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Roberto Mancini, primo candidato certo con "Dipende da noi"

Giovedì, 13 Febbraio 2020 16:56 | Letto 1343 volte   Clicca per ascolare il testo Roberto Mancini, primo candidato certo con "Dipende da noi" Elezioni regionali 2020. Nel quadro ancora non ben definito dei nominativi del centrosinistra e del centrodestra, si colloca la candidatura certa e ufficiale di Roberto Mancini ,professore ordinario di filosofia teoretica allUniversità di Macerata che fa capo alla formazione Dipende da noi.Al professor Roberto Mancini abbiamo chiesto come nasce questo movimento, quali sono i suoi puntii forza e i motivi che lo hanno spinto ad accettare la sfida a candidarsi alla guida del governo delle Marche.  Il movimento nasce per iniziativa di persone impegnate nel mondo della cultura, della scuola, del volontariato e della cooperazione sociale -spiega Roberto Mancini- E questo un mondo molto ricco, molto avanzato e direi molto efficace nella società civile marchigiana, ma che puntualmente trova tuttavia una strozzatura nel mondo della politica istituzionale perché non riesce a trovare non dico una rappresentanza ma un ascolto per le idee per i progetti e per le proposte migliori. Con il movimento Dipende da noi i cui primi passi sono partiti in autunno, Roberto Mancini si fa dunque guida di un progetto di profondo rinnovamento più vicino alle persone e alle loro problematiche. Il movimento- continua il candidato presidente - nasce dalla presa datto del fatto che la regione è stata gestita in un modo che non ha dato risposta ai problemi dei marchigiani; il caso più eclatante ed emblematico è la situazione delle persone che hanno subito il terremoto nelle aree dellinterno delle Marche e della provincia di Macerata in particolare. Migliaia di cittadini  che hanno dovuto purtroppo tristemente prendere atto di come la vera disgrazia più del terremoto ,sia stata la mancata risposta da parte delle istituzioni a questa condizione. Cè poi il problema della sanità con lidea di mega strutture sempre più complicate e distanti dalle persone e dalle comunità locali, i servizi sociali che vengono gestiti in modo aziendalistico e non attento ai diritti e una tendenza generale alla privatizzazione e ancora, uneconomia che non ha una visione dinsieme un ruolo di coordinamento da parte della Regione. Quindi da un lato abbiamo preso atto di questi problemi e di una politica che non dà risposte  e, dallaltro, di una ricchezza della società civile, del volontariato, della conoscenza, della scuola e di chi ci lavora qui nelle Marche. E nata così la nostra proposta di realizzare un movimento politico che però non è partitico e non contiene al suo interno alcun tipo di partito ma che vuole soprattutto caratterizzarsi per un metodo di partecipazione, di conoscenza e di progetto concreto per risolvere i problemi portando questo metodo, ed è questa la sfida più difficile, fin dentro al Palazzo della Regione.  E questo in sostanza lobiettivo ambizioso di un movimento partito dal basso.  Quindi lessere vicini a quelli che sono i veri problemi delle persone partendo non da una logica di potere o di professionalità della politica che poi diventa un mestiere e fatalmente porta chi la pratica lontano dalle persone e dalla vita quotidiana, ma proprio lidea di costruire una risposta, da una parte grazie allesperienza alle esigenze delle persone e, dallaltra, dalla ricchezza di esperienze sociali e culturali della Regione, in modo che anche nella realtà dellistituzione regionale ci sia stavolta un canale di comunicazione tra la politica ufficiale e la condizione di vita delle persone: questa ci sembra che sia la vera alternativa piuttosto che scegliere tra una sigla di partito e unaltra ma allinterno di uno stesso circuito auto-interessato cioè interessato solo a se stesso che, di per sé, nel suo funzionamento non cambia mai. Se non si spezza questa spirale chiusa, la politica diventa qualcosa di sterile. Questa è la nostra speranza e il nostro progetto.Col nostro movimento- sottolinea ancora il candidato maceratese - vogliamo riferirici innanzitutto alla nostra Costituzione che vorremmo fosse attuata su scala regionale e soprattutto allarticolo 3 che dice di rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono il godimento dei diritti umani e dei diritti civili. Di certo poi ci rivolgiamo,in senso lato e in senso non settario e molto aperto ad unarea di sinistra etica che non sia quindi la riproduzione dei piccoli partiti o di un Partito Democratico veramente confuso e perso in se stesso, ma che sia invece in grado di produrre un movimento che traduca quegli ideali di Giustizia, di solidarietà e di accoglienza nei confronti di quelli che vengono chiamati gli ultimi, persone che faticano di più, escluse, sfruttate. In una società in cui trovi giusto riconoscimento chi fa più fatica ed è più emarginato, si ottiene infatti il riconoscimento di diritti anche per tutti gli altri. Votare per una lista di questo tipo - conclude Roberto Mancini- non significa affatto disperdere i voti. Nel quadro della legge elettorale proporzionale vigente nelle Marchein primo luogo infatti non cè un sistema maggioritario dove ci sono due pugili che si affrontano e uno vince sullaltro, ma un sistema proporzionale. Ne deriva che ognuno potrà  liberamente esprimere la propria preferenza per un partito, per un movimento, per unidea e poi, semmai dopo le elezioni e nel momento in cui ci saranno delle trattative tra i partiti, sulla base del consenso ottenuto noi faremo in modo che la trattativa non sia una trattativa di potere, ma sia invece orientata a quelle priorità per la Regione e basata su quel metodo di politica diversa che noi intendiamo portare avanti c.c.
Elezioni regionali 2020. Nel quadro ancora non ben definito dei nominativi del centrosinistra e del centrodestra, si colloca la candidatura certa e ufficiale di Roberto Mancini ,professore ordinario di filosofia teoretica all'Università di Macerata che fa capo alla formazione "Dipende da noi".
Al professor Roberto Mancini abbiamo chiesto come nasce questo movimento, quali sono i suoi puntii forza e i motivi che lo hanno spinto ad accettare la sfida a candidarsi alla guida del governo delle Marche. 
"Il movimento nasce per iniziativa di persone impegnate nel mondo della cultura, della scuola, del volontariato e della cooperazione sociale -spiega Roberto Mancini- E' questo un mondo molto ricco, molto avanzato e direi molto efficace nella società civile marchigiana, ma che puntualmente trova tuttavia una strozzatura nel mondo della politica istituzionale perché non riesce a trovare non dico una rappresentanza ma un ascolto per le idee per i progetti e per le proposte migliori."

Con il movimento " Dipende da noi" i cui primi passi sono partiti in autunno, Roberto Mancini si fa dunque guida di un progetto di profondo rinnovamento più vicino alle persone e alle loro problematiche.

" Il movimento- continua il candidato presidente - nasce dalla presa d'atto del fatto che la regione è stata gestita in un modo che non ha dato risposta ai problemi dei marchigiani; il caso più eclatante ed emblematico è la situazione delle persone che hanno subito il terremoto nelle aree dell'interno delle Marche e della provincia di Macerata in particolare. Migliaia di cittadini  che hanno dovuto purtroppo tristemente prendere atto di come la vera disgrazia più del terremoto ,sia stata la mancata risposta da parte delle istituzioni a questa condizione. C'è poi il problema della sanità con l'idea di mega strutture sempre più complicate e distanti dalle persone e dalle comunità locali, i servizi sociali che vengono gestiti in modo aziendalistico e non attento ai diritti e una tendenza generale alla privatizzazione e ancora, un'economia che non ha una visione d'insieme un ruolo di coordinamento da parte della Regione. Quindi da un lato abbiamo preso atto di questi problemi e di una politica che non dà risposte  e, dall'altro, di una ricchezza della società civile, del volontariato, della conoscenza, della scuola e di chi ci lavora qui nelle Marche. E' nata così la nostra proposta di realizzare un movimento politico che però non è partitico e non contiene al suo interno alcun tipo di partito ma che vuole soprattutto caratterizzarsi per un metodo di partecipazione, di conoscenza e di progetto concreto per risolvere i problemi portando questo metodo, ed è questa la sfida più difficile, fin dentro al Palazzo della Regione.  E' questo in sostanza l'obiettivo ambizioso di un movimento partito dal basso. 
Quindi l'essere vicini a quelli che sono i veri problemi delle persone partendo non da una logica di potere o di professionalità della politica che poi diventa un mestiere e fatalmente porta chi la pratica lontano dalle persone e dalla vita quotidiana, ma proprio l'idea di costruire una risposta, 
da una parte grazie all'esperienza alle esigenze delle persone e, dall'altra, dalla ricchezza di esperienze sociali e culturali della Regione, in modo che anche nella realtà dell'istituzione regionale ci sia stavolta un canale di comunicazione tra la politica ufficiale e la condizione di vita delle persone: questa ci sembra che sia la vera alternativa piuttosto che scegliere tra una sigla di partito e un'altra ma all'interno di uno stesso circuito auto-interessato cioè interessato solo a se stesso che, di per sé, nel suo funzionamento non cambia mai. Se non si spezza questa spirale chiusa, la politica diventa qualcosa di sterile. Questa è la nostra speranza e il nostro progetto.

Col nostro movimento- sottolinea ancora il candidato maceratese - vogliamo riferirici innanzitutto alla nostra Costituzione che vorremmo 
fosse attuata su scala regionale e soprattutto all'articolo 3 che dice di rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono il godimento dei diritti umani e dei diritti civili. Di certo poi ci rivolgiamo,in senso lato e in senso non settario e molto aperto ad un'area di sinistra etica che non sia quindi la riproduzione dei piccoli partiti o di un Partito Democratico veramente confuso e perso in se stesso, ma che sia invece in grado di produrre un movimento che traduca quegli ideali di Giustizia, di solidarietà e di accoglienza nei confronti di quelli che vengono chiamati gli ultimi, persone che faticano di più, escluse, sfruttate. In una società in cui trovi giusto riconoscimento chi fa più fatica ed è più emarginato, si ottiene infatti il riconoscimento di diritti anche per tutti gli altri.

Votare per una lista di questo tipo - conclude Roberto Mancini- non significa affatto disperdere i voti.
Nel quadro della legge elettorale proporzionale vigente nelle Marchein primo luogo infatti non c'è un sistema maggioritario dove ci sono due pugili che si affrontano e uno vince sull'altro, ma un sistema proporzionale. Ne deriva che ognuno potrà  liberamente esprimere la propria preferenza per un partito, per un movimento, per un'idea e poi, semmai dopo le elezioni e nel momento in cui ci saranno delle trattative tra i partiti, sulla base del consenso ottenuto noi faremo in modo che la trattativa non sia una trattativa di potere, ma sia invece orientata a quelle priorità per la Regione e basata su quel metodo di politica diversa che noi intendiamo portare avanti" 
c.c.

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