Notizie di politica nelle Marche

Sono tre le persone, assunte a tempo determinato per l’emergenza sisma, a cui il Comune di Camerino non potrebbe prorogare il contratto. Ben 19 invece quelle spalmate su tutto il territorio. È l’ultima triste novità, che racconta di quanto la macchina commissariale e della ricostruzione non stia funzionando, sollevata dal sindaco Gianluca Pasqui stamattina in conferenza stampa. 

Sembrava un problema risolto con la legge di bilancio e la proroga fino al 2020 dello stato di emergenza, tant’è che l’amministrazione camerte aveva deciso di rinnovare i contratti a tutto il personale: “Contrariamente ad altri colleghi sindaci - afferma - io sono soddisfattissimo di questi ragazzi. Stanno lavorando molto e gli avevo comunicato che avrei prorogato tutti. Il giorno dopo di questa comunicazione di grande felicità, cioè ieri, è arrivata una lettera della Regione a firma della dirigente Del Bello”.

Col documento si informa che per rinnovare i contratti è necessario 

rispettare il tetto inerente il numero dei contratti e quello della soglia economica. "In base a questo, il Comune non può rinnovare il contratto a tre persone su sei”.

Il Comune, come molti altri del cratere, avevano deciso di assumere ad esempio due persone part time anziché una full time, rispettando così in ogni caso la soglia economica. Ora, stando ad una comunicazione pervenuta dal Commissario Piero Farabollini ad uno dei comuni del cratere, questo non sarà più possibile e sarebbero 24 in totale i Comuni (per 19 dipendenti) che si troveranno ad interrompere i rapporti lavorativi.

“Ringrazio Vito Crimi che si è informato e mi ha garantito che troveranno il modo per tenere in piedi il personale - torna a dire Pasqui - l’onorevole Patassini è stato interessato della questione dal vicesindaco Lucarelli, l’onorevole Terzoni non ha ancora risposto, ma evidentemente è occupata. Tuttavia quelle di Crimi sono parole, i fatti sono che ad oggi non posso tenere tre persone e non ho ancora individuato quelle a cui interrompere il rapporto di lavoro. In ogni caso - conclude - abbiamo già deciso che nel rispetto dei limiti economici previsti dalla legge, terremo tutto il personale. Io non lo mando a casa”.

g.g.

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Il Consigliere regionale Sandro Bisonni torna sul tema scottante del caro affitto container: ”durante il consiglio comunale aperto svoltosi lo scorso novembre a Tolentino, denunciai il rischio concreto che la Regione Marche blocchi i trasferimenti dei fondi destinati al pagamento degli affitti dei container e questo perché il riscatto, ossia l'acquisto, degli stessi rappresenta secondo la Regione la soluzione economicamente più vantaggiosa”. Sulla questione Bisonni ha pure depositato una interrogazione che presto dovrebbe trovare riscontro; il Consigliere ribadendo il pericolo continua:” resto stupito nel leggere dichiarazioni del Sindaco di Tolentino in cui si affermerebbe che il riscatto di tali container avverrebbe a spese del Comune; resto stupito perché questo è sbagliato in quanto il riscatto fatto dal Comune avverrebbe, come confermatomi dal dirigente della protezione civile regionale, con i fondi della protezione civile, ossia della Regione.”

Anche sui costi – prosegue Bisonni – si sta facendo confusione. Il Comune ha in affitto 299 moduli ma solo per 200 di questi la Regione ha lanciato l'allarme. Il costo del riscatto di questi 200 moduli ammonta a 200.000 euro mentre il costo del loro affitto sarebbe per la Regione, salvo prova contraria, superiore.

Quindi, secondo Bisonni, la posizione dell'Amministrazione comunale sarebbe ingiustificata. “In merito alle strane voci circolate – prosegue Bisonni – relativamente al CAS o ai pasti, sia chiaro che il passaggio da affitto a riscatto non ha nulla a che vedere con questi aspetti e che pertanto sia il CAS sia i pasti resterebbero nelle stesse attuali condizioni”.

Ora – conclude Bisonni – se la Regione dovesse interrompere i trasferimenti dei fondi destinati agli affitti dei container, il Comune di Tolentino si troverebbe in una situazione drammatica, una situazione che nessuno si augura, io per primo. Credo pertanto che sia doveroso per il Comune, nei confronti dei terremotati che in quei container vivono, trovare al più presto una soluzione, perché sottovalutare il problema potrebbe portare, a breve, ad uno scenario complicatissimo che nessuno vuole e nessuno merita".

GS 

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Sindaci del cratere a Roma per manifestare contro la lentezza della ricostruzione. Un’idea che sta prendendo corpo su sollecitazione del primo cittadino di Camerino, Gianluca Pasqui, che ha contattato i suoi colleghi dei comuni terremotati per far sentire una voce forti nei palazzi del “potere”. “Mi auguro che l’invito da me fatto ai 138 sindaci del cratere possa essere accolto dalla totalità di essi – le parole di Pasqui – Un atto popolare, ma fortemente istituzionale di protesta, che veda insieme sindaci e cittadini, per portare nei “palazzi” capitolini punti programmatici precisi attraverso i quali chiedere al Governo di intervenire immediatamente laddove, dopo due anni dal terremoto, si parla ancora di emergenza e non di ricostruzione”. Un invito accolto da diversi primi cittadini, ma che non convince pienamente altri che vedono nell’iniziativa una mera mossa propagandistica. “E’ ovvio – continua Pasqui – che ciascuno è libero di accogliere o meno la proposta”. Una chiara volontà di rimarcare il fatto che non esiste ancora nessuna ricostruzione nelle zone terremotate del centro Italia, nonostante il ripetersi delle promesse. “Non vediamo all’orizzonte un futuro certo – incalza il sindaco di Camerino – mentre da parte di noi sindaci c’è la necessità di dare certezze a chi, ormai da troppo tempo, soffre una situazione divenuta insopportabile”. Risponde anche a chi lo critica per aver preso tardivamente tale decisione Gianluca Pasqui. “Oggi siamo in una situazione che finalmente garantisce la presenza della popolazione nei nostri territori, con i servizi che sono ripartiti. E’, dunque, giunto il momento di guardare davvero alla ricostruzione per poter regalare ai nostri figli l’esistenze in queste terre, rientrando nei nostri centri storici. In caso contrario assisteremo allo spopolamento di una grande parte dell’italia centrale”. Il sasso è stato lanciato nello stagno in attesa che venga raccolto e che si possa giungere alla definizione di un programma e di una data che, almeno nelle intenzioni di Gianluca Pasqui, dovrebbe essere fissata entro la fine del prossimo mese di gennaio.

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Immobilismo da parte delle istituzioni, calo delle attenzioni da parte dei mass media, procedure burocratiche eccessive, mancanza di personale, difficoltà nell'ottenere le risorse finanziarie necessarie A due anni dal terremoto che ha sconvolto il Centro Italia,il sindaco di Camerino Gianluca Pasqui, prende carta e penna e scrive ai colleghi sindaci del 'cratere',  chiamandoli a raccolta per una manifestazione pacifica di massa a Roma davanti al Palazzo del Governo." Tutti noi sindaci siamo spettatori e allo stesso tempo, nostro malgrado protagonisti incolpevoli di tutto questo. Le nostre richieste di semplificazione, di accelerazione delle procedure, di anteporre i bisogni dei cittadini, alle esigenze, anch'esse legittime di controllo, rimangono spesso inascoltate e comunque senza risposta.  La tragica conseguenza di questo scenario -scrive il sindaco- è che si sta assistendo ad un progressivo e irreversibile abbandono e spopolamento dei nostri territori.  Noi non possiamo e non vogliamo essere complici di questo delitto contro l’Appennino e contro tutti i territori colpiti dal terremoto siamo pronti ad assumerci, come facciamo ogni giorno, le nostre responsabilità per garantire un futuro alle nostre terre e alla nostra gente. Credo sia necessario – continua Pasqui – reagire e far sentire la nostra voce e quelle delle Comunità che amministriamo. Con la lettera inviata anche al presidente e al vicepresidente dell’Anci, Pasqui invita i sindaci del 'cratere' a partecipare alla manifestazione dimostrativa pacifica davanti a Palazzo Chigi, con l’obiettivo di coinvolgere i cittadini dei comuni e riuscire a  portare nella capitale un numero significativo di almeno 1000 persone.

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Progetto QIP Comitato Sisma Centro Italia. Problematiche sulle procedure richieste per il finanziamento
La scelta è difficile, perdere il finanziamento per la propria comunità oppure compiere un atto illegittimo sotto il profilo giuridico e contabile. Questo è quanto si trovano a decidere i Sindaci che hanno partecipato al bando QIP del Comitato Sisma Centro Italia e che hanno visto finanziato il proprio progetto. Per aiutare le popolazioni dei territori delle regioni Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo, colpite dagli eventi sismici iniziati il 24 agosto 2016, Confindustria e le Segreterie Generali di CGIL, CISL, UIL hanno istituito un Comitato (https://www.comitatosismacentroitalia.org/) che ha raccolto donazioni liberamente effettuate dai Lavoratori e dalle Imprese. Il fondo raccolto, di circa 7 milioni di euro, è stato investito in progetti QIP e IMP rivolti ai Comuni e alle imprese del Cratere. Dopo la prima tranche di progetti ammessi al finanziamento, arriva la seconda con una variazione alla procedura che di fatto rende impossibile ai Comuni di accedere al contributo erogato.
Dopo la notifica dell’avvenuta assegnazione, infatti, il Comitato comunicava i documenti da produrre, tra i quali una polizza fideiussoria a garanzia dell’anticipazione dell’80% del contributo economico concesso, da stipulare esclusivamente con Banca Popolare Etica di Ancona la quale subordina, tale fidejussione, all’apertura di un conto dedicato presso il loro Istituto con costi rimborsabili al Comune a valere sul contributo concesso.
Il Comune, sotto il profilo contabile, è soggetto agli obblighi della tesoreria unica e, per legge, può aprire conti diversi, solo per le seguenti casistiche: anticipazione di tesoreria e cassa economale, ne consegue che, se l’Ente dà seguito alla richiesta del Comitato Sisma, pone in essere un atto illegittimo sotto il profilo giuridico e contabile.
Di qui la richiesta formulata dal Comune di Camporotondo di Fiastrone al Comitato di procedere, come tra l’altro già consentito ai progetti finanziati nella prima tranche del medesimo Bando, alla sottoscrizione della relativa convenzione tra le parti per l’attuazione del progetto ammesso a finanziamento, senza obbligo di stipula della fideiussione, che può essere superata, anticipando i costi di realizzazione con fondi di bilancio del Comune ed accettando di ricevere il contributo solo a rendicontazione finale del progetto.
La risposta data del Comitato Sisma, imperativa ed inderogabile, assolutamente chiusa a riconoscere la posizione del Comune impossibilitato ad agire secondo gli indirizzi forniti in quanto illegittimi, è stata: ”Non è prevista deroga alla prassi indicata”.
Si chiede quindi un intervento affinché i Comuni siano posti nelle condizioni di ottenere il contributo operando correttamente.
 
Emanuele Tondi
Sindaco di Camporotondo di Fiastrone
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Dopo l'abbattimento della ex sede dei Licei Linguistico e Pedagogico a San Paolo, effettuata  per fare posto alla nuova scuola destinata ad ospitare le elementari e le medie del plesso Betti, il sindaco di Camerino punta il dito su una situazione di stallo diventata intollerabile, chiedendo chiarezza,  rispetto istituzionale e una risposta concreta sulla reale volontà di ricostruzione. Lo aveva fatto anche in occasione dell'inaugurazione del Sottocorte Village, con un intervento dai toni accesi. Oggi ci ritorna, rendendo pubblico il testo della lettera appena inviata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Commissario Speciale per la Ricostruzione e al Responsabile del Progetto Scuole della Struttura Commissariale "per avere chiarezza su una situazione che sta diventando inaccettabile per una comunità che tutti i giorni lotta e lavora per garantirsi un futuro. In quell’occasione - afferma in una nota il sindaco- ho detto anche che non avremmo fatto più sconti, ammesso che fino ad ora ne siano stati fatti attraverso un atteggiamento di rispetto istituzionale e piena volontà di collaborazione. Non ci siamo mai fermati e continuamente abbiamo chiesto chiarezza e concretezza. Spesso nel massimo rispetto della riservatezza istituzionale. Ma a quanto pare non basta.  Mi riferisco, nello specifico, alla ricostruzione della Scuola Betti che, ad oggi, è solo un piazzale vuoto, per altro privato di una struttura che sarebbe anche potuta tornare utile, ma che abbiamo dovuto abbattere proprio per poter garantire la costruzione di una nuova scuola, così come previsto dall’Ordinanza 14". 

Il testo della lettera inviata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Commissario Speciale per la Ricostruzione e al Responsabile del Progetto Scuole della Struttura Commissariale

“Si fa seguito ai numerosi solleciti in merito allo stato di attuazione del nuovo polo scolastico ‘U. Betti’ per ribadire che è vergognoso ed imbarazzante, per tutte  le istituzioni coinvolte, poter giustificare una situazione che vede ,a distanza di quasi due anni dall’ emanazione dell’ ordinanza commissariale n. 14 , un ritardo ingiustificabile ed inaccettabile  nella procedura di realizzazione dell’opera in oggetto. Da più di un anno, su indicazione di codesta struttura commissariale, questa Amministrazione ha provveduto all’abbattimento dell’ ex scuola ‘S. D’ acquisto’ e messo a disposizione l’ area necessaria per  la costruzione della nuova scuola ‘Betti’. Sembrava che l’ iter per l’ inizio dei lavori fosse ormai prossimo. Ad oggi non vi sono risposte certe in merito all’ appalto dei lavori e al relativo cronoprogramma . Tale situazione, divenuta ormai insostenibile, deve trovare un immediata risposta che si traduca in fatti concreti.

Con la presente  sono a chiedere un urgente riscontro  in merito all’ inizio dei lavori e alla tempistica per la realizzazione della nuova scuola ‘Betti’”.

Il sindaco di Camerino

Gianluca Pasqui

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Riattivare un sentimento di resilienza a partire dai più piccoli è l'obiettivo di Resiliamoci,  progetto che coinvolge una rete di 40 partner, fra cooperative, associazioni di promozione sociale, organizzazioni di volontariato, scuole, comuni e Ambiti Territoriali Sociali.  Il progetto, promosso dalla Cooperativa sociale Opera, in partnership con Cooss Marche e CSV Marche  insieme ad un'ampia rete di soggetti del Terzo Settore, enti pubblici, privati e istituzioni scolastiche , è stato presentato nella sala convegni dell'università di Camerino. L'ateneo  è tra i 23 partner attivi della progettualità che, nell'arco di due anni, animerà una serie di iniziative trasversali sul territorio, per educare alla resilienza bambini, adolescenti e ragazzi. Resiliamoci, acronimo di RESILIenza Mobilitazione e Opportunità, si sviluppa sulle tre province di Macerata, Fermo e Ancona, attenzionando gran parte dei comuni delle Marche colpiti dal sisma e coinvolgendo 7 Ambiti Territoriali Sociali. Diretto alle varie fasce di età dei giovani,  il progetto è anche e soprattutto rivolto alle loro famiglie. A prendere per primo la parola è stato il pro rettore di Unicam Andrea Spaterna,evidenziando l'interesse per un progetto che attenziona un territorio che già  prima del terremoto attraversava una fase delicata e che ha visto acuire tante delle difficoltà, in termini di declino, di disgregazione delle varie comunità, e soprattutto, in termini di aumento della cd. povertà educativa," Un progetto che, attraverso l'educazione alla resilienza e una serie di atti concreti , cerca dunque di controvertire la tendenza.- ha detto -  Molto ben calato in tutto questo è  il ruolo dell'Università di Camerino, principalmente  per la sua vocazione ad una stretta interazione e integrazione col territorio. Il nostro ruolo in questo progetto-  ha sottolineato - è anche più che  giustificato dall'alto esempio di resilienza che la nostra università ha essa stessa dimostrato nei due anni seguiti agli accadimenti sismici. Il contributo che noi potremo dare come ateneo sarà soprattutto quello della promozione e comunicazione per cercare di enfatizzare il più possibile il contrasto alla povertà educativa, anche attraverso tutti i nostri canali educativi universitari". Sottolineando  la bontà del processo che pone in essere una serie di azioni concrete che si inseriscono in più ambiti strategici e in modo particolare nelll'ambito personale mirato alla valorizzazione dei giovani, delle loro competenze e capacità e dei loro talenti, cercando di far crescere il senso di appartenenza alle comunità : " il capitale umano, oggi è forse l'unica ricchezza che rimane per queste zone  ed è su questo che noi dobbiamo investire tutte le nostre forze ed energie".   La parola è quindi passata ai rappresentanti delle cooperative che hanno promosso Resiliamoci e,  in primis Opera Società Cooperativa Sociale, in qualità di capofila del progetto che,  quale Ente terzo, prevede anche la partecipazione della università di Pisa, addetta al monitoraggio e alla valutazione dell'impatto della metodologia del progetto stesso sul territorio.  Fabio Alessandrelli di Opera, ha illustrato la nascita di Resiliamoci,  finanziato dall' Impresa sociale Con i bambini, che nel 2017 ha attivato lo  specifico Bando " Aree terremotate", volto alla co-progettazione e concertazione. "Primo elemento significativo del progetto - ha detto Alessandrelli- è che l' impresa Sociale ha destinato risorse, dando mandato al territorio di organizzarsi per promuovere e attivare quello che è senz'altro un processo innovativo mirato ad un'opportunità più coinvolgente degli attori del territorio. I progetti potevano riguardare esclusivamente le aree del cratere.  A noi è stata data l'incombenza di lavorare e studiare le aree delle province  maceratese fermana e del comune di Fabriano; altri progetti riguardano  le altre aree colpite dell'ascolano e delle altre regioni. Il nostro è il progetto più complesso e  corposo sotto tutti i punti di vista.  Il finanziamento complessivo è infatti di 884mila euro con una valenza di gestione di due anni; iniziato il 1 luglio 2018 , terminerà il 30 giugno del 2020. L'ingente somma è dovuta alla complessità del lavoro da svolgere su un terriorio molto vasto che, coinvolgendo 62 degli 87 comuni del cratere, si sviluppa  su due province e nell'anconetano e va ad inserirsi in un contesto numerico importantedi popolazione".  Da qui, il coinvolgimento tra i partner attivi che svolgeranno azioni dirette sviluppando  le proprie iniziative. Si aggiungono ben sette ATS di cui 4 del maceratese 2 del fermano e uno per l'anconetano. Otto gli istituti scolastici coinvolti, più l'università di Camerino e associazioni di vario tipo che collaboreranno nello sviluppo delle azioni. " "Pecularità e risorsa del progetto è un partenariato  estremamente esteso; tanti interlocutori che parleranno la stessa lingua per realizzare l'obiettivo della resilienza, declinata  su varie azioni e su vari target di destinatari:  anzituto i bambini a partire dai 3 anni  fino agli adolescenti e ragazzi di 17 anni. L'azione che Impresa sociale ci ha spinti a fare- ha continuato il presidente di Opera-  è stata quella di obbligarci a fare rete  cosa che non è sempre stato facile ottenere ma che qui siamo stati costretti a fare.  Adesso ci aspetta un lavoro di circa due anni in cui dovremo raggiungere i risultati che tutti si aspettano. In questo senso  attraverso varie azioni che saranno indirizzate sia nei confronti dei bambini e adolescenti, sia verso le famiglie sia nei confronti dell' intera comunità educante, abbiamo stimato che andremo ad incidere su circa 1500 bambini e ragazzi, oltre all'effetto a caduta delle famiglie e della comunità educante, per un impatto di numeri importante. In tutto questo avremo forte azione e coinvolgimento degli  istituti scolastici. Altro aspetto non secondario il fatto che le azioni sono destinate ai residenti nelle aree del cratere, tenendo comunque presente che la situazione di emergenza ha portato anche a risiedere temporaneamente fuori dai comuni di abituale dimora e,  laddove sarà possibile, le azioni raggiungeranno anche bambini, famiglie e comunità educanti che risiedono altrove. I numeri sono importanti, la qualità del progetto è ambiziosa - ha concluso-; sarà un impegno gravoso per tutti ma i risultati che già si vedono dalle azioni attivate, ci incoraggiano nel dire che stiamo andando nella giusta direzione". Della complessità del progetto riferita non solo alla gestione ma alla stessa ideazione iniziale, ha parlato  Diego Mancinellinella qualità di rappresentante dei soggetti COOSS Marche e del Forum del Terzo settore della regione che racchiude cooperative sociali, associazioni di promozione sociale e di volontariato " Il progetto non è andato a bando ma a coprogettazione e, seduti a tavolino, abbiamo dovuto coinvolgere un partenariato collaborativo: già questo è stato un primo elemento di resilienza lavorativa. Abbiamo pensato che la "resilienza"e resistenza ad eventi, fosse uno strumento  necessario da  mettere in piedi, anche prospettando un cambiamento e una situazione migliore. Uno dei cambiamenti- ha ricordato Mancinelli-  è stato appunto mettersi a  lavorare insieme e lo si è dovuto fare in un momento in cui anche trovare un interlocutore non era facile. Solo nella provincia di Macerata, dalle grandi cooperative, alle associazioni, dall'ateneo, agli ATS,  abbiamo cercato di mettere insieme 15 soggetti partner . Un lavoro che è durato cinque mesi, ha portato al riconoscimento, approvazione, finanziamento e attivazione del progetto. Ci si muove nella logica di aree interne che mostravano già una fragilità e un forte depauperamento ma noi ci crediamo e l'obiettivo non è solo la restituzione del capitale iniziale, Resiliamoci mira a ricostruire, un tessuto sociale e culturale, capitale umano e sociale del territorio . Il fatto che tutti noi siamo qui da tantissimi anni significa che vogliamo continuare a lavorare qui e con questo metodo che è un punto di partenza significativo e un modello di lavoro per il futuro che insieme  finisce per rafforzare tutti ".

Resiliamoci

I rischi di spopolamento e depauperamento sul territorio a causa del sisma,  insieme al possibile indebolimento della rete associativa presente, sono stati posti in risalto da Simone Bucchi, presidente del CSV, da subito attivatosi per costruire una prospettiva e una rete associativa. "Sono contento che si arrivi a definire un progetto che mette anche nuove energie nel riassetto del tessuto associativo del territorio.- ha sottolineato-  La finalità del Centro Servizi Volontariato è proprio quella di promuovere volontariato, costruire nuove reti, fare animazione territoriale. Penso che oggi stiamo raccontando di come si fa animazione territoriale in un modo molto interessante perchè lo si fa con una rete molto ampia di 40 soggetti, il che non succede spesso. Dentro  ci sono grandi e piccole associazioni, cooperative, enti locali e ATS , il che mi fa ben sperare sulla possibilità di raggiungere gli obiettivi  La presenza dell'università è un elemento di portata senz'altro qualificante. Spero che, una volta terminato il progetto, si possa valutare l'impatto delle nostre attività  sulla comunità" A chiudere la sessione il dott. Valerio Valeriani coordinatore ATS 16,17,18. definendo Resiliamoci, primo e unico progetto che intervenga nel post sisma, con risorse dedicate ad un'area sociale. " Finora non abbiamo ricevuto risorse per fronteggiare l'emergenza sociale che dura da un paio d'anni. Quello che più mi interessa del progetto è il modello di governance- ha affermato Valeriani- e il fatto che, rispetto a dei bisogni e obiettivi che sono stati individuati dagli enti pubblici, è stata messa in atto un'azione di coprogettazione fondamentale che ha mosso tante associazioni per declinare la modalità migliore di risposta. Da parte nostra- ha continuato- abbiamo condiviso le priorità, le linee strategiche e gli obiettivi e su questo i servizi sono potuti partire. Questo credo che sia dunque un modello replicabile perchè rende molto più facile fare le cose  e attiva maggiormente la rete. L'importante è che, anche in maniera composita e a mosaico, si sia in grado di rispondere con delle linee sostenibili ad un determinato tipo di bisogno.Venivamo da un temporale che si è trasformato in tempesta: calo demografico che ci ha fatto predere in due anni il 3 per cento dei residenti, 12 per cento degli immigrati, per ogni nato ci sono in media 2,5- 3 deceduti, necessità imperante di ricostruire la comunità, crisi istituzionale e dei comuni. Difficoltà di acquisire risorse che debbono essere guadagnate atraverso strumenti progettuali complessi e importanti, alle volte di natura europea che si rimangiano per la gestione un 30 -40 per cento di quello che elargiscono. Sotto la lente di ingrandimento anche la gravissima crisi finanziaria : " Dal 2014 non abbiamo più un Fondo unico e stiamo gestendo un incremento di  prese in carico superiore del 30 per cento, con oltre il 30 per cento in meno di risorse e, in questa nuova situazione del post sisma, sempre più abbiamo necessità di individuare delle linee progettuali dei bisogni da risolvere che per trovare soluzione, necessitano di una composizione di progetti e di interventi che vengano da più parti. Interveniamo su più aspetti  cercando di svolgere il nostro lavoro, pescando da più parti e con tutta la parte fondamentale delle politiche attive, coinvolgendo il più possibile la rete che c'è.  L'aiuto che può essere fornito dall'università con la quale stiamo portando avanti progetti- ha osservato-,  è  anche nel capire il cambiamento della composizione demografica della popolazione rispetto a due anni fa; su questo è necessario avere una conoscenza più precisa di quello che è accaduto, sia per rspondere meglio sul territorio,  sia per fornire strumenti al sistema complessivo per rispondere meglio alle tante tragedie che periodicamentew ricorrono. Un altro tema  degli ATS è quello di andare a cercare risorse per mantenere servizi per coordinarli e per dargli qualità perchè con basse risorse creiamo solo luoghi assistenziali e parcheggi. Dobbiamo dunque lavorare per mantenerli perchè c'è da creare le condizioni per farcele rimanere le persone". 

C.C.

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Giovedì, 06 Dicembre 2018 16:41

Erogazione Gas sospesa nelle Sae: Pasqui sbotta

Nuove difficoltà inaspettate per alcuni dei terremotati che vivono nelle S.A.E. di Camerino, ai quali è stata interrotta l'erogazione del gas metano da parte di Eni Gas e Luce, nonostante le agevolazioni stabilite con la delibera 252/2017, che esenta i terremotati con casa inagibile (e quindi anche chi oggi abita nelle Soluzioni abitative di emergenza) dal pagamento dell'attivazione e dei costi fissi delle bollette (acqua, luce e gas) per tre anni dal giorno del sisma.  Senza applicare le agevolazioni e calcolando dunque tutte le spese, la ditta aveva inviato le bollette ai terremotati. Chi si è visto recapitare le bollette sbagliate, ha provveduto immediatamente ad inviare una lettera di reclamo per ricalcolare i giusti importi, dopo aver contattato Eni e aver fatto presente l'errore, ed essere stata invitata a non pagare le bollette in attesa della correzione. Nonostante questo, Eni ha prima inviato una diffida di pagamento ai terremotati, e poi ha provveduto a staccare le forniture del gas metano dalle casette.  Per questo, il sindaco di Camerino, Gianluca Pasqui, ha prontamente provveduto ad inviare una lettera a Eni Gas e Luce (fornitore del servizio) e a ItalGas (proprietario della rete), e contestualmente alla Procura della Repubblica, alla Regione Marche e alla Protezione civile nazionale e regionale. “Si intimano gli enti in indirizzo a ripristinare immediatamente l’erogazione del servizio – questo il testo della lettera inviata – in quanto gli allacci, in regime di emergenza post sisma, sono gratuiti per cui tale interruzione non appare giustificata. Si invita la Procura della Repubblica a verificare se vi siano estremi di reato per interruzione di pubblico servizio”.

Interruzione di pubblico servizio inaccetabile anche per l'assessore regionale alla protezione civile Angelo Sciapichetti, intervenuto sulla questione per dire che " cittadini già duramente colpiti dal sisma non possono trovarsi senza la possibilità di riscaldarsi e cucinare. Siamo al fianco delle famiglie costrette a subire l'ennesimo disagio- ha detto- per fatti non imputabili alla Regione. Ciò nonostante la Regione Marche, non appena venuta a conoscenza dell'interruzione del caso, che riguarda 4 famiglie, ha provveduto tempestivamente a contattare i referenti Eni, chiedendo che venga risolto il più velocemente possibile un disservizio non imputabile alla Protezione Civile regionale.  La scelta del fornitore dei servizi- ha concluso Sciapichetti- è infatti in capo all'assegnatario della casetaa secondo le regole del libero mercato". 

Con una nota anche i responsabili di Cisl Macerata Silvia Spinaci, Cisl di Camerino Rocco Gravina e Adicosnsum, hanno fatto sapere di aver ricevuto conferma da parte dei vertici nazionali di Eni Gas e Luce che domani stesso la questione verrà risolta con la riattivazione delle utenze delle Sae di Camerino.

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Il sindaco di Belforte del Chienti, Roberto Paoloni, è stato eletto nel consiglio nazionale di Legautonomie durante il congresso che si è svolto ieri.

Cento gli amministratori eletti nel consiglio presieduto dal sindaco di Pesaro, Matteo Ricci; l'unico sindaco del Maceratese è Roberto Paoloni.

"Me ne rallegro - dice - perchè siamo stati scelti per l'attività svolta sul piano amministrativo dal nostro Comune. E' un riconoscimento dell'attività svolta e del valore che Belforte ed io abbiamo dato da sempre alla collaborazione tra enti. E' la collaborazione, infatti, che deve portare al miglioramento delle funzioni associate tra i piccoli Comuni. Questo significa rafforzare l'efficienza e la qualità dei servizi. E' una cosa che noi con i Cinque Comuni stiamo già facendo ma la devono fare anche le Unioni Montane che dovrebbero avere un ruolo di coordinamento anche viste le difficoltà in cui verte la Provincia rispetto ad una riforma con completamente definita". 

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Il prossimo 13 dicembre è in programma la riunione del consiglio nazionale in cui ci sarà l'elezione del consiglio direttivo di Legautonomie.

"Si tratta di una storica associazione - dice Paoloni - composta da amministratori regionali, provinciali e comunali che si occupa di promuovere e valorizzare il ruolo dell'amministrazione in funzione dell'autonomia di gestione degli enti, ma con una forte attenzione ad una sinergia tra i mondi delle istituzioni".

Giulia Sancricca

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