Terminati i lavori dei locali destinati ad ospitare la biblioteca del Seminario Arcivescovile, con annesso l’archivio diocesano, dopo che il terremoto aveva danneggiato i vecchi locali. Una delle opere volute dall’arcivescovo Francesco Giovanni, che ha invitato alla breve cerimonia di inaugurazione anche i dirigenti scolastici “perchè – le parole dell’arcivescovo – ritengo importante insegnare ai nostri ragazzi quello che il passato ci ha donato e che, per noi, costituisce un presente meraviglioso e degno di essere tramandato. Presidi e professori dovrebbero essere dei grandi mediatori di cultura, aiutando i giovani a comprendere dove nasce e come si costruisce la storia”. Una data importante, dunque, che segna il recupero e la messa in sicurezza di un grande patrimonio culturale, come ha tenuto a sottolinerare il professor Luca Barbini, archivista della diocesi, che ha poi ringraziato mons. Brugnaro per “essersi in ogni modo adoperato per la cultura, reperendo fondi e stimolando ciascuno di noi affinchè i lavori, iniziati poco più di un mese fa, fossero conclusi nel minor tempo possibile. Una biblioteca che contiene molte opere preziose e circa 60 archivi parrocchiali recuperati doppo il terremoto”. “Un segno di ripresa della cultura nella nostra città di Camerino – così il professor Pierluigi Falaschi – Una biblioteca pregevolissima, che ha raccolto i libri di studiosi insigni e che non doveva essere perduta”.

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l'archivista Luca Barbini e l'arcivescovo Brugnaro

 

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l'arcivescovo Francesco Giovanni, il dott. Falaschi e il preside Maurizio Cavallaro

 

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l'arcivescovo Brugnaro e il tenente colonnello del nucleo tutela patrimonio artistico Grasso

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 don Cherubino Ferretti con l'Arcivescovo

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Si sono svolti nella chiesa parrocchiale di Masnago (Varese), dove ha vissuto l’ultimo periodo della sua lunga vita accudita dalla figlia Daniela e dalla sua famiglia, I funerali di Anna Brugnaro, mamma dell’Arcivescovo Francesco Giovanni, scomparsa all’età di 101 anni lo scorso mercoledì 10 ottobre.

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Una presenza commossa quella dei fedeli, alcuni giunti anche dalla diocesi di Camerino – San Severino Marche, tra cui il sindaco di Pieve Torina Alessandro Gentilucci, il presidente della Contram Stefano Belardinelli e il professore Massimo Sargolini, consigliere della Masogiba ed ex presidente dell’Azione Cattolica diocesana legato all’arcivescovo da profonda amicizia, che hanno partecipato al rito funebre presieduto dallo stesso arcivescovo Francesco Giovanni che al termine della celebrazione ha avuto parole commosse di ringraziamento per quanti, vescovi, sacerdoti, fedeli sono stati a lui vicini. Un ringraziamento particolare mons. Brugnaro lo ha rivolto anche al parroco e alla comunità di Masnago, dove la mamma Anna ha concluso la sua esperienza terrena. Ai presenti l’arcivescovo Francesco Giovanni ha chiesto la preghiera e “ di vivere questo momento di lutto – le sue parole - sapendo che non è la misura del tempo quella che il Signore ci ha insegnato a vivere, ma il modo con cui si vive il tempo in maniera da trasformarlo in grazia e in pienezza di vita, con una coscienza gioiosa e serena”. L’invito dell’arcivescovo è stato quello di “aver cura dei propri familiari anche quando sono avanti negli anni perchè il loro sguardo sulla vita esprime il desiderio di eternità. Se poi si crede in Gesù si ha la certezza che questo desiderio è una promessa che non delude”. Infine mons. Brugnaro ha voluto condividere il messaggio inviatogli dal procuratore della repubblica di Macerata Giovanni Giorgio: “Sembra che per la volontà di Dio la sua mamma sia stata il suo angelo custode, lei che è stato consacrato da papa Benedetto nel giorno dei santi Arcangeli Gabriele, Michele, Raffaele, fino al completamento della sua missione camerte”. Presente, come detto, il sindaco di Pieve Torina Alessandro Gentilucci, che ha voluto essere vicino al suo amico arcivescovo. “Vicino in rappresentanza di una comunità a mons. Francesco Giovanni in questo momento particolare – così il sindaco Gentilucci – nel quale si sta concludendo la sua missione di vescovo in mezzo a noi. Un momento difficile per l’arcivescovo che con la morte della mamma perde anche la sua musa ispiratrice, le radici della propria esistenza”.

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“Anche oggi il nostro arcivescovo ci ha detto parole importanti – così il presidente della Contram Stefano Belardinelli giunto addirittura da Bari per partecipare alla celebrazione – invitandoci a fare bene le cose. Credo che queste riflessioni, che spesso ha condiviso con noi, le ha tratte anche dall’insegnamento di sua madre.

“Abbiamo ritenuto di dover essere presenti – le parole di Massimo Sargolini – perchè sappiamo che il vescovo era molto legato alla mamma, che lo ha sostenuto anche nel periodo del suo ministero episcopale a Camerino. La fine del suo mandato è coincisa perfettamente con la dipartita della mamma. E questa coincidenza riteniamo sia un segno”.

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l'abbraccio con la mamma dell'arcivescovo il giorno della sua ordinazione a Camerino

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Il cardinale Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, è arrivato puntuale alle 9 di giovedì 31 agosto all’eremo del Beato Rizzerio a Muccia, a 730 metri di altezza, nella casa che accoglie gli sfollati del sisma, costruita sulla tomba di uno dei più stretti compagni di san Francesco. Il presidente della Cei si è intrattenuto fraternamente con gli ospiti e con le autorità, all’esterno della casa, prima dell’incontro ufficiale. «Essere vicini a chi soffre, rendersi conto di persona e concretamente – ha detto il cardinale Bassetti all’arrivo ai microfoni di Radio C1 in Blu che segue in diretta la giornata - quando si parla con chi è stato sotto le macerie, quando ti parla chi ha perso tutto è diverso da sentire dai mezzi di informazione. È importante che noi pastori della Chiesa abbiamo questi contatti diretti con cui soffre, le conseguenze del terremoto colpiscono gli affetti, i ricordi più cari della vita, rischiano di cancellare le tradizioni delle comunità. Il sisma causa tanti problemi e rendersi conto di persona è fondamentale». Il cardinale ha invitato a mantenersi saldi nella speranza: «Se vediamo solo con gli occhi del provvisorio, intristiamo tutti e non troviamo la forza di ricostruire. La speranza è l’oggi che ci aiuta a costruire».

 

(don Gianni Fabbrizi vicario della  vicaria di Pieve Torina e parroco di Muccia, il cardinale Bassetti e il vescovo Francesco Giovanni Brugnaro all’eremo del Beato Rizzerio a Muccia)

 

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Accompagnato dall’arcivescovo di Camerino-San Severino Francesco Giovanni Brugnaro, il cardinale in mattinata andrà per una breve visita a Pievetorina, dove sono state assegnate le casette, e poi si fermerà a Visso, dove la ricostruzione  è ancora molto lontana e la quasi totalità della popolazione è sfollata nelle città di mare. 

A Muccia dove case e attività sono state fortemente danneggiate dal sisma per oltre il 90%, il sindaco Mario Baroni invita a riprendere velocemente la vita di tutti i giorni per non far disamorare le persone al loro paese anche se “i tempi sono ancora incerti, abbiamo riaperto scuole elementari e materne poco dopo le prime scosse, da parte degli amministratori c’è il massimo impegno per far riprendere più velocemente possibile”. Sfollato all’eremo, il sindaco Baroni ha accolto e ringraziato il cardinale per la visita ed ha salutato il prefetto di Macerata Roberta Preziotti che ha preso parte a questa “manifestazione di vicinanza della Chiesa” e che ha condiviso questa necessità di «sentirsi uniti ai fedeli vedendo direttamente ciò di cui questo territorio ha bisogno e che non deve essere dimenticato».

 

 

(Il Prefetto di Macerata Roberta Preziotti accanto al vicario della diocesi mons. Nello Tranzocchi)

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A Pieve Torina il sindaco Alessandro Gentilucci ha offerto un dono simbolico al presidente della Cei e arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, che lo ha accettato come ricordo dell’accoglienza che ha ricevuto, pur nelle difficoltà, ed ha commentato ricordando la somiglianza tra le Marche e l’Umbria, regioni piccole dove ci si sente più solidali e vicini. “Una visita emozionante, ricca di contenuti e di umanità – ha detto il sindaco Gentilucci - a nome della comunità esprimo commossa gratitudine al cardinale Bassetti e all’arcivescovo Brugnaro per questo interessamento che va ben oltre una visita di cortesia, nell’ottica di un nuovo percorso ecclesiale che stiamo vivendo”.

Da Pieve Torina il trasferimento a Visso dove il cardinale è stato accolto dal sindaco Giuliano Pazzaglini, dal vicesindaco Gian Luigi Spiganti Maurizi, dal comandante della Stazione dei Carabinieri e dalla popolazione. «Qualcuno potrebbe scegliere di non tornare, per motivi diversi – ha detto preoccupato il sindaco - almeno due anni serviranno per stabilizzare la situazione anche se le scuole saranno riaperte il 15 settembre. Attendo risposte per la collettività di Visso e non solo, nei comuni distrutti servono subito notizie certe».

Il cardinale Bassetti si è fermato in visita all’azienda Svila srl (fondata nel 1974) a Visso che ha aumentato il numero di dipendenti e il fatturato nonostante le forti difficoltà: in venticinque giorni è stata riallestita la fabbrica e i lavoratori non si sono tirati indietro perché la continuità del lavoro ha permesso loro di affrontare gli altri disagi e così è stata garantita la produzione alimentare. Maurizio Crea, amministratore delegato, dopo la visita del Cardinale ha commentato con Mario Staffolani per Radio C1 InBlu: “i dipendenti sono al centro dell’azienda, il terremoto è stato affrontato con forza grazie all’unità di tutto il personale. La grande famiglia Silva non si è mai fermata ed anzi è stato velocizzato quello che era stato programmato».

(L'arrivo del cardinale Bassetti a Visso accolto dal sindaco Pazzaglini)

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Cuore della mattinata la visita in Piazza Cavour, cuore pulsante della città di Camerino, dove il presidente della CEI è stato ricevuto all'interno della zona rossa dal sindaco Gianluca Pasqui e dal rettore di Unicam Claudio Pettinari. Il primo cittadino ha espresso il benvenuto al cardinale Bassetti che ha dimostrato la vicinanza umana e la speranza di vedere presto la città riprendere. Il sindaco ha ricordato le difficoltà della gestione attuale e il fatto che non ci sono più momenti di incontro nei luoghi della città: «è da ricostruire lo strato sociale – così il Sindaco - le istituzioni e i cittadini stanno lavorando verso lo stesso obiettivo e sono i valori dei quali ciascuno è portatore che permettono di guardare avanti superando le divisioni.»

«Le parole del cardinale ci hanno dato forza – ha detto il rettore Claudio Pettinari - ci sarà ancora molto da fare, desideriamo partire dai giovani, dai bambini e lo faremo insieme al comune e all’arcidiocesi: l’Università di Camerino è pronta per passare dalla fase delle parole alla fase dei progetti e delle azioni».

«I sacerdoti che sono qui hanno visto tante storie e tanta fatica – le parole dell’arcivescovo Francesco Giovanni - in questa piazza dove ci sono l’università, la cattedrale, la casa del vescovo e il mercato, il centro e il cuore della diocesi. Grazie al Cardinale che ha desiderato conoscere la nostra situazione e che ci aiuta a renderla nota, non perché cerchiamo la pubblicità, ma perché noi, che ora siamo poveri, abbiamo bisogno di aiuti e spero che ogni realtà possa condividere».

«Desidero comunicarvi la speranza che viene anche dalla mia esperienza con tanti terremoti - ha concluso il cardinale Bassetti - a prete giovane sono stato anche volontario tra i terremotati dal Friuli e sia lì sia in altre occasioni simili la rinascita è sempre stata convinta. Ai vicari foranei, che mi hanno spiegato quello che stanno facendo, e ai sacerdoti di questa diocesi esprimo il mio grazie con tutto il cuore. Ripartire dalla scuola materna è un modo di aggregare le famiglie e la gente così avendo modo di rivedersi con continuità, sente qualcosa di suo. Stiamo ora nel sepolcro, questo momento è come un Golgota per tanti, ma sono sicuro che questo territorio risorgerà».

 

 

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Il Cardinale Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia – Città della Pieve e Presidente della C.E.I. (Conferenza Episcopale Italiana) è in visita nel territorio della Diocesi di Camerino – San Severino Marche.

Il Cardinale è stato accolto a Muccia, presso l'Eremo del Beato Rizerio, dall'Arcivescovo Francesco Giovanni Brugnaro che lo accompagnerà poi a visitare alcuni dei luoghi martoriati dal sisma dello scorso ottobre.

Il Presidente della C.E.I. proseguirà la sua visita a Pieve Torina, sarà così a Visso, Camerino, San Severino Marche prima di partire alla volta di Tolentino e Macerata dove in Piazza della Libertà presiederà la messa in onore del patrono San Giuliano.

Nel corso della giornata il presule saluterà anche i sindaci, le forze dell'ordine e si tratterrà con i sacerdoti e i fedeli dell'arcidiocesi camerte - settempedana. “Una visita che, secondo il desiderio del Cardinale Bassetti, non avrà il carattere della formalità, ma quello della cordialità della premura – le parole dell'arcivescovo Francesco Giovanni – per condividere le nostre preoccupazioni e conoscere da vicino quello che è avvenuto nel nostro territorio che, pur non avendo avuto morti e feriti, di fatto ha avuto grandi sofferenze in distruzioni, sfollati, perdita del patrimonio storico – artistico - architettonico, dispersione di comunità. Attraverso la presenza del Cardinale Bassetti faremo conoscere più da vicino alla Conferenza Episcopale Italiana la nostra situazione e faremo giungere a Papa Francesco il nostro ringraziamento per l'attenzione che ha avuto fino ad ora e ci aiuti a fare in modo che la nostra speranza diventi una realtà buona, positiva, possibile”.

Coraggio e aspettative nell’omaggio al patrono della città di Camerino.  Dopo la cornice inusuale della vigilia di festa e il quadro ricco di profonde sfumature dell’Offerta dei ceri, la messa celebrata dall’arcivescovo Francesco Brugnaro, all’interno della tensostruttura in località Le Mosse, alla presenza delle autorità civili e militari e di numerosi fedeli. Un anno particolare per la festa di San Venanzio, sottolineato dalla presenza eccezionale dell’urna delle reliquie, uscite per la prima volta dalla basilica.

Vigilia e ricorrenza hanno registrato un grande afflusso di gente. Più forte della distruzione e dello sconforto l’energia della comunità, riappropriatasi delle sue tradizioni vive, religiose e civili, decisa ad andare avanti nonostante il dramma. Ai piedi della città ferita, le lingue di fuoco del falò si sono portate via lacrime e sofferenze di un popolo tenacemente raccolto, nell’omaggio al Patrono e nel desiderio di rinascita.

 

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                                         Le reliquie del Santo

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                          Offerta dei Ceri a Madonna delle Carceri

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                       Il focaraccio

“ Che San Venanzio Martire- ha detto l’arcivescovo aprendo la liturgia del 18 maggio-  ci aiuti a crescere nel bene comune, a passare attraverso le difficoltà della vita, soprattutto quelle che non dipendono da noi, mossi da quel dono che è la fede che sviluppa in noi la carità ed è capace di cementare tutti e soprattutto coloro che soffrono, per poter uscire dalle difficoltà che il Signore ci permette ancora di vivere. Con questi sentimenti, rinnoviamo la nostra fiducia e la nostra devozione al Patrono, San Venanzio- ha sottolineato- ci chiede di domandare perdono delle nostre fragilità e dei nostri peccati, quelli pubblici e quelli privati, quelli dei credenti e dei non credenti, perché la vita degli uomini di oggi, la vita dei nostri giovani e il loro futuro, sia vivibile e serena”.

San Ven Messa 2

         Fedeli assistono al solenne pontificale nella tensostruttura

“Quest’anno la festa – ha dichiarato il parroco don Marco Gentilucci- assume un significato ancora più profondo rispetto al passato. Abbiamo bisogno di stringerci intorno a quello che fa la storia della nostra terra e della nostra gente, riscoprendo quei segni vivi di fede che sono centrali. Non possiamo vivere le festività nello splendore della basilica di San Venanzio eppure anche un tendone può essere luogo d’incontro e di speranza. Sento sempre nel cuore- ha rimarcato don Marco- l’augurio che a Cremona mons. Antonio Napoilioni ha rivolto a noi tutti, con un pensiero particolare dedicato a Camerino: “ Il popolo di Israele aveva più fede sotto una tenda che quando costruì il tempio”. Non importa dunque il luogo in cui ci ritroviamo- ha concluso-  ma è importante avere tanta fede e uno spirito di comunione. Viviamo queste feste con profonda emozione, perché rappresentano un passo di rinascita”

Campane

                      Concerto  di campane all'uscita dalla messa

"Non sarà sicuramente una Pasqua come tutte le altre, sarà celebrata nelle tende, con molti costretti a viverla da sfollati lontani dalle proprie comunità. Ma, come ha detto papa Francesco nella sua visita a Carpi, non dobbiamo restare intrappolati nelle macerie della vita, ma con l'aiuto di Dio ricostruire con paziente speranza". Una fotografia, un'istantanea fatta dall'Arcivescovo di Camerino – San Severino Marche Francesco Giovanni Brugnaro durante la Messa del Crisma che segna l'inizio dei riti del Triduo Pasquale.

Una celebrazione, quella che ogni anno vede riuniti i sacerdoti intorno al Vescovo e nella quale vengono consacrati gli Oli Santi, che si è svolta presso il tendone allestito in zona Le Mosse a Camerino, quasi una cattedrale a cielo aperto per una diocesi che ha visto danneggiate dal terremoto la quasi totalità delle proprie chiese.

vICARI FORANEI OLI CRISMA

Alla Messa del Crisma erano presenti anche i ragazzi della diocesi camerte-settempedana che nel corso dell'anno riceveranno il sacramento della Cresima e ad essi l'Arcivescovo Francesco Giovanni ha rivolto il suo primo pensiero all'inizio dell'omelia. "Pregheremo particolarmente per voi – le parole di mons. Brugnaro - come voi pregherete per la vostra comunità, la famiglia e tutti i motivi che abbiamo, a causa del terremoto, di poter supplicare il Signore che ci doni presto di poter vivere momenti di serenità e di poter ritornare, per i tanti che sono sfollati, quanto prima all'interno delle loro comunità.

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Non si diventa adulti da soli nè si nasce da soli – ha proseguito il Vescovo - ma si entra in una famiglia, in una comunità. Oggi questa comunità, composta dai sacerdoti e dai laici, è la Chiesa. Consacreremo e benediremo gli oli, che dal punto di vista sacramentale diventano il simbolo e il segno reale che lo Spirito Santo riprende dentro di noi quella vita che Dio ci ha donato per fare di ciascuno quel testimone autentico amante della vita vissuta cristianamente".

Poi il pensiero rivolto ai sacerdoti, la memoria di don Fernando Porfiri, scomparso nell'ottobre dello scorso anno, il ricordo dell'ordinazione diaconale permanente del prof. Ippolito Antonini, la ricorrenza dei 100 anni di vita di don Gildo Cicconi, gli anniversari di ordinazione sacerdotale: 10 anni per don Tarcisio, sacerdote fidei donum, 50 anni per l'Arcivescovo Emerito Angelo Fagiani, di cui ricorre anche il ventesimo anniversario dell'elezione alla sede arcivescovile di Camerino – San Severino Marche, per don Decio Cipolloni, don Gianni Fabbrizi, don Vincenzo Finocchio, don Eraldo Pittori, don Mario Minicucci, 60 anni per don Deo Galanti, padre Giuseppe Concetti, don Umberto Silla, don Ulderico De Ales.

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L'Arcivescovo ha poi comunicato il trasferimento dei tre sacerdoti che prima del terremoto di ottobre erano ospiti nella casa del clero di Camerino dal seminario di Ancona a Pian di Pieca ed i futuri progetti da realizzare nella struttura del locale seminario, risparmiata dal sisma. Tra le finalità da realizzare quella di una nuova casa del clero, in grado di ospitare anche sacerdoti infermi, l'allestimento degli uffici della Caritas, di un Consultorio, di alcune stanze destinate ad ospitare famiglie che versano in condizioni di bisogno. Infine la predisposizione di strutture destinate alle attività delle tre parrocchie della città di Camerino, visti i tempi piuttosto lunghi della ricostruzione.

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E' suonata puntuale la campanella del primo giorno di scuola per gli alunni delle elementari e delle medie di Caldarola nel nuovo edificio della scuola media inaugurato a tempo di record per l'occasione. Una giornata di festa, dopo la paura e le incertezze conseguenti al terremoto, per alunni e genitori, che numerosi hanno accompagnato i propri figli, con il taglio del nastro da parte del sindaco Luca Giuseppetti, del dirigente scolastico Fabiola Scagnetti e dell'arcivescovo Francesco Giovanni Brugnaro. "Un impegno mantenuto perchè volevo iniziare la scuola il 15 settembre – le parole del primo cittadino – E' stata un'autentica corsa contro il tempo, ma alla fine ci siamo riusciti e per questo ringrazio quanti si sono adoperati e hanno lavorato perchè ciò fosse possibile. In questo edificio terrano le lezioni tutti i bambini della scuola elementare e i ragazzi della scuola media, mentre la scuola materna sarà sistemata provvisoriamente presso il salone del ristorante Tesoro in attesa che venga realizzata una nuova costruzione adiacente la palestra comunale. Abbiamo, così, risolto, almeno per questo anno il problema dei nostri bambini, che andranno a scuola sereni, in un ambiente sicuro e confortevole".

"Per noi è un giorno importante – il commento della preside Scagnetti – Iniziare l'anno scolastico in tempo con due plessi dichiarati inagibili non è stata cosa da poco. Ciò grazie all'impegno dell'amministrazione comunale che si è resa disponibile a ripensare un progetto che era in cantiere per permettere a tutti gli alunni di sedere sui banchi in una scuola sicura e accogliente. Il terremoto ci è servito da lezione. Di fronte ad un imprevisto il pensare in maniera positiva e collaborativa ha portato ad una soluzione valida per tutti".

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"Una scuola che aveva già ricevuto un finanziamento dal Ministero nel programma di recupero cosiddetto dei 6 mila campanili – spiega l'assessore Gianni Fiastrelli – con la qusi totalità della somma è stata spesa per interventi strutturali al fine di garantire la sicurezza dell'edificio".

( l'assessore Gianni Fiastrelli spiega all'arcivescovo i lavori di ristrutturazione dell'edificio )

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Ha citato san Giovanni Bosco nel suo intervento l'arcivescovo Brugnaro. "Don Bosco – le parole del vescovo – parla di pedagogia non precettiva, ma preventiva. Per poter educare serenamente il giovane occorre prevenirlo, nel senso che gli adulti debbono aiutarlo a crescere umanamente attraverso la persuasione, l'intelligenza e una vita morale sana".    

(Il vice sindaco Debora Speziani responsabile anche delle scuole) 

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( sotto nella foto il maestro in pensione Ubaldo Gabrielli si intrattiene con il sindaco Giuseppetti ) 

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Si è svolto a Braccano di Matelica, dal 21 al 25 giugno, il campo scuola Acr della diocesi di Camerino – San Severino Marche rivolto ai ragazzi di quarta e quinta elementare. I circa 45 ragazzi partecipanti, guidati dagli animatori coordinati da suor Cinzia Fiorini, hanno sviscerato il tema delle “emozioni” concentrando l'attenzione soprattutto sulla figura e la storia di Giuseppe, in un certo senso anticipatrice del perdono predicato e praticato da Gesù. “Un tema particolarmente importante quello scelto dagli animatori – le parole dell'arcivescovo Francesco Giovanni – perchè Giuseppe, che venduto dai fratelli restituisce l’unità alla famiglia, ne diventa il nutritore, anticipa la figura di Gesù. E' Giuseppe, infatti, che fa vivere la famiglia nella carestia, è lui che, nonostante l'affronto ricevuto, ricongiunge i fratelli al padre Giacobbe.

( nella foto il vescovo Brugnaro e suor Cinzia )

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 La sua esperienza, quindi, fa capire come il bisogno del perdono non venga solo dall’uomo, ma sia originato da Dio e come Dio, anche attraverso gli errori, i tradimenti, gli omicidi, il peccato, costruisca positivamente una storia buona. Dio è il signore della storia non nel senso che impedisca il male che l'uomo vuole commettere, ma nel senso che è capace di trasformare anche le situazioni peggiori di oppressione in occasioni di redenzione”. L'arcivescovo ha anche rivolto un accorato appello ai genitori. “Noi possiamo fare tanto durante i campi scuola, durante l’anno, nelle attività di oratorio, ma è necessaria un'autentica collaborazione dei genitori che debbono essere attenti alla formazione umana dei ragazzi, proponendo certamente una fede cristiana vissuta e praticata, ma soprattutto un' attenzione umana affinchè i ragazzi diventino liberi, maturi, capaci di godere del dono della vita. Così potranno dire il loro grazie al Signore per aver avuto dei genitori che hanno insegnato loro a scoprire Dio nel dono dell’esistenza”.

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“Abbiamo voluto far conoscere ai ragazzi la figura di Giuseppe perchè lui insegna proprio la strada del perdono – così suor Cinzia – Una parola difficile da mettere in pratica, ma che è al centro della vita cristiana. I bambini in questa settimana hanno riflettuto su questo cammino che porta al perdono e hanno scoperto che solo con l’esperienza di sentirsi amati diventano capaci di perdonare gli altri, proprio come ha fatto Giuseppe e, in maniera piena Gesù per noi. E' stata un'esperienza coinvolgente, che ha portato i ragazzi ad instaurare relazioni importanti. La condivisione di giornate intense e di condivisione fa sì che al momento dei saluti i volti siano solcati dal pianto, ma sono sicuramente lacrime di gioia”.

( alcune foto del campo Acr 2016 a Braccano di Matelica ) 

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VESCOVO FIRMA LE MAGLIE DEI RAGAZZI

UN MOMENTO DEL CAMPO SCUOLA

 

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LA COMUNIONE DEI RAGAZZI

Auguri all'arcivescovo di Camerino – San Severino Marche Francesco Giovanni Brugnaro per i suoi 73 anni, festeggiati con un momento conviviale, offerto da Bruno e Oreste della MaSoGiBa, insieme ai suoi più stretti collaboratori, che hanno donato a mons. Brugnaro un pastorale, che termina nel vincastro con un mazzo di rose e nel quale sono incisi lo stemma episcopale e lo stemma dell'arcidiocesi. "Non guardiamo alla nostra età – ha ringraziato commosso l'arcivescovo – ma alla continuità del ministero che non ci è stato dato ad tempus. Continuiamo a lavorare per l'unità e nella cordialità. Nonostante le nostre differenze culturali, storiche, personali rappresenta una scelta di vita seria essere capaci di fare unità tra le pluralità. La cordialità permette poi di superare gli ostacoli e le difficoltà quotidiane ed è segno di verà umanità. Tutto ciò permette di operare per l'unità di un progetto".

(La torta con la foto dell'ingresso in diocesi a Camerino)

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(Gli auguri del vicario mons. Tranzocchi)

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Interessante e proficuo incontro fra l'onorevole Irene Manzi, l’assessore regionale Angelo Sciapichetti e l’Arcivescovo Brugnaro. 

L'invito è stato fortemente voluto  dall'arcivescovo Francesco Giovanni che ha ricevuto al Palazzo arcivescovile i due esponenti politici. Si è trattato di un cordiale incontro durante il quale sono state trattate tematiche inerenti il carcere di Camerino e problematiche riguardanti il territorio in generale.

Le vicissitudini del carcere e delle persone che vi sono detenute, stanno particolarmente a cuore a mons. Brugnaro che della casa circondariale camerte è anche cappellano militare.

Una struttura antica quella della casa di detenzione, ospitata in un ex convento riconvertito negli anni ’40 e per la quale nel corso del colloqui mons. Brugnaro ha evidenziato la possibilità di apportare importanti migliorìe, a favore dei detenuti a lunga o corta detenzione, e utilmente per il personale.

Tra i punti portati all’attenzione degli ospiti anche la difficoltà di accoglienza per soggetti psichicamente difficili e per esigenze sanitarie o cliniche particolari,

come per i casi di grave tossicodipendenza. “Il personale carcerario­ ha sottolineato Brugnaro­ diventa gravemente insufficiente, perché le prestazioni

sanitarie del territorio non sono adeguate per vicinanza o per globale competenza”.

Si è parlato anche della possibilità di creare un’ astenteria ben riparata e opportunamente attrezzata nel portichetto esterno della struttura (pronao

dell'antica chiesa di S. Francesco)cosicchè avvocati e famigliari, in attesa della disponibilità interna del personale, non siano costretti a stare all’aperto.

L’arcivescovo ha poi voluto evidenziare anche l’importanza dell’umanizzazione e il recupero sociale delle persone recluse, insieme all’opportunità di creare per loro

collegamenti rieducativi o di svago psico­fisico, sollecitando la collaborazione della società civile, del territorio tutto, dell'università e delle scuole di ogni ordine

e grado, così come delle arti educative e creative, nonché dello sport. In particolare all’assessore Sciapichetti ha chiesto un attenzione a livello regionale

per la promozione di iniziative di lavoro durante la detenzione, il tempo di vigilanza e post­pena. Si è parlato anche di preparazione e riconoscimento

economico adeguato per il personale del carcere e di prevenzione e sostegno per le famiglie dei detenuti. Dal canto loro sia l’on. Manzi che l’assessore

Sciapichetti, pur evidenziando di aver verificato anche di persona un miglioramento della situazione all’interno del carcere camerte e un’impressione

di grande cura in tanti settori, hanno promesso un’interessamento attento e fattivo. 

Carla Campetella

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