Notizie religiose nelle Marche
Un incidente stradale si è verificato nella tarda mattinata lungo la strada che collega Fiastra con Pievebovigliana. Per cause in corso di accertamento una moto con due persone a bordo si è scontrata con un auto. Ad avere la peggio i due motociclisti, un uomo e una donna, con l'uomo che è stato trasportato in eliambulanza all'ospedale regionale di Torrette dove si trova ricoverato fortunatamente non in pericolo di vita. La donna che viaggiava con lui, invece, è stata trasportata in ambulanza al pronto soccorso dell'ospedale di Macerata, mentre il conducente della vettura è stata soccorso  e trasferito all'ospedale di Camerino. Sul posto, oltre ai sanitari del 118, i carabinieri della compagnia di Camerino per i rilievi del caso.

f.u.
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Intervento dei Vigili del fuoco in un'abitazione di Pollenza dove, per cause al momento sconosciute, hanno preso fuoco dei pannelli fotovoltaici. Messi in allarme dai proprietari, i pompieri si sono immediatamente recati sul posto e in breve sono riusciti ad aver ragione delle fiamme che si erano sviluppate, isolando la parte restante dell'impianto.  Momenti di apprensione dunque ma nessuna conseguenza per le persone.
c.c.
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Scontro tra due auto a Passo di Treia. L'incidente è avvenuto intorno alle 13.00 sulla strada provinciale 361  Entrambi i conducenti, un quarantenne e un cinquantenne,  sono finiti in ospedale. Sul posto, oltre ai sanitari del 118  che hanno prestato ai feriti le prime cure, sono intervenuti i Vigili del Fuoco, partiti dalla sede centrale di Macerata con un'autopompa.  In via di accertamento da parte della polizia locale intervenuta per i rilievi, la causa dell'incidente.  
c.c.

INCIDENTE p T

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Tra i candidati della lista civica “Movimento per le Marche”, a sostegno di Francesco Acquaroli, c'è anche Ludvina Cinti di Pieve Torina.

Volto nuovo della competizione elettorale, ma in prima fila in questi anni nel portare avanti i problemi dei terremotati, ha deciso di metterci la faccia e candidarsi alle regionali, «per stare dall'altra parte del tavolo e portare avanti tutti quei problemi, ancora irrisolti, a cui la politica del “non vi lasceremo soli” ancora non ha voluto mettere mano. Sono problemi che conosco, perchè li vivo ogni giorno nella mia vita, voglio sedere dall'altra parte e portare avanti proposte e soluzioni concrete come ho fatto in questi anni con l'associazione “La terra trema noi no”, senza filtri e senza timori».

Come tanti concittadini, lei e la sua famiglia hanno perso casa e lavoro. «Sono un volto nuovo della politica, ho vissuto sulla mia pelle questi problemi, la delocalizzazione, il mancato guadagno, le criticità di chi ha un mutuo che non può più pagare. Il primo motivo che mi ha spinto a candidarmi è vedere mio padre che dopo quarant'anni di sacrifici ha perso tutto, è rimasto senza niente, abbandonato dallo Stato. La rabbia di non poter far nulla mi ha spinto a provare a cambiare le cose, mettendomi in gioco. Al di fuori del cosiddetto cratere nessuno sa quanto le persone si sentano abbandonate ed impotenti, non riesco ad accettarlo».

Ludvina Cinti chiede di non andare avanti a colpi di proroghe, ma con provvedimenti di ampio respiro che consentano ai terremotati di fare progetti e di pianificare investimenti in questi territori: «Ho scelto una lista civica lontana dalle logiche di qualsiasi partito, la politica è stata sorda alle nostre richieste. L'associazione di cui sono fondatrice è stata tra le più attive nel portare avanti le istanze e le tante problematiche di questi anni dopo il terremoto. La politica ha creato a volte ulteriori ostacoli, che si aggiungono a quelli propri di un contesto già difficile. Si va avanti a colpi di proroghe, spesso all'ultima data utile, che non consentono di fare progetti di vita, di programmare investimenti su un territorio che era già in difficoltà economica già prima del sisma, che non permettono ai terremotati semplicemente di vivere senza l'ansia di non sapere che succederà domani».

I territori più colpiti hanno bisogno di maggiori attenzioni e provvedimenti mirati, spiega Ludvina Cinti: «Chi ha perso tutto ha bisogno come prima cosa di tranquillità e stabilità emotiva, che derivano dall'avere di fronte un orizzonte temporale certo e norme definite. Alla ricostruzione materiale si deve accompagnare quella economica e sociale, per essere certi che questi territori avranno un futuro, perchè senza quelle prospettive di sviluppo economico che creano opportunità di lavoro, è un'illusione pensare di poter frenare spopolamento ed abbandono della montagna. Un altro baluardo del territorio sono i servizi, fondamentale avere un ospedale efficiente e funzionale alle necessità del territorio montano, non bastano le eliambulanza in volo di notte, se si affossano i servizi esistenti e per curarsi si devono percorrere decine di km, in un contesto viario rimasto fermo al secolo scorso». Conclude Ludvina Cinti: «Voglio dare voce a chi rimane in silenzio, anche se nel suo cuore spera che le cose possano cambiare, a chi vorrebbe un futuro per le zone terremotate e nuove prospettive di sviluppo per le Marche dimenticate. Siamo pochi ma viviamo in tante zone diverse, ed i pochi di tante zone possono fare la differenza, se hanno il coraggio di farsi sentire».
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Riavvio in sicurezza del nuovo anno scolastico a Sassoferrato. Non ci sono problematiche legati agli spazi, sono stati acquistati banchi singoli e si sta provvedendo a capire con garantire i servizi mensa e trasporti. A comunicarlo, il sindaco Maurizio Greci.

“Siamo al lavoro da luglio per garantire che tutte le misure di sicurezza siano pronte per l’avvio del nuovo anno scolastico e, quindi, evitare che possa esserci una nuova fase della pandemia da Covid-19”, evidenzia il primo cittadino sentinate che conferma l’avvenuto acquisto e la consegna già effettuata per quel che riguarda gli arredi scolastici. Sono infatti stati acquistati dei nuovi banchi monoposto da destinare ai tre plessi scolastici. “Tale acquisto, unitamente al positivo esito delle verifiche in ordine alle volumetrie degli ambienti destinati alla didattica e alla refezione scolastica, garantiranno il rispetto delle distanze di sicurezza prescritte dalle normative vigenti e, pertanto, la ripresa delle attività secondo le prescrizioni dettate dalla normativa in materia di contenimento dell’emergenza epidemiologica”.

Si è inoltre provveduto all’acquisto, destinato prevalentemente alla scuola materna “Rodari”, di nuovi arredi per l’allestimento degli spazi esterni al plesso, al fine di garantire quanto più possibile l’utilizzo delle aree destinate alle attività educative all’aperto, in linea con le direttive fornite al riguardo in relazione alla didattica dedicata alla fascia 0-6.

Per quel che concerne il trasporto scolastico, l’Amministrazione comunale è impegnata nei necessari confronti. Lo stesso dicasi per la ripresa del servizio di refezione, ponendo particolare attenzione alle regole introdotte in ordine alle procedure di preparazione e presentazione dei pasti. Sono, infine, in corso valutazioni per la definizione degli ulteriori servizi connessi al riavvio dell’attività scolastica e, segnatamente, l’assistenza a bordo dei mezzi di trasporto e il servizio di accoglienza prescolastica.

f.u.

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Il contenzioso legale, seppur vinto, ha determinato “un irrigidimento del sistema bancario nell’erogazione di fondi”. E, poi, prima la contrazione del mercato degli elettrodomestici e, per finire, la mazzata finale dovuta alla pandemia da Covid-19 “che ha comportato il congelamento degli ordini”. Queste le motivazioni principali addotte dalla Indelfab di Fabriano, ex JP Industries, per avviare la procedura di mobilità per l’intera forza lavoro, vale a dire 583 lavoratori fra Marche e Umbria.

Si conoscono le motivazioni che hanno portato il liquidatore della Indelfab, l’imprenditore cerretese Giovanni Porcarelli, a prendere la decisione di aprire la procedura di mobilità per tutti i 583 lavoratori ex JP Industries: 304 a Fabriano e 279 a Gaifanain Umbria. E nemmeno il blocco dei licenziamenti deciso dal Governo Conte potrebbe salvarli, infatti, sembra che non sia applicabile per le aziende in liquidazione, come è per l’appunto la Indelfab.

Secondo la versione dell’azienda si è giunti a questa decisione per tre motivi. Il primo parte da lontano, vale a dire dopo l’acquisto da parte della JP Industries del comparto bianco della ex Antonio Merloni, vale a dire gli stabilimenti Santa Maria e Maragone a Fabriano e quello umbro di Gaifana, che ha portato l’avvio di un contenzioso legale azionato dal pool di banche creditrici nei confronti della Ardo. Un lungo procedimento giudiziario che si è concluso in Corte di Cassazione con la vittoria per la JP Industries, cheha creato difficoltà “nell’instaurare rapporti economici sostenibili e duraturi con clienti e fornitori sia per lo stato di incertezza oggettivamente causato dalla controversia giudiziale, sia per l’irrigidimento del sistema bancario, che di fatto ha reso impossibile il ricorso alle risorse finanziarie indispensabili per il completo sviluppo dell’impresa, per il conseguimento degli obiettivi di rilancio aziendale e per la realizzazione di tutti gli investimenti programmati nel piano industriale originario”, si legge nella lettera inviata, fra gli altri, ai sindacati di categoria e ai ministeri del Lavoro e Sviluppo economico.

Ad aggravare ulteriormente la situazione la profonda crisi nella quale è caduto il comparto degli elettrodomestici a livello mondiale che ha consigliato un ripensamento in merito al posizionamento di mercato dell’azienda e agli investimenti nell’innovazione di prodotto, “sostenuti, proprio a causa del contenzioso in essere, solo dall’apporto di risorse finanziarie da parte della compagine sociale”, il secondo fattore determinante evidenziato nella missiva.

Infine, nonostante il massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali per otto anni consecutivi, vale a dire la cassa integrazione, la mazzata della pandemia da Coronavirus. Che se da una parte ha consentito di poter usufruire di altra cassa integrazione con causale Covid almeno fino al prossimo 6 settembre. Dall’altra, però, “gli effetti negativi prodotti sull’economia mondiale e sul mercato di riferimento dall’epidemia Covid-19 e i timori di una recrudescenza del virus hanno incontrovertibilmente pregiudicato le possibilità di proseguire nel percorso di riorganizzazione dell’impresa”. Da qui, la decisione dell’Assemblea di sciogliere anticipatamente la società e metterla in liquidazione, nominando liquidatore Giovanni Porcarelli. E poi, il 19 agosto, comunicare ufficialmente l’apertura della procedura di mobilità per l’intera forza lavoro.

f.u.

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Se non ci fossero stati i Cardinali Pallotta, Caldarola sarrebbe stato solo un piccolo paese del territorio.
Così Mauro Capenti, ex sindaco di Caldarola e appassionato della storia del paese, ha voluto iniziare il suo intervento in occasione dela conferenza stampa di presentazione degli avvenimenti che nei prossimi mesi ricorderanno la figura del cardinale Evangelista.
Primo dei quattro cardinali della famiglia Pallotta, nel 2020 ricorre il 4° centenario della morte avvenuta a Roma il 22 agosto 1620 all'età di 72 anni.
Una messa, presso il monastero di S. Caterina, sarà il primo evento  per ricordare il cardinale. 
Il sindaco Giuseppetti, ha voluto mettere in risalto l'importanza  della famiglia Pallotta e del castello  di propirietà della famiglia, rappresentata oggi  dal Dottore Quochi Pallotta Carlos e dal figlio Tommaso.  
Sarà un'occasione - ha dichiarato Giuseppetti - per far conoscere a tutti le meravigli che abbiamo ereditato e vorremmo coinvolgere anche i giovani, attraverso la suola, per far comprendere il valore storico, artistico e culturale che pochi paesi hanno.  

( un momento della conferenza stampa )

cardinale

L'Architetto Loredana Camacci Menichelli ha dichiarato: " Il cardinale Evangelista è stata una figura centrale.  Viveva a Roma ed è stato influenzato nel tempo delle grandi costruzioni romane.
Ha voluto un nuovo linguaggio urbano, per quel tempo.
Pensò ad una città con una viabilità con strade e vie grandi, abbattendo le vecchie mura si apre al nuovo. Costruisce una "città moderna" dando indicazioni precise e dettagliate. siamo nel 1585  vengono date dipsosizioni speciali per chi costruisce muovi edifici e verrà così costruito il palazzo nobile, "cuore " del paese".
 
"Oggi ho scoperto molte cose nuove della famiglia Pallotta e della vita dei cardinali -  ha dichiarato Dottore Quochi Pallotta Carlos - grazie alle notizie che il dott. Capenti ha illustrato. Anzi, vorrei averlo come guida storica per insegnare ai miei figli,  che amano e vogliono restare attaccati non solo al castello ma a tutta la città di Caldarola.
Ho un grande desiderio di ritornare ad abitare qui con mia moglie e con tutta la famiglia, è un mio desiderio, farò di tutto per rimetterlo a posto dopo i danni del sisma. Il Castello ritornerà iù bello di sempre - gli fa eco il Tommaso - lo dobbiamo a nostra madre e alla storia.
Ci auguriamo periamo che il cardinale Evangelista ( dal di là ) ci aiuti. 

Interessante è la figura di Giovanni Evangelista, i genitori Desiderio e Domenica Cianfortini al momento del battesimo del primogenito optarono per il doppio nome, Giovanni Evangelista, era il febbraio del 1548. 
All'età di 13 anni entrò nel seminario di Macerata e attorno all'anno 1571 ricevette l'ordinazione presbiterale. Nel 1573 era già sacerdote e figura come rector della chiesa di S. Martino a Caldarola. 
Da giovane sacerdote ebbe modo di conoscere Felice Peretti, il frate francescano dei padri conventuali. 
        
Si rivelò un'amicizia di grande importanza quella con il cardinale Peretti quando fu eletto papa con il nome di Sisto V. Questi lo volle come suo cameriere segreto e gli affidò la dataria apostolica, un importante ufficio della curia romana per il conferimento di benefici ecclesiastici e grazie. 

Rapida fu la sua carriera ecclesiastica perché nel settembre 1587 papa Sisto lo creò arcivescovo di Cosenza e nel successivo mese di dicembre lo aggregò al collegio cardinalizio con il titolo di San Matteo di Merulana. 

La sua attività pastorale a Cosenza è poco documentata anche se i contemporanei lo onorarono come il "cardinal cosentino"Nel marzo 1588 Sisto V lo nominò arciprete ad vitam della basilica di San Pietro e prefetto della Fabbrica di S. Pietro.

Per circa un trentennio, tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, s'impegnò per dare a Caldarola il centro rinascimentale elaborato, come aveva fatto a Roma.

Una tradizione orale caldarolese vuole che abbia utilizzato i marmi e le due colonne a tortiglione della vecchia chiesa di S. Pietro nella cornice della pala dell'altare della chiesa di San Martino.

A lui si deve la demolizione delle casupole a ridosso della cinta muraria e la costruzione di palazzi che ornano un lato dell'attuale piazza Vittorio Emanuele.

Sempre il cardinal Pallotta fece costruire il palazzo di Piazza destinato a residenza invernale, il campanile e la nuova chiesa di S. Martino.

Fece costruire anche il palazzo dei Priori, il seminario e la nuova chiesa di S. Gregorio e S. Valentino nel posto che allora si chiamava Pian di Gea. Tentò il rilancio delle attività produttive come le case della lana e della seta.
In prossimità dell’avito Palazzo di Monte, oggi comunemente chiamato “Castello Pallotta”, eresse il monastero femminile delle Canonichesse Lateranensi con la relativa chiesa di S. Caterina d'Alessandria ed è in questa chiesa che furono inumate le sue ceneri e quelle di suo nipote cardinal Giovanni Battista. Servizio completo nel prossimo numero dell'Appennino Camerte.

M.S.




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Saranno due quest’anno i concerti di RisorgiMarche patrocinati dal Parco Nazionale dei Monti Sibillini, che si terranno all’interno dell’area protetta in orari particolari, ossia all’alba ed al tramonto. “Abbiamo accolto la richiesta di RisorgiMarche sposando l’idea di concerti che, oltre alle ovvie disposizioni anti covid e quindi anche con una limitazione significativa di partecipanti, continuino ad osservare quelle modalità organizzative che l’hanno contraddistinto già negli anni passati in termini di attenzione alle necessarie peculiarità di salvaguardia ambientale”.

concerto 1
Andrea Spaterna, presidente del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, rimarca l’interesse dell’Ente da lui presieduto verso una manifestazione che “ha dato e sta dando un contributo importante al recupero di una dimensione di narrazione e riscoperta dei luoghi meravigliosi dell’entroterra marchigiano devastato dal sisma, anche nell'ottica di una valorizzazione turistica.
Pertanto, dopo il concerto all’alba di Marco Santini String Quartet a Bolognola, avremo nei primi giorni di settembre un altro concerto, stavolta al tramonto, sempre accompagnati da artisti d’eccezione”.

M.S.
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Nuovo intervento dei Vigili del Fuoco per un incendio di vegetazione e sterpi che a Jesi  dalle prime ore del pomeriggio, in via Gangalia Alta ha interessato un'area di circa sei ettari. Per spegnere le fiamme, sono intervenute con tre autobotti e tre mezzi 4x4, la squadra di Jesi e la squadra di Ancona. Sul posto anche due direttori operazioni spegnimento ( d.o.s) dei Vigili del Fuoco, l'elicottero antincendio regionale e i volontari, resisi indispensabili per le operazioni di bonifica, come da convenzione con la Regione Marche per la lotta contro gli incendi boschivi. 
c.c.
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In Indelfab di Fabriano è stata aperta la procedura di mobilità per tutti i dipendenti ex JP Industries. Questa l’ennesima mossa dell’imprenditore cerretese, Giovanni Porcarelli, per una vicenda che si trascina da oltre dodici anni, da quando cioè l’allora JP Industries ha acquistato il comparto bianco della ex Antonio Merloni costituito dagli stabilimenti fabrianesi di Santa Maria e Maragone e quello umbro di Gaifana, riassumendo 700 dipendenti, equamente distribuiti fra Marche e u Umbria. Quei dipendenti, nel frattempo, scesi a 584, rischiano ora di finire in strada, senza più un lavoro: 305 degli stabilimenti di Fabriano, Santa Maria e Maragone, 269 operai e 36 impiegati; 279 del sito di Gaifanain Umbria, 268 tute blu e 11 colletti bianchi.

“Fim Fiom e Uilm Ancona  hanno ricevuto comunicazione dalla Direzione Azienda della Indelfab, ex JP Industries di Fabriano, dell’invio della procedura di mobilità per la totalità dei dipendenti occupati tra Umbria e Marche. Alla luce del nuovo decreto Agosto la direzione aziendale decide di procedere in maniera unilaterale con il licenziamento collettivo. Inoltre ad oggi, non risulta nessun piano di concordato presentato al tribunale di Ancona e pertanto è il Liquidatore, Giovanni Porcarelli che decide in maniera unilaterale della sorte delle quasi 600 famiglie, senza dare spiegazioni su come si intenderà sanare la situazione debitoria accumulata in questi anni, di cui una parte importante proprio nei confronti dei dipendenti stessi. Fim Fiom e Uilm Ancona ribadiscono la totale contrarietà ad ogni tipo di licenziamento, alla luce del fatto che ancora si possono utilizzare ulteriori strumenti di ammortizzatori sociali, e chiederanno immediatamente un tavolo di confronto presso la regione Marche e al ministero dello Sviluppo Economico”, la dura nota sindacale di commento con la quale si annuncia, infine, la convocazione dell’assemblea dei lavoratori per lunedì 24 agosto, alle 10, nella sala mensa del sito produttivo fabrianese di Santa Maria.
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