Notizie religiose nelle Marche
La provinciale 136 Pian Perduto completamente rimessa a nuovo. Da martedì 21 fino a sabato 25 settembre viene chiuso il tratto a senso unico alternato, regolato da semaforo, dall’altezza del ristorante La Fiorita, al km 8, fino all’altopiano di Castelluccio, al confine con il territorio umbro, per eseguire i lavori di fresatura del piano viario.

Subito dopo, ovvero da lunedì 27 settembre al primo ottobre si procederà con i lavori di asfaltatura: prima sarà steso il binder e successivamente il tappetino. In questo caso, la strada che collega Castelsantangelo sul Nera (MC) e Castelluccio di Norcia (PG) sarà chiusa. «Abbiamo programmato questi lavori a fine estate per creare meno disagi possibili al turismo nei mesi di giugno, luglio e agosto - afferma il presidente della Provincia Antonio Pettinari - L’Amministrazione provinciale ha adottato l’ordinanza per la chiusura del tratto per permettere, alla ditta che eseguirà l’intervento, di lavorare nel migliore dei modi e senza interruzioni. Consegneremo la provinciale Pian Perduto perfettamente asfaltata e a disposizione di tutta la comunità».

Si tratta dell’atto conclusivo di un programma complesso di consolidamento e messa in sicurezza resi necessari dopo il sisma del 2016, composto da ben quattro progetti con relativi quattro appalti, di cui quest’ultimo è il più corposo. «La strada è provinciale - prosegue Pettinari - e sulla base di accordi presi con il Soggetto Attuatore, i lavori sono stati progettati, appaltati e diretti dall’ANAS, tramite la direzione di Ancona con l’ingegnere Francesco Morbidoni».

La strada era stata riaperta già nell’estate 2020 per permettere a tutto il comprensorio e ai turisti di poter ammirare la fioritura delle lenticchie e il paesaggio del Parco dei Sibillini poi, nel seguente autunno furono completate le palificate nel breve tratto che conduce alla sommità.

«Si è trattato di un lavoro - conclude Pettinari - molto impegnativo che ha visto, oltre l’impegno dell’ANAS, anche la costante collaborazione del Comune di Castel Sant’Angelo e di tutti gli Enti interessati. C’è voluto tempo, è vero, per completare il lavoro, ma in alcuni tratti la strada non c’era più ed è stato necessario ricostruirla. Ora finalmente chiudiamo il cantiere e riconsegniamo questa preziosa arteria al territorio e ai suoi residenti».

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“Una vera e propria task force che operi per la ricostruzione di Visso”. E’ quanto dichiarato dall’assessore regionale alla ricostruzione Guido Castelli a margine del sopralluogo che ha visto impegnati, in particolare nella piazza principale e nelle zone circostanti, il direttore dell’Usr delle Marche Stefano Babini e i dirigenti dell’Usr Andrea Crocioni e Marco Trovarelli.

Sotto esame la situazione del comune tra i più colpiti dalle scosse di terremoto del 2016, che hanno causato l’inagibilità pressoché totale dell’intero centro storico. Secondo le relazioni dei tecnici, infatti, la percentuale di edifici inagibili è pari al 94,75% dell’esistente

L’ordinanza 26 prevede che l’Usr si occupi della demolizione e dello smontaggio di alcuni edifici, della creazione di aree per il deposito delle macerie, della cantierizzazione di alcune opere e dello spostamento provvisorio delle linee elettriche.

Tra le azioni per cui l’Ufficio Ricostruzione è stato designato come soggetto attuatore, previste dalla specifica ordinanza commissariale, vi sono quindi la realizzazione delle linee elettriche provvisorie delle frazioni limitrofe di Borgo San Giovanni e Villa Sant’Antonio (importo previsionale di spesa, 756.500 euro); inoltre, la viabilità provvisoria di cantiere, la creazione di aree di stoccaggio e le occupazioni temporanee di suolo privato nel capoluogo Visso (649.000 euro).

Saranno competenza della Regione Marche, invece, le demolizioni e la messa in sicurezza degli edifici pericolanti di Visso, Borgo San Giovanni e Villa Sant’Antonio.

«Dal sopralluogo è emersa una situazione estremamente complessa – ha spiegato il direttore dell’Usr Babini -.  In sostanza si è visto che il sisma ha danneggiato nuovamente in maniera grave gli edifici su cui si era già intervenuto in occasione dei precedenti terremoti, su tutti quello del 1997, quindi la cosa importante è quella di non riutilizzare quelle stesse tecniche ma di cercare qualcosa di risolutivo. È molto importante che ci sia unità di vedute su questo aspetto, bisogna che proprietari siano disponibili a valutare anche tipologie di intervento da mettere in atto utilizzando tecnologie non tradizionali - conclude Babini - Fondamentale pure  che enti ed organismi collaborino con l’obiettivo di raggiungere questo nodale risultato: non si possono più adottare vie di mezzo ma è necessario pensare e poi mettere in pratica soluzioni definitive».

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Pioraco ha ricordato Fabrizio Gagliardi, il giovane 36enne prematuramente scomparso lo scorso mese di giugno in un tragico incidente stradale, con una cerimonia nel corso della quale gli è stato intitolato il campo di calcio a5 in località Piè di Gualdo.

“Fabrizio, oltre a far parte di diverse associazioni locali, aveva una grande passione per il calcio – ricorda il sindaco Matteo Cicconi – che lo ha visto impegnato nella Folgore Castelraimondo, nel Camerino e da ultimo nel Matelica dove svolgeva il ruolo di preparatore dei portieri nel settore giovanile biancorosso. Per questo motivo l’amministrazione comunale, con una decisione condivisa con i familiari e gli amici di Fabrizio, ha voluto dedicare alla sua memoria il campo di calcio a 5, disciplina che lo ha visto protagonista anche in campo”.

torneo

Nel corso della cerimonia di inaugurazione, cui è seguito un torneo che ha visto la partecipazione di molti giovani, il sindaco ha anche letto una lettera scritta da uno dei ragazzi che ha avuto modo di apprezzare le doti di Fabrizio e che di seguito pubblichiamo:

Non ci sono abbastanza parole per descrivere Fabrizio, perché lui era troppo grande.

Lascio parlare i ricordi.

Ricordo Camerino, primo anno di università, primo giorno di lezione, pausa. "Scusa hai da accendere?"

"Sì"

"Piacere Matteo"

"Piacere Fabrizio".

Una parola tira l'altra, si ride e si scherza subito alla grande, poi finisce la lezione.

"Do' vai a pranzo?"

"Vado dal mio porchettaro di fiducia"

"Posso venire anch'io?"

"Ma certo!"

Castelraimondo, panino con la braciola.

Empatia totale, risate spensierate, dopo un giorno eravamo amici da una vita.

Ricordo le cene a casa mia, le partite di coppa, gli abbracci sinceri.

Ricordo diciottomila caffè.

Ricordo che quando sparavo una cazzata delle mie, lui se ne usciva con "dio caro, ma come stai?", con quella fantastica erre moscia, e poi scoppiava a ridere.

Non dimenticherò mai quel sorriso.

Ragazzo buono e limpido, con un cuore grande.

Vorrei abbracciare tutti i suoi cari.

gruppo



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“Accettiamo la sfida di Borioni, siamo pronti al confronto”. Non si è fatta attendere la replica di Tarcisio Antognozzi al guanto di sfida che il candidato sindaco della lista progressista San Severino Futura ha lanciato ai suoi avversari. Un invito a “uscire allo scoperto”, a dibattere pubblicamente davanti alla cittadinanza i temi di maggiore importanza per il futuro della città di San Severino. Immediata la risposta positiva della coalizione del centrodestra unito, pronta al confronto con i progressisti. Poi il rilancio, invitando implicitamente anche Rosa Piermattei, sindaco uscente, a partecipare al tavolo.

“Ho appreso da L’Appennino Camerte di questa proposta – commenta Antognozzi –. Noi di Insieme per San Severino accettiamo volentieri la sfida di Francesco Borioni: c’è necessità di chiarezza e lo vediamo mano a mano che la campagna elettorale procede. Corrono voci imprecise, a volte persino diffamatorie, ed è per questo necessario attivare un dibattito che faccia luce sulle varie questioni. Assem, viabilità, sanità, turismo, sport, ricostruzione, investimenti: non si parla mai di visione strategica in relazione alla città. Noi accogliamo con grande piacere questa proposta – conclude Antognozzi –, e speriamo che il resto dei candidati (Rosa Piermattei, sindaco uscente, ndr) facciano lo stesso. È giusto che i cittadini possano ascoltare le progettualità dalla loro voce, dal vivo, e i loro chiarimenti su tutti gli aspetti nodali della città”.

l.c.
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La musica, le letture e le testimonianze dei familiari di persone malate di Alzheimer, in un evento andato in scena lo scorso venerdì al Cineteatro Don Bosco, a cura del Gruppo Facebook Alzheimer Tolentino. Un momento di incontro e di riflessione, in ascolto delle toccanti testimonianze raccontate nel libro "Le Mani sanno raccontare”, un Viaggio dal nord al sud d’Italia, attraverso immagini e voci di resistenza all’Alzheimer, il libro scritto da Andrea e Barbara Crocetti, Fatima Mutarelli e Alessandra Mercorelli.
Nel corso della presentazione del libro, i familiari di pazienti affetti da demenza hanno raccontato la loro testimonianza. Andrea e Barbara hanno ricordato la loro mamma Adele cui la malattia, arrivata in giovane età, non ha lasciato scampo dopo dodici anni di sofferenza e lotte condivise insieme al marito Raul, che si è sempre preso cura di lei. Andrea durante questa esperienza, nel 2012 fonda il “Gruppo Facebook Alzheimer Tolentino”, con lo scopo di informare, sensibilizzare, dare e avere sostegno tra persone che vivono e hanno vissuto la stessa realtà. Oggi il gruppo conta oltre 2000 persone iscritte e attive, per lo più familiari che si scambiano consigli e si danno forza tra di loro per affrontare la malattia dei propri cari. Alcune di loro sono intervenute alla serata, da Milano, Rovigo e Forlì per portare la loro testimonianza diretta, manifestando concretamente il legame che si è creato negli anni.

“È stato un momento di condivisione dove hanno prevalso le mani come racconto, poiché le mani è quella parte del corpo dove c’è contatto e relazione, elementi fondamentali per i malati di Alzheimer e per i familiari”, racconta Andrea Crocetti. “Per i familiari la malattia è qualcosa di devastante. La gestione è particolarmente complessa, sia nel caso in cui il caro è a casa, sia se ospite di una struttura sanitaria. Per noi familiari e caregiver o “curacari” si cerca di fare il possibile e lì’impossibile. Si diventa medici o psicologi. Del resto, chi meglio di un familiare può capire cosa significa avere un malato di demenza a casa”.
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Un dibattito aperto, faccia a faccia, tra i tre candidati sindaco. È la proposta di San Severino Futura, la coalizione progressista guidata da Francesco Borioni. A pochi giorni dalle urne, Borioni rilancia le sue ambizioni, sfidando gli avversari su quello che ha sempre considerato il suo terreno: il confronto aperto. In una nota diramata alla stampa, Francesco Borioni e il suo sodalizio invitano Rosa Piermattei, sindaco uscente e leader di San Severino Cambia, e Tarcisio Antognozzi, candidato sindaco per il centrodestra di Insieme per San Severino, a sedere a un tavolo aperto, davanti alla cittadinanza, per dare voce alle loro posizioni sui temi più spinosi della città.

Nel comunicato si apprende come “gli ultimi giorni, nei quali il contatto e il dialogo con i cittadini si sono fatti più intensi, hanno fatto maturare in noi la convinzione che sia necessario un confronto diretto tra i candidati sindaci e sulle tematiche che interessano più da vicino la nostra comunità – scrivono –. È importante che i diversi punti di vista siano chiariti, rapportati e posti in relazione alle rispettive visioni e valori. Per questo proponiamo un incontro a tre, in cui discutere e fornire proposte e progettualità sulle strategie da mettere in campo per Assem o sul ruolo che si intenderà avere nell'ambito del perfezionamento e della realizzazione della "bretella". I cittadini meritano che sia chiarito anche il disegno di città che i candidati intendono realizzare, loro idea di gestione del verde urbano, in particolar modo della valorizzazione del giardino pubblico Coletti, e degli altri spazi verdi della città. Ultimo, ma non per importanza, come e dove sarà la nuova scuola, fulcro attorno a cui si dispiegherà la vita dei cittadini per decenni a venire.
Siamo certi – concludono – che Rosa Piermattei e Tarcisio Antognozzi non mancheranno di aderire a questo invito, in un'ottica di trasparenza che vada a beneficio di tutti i cittadini”.

l.c.
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Vaccini, al via da oggi la terza dose per le categorie più fragili negli ospedali di Macerata, Civitanova Marche e Camerino.

"Abbiamo recepito le indicazioni ministeriali e della Regione Marche di iniziare con la terza dose, tecnicamente chiamata 'dose addizionale' per alcune categorie di soggetti", spiega il Direttore Sanitario dell'Area Vasta 3 Carlo di Falco.

In generale, i soggetti coinvolti sono pazienti trapiantati e immunocompromessi che hanno completato il ciclo vaccinale con le prime due dosi, per cui la dose addizionale corrisponde alla terza dose e favorisce la produzione degli anticorpi contro il Covid-19, anticorpi proteggenti.

"Il reclutamento di questi pazienti avviene all'interno delle singole unità operative che hanno in carico i pazienti stessi previa un'accurata valutazione delle condizioni cliniche e laboratoristiche previste in sede ministeriale - spiega Di Falco -. In questo elenco vi sono i pazienti che hanno ricevuto un trapianto di organo solido; i pazienti che hanno ricevuto un trapianto di cellule staminali nell'ambito delle patologie onco-ematologiche; pazienti immunosoppressi, come pazienti sottoposti a terapie a base di farmaci cortisonici; pazienti in trattamento dialitico o con insufficienza renale cronica grave; pazienti con sindrome di immunodeficienza acquisita (AIDS). Nell'ambito dell'Area Vasta 3 le unità operative che hanno in carico questi pazienti sono quelle di oncologia, oncoematologia, il reparto di nefrodialisi e malattie infettive. la terza dose può essere somministrata a non meno di 28 giorni dalla seconda dose e riguarda i sieri Pfizer o Moderna”.



Marco Morosini
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Dalla gioia nel festeggiare i 75 anni dalla fondazione, al dramma di aver perso un giovane esploratore.
Gli Scout Tolentino 1 si sono trovati, nel giro di 24 ore, a gioire insieme per la giornata di festa che ha richiesto mesi di lavoro e a stringersi attorno al dolore per la scomparsa di Nicola Scisciani, 13 anni da compiere, che ha perso la vita ieri pomeriggio a seguito di un incidente stradale.
"Mentre vivete la vostra vita terrena, cercate di fare qualche cosa di buono che possa rimanere dopo di voi, e ricordate che essere buoni è qualche cosa, ma che fare il bene è molto di più".
Così, citando le parole del fondatore degli Scout, Baden Powell, la parrocchia dello Spirito Santo ha ricordato la bontà del piccolo, annunciando per questa sera alle 21.30, un momento di preghiera in parrocchia.


Ma è inevitabile ricordare il momento di festa al quale Nicola stesso aveva partecipato con i suoi compagni sabato pomeriggio nell’area verde che il Gruppo Scout Tolentino 1 ha attrezzato in forma permanente e in cui è stata allestita una mostra temporanea per mostrare le attività che gli Scout portano avanti durante l’anno
La capogruppo Ilaria Fratini e il consigliere generale Mattia Buldorini hanno spiegato ai microfoni di Radio C1…inBlu gli obiettivi dell’allestimento e i progetti futuri dopo un periodo di fermo forzato dovuto alla pandemia.

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Ilaria Fratini e Mattia Buldorini

“Abbiamo allestito una mostra a cielo aperto – dice Ilaria Fratini – per far immergere lo spettatore all’interno del campo Scout e mostrare cosa vivono i ragazzi nella loro quotidianità. Abbiamo allestito anche una linea del tempo che racconta 75 anni di storia ed in cui, grazie ai Qr code, si può ascoltare una voce guida che illustra gli avvenimenti più importanti. La maggior parte delle strutture installate per la mostra sono temporanee, mentre l’alzabandiera e l’altare resteranno fissi”.
Il pomeriggio e la serata hanno proseguito con un cortometraggio che ha raccontato, anche in maniera ironica, come il gruppo ha vissuto i momenti di pandemia e una rifugista della Fondazione Baden ha raccontato la storia delle Aquile Randagie.

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Il pubblico presente

“Lo scorso anno – prosegue Ilaria Fratini -, in piena pandemia, abbiamo cercato di continuare l’azione educativa con i ragazzi attraverso la tecnologia, i canali social e tutti gli strumenti che ci permettevano di mantenere costante il rapporto con i ragazzi. Abbiamo dovuto reinventarci – ammette - perché non sono strumenti che utilizziamo nel quotidiano, ma che abbiamo imparato a conoscere insieme ai ragazzi stessi e che potrebbero essere strumenti da continuare ad utilizzare, ovviamente in occasioni limitate, perché il nostro obiettivo è la socializzazione all’aria aperta e in gruppo. Nel 2021 abbiamo continuato a vedere i ragazzi in base alle limitazioni dettate dal colore delle zone e ci siamo rimboccati le maniche, cercando di portare avanti l’attività. Quest’anno cercheremo di fare il più possibile progetti all’aria aperta”.
Consapevoli di aver preso un “filo rosso” e di avere la responsabilità di lasciarlo a chi verrà dopo, il Gruppo Scout Tolentino 1 continua dunque ad operare affinchè l’opera di chi lo ha fondato possa continuare a vivere.
“Ogni giorno – dice Mattia Buldorini - cerchiamo di portare avanti questa storia, perché lo scoutismo è un gruppo di persone che crescono. Cerchiamo di educare i bambini dagli 8 anni in su per essere cittadini di domani”.

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La linea del tempo

A fare un bilancio guardando al domani è proprio la capogruppo: “Quest’anno contiamo 90 censiti – spiega Ilaria Fratini - . Nel 2020 le nuove iscrizioni sono state poche, per via della pandemia e del timore di incontrarci di nuovo. Quest’anno, invece, abbiamo ricevuto parecchie chiamate di giovanissimi e anche di adulti. Di sicuro c’è tanta voglia di tornare a stare all’aria aperta e riscoprire quello che si era perso: i ragazzi hanno bisogno di occasioni di incontro, ma in questa parola non c’è solo la semplicità di passare del tempo insieme, ma anche e soprattutto di camminare e crescere insieme. In questo, noi li accompagniamo nel percorso della vita”.

GS
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Faccia a faccia con un ladro. È accaduto sabato mattina a Tolentino, poco prima di mezzogiorno, quando una casalinga 70enne, durante le pulizie, ha avvertito strani rumori provenire dalla camera da letto. Un rapinatore si era introdotto in casa passando dalla finestra, ma la padrona lo ha messo prontamente in fuga.

In quel momento è scattata l’operazione dei carabinieri: a mettere in difficoltà il malvivente, infatti, è stata la posizione della casa, proprio vicino ad un bar. Le urla della donna hanno insospettito un cliente del locale che, vedendo un carabiniere in borghese passare in quella zona, ha fatto partire l’allarme. Il militare ha, dapprima, tenuto d’occhio i movimenti del rapinatore, e contemporaneamente avvertito i colleghi della Stazione che sono intervenuti.

In poco tempo i carabinieri sono riusciti a raggiungere il malvivente, bloccarlo ed indentificarlo. Si tratta di un 27enne di origine albanese, residente da anni in Italia, S.G. le sue iniziali. Le ipotesi di reato a carico del giovane sono di tentato furto, aggravato da violenza sulle cose. Il 27enne, già noto alle Forze dell’Ordine e all’Autorità Giudiziaria, si trova agli arresti domiciliari in attesa di convalida da parte della Procura della Repubblica di Macerata.

l.c.


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“Noi siamo stati aiutati nel momento del bisogno. Ora tocca a noi”. Così l’arcivescovo Francesco Massara commenta l’accoglienza, da parte della diocesi, di tre famiglie afghane.

Come sta avvenendo per diversi Comuni che hanno dato la disponibilità alla prefettura di ospitare le famiglie bisognose che arrivano dall’Afganistan, anche la diocesi di Camerino si è mossa per alleviare il dolore e le sofferenze di coloro che stanno vivendo il dramma della guerra.

Una delle tre famiglie è già arrivata nelle Marche, mentre le altre due arriveranno nei prossimi giorni.

“L’arcivescovo ha dato la disponibilità, rispondendo alla richiesta delle prefetture, di accogliere queste famiglie - dice don Aldo Buonaiuto che si occuperà della gestione del programma di accoglienza - . Come sappiamo avevano bisogno di una risposta immediata e l’arcivescovo non si è tirato indietro, anzi ha pensato di dare una risposta attraverso alcune case dell’istituto di sostentamento del clero per cercare di dare a queste famiglie una prima accoglienza.

Saranno accolte nel nostro territorio - dice - ma continueranno a far capo alla prefettura, coordinati a livello nazionale. Seguiranno un percorso di integrazione, dove i bambini andranno a scuola e per gli adulti si cercherà un lavoro, così che possano riprendere una vita normale, serena e felice”.

Ma all’impegno della diocesi si è unita una vera e propria gara di solidarietà: “Il ringraziamento - dice Buonaiuto - va alla solidarietà del territorio e di tutti coloro che hanno voluto contribuire, anche con piccoli gesti, per far sì, in pochissimo tempo, di arredare e mettere insieme le strutture. Il nostro ringraziamento va a tutte le persone che hanno concretamente aiutato la grande rete del volontariato cattolico, dell’associazionismo, dei laici che hanno ognuno contribuito a sostenere ed aiutare anche nella preparazione dell’accoglienza. È stato un bell’attestato di un popolo solidale, che ha compreso il dramma di queste persone e si è prodigato per dare il proprio contributo”.

L’intero territorio ha così risposto all’invito dell’arcivescovo di aprire le porte del proprio cuore: “La nostra terra ha sofferto il dramma del terremoto - dice Francesco Massara - , mentre queste famiglie hanno vissuto quello della guerra. Come noi abbiamo ricevuto tanta solidarietà in quei momenti e continuiamo a riceverla ancora oggi, ora spetta a noi aprire il nostro cuore e le nostre case per accogliere chi ha bisogno di aiuto e far risplendere nei loro occhi il sorriso che la guerra ha seppellito.

La nostra terra sarà per loro un luogo di speranza, dove respirare la bellezza della libertà. A questi nostri fratelli e sorelle do il benvenuto: le nostre case sono aperte per voi e i nostri cuori lo sono ancor di più. Possa risplendere sui vostri volti la gioia che vi è stata negata nella vostra terra”.

GS
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