"Come si può rilanciare un territorio senza servizi?".
È la sintesi della richiesta che il sindaco di Sefro, Pietro Tapanelli, dopo aver partecipato all'incontro a Palazzo Chigi insieme ai suoi colleghi del ratere, ha deciso di rivolgere al Premier Conte con una lettera in cui pone l'attenzione non tanto sulla ricostruzione quanto sulla situazione delle aree interne.

Un sindaco che ha deciso di prendere 'carta e penna' per illustrare la reale situazione delle aree interne, sicuramente connessa alla questione post sisma, ma a cui si aggiungono i disagi di terre lasciate in disparte, quasi considerate di serie B.

"Il sisma del Centro Italia 2016 e 2017 è qualcosa di imponente e di difficile gestione - scrive Tapanelli - . Saranno anni di sudore per poter ricostruire parzialmente: sono sicuro, infatti, che alcune realtà non verranno mai rimesse in piedi. Ma il vero problema, a mio avviso, è quello delle aree interne. Anche l’altro giorno ho sentito interventi aventi ad oggetto il rilancio dei territori montani. Ecco, non sono più disposto ad accettare questo refrain. Glielo dico con il cuore: non se ne può più.

Bisogna andare oltre il sisma e dire che è inutile parlare di rilancio e di ripresa se non ci sono le infrastrutture. Senza queste non ci sarà mai più né lavoro né ripresa. Niente di niente. Sarà solo una lenta agonia e noi ci occuperemo solo di una gestione del declino, come stiamo già facendo.

Come si può rilanciare un territorio se, vado in ordine sparso, non ci sono strade degne di essere chiamate tali, non ci sono collegamenti ferroviari, alcune zone non sono metanizzate, il digitale terrestre non arriva e i telefoni cellulari non hanno segnale? Adesso si parla di BUL (Banda Ultra Larga), ennesimo acronimo ipnotizzante in una Italia che pensa più alle sigle che alla sostanza, ma sono anni che siamo in attesa dello sviluppo di questa ennesima incompiuta. Il mondo va alla velocità della luce e noi, per buttar giù un cavo, dobbiamo fare anni di conferenze di servizi e collezionare venti pareri di altrettanti enti a tutela del territorio.

Le scrivo questo - conclude - perché la reputo una delle poche persone serie della politica attuale e magari, immagino con cauto ottimismo, leggendo queste poche ed istintive righe alzerà il telefono e proverà a dare una scossa a favore di noi piccoli comuni, frontiera di uno Stato che si ritira e abbandona la periferia".

GS


“Ci sentiamo abbandonati, ma non vogliamo assolutamente arrenderci”. Così il Coordinamento dei Comitati Terremotati del centro Italia ha commentato il mancato inserimento del cosiddetto “pacchetto sisma” nel decreto rilancio oggetto del mancato esame da parte della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati. Una questione che i rappresentanti dei terremotati non intendono far passare sotto silenzio al punto da predisporre una lettera aperta inviata al Premier Conte e ai Presidenti di Camera e Senato per chiedere un incontro anche con tutti i capigruppo dei partiti presenti in parlamento.
“Siamo sconcertati e indignati per quanto accaduto – a parlare è l’avvocato Noemi Paola Riccardi – Il pacchetto di emendamenti presentato in Commissione era frutto di concertazione tra il Commissario Legnini e i soggetti interessati, sindaci, tecnici, rappresentanti dei Comitati, ed erano strumenti necessari per rendere concreta ed effettiva l’accelerazione delle recenti ordinanze emanate dal Commissario. Uno stop, dovuto al mancato accoglimento del pacchetto sisma, che rappresenta un segnale negativo, sinonimo di scarsa attenzione verso questi nostri territori, e che rallenta ulteriormente, se non addirittura paralizza il processo della ricostruzione. Abbiamo chiesto questo incontro – conclude l’avvocato Riccardi – proprio per capire le ragioni di questa mancata approvazione e per sollecitare l’adozione di una normativa ad hoc. Dopo 4 anni dal sisma non abbiamo alcuna intenzione di arrenderci e siamo pronti anche a forme di protesta più eclatanti”.

f.u.
Buone notizie per un settore, quello dei viaggi, che è stato tra i primi ad essere colpiti dal Coronavirus.
Chi ama viaggiare è stato fermato dal lockdown e, ora che le misure restrittive si stanno via via allentando, la paura di muoversi continua ad avere la meglio, nonostante la voglia di viaggiare resti comunque tanta.
Una paura che danneggia comunque tutto il settore ed è per questo che nel DL Rilancio è stato inserito il tax credit vacanze.
Si tratta di un bonus che sarà fruibile con un reddito Isee non superiore a 40mila euro.
Spetteranno fino a 500 euro per ogni nucleo familiare; 300 per i nuclei familiari composti da due persone e 150 per quelli composti da una sola persona. Verrà accordato, proprio per aiutare le strutture del Bel Paese, a chi trascorre le vacanze in Italia.
Resta ancora da capire quali saranno le modalità per l'utilizzo del bonus come spiega Cristina Tiberi, una delle titolari di Krivantour Viaggi di Tolentino.
"Stiamo aspettando di capire se questo bonus potrà essere utilizzato attraverso le agenzie di viaggio o dalla famiglia che si rivolge direttamente all'albergatore - spiega - . Ci auguriamo che sia il primo caso perchè ci permetterebbe di ricominciare dopo questo periodo per noi molto penalizzante. E' un incentivo importante per la famiglia italiana e speriamo di far parte di questa filiera".
Fino ad oggi, infatti, le agenzie hanno fatto soprattutto assistenza al cliente anche se Cristina Tiberi, insieme alla socia Vanessa Ripani, per restare vicine ai viaggiatori hanno caricato sui social diversi video delle mete più richieste. Un modo per tornare a sognare in un periodo di incertezze e paure.
"Ci siamo trovate con cancellazioni importanti di tutti i pacchetti che andavano da marzo a fine giugno - prosegue - . Stiamo ripartendo, seguendo tutti quelli che sono gli adempimenti previsti. Molte strutture si stanno rioganizzando, si pensa sicuramente ad un turismo di prossimità, quindi per la maggior parte italiano, per questa estate".
In attesa, comunque, di poter riaprire l'agenzia: "In questo momento stiamo aspettando le ufficializzazioni delle indicazioni per ripartire - dice - . E' naturale che tutte le strutture si stanno adeguando agli obblighi usciti fino ad oggi: il distanziamento, l'animazione nei villaggi turistici. Sono ancora incerte le date di sconfinamento tra le regioni e la riapertura delle frontiere: si pensa che si potrà uscire dalla propria regione a partire dal primo giugno e dal 15 giugno si potrebbe, invece, andare fuori dalle frontiere europee. Ci auguriamo che sia così perchè sarebbe un segnale positivo per il futuro, ma siamo in attesa di ufficializzazioni".
Guardando all'estate sembra che faccia meno paura pensare alle vacanze, nonostante il virus: "C'è una grandissima voglia di ricominciare a viaggiare - conclude - ma c'è voglia di sicurezza, quindi dobbiamo essere bravi noi a selezionare le strutture sicure ed in regola e dare la massima flessibilità ad annullare fino a qualche giorno prima della partenza. La possibilità di viaggiare c'è. Dobbiamo solo capire come farlo in sicurezza".

Giulia Sancricca


"L'Italia è tutta zona rossa".
Così il premier Giuseppe Conte ha spiegato in conferenza stampa il decreto che sta per firmare e che non vedrà più la Lombardia e le altre 14 province tra cui c'era anche quella di Pesaro e Urbino come zone più a rischio. La penisola da domattina sarà tutta uguale difronte all'emergenza.
"Si tratta di misure che sono nel decreto che sto per firmare - ha detto - . Andranno in Gazzetta Ufficiale ed entreranno in vigore domattina. Su proposta del Ministro della Salute abbiamo sentito anche i presidenti delle Regioni.
Oggi c'è stata una video conferenza con i componenti del governo e i presidenti delle Regioni e tutti hanno condiviso un unico regime di disciplina esteso a tutta la penisola.
Anche Bonaccini mi ha confermato che le Regioni hanno espresso il loro plauso alla decisione".
Poi l'importanza dell'#iorestoacasa: "Possiamo riassumere così questo decreto - ha proseguito Conte - . È il momento della responsabilità".

GS

Misure straordinarie ed urgenti per contrastare l’emergenza epidemiologica da COVID-19, contenere gli effetti negativi sullo svolgimento dell’attività giudiziaria e per il potenziamento del Servizio sanitario nazionale.
Sono questi i temi al centro del decreto legge approvato dopo l'ultima riunione del Consiglio dei Ministri terminato in nottata.

Le norme in materia di amministrazione della giustizia mirano ad assicurarne continuità ed efficienza, fermo quanto già previsto dal decreto-legge del 23 febbraio scorso e dai relativi decreti attuativi, dalle indicazioni igienico-sanitarie fornite dal Ministero della salute anche d’intesa con le Regioni, dal Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri e dal Ministero della giustizia.

Il decreto, tra l’altro, prevede che, fino al 31 maggio prossimo, i capi degli uffici giudiziari o, in alternativa, i presidenti titolari di sezione del Consiglio di Stato, il presidente del Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana e i presidenti dei tribunali amministrativi regionali e delle relative sezioni staccate, sentiti l’autorità sanitaria regionale e il Consiglio dell’Ordine degli avvocati, adottano le misure organizzative, anche relative alla trattazione degli affari giudiziari, necessarie a consentire il rispetto delle indicazioni igienico-sanitarie adottate con i provvedimenti normativi e attuativi di contrasto alla diffusione del Coronavirus,con l'obiettivo di evitare assembramenti all’interno dell’ufficio giudiziario e contatti ravvicinati tra le persone.

Per quanto riguarda le norme in materia di potenziamento del Servizio sanitario nazionale, l’obiettivo è quello di rafforzare la rete di assistenza territoriale e le funzioni del Ministero della salute, attraverso l’incremento delle risorse umane e strumentali.
Si prevedono, infatti: l’assunzione di medici specializzandi, secondo le norme specificate nel decreto stesso, da destinare allo svolgimento di specifiche funzioni; il conferimento straordinario di incarichi di lavoro autonomo a personale sanitario in quiescenza; la rideterminazione dei piani di fabbisogno del personale delle aziende e degli enti dell’SSN; l’incremento delle ore della specialistica ambulatoriale.

GS

Manifestazioni pubbliche e viaggi d'istruzione bloccati fino al prossimo 2 marzo. Sono queste le ultime misure cautelari decise dal consiglio regionale delle Marche a scopo precauzionale dopo gli ultimi sviluppi sul Coronavirus. 
Mentre, infatti, arrivava la notizia della quinta vittima in Italia, la Regione Marche era in conferenza e diretta streaming insieme al Gores, Gruppo operativo per l’emergenza sanitaria, per dare gli ultimi aggiornamenti e prendere le ultime decisioni in merito. Tra queste la decisione di sospendere tutti i viaggi d'istruzione e le manifestazioni pubbliche. La Regione aveva anche deciso di chiudere le scuole di ogni ordine e grado da domani fino al 2 marzo, ma durante la conferenza il governatore ha spiegato che questa parte dell'ordinanza sarà sospesa e valutata domani insieme alle altre Regioni: "Sulla chiusura delle scuole - ha aggiunto - mi hanno chiesto di fare un confronto con le altre Regioni. Quindi se avremo il via libera la chiusura partirà da mercoledì. Domani incontreremo le Anci e i Prefetti per rafforzare la prevenzione - ha detto il governatore Luca Ceriscioli - . Cerchiamo di mettere in campo tutte le risorse sotto questo profilo. Ieri è stata una domenica particolare perchè aspettavamo con ansia che si mettessero in campo gli strumenti necessari in questa fase. Nessuno si sente isola felice - ha aggiunto - , siamo tutti sulla stessa barca. Il fatto che in alcune regioni ci siano dei casi e in altre no, come attualmente la nostra, non si tratta di fortuna o sfortuna. E' una emergenza importante, si prendono misure anche forti e, seguendo le indicazioni, si riesce a tutelare la collettività. Il panico non ci aiuta, è importante seguire tutte le indicazioni". 

(Servizio in aggiornamento)

GS
Un impegno costante nei confronti della ricostruzione e della rinascita dei territori della sua diocesi e non solo quello dell'arcivescovo Francesco Massara.
Dopo la riunione alla Cei dei vescovi del cratere per affrontare gli effetti della nuova ordinanza sui beni culturali e l’incontro a Palazzo Chigi con il premier Giuseppe Conte sui problemi della popolazione e delle attività produttive colpite dal terremoto, Massara ha lanciato il suo grido di allarme ai cronisti de La stampa ai quali ha dichiarato: “Malgrado le promesse mancate, si rinasce se si lavora insieme. Nella nostra diocesi il sogno più grande e maggiormente diffuso tra la popolazione è quello di poter ritornare nelle proprie case”.

Al centro dell'intervista la riapertura della basilica di San Venanzio, a Camerino, in programma il prossimo 15 dicembre, un evento importante, come ha sottolineato l'arcivescovo al quotidiano nazionale: “Rivive San Venanzio, basilica-simbolo del cratere - si legge nell'intervista - . È certamente un primo segnale di rinascita di un territorio martoriato dal terremoto. A giugno papa Francesco col caschetto di sicurezza tra i terremotati di Camerino si è raccolto in preghiera nella cattedrale inagibile. E ci ha ricordato che un rischio mortale e cioè che dopo il primo coinvolgimento emotivo e mediatico, le promesse vadano a finire nel dimenticatoio. San Venanzio torna a risplendere di nuova luce, dopo i lavori di ricostruzione. È un avvenimento molto importante per la nostra comunità e non solo per i credenti. È un importante segno di rinascita per tutto il territorio".
Un modello anche dal punto di vista dei lavori post sisma, afferma Massara: “Era stata fatta dalla macchina pubblica della ricostruzione una previsione di spesa di 4 milioni di euro, mentre San Venanzio è stata ristrutturata con due milioni e duecentomila euro di investimento. Un modello per il resto del cratere - ha dichiarato a La Stampa - . Non sprechiamo denaro, abbiamo concluso i lavori nei tempi stimati e oltre a riaprire al culto un importante edificio di culto si offre alla popolazione un’opera di socializzazione in un territorio nel quale, dopo il sisma, mancano completamente i punti di aggregazione e di incontro. Ringrazio chi ha offerto la ristrutturazione, il parroco, le maestranze e i volontari che hanno collaborato a partire dalle piccole cose spicciole, come garantire le pulizie quotidiane nel cantiere”.

Infine l'importanza della comunicazione. Un valore su cui l'arcivescovo della arcidiocesi di Camerino - San Severino Marche non ha voluto mai spegnere i riflettori: "La ricostruzione non è un’illusione o un sogno da rincorrere e realizzare con il contributo di tutti, dalle istituzioni ai singoli cittadini. Così il sogno è divenuto realtà per il futuro dei nostri giovani. La comunicazione è fondamentale perché non muoia il nostro territorio".

GS

QUI IL LINK DELL'INTERA INTERVISTA A LA STAMPA: https://www.lastampa.it/vatican-insider-it/2019/11/28/news/post-terremoto-monsignor-massara-se-non-riparte-il-territorio-le-chiese-sono-musei-vuoti-1.38027376







Doppio incontro quello dell’arcivescovo di Camerino – San Severino Marche, Francesco Massara,che oggi a Roma ha partecipato alla riunione dei vescovi del cratere alla Cei per le problematiche del terremoto e in particolare per l’ordinanza 84 del 2019, secondo piano dei beni culturali.
Nel pomeriggio, a Palazzo Chigi, l'incontro riservato con il Premier Conte, in cui Massara si farà portavoce dei problemi della gente e delle attività produttive. 

G.S.

- servizio in aggiornamento -
Promessa mantenuta. Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che nei giorni scorsi aveva annunciato una visita nei Comuni del cratere, ha appena reso noto il suo arrivo previsto per domani a Ussita e Castelsantangelo sul Nera.
La decisione che aveva fatto discutere i sindaci dei Comuni più colpiti che, oltre alle visite, chiedono i fatti, è ormai stata confermata. L’augurio di Mauro Falcucci, primo cittadino di Castelsantangelo sul Nera è che “oltre ad onorarci della sua presenza, il premier Conte ci comunichi i tempi entro i quali avremo le risposte alle annose questioni che non vanno e che sono sotto gli occhi di tutti. Al presidente del consiglio vorremmo far vedere due cose: come siamo ridotti e come sono le Sae, che manifestano la volontà della popolazione di rimanere in questi luoghi. Tutti sanno che l’impianto normativo del terremoto è sbagliato e dove intervenire per cambiarlo. Ci dicano subito quando sarà emanato il primo provvedimento”.


“ Non perda tempo a fare visite ma faccia i provvedimenti” Così il sindaco di Castelsantangelo sul Nera Mauro Falcucci in risposta al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ha dichiarato quale suo primo impegno pubblico, la visita nelle zone terremotate.
Le visite non servono– continua Falcucci- Sanno già tutto e qualora ci fosse bisogno di ulteriori dettagli, siamo pronti a fornirli. Nulla è cambiato dall’ultima visita del Presidente Conte nelle zone colpite, anche se in verità ha toccato altri luoghi e qui da noi non è mai venuto”.Stanchezza ed esasperazione, prendono il sopravvento nelle parole di quello che è stato uno dei primi cittadini più battaglieri, pronto a tenere alta la voce sul rischio dell’abbandono, sulle enormi difficoltà di un paese devastato già dalle scosse dell’agosto 2016. 
“ Se, come dichiarato, ci sarà davvero la volontà di dare priorità alla ricostruzione, dico solo che si vuol darle un significato diverso, aspettiamo solo i fatti. Fino all’infinito abbiamo ripetuto che conoscono tutto, compresi i punti deboli. Di immagini ce ne sono quante se ne vuole, quello che manca sono le norme che servono per ricostruire e per dare futuro e, almeno per quel che riguarda la nostra terra, norme per la montagna e per darle una prospettiva. All’infinito abbiamo ripetuto che è necessario mettere in pratica la Legge sulla montagna, pensare ad una zona fiscale, alla creazione di una Livigno da calare sull'Appennino e in misura ottimale, affinché poi possa attuarsi un vero mantenimento del territorio montano. Se vogliamo salvare questi territori, è necessaria una misura mirata, che non sia erga omnes, ma contenga magari possibili accorgimenti anche per chi è vicino, altrimenti la strada è irrimediabilmente segnata. Adesso staremo a vedere questa ennesima prova: è il quarto presidente del consiglio che passiamo e che già abbiamo avuto modo di conoscere, c’è un Ministro delle infrastrutture che è già stato Commissario per la ricostruzione. Credo che nulla si possa aggiungere di più se non finalmente i fatti. Niente visite e nessuna passerella: solo norme, fatti, celerità e, certezze, se ce le vogliono dare. Non più promesse e illusorie attenzioni per cortesia”.
Di questioni lasciate isolate e troppo a lungo mollate da parte, parla anche il sindaco di Fiastra Sauro Scaficchia che a questo punto, interpretando un pensiero comune a tutti i colleghi impegnati a fronteggiare il disastro, si augura un effettivo cambio di passo.
"E’ tempo di riaccendere i riflettori sui veri problemi di un territorio flagellato dove, ormai da tre anni,  la luce è fioca molto lontana e appena appena accennata. Mi auguro che alle parole del Presidente segua una luce accesa  che davvero  ci faccia vedere la fine del tunnel perché la gente è sfinita. L' augurio di tutti, è che le parole della priorità si realizzino in concreto; che il premier venga a vedere quello che è stato e cosa stanno subendo le popolazioni. Personalmente nutro speranza ma attendo che alla mia speranza seguano fatti che garantiscano ricostruzione e sviluppo attraverso misure adeguate che possano favorirlo. Anche su questo siamo stanchi di ripeterlo: non erano passati che pochi mesi dal sisma quando con il compianto Dario Conti andammo a Roma per chiedere un qualcosa di diverso per superare il disastro dei territori, e nulla si è visto". E il riferimento è anche alla più volte richiamata e mai attuata distinzione del cratere per fasce di danno. "  Il cratere va diversificato e, anche su questo punto fondamentale, mi auguro un’attenzione maggiore e concreta dal nuovo governo . Non ci si può lasciare relegati, solo ed esclusivamente, a dei provvedimenti che vengono inseriti all'interno di altri disastri come Genova, Ischia o Catania. Questo non è possibile. Noi siamo un territorio fortemente colpito e che fermo dagli ultimi anni, sta conoscendo un sempre più frequente abbandono. Non ce lo possiamo permettere!" 
E' dello stesso avviso, Gianluigi Spiganti Maurizi, titubante ad esternare commenti prima di una qualche proposta concreta che faccia seguito alle dichiarazioni del premier.
  “ Nell’arco di tre anni- afferma il sindaco di Visso- i segnali non sono mancati, quello che però non si è visto è la base di tutto il resto: la ricostruzione, la semplificazione e rivisitazione di tutta la burocrazia che ne impedisce i movimenti, la cernita del Cratere, distinguendo i comuni gravemente terremotati da quelli solo lievemente colpiti in modo da distribuire equamente le risorse. Quante e quante volte lo si è detto, eppure nessuno che abbia mai considerato questo aspetto basilare; magari le visite potrebbero servire a questo e poi- conclude Spiganti Maurizi- sul fatto che non si sia mai voluto dedicarci giusta attenzione, ho una mia personale convinzione. Noi siamo La Perla dei Sibillini vicina a tanti altri comuni carichi di bellezza e di storia da Castelsantangelo ad Ussita e,con parte dell'ascolano. Il problema è che siamo comuni di alta montagna scarsamente popolati. Credo che questo influisca molto su quello che è il dato negativo della ricostruzione. Contiamo poco perché pochi siamo e, alla fine, quella crocetta sulle schede elettorali è irrisoria e ininfluente a darci potere".
cc
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