Mentre il premier Conte, in diretta televisiva e social, annunciava che i servizi postali e bancari sarebbero stati garantiti, a San Ginesio il primo cittadino pubblicava l'annuncio con cui Poste Italiane ha deciso di chiudere gli uffici in centro storico.
"Ci siamo arrabiati - ha detto Giuliano Ciabocco - perchè la comunicazione è arrivata nel tardo pomeriggio di ieri e non avremmo potuto vederla se non stamattina.
Io credo che uan decisione come questa, in una situazione di emergenza, debbano essere concertate almeno con l'amministrazione comunale.
Se dobbiamo evitare spostamenti - aggiunge - io credo che una turnazione anche al centro storico dove ci sono ancora cittadini, doveva e poteva essere mantenuta. Capisco il disagio all'interno di un container come quello degli uffici in centro, ma avrebbero potuto trovare soluzioni alternative e pagare l'affitto in altri locali.
Sono liberi di scegliere dove poter lavorare, ma credo che non debbano essere penalizzati i cittadini".
Il sindaco analizza la situazione anche sulla base degli accordi presi nel corso della riunione di qualche mese fa a Roma con i vertici di Poste Italiane e i sindaci del territorio: "Dissero che non solo gli uffici dei piccoli centri non sarebbero stati chiusi, ma che anzi sarebbero stati potenziati.
Ho trovato fuori luogo, ora, questa scelta, soprattutto perchè non concertata, e che costringe chi vive a San Ginesio a spostarsi con l'auto e creare disagio in un altro ufficio".
Il primo cittadino ha già mobilitato il legale dell'ente per valutare gli estremi di "Interruzione di pubblico servizio".
GS