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Troppe sagre, le amministrazioni non sono bancomat

Venerdì, 08 Novembre 2013 01:00 | Letto 984 volte   Clicca per ascolare il testo Troppe sagre, le amministrazioni non sono bancomat Nelle settimane passate si era accesa una polemica sullargomento "sagre", dopo che alcuni ristoratori di Matelica e Castelraimondo si erano espressi in merito, rimarcando come si trattasse di una concorrenza sleale, sia per la fioritura di sagre in ogni dove, senza una reale e solida tradizione alle spalle, sia per la leggerezza in materia di normative igienico sanitarie, fiscali e di sicurezza, che le aziende sono invece costrette a osservare alla lettera. In effetti, risulta evidente come, negli ultimi tempi, si sia assistito a un exploit di sagre e feste, soprattutto nel periodo estivo, spesso con lo stesso identico tema centrale riproposto a pochi chilometri di distanza, non basate su tipicità enogastronomiche del territorio, o comunque di giovanissima età. Dello stesso parere risulta essere il consigliere comunale di Porto Recanati, Attilio Fiaschetti, la cui mozione per richiedere un regolamento per lo svolgimento delle sagre è stata bocciata in consiglio comunale proprio in questi giorni. Alla base della mozione, la consapevolezza, da parte del consigliere, che spesso dietro una sagra si nascondono associazioni o partiti interessati solamente al lucro. Su questo tema si è brevemente espresso, nellambito di un discorso più ampio, il presidente della Comunità Montana di San Severino Marche Gian Luca Chiappa. "Se le Comunità montane continueranno ad essere considerate i bancomat presso cui andare a prelevare i mille euro necessari per fare le sagre è meglio chiuderle. Non servirebbero presidente e giunta, basterebbe un economo". Così ironizza, ma non troppo, il presidente Chiappa a proposito del ruolo che andranno ad assumere le unioni montane, i nuovi enti recentemente approvati, palesando unopinione già nota: le unioni montane dovranno studiare una maniera di centralizzare alcuni poteri, come le forze dellordine e gli uffici tecnici adibiti al reperimento fondi e finanziamenti europei, rispettando nel contempo le autonomie locali e le diverse esigenze, a livello di servizi e funzioni, dei borghi, siano essi piccoli o grandi, montani o marittimi. Lidea di quella che è stata la precedente gestione delle risorse, comunque, è ben definita nella frase sovracitata: tornando alle nostre sagre, sembrerebbe in effetti che, in alcuni casi, esse siano solo stratagemmi volti a spillare denaro ad alcune amministrazioni, eccessivamente prodighe nel concederlo, sia già in buona o mala fede.  

Nelle settimane passate si era accesa una polemica sull'argomento "sagre", dopo che alcuni ristoratori di Matelica e Castelraimondo si erano espressi in merito, rimarcando come si trattasse di una concorrenza sleale, sia per la fioritura di sagre in ogni dove, senza una reale e solida tradizione alle spalle, sia per la leggerezza in materia di normative igienico sanitarie, fiscali e di sicurezza, che le aziende sono invece costrette a osservare alla lettera.

In effetti, risulta evidente come, negli ultimi tempi, si sia assistito a un exploit di sagre e feste, soprattutto nel periodo estivo, spesso con lo stesso identico tema centrale riproposto a pochi chilometri di distanza, non basate su tipicità enogastronomiche del territorio, o comunque di giovanissima età.

Dello stesso parere risulta essere il consigliere comunale di Porto Recanati, Attilio Fiaschetti, la cui mozione per richiedere un regolamento per lo svolgimento delle sagre è stata bocciata in consiglio comunale proprio in questi giorni. Alla base della mozione, la consapevolezza, da parte del consigliere, che spesso dietro una sagra si nascondono associazioni o partiti interessati solamente al lucro.

Su questo tema si è brevemente espresso, nell'ambito di un discorso più ampio, il presidente della Comunità Montana di San Severino Marche Gian Luca Chiappa.

"Se le Comunità montane continueranno ad essere considerate i bancomat presso cui andare a prelevare i mille euro necessari per fare le sagre è meglio chiuderle. Non servirebbero presidente e giunta, basterebbe un economo".

Così ironizza, ma non troppo, il presidente Chiappa a proposito del ruolo che andranno ad assumere le unioni montane, i nuovi enti recentemente approvati, palesando un'opinione già nota: le unioni montane dovranno studiare una maniera di centralizzare alcuni poteri, come le forze dell'ordine e gli uffici tecnici adibiti al reperimento fondi e finanziamenti europei, rispettando nel contempo le autonomie locali e le diverse esigenze, a livello di servizi e funzioni, dei borghi, siano essi piccoli o grandi, montani o marittimi.

L'idea di quella che è stata la precedente gestione delle risorse, comunque, è ben definita nella frase sovracitata: tornando alle nostre sagre, sembrerebbe in effetti che, in alcuni casi, esse siano solo stratagemmi volti a spillare denaro ad alcune amministrazioni, eccessivamente prodighe nel concederlo, sia già in buona o mala fede.

 

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