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Lauretta Gianfelici si candida a sindaco: “Basta rassegnazione, voglio riportare energia”

Venerdì, 29 Maggio 2020 12:14 | Letto 1236 volte   Clicca per ascolare il testo Lauretta Gianfelici si candida a sindaco: “Basta rassegnazione, voglio riportare energia” È decisa, e soprattutto forte dell’esperienza maturata a partire dal 2007 quando è scesa attivamente in politica “andando casa per casa per ascoltare bisogni e problematiche”. È Lauretta Gianfelici, candidata sindaco per la città di Macerata, per il partito del Popolo della Famiglia, di matrice cattolica. Stamattina si è presentata in una videoconferenza a cui ha preso parte fra gli altri anche Mario Adinolfi, presidente nazionale del PdF,  nonché giornalista e blogger: “Questa è una candidatura che abbiamo nel cuore e possiamo dire che finalmente a Macerata torneranno i bianchi. Per anni ci sono stati solo i verdi e i rossi ma è mancata e manca quella matrice di ispirazione cristiana con quella grande e evidente dimensione culturale che c’è dietro al mondo cattolico. Il Popolo della Famiglia non è un partito politico che parla di ciò che non conosce ma è espressione delle varie realtà e Lauretta - ha aggiunto - vuole essere espressione politica gentile e combattiva in una arena di uomini. Noi vogliamo vincere, e la nostra forma di battaglia sarà casa per casa”. Il Popolo della Famiglia, ha detto Adinolfi, lavorerà fino a settembre, quando probabilmente si voterà, per essere una forza determinante e per combattere il maschilismo de facto, convinto che quel segmento di popolo che il PdF rappresenta abbia un peso non da poco. A questa introduzione ha fatto seguito la presentazione della candidata, ex insegnante, imprenditrice, molto attiva nel sociale. Classe ’63, è sposata e madre di due figli, è scesa in politica attivamente nel 2007: “Da entrambi i miei genitori ho sempre respirato la passione politica e nel 2007 mi sono impegnata attivamente andando di casa in casa dopo il lavoro per incontrare la gente, capire i bisogni della città. Poi, dopo aver ricevuto vari consigli ho organizzato questo mio modo di incontrare le persone in una associazione che è stata una esperienza importante e bellissima perché mi ha consentito di essere sempre dentro alle problematiche”. Lauretta Gianfelici dice di aver ricevuto numerosi inviti ad entrare in vari partiti politici ma di aver detto altrettanti ‘no’ finché non ha trovato il PdF: “L’incontro con questo partito mi ha dato la convinzione di trovarmi nel partito giusto. È un movimento che non fa chiacchiere o proteste ma che entra direttamente nelle proposte. La mia città - incalza - ha bisogno di questo metodo perché non ha più un’anima, una meta, una mission e non dà più neanche onore alla sua storia. E questo è talmente evidente nei fatti che dobbiamo tutti avere quella sana ribellione al buon senso che spero rinasca anche nelle famiglie del territorio”. Gianfelici si dice determinata a riportare energia e a togliere quel velo di rassegnazione che a suo avviso si è posato su tutta Macerata da diversi anni. Inoltre, si rifà a padre Matteo Ricci quando afferma di voler riportare anche amicizia, socialità e valori. “Papa Francesco, quando si presentò ai fedeli, disse che chi si sente in qualche modo coinvolto nell’amore e chi è testimone, deve sapere dell’odore delle proprie pecore e io, in questi anni, ho fatto questo. Da 20 anni a Macerata governa il Pd e da troppi anni non c’è nemmeno una vera opposizione e questo vuol dire qualcosa”. Secondo Gianfelici, non è più il tempo di porre le parole come punto di partenza bensì le “persone che stanno nei fatti e fra la gente”. Fra i primi argomenti da affrontare, oltre alle problematiche relative alle famiglie e alla maternità, anche la riapertura del centro storico, l’ascolto dei commercianti, delle forze dell’ordine (che secondo la candidata, “sono rimaste sole e i fatti di cronaca lo dimostrano quotidianamente”) e dei giovani (“che sono stati mandati via”) e la pianificazione di un progetto per il turismo: “Macerata è stata fatta morire - dice in conclusione - e il turismo non può e non deve essere solo quello di giornata”.g.g. 
È decisa, e soprattutto forte dell’esperienza maturata a partire dal 2007 quando è scesa attivamente in politica “andando casa per casa per ascoltare bisogni e problematiche”. È Lauretta Gianfelici, candidata sindaco per la città di Macerata, per il partito del Popolo della Famiglia, di matrice cattolica.

Stamattina si è presentata in una videoconferenza a cui ha preso parte fra gli altri anche Mario Adinolfi, presidente nazionale del PdF,  nonché giornalista e blogger: “Questa è una candidatura che abbiamo nel cuore e possiamo dire che finalmente a Macerata torneranno i bianchi. Per anni ci sono stati solo i verdi e i rossi ma è mancata e manca quella matrice di ispirazione cristiana con quella grande e evidente dimensione culturale che c’è dietro al mondo cattolico. Il Popolo della Famiglia non è un partito politico che parla di ciò che non conosce ma è espressione delle varie realtà e Lauretta - ha aggiunto - vuole essere espressione politica gentile e combattiva in una arena di uomini. Noi vogliamo vincere, e la nostra forma di battaglia sarà casa per casa”. Il Popolo della Famiglia, ha detto Adinolfi, lavorerà fino a settembre, quando probabilmente si voterà, per essere una forza determinante e per combattere il maschilismo de facto, convinto che quel segmento di popolo che il PdF rappresenta abbia un peso non da poco.

A questa introduzione ha fatto seguito la presentazione della candidata, ex insegnante, imprenditrice, molto attiva nel sociale. Classe ’63, è sposata e madre di due figli, è scesa in politica attivamente nel 2007: “Da entrambi i miei genitori ho sempre respirato la passione politica e nel 2007 mi sono impegnata attivamente andando di casa in casa dopo il lavoro per incontrare la gente, capire i bisogni della città. Poi, dopo aver ricevuto vari consigli ho organizzato questo mio modo di incontrare le persone in una associazione che è stata una esperienza importante e bellissima perché mi ha consentito di essere sempre dentro alle problematiche”.
Lauretta Gianfelici dice di aver ricevuto numerosi inviti ad entrare in vari partiti politici ma di aver detto altrettanti ‘no’ finché non ha trovato il PdF: “L’incontro con questo partito mi ha dato la convinzione di trovarmi nel partito giusto. È un movimento che non fa chiacchiere o proteste ma che entra direttamente nelle proposte. La mia città - incalza - ha bisogno di questo metodo perché non ha più un’anima, una meta, una mission e non dà più neanche onore alla sua storia. E questo è talmente evidente nei fatti che dobbiamo tutti avere quella sana ribellione al buon senso che spero rinasca anche nelle famiglie del territorio”.
Gianfelici si dice determinata a riportare energia e a togliere quel velo di rassegnazione che a suo avviso si è posato su tutta Macerata da diversi anni. Inoltre, si rifà a padre Matteo Ricci quando afferma di voler riportare anche amicizia, socialità e valori. “Papa Francesco, quando si presentò ai fedeli, disse che chi si sente in qualche modo coinvolto nell’amore e chi è testimone, deve sapere dell’odore delle proprie pecore e io, in questi anni, ho fatto questo. Da 20 anni a Macerata governa il Pd e da troppi anni non c’è nemmeno una vera opposizione e questo vuol dire qualcosa”. Secondo Gianfelici, non è più il tempo di porre le parole come punto di partenza bensì le “persone che stanno nei fatti e fra la gente”. Fra i primi argomenti da affrontare, oltre alle problematiche relative alle famiglie e alla maternità, anche la riapertura del centro storico, l’ascolto dei commercianti, delle forze dell’ordine (che secondo la candidata, “sono rimaste sole e i fatti di cronaca lo dimostrano quotidianamente”) e dei giovani (“che sono stati mandati via”) e la pianificazione di un progetto per il turismo: “Macerata è stata fatta morire - dice in conclusione - e il turismo non può e non deve essere solo quello di giornata”.

g.g. 


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