Notizie di politica nelle Marche

Si è tenuta la prima riunione operativa del tavolo permanente della ricostruzione istituito dal Comune di Camerino. All'ordine del giorno l'esame delle perimetrazioni, con i convenuti (USR, Unicam, Arcidiocesi e Comune di Camerino) che hanno concordato di procedere su quattro stralci per quanto riguarda il centro storico. Una divisione, come ha spiegato l'ingegner Cesare Spuri, che si rende opportuna alla luce delle diverse caratteristiche che il centro storico di Camerino presenta. "Suddividere le aree – ha aggiunto Spuri, precisando di aver parlato della questione anche con il commissario Farabollini – permette di snellire i tempi e, soprattutto, di intervenire proprio sulle specificità".

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"Per quanto riguarda il coordinamento tra i professionisti che si occuperanno delle quattro aree del centro e delle altre delle frazioni – ha spiegato il sindaco Pasqui – l'indirizzo condiviso è quello di procedere, appena possibile, ad un incarico per la redazione di uno strumento direttore, con il professionista individuato che sarà chiamato anche a raccordare il lavoro di tutti". Sarà invece esclusa dalle perimetrazioni, così come richiesto dall'arcidiocesi di Camerino (rappresentata dall'ing. Morosi) e da Unicam (rappresentata dal prorettore Vicario, Leoni, e dal prorettore Spaterna), l'area di Piazza Cavour che comprende anche Palazzo Bongiovanni. Una scelta, questa, condivisa da tutti i partecipanti al tavolo permanente della ricostruzione, nell'ottica di una più veloce restituzione della piazza e dei suoi edifici più rappresentativi (Palazzo Ducale, Cattedrale del Duomo e Palazzo Arcivescovile, Palazzo Comunale e teatro Marchetti) alla comunità.
"Nei prossimi giorni – ha concluso il sindaco Gianluca Pasqui – non appena saranno pronte all'USR i nuovi elaborati e l'atto interlocutorio che saremo chiamati ad approvare in consiglio, sarà mia premura convocare una conferenza stampa per illustrare, con l'ausilio di disegni e documenti ufficiali, il programma di lavoro concordato"

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Nuova trasferta romana per Alessandro Gentilucci , presidente facente funzioni del Parco nazionale dei Sibillini e sindaco di Pieve Torina. Ha preso parte alla terza conferenza internazionale sull’Ambiente, organizzata dall’Arma dei Carabinieri, presenti il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa e il Comandante Generale dell’Arma Giovanni Nistri. Per Gentilucci , l’occasione di rappresentare ancora una volta le gravi difficoltà del territorio dell’entroterra montano , a seguito del sisma del 2016. “ Ho avuto il piacere di conoscere il ministro Sergio Costa e di apprezzarne la competenza e la squisita disponibilità – dichiara Gentilucci-; nel mio incarico di presidente pro-tempore del Parco nazionale dei Monti Sibillini, ho voluto portare le istanze delle nostre popolazioni, invitando il ministro a venire a trovarci, anche per rendersi conto di persona delle critiche situazioni in cui viviamo, nonostante siano trascorsi ormai più di due anni da un evento sismico che, come confermano le recenti scosse con epicentro a Pieve Torina, ancora non la smette di farsi sentire. Da qui, l’impegno di chi come me si trova a dover rappresentare questo territorio –continua Gentilucci- è quello di tenere alta l’ attenzione, cercare di dare stimolo alla mia gente che ogni giorno che passa, è sempre più scoraggiata. Il Ministro Costa ha preso in considerazione la nostra istanza e contestualmente abbiamo potuto prendere contatti con la segreteria del Ministero ; l’auspicio è che si possa aprire la possibilità di una proficua collaborazione in funzione di quelle che sono le prospettive di rinascita del nostro territorio, anche e soprattutto da un punto di vista ambientale. La verità – conclude Gentilucci-è che purtroppo non si riesce ancora a far capire cosa sia successo dalle nostre parti e quale sia la realtà che noi e i nostri concittadini viviamo quotidianamente sulla nostra pelle. Il nostro impegno, appello e perseveranza, non può pertanto che andare nella direzione di richiamare attenzione e cercare di riuscire a risolvere le numerose problematiche che ancora ci riguardano”.

C.C.

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Mercoledì, 14 Novembre 2018 08:29

Scatta l'obbligo di catene a bordo o gomme da neve

Da domani giovedì 15 novembre e fino al 15 aprile in vigore l’obbligo di catene a bordo o pneumatici invernali su alcuni tratti delle strade statali marchigiane maggiormente esposte al rischio di precipitazioni nevose o formazione di ghiaccio durante la stagione invernale.

Inoltre, nello stesso periodo vige il divieto di transito, in caso di neve o strada ghiacciata, per i mezzi pesanti con massa a pieno carico superiore alle 7,5 tonnellate per l’intero tratto marchigiano della strada statale 16 “Adriatica”.

Nel dettaglio, i tratti interessati dall’obbligo sono:

strada statale 16 “Adriatica”, da Colombarone (km 226,700) a Cattabrighe (km 231,700) in provincia di Pesaro Urbino, e da Falconara Marittima (km 288,300) ad Aspio di Ancona (km 308,200), in provincia di Ancona;

strada statale 16 dir/b “del Porto di Ancona”, da Pinocchio (km 0,780) a Palombare di Ancona (km 2,225);

strada statale 687 “Pedemontana”, per l’intero tracciato dall’innesto con la strada comunale di Selvanera (km 0,000) al bivio di Lunano (km 4,781), in provincia di Pesaro Urbino;

strada statale 73bis “di Bocca Trabaria”, dal confine regionale con l’Umbria (km 16,804) a Fossombrone (km 88,100), in provincia di Pesaro Urbino;

strada statale 73bis Var (Variante di Urbino), per l’intero tracciato da Urbino (km 0,000) al bivio di Borzaga (km 3,050), in provincia di Pesaro Urbino;

strada statale 76 “della Val d’Esino”:  dal confine regionale con l’Umbria (km 3,314) allo svincolo di Jesi Ovest (km 54,150) in provincia di Ancona;

strada statale 77 “della Val di Chienti” (direttrice Foligno-Civitanova Marche): dal confine regionale con l’Umbria (km 27,884) allo svincolo di Corridonia (km 89,700), comprese le varianti, in provincia di Macerata;

strada statale 4 “via Salaria”, da Ascoli Piceno (km 181,600) al confine regionale con il Lazio (144,958), in provincia di Ascoli Piceno;

strada statale 685 “delle Tre Valli Umbre”, dall’innesto con la SS4 “Salaria” (km 0,000) alla galleria San Benedetto (km 7,396), in provincia di Ascoli Piceno;

strada statale 81 “Piceno-Aprutina”, da Ascoli Piceno (km 3,460) al confine con regionale con l’Abruzzo (km 11,498), in provincia di Ascoli Piceno;

raccordo autostradale RA11 “Ascoli Piceno-Porto d’Ascoli”, da Ascoli Piceno (km 0,000) all’innesto con l’autostrada A14 (km 24,450), in provincia di Ascoli Piceno.

ex SS3 “Flaminia” dal confine regionale umbro (km 218,290) al Calmazzo/innesto SS73bis (km 253,485), in provincia di Pesaro e Urbino;

ex SS4 “Via Salaria da Ascoli Piceno (km 176) a San Benedetto del Tronto (km 207,243), in provincia di Ascoli Piceno;

ex SS 77 da Tolentino (km 76,720) a Loreto (km 124,325), nelle province di Macerata e Ancona;

ex SS 78 da Macerata (km 0) ad Ascoli Piceno (km 78,713);

ex SS 209 da Visso (km 62,400) a Muccia (km 88,690), in provincia di Macerata;

ex SS 210 da Porto San Giorgio (km 0,700) ad Amandola (km 55,164), in provincia di Fermo;

ex SS 256 da Muccia (km 0) a Borgo Tufico (38,830) nelle province di Macerata e Ancona;

ex SS 257 da Apecchio (km 19,960) ad Acqualagna (km 53,900) in provincia di Pesaro e Urbino;

ex SS 259 da Sant’Egidio alla Vibrata (km 21,450) a Case di Coccia (km 26,670) in provincia di Ascoli Piceno;

ex SS 360 da Barbara (km 24) al confine regionale umbro (km 62,223) in provincia di Ancona;

ex SS 361 da Osimo (km 0) al confine umbro (km 96,978) nelle province di Ancona e Macerata;

ex SS 362 da Jesi (km 0) a Villa Potenza (km 35,348) nelle province di Ancona e Macerata;

ex SS 423 da Gallo di Petriano (km 19,300) a Urbino (km 31,120) in provincia di Pesaro e Urbino;

ex SS 424 da Ponte Rio (km 8) a Cagli (km 55,435) nelle province di Ancona e Pesaro Urbino;

ex SS 433 da Pedaso (km 0) a Comunanza (km 42,039) nelle province di Fermo e Ascoli Piceno;

ex SS452 dal confine umbro (km 9,590) a Cantiano (km 12,075) in provincia di Pesaro e Urbino;

ex SS 502 da Jesi (km 1,770) a San Ginesio (km 73,100) nelle province di Ancona e Macerata;

L’obbligo è segnalato su strada tramite apposita segnaletica verticale ed ha validità anche al di fuori dei periodi indicati, in caso di condizioni meteorologiche caratterizzate da precipitazioni nevose o formazione di ghiaccio.

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Riunione a Rieti nella sede dell’ufficio del Commissario Straordinario Piero Farabollini per i sindaci dei comuni marchigiani del cratere situati sulla faglia sismica, Castelsantangelo sul Nera, Arquata del Tronto, Montegallo e Muccia. Dalla riunione, convocata dal Commissario per fornire dei chiarimenti, sono emerse delle novità riferite agli incarichi per i piani attuativi e lo sblocco di alcune problematiche burocratiche, riguardanti  gli stessi comuni convocati, le cui amministrazioni avendo già approvato le perimetrazioni, erano pronte ad affidare gli incarichi ai professionisti. L’articolo di una vecchia ordinanza commissariale impediva infatti la copertura totale della retribuzione per le perizie. Prevista per questo giovedì una Cabina di Regia con i presidenti delle 4 regioni colpite dal sisma, per la modifica dell’articolo, il che permetterà a breve l’erogazione dei fondi e lo sblocco della situazione. Una buona notizia per il primo cittadino di Castelsantangelo sul Nera Mauro Falcucci che temeva di dover ricominciare tutto da capo dopo che due settimane fa, insieme ad altri quattro sindaci, era stato convocato dalla struttura commissariale per rivedere le perimetrazioni. Nel dicembre 2017, Castelsantangelo era stato il primo comune del cratere ad avere avute approvate le perimetrazioni, attendendo quasi un anno le risorse finanziarie relative ai piani attuativi che avrebbero potuto già partire e, anticipando il 50 per cento ai tecnici.

C.C.

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Il sindaco di Camerino Gianluca Pasqui scrive al rettore Claudio Pettinari per ringraziarlo dell'invito a presenziare all'inaugurazione del 683esimo anno accademico di Unicam. Di seguito il testo. 

Magnifico rettore, carissimo Claudio, per diversi giorni mi sono chiesto se fosse opportuno, per un sindaco, mettere mano alla tastiera e rivolgermi al rettore attraverso una lettera aperta di ringraziamento. In fondo, che il sindaco di una città sede di università intervenga alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico dovrebbe essere la normalità. Ma questo, a Camerino, non è stato “normalità” per tantissimo tempo, non ricordo quanto tempo precisamente, ma comunque mai da quando il sottoscritto ha iniziato a muovere i primi passi nell’amministrazione cittadina ormai quattro mandati fa e con tre sindaci che nel frattempo si sono avvicendati.

Ciò che non è ordinario, dunque, va sottolineato. E va sottolineato con un enorme “grazie”. Soprattutto quando rappresenta un traguardo che, di fatto, si può definire epocale. Per questo sento di dover ringraziare pubblicamente il rettore, Claudio Pettinari, il prorettore vicario Leoni, il direttore amministrativo Tedesco, la governance di Unicam in genere - per l’invito ricevuto ad intervenire il prossimo 26 novembre all’inaugurazione dell’anno accademico di Unicam - e, con essi, anche quelle persone, come ad esempio il prorettore Andrea Spaterna, che da sempre si sono spese affinché un’anomalia tutta camerte si risolvesse definitivamente.

Non è, ci tengo a precisarlo, un traguardo di Gianluca Pasqui, ma è un traguardo della città, a prescindere da chi è il sindaco o da chi sarà in futuro. Perché quello tra Camerino e l’Università di Camerino è un legame che deve ulteriormente trasformarsi in simbiosi e che oggi, con questo importantissimo segnale che arriva da Unicam, si rafforza ulteriormente. In un momento, non possiamo dimenticarlo, di grandi difficoltà dovute alle conseguenze del sisma, in cui unire le forze ha non solo il valore di ”conquistare insieme”, ma anche di “sostenersi a vicenda”.

Questo mio “grazie”, quindi, è il grazie di una città, tutta, che riconosce a Unicam e a chi ha voluto sanare l’anomalia una grande sensibilità e una visione di futuro che ravviva con vigore le speranze di una comunità, di una istituzione e del suo territorio chiamati insieme ad affrontare sfide enormi. Sfide che oggi, grazie alla consapevolezza di una simbiosi e alla concreta volontà di un cammino pienamente condiviso, sembrano certamente meno spaventose.

Gianluca Pasqui

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Venerdì, 09 Novembre 2018 15:00

Riapre la caccia nelle aree di Rete Natura 2000

Da domani riapre la caccia nelle aree di Rete Natura 2000, zone di protezione speciale (ZPS) e dei siti di importanza comunitaria (SIC). Lo rende noto la Regione Marche riferendo della delibera approvata lo scorso 8 novembre che riabilita i Piani faunistici provinciali, come previsto da una modifica alla legge regionale approvata alcuni giorni fa. In questo modo la Regione ha superato la decisione del Consiglio di Stato che, su ricorso animalista, aveva deciso di concedere il divieto di caccia nei suddetti siti per la mancata approvazione di un Piano faunistico venatorio aggiornato. 

Una scelta necessaria-si legge nella nota della Regione - per non compromettere  la stagione venatoria, ma anche per scongiurare rischi di diversa natura, come la sicurezza, l’ordine pubblico e soprattutto i danni alla agricoltura collegati agli ungulati.

Con una seconda delibera finalizzata a rafforzare la tutela delle colture, la giunta regionale ha integrato il piano di controllo dei cinghiali, perfezionando una serie di azioni in via sperimentale e dando la possibilità agli agricoltori in possesso di licenza di abbattere direttamente gli animali, a seguito degli adempimenti previsti. Chi non è in possesso della licenza può farlo tramite selettori autorizzati. Inoltre gli agricoltori, a prescindere che siano in possesso o meno di licenza di caccia, potranno intraprendere il percorso finalizzato alla installazione di sistemi di cattura degli ungulati nei loro terreni, previa autorizzazione degli organismi competenti.

Altra importante innovazione riguarda l’approvazione da parte della giunta di uno “statuto tipoper gli Atc che, previo parere della commissione consiliare, permetterà di uniformare il sistema collegato al mondo venatorio. Una modifica auspicata da tutte le associazioni.

Sono state, infine, definite le procedure per la nomina della commissione che dovrà monitorare il rispetto del piano di controllo della caccia finalizzato, in particolare, alla verifica del raggiungimento degli obiettivi da parte della squadre per la caccia al cinghiale, come previsto dal vigente regolamento regionale.

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È il consigliere grillino, Gianni Mercorelli, con un video pubblicato sulla pagina del Movimento di Tolentino, ad annunciare che ”la decisione su quando convocare il Consiglio è prerogativa del Presidente del Consiglio Comunale di intesa con il Sindaco. Nonostante la disponibilità della maggioranza dei capigruppo è stato impossibile spostare ora e data”.

Mercorelli si riferisce alla seduta del consiglio comunale aperto sul tema del sisma chiesta dai consiglieri di minoranza e da alcuni della maggioranza, programma il prossimo 15 novembre alle 15.30.

Dopo la riunione dei capigruppo, infatti, Mercorelli ha spiegato che non è stata accettata la proposta di posticipare la seduta per permettere a più persone di partecipare.

”Credo - dice Mercorelli nel video - che anticipare l’orario rispetto alla solita convocazione del consiglio comunale sia stata una decisione presa di proposito per limitare la partecipazione dei cittadini”.

GS

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 “Strategie per la ricostruzione”, al centro del terzo incontro informativo rivolto alla popolazione  organizzato dal Comitato Concentrico di Camerino. L'appuntamento è fissato per venerdì 9 novembre alle ore 17.30 nella sala riunioni del Seminario nuovo, in via Macario Muzio . Le finalità attuative della pianificazione e le relative norme, saranno affrontate grazie al contributo del prof. Massimo Sargolini, architetto e professore ordinario di urbanistica dell’Università degli Studi di Camerino.  Il prof. Sargolini  è membro del Comitato Tecnico Scientifico della struttura del Commissario straordinario del Governo per la ricostruzione post-sisma e coordinatore del progetto "Nuovi sentieri per le aree interne dell'Appennino marchigiano" che, in collaborazione tra i quattro atenei delle Marche, ha l’obiettivo di creare nuovi percorsi e prospettive di sviluppo per l’area montana.

L'ordinanza n. 39 del settembre 2017 regola la pianificazione attuativa connessa agli interventi di ricostruzione. Avvenute  le perimetrazioni, senza i Piani Attuativi in pratica nessun intervento di ricostruzione può essere autorizzato in centro storico. 

Sargolini foto

" Noi ci accorgiamo che in questi centri storici da ricostruire e, Camerino è forse uno dei più importanti per la sua estensione e per i suoi risvolti emblematici  -spiega il prof. Sargolini- , c'è un problema di fondo: si rischia di intervenire in modo puntuale su elementi e parti della città tra loro separate e distinte, senza un pensiero complessivo,senza una visione più ampia che metta insieme le diverse parti della città che dopo la ricostruzione assumeranno un ruolo diverso da quello originario perchè comunque ci saranno dei cambiamenti; magari a Camerino non si avranno grandi modifiche  ma in altri nuclei da ricostruire i cambiamenti saranno molto rilevanti, come lo spostamento di parti abitate o di alcune funzioni, creazione di parti, nuovi ingressi alla città, parti che verranno demolite e non ricostruite. Tante sono dunque le questioni sul campo che non possono essere mai pensate isolatamente e che è necessario considerare in una visione complessiva e  questo è il senso del Documento Direttore- continua Sargolini-; senza tale visione complessiva della città di Camerino e di molte altre, noi rischiamo molto sul futuro di queste realtà. Non è pensabile che si possa ricostruire dei centri urbani, agendo per parti separate le une dalle altre, senza conoscere le interazioni che ci sono tra di loro. Il fatto che il Documento Direttore nell'ordinanza n.39 non sia previsto come un obbligo da parte delle amministrazioni - prosegue l'architetto- non significa che non sia importante. Personalmente non credo nella coercizione per poter far fare le cose, ma credo molto nella scommessa culturale. A quella ordinanza ci ho molto lavorato per capire cosa potesse essere utile per poter ricostruire;  si è molto discusso se presentare il Documento Direttore come obbligo o come strumento leggero e rapido che metta in gioco la comunità tutta, a prescindere dai colori politici.  Non è un Documento che fa il sindaco - sottolinea Sargolini- ma è un qualcosa che riunisce la cittadinanza tutta a riflettere attorno ad un tema. Il fatto che sia facoltativo non ne diminuisce l'importanza: il suo significato è quello di mettere in gioco la sfida di una scelta culturale di  una città che possa definirsi tale, una sfida che non può essere mai ritardata". 

C.C.

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Lavori  di riparazione urgente della tubazione dell’acquedotto del consorzio dell’Acquasanta, che alimenta parzialmente la città di Camerino, a partire da questo mercoledì 7 novembre, determineranno la sospensione nell'erogazione dell'acqua potabile in diversi comuni. A Camerino, le località interessate dalla sospensione sono quelle di S. Gregorio, Pozzuolo, Le Tegge, Teggiole, Statte, Torrone, Capolapiaggia, Padullo, Sabbieta, Morro, Casale, Arnano, Calcina. L’Unione Montana di Camerino, ente proprietario dell’Acquedotto Comunitario dell’Acquasanta che serve i Comuni di Camerino, Fiastra (inclusa Acquacanina) Muccia e Valfornace (già Pievebovigliana e Fiordimonte), informa che a partire da  mercoledì 7 novembre, verrà interrotta alla partenza (opera di presa) l’erogazione dell’acqua potabile per urgenti lavori di manutenzione e messa in sicurezza della condotta presso l’attraversamento del T. Fiastrone alla confluenza col Fosso Valle Acquasanta in Comune di Bolognola. L’intervento si rende necessario in quanto questa importante infrastruttura  acquedottistica, specie nel suddetto tratto iniziale -realizzato in alta quota oltre 30 anni fa-,  ha subito pesanti conseguenze dall’azione combinata di eventi meteorici e sismici particolarmente gravi (evento alluvionale del nov.dic. 2013 e sequenza sismica iniziata il 24 agosto 2016). Nonostante l’urgenza ed il rischio di interruzione di pubblico servizio, per la collocazione dell’opera  in un contesto particolarmente impervio e fortemente vincolato, l’Ente si è dovuto far carico con ridotto personale tecnico di lunghe e complesse  procedure tecnico-amministrative  di finanziamento ed acquisizione di diversificati pareri e nulla osta dovendo poi, alla fine,  operare solo in brevi e ben determinati periodi in cui conciliare le condizioni idrauliche più favorevoli ( portate in regime di “magra”) e quelle di minor disturbo a salvaguardia dell’ittiofauna endemica. I Comuni interessati sono stati comunque avvertiti per tempo ed invitati a  predisporre cautelativamente servizi sostitutivi per garantire l'approvvigionamento idropotabile alle rispettive popolazioni unitamente ad ogni necessario accorgimento per il massimo risparmio della propria dotazione idrica. Salvo imprevisti, sarà garantito ogni impegno per ridurre al massimo i tempi per la riparazione della condotta (spostamento pozzetto e realizzazione nuova saracinesca di linea e scarico) ed il ripristino del normale servizio di alimentazione idropotabile

 

 

 

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“Sisma 2016 - Conseguenze sulla città”. È questo l’unico punto all’ordine del giorno del consiglio comunale aperto a tutti i cittadini convocato dal presidente del consiglio di Tolentino per il prossimo 15 novembre.

Una convocazione che arriva dopo la richiesta firmata da tutti i consiglieri di minoranza e da alcuni della maggioranza per chiedere di dibattere tutti insieme, cittadini compresi, sul tema del terremoto e sulle conseguenze che ne sta avendo la città.

A pubblicare la convocazione sulla pagina Facebook è stato il Movomento 5 Stelle da cui era partita l’iniziativa di richiedere il consiglio aperto ai cittadini.

Gs

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