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“Rimodulare il servizio sanitario. No ospedale unico”

Lunedì, 06 Aprile 2020 16:39 | Letto 644 volte   Clicca per ascolare il testo “Rimodulare il servizio sanitario. No ospedale unico” Dopo i sindaci di Civitanova, Camerino, Tolentino e Belforte del Chienti, anche Massimo Baldini di Matelica si dice convinto della necessità di rivedere il piano sanitario regionale. Di recente la Regione ha comunicato che il Dipe ha dato il proprio via libera al progetto dell’ospedale unico e ha espresso soddisfazione affermando di voler portare a termine l’iter entro le prossime elezioni regionali. Ma questo ha scatenato il dissenso di tanti sindaci, associazioni e comitati. Anche Baldini: “Stiamo vivendo un’emergenza sanitaria mondiale senza precedenti, la nostra vita sicuramente cambierà, le nostre abitudini, i nostri modi di fare. Cambieranno le nostre necessità e le esigenze non saranno più le stesse; avremo bisogno di più sicurezze e maggiori garanzie. Sto parlando del servizio sanitario nazionale che in Italia è già migliore rispetto a tante altre parti del mondo. Nonostante tutto, c’è necessità di rimodularlo alla luce di quanto sta accadendo”. Secondo il primo cittadino matelicese, serve un servizio sanitario di prossimità alla gente, in grado di fronteggiare le situazioni e di garantire ogni tipo di servizio. “Ciò che sta accadendo ce lo insegna, sarebbe illogico concentrare tutti i servizi sanitari in un unico ospedale provinciale ma sarebbe logico distribuire servizi in più plessi sanitari, come  già abbiamo. Basterebbe adeguarli le strutture già esistenti, alcune delle quali non sono costate nulla allo stato, ed adattarle a specifici servizi. Investire sulla sanità affinché possa essere presente e funzionale su tutti i territori, anche quelli con meno popolazione”. Insomma, secondo Baldini bisognerebbe riprendere il modello di un tempo che forniva servizi eccellenti ritenendo che l’attuale emergenza abbia messo in luce “quanto siano fondamentali le strutture periferiche. È necessario rivedere il piano sanitario regionale e costruirlo  in maniera organica pensando alle esigenze di tutto il territorio regionale”.Gaia Gennaretti 
Dopo i sindaci di Civitanova, Camerino, Tolentino e Belforte del Chienti, anche Massimo Baldini di Matelica si dice convinto della necessità di rivedere il piano sanitario regionale. Di recente la Regione ha comunicato che il Dipe ha dato il proprio via libera al progetto dell’ospedale unico e ha espresso soddisfazione affermando di voler portare a termine l’iter entro le prossime elezioni regionali.

Ma questo ha scatenato il dissenso di tanti sindaci, associazioni e comitati. Anche Baldini: “Stiamo vivendo un’emergenza sanitaria mondiale senza precedenti, la nostra vita sicuramente cambierà, le nostre abitudini, i nostri modi di fare. Cambieranno le nostre necessità e le esigenze non saranno più le stesse; avremo bisogno di più sicurezze e maggiori garanzie. Sto parlando del servizio sanitario nazionale che in Italia è già migliore rispetto a tante altre parti del mondo. Nonostante tutto, c’è necessità di rimodularlo alla luce di quanto sta accadendo”. Secondo il primo cittadino matelicese, serve un servizio sanitario di prossimità alla gente, in grado di fronteggiare le situazioni e di garantire ogni tipo di servizio. “Ciò che sta accadendo ce lo insegna, sarebbe illogico concentrare tutti i servizi sanitari in un unico ospedale provinciale ma sarebbe logico distribuire servizi in più plessi sanitari, come  già abbiamo. Basterebbe adeguarli le strutture già esistenti, alcune delle quali non sono costate nulla allo stato, ed adattarle a specifici servizi. Investire sulla sanità affinché possa essere presente e funzionale su tutti i territori, anche quelli con meno popolazione”. Insomma, secondo Baldini bisognerebbe riprendere il modello di un tempo che forniva servizi eccellenti ritenendo che l’attuale emergenza abbia messo in luce “quanto siano fondamentali le strutture periferiche. È necessario rivedere il piano sanitario regionale e costruirlo  in maniera organica pensando alle esigenze di tutto il territorio regionale”.
Gaia Gennaretti 

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