Che l’Italia è in un derby continuo è cosa nota. Così come è noto che ormai lo sport nazionale è quello dello scontro di posizioni. Dalla politica allo sport, dal vivere comune alle grande questioni, tutto ormai è vissuto come una partita di calcio. E a Camerino, negli ultimi giorni, abbiamo vissuto il paradosso di questa nuova tendenza: lo scontro tra sindacati. Il terreno di gioco è stata la Casa Circondariale di Camerino e il clima in cui si è giocata la partita è stato quello nuvoloso e minaccioso di orizzonti infausti per la stessa struttura penitenziaria.
“La chiusura del Carcere di Camerino – si legge in una nota del sindacato Osapp - risulterebbe enormemente penalizzante per il territorio. La Casa Circondariale di Camerino è entrata a pieno titolo nella fisionomia del tessuto sociale attraverso la visibilità e l'apporto dato alla città come uno dei presidi di legalità necessari, l'indotto creato e lo snellimento delle attività proprie della Polizia Penitenziaria a supporto della Magistratura. Una simile decisione ci farebbe ritornare indietro e non terrebbe conto delle giuste esigenze del personale di mantenere la certezza della propria sede di lavoro, attesa la verosimile mobilità/destinazione del personale verso altre sedi che distano non meno di 80/90 Km”.
e.pi
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