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" IN PESSIMO STATO"-A Camerino il magistrato Otello Lupacchini

Lunedì, 11 Aprile 2016 12:55 | Letto 1757 volte   Clicca per ascolare il testo " IN PESSIMO STATO"-A Camerino il magistrato Otello Lupacchini Gli intrecci tra Arte e criminalità sono stati sviluppati nella lectio che il magistrato Otello Lupacchini  ha offerto agli studenti delle scuole superiori della città, riuniti al teatro Filippo Marchetti di Camerino. Una mattinata intensa dedicata alla legalità. Lappuntamento #lostatosiamonoi era organizzato dallAssociazione di promozione sociale Il Cortile di Edy, in collaborazione con il Comune, lUniversità di Camerino, la Fondazione Caponnetto, le tre unioni  montane Marca di Camerino, dei Monti Azzurri, delle alte valli del Potenza e dellEsino. In apertura i saluti del Sindaco Gianluca Pasqui, del Presidente dell’Associazione “Il Cortile di Edy” Edy Renzetti, del Rettore dell’Università di Camerino Flavio Corradini, del Direttore della Scuola di Giurisprudenza Unicam Antonio Flamini, del Presidente della Fondazione Caponnetto Salvatore Talleri il quale, nel suo intervento, ha ribadito la necessità di tenere occhi aperti e guardia alta sulle Marche. “La regione non è più un’isola felice – ha sottolineato - L’attuale presidente del Senato Pietro Grasso qualche anno fa aveva lanciato l’allarme; negli ultimi anni sono stati arrestati latitanti di peso, a conferma che, nel territorio regionale, vi sono diversi ambiti di interesse appetibili per le mafie italiane e straniere. Un incontro di assoluto rilievo per la formazione dei giovani– così il primo cittadino; legalità – ha aggiunto- è un termine inflazionato ma che, oggi più che mai, va riempito di contenuti, partendo dalle scuole, passando per le istituzioni, così come per la famiglia per riuscire a colmare dei vuoti che, momenti di grande difficoltà come quelli che stiamo vivendo, spesso lasciano aperti.  Le difficoltà delloggi, non sono tanto e solo economiche ma, soprattutto, difficoltà nei valori. Lavorare per la legalità come contenitore pieno, diventa di primaria importanza per tutti”. “ Dopo tanti anni di professione nell’attività giudiziaria e di confronto con diversi ambienti- ha esordito il giudice Lupacchini- mi è sempre più difficile affrontare una tematica come quella della “legalità”, un termine e un concetto del quale si sta abusando, se ne parla troppo col rischio di svilirla. Legalità- ha osservato- non è una malattia ma è una convinzione che si deve avere ogni giorno, una condizione di libertà. Non sempre la legge è qualcosa d’ alieno; essa è una combinazione di valori plurali, affinché tutti possiamo esplicare la nostra libertà”. Parlando della contaminazione che mafia e criminalità operano attraverso l’arte e facendo un excursus storico tra furti, saccheggi e devastazioni, il magistrato, da sempre impegnato sui fronti caldi della criminalità organizzata, comune, politica e mafiosa, ha tenuto a sottolineare che l’opera d’arte è divenuta moneta corrente (tanti gli esempi di potenti criminali in possesso di opere d’arte di assoluto prestigio). “ I vantaggi per la criminalità – ha spiegato- sono indubbi, in quanto, rispetto al denaro, sempre più soggetto a tracciamento, è difficile tracciare il percorso che fa unopera darte. Il valore che assume è infatti sempre differenziato rispetto a quelle che sono le quotazioni ufficiali e alle modalità di pagamento, rispetto al valore che può assumere e alle negoziazioni che se ne possono fare: può essere scambiata arte contro droga, arte contro armi, ecc. La proiezione di un breve filmato-riflessione ha completato  una intensa mattinata che ha inteso offrire ai ragazzi uno sguardo più consapevole sul concetto di legalità, anche con l’intento di attivare un esercizio di cittadinanza. Messaggio chiave della pellicola, l’invito a non essere spettatori e schiavi di noi stessi, ma incamminarsi per costruire ogni giorno il nostro presente: “ Le strade non cambiano ma, ognuno di noi, può cambiare quello che ha davanti”. Centrale nel pomeriggio, è stata poi la presentazione del libro “In pessimo Stato”, tenutasi nella gremita sala dei Priori del palazzo Comunale. Alla presenza delle autorità civili e militari, un pubblico attento e partecipe, composto anche di numerosi studenti universitari, ha potuto ascoltare l’erudita esposizione del magistrato-autore. Presenti con i loro saluti e ringraziamenti, anche il senatore Mario Morgoni e l’onorevole Piergiorgio Carrescia Assenti invece, per motivi personali Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, e per sopraggiunti impegni il sen.Franco Mirabelli, Capogruppo PD nella Commissione Antimafia il quale, con una nota inviata ha voluto comunque portare il suo ringraziamento per un’iniziativa tesa a dedicare “attenzione e tensione necessaria al contrasto della criminalità organizzata, esaltando il valore culturale della legalità”. Nel volume, con rigore e onestà intellettuale, il giudice tratta temi scomodi per aiutarci a capirli. “ Viviamo in un pessimo stato- ha affermato Lupacchini-questo perchè, dal suo momento genetico, lo stato soffre della mancanza di senso dello stato”. I sessantanove mini capitoli del libro, consentono di leggere la storia d’Italia tra le pieghe di fatti più o meno conosciuti o manipolati Dal naufragio del piroscafo Ercole al Gobbo del Quarticciolo, dal mistero della scomparsa di Salvatore Giuliano all’Italia dei golpe, dalla Banda della Magliana al crac del Banco Ambrosiano si rincorrono fatti che testimoniano un passato che ciclicamente ritorna. In una sorta di raccolta dei temi più scottanti che hanno attraversato la storia d’Italia, l’autore ci induce a conoscere il passato,”facendo tesoro degli insuccessi, per far sì che il futuro possa essere diverso” Rivolto ai giovani, l’illustre magistrato, li ha infine esortati ad imparare a ragionare con la propria testa, e non con quella della propaganda:“E’ necessario farsi una capacità critica– ha affermato- recuperando gli elementi culturali basilari ( come la legalità), per far tesoro della ricchezza della progettazione e per realizzare il progetto del recuperare l’autonomia intellettuale e la propria capacità culturale”.  

Gli intrecci tra "Arte e criminalità " sono stati sviluppati nella lectio che il magistrato Otello Lupacchini  ha offerto agli studenti delle scuole superiori della città, riuniti al teatro Filippo Marchetti di Camerino. Una mattinata intensa dedicata alla legalità. L'appuntamento " #lostatosiamonoi era organizzato dall'Associazione di promozione sociale Il Cortile di Edy, in collaborazione con il Comune, l'Università di Camerino, la Fondazione Caponnetto, le tre unioni  montane Marca di Camerino, dei Monti Azzurri, delle alte valli del Potenza e dell'Esino. In apertura i saluti del Sindaco Gianluca Pasqui, del Presidente dell’Associazione “Il Cortile di Edy” Edy Renzetti, del Rettore dell’Università di Camerino Flavio Corradini, del Direttore della Scuola di Giurisprudenza Unicam Antonio Flamini, del Presidente della Fondazione Caponnetto Salvatore Talleri il quale, nel suo intervento, ha ribadito la necessità di tenere occhi aperti e guardia alta sulle Marche. “La regione non è più un’isola felice – ha sottolineato - L’attuale presidente del Senato Pietro Grasso qualche anno fa aveva lanciato l’allarme; negli ultimi anni sono stati arrestati latitanti di peso, a conferma che, nel territorio regionale, vi sono diversi ambiti di interesse appetibili per le mafie italiane e straniere. " Un incontro di assoluto rilievo per la formazione dei giovani– così il primo cittadino; legalità – ha aggiunto- è un termine inflazionato ma che, oggi più che mai, va riempito di contenuti, partendo dalle scuole, passando per le istituzioni, così come per la famiglia per riuscire a colmare dei vuoti che, momenti di grande difficoltà come quelli che stiamo vivendo, spesso lasciano aperti.  Le difficoltà dell'oggi, non sono tanto e solo economiche ma, soprattutto, difficoltà nei valori. Lavorare per la legalità come contenitore pieno, diventa di primaria importanza per tutti”.

“ Dopo tanti anni di professione nell’attività giudiziaria e di confronto con diversi ambienti- ha esordito il giudice Lupacchini- mi è sempre più difficile affrontare una tematica come quella della “legalità”, un termine e un concetto del quale si sta abusando, se ne parla troppo col rischio di svilirla. Legalità- ha osservato- non è una malattia ma è una convinzione che si deve avere ogni giorno, una condizione di libertà. Non sempre la legge è qualcosa d’ alieno; essa è una combinazione di valori plurali, affinché tutti possiamo esplicare la nostra libertà”.

Parlando della contaminazione che mafia e criminalità operano attraverso l’arte e facendo un excursus storico tra furti, saccheggi e devastazioni, il magistrato, da sempre impegnato sui fronti caldi della criminalità organizzata, comune, politica e mafiosa, ha tenuto a sottolineare che l’opera d’arte è divenuta moneta corrente (tanti gli esempi di potenti criminali in possesso di opere d’arte di assoluto prestigio). “ I vantaggi per la criminalità – ha spiegato- sono indubbi, in quanto, rispetto al denaro, sempre più soggetto a tracciamento, è difficile tracciare il percorso che fa un'opera d'arte. Il valore che assume è infatti sempre differenziato rispetto a quelle che sono le quotazioni ufficiali e alle modalità di pagamento, rispetto al valore che può assumere e alle negoziazioni che se ne possono fare: può essere scambiata arte contro droga, arte contro armi, ecc". La proiezione di un breve filmato-riflessione ha completato  una intensa mattinata che ha inteso offrire ai ragazzi uno sguardo più consapevole sul concetto di legalità, anche con l’intento di attivare un esercizio di cittadinanza. Messaggio chiave della pellicola, l’invito a non essere spettatori e schiavi di noi stessi, ma incamminarsi per costruire ogni giorno il nostro presente: “ Le strade non cambiano ma, ognuno di noi, può cambiare quello che ha davanti”.

Centrale nel pomeriggio, è stata poi la presentazione del libro “In pessimo Stato”, tenutasi nella gremita sala dei Priori del palazzo Comunale. Alla presenza delle autorità civili e militari, un pubblico attento e partecipe, composto anche di numerosi studenti universitari, ha potuto ascoltare l’erudita esposizione del magistrato-autore. Presenti con i loro saluti e ringraziamenti, anche il senatore Mario Morgoni e l’onorevole Piergiorgio Carrescia Assenti invece, per motivi personali Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, e per sopraggiunti impegni il sen.Franco Mirabelli, Capogruppo PD nella Commissione Antimafia il quale, con una nota inviata ha voluto comunque portare il suo ringraziamento per un’iniziativa tesa a dedicare “attenzione e tensione necessaria al contrasto della criminalità organizzata, esaltando il valore culturale della legalità”. Nel volume, con rigore e onestà intellettuale, il giudice tratta temi scomodi per aiutarci a capirli. “ Viviamo in un pessimo stato- ha affermato Lupacchini-questo perchè, dal suo momento genetico, lo stato soffre della mancanza di senso dello stato”. I sessantanove mini capitoli del libro, consentono di leggere la storia d’Italia tra le pieghe di fatti più o meno conosciuti o manipolati Dal naufragio del piroscafo Ercole al Gobbo del Quarticciolo, dal mistero della scomparsa di Salvatore Giuliano all’Italia dei golpe, dalla Banda della Magliana al crac del Banco Ambrosiano si rincorrono fatti che testimoniano un passato che ciclicamente ritorna. In una sorta di raccolta dei temi più scottanti che hanno attraversato la storia d’Italia, l’autore ci induce a conoscere il passato,”facendo tesoro degli insuccessi, per far sì che il futuro possa essere diverso” Rivolto ai giovani, l’illustre magistrato, li ha infine esortati ad imparare a ragionare con la propria testa, e non con quella della propaganda:“E’ necessario farsi una capacità critica– ha affermato- recuperando gli elementi culturali basilari ( come la legalità), per far tesoro della ricchezza della progettazione e per realizzare il progetto del recuperare l’autonomia intellettuale e la propria capacità culturale”.  

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