Notizie religiose nelle Marche
Giovedì, 27 Giugno 2019 17:19

Ussita riabbraccia la Madonna delle Rose

Il crollo della chiesa di S. Eustachio nella frazione S. Placido di Ussita l’aveva ridotta ad un cumulo di frammenti. Ora la statua della Madonna delle Rose,scultura che risale al 1500, completamente restaurata , è stata, almeno idealmente, riconsegnata alla comunità. “Un simbolo e un segnale molto importante per Ussita – le parole dell’assessore Sante Basilli – perché è un’opera d’arte che rispecchia la storia e la religiosità di Ussita e di tutto l’entroterra maceratese. Una statua oggetto di particolare devozione da parte dei residenti e se fosse possibile la riporteremo subito ad Ussita. Se solo avessimo una chiesa dove custodirla sarebbe un autentico miracolo”. I frammenti dell’ opera, custodita in una nicchia nell’altare di sinistra della chiesa, erano stati recuperati nel febbraio del 2017 grazie all’intervento della squadra di recupero dell’unità di crisi, coordinata dal dott. Pierluigi Moriconi, e dei carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, guidati dal maggiore Carmelo Grasso, e trasferiti per il restauro presso  i Laboratori dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro del MIBACT di Roma. Ora la statua in terracotta è ritornata nella sua terra per essere custodita nei depositi diocesani. Il nostro istituto – spiega il direttore Luigi Ficacci – è abituato ad intervenire sulle opere dal punto di vista materiale. Così tutti i tecnici e gli scienziati che sono intervenuti sulla ricostruzione di quest’opera sapevano in ogni momento che intervenivano non soltanto su un oggetto d’arte, ma su un’opera di devozione. Noi restituiamo una terracotta riportata alla sua integrità, ma la comunità di Ussita non mancherà di farla diventare quell’opera viva che già incideva nell’idea di chi l’ha realizzata, come risulta dal senso di sentimento popolare che si evince nelle forme semplici della statua”. “Finalmente dopo un anno è tornata a Camerino la Madonna delle Rose – dichiara Barbara Mastrocola, direttore del Museo Diocesano – Un restauro particolarmente significativo per la nostra diocesi, per Ussita e per il borgo di San Placido in quanto il recupero della terracotta ha avuto quasi del miracoloso, considerato che il terremoto l’aveva ridotta in oltre 350 frammenti".


barbara


don mariano

maggiore grasso e cristini



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Le parole dell'Arcivescovo Massara e le immagini dei bellissimi quadri fioriti.. lungo le vie di Castelraimondo...
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La "Madonna della Rosa" da San Placido di Ussita torna a “casa": viene restituita alla sua gente dopo un cammino di restauro condotto generosamente e magistralmente dall''Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro di Roma.
La statua in terracotta, contornata di rose di plastica con corone ed ex voto, segno di grande devozione per gli abitanti del minuscolo e bellissimo borgo, era stata ritrovata, all'indomani del terremoto dai carabinieri per la tutela del patrimonio artistico disintegrata in centinaia di frammenti azzurri: più di 350 reperti sono stati classificati e conservati, insieme a migliaia di altre opere danneggiate. L'immagine della Madonnina distrutta in mille pezzi gira sui social e su diverse locandine suscitando una commozione tale da far decidere una precedenza prioritaria per il suo restauro. L’Arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche, proprietaria del bene, acconsente immediatamente all’esecuzione del lavoro.
Comincia così il paziente lavoro da parte dell'Istituto; vengono poi recuperati altri pezzi mancanti e la statua adesso è in piedi, elegante e splendida con tutti suoi ex voto recuperati e restaurati.
E sono in molti a gridare al miracolo o, comunque, ad un fatto eccezionale, frutto della caparbietà di tante persone e di esperti che non si sono voluti arrendere alla furia devastatrice del terremoto che ha duramente provato queste zone dall’agosto all’ottobre del 2016.

Giovedì 27 giugno p.v. alle ore 16.30 nella Chiesa del Seminario di Camerino viene raccontato il lavoro di recupero dei tanti frammenti a cura dei Funzionari del MiBAC, in collaborazione con l’Arcidiocesi di Camerino – San Severino Marche e del Nucleo CC Tutela Patrimonio Culturale.
Viene illustrato, inoltre, il laborioso restauro compiuto dall'Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro di Roma.


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Simone Incicco, 33 anni, direttore del giornale della diocesi di San Benedetto del Tronto - Ripatransone - Montalto, "L'Ancora", è stato riconfermato all'unanimità, delegato regionale per le Marche della Federazione Italiana settimanali cattolici (Fisc).  L'elezione è avvenuta ad Ascoli Piceno alla presenza del Vescovo delegato della Conferenza Episcopale Marchigiana per le Comunicazioni Sociali, Mons. Giovanni D'Ercole e del presidente nazionale della FISC, Don Adriano Bianchi. Incicco, oltre ad essere direttore del giornale diocesano è anche consigliere dell'ordine dei giornalisti delle Marche.

Simone Incicco afferma: "Ringrazio i direttori delle Marche per la stima rinnovata. Di fronte a noi si pongono delle sfide importanti, tra cui: la crisi dell'editoria, problematiche riguardanti la distribuzione dei settimanali con le poste, flessione della pubblicità. Sono però sicuro che attraverso la passione, le competenze e la professionalità riusciremo ad essere sempre più incisivi per il nostro territorio. Un grazie anche ai Vescovi delle Marche che con amore paterno guidano le nostre realtà e che investono affinché, le nostre periferie possano avere sempre una voce su cui poter contare".

Nelle Marche i giornali diocesani sono presenti in 10 diocesi, contano complessivamente 25 dipendenti, ed hanno una tiratura di circa 15.000 copie settimanali oltre ai giornali on line che raggiungono ogni anno oltre mezzo milione di utenti unici. Il Vescovo D'Ercole ha espresso gratitudine per il lavoro svolto finora e ha incoraggiato i direttori dei giornali diocesani a proseguire nel proprio servizio alla Chiesa Marchigiana.

Foto FISC Marche

foto di gruppo con i direttori delle Marche e il Vescovo di Ascoli Piceno, Mons. Giovanni D'Ercole

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La Chiesa di Camerino – San Severino Marche, dopo l’immensa gioia ed il dono di grazia straordinario per la visita di Papa Francesco alla nostra Arcidiocesi, intende continuare a ringraziare la Divina Provvidenza per la premura apostolica che il Successore di Pietro ha voluto manifestare al nostro territorio.  Facendomi interprete di questi sentimenti, il primo pensiero va proprio a Papa Francesco che presiede alla carità di Cristo attraverso la Chiesa: lo ringrazio perché, attraverso la Sua parola e il suo volto di innamorato di Dio, ci ha comunicato la freschezza del Vangelo e l’amore verso la Chiesa anche attraverso il dono di un Centro di aggregazione per la Comunità di Ussita.
Tra i tanti momenti salienti della sua visita, uno dei più significativi è stato l’incontro con le famiglie delle SAE avvenuto proprio all’inizio del suo pellegrinaggio a Camerino. Il suo ingresso in quelle sistemazioni provvisorie ha rappresentato l’accesso nei tanti luoghi terremotati della nostra Arcidiocesi raggiungendo tutti i fedeli: le famiglie che hanno perso le loro case, i sacerdoti privati dei luoghi di culto, le religiose allontanate dalle loro comunità e monasteri, i commercianti e gli altri lavoratori costretti ad adattarsi alle circostanze più difficili.

Il suo incontro con la comunità Diocesana colpita dagli eventi sismici del 2016 è stato un evento veramente impegnativo organizzato in poco più di due mesi. Una sfida vinta solo perché si è svolto un prodigioso lavoro di squadra reso possibile dalla sinergia di molteplici agenti pubblici e privati.
Per questo vorrei ringraziare innanzitutto la Santa Sede che, per il tramite dei suoi vari organismi, ci ha preso per mano e ci ha condotto sapientemente e con competenza alla realizzazione dell’evento. In particolare, esprimo gratitudine ai responsabili della Gendarmeria vaticana che hanno dato assistenza e garantito la sicurezza nel corso di tutto l’evento.

Una particolare menzione meritano i Vescovi, i Sacerdoti, i Religiosi/e e tutti i Movimenti ed Associazioni che, con la loro presenza e preghiera, ieri hanno contribuito a rendere ancora più fruttuoso l’evento. Desidero ringraziare i Direttori, i Musicisti e i membri della Corale di Camerino e San Severino Marche che hanno unito le loro forze per accompagnare la liturgia eucaristica con l’armonia del loro canto.

Ringrazio, poi, i tecnici e i dipendenti della Curia arcivescovile insieme agli straordinari volontari dell’UNITALSI, gli Scout, le Confraternite e la Croce Rossa Italiana di Camerino che hanno prestato il loro generoso ed encomiabile servizio per garantire l’assistenza ai pellegrini e ai malati.

Ancora, tutta la mia gratitudine all’Amministrazione comunale e ai suoi dipendenti che hanno lavorato senza sosta mettendo a disposizione tutta la loro esperienza e preparazione. Particolare riconoscenza desidero esprimere al Presidente e ai dipendenti dell’Azienda di trasporti CONTRAM Spa che, per tutta la giornata, ha garantito i collegamenti cittadini con un encomiabile servizio di navette.

Inoltre, la Prefettura, la Questura, le Forze dell’Ordine in tutte le varie componenti, i Vigili del fuoco, i dipendenti dell’ASL, senza dimenticare gli operatori della Protezione Civile locale e regionale e l’importante contributo della Regione Marche, della Provincia di Macerata e dell’Università di Camerino.

Un grazie particolare ai tanti benefattori che, in diversi modi e attraverso vari enti – in particolare la Coldiretti – hanno contribuito affinché l’accoglienza del Santo Padre conservasse un carattere di semplicità, pur garantendo la massima dignità e bellezza possibili. Grazie perché dalla loro generosità, spesso scaturita spontaneamente e con larghezza, la Diocesi ha potuto realizzare un evento così straordinario.

Per il loro contributo informativo, desidero manifestare profonda gratitudine agli organi di stampa locali e nazionali che hanno dato significativa risonanza mediatica alla visita del Santo Padre e hanno contribuito a risvegliare l’attenzione sul nostro territorio ferito.

Un ultimo ringraziamento è indirizzato a tutti i fedeli e ai bambini accorsi da varie parti dell’Arcidiocesi: ognuno di loro ha saputo interpretare al meglio il valore di questo momento di grazia e apprezzare soprattutto la bellezza di una giornata straordinaria come quella appena vissuta.



+Francesco Massara, Arcivescovo

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Domenica, 16 Giugno 2019 17:17

Un pranzo condiviso con Papa Francesco

Un pranzo condiviso con Papa Francesco per i sacerdoti della diocesi di Camerino San Severino  Marche nell'occasione della sua lunga visita nella città ducale.  Dopo il cuore dell'evento in piazza Cavour e la celebrazione della Santa Messa, la visita del Santo Padre è proseguita nella casa di comunità di San Paolo, dove è stato servito il pranzo consumato insieme all'arcivescovo Massara, agli altri presuli e ad 80 sacerdoti. Preparato dalla Pastorale familiare diocesana, il menù era composto da tagliatelle al ragù di carne, arrosto di vitello in salsa ed erbe ripassate. Macedonia, gelato, caffè e amaro in chiusura. Ai tavoli il servizio è stato curato dai giovani della Pastorale giovanile e, non senza emozione, a servire Papa Francesco di persona, è stata la giovane Tania, ricambiata da tanti sorrisi e gratitudine. Un menù che il pontefice ha molto apprezzato tanto da recarsi in cucina per complimentarsi e ringraziare gli artefici.

Nella foto i giovani della pastorale giovanile
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Fuori dalla struttura, in un'altra tavolata appositamente allestita, il convivio ha riunito tutte le confraternite diocesane e i numerosi volontari, tutti raggiunti dal Papa alla fine del pranzo e, salutati uno ad uno con abbracci e strette di mano. In tanti hanno atteso sotto il sole da dietro le balaustre la conclusione del momento conviviale, nella speranza di rivedere il Santo Padre prima della sua partenza. L'attesa non è stata delusa,anzi, Papa Francesco a piedi li ha raggiunti da vicino, non risparmiando strette di mano e un'amorevole carezza ai più piccoli.
C.C. 
il Papadavanti al centro di San Paolo

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Domenica, 16 Giugno 2019 14:42

Il dono di Papa Francesco

Un centro di comunità da realizzare ad Ussita. Sarà questo il regalo che Papa Francesco ha annunciato di donare ai terremotati. A darne l’annuncio, pochi minuti dopo del decollo dell’elicottero papale, è stato l’arcivescovo Francesco Massara ai microfoni di RadioC1 Inblu.
“La mattina è andata benissimo – ha commentato Massara ancora emozionato per le ore vissute accanto a Papa Francesco, durante le quali ha mostrato le difficoltà della comunità colpita dal sisma - .
E’ andato tutto bene fino al saluto finale con i bambini della Prima Comunione – ha aggiunto - . Ringraziamo il Santo Padre che ci ha fatto questo regalo. Il Papa ha lasciato un segno e come regalo ha annunciato di donare un centro di comunità che sarà fatto ad Ussita”.

Giulia Sancricca
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Domenica, 16 Giugno 2019 13:09

Papa Francesco entra a Santa Maria in Via

Un breve tratto di strada lungo corso Vittorio Emanuele II al fianco dall’arcivescovo Francesco Massara, sulla Papamobile, ha portato il Santo Padre nella chiesa di Santa Maria in Via. Oltre all’ingresso in cattedrale, avvenuto al suo arrivo in piazza Cavour, Papa Francesco ha voluto accendere i riflettori anche su un altro simbolo caro ai fedeli di Camerino. 
Scortato dai mezzi dei vigili del fuoco, il Santo Padre è arrivato davanti alla chiesa conosciuta per il campanile che la sera del 26 ottobre, con la scossa delle 21.18, è crollato sopra una abitazione vicina.
Un silenzio commovente quello all’interno della chiesa di Santa Maria in Via dove Papa Bergoglio è entrato insieme all’arcivescovo Francesco Massara, al sindaco Sandro Sborgia e all’ingegnere Carlo Morosi, accompagnati dai vigili del fuoco.

Un altro momento molto difficile per il Sommo Pontefice che, ancora una volta, ha avuto l’occasione per vedere con i propri occhi e sentire con il proprio cuore il grido di una ferita difficile da rimarginare.
Santa Maria in Via rientra tra le 356 chiese inagibili che attendono i lavori per essere riaperte.


Giulia Sancricca

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il sindaco Sandro Sborgia

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Nell’Angelus il Sommo Pontefice ha avuto un pensiero per tutti, dalle istituzioni ai santi del territorio, da coloro che hanno lavorato per l’organizzazione della sua visita a Camerino agli abitanti di San Severino Marche, che ha annunciato di salutare sorvolando sopra la città con l’elicottero. 
“Ieri, a Pozzomaggiore, in Sardegna ha esordito nell’Angelus - , è stata proclamata Beata Edvige Carboni, una semplice donna del popolo che nell’umile quotidianità abbracciò la Croce, dando testimonianza di fede e di carità. Rendiamo grazie per questa fedele discepola di Cristo, che ha speso tutta la sua vita al servizio di Dio e del prossimo. Un applauso alla nuova Beata.
Oggi vogliamo ricordare in modo particolare i rifugiati, nella Giornata Mondiale che l’ONU dedica a loro. Questa ricorrenza invita tutti alla solidarietà con gli uomini, le donne e i bambini in fuga da guerre, persecuzioni e violazioni dei diritti fondamentali. Le nostre comunità ecclesiali e civili siano loro vicine e attente alle loro necessità e alle loro sofferenze”.
Poi il messaggio ai presenti: “Al termine di questa celebrazione - ha detto - , saluto cordialmente tutti voi qui presenti. Estendo con affetto il mio saluto ai malati, agli anziani, ai carcerati, e a tutti coloro che, attraverso la radio e la televisione, si sono uniti spiritualmente a questa Santa Messa. Rivolgo un sentito ringraziamento a quanti – istituzioni, enti, associazioni e singole persone – hanno lavorato per questa mia breve ma intensa visita, collaborando generosamente con l’Arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche. 

Cari fratelli e sorelle - ha aggiunto - , possiate camminare uniti e gioiosi nella via della fede, della speranza e della carità, fedeli alle numerose testimonianze di santità di cui è ricca la vostra terra. Penso, fra gli altri, a San Venanzio, San Severino, Sant’Ansovino, San Nicola da Tolentino, San Pacifico, e alla Beata Battista Varano. Penso altresì alle numerose figure di “santi della porta accanto” non beatificati o canonizzati, ma che hanno sostenuto e trasformato famiglie e comunità con la forza della loro vita cristiana”.


Giulia Sancricca
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Nel ringraziare il Santo Padre per la sua presenza, dandogli il benvenuto, l’arcivescovo Francesco Massara, parlando del cieco Bartimeno, ha ricordato come “prima del dramma questo territorio era un luogo di luce e di colore; ricco di una storia bella ed antica, spazio di accoglienza e di libertà, capace di far vedere gli autentici valori della vita. Dopo il sisma - ha proseguito - , negli sguardi delle persone e dei loro dolorosi racconti ho potuto scorgere storie di cecità indotta dagli eventi, uomini e donne segnati dalla dolorosa perdita di ciò che è più caro, desiderosi di rialzarsi, ma incapaci di riprendere il cammino”. 


Poi il punto sulle promesse disattese e sulle lungaggini della burocrazia: “Il terremoto ha avuto un triplice effetto - ha detto Massara - : ha sventrato in un attimo le case, ha strappato, dal cuore della gente, ogni speranza, infine, purtroppo, ha dato vita ad un ulteriore terremoto, quello delle promesse. Dopo il tempestivo intervento per la messa in sicurezza delle strutture danneggiate, la ricostruzione si è lasciata ingabbiare dai lacci della burocrazia, generando sentimenti di sconforto e delusione, soprattutto tra le nuove generazioni che si vendono derubate del loro futuro”.

Infine la reazione della Chiesa: “Ma questa chiesa - ha aggiunto - come Bartimeo, per quanto provata, ha scelto di lottare e di non rassegnarsi. Non si è lasciata vincere dallo sconforto e dalla rassegnazione e non ha mai smesso di gridare il suo dolore. Santo Padre - ha ribadito - qui oggi non ci sono solo le macerie e la distruzione che ci circondano ma una popolazione che non si abbatte e che non demorde, che ha un grande desiderio di essere protagonista di una ripresa.

La sua visita nella Diocesi - ha detto Massara - è un invito a rialzarci, a rimetterci in piedi, a ripartire”.


Giulia Sancricca

discorso vescovo massara
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