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Camerino, Sborgia replica ai dimissionari

Venerdì, 04 Febbraio 2022 11:14 | Letto 2234 volte   Clicca per ascolare il testo Camerino, Sborgia replica ai dimissionari Con un lungo comunicato stampa che riportiamo integralmente, lex sindaco di Camerino Sandro Sborgia replica alle ultime dichiarazioni degli ex consiglieri Fanelli, Pennesi, Sartori. «Apprendo dagli organi di stampa che i tre dimissionari avrebbero reso nota “la verità” dei fatti che avrebbero portato alla congiura della notte del 29 gennaio scorso, quando unitamente alla minoranza consiliare hanno rassegnato le dimissioni in massa alla presenza di un notaio che ne ha autenticato le firme. Un’altra verità, dunque, rispetto a quella comunicata all’indomani delle dimissioni, così come diverse furono le verità a giustificazione della costituzione del gruppo consiliare “per Camerino”. Sembra di vedere un navigatore satellitare impazzito che a ogni errore di percorso, procede al ricalcolo del tragitto. Avrebbero lamentato un problema di “mancanza di democrazia” nell’adozione di scelte “profondamente sbagliate e persino dannose”, di cui la più grave avrebbe riguardato il progetto di ricostruzione. La dichiarazione non poteva che provenire dall’ex assessore ai lavori pubblici e urbanistica Marco Fanelli, lo stesso che appena insediato ebbe a dire che non era il caso di concentrare tutti gli sforzi sulla ricostruzione della città, in quanto ci sarebbero voluti almeno trent’anni prima di rivederla!! Colui che criticava tutto l’impegno che altri consiglieri profondevano per la ripresa degli interventi di messa in sicurezza degli immobili del centro storico, ritenuti una perdita di tempo; lo stesso che non fu presente alla riapertura del centro storico. Stiamo parlando dell’assessore che non ha mai partecipato a una sola riunione sulla ricostruzione; sulla predisposizione del Programma Straordinario così come alla predisposizione dell’Ordinanza Camerino (una delle prime Ordinanze emesse dal Commissario Legnini) attraverso la quale furono stanziati quasi 20 milioni di euro per il restauro degli immobili pubblici considerati strategici per la ripresa della Città (comune - teatro, rocca borgesca, banca marche, parcheggio meccanizzato ecc.). A tal proposito intervenne per dichiarare che non si poteva dar loro priorità di esecuzione perché il personale dell’Ufficio Tecnico aveva già troppo lavoro da fare!! Come a dire che avevamo perso tempo. Parallelamente però pubblicava sui social commenti stratosferici sul grande risultato raggiunto!! Quando si dice la coerenza!!! Si tratta dello stesso assessore che mal sopportava la presenza del Sindaco e di altri consiglieri lavorare all’interno dell’Ufficio Tecnico perché ne compromettevano il ruolo di protagonista, senza comprendere che l’autorevolezza è una qualità che si conquista con la competenza, l’esempio, la dedizione, lo studio, il sacrificio, il duro lavoro e la passione e soprattutto con quella qualità umana che ogni individuo dovrebbe avere nell’approcciarsi a situazioni nuove di cui poco o nulla conosce: l’UMILTA’. Un assessore che ha brillato esclusivamente per la sua assenza: che non si è mai occupato di un piano di manutenzione delle strade o del verde pubblico; che non ha mai avuto contezza né di quali fossero i lavori da fare, né di quale fosse lo stato di avanzamento di quelli in corso. Un assessore che non si è mai occupato di risolvere situazioni tanto urgenti quanto delicate: vedasi la risoluzione di un grave problema sanitario pendente da anni, nella zona denominata “fosso dello scarico” alla quale dovetti provvedere in prima persona; l’avvio dei lavori di rifacimento del manto stradale della frazione Mecciano - Mergnano, per i quali è dovuto intervenire il Sindaco una volta constatata la situazione di grave e colpevole ritardo, imponendo all’ufficio di procedere con la massima urgenza, giustificandosi poi con gli abitanti giustamente indignati; i lavori per la sistemazione della strada che dalla località Le Calvie conduce all’Ospedale e per quella che dalla località “I Ponti” conduce alla frazione Canepina di cui, però, non ha mancato di comunicare alla stampa l’imminente avvio. Un assessore che ebbe persino il coraggio di risentirsi perché erano stati eseguiti lavori di pulizia della cinta muraria cittadina a sua insaputa; l’assessore che incaricato di provvedere alla possibilità di installare un chiosco ai giardini della Rocca Borgesca disse che non si sarebbe mai potuto fare. I fatti hanno poi dimostrato il contrario e non certo per merito suo. Per non parlare della necessità di seguire le opere necessarie al campus universitario per i quali, su richiesta dell’università, dovetti intervenire direttamente con il Genio Civile a risolvere una situazione che il nostro assessore ai lavori pubblici era stato incapace di superare. Diverse furono le occasioni di dissenso nei confronti del Sindaco che aveva proposto e poi sottoscritto la convenzione con la nostra Università per la cessione dell’immobile “Rotary Palace” di via Madonna delle Carceri, da utilizzare per la creazione di un avanzatissimo laboratorio di prove sui materiali che la Città rischiava di perdere in favore di quella di Ascoli se non avessimo provveduto in tempo. Le proteste e le urla dell’assessore alla cultura quando il Sindaco, per evitare la chiusura dell’Archivio di Stato, prima trasferì presso quella sede una unità di personale del comune e poi, una volta in pensione l’ultimo dipendente dell’Archivio, dispose l’impiego di tre unità di personale percettore del reddito di cittadinanza. Grazie a quelle scelte, la sezione dell’archivio di Stato di Camerino è una delle pochissime sezioni italiane ancora rimaste aperte. Lo stesso dicasi per lo spostamento della Biblioteca “Valentiniana” della quale né l’assessore ai lavori pubblici né tantomeno la signora Assessora alla cultura si sono mai interessati. Al contrario, la giudicarono impossibile senza il ricorso a ditte esterne il cui impiego avrebbe comportato l’impegno di ingentissime risorse (qualche centinaia di migliaia di euro) di cui il comune non disponeva. Poco importa se si tratta di denaro pubblico derivante dai tributi dei contribuenti. Per non parlare dell’impegno riguardo il settore Istruzione, completamente dimenticato sia dall’assessore alla cultura, titolare della delega, che di quello ai lavori pubblici per gli interventi di manutenzione delle strutture. Basta leggere le cose fatte dalla roboante assessora, pubblicate sui social in queste ore. Non una sola parola riferita alla scuola, semplicemente perché della scuola, dei ragazzi e delle famiglie non è mai importato nulla nonostante i gravissimi disagi giovanili più volte segnalati. Ad accorrere sempre e solo Sindaco e altri amministratori. E questo evidentemente dava fastidio. Riguardo i rapporti che avremmo dovuto avere con le altre istituzioni locali e in particolare con l’Università e la Diocesi, veniva sollecitata da entrambi gli assessori dimissionari, la necessità di tenere una linea tutt’altro che conciliante. Una visione miope e infantile del modo di amministrare una Città complessa quale la nostra. Quelle riferite sono solo alcune delle vicende vissute. Ve ne sarebbero molte altre che evitiamo di raccontare per quel senso di pudore che ancora rimane. Il Sindaco non si sottrae alle critiche rivolte al suo modo di fare politica o di gestire l’attività amministrativa. Ha preso posizioni forti nei confronti di quanti minacciavano la stabilità e la permanenza di servizi essenziali della città. Ammette di non essere stato affatto tenero con le amministrazioni regionali che si sono alternate a riprova di non aver mai privilegiato il colore politico dell’amministrazione di turno. Ha sempre ritenuto che fosse suo preciso dovere proteggere i servizi esistenti e possibilmente potenziarli. Rivendica le battaglie fatte in nome della preservazione dell’Ospedale di Camerino verso cui la passata amministrazione aveva palesato tutto il suo disinteresse; per l’allargamento dell’Unione Montana contro i soprusi di quanti hanno un concetto distorto della partecipazione e temuto per la messa in pericolo dei loro miseri interessi; per scongiurare il concreto rischio per la nostra Città di ospitare una discarica di rifiuti. Sarebbe la fine per il nostro territorio. Erano in gioco interessi importantissimi ed era preciso dovere del Sindaco difenderli, ad ogni costo, anche a rischio di procurarsi qualche inevitabile inimicizia. Rifarei ogni cosa! Riguardo i comportamenti dittatoriali che avrebbe tenuto nell’ambito dei rapporti interni alla maggioranza, non si può non rilevare come quelle accuse piuttosto che colpire la persona del Sindaco, offendono la dignità degli altri consiglieri. Nessuno può essere portato a credere, infatti, che personalità del calibro dei consiglieri Ortenzi, Marassi, Sfascia, Jajani e Ortolani fossero manipolabili, incapaci di ragionare con la loro testa, terrorizzati e sottomessi al carattere autoritario e dittatoriale del Sindaco. I tre consiglieri dimissionari probabilmente pensavano di avere a che fare con un burattino, inesperto di fatti amministrativi e manovrabile a loro piacimento. Immagino si siano accorti immediatamente di aver fatto male i conti. Tengo a precisare, per parte mia, di aver sempre operato con estrema trasparenza e correttezza. Mai mi sono rivolto ai consiglieri Pasqui e Lucarelli per proporre accordi inconfessabili. Quantomeno bizzarro che a insinuare la possibilità di un possibile dialogo con la minoranza siano gli stessi che per mesi hanno tramato per abbattere l’amministrazione. Si tratta dei tre consiglieri che hanno tentato di imporre al Sindaco la convocazione del consiglio comunale per l’adozione di una variante al PRG il cui iter per l’approvazione, è bene ricordarlo, ebbe inizio con l’amministrazione Pasqui. A proporla, questa volta, l’assessore Fanelli, lo stesso che si dichiarava contrario a un ulteriore consumo di suolo quando si trattava di realizzare alloggi di edilizia popolare, ma evidentemente favorevole se il sacrificio fosse utile al soddisfacimento di una richiesta proveniente da un privato. Peccato però che l’istruttoria per l’adozione di quella “piccola variante”, giudicata contraria all’interesse generale anche dal resto della compagine amministrativa, evidenziava numerose lacune e criticità di ordine tecnico e giuridico, i cui esiti sono stati comunicati ai tre proponenti con l’invito a ritirare la richiesta. Accade che nel pomeriggio del venerdì 28 gennaio, a poche ore dall’appuntamento con la minoranza, Fanelli, Sartori e Pennesi, valutate le pesanti osservazioni sulla vicenda, decidono di ritirarsi in buon ordine e trasmettono una nota diretta al Sindaco con la quale viene chiesto di “sospendere” l’istanza di convocazione del consiglio comunale per l’adozione della variante al PRG. Di li a qualche ora si ritroveranno insieme a Pasqui & c. per sottoscrivere l’atto di dimissioni che non permetterà più alcuna convocazione di alcun consiglio comunale. Un profondo senso di compassione attraversa la mia anima al pensiero di vedere i tre consiglieri di maggioranza, nel cuore della notte, all’interno di uno studio commerciale, in una fredda sera d’inverno, sottoscrivere quello sciagurato documento con il quale hanno decretato la morte dell’amministrazione comunale e con essa il tradimento della volontà popolare. Oggi l’amministrazione della Città è affidata ad un Commissario Prefettizio che di solito viene chiamato ad assumere le funzioni di direzione in momenti drammatici e tragici della vita amministrativa di una comunità. Ma nel nostro caso è diverso: questo è amore». Sandro Sborgia
Con un lungo comunicato stampa che riportiamo integralmente, l'ex sindaco di Camerino Sandro Sborgia replica alle ultime dichiarazioni degli ex consiglieri Fanelli, Pennesi, Sartori. 

«Apprendo dagli organi di stampa che i tre dimissionari avrebbero reso nota “la verità” dei fatti che avrebbero portato alla congiura della notte del 29 gennaio scorso, quando unitamente alla minoranza consiliare hanno rassegnato le dimissioni in massa alla presenza di un notaio che ne ha autenticato le firme. Un’altra verità, dunque, rispetto a quella comunicata all’indomani delle dimissioni, così come diverse furono le verità a giustificazione della costituzione del gruppo consiliare “per Camerino”. Sembra di vedere un navigatore satellitare impazzito che a ogni errore di percorso, procede al ricalcolo del tragitto.

Avrebbero lamentato un problema di “mancanza di democrazia” nell’adozione di scelte “profondamente sbagliate e persino dannose”, di cui la più grave avrebbe riguardato il progetto di ricostruzione.

La dichiarazione non poteva che provenire dall’ex assessore ai lavori pubblici e urbanistica Marco Fanelli, lo stesso che appena insediato ebbe a dire che non era il caso di concentrare tutti gli sforzi sulla ricostruzione della città, in quanto ci sarebbero voluti almeno trent’anni prima di rivederla!! Colui che criticava tutto l’impegno che altri consiglieri profondevano per la ripresa degli interventi di messa in sicurezza degli immobili del centro storico, ritenuti una perdita di tempo; lo stesso che non fu presente alla riapertura del centro storico. Stiamo parlando dell’assessore che non ha mai partecipato a una sola riunione sulla ricostruzione; sulla predisposizione del Programma Straordinario così come alla predisposizione dell’Ordinanza Camerino (una delle prime Ordinanze emesse dal Commissario Legnini) attraverso la quale furono stanziati quasi 20 milioni di euro per il restauro degli immobili pubblici considerati strategici per la ripresa della Città (comune - teatro, rocca borgesca, banca marche, parcheggio meccanizzato ecc.). A tal proposito intervenne per dichiarare che non si poteva dar loro priorità di esecuzione perché il personale dell’Ufficio Tecnico aveva già troppo lavoro da fare!! Come a dire che avevamo perso tempo. Parallelamente però pubblicava sui social commenti stratosferici sul grande risultato raggiunto!! Quando si dice la coerenza!!! Si tratta dello stesso assessore che mal sopportava la presenza del Sindaco e di altri consiglieri lavorare all’interno dell’Ufficio Tecnico perché ne compromettevano il ruolo di protagonista, senza comprendere che l’autorevolezza è una qualità che si conquista con la competenza, l’esempio, la dedizione, lo studio, il sacrificio, il duro lavoro e la passione e soprattutto con quella qualità umana che ogni individuo dovrebbe avere nell’approcciarsi a situazioni nuove di cui poco o nulla conosce: l’UMILTA’. Un assessore che ha brillato esclusivamente per la sua assenza: che non si è mai occupato di un piano di manutenzione delle strade o del verde pubblico; che non ha mai avuto contezza né di quali fossero i lavori da fare, né di quale fosse lo stato di avanzamento di quelli in corso. Un assessore che non si è mai occupato di risolvere situazioni tanto urgenti quanto delicate: vedasi la risoluzione di un grave problema sanitario pendente da anni, nella zona denominata “fosso dello scarico” alla quale dovetti provvedere in prima persona; l’avvio dei lavori di rifacimento del manto stradale della frazione Mecciano - Mergnano, per i quali è dovuto intervenire il Sindaco una volta constatata la situazione di grave e colpevole ritardo, imponendo all’ufficio di procedere con la massima urgenza, giustificandosi poi con gli abitanti giustamente indignati; i lavori per la sistemazione della strada che dalla località Le Calvie conduce all’Ospedale e per quella che dalla località “I Ponti” conduce alla frazione Canepina di cui, però, non ha mancato di comunicare alla stampa l’imminente avvio. Un assessore che ebbe persino il coraggio di risentirsi perché erano stati eseguiti lavori di pulizia della cinta muraria cittadina a sua insaputa; l’assessore che incaricato di provvedere alla possibilità di installare un chiosco ai giardini della Rocca Borgesca disse che non si sarebbe mai potuto fare. I fatti hanno poi dimostrato il contrario e non certo per merito suo. Per non parlare della necessità di seguire le opere necessarie al campus universitario per i quali, su richiesta dell’università, dovetti intervenire direttamente con il Genio Civile a risolvere una situazione che il nostro assessore ai lavori pubblici era stato incapace di superare. Diverse furono le occasioni di dissenso nei confronti del Sindaco che aveva proposto e poi sottoscritto la convenzione con la nostra Università per la cessione dell’immobile “Rotary Palace” di via Madonna delle Carceri, da utilizzare per la creazione di un avanzatissimo laboratorio di prove sui materiali che la Città rischiava di perdere in favore di quella di Ascoli se non avessimo provveduto in tempo. Le proteste e le urla dell’assessore alla cultura quando il Sindaco, per evitare la chiusura dell’Archivio di Stato, prima trasferì presso quella sede una unità di personale del comune e poi, una volta in pensione l’ultimo dipendente dell’Archivio, dispose l’impiego di tre unità di personale percettore del reddito di cittadinanza. Grazie a quelle scelte, la sezione dell’archivio di Stato di Camerino è una delle pochissime sezioni italiane ancora rimaste aperte. Lo stesso dicasi per lo spostamento della Biblioteca “Valentiniana” della quale né l’assessore ai lavori pubblici né tantomeno la signora Assessora alla cultura si sono mai interessati. Al contrario, la giudicarono impossibile senza il ricorso a ditte esterne il cui impiego avrebbe comportato l’impegno di ingentissime risorse (qualche centinaia di migliaia di euro) di cui il comune non disponeva. Poco importa se si tratta di denaro pubblico derivante dai tributi dei contribuenti. Per non parlare dell’impegno riguardo il settore Istruzione, completamente dimenticato sia dall’assessore alla cultura, titolare della delega, che di quello ai lavori pubblici per gli interventi di manutenzione delle strutture. Basta leggere le cose fatte dalla roboante assessora, pubblicate sui social in queste ore. Non una sola parola riferita alla scuola, semplicemente perché della scuola, dei ragazzi e delle famiglie non è mai importato nulla nonostante i gravissimi disagi giovanili più volte segnalati. Ad accorrere sempre e solo Sindaco e altri amministratori. E questo evidentemente dava fastidio.

Riguardo i rapporti che avremmo dovuto avere con le altre istituzioni locali e in particolare con l’Università e la Diocesi, veniva sollecitata da entrambi gli assessori dimissionari, la necessità di tenere una linea tutt’altro che conciliante. Una visione miope e infantile del modo di amministrare una Città complessa quale la nostra.

Quelle riferite sono solo alcune delle vicende vissute. Ve ne sarebbero molte altre che evitiamo di raccontare per quel senso di pudore che ancora rimane.

Il Sindaco non si sottrae alle critiche rivolte al suo modo di fare politica o di gestire l’attività amministrativa. Ha preso posizioni forti nei confronti di quanti minacciavano la stabilità e la permanenza di servizi essenziali della città. Ammette di non essere stato affatto tenero con le amministrazioni regionali che si sono alternate a riprova di non aver mai privilegiato il colore politico dell’amministrazione di turno. Ha sempre ritenuto che fosse suo preciso dovere proteggere i servizi esistenti e possibilmente potenziarli. Rivendica le battaglie fatte in nome della preservazione dell’Ospedale di Camerino verso cui la passata amministrazione aveva palesato tutto il suo disinteresse; per l’allargamento dell’Unione Montana contro i soprusi di quanti hanno un concetto distorto della partecipazione e temuto per la messa in pericolo dei loro miseri interessi; per scongiurare il concreto rischio per la nostra Città di ospitare una discarica di rifiuti. Sarebbe la fine per il nostro territorio. Erano in gioco interessi importantissimi ed era preciso dovere del Sindaco difenderli, ad ogni costo, anche a rischio di procurarsi qualche inevitabile inimicizia. Rifarei ogni cosa!

Riguardo i comportamenti dittatoriali che avrebbe tenuto nell’ambito dei rapporti interni alla maggioranza, non si può non rilevare come quelle accuse piuttosto che colpire la persona del Sindaco, offendono la dignità degli altri consiglieri. Nessuno può essere portato a credere, infatti, che personalità del calibro dei consiglieri Ortenzi, Marassi, Sfascia, Jajani e Ortolani fossero manipolabili, incapaci di ragionare con la loro testa, terrorizzati e sottomessi al carattere autoritario e dittatoriale del Sindaco. I tre consiglieri dimissionari probabilmente pensavano di avere a che fare con un burattino, inesperto di fatti amministrativi e manovrabile a loro piacimento. Immagino si siano accorti immediatamente di aver fatto male i conti.

Tengo a precisare, per parte mia, di aver sempre operato con estrema trasparenza e correttezza. Mai mi sono rivolto ai consiglieri Pasqui e Lucarelli per proporre accordi inconfessabili. Quantomeno bizzarro che a insinuare la possibilità di un possibile dialogo con la minoranza siano gli stessi che per mesi hanno tramato per abbattere l’amministrazione. Si tratta dei tre consiglieri che hanno tentato di imporre al Sindaco la convocazione del consiglio comunale per l’adozione di una variante al PRG il cui iter per l’approvazione, è bene ricordarlo, ebbe inizio con l’amministrazione Pasqui. A proporla, questa volta, l’assessore Fanelli, lo stesso che si dichiarava contrario a un ulteriore consumo di suolo quando si trattava di realizzare alloggi di edilizia popolare, ma evidentemente favorevole se il sacrificio fosse utile al soddisfacimento di una richiesta proveniente da un privato. Peccato però che l’istruttoria per l’adozione di quella “piccola variante”, giudicata contraria all’interesse generale anche dal resto della compagine amministrativa, evidenziava numerose lacune e criticità di ordine tecnico e giuridico, i cui esiti sono stati comunicati ai tre proponenti con l’invito a ritirare la richiesta. Accade che nel pomeriggio del venerdì 28 gennaio, a poche ore dall’appuntamento con la minoranza, Fanelli, Sartori e Pennesi, valutate le pesanti osservazioni sulla vicenda, decidono di ritirarsi in buon ordine e trasmettono una nota diretta al Sindaco con la quale viene chiesto di “sospendere” l’istanza di convocazione del consiglio comunale per l’adozione della variante al PRG. Di li a qualche ora si ritroveranno insieme a Pasqui & c. per sottoscrivere l’atto di dimissioni che non permetterà più alcuna convocazione di alcun consiglio comunale.

Un profondo senso di compassione attraversa la mia anima al pensiero di vedere i tre consiglieri di maggioranza, nel cuore della notte, all’interno di uno studio commerciale, in una fredda sera d’inverno, sottoscrivere quello sciagurato documento con il quale hanno decretato la morte dell’amministrazione comunale e con essa il tradimento della volontà popolare.

Oggi l’amministrazione della Città è affidata ad un Commissario Prefettizio che di solito viene chiamato ad assumere le funzioni di direzione in momenti drammatici e tragici della vita amministrativa di una comunità. Ma nel nostro caso è diverso: questo è amore».



Sandro Sborgia

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