Notizie di politica nelle Marche

Martedì inizieranno gli interventi di pulizia del centro storico, insieme a quelli di rimozione dei materiali di cantiere e delle macerie provocate dalle messe in sicurezza e dalle ultime scosse di aprile. E’ la decisione maturata a seguito dell’incontro avvenuto questa mattina presso la sede provvisoria del comune di Camerino ed a cui hanno partecipato il sindaco, Gianluca Pasqui, il responsabile dell’ufficio tecnico, ing. Marco Orioli, il funzionario del Cosmari, Paolo Domizi. E due dipendenti della stessa azienda.

“E’ vero che il nostro centro storico è chiuso ed è altrettanto vero che sono in corso continui lavori – ha affermato Pasqui – ma è anche vero che molti cittadini, accompagnati dai Vigili del Fuoco, ancora raggiungono le loro abitazioni per recuperare oggetti. Chi lo fa, lo fa con il cuore già devastato da quello che ha vissuto e dai ricordi che inevitabilmente gli tornano alla mente; vedere l’erba sui vicoli o uno scenario di desolazione, è qualcosa che possiamo e dobbiamo evitare. Per questo, oltre alla pulizia straordinaria che avvieremo martedì insieme al Consmari, che ringrazio per la prontezza e la sensibilità, abbiamo deciso di ripristinare un servizio di pulizia e manutenzione del centro storico con cadenza quindicinale.

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Ad un anno e sette mesi dal sisma, a Camerino tornerà ad essere percorribile via Parisani. Ultimate le messe in sicurezza nelle parti danneggiate della basilica di San Venanzio che avrebbero potuto costituire pericolo per l’incolumità pubblica, con l’avvicinarsi della vigilia della festa del patrono e gli eventi dell' Offerta dei ceri e accensione del tradizionale falò, la via tornerà ad essere fruibile. La conferma viene dall’ingegnere Marco Orioli, dell’ufficio tecnico comunale: “ Stiamo predisponendo la riapertura; in un paio di giorni confidiamo infatti di riuscire ad ultimare le pulizie generali e a completare le verifiche finali per consentire il ripristino della viabilità sulla via che gira intorno al complesso di San Venanzio. Salvo condizioni meteo avverse – aggiunge l’ingegnere Orioli- tempo 2-3 giorni dovremmo riuscire a riaprire anche viale Giacomo Leopardi; come noto la chiusura era stata determinata da un problema riscontrato in un edificio a torre incombente sul tratto di strada di largo Et Poi Si more. Si sta lavorando per il ripristino della normale viabilità anche in via Farnese, interdetta a causa di un peggioramento delle condizioni dell’Arco Vannucci, per il quale si è provveduto subito ad avviare con urgenza le procedure di messa in sicurezza e, anche in questo caso, tempo due –tre giorni la via verrà riaperta”. Tempi più lunghi di attesa invece per poter rientrare in piazza Cavour: La problematica in questo caso è riferita ai campanili della cattedrale che hanno subito un peggioramento del danno in seguito alla scossa di aprile. “ Ho visto un progetto di massima redatto dal tecnico che lo sta affinando - afferma Orioli- tuttavia, considerata anche la mole dei campanili, da una prima analisi si è capito che l’ intervento da farsi è abbastanza rilevante. Mi riservo i prossimi giorni di verificarlo, credo comunque che i lavori da eseguire saranno di un certo livello”.

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Consegnate le ultime Sae, completando un percorso che è dovuto passare anche attraverso un giudizio del Tar delle Marche che ha dato ragione all'amministrazione comunale di Caldarola. "Purtroppo – le parole dell'assessore Gianni Fiastrelli – siamo stati costretti a difenderci, con l'assistenza dell'avvocato Sergio Liberati, davanti al giudice amministrativo contro il ricorso presentato da uno dei proprietari dei terreni su cui sorgono le casette che aveva impugnato i provvedimenti dell'amministrazione che disponevano l'immediata occupazione d'urgenza del terreno stesso per realizzarvi alcune casette necessarie per far fronte all'emergenza determinata dal terremoto".

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Il giudice amministrativo ha dato ragione alle scelte operate dall'Amministrazione. "Anzitutto – continua Fiastrelli ( sopra nella foto a destra ) – il Tar ha ritenuto legittime le motivazioni alla base della scelta delle aree su cui collocare le casette, prima fra tutte il dare la preferenza alle aree già urbanizzate con destinazione residenziale al fine di non intervenire con ulteriori trasformazioni del territorio in una zona già duramente colpita dal sisma. Inoltre come comune avevamo ritenuto prioritario individuare aree vicine all'abitato esistente anche al fine di mantenere aggregato il tessuto sociale. E su questo il tar ci ha dato ragione".

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Di seguito una sintesi della sentenza

La scelta delle aree su cui collocare le casette è stata, dunque, ritenuta legittima dal giudice in considerazione del fatto – come si legge nella sentenza –
sussistono valide motivazioni a supporto, prima fra tutte il dare la preferenza alle aree con destinazione residenziale "al fine di non intervenire con ulteriori trasformazioni del territorio".

Infine il comune non dispone di aree di proprietà pubblica sufficienti allo scopo e si è ritenuto prioritario individuare aree vicine all'abitato esistente "anche al fine di mantenere aggregato il tessuto sociale".

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A Caldarola, alla presenza del Commissario straordinario per la ricostruzione Paola De Micheli ,del governatore delle Marche Luca Ceriscioli, del direttore del dipartimento nazionale di Protezione Civile Angelo Borrelli, dell'arcivescovo Francesco Giovanni Brugnaro, è stata completata la consegna delle casette.

35 soluzioni abitative di emergenza e altrettante famiglie, a chiudere il cerchio di una comunità che, secondo le parole del sindaco Luca Giuseppetti , si i è ricostituita, o quantomeno, si sta ricostituendo. Fra i 35 assegnatari figurano anche i nostri collaboratori di redazione Fabio Ubaldi e Vincenzo Finocchio.

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Insieme all’arcivescovo Brugnaro , la Commissaria De Micheli e le altre autorità, prima della consegna delle SAE, hanno voluto far visita alle suore del Monastero di Santa Caterina, da pochi giorni riunite nella sorta di monastero provvisorio che ha consentito loro di restare attaccate alla gente.

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“Finalmente abbiamo chiuso il discorso delle SAE - ha detto il sindaco-; oggi le ultime 35 per un totale di 104 e siamo felici di aver assicurato un tetto anche alle nostre monache rimaste senza la loro casa . Quando si vedono concittadini rientrare nel proprio paese, credo che sia la cosa più bella dall'inizio di questo terremoto. Un sindaco – ha proseguito Giuseppetti- non vede l'ora di vedere ripartire l’attività sociale del paese. Il terremoto ci ha messo in ginocchio per quel che riguarda le nostre abitudini e i luoghi che frequentavamo come la piazza e tanti altri gioielli, tuttavia , non dobbiamo mai dimenticare che dobbiamo ripartire proprio dal tessuto sociale e, il tessuto sociale , riparte solo se tornano a casa i cittadini”.

Consegna bagnata consegna fortunata”- ha commentato l'onorevole Paola De Micheli- le chiavi infatti, sono state distribuite agli assegnatari , sotto una pioggia battente e un autentico nubifragio.

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“Una novità assoluta -ha rimarcato il presidente Ceriscioli che ha aggiunto: “ Ogni completamento di aree SAE, ogni consegna di casette, sta a significare la ricostituzione di comunità che vogliono vivere sul loro territorio e permettono di pensare anche alla ricostruzione. ” A proposito di numeri riferiti alle consegne delle SAe , Ceriscioli ha ricordato che “ Caldarola è il ventiduesimo comune che giunge al completamento; ce ne sono altri quattro e di questi, due sono in dirittura d’arrivo e altri due che arriveranno a chiudere il cerchio un pochino più avanti.. Con quelle di oggi- ha continuato il governatore- superiamo le 1500 casette realizzate in 78 aree diverse del territorio, quindi, distribuite vicino alle comunità. Ogni volta che diamo l'ultima casetta, segnaliamo che è un passo importante: significa che la comunità si è ricostituita avendo fatto la scelta di tornare vicino alle persone che conoscono, i luoghi che hanno sempre frequentato, nelle loro radici. La comunità – ha sottolineato- è la miglior ricetta per affrontare un momento difficile come la ricostruzione che prevede tempi lunghi, problematiche di tutti i tipi Il terremoto è stata una cosa enorme nelle Marche, per fortuna con un numero limitato di vittime, ma tantissimi danni e, sappiamo che superare questa fase, significa mettere la testa nella fase successiva della Ricostruzione. La fase più importante, quella che ci riporta a casa nostra”.

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Una giornata speciale anche per il nostro arcivescovo Francesco: “Sono stato contento, innanzitutto perché si sono completate le consegne delle casettee la gente ha finalmente un momento di respiro e di fiducia. Soddisfazione c’è in me anche per l'esperienza stessa del monastero, per la quale ho voluto ringraziare le autorità che hanno saputo creare per le monache, una situazione di adattamento alla vita della gente, nella loro scelta di vivere le stesse difficoltà della popolazione. Credo che la loro sia una grande testimonianza di carità- ha continuato Brugnaro- Una carità umile e semplice e le autorità sono andate incontro alle esigenze minimali della vita monastica, permettendo alle monache di vivere, come è nel loro spirito, nella preghiera, nel lavoro, nella serenità e nell’ accoglienza”. 

Il tessuto sociale del paese dei Cardinali Pallotta, si va dunque ricostituendo ; ovvia la soddisfazione del sindaco Luca Giuseppetti e del vicesindaco Debora Speziani che ha seguito di persona tutta la vicenda delle Sae e delle famiglie , subito messesi all’opera per personalizzare quella che sarà da qui ai prossimi anni, la propria abitazione.

Sempre a Caldarola, nella medesima giornata, si è tenuta anche una  cabina di regia con la Commissaria De Micheli, alla quale hanno partecipato il capo dipartimento della protezione civile Angelo Borrelli, il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli e gli assessori regionali Giuseppe Chianella (Umbria), Claudio Di Berardino (Lazio) e Giorgio D'Ignazio (Abruzzo). Sottoposti  alle Regioni , i primi testi delle norme che la prossima settimana verranno presentate ai Gruppi ParlamentariTra i provvedimenti di legge di modifica illustrati dall'onorevole De Micheli,  quelli relativi all'estensione   oltre il 31 maggio della proroga per la sospensione della restituzione della busta paga pesante( da allungare anche da due a cinque anni) e quelli che mirano a rendere omogenee le agevolazioni della zona franca urbana. Sul tavolo anche  misure per regolarizzare le difformità delle abitazioni danneggiate al fine di velocizzare l'iter della  presentazione delle domande per la ricostruzione e la questione delle casette abusive.   La Commissaria De Micheli,  incontrerà i Gruppi parlamentari, i prossimi 15-16 e 17 maggio.

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Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, nelle Marche a Bolognola (MC) per l'inaugurazione della sede temporanea degli uffici comunali, al termine dei lavori di ricostruzione post sisma, ricavata dalla ristrutturazione della ex caserma della Forestale. 
 
Oltre alla sede del Comune, lo stabile ospita anche due appartamenti dove potranno vivere altrettante famiglie sfollate  rimaste senza casa. L’azienda Ikea ha donato i mobili dei due appartamenti 
Potrebbe essere una delle ultime, se non l'ultima, uscite da presidente del consiglio. 
La visita era stata rinviata ad oggi la scorsa settimana per le cattive condizioni meteo.  L' edificio è la prima opera pubblica ricostruita  dopo il terremoto in tutto il maceratese.
Ad accogliere Gentiloni con il sindaco Cristina Gentili, la Commissaria De Micheli , il Capo della Protezione Civile
Borrelli, il presidente della Regione Ceriscioli e l'assessore Sciapichetti, il Senatore e sindaco Pazzaglini di Visso,l' l'onorevole Patassini, il prefetto Preziotti, l'arcivescovo Francesco Brugnaro e le massime autorità militari, insieme a colleghi sindaci di altri comuni.
 
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I bambini delle scuole del paese con il preside Cavallaro, hanno accolto l'ex premier che è arrivato puntualissimo e ha tagliato il nastro della nuova sede comunale provvisoria tra gli applausi di tutti i presenti.
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Il Sindaco: " Siamo un identità che non va assolutamente abbandonata e per quanto i numeri siano piccoli oggi dimostriamo che anche i piccoli numeri sono capaci di grandi cose."
De Micheli: " Il presidente Gentiloni ha fatto molto non facendo mai mancare vicinanza a chi ha subito un drammatico evento.
Per Bolognola è un nuovo inizio con le istituzioni che aiutano a risolvere i problemi. Ci auguriamo che nuovi pezzi siano ricostruiti in questi territori. La collaborazione tra istituzioni vince la burocrazia. In questo spirito oggi è bene ricordare che nemmeno per un minuto molleremo i temi della ricostruzione. A Caldarola oggi un tavolo per illustrare le modifiche normative per adattare alle reali condizioni del cratere sismico le disposizioni. Credo che maggio sarà un mese molto importante e mi fa piacere che inizi con la ricostruzione realizzata opera per la quale il grazie va alla determinazione del sindaco e dei cittadini che vogliono continuare a vivere qui nonostante la paura e la sfiducia generale andando controcorrente e con le istituzioni che hanno dato una mano per raggiungere il risultato. La determinazione è più forte di ogni ostacolo." 
 
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Gentiloni:" questo e un paese in cui radici dei borghi e piccoli centri, sono assolutamente fondamentali e concorrono a fare dell' Italia un paese competitivo a livello internazionale. Venivo a sciare da queste parti e conosco la bellezza di queste montagne. È straordinario ciò che è capitato sulle spalle dei sindaci in questo drammatico evento. I sindaci non avrebbero mai pensato che la loro candidatura avesse potuto nascondere tante difficoltà. Se sono qui è anche per rendere omaggio alle straordinarie forze che mettono in campo i sindaci in un impegno eroico reso particolarmente difficile dalle dimensioni dell' evento sismico, di una gravità mai ricordata nella storia. Catastrofi naturali che hanno visto il prolungarsi degli episodi e delle situazioni da affrontare. Un lungo percorso che vede il 96 % delle Sae completate.
Non ci sono problemi per le risorse economiche anche se dobbiamo sapere che la ricostruzione durerà mesi e anni.
Vera emergenza è la fiducia per la quale è necessario investire per far sentire queste persone al centro dell' attenzione.
Restituire fiducia, investire nella responsabilità pubblica per mettere rapidamente le persone in grado di vivere qui, di far restare imprese e gradualmente portare avanti la ricostruzione. Passi graduali continui perché la fiducia riprenda.
L'opera inaugurata prevede un mix di uffici comunali e residenza per famiglia. E' stato costruito un simbolo pubblico- privato che mi auguro sia di buon auspicio. Sarà mia cura sottolineare col prossimo governo che, questioni di emergenza e ricostruzione per le popolazioni terremotate, restino al centro dell' azione del governo.
Il messaggio che bisogna dare a chi vive qu,i deve essere quello della continuità. Cambiano ispirazioni politiche dei paesi ma non bisogna abbandonare la strada che ha portato dei risultati. "
Che il segnale di speranza di oggi, sia un segnale che possa presto toccare  sempre un maggior numero di situazioni".
 
Nella foto sotto, la consegna delle chiavi alle due famiglie di Bolognola
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di Carla Campetella
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“È una vergogna quanto sta avvenendo in merito all’ospedale unico d’area vasta. Esprimiamo la nostra totale contrarietà”. E hanno intenzione di convocare anche tutti i sindaci dell’entroterra maceratese per un confronto sul tema. A definire una vergogna le recenti novità in merito all’ospedale unico e all’area designata per l’edificazione (dove sono state trovate tracce di diossina) in zona Pieve a Macerata, è il segretario del comitato per la difesa dell’ospedale di San Severino, Mario Chirielli. 

Secondo il direttivo è grave che tutti i primi cittadini, in special modo quelli da Macerata verso la montagna, si dicano favorevoli alla mega struttura che dovrebbe costare 120milioni di euro e che siano “caduti nel tranello della querelle. Stanno firmando la loro condanna a morte e soprattutto quella dei loro ospedali”.

Già nei giorni scorsi il vicepresidente del comitato Marco Massei era intervenuto con un commento sull’argomento e ieri sera, nel corso di una riunione, è tornato a ribadire la propria posizione: “Siamo tutti d’accordo nel sostenere quella che sarebbe un’ovvietà ma che, non avendolo fatto nessuno fin ora, è in realtà una cosa originale. La cosa più logica da fare - sottolinea - sarebbe stata quella di bocciare l’ospedale unico e di chiedere che i 120milioni di euro previsti per la sua costruzione venissero ripartiti fra le strutture esistenti per poi metterle in rete, ognuna con le proprie specializzazioni”. Così, sostengono, non solo si risparmierebbe, ma si salverebbero le strutture locali. Infatti secondo Massei e il comitato, il battibecco tra Macerata e Montecosaro sarebbe solo un modo per sviare l’attenzione dalle reali problematiche: “Questi sindaci non hanno capito che la querelle è funzionale alla giunta regionale per aprire le porte alla sanità privata. Infatti - incalza - nel frattempo che disquisiscono sull’ospedale unico, depauperano le strutture locali ma arriveranno ad un certo punto in cui si renderanno conto che i soldi per costruire la mega struttura non ci sono e che quelle già esistenti saranno praticamente diroccate. Ed è così che arriveranno i privati, come i salvatori della patria. Nel pesarese - aggiunge poi - già 13 sindaci si sono uniti per dire no all’ospedale unico e stanno creando grossi problemi”.

Così l’appello ai sindaci a prendere esempio dai colleghi della provincia di Pesaro, ad essere “illuminati” anziché litigare per quello che in realtà il comitato reputa solo uno specchietto per le allodole: “Ce ne fosse uno di sindaco illuminato che punti i piedi e dica di no. Si stanno beccando uno con l'altro come i polli ma specialmente i primi cittadini dell’entroterra, da Macerata verso la montagna, dovrebbero capire che così facendo firmano la loro condanna a morte. Non si salverà né San Severino, né Camerino, né Matelica né Tolentino”.

Prossimo passo del comitato è invitare i sindaci dell’alto maceratese per un confronto sull’argomento e continuare anche a mantenere alta l’attenzione sull’ospedale di San Severino. Infatti, secondo uno dei membri, Carlo Bassano, “sono sei anni che ci diamo da fare, ci siamo battuti in tutte le sedi possibili, eppure sembra che alla stragrande maggioranza dei settempedani l’argomento non interessi più di tanto”. 

g.g.

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No allo scaricabarile sulle responsabilità e sui ritardi”. Così il sindaco di Camerino Gianluca Pasqui nel fornire dei chiarimenti in relazione alla notizia che parla della consegna per sabato delle casette nelle aree di Vallicelle e Le Cortine e del completamento delle consegne a luglio per tutte le altre aree. Al riguardo, proprio ieri si è tenuto in Regione un incontro, cui hanno preso parte, il presidente Ceriscioli, Sara Giannini e rappresentanti delle ditte dell’Erap.Secondo quanto riferito dal segretario comunale Montaruli presente alla riunione, Sara Giannini si sarebbe raccomandata con le ditte, affinchè  non venga superato per tutte le casette,  il termine massimo ultimo di consegna del  24 agosto, coincidente con il biennio dalla prima scossa.

Il sindaco di Camerino ha rimarcata la volontà di tenersi lontano dalle polemiche, chiarendo che per la città ducale si era parlato della possibilità di riuscire a consegnare a breve le 5 casette di Vallicelle, pur esistendo ancora grossi dubbi su tale possibilità. Dubbi maggiori quelli riferiti poi alla consegna delle 43 SAE dell’area Le Cortine. “ La problematica di fondo- ha detto Pasqui- è che ieri c’è stato l'ennesimo incontro in Regione per parlare di SAE ma credo che sostanzialmente non c'è ancora da parte dell’ente regionale la reale consapevolezza dei problemi che ci sono. All'ultima riunione a Camerino era presente anche Angelo Borrelli e, abbiamo fatte presenti le difficoltà dell’ allaccio del gas ; in quell’occasione, il Capo della Protezione Civile nazionale ci aveva garantito che vi sarebbero stati doppi turni di operai per accelerare le consegne. Ogni volta la sensazione è quella che si tenda a fare un’azione di scaricabarile; da parte mia- ha continuato il sindaco- mi assumo la responsabilità della scelta politica delle aree che comunque sono state validate dalla Regione, depennandone alcune e confermandone altre. Se fossero state aree difficili anche quelle validate , perché sono state validate? Avrebbero dovuto depennarle tutte e ne avremmo trovate di nuove. Dunque è bene fare chiarezza e la facciamo in maniera limpida sui dati perché se il ritardo è dovuto al fatto che Camerino ha aree SAE più difficili, allora mi dovete spiegare come mai a Castelraimondo, in un’area pianeggiante, le 9 SAE sono state consegnate solo 20 giorni fa.

Se dunque il problema sono le aree (e, per carità non lo discuto e me ne sono sempre attribuita la paternità politica e non tecnica, visto che l'okay tecnico lo dà la regione Marche), se non erano buone, mi si doveva dire che non erano buone. Quello che ha ancora dell’incredibile sono i 7 rinvii di cronoprogramma e cambiamento di date per ben 7 volte. Allora qui non si può giocare; avevano promesso i doppi turni presente il dottor Borrelli ma evidentemente c’è un problema di fondo: l’operazione probabilmente andava contrattualizzata in maniera diversa ma il contratto con l’azienda non è di competenza del comune. Ho cercato anche di intervenire per capire fino a dove potevo arrivare con l’azione dell’amministrazione e un legale mi ha chiarito che, in materia di SAE, il comune non è titolato a poter fare nessun genere d’intervento”.

Pasqui ha anche detto che qualora si vogliano fornire delle date di consegna, sarebbe perlomeno auspicabile sincerarsi della fattibilità della consegna. “ Nell’area Le Cortine c’è un problema di allaccio del gas e potrò dare una data certa di consegna delle 43 casette, solo una settimana dopo il completamentio dell'allaccio del gas. Allora è inutile che si dica che il ritardo è dovuto alla scelta delle aree che comunque sono figlie del Ok tecnico della Regione, diversamente da tutte le altre aree camerti considerate con provvedimento, Le Cortine è stata giudicata dall’ente regionale quale unica area perfetta.

Detto questo- ha concluso il sindaco-  io continuo a ringraziare chi sta lavorando per la città ma non facciamo gli scaricabarile perché ognuno ha le sue competenze ed è la Regione che deve lavorare per garantire i doppi turni e stabilire come fare per procedere con maggiore velocità.

Secondo il cronoprogramma aggiornato all’8 maggio 2018 i termini della consegna nelle aree SAE di Camerino sono i seguenti: prossima settimana per Vallicelle B; fine giugno-metà luglio per Vallicelle C;   Le Cortine ovest A, Le Cortine ovest B, Le Cortine ovest C , in corso l’allaccio del gas e consegna dopo 1 settimana dal completamento; metà agosto per Sant'Erasmo, Vallicelle A , Rocca Varano; metà giugno per Le Cortine centro;   fine giugno per Le Cortine est ; metà luglio per Area San Paolo via Ottaviani  (compreso ampliamento); metà luglio per la frazione di Mergnano ; fine luglio per Piegusciano;  entro il 24 agosto per Le Cortine ampliamento ; ultima ad essere consegnata l' area SAE di Arcofiato, con termini ancora da definire.

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“Perché nessun sindaco del maceratese non spariglia le carte della chimera dell’ospedale unico?”. L’avvocato Marco Massei, vicepresidente del comitato per la difesa dell’ospedale di San Severino, torna a riflettere su un argomento importante come quello dell’ormai mitologico ospedale unico. 

Nella zona designata dall’algoritmo (un terreno in zona Pieve, Macerata) utilizzato dalla Regione per individuare l’area più baricentrica per la provincia, sono state recentemente trovate tracce di diossina e questo ritrovamento ha spinto Massei ad esternare un’idea che “da tempo mi frulla in testa. Perché nessun sindaco scombina le carte? Nonostante appare ovvio che la Regione Marche non reperirà mai gli oltre 100milioni di euro necessari per costruire l’ospedale unico - spiega - nessuno dei sindaci ha fatto notare che il problema vero per i cittadini (tutelare il diritto alla salute) non è stabilire dove si dovrà erigere il nuovo ospedale ma, invece, contestare proprio il concetto di ospedale unico, cioè bocciare il ragionamento impostato a monte. Infatti, per lo scaltro governatore marchigiano - aggiunge -  la lotta in corso tra i vari sindaci per accaparrarsi la struttura è funzionale ad almeno due obiettivi evidenti”. Quali sarebbero questi obiettivi? “Innanzitutto far beccare tra loro i primi cittadini come i polli di Renzo di manzoniana memoria”. Così facendo, sostiene Massei, regnerebbe il dividi et impera. Secondo obiettivo, quello di spostare l’attenzione dal problema a “monte” (cioè migliorare la tutela del diritto alla salute tenendo in considerazione la particolarità di una Regione diversa da territorio a territorio,  con distinte realtà di viabilità, di economia) a quello a “valle” (cioè dove ubicare quello che poi rimarrà solo una chimera, l’ospedale unico).
“Credo che allora la vera mossa del cavallo sarebbe quello di unire i territori - torna a dire - quantomeno i più disagiati, e con una voce unitaria pretendere di destinare le risorse ingenti che si dovrebbero spendere per la costruzione dell’ospedale unico, sulla ristrutturazione delle buone strutture esistenti, mettendole in rete, al fine di valorizzare le specializzazioni già presenti.
Anziché un polo unico - propone - creare dei poli territoriali (ognuno con delle specializzazioni) da mettere in rete: sarebbe una soluzione più economica, più vicina ai cittadini, e in sostanza più equa”.

Infine, aggiunge Massei, a completamento di una politica di tutela della salute decentrata, attenta ai territori, (“anziché accentatrice”), munire le aree vaste di personalità giuridica autonoma, in maniera da originare un’autonomia gestionale più aderente alle esigenze del territorio.

“Che la diossina sia l’occasione per aprire gli occhi e per mettere la salute al primo posto dell’azione politico-amministrativa - conclude - senza abboccare all’amo di turno lanciato nei singoli piccoli stagni”.
g.g.

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Il giorno della verità nelle Marche sarà martedì, quando in Consiglio regionale si discuterà la proposta di legge Bisonni per tagliare i vitalizi ai Consiglieri regionali.

In base alla legge regionale 29 luglio 2008 n. 25 attualmente gli assegni vitalizi vengono determinati sulla base dell'indennità mensile erogata ai Consiglieri regionali nel mese di dicembre 2005; se vi chiedete perché una legge del 2008 fa riferimento all'indennità del 2005 (ossia di 3 anni prima) la risposta è semplice ed è perché in quel anno essarisultava la più alta di tutta la storia del Consiglio regionale delle Marche.

Con la mia proposta – afferma Bisonni - i vitalizi saranno calcolati con riferimento a quella attualmente in vigore che è una tra le più basse di sempre. Si sarebbe potuto proporre l'abolizione totale dei vitalizi ma questa proposta rischiava fortemente di essere impugnata in quanto non rispettosa dei diritti acquisiti; così ho preferito puntare ad un traguardo raggiungibile e concreto piuttosto che puntare ad una meta utopica che avrebbe dato modo ai partiti e ai loro esponenti di avanzare delle scuse per non votare la mia legge. E così mentre tutti gli altri continuavano a riempirsi la bocca di slogan e di propaganda – continua Bisonni - il sottoscritto lavorava ad una proposta di legge concreta e fattibile che se approvata farà risparmiare ai marchigiani 980 mila euro ogni anno, soldi che potranno saranno investiti, per il 90% a vantaggio delle famiglie con alunni disabili o in situazioni di svantaggio e per una percentuale pari al 10 % per la realizzazione di un Centro di Recupero degli Animali Selvatici”. Una proposta che, stando a Bisonni, ha subito l’ostruzionismo di molti, e che la Comissione Bilancio si sarebbe rifiutata di analizzare. Una legge scomoda, così la definisce, “perché probabilmente al di là delle chiacchiere a nessuno interessa realmente toccare certi privilegi, tant'è che a proporre questo taglio non è il M5S o la Lega o qualsiasi altro partito ma una persona indipendente e libera come il sottoscritto”. Martedì prossimo la legge approderà nell’aula consiliare senza il parere della Commissione referente “e lì si vedranno gli uomini che avranno il coraggio, l'onestà e la coerenza di votare il taglio dei vitalizi e coloro che invece pur riempiendosi la bocca di finti proclami, troveranno mille scuse e scusanti per non votarla. So già le ridicole obiezioni - conclude - che hanno in mente di avanzare, e ho già pronte le risposte”.
g.g.

 

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Portata a termine nei 150 giorni previsti dalla Commissaria per la Ricostruzione ,la microzonazione sismica di terzo livello. I risultati, già pronti per essere utilizzati, sono stati ufficialmente presentati al Capo del Dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli e alla Commissaria De Micheli, nella sede centrale del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) . Le attività sono state svolte dal Centro per la Microzonazione Sismica   (Centro MS) coordinato dal CNR, a supporto delle zone colpite dal sisma del 2016.

Ne ha dato notizia a Camerino, il prof. Pierluigi Pierucccini che fa parte del Comitato nazionale di microzonazione sismica. Rientrato dalla riunione romana, il docente camerte che insegna all’Università di Siena, ne ha riferito prendendo la parola nel corso dell’incontro di presentazione del Comitato “ Concentrico”.

Strumento che consente di studiare le caratteristiche geomorfologiche e geologiche locali che intervengono nell’alterazione del moto sismico e, per quanto possibile, di quantificarne l’entità, la microzonazione sismica riveste quindi un ruolo chiave per la pianificazione del territorio e il supporto alla progettazione degli interventi sui manufatti.

“ Al commissario della Ricostruzione, agli enti regionali e comunali e a tutti i partecipanti compresi i tecnici, le università, gli enti di ricerca- spiega il prof. Pieruccini – sono stati presentati i risultati della microzonazione sismica di terzo livello che ha riguardato tutti i 142 comuni dell'area interessata dal sisma, finanziata dalla struttura commissariale con un decreto che risale a maggio del 2017, anche se l’iter in verità era già iniziato a febbraio 2017. Essendo stati validati quasi tutti gli studi – aggiunge- da questo momento in poi, i risultati diventano operativi, il che significa che vengono messi a disposizione delle amministrazioni comunali che già li hanno ricevuti e che hanno come tramite i tecnici che li hanno realizzati. L’operazione infatti, è stata fatta sotto la supervisione e il supporto degli enti di ricerca ma, gli studi sono stati realizzati da geologi scelti sul territorio, comune per comune. Vale a dire che ogni comune ha come proprio riferimento il geologo del territorio che è il soggetto che materialmente ha eseguito il lavoro con il nostro supporto e aiuto .

La microzonazione - ricorda Pieruccini- esiste dal 2009; è una legge dello Stato che è stata finanziata dopo il terremoto dell'Aquila; era auspicabile che i comuni, soprattutto quelli il cui territorio è ricompreso in zone più pericolose, se ne fossero già dotati, in quanto strumento che serve per la prevenzione sia dell'emergenza sia della pianificazione territoriale e che, a livello del territorio nel suo complesso, fornisce  gli strumenti per dire dove ad esempio costruire una scuola, un ospedale o un nuovo quartiere , dove è meglio farlo in un modo o farlo in un altro modo dal punto di vista tecnico, perché tecnicamente si può fare qualsiasi cosa, anche se ovviamente cambia l'opportunità e cambiano i costi. Lo strumento dunque già esisteva; con il terremoto del 2016, il Commissario si è convinto della necessità della microzonazione di terzo livello per avviare l'attività di ricostruzione e lo strumento ha ottenuto anche un cospicuo finanziamento di complessivi cinque milioni di euro  per un’ azione che si è estesa a tutti comuni colpiti e che, data l’urgenza, ci è stato richiesto che fosse fatta rapidamente. E’ stata portata a termine nei 150 giorni previsti dal Commissario e  ne abbiamo presentato i risultati ; l’auspicio successivo è che tutti gli enti locali ne prendano coscienza e conoscenza la diffondano ai cittadini perché la microzonazione non è altro che una nuova carta con tanti colori in cui cittadini troveranno che la propria casa è in una chiazza di un colore piuttosto che un altro e quel colore corrisponde a dei numeri e , a loro volta i numeri corrispondono a un pericolo potenziale che c'è per il prossimo terremoto.

E’ dunque un suggerimento su come pianificare gli interventi alla scala del comune, non alla scala del singolo edificio; alla scala del singolo edificio infatti spetta al tecnico ingegnere o progettista che è pienamente responsabile ma, alla scala del comune è di estrema importanza  perché, per esempio, permette di pianificare l'emergenza: . Cosa succederà al prossimo terremoto?  Succederà che di nuovo le strade di accesso e di uscita siano bloccate?; Bisogna evitare che succeda questo e, per evitare che succeda, io so già che nel  mio territorio quelle strade di accesso e di uscita sono in una determinata zona, per cui, posso prevedere e pianificare determinati interventi che altrimenti non potrei pianificare.

La microzonazione dunque, è già pronta da utilizzare e due settimane è stata pubblicata l'ordinanza  del Commissario che integra i dati della microzonazione nella progettazione, fornendo a progettisti, a ingegneri ed architetti, le indicazioni su come utilizzare e integrare i dati che nella microzonazione sono scritti,nella progettazione della Ricostruzione anche dei singoli edifici. E’ insomma già tutto scritto”.

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