per la celebrazione festiva. L’icona originale di Santa Maria in Via ha toccato successivamente tutti i luoghi in cui la comunità si riunisce per pregare; nella mattinata domenicale santa messa presso la chiesa del centro di San Paolo, dopodiché, fedeli e confraternite hanno  rinnovato la loro preghiera alla Vergine, in occasione della celebrazione eucaristica tenutasi nella tensostruttura della località Le Mosse. L’icona è poi partita alla volta di San Severino Marche per la messa solenne dell’arcivescovo e dei sacerdoti nella tensostruttura del Don Orione. A inizio e conclusione della “Pregrinatio” due preghiere particolari di affidamento alla Vergine sono state rivolte da Brugnaro, a nome della popolazione della chiesa camerte –settempedana. Carla Campetella  

Dopo tempo immemore, in occasione della festa solenne di Santa Maria in via, è potuta tornare in processione l’icona originale della Vergine. La ricorrenza del 14 gennaio, istituita a memoria del voto di ringraziamento fatto dal popolo camerte , a seguito del terremoto del 1703, ricorda anche eventi sismici precedenti e successivi; dopo ogni calamità naturale e umana, segnata da dolorosi epiloghi riguardanti la storia della città, il 14 gennaio la popolazione ha sempre rinnovato la tradizione di riunirsi per esprimere devozione e ringraziamento alla Vergine. Forte e sentita è la venerazione degli abitanti per la pregevole icona del XIII sec. raffigurante la Madonna col Bambino che, si narra sia stata portata dai crociati camerti in ritorno da Smirne. Nonostante le profonde e drammatiche ferite che il sisma del 2016 ha inferto al santuario che la custodiva, la preziosa icona ha potuto essere messa in salvo e, per l’occasione della solennità, l’arcivescovo Brugnaro, ha ottenuto dalla Sovrintendenza e dalle autorità, la possibilità di prelevarla dal deposito, per una“Peregrinatio Mariae” che attraversasse le parrocchie di Camerino e San Severino Marche. Grazie all’autorizzazione si è potuto dunque portare di nuovo l’icona in processione.

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 Un evento simile fu possibile soltanto dopo la seconda guerra mondiale ma, in quell’occasione, l’immagine della Madonna girò per tutte le parrocchie della diocesi. E’ così che lo scorso sabato 14 gennaio,  in una bellissima giornata di sole, l’icona della Madonna con Bambino ha potuto raggiungere la chiesa prefabbricata del Centro di Vallicelle ove, alla presenza di una moltitudine di fedeli, del sindaco Pasqui e del comandante della polizia municipale Isidori, l'arcivescovo ha celebrato la santa messa insieme ai parroci della città. 

“E’ un ringraziamento commosso che rivolgiamo al Signore perché, a differenza di altre terre duramente colpite, noi non abbiamo avuto morti e feriti - ha detto in apertura il vescovo rivolgendo la preghiera alle famiglie e alle comunità in sofferenza, affinché con coraggio riescano a riprendere la normalità della loro vita quotidiana.

Durante l’omelia l’arcivescovo ha evidenziato che l’immagine di Maria è simile a quello che dobbiamo essere noi credenti che,nel mondo e nel segno della storia, siamo quelli che rendono presente e attuale Cristo stesso. Noi nel nostro tempo – ha detto Brugnaro - dobbiamo essere quello che Maria è stata in maniera singolare per la vita stessa di Cristo e per la salvezza del mondo.

Siamo chiamati con la forza della nostra fede a rendere vivo Cristo in mezzo a noi, non solo nella sua parola, non solo nei sacramenti, ma vivendo come testimonianza del suo nome. E la parola testimonianza – ha ricordato l’arcivescovo riferendosi a quanto recentemente detto dal Papa -non è tanto legata ad un eroismo fatto di valori importanti della vita umana ma si riferisce alla nostra vita quotidiana, testimonianza dunque come vocazione di ciascuno di noi. La testimonianza di fede ci porta a vivere la vocazione di Maria in maniera concreta. Noi oggi siamo quelli che rendono attuale Cristo nel mondo e dunque l’esperienza del terremoto deve spingerci oltre i disastri, oltre le paure, oltre le ferite, oltre le lacrime, oltre quello che abbiamo perso, perché quando il cuore è dominato dalla fede, possiamo andare oltre” Preghiere di affidamento particolari sono state rivolte da Mons. Giancarlo Pesciotti a ai vigili del fuoco, forze dell’ordine edell’esercito, volontari e protezione civile impegnate a vario titolo nell’aiuto alle popolazioni terremotate.

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 “Ringrazio la Sovrintendenza e le Pubbliche autorità per aver aderito benevolmente alla richiesta di poter utilizzare la vera icona -ha detto Brugnaro- . Credo che questa autenticità è un ricordo che dobbiamo avere nei riguardi della fedeltà  Il terremoto ha distrutto le nostre case e le nostre chiese ma l’autentica immagine della Vergine è un invito ad essere autenticamente solidali, a riprendere la speranza e ad essere autenticamente vicini gli uni agli altri, non con invenzioni di buone parole anche devote, ma con la solidità della vita e la condivisione”. A conclusione della celebrazione l’arcivescovo ha invocato una benedizione speciale della Vergine sull’arcidiocesi e su tutta la popolazione e, in particolare, su coloro che sono ancora lontani dalla loro terra e hanno speranza di far ritorno. Una protezione anche nei confronti delle Pubbliche Autorità, affinché prendano con coraggio le decisioni a favore del bene comune, nell’interesse e secondo le esigenze della popolazione: “ Mi pare che sia necessario- ha detto Brugnaro – che il popolo condivida fino in fondo il bene della nazione e che coloro che ne interpretano le esigenze, onestamente e nella trasparenza, agiscano coerentemente con ciò, perché la realtà del popolo porta dentro l’anima e il futuro di una nazione. Interpretare necessità ed esigenze, illuminati dal dono della fede, vuol dire essere sicuri di essere proiettati verso un futuro più umano, più sicuro e più protetto di quello di oggi”.

Riprendendo un’espressione di Papa Francesco, l’arcivescovo ha poi posto l’accento sulla ricostruzione, non solo di case ed edifici, ma di vita sociale “ Il Papa ha detto non basta ricostruire ma occorre che voi rifacciate le vostre relazioni che alle volte si inquinano, o si deteriorano, o diventano opache. Occorre dunque ritornare alla trasparenza per riprendere con fiducia il cammino”.  Da parte sua Mons. Mariano Blanchi, parroco di Santa Maria in via, nel ringraziare i presenti, ha espresso il grande desiderio che la Madonna non sia profuga e sfollata per tutta la vita.

Al termine della celebrazione, preghiere di affidamento alla Madonna sono state recitate nel corso della processione con l’icona che ha percorso via Conti di San Maroto, Varano e Conti di Statte.

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Nel pomeriggio, dopo il rosario e la Santa messa l’immagine della Madonna è stata trasferita presso la chiesa del Seminario per la celebrazione festiva. L’icona originale di Santa Maria in Via ha toccato successivamente tutti i luoghi in cui la comunità si riunisce per pregare; nella mattinata domenicale santa messa presso la chiesa del centro di San Paolo, dopodiché, fedeli e confraternite hanno  rinnovato la loro preghiera alla Vergine, in occasione della celebrazione eucaristica tenutasi nella tensostruttura della località Le Mosse. L’icona è poi partita alla volta di San Severino Marche per la messa solenne dell’arcivescovo e dei sacerdoti nella tensostruttura del Don Orione. A inizio e conclusione della “Pregrinatio” due preghiere particolari di affidamento alla Vergine sono state rivolte da Brugnaro, a nome della popolazione della chiesa camerte –settempedana.

Carla Campetella

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