" Non mi sento utile alla comunità". Il sindaco di Ussita sta valutando le dimissioni dall'incarico

Venerdì, 15 Febbraio 2019 15:43 | Letto 1760 volte   Clicca per ascolare il testo " Non mi sento utile alla comunità". Il sindaco di Ussita sta valutando le dimissioni dall'incarico Non riesco a svolgere il mio ruolo come vorrei. Così il sindaco di Ussita Vincenzo Marini Marini che, eletto nel giugno del 2018, sta valutando di dimettersi dallincarico di primo cittadino. Qualcosa nellaria era già trapelata dopo lultimo consiglio comunale e il commercialista e tributarista che vive ad Ascoli, non ha negato di voler riflettere sulla possibilità di lasciare lincarico da sindaco del piccolo centro montano terremotato. La maggioranza gli ha chiesto di ragionarci e, anche da parte del primo cittadino, cè la volontà di affrontare unassemblea pubblica per chiarire le sue motivazioni.   Quando mi è stato chiesto di candidarmi- spiega Marini Marini-  ho fatto presente  che non vivo nè lavoro ad Ussita e che dunque mi sarei potuto recare nel paese sporadicamente. Il percorso è comunque andato avanti; ritenevo che qualche attività del comune la si potesse gestire a distanza e qualche altra la si potesse fare recandomi di persona in paese. Un sindaco innanzitutto deve amministrare il comune e i beni pubblici e questo si può fare abbastanza efficacemente anche da lontano, come del resto avviene anche in tanti altri settori, basti pensdare che ci sono aziende amministrate anche  a centinaia di chilometri di distanza. Una seconda attività importante è invece la gestione della comunità, rappresentare cioè quel punto di riferimento per la popolazione e, in definitiva, è questo secondo aspetto che non sta funzionando affatto; io vado su più o meno una volta alla settimana e debbo dire che noto una serie di segnali che mi preoccupano, perché dal mio punto di vista sono segnali di un peggioramento della situazione sociale. Ussita è una comunità come tutte le altre e ha  bisogno di un punto di riferimento; questo è tanto più vero e importante dopo il terremoto perché la comunità è particolarmente sotto scacco. E  questo  il motivo principale  per cui  mi sento, non solo non molto utile nel ruolo ma- continua il sindaco-  a volte perfino dannoso. Ho notato unanimosità e dei toni aspri che è pur vero che sono tipici di ogni comunità, ma che lì ad Ussita  hanno un sapore e unorigine particolare e, proprio per il fatto che il sindaco lo si vede poco,  danno luogo  anche a dei fraintendimenti. Nel contatto quotidiano con le persone, tante cose potrebbero chiarirsi e una comunità così ferita, confusa  e lacerata, ha bisogno di un punto di riferimento che possa essere utile e io invece non riesco a portare avanti il mio ruolo come vorrei, talvolta mi sembra di creare più problemi di quelli che risolvo. Credo che per Ussita sia necessaria una figura di sindaco, non dico necessariamente residente, ma più presente, cosa che non può ottenersi con una presenza di una o due volte a settimana.   C.C.          

"Non riesco a svolgere il mio ruolo come vorrei". Così il sindaco di Ussita Vincenzo Marini Marini che, eletto nel giugno del 2018, sta valutando di dimettersi dall'incarico di primo cittadino. Qualcosa nell'aria era già trapelata dopo l'ultimo consiglio comunale e il commercialista e tributarista che vive ad Ascoli, non ha negato di voler riflettere sulla possibilità di lasciare l'incarico da sindaco del piccolo centro montano terremotato. La maggioranza gli ha chiesto di ragionarci e, anche da parte del primo cittadino, c'è la volontà di affrontare un'assemblea pubblica per chiarire le sue motivazioni.

 " Quando mi è stato chiesto di candidarmi- spiega Marini Marini-  ho fatto presente  che non vivo nè lavoro ad Ussita e che dunque mi sarei potuto recare nel paese sporadicamente. Il percorso è comunque andato avanti; ritenevo che qualche attività del comune la si potesse gestire a distanza e qualche altra la si potesse fare recandomi di persona in paese. Un sindaco innanzitutto deve amministrare il comune e i beni pubblici e questo si può fare abbastanza efficacemente anche da lontano, come del resto avviene anche in tanti altri settori, basti pensdare che ci sono aziende amministrate anche  a centinaia di chilometri di distanza. Una seconda attività importante è invece la gestione della comunità, rappresentare cioè quel punto di riferimento per la popolazione e, in definitiva, è questo secondo aspetto che non sta funzionando affatto; io vado su più o meno una volta alla settimana e debbo dire che noto una serie di segnali che mi preoccupano, perché dal mio punto di vista sono segnali di un peggioramento della situazione sociale. Ussita è una comunità come tutte le altre e ha  bisogno di un punto di riferimento; questo è tanto più vero e importante dopo il terremoto perché la comunità è particolarmente sotto scacco. E'  questo  il motivo principale  per cui  mi sento, non solo non molto utile nel ruolo ma- continua il sindaco-  a volte perfino dannoso. Ho notato un'animosità e dei toni aspri che è pur vero che sono tipici di ogni comunità, ma che lì ad Ussita  hanno un sapore e un'origine particolare e, proprio per il fatto che il sindaco lo si vede poco,  danno luogo  anche a dei fraintendimenti. Nel contatto quotidiano con le persone, tante cose potrebbero chiarirsi e una comunità così ferita, confusa  e lacerata, ha bisogno di un punto di riferimento che possa essere utile e io invece non riesco a portare avanti il mio ruolo come vorrei, talvolta mi sembra di creare più problemi di quelli che risolvo. Credo che per Ussita sia necessaria una figura di sindaco, non dico necessariamente residente, ma più presente, cosa che non può ottenersi con una presenza di una o due volte a settimana".  

C.C.

 

 

 

 

 

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