Notizie religiose nelle Marche
Prende forma anche a Treia il progetto di valorizzazione del tracciato dei Cammini Lauretani 

L’iniziativa, che ha l’obiettivo di riportare alla luce l’antica via Romano – Lauretana, coinvolge anche il territorio treiese come tappa fondamentale.

Il progetto, promosso dalla Regione Marche e coordinato dall’Unione Montana Potenza Esino Musone in qualità di ente capofila, è incentrato sulla promozione del cluster spiritualità e meditazione e mira ad incentivare il turismo e la ripresa socio-economica delle aree colpite dal sisma.

A seguito dei lavori strutturali di recupero dei tracciati (riapertura dei sentieri dalla vegetazione, sistemazione dei bordi stradali e del fondo viario e regimazione delle acque meteoriche), si è proceduto ad apporre la segnaletica direzionale ed i totem informativi contenenti l’indicazione del percorso di pellegrinaggio ma anche informazioni storico-culturali, artistiche, paesaggistiche e religiose.

Il primo totem informativo nel Comune di Treia è stato posizionato a Passo Treia, davanti la chiesa della Natività; successivamente, sono stati posizionati quelli di Villa Spada, di Villa Valcerasa e di Santa Maria in Selva (incrocio tra la via medievale e quella cinquecentesca).

"I risultati raggiunti, per i quali è doveroso ringraziare gli studi condotti per oltre un decennio dalla professoressa Emanuela Di Stefano- afferma il sindaco Franco Capponi-  costituiscono un ottimo incentivo alla ripresa del turismo lento e sostenibile di cui i nostri luoghi hanno bisogno".

c.c.
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L’ufficio speciale per la Ricostruzione della Regione Marche ha approvato il progetto di messa in sicurezza della chiesa di Santa Caterina, di proprietà del Fondo edifici di culto presso il ministero dell’Interno, concedendo un contributo di oltre 310mila euro a favore dell’ufficio del Soprintendente Speciale per le aree colpite dal sisma 2016 presso il Mibact, che risulta soggetto attuatore.

La storia della Comunità Monastica Cistercense di Santa Caterina a San Severino Marche inizia nel 1544 ma il monastero in cui si insedia la nuova comunità ha origini benedettine, che risalgono all’anno mille. Le suore vivono nella regola benedettina dell’“ora et labora”, secondo lo spirito cistercense trasmesso da San Bernardo di Clairvoux e dai santi fondatori.

Intorno al 1580 su indicazione della Serva di Dio Francesca Trigli dal Serrone viene rinvenuto il corpo incorrotto di santo Illuminato, monaco benedettino, qui vissuto agli inizi dell’anno mille. Divenne il santo protettore del monastero e copatrono della città di San Severino Marche. Alla fine del 1700 il monastero venne ingrandito ed ha conservato la forma attuale.Nel 1865 una legge del nuovo Regno d’Italia decretò la confisca dei beni appartenenti agli ordini religiosi, tra cui anche il monastero di Santa Caterina.

Nel 1904 il monastero venne messo all’asta per essere venduto e le monache riuscirono a riacquistarlo. Questa fu quasi una seconda nascita, da cui continuarono a fiorire nuove vocazioni. Oggi vi è qui accolta una presenza di monache cistercensi di provenienza dal Vietnam, dove c’è ricchezza di vocazioni.

Vivono qui per un periodo di alcuni anni condividendo la stessa regola e stile di vita in un clima di condivisione e comunione.

La chiesa presenta un’elegante facciata neoclassica e una pianta a croce greca. L’altare maggiore, realizzato nel 1838 dall’intagliatore Venanzio Bigioli e dal decoratore Trotti, ospita la tela con Deposizione di Cristo dipinta da Filippo Bigioli, figlio di Venanzio. L’altare di destra accoglie la tela del sanseverinate Cipriano Divini mentre quello di sinistra è dedicato a Sant’Illuminato, monaco benedettino vissuto nel XII secolo le cui spoglie, custodite all’interno di un’urna, vennero trasportate sul Monte Nero dai benedettini di San Mariano.

c.c.

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Primo giorno di marzo e prima attività commerciale che riapre nel centro storico di Camerino Nessun clamore come è nel suo stile, da questa mattina Giuseppe Caprodossi accoglie i clienti nei locali appositamente allestiti al numero civico 35 di Corso Vittorio Emanuele II.
La sua Tabaccheria è in assoluto il primo esercizio commerciale del cuore della Camerino storica a rialzare la serranda. Tanta è la voglia di ripristinare un servizio, tanto è l’amore per la sua città che, cadute le transenne della zona rossa circa un mese fa, Giuseppe si è messo subito di lena per rinfrescare pareti e pavimenti e adattare il mobilio della nuova postazione.
Solo pochi passi più avanti la sede originaria dell’attività Ca.GiM che dovendo lo stabile subire lavori di recupero, non ha potuto essere utilizzata.
Riportare vitalità in centro è l’unico intento del tenace titolare della Tabaccheria rivendita n. 5; un sogno coltivato sin da quel drammatico ottobre 2016, oggi finalmente divenuto realtà. “La mia volontà è stata quella di riaprire serenamente e con grande semplicità, rispettando i diritti degli altri, perché non dobbiamo dimenticare che chi ha deciso di ripristinare l’attività altrove, aveva l’esigenza di non perdere il lavoro e sostenere la propria famiglia- dice Giuseppe- Sono cosciente di questo e dal mio piccolo, desidero solo dare un contributo a che, passo dopo passo, la situazione di questa città a lungo silenziosa, possa migliorare. Per me riaprire da qui è davvero un sogno, non ho voluto farlo altrove perché per me Camerino è questa, ma ho massimo rispetto per le esigenze di chi ha deciso di riprendere l’attività in altra sede”. C’è un magnifico sole a riscaldare la ripartenza di un uomo deciso e forte che non ha mai abbandonato la speranza. Un segno dal forte valore simbolico che dà il senso di un cuore della città che pian piano ritorna a pulsare.

Carla Campetella

* Approfondimento della notizia nel prossimo numero di Appennino Camerte in edicola questo giovedì







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