Notizie di politica nelle Marche
A distanza di quasi 4 anni dal sisma che ha colpito il Centro Italia, a Castelsantangelo sul Nera ha riaperto "Dal Navigante", il primo albergo-ristorante che torna in piena attività nel cratere.
Un segnale doppio di ripartenza per il piccolo centro di 270 anime e per tutto l'entroterra montano.
Un traguardo vissuto con emozione e con grande ottimismo dal titolare Daniele Valentini.
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Al taglio del nastro, insieme al sindaco Mauro Falcucci, sono intervenuti il presidente della Regione Luca Ceriscioli e l'assessore Angelo Sciapichetti.
Presenti con le autorità civili e militari il presidente della provincia Antonio Pettinari e il presidente del Parco dei Sibillini Andrea Spaterna, il rettore dell'Università di Macerata Francesco Adornato e il Direttore Generale di Unimc Mauro Giustozzi. il direttore dell'Usr Cesare Spuri. Tra i vertici delle forze dell'ordine che hanno partecipato all'inaugurazione, il Colonnello e Primo Dirigente della Polizia di Stato Andrea Innocenzi, dirigente della Divisione Anticrimine della Questura di Macerata e il Comandante pro tempore della Compagnia dei Carabinieri di Camerino Sottotenente Paolo Rinaldi
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Un messaggio di speranza  per una terra colpita da più terremoti: il sisma, ma anche la disgregazione sociale e in seguito anche l'emergenza sanitaria.
Lo ha sottolineato con le sue parole sentite l'arcivescovo Francesco  Massara che ha benedetto la struttura. 
A portare un segnale di amicizia e vicinanza anche i sindaci  di Camerino Sandro Sborgia e di Muccia Mario Baroni.
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Nel cuore del Parco nazionale dei Sibillini, credo che questa prima struttura ricettiva di albergo- ristorante dell'intero cratere maceratese abbia un duplice significato - ha detto il sindaco Mauro Falcucci-. Significa in primis che abbiamo fatto il nostro dovere come cittadini, come Pubblica ammnistrazione e come istituzioni in generale ein sinergia. Si sarebbe potuto fare prima ma anche in questo caso la burocrazia ci ha messo del suo ritardando i tempi. Ma il segno più importante è che questo piccolo comune di 270 anime, che sconta una devastazione del 96,38 per cento con oltre 1200 abitazioni distrutte, vede una luce anche sotto l'aspetto del radicamento delle persone al territorio".  

Grande soddisfazione da parte di  Daniele Valentini che, assieme al fratello Giovanbattista e ai genitori, gestisce la struttura. L'immobile che ospitava il loro vecchio albergo è da demolire. Bellissima la nuova struttura in legno, delocalizzata rispetto all'originaria sede e, la cui superficie è di circa mille metri quadrati che, oltre alla sala ristorante da 90 posti, ha la disponibilità di 20 camere. 

Spazi funzionali e accoglienti dotati di ogni confort e di un ampia zona a verde all'esterno ,rischiarano oggi un lungo tempo difficile da buttarsi alle spalle per guardare con fiducia al domani. Non a caso il presidente della Regione Luca Cerisicoli ha fatto riferimento alle fatiche di Giobbe per descrivere la dura prova alla quale è stato sottoposto il territorio regionale in questo lunghissimo periodo.  

“Come Giobbe, ripartiamo ma chiediamo attenzione al governo”- ha detto il governatore Luca Ceriscioli - Di fronte a tutte le difficoltà, con grande determinazione e forza, siamo ripartiti. Abbiamo dimostrato di saper fare squadra. Adesso giochiamoci la partita fino in fondo perché ce lo meritiamo. Un’attività che riparte, con lo spirito giusto, diventa un punto di riferimento per tutti. Al governo continueremo a chiedere maggiore attenzione per la ricostruzione delle nostre comunità”.  Dato che l'emergenza sanitaria ha costretto a rinviare la data delle elezioni regionali che avrebbero dovuto tenersi nella giornata di domani 31 maggio, per  Ceriscioli si apre l'over time  di tre mesi  di governo supplettivo della Regione e nel suo intervento , il presidente ha colto anche l’occasione per dire che, riinoverà tutto il suo impegno per restituire alle terre martoriate la piena dignità che meritano: "Giocherò questi tre mesi per portare a casa quello che serve alle Marche, per convincere il Governo a darci, finalmente, quello di cui abbiamo diritto per ricostruire i nostri territori. Troviamo, ogni giorno che passa, insopportabile una situazione che riteniamo profondamente ingiusta. All’ingiustizia delle regole si aggiunge il fatto che, in altre parti d’Italia, quei vincoli, a noi imposti, sono stati sciolti. Ritengo la cosa ancor più incomprensibile, perché abbiamo mostrato, come comunità regionale, che quando l’impegno ricade su di noi, le cose riusciamo a farle bene e meglio di altri". Con un'espressione eloquente il presidente delle Marche ha detto che, intrappolati da tante difficoltà, i marchigiani si sentono come dei leoni in gabbia che non vedono l'ora di uscire, eppure non hanno mai perso la fiducia.  "Come Giobbe ripartiamo, però, dalla bellezza della creazione: questa non ci manca. L’abbiamo nel paesaggio e nel territorio che ci circonda, la mostriamo in quello che facciamo e sappiamo fare. Forti di questo spirito e di questa consapevolezza, rinnoviamo l’impegno a ribaltare le cose". 
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Il dovere della presenza delle istituzioni in un momento così significativo di ripartenza,è stato sottolineato dal presidente della Provincia Antonio Pettinari che ne ha rimarcato la condizione essenziale dell’unità di intenti: " Il risultato di oggi- ha detto - è l'emblema del la storia e del carattere della nostra gente; un traguardo che racchiude la fatica, il coraggio e la determinazione di queste popolazioni. E' la stessa forza che ha aiutato a superare anche questo lungo periodo di emergenza. Il grazie va a tutti coloro che in questi mesi hanno lavorato: famiglie, imprenditori, volontari e religiosi e foze dell'ordine che in questi mesi e con la loro costante presenza hanno aiutato  le comunità".
Un ringraziamento particolare Pettinari ha voluto rivolgerlo poi al Colonnello Andrea Innocenzi che, dopo anni di onorata carriera e servizio nella Polizia di Stato, da lunedì 1 giugno andrà in pensione. 
In evidenza nell'intervento del presidente del Parco Andrea Spaterna, il nobile esempio di resilienza dei gestori della struttura alberghiera. " E' il segno della capacità di resistere di questo territorio che ha saputo reagire alle difficoltà del sisma e a quelle dell'emergenza sanitaria con la sua determinazione a  risollevarsi". Nel sottolineare quindi il ruolo fondamentale del Parco nella ripresa economica e turistica del territorio, Spaterna ha annunciato che l'Ente sta rivedendo il regolamento in maniera tale da rendere alla portata di tutti i produttori del territorio il riconoscimento del Marchio di qualità del Parco come emblema distintivo delle produzioni che vogliano fregiarsene. Ha anche portato a conoscenza dell' esito positivo del sopralluogo  fatto sul sentiero 11 di Castelsantangelo che comprende la parte interdetta che va dalla Madonna della Cona fino a Nocelleto, affermando che l'intervento non ha rivelato criticità aggiuntive dal punto di vista geologico franoso rispetto al 2019, per cui il sentiero si appresta ad essere riaperto nelle prossime settimane. Grazie alla disponibilità del comune di Castelsantangelo il Parco ha avuta  inoltre la concessione del comodato d’uso gratutito del Centro della Fauna selvatica che, con l’aiuto e supporto della Regione, l'Ente vorrebbe trasformare in un Cras, centro recupero animali selvatici, a servizio degli animali del Parco, delle province di Macerata, Fermo e Ascoli. “ Sono tutte attività che portiamo avanti perché vogliamo contribuire per quanto ci è possibile a far risollevare questo territorio”. 

Carla Campetella

Foto dell'inaugurazione

taglio del nastro Navigante

il Navigante vescovo

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Discriminazioni ai danni dei terremotati dall'ordinanza 670 del 28 aprile 2020 della Protezione civile. A rilevarlo è Gianluca Pasqui, ex sindaco di Camerino e responsabile di 
Forza Italia per i Comuni delle Marche colpiti dal sisma  il quale ha interessato della questione  il Sen. Francesco Battistoni, Commissario di Forza Italia nelle Marche, e per il suo tramite  tutti i parlamentari "affinchè - scrive Pasqui- questo ulteriore incredibile atto venga sanato.
Nonostante nei mesi scorsi la Protezione civile abbia più volte ribadito che l’ acquisto o la costruzione di una nuova abitazione, effettuata dopo il sisma, non costituisse manifestazione della volontà di reperire un’altra sistemazione con carattere di stabilità,- prosegue la nota inviata da Pasqui -  con la recente ordinanza n. 670 (che modifica la precedente ordinanza 614/19) emanata il 28 aprile u.s dal capo del Dipartimento di Protezione civile, entrata in vigore il 9 maggio u.s., viene invece sancita la perdita del diritto al CAS da parte di tutti coloro che hanno acquistato o costruito un’abitazione (a proprie spese e senza aiuti dallo Stato) nel periodo compreso tra l’evento sismico e il 18 novembre 2019, data di entrata in vigore dell’ ordinanza 614/19. Le rassicurazioni della Protezione civile avevano infatti convinto centinaia di terremotati di aver diritto al CAS fino al rientro nella propria abitazione danneggiata e indotto quindi, visti i tempi lunghi della ricostruzione, a comprare o costruire una nuova casa. Questa nuova ordinanza, emanata nel periodo di maggior crisi economica per la popolazione italiana a causa del Coronavirus, è in contrasto con i principi precedentemente affermati e va ulteriormente a penalizzare la situazione economica e sociale precaria dei terremotati che non vedendo una prospettiva di ricostruzione delle case danneggiate hanno preso una decisione che altrimenti non avrebbero mai preso , evitando di indebitarsi per anni. Oltre a quanto sopra evidenziato - continua Gianluca Pasqui- si assiste al paradosso che quanti hanno provveduto autonomamente ad una sistemazione nell’immediatezza del sisma, oltre ad essere pregiudicati perché privati del CAS, vengono anche ad essere trattati in maniera differente rispetto a quelli che, acquistano o costruiscono una nuova casa entro un anno a partire dal 18/11/2019 A questi soggetti viene riconosciuto, infatti, con palese disparità di trattamento, un contributo forfettario mensile in sostituzione del contributo per l'autonoma sistemazione per un periodo di 3 anni. Pur trovandosi nella medesima situazione, cioè quella di aver provveduto autonomamente ad una nuova sistemazione, i terremotati vengono ad essere trattati in maniera differente per il solo fatto di aver agito prima o dopo l’entrata in vigore dell’ord. n. 614. Altra assurdità che può verificarsi è il caso di chi acquista casa, non per andarci ad abitare, ma per darla in locazione o comodato. Questi soggetti conserverebbero il CAS e percepirebbero anche il canone di locazione!!
Il discrimine da prendere a riferimento per riconoscere o meno il contributo forfettario non può essere la data del 18 novembre 2019, data di entrata in vigore dell’ordinanza, bensì quella del 26 ottobre 2016 cioè la data dell’evento catastrofico che ha provocato la perdita della casa.
E’ di tutta evidenza che l’ordinanza n. 670 viola il principio di uguaglianza sancito dall’art 3 della Costituzione A questo riguardo, non si può non sottolineare la gravità del comportamento del governo della Regione Marche che ha prestato il proprio consenso all’emanazione dell’ordinanza n. 670/2020. Così facendo il Governatore marchigiano non si è reso conto di aver abbandonato tutto il suo territorio montano dove vi sono i comuni più danneggiati, come quello di Camerino, che rappresenta il cratere più grande d’Europa! e tutti i suoi cittadini.
Se non si vuole incorrere in un’illegalità-  conclude-, è necessario o revocare la disposizione di cui all’art 1 dell’ordinanza n. 670 del 28 aprile 2020; o modificare l’art. 2 dell’ordinanza n. 614/20169, nel senso di ricomprendere nell’assegnazione del contributo anche coloro che hanno acquistato o realizzato la propria nuova abitazione nel periodo compreso tra l’evento sismico e il 18 novembre 2019.
c.c.

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Il Commissario alla Ricostruzione dei territori colpiti dal sisma 2016, Giovanni Legnini, è stato ascoltato oggi dalla Commissione Bilancio della Camera, impegnata della discussione del decreto sul rilancio dell’economia.

Cinque gli argomenti toccati dal Commissario in merito alla ricostruzione del Centro Italia dopo gli eventi sismici: il rafforzamento del Sisma e dell’Eco-bonus, nuove assunzioni e stabilizzazione del personale impegnato nei Comuni e negli Uffici Speciali, le misure di sostegno allo sviluppo dell’economia del cratere, la velocizzazione della ricostruzione privata, la semplificazione della ricostruzione pubblica.

Legnini, in particolare, ha suggerito un rafforzamento degli incentivi fiscali per la messa in sicurezza sismica e la riqualificazione energetica degli edifici nella zona del cratere. L’eventuale estensione alle seconde case ed un aumento dei tetti della spesa detraibile, ha detto il Commissario, li renderebbero, anche in alternativa al contributo pubblico per la riparazione delle abitazioni, degli strumenti formidabili per accelerare la ricostruzione privata nel Centro Italia.

Il Commissario ha inoltre sottolineato l’esigenza manifestata da tutti i comuni di stabilizzare il personale occupato nella ricostruzione, con ulteriori proroghe dei contratti e nuove assunzioni. Ha inoltre sottolineato alcune difficoltà delle imprese del cratere, già ferme o con attività ridotte, di dimostrare la flessione del fatturato necessaria per beneficiare degli aiuti previsti per fronteggiare l’emergenza Covid-19.

Questa mattina, invece, il Commissario ha avuto un incontro con tutte le parti sociali della Regione Marche: imprese e sindacati. Tra le altre cose ha voluto ribadire la sua posizione a seguito degli attacchi della Lega che lo accusano di essere di parte e di "aver aizzato i pm contro l'allora Ministro dell'Interno, Matteo Salvini.
"Sono assolutamente sereno - ha chiarito - in merito alla correttezza dei miei comportamenti e ho la ferma intenzione di continuare a esercitare le funzioni che mi sono state assegnate con tutta la determinazione e l'energia di cui dispongo".
Sugli attacchi della Lega, Legnini ha risposto anche ad Huffinghton post dicendo: "Mi sento ferito perché ho sempre assolto alle mie funzioni istituzionali con assoluta lealtà e onore. Ma intendo reagire. Mi hanno colpito i messaggi di affetto e sostegno di quanti mi conoscono e sanno come ho sempre agito nella vita come nelle istituzioni. E soprattutto mi hanno commosso i messaggi di cittadini e sindaci del cratere del centro Italia. Da tre mesi come commissario alla ricostruzione post-terremoto in Lazio, Marche, Umbria ed Abruzzo sto spendendo tutte le mie energie per i diritti dei terremotati e vorrei continuare a farlo lontano dalle polemiche politiche, collaborando con tutti come sto facendo e pensando solo a  come ricostruire territori feriti che vivono una doppia emergenza".

GS

Una pagina intera sulle misure messe in atto per la ricostruzione dal nuovo Commissario e sui problemi riscontrati negli anni precedenti sarà pubblicata nel settimanale L'Appennino Camerte in uscita la prossima settimana.
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Riparte il Museo Nazionale del Costume Folcloristico di Castelraimondo. Prevista per questo sabato 30 maggio alle ore 18.00, la riapertura di questa sorta di “museo della contemporaneità” di ogni paese d’Italia, che da domani, torna visitabile negli spazi di via Della  Croce n. 6, di fianco al palazzo comunale.

“E' un segnale di grande positività per Castelraimondo e per tutto il territorio – dichiara l’assessore alla cultura e turismo Elisabetta Torregiani-. Finalmente riusciamo a riappropriarci di questo Museo unico a livello nazionale, che racchiude i vari costumi dei gruppi folckloristici, provenienti dall’intero territorio d’Italia. Un’esposizione dunque particolarissima che invito tutti a visitare, in quanto condensa la vitalità e la storia delle più varie formazioni folckloristiche, specchio delle caratteristiche di ogni territorio. Ulteriori innovazioni agli spazi - continua l’assessore-, verranno apportate nei prossimi mesi, in vista di un’implementazione del Museo anche dal punto di vista tecnologico. Nella veste ‘classica’ dunque ci apprestiamo a riaprire i battenti questo sabato, mentre per l’apertura della parte ‘innovativa’ ci sarà da attendere qualche giorno in più, Chiaro che, dato il periodo tuttora delicato sul fronte dell’emergenza sanitaria, l’ingresso nella struttura avverrà in maniera tale da non creare assembramenti: potrà entrare una persona alla volta e. accompagnata dai rappresentanti del gruppo Folckloristico di Castelraimondo, avrà la possibilità di visitare il Museo e ammirare i meravigliosi costumi che vi sono custoditi”.
C.C.      
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È decisa, e soprattutto forte dell’esperienza maturata a partire dal 2007 quando è scesa attivamente in politica “andando casa per casa per ascoltare bisogni e problematiche”. È Lauretta Gianfelici, candidata sindaco per la città di Macerata, per il partito del Popolo della Famiglia, di matrice cattolica.

Stamattina si è presentata in una videoconferenza a cui ha preso parte fra gli altri anche Mario Adinolfi, presidente nazionale del PdF,  nonché giornalista e blogger: “Questa è una candidatura che abbiamo nel cuore e possiamo dire che finalmente a Macerata torneranno i bianchi. Per anni ci sono stati solo i verdi e i rossi ma è mancata e manca quella matrice di ispirazione cristiana con quella grande e evidente dimensione culturale che c’è dietro al mondo cattolico. Il Popolo della Famiglia non è un partito politico che parla di ciò che non conosce ma è espressione delle varie realtà e Lauretta - ha aggiunto - vuole essere espressione politica gentile e combattiva in una arena di uomini. Noi vogliamo vincere, e la nostra forma di battaglia sarà casa per casa”. Il Popolo della Famiglia, ha detto Adinolfi, lavorerà fino a settembre, quando probabilmente si voterà, per essere una forza determinante e per combattere il maschilismo de facto, convinto che quel segmento di popolo che il PdF rappresenta abbia un peso non da poco.

A questa introduzione ha fatto seguito la presentazione della candidata, ex insegnante, imprenditrice, molto attiva nel sociale. Classe ’63, è sposata e madre di due figli, è scesa in politica attivamente nel 2007: “Da entrambi i miei genitori ho sempre respirato la passione politica e nel 2007 mi sono impegnata attivamente andando di casa in casa dopo il lavoro per incontrare la gente, capire i bisogni della città. Poi, dopo aver ricevuto vari consigli ho organizzato questo mio modo di incontrare le persone in una associazione che è stata una esperienza importante e bellissima perché mi ha consentito di essere sempre dentro alle problematiche”.
Lauretta Gianfelici dice di aver ricevuto numerosi inviti ad entrare in vari partiti politici ma di aver detto altrettanti ‘no’ finché non ha trovato il PdF: “L’incontro con questo partito mi ha dato la convinzione di trovarmi nel partito giusto. È un movimento che non fa chiacchiere o proteste ma che entra direttamente nelle proposte. La mia città - incalza - ha bisogno di questo metodo perché non ha più un’anima, una meta, una mission e non dà più neanche onore alla sua storia. E questo è talmente evidente nei fatti che dobbiamo tutti avere quella sana ribellione al buon senso che spero rinasca anche nelle famiglie del territorio”.
Gianfelici si dice determinata a riportare energia e a togliere quel velo di rassegnazione che a suo avviso si è posato su tutta Macerata da diversi anni. Inoltre, si rifà a padre Matteo Ricci quando afferma di voler riportare anche amicizia, socialità e valori. “Papa Francesco, quando si presentò ai fedeli, disse che chi si sente in qualche modo coinvolto nell’amore e chi è testimone, deve sapere dell’odore delle proprie pecore e io, in questi anni, ho fatto questo. Da 20 anni a Macerata governa il Pd e da troppi anni non c’è nemmeno una vera opposizione e questo vuol dire qualcosa”. Secondo Gianfelici, non è più il tempo di porre le parole come punto di partenza bensì le “persone che stanno nei fatti e fra la gente”. Fra i primi argomenti da affrontare, oltre alle problematiche relative alle famiglie e alla maternità, anche la riapertura del centro storico, l’ascolto dei commercianti, delle forze dell’ordine (che secondo la candidata, “sono rimaste sole e i fatti di cronaca lo dimostrano quotidianamente”) e dei giovani (“che sono stati mandati via”) e la pianificazione di un progetto per il turismo: “Macerata è stata fatta morire - dice in conclusione - e il turismo non può e non deve essere solo quello di giornata”.

g.g. 


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A rispondere al consigliere regionale dei Verdi, Sandro Bisonni, intervenuto sul tema dell'inceneritore a Tolentino per il quale la Provincia si è definitivamente espressa in maniera negativa è il sindaco della città, Giuseppe Pezzanesi che smentisce Bisonni in merito alla comunicazione della vicinanza delle scuole nella zona dove doveva sorgere l'inceneritore: "Nella conferenza dei servizi - spiega il sindaco - né il rappresentante del Comitato stesso, né tanto meno il Consigliere Bisonni hanno portato ulteriori contributi alla causa.
Risulta invece evidente la somma di tutte le argomentazioni portate con operoso impegno dall'amministrazione e dagli uffici competenti del Comune, che hanno determinato insieme alla grande attenzione della Provincia di Macerata e dell’ASUR, il risultato finale che salutiamo con grande soddisfazione".
Ma il vero scontro ora è sul forno crematorio che dovrebbe sorgere vicino al cimitero cittadino e per il quale Bisonni ha già espresso contrarietà: "Si tratta - ribadisce Pezzanesi - di una realtà tecnicamente e empaticamente totalmente diversa da qualsiasi altro impianto di settore e che stiamo valutando la possibilità di realizzarlo, consapevoli della volontà di coloro che ne fanno sempre di più richiesta e che oggi devo recarsi a Perugia, Fano o San Benedetto.


Ribadiamo che questa Amministrazione solo nella piena consapevolezza della buona tecnologia e delle buone pratiche dell’impianto in discussione, provvederà alla sua realizzazione, in più crediamo fermamente che, come già accaduto in paesi più progrediti del nord Europa, il futuro della maggior parte delle tumulazioni si indirizzerà in tale direzione, anche perché è assolutamente necessario e doveroso, di fronte a una società che tende ad invecchiare come età media, continuare a pensare all’ampliamento continuo delle strutture laterizie dei cimiteri esistenti che, tra qualche decennio, potrebbero assumere dimensioni più grandi delle stesse città, se non opportunamente gestiti, con danno marcato ed evidente dei nostri paesaggi e dell’ambiente".

GS
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Siglato nel pomeriggio l'accordo con tutti i sindacati della dirigenza rispetto al protocollo firmato con le organizzazioni confederali il 20 aprile, per l'erogazione dei compensi al personale che si è impegnato nell'emergenza Coronavirus, per un totale di 20 milioni, suddivisi tra comparto e dirigenza

Per la dirigenza sono state create due fasce: dirigenti che hanno svolto attività strettamente funzionali alla gestione dell’emergenza Covid prevalentemente impegnati in assistenza, emergenza, diagnostica e attività territoriali a favore di pazienti Covid, sulla base di certificazione della direzione aziendale; dirigenti che hanno svolto attività prevalentemente in altre tipologie di assistenza, diagnostica e attività territoriali a favore dell’emergenza Covid.

Dopo la preintesa raggiunta martedì 26 maggio con i sindacati del comparto, ora l’accordo sarà ratificato nella prossima riunione di giunta.

Soddisfatto il presidente Luca Ceriscioli: “A questo punto chiediamo alle Aziende il massimo impegno perché il nostro desiderio è che i premi siano distribuiti prima possibile".

C.C.
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Con la proposta della terza individuazione di sette aggregati edilizi (sei del centro storico e uno della frazione di Tuseggia), approvata l’ultima parte dei 54 interventi unitari di ricostruzione coinvolgenti 190 edifici del centro storico e delle frazioni del comune di Camerino. La votazione che ha registrato l’unanimità dei consensi da parte di maggioranza e minoranza, è avvenuta nel corso della seduta consiliare di ieri sera mercoledì 27 maggio. Nelle comunicazioni seguite all’approvazione dei verbali delle sedute precedenti, il primo cittadino Sandro Sborgia ha ricordato l’istituzione del tavolo tecnico permanente della ricostruzione che vede riuniti il Comune di Camerino, la Curia arcivescovile, l’Università, la Struttura commissariale, l’USR La Sovrintendenza e l’associazione nazionale dei Costruttori.  All’ordine del giorno del consiglio comunale anche una interrogazione e due mozioni presentate dal Gruppo consiliare “Radici al futuro”.
Con l’ interrogazione, i consiglieri di minoranza chiedevano una risposta sul futuro dell’ospedale di Camerino dopo la sua trasformazione in Covid Hospital; è seguita poi da parte del consigliere Pasqui l’illustrazione della prima delle due mozioni presentate e con la quale si chiedeva un impegno ad interventi di sostegno per le attività del territorio in difficoltà a causa della pandemia. Sul punto, la maggioranza ha ritenuto di esprimere voto contrario in quanto come spiegato da Sborgia, nell’immediatezza dell’emergenza sanitaria la giunta ha sospeso numerosi tributi il cui pagamento inizierà a decorrere dal momento in cui si chiuderà lo stato di emergenza. Nel motivare il respingimento della mozione, seppur accogliendo con favore la sollecitazione del gruppo Radici al Futuro, il sindaco ha fatto sapere che in realtà misure a sostegno delle attività in difficoltà sono contenute in una delibera di giunta del 26 maggio e che, inoltrando una semplice richiesta al comune, prevede la possibilità che gli esercenti utilizzino gli spazi di suolo pubblico antistanti le loro attività, senza alcun onere di spesa,. Sborgia ha aggiunto che aiuti alle aziende sono stati assicurati anche per gli acquisti di dispositivi di protezione e sicurezza e che si è a disposizione delle attività economiche per qualsiasi altra necessità di sostegno. Nell’attesa di conoscere il contenuto dell’atto ufficiale della delibera, il consigliere Falcioni ha risposto che sarebbe stata preferibile la pubblicazione di un bando per l’accesso agli aiuti messi a disposizione dal Comune. Favore unanime invece sulla seconda mozione proposta da “Radici al futuro”,avente ad oggetto il conferimento della cittadinanza onoraria al Maestro Bocelli e alla sua signora Veronica Berti. Bollata come insoddisfacente dal Capogruppo Gianluca Pasqui che l’ha illustrata, la risposta che il sindaco ha dato alla interrogazione riferita al futuro dell’ospedale di Camerino.
“E’ chiaro che l’ospedale di Camerino  dopo questa fase d’emergenza, sarebbe tornato- dichiara Gianluca Pasqui all’indomani della seduta consiliare-. A dirlo non è stato né l’ex sindaco Pasqui, tantomeno il sindaco Sborgia ma, ricordo che proprio quella domenica 8 marzo nel corso della riunione in Comune con i vertici dell’Asur e della politica regionale, sia la dott.ssa Storti, direttore generale Asur Marche che il responsabile dell’Area Vasta 3 Maccioni, dissero chiaramente che finita l’emergenza, il presidio di Camerino sarebbe tornato così com’era. La cosa che mi è dispiaciuta ancora di più sono state le sottolineature che il sindaco ha fatto parlando del Covid Hospital- continua Pasqui- dando quasi a capire che, dalla sua nascita e in tutti questi anni, l’ospedale di Camerino sia servito a salvare vite umane solo nel frangente di questa emergenza. Forse il sindaco non sa che il nostro ospedale ha sempre salvato vite umane ed è sempre stato un fiore all’occhiello della sanità locale e regionale, prestandosi e adoperandosi costantemente attraverso medici, professionisti, infermieri e personale paramedico che ringrazio per quello che hanno fatto per questo frangente e per il passato. L’ospedale è dunque sempre stato uno dei migliori centri sanitari della Regione. Quello che tuttavia il sindaco Sborgia non ha spiegato è una cosa fondamentale che era stata richiesta: quale sarà la politica e cosa accadrà da adesso in poi. Il sindaco – sottolinea Pasqui- si preoccupa sempre di parlare dell’operato passato ma si deve ricordare che è lui che gestisce le sorti della città e dunque, a prescindere da me che ho perso le elezioni e non sono io ad amministrare, deve parlare di quello che deve fare. In questo caso invece, non si è detto nulla. Ricordo alla popolazione che sulla sanità invece il sindaco Pasqui, oltre ad aver portato tre primari, con una votazione all’unanimità ha anche garantito la permanenza dell’ospedale di Camerino, a prescindere o meno dalla creazione dell’ospedale unico. Chi non sapeva questo, probabilmente erano l’attuale assessore alla sanità dott. Sfascia e l’attuale sindaco che in tutta la loro campagna elettorale hanno raccontato cose assolutamente diverse rispetto a queste”.
Rammarico poi sulla bocciatura della mozione che mirava ad impegnare la giunta nel sostenere le attività del territorio colpite dal Covid che, secondo Pasqui, avrebbe dovuto essere approvata: ”Non vorrei che questo sostegno che il sindaco e la giunta hanno detto di aver pensato, derivi da atti successivi alla presentazione della nostra mozione. Se così fosse, da un lato mi dispiace perché vuol dire che prima non ci avevano pensato, dall’altro però mi rende felice perché sta a significare che la nostra mozione è servita a qualcuno. Non potevano poi che approvare la mozione che aveva ad oggetto il conferimento della cittadinanza onoraria al Maestro Andrea Bocelli e alla sua signora. A tal proposito, voglio ricordare che né il sindaco Sborgia, né qualcun altro, ha deciso la donazione di ABF per Camerino. Ad adoperarsi è stata la Madre Badessa Suor Chiara Laura e ricordo a tutti che ad accogliere per la prima volta nel centro storico di Camerino il Maestro Bocelli c’era l’amministrazione Pasqui e che ne sono seguiti altri lavori di programmazione. Il grazie va alla Badessa, al maestro Correnti e al presidente Spurio che si sono adoperati tanto per questa iniziativa sotto il mandato di un sindaco che ha un nome e cognome preciso. Ho infine invitato il sindaco ad uscire dalla campagna elettorale. L’ho apprezzato tantissimo in questo periodo perché tra i grazie, le condoglianze e gli auguri di compleanno, ha brillato di sicuro per vicinanza alla popolazione, ma questa è una popolazione che ha bisogno di atti concreti e deve ricostruire. Ricordo anche che l’attuale sindaco diceva che le messe in sicurezza non servivano e poi leggo che nonostante 9 milioni di euro nelle casse per la ricostruzione del Palazzo comunale e del teatro di Camerino, ancora facciamo puntellamenti al teatro. La domanda è rivolta ad un sindaco che si propone per ricostruire ma dopo un anno fa ancora messe in sicurezza e nessuna ricostruzione. Con questo- conclude Pasqui- dico auguri e buon lavoro a Camerino. Io nel mio ruolo di oppositore costruttivo ci sono insieme ai consiglieri Nalli, Lucarelli e Falcioni, disponibili tutti a lavorare anche se pare di vedere che non vi sia la volontà di accogliere il nostro segnale”. Il Capogruppo di Radici al Futuro ha anche detto di esser rimasto deluso e preoccupato dalla comunicazione della ricostruzione del tavolo tecnico permanente al quale siedono tutte le istituzioni rappresentative della ricostruzione:  “Si è dimenticato il sindaco di dire che quel tavolo c’era ed era perfettamente funzionante. Lo aveva costituito l’amministrazione Pasqui e con quel tavolo avevamo deciso insieme le perimetrazioni. Era un tavolo che stava lavorando tantissimo per il territorio. La mia preoccupazione è che comunicando l’istituzione del tavolo, il sindaco per un anno, non abbia fatto più funzionare un’ importantissima istituzione tra istituzioni”.

Soddisfatto della seduta consiliare il primo cittadino Sandro Sborgia e, in primo luogo, per il lavoro compiuto nel portare a votazione l’ultima parte degli aggregati edilizi. “Il lavoro più grande da fare era nell’individuare le unità immobiliari per permettere ai cittadini di mettere mano alle attività di progettazione, presentazione dei progetti e quindi affidamento dei lavori. Gravoso e complicato il tutto, tuttavia aspettava di esser fatto ormai da 4 anni- commenta il sindaco-. In meno di un anno siamo riusciti a fare ciò che avrebbe dovuto esser fatto nell’immediato e il merito va ai consiglieri Ortenzi, Marassi, all’assessore ai lavori pubblici Fanelli, al collaboratore Tromboni e all’intero personale dell’ufficio tecnico. E’ una soddisfazione grande essere riusciti a concludere questo capitolo fondamentale per la città e che adesso permetterà di concentrarci sulle altre parti che sono rimaste in sospeso per via delle complicanze che in qualche modo vi sono tra strutture”. Quanto all’interrogazione sull’ospedale il sindaco commenta che “speculare su una cosa di primaria importanza come il presidio sanitario, dovrebbe far riflettere: l’ospedale- dice Sborgia- non è della maggioranza o della minoranza. L’ospedale è di una comunità allargata che comprende Camerino e un intero territorio. Abbiamo sicuramente affrontato un periodo difficilissimo; abbiamo assistito alla sua riconversione in Covid Hospital ed è servito per curare e salvare vite umane. Il ritorno alla normalità è qualcosa che tutti volevamo e che tutti desideriamo, insieme alla sconfitta della pandemia. Che il Capogruppo di “Radici al futuro” ci dica che sull’ospedale manchiamo di un piano politico sanitario, non fa che mettere in luce una totale assenza di conoscenza delle norme che regolano l’offerta sanitaria e l’organizzazione sanitaria del nostro Paese,. Non so se lo fa scientemente oppure colpevolmente e in quest’ultiimo caso è bene che si metta a studiare perché scoprirà che un piano sanitario non lo fa il Comune ma è materia esclusiva della Regione Marche. Il problema invece è un altro- sottolinea-. Capisco la sua insoddisfazione perché forse Pasqui avrebbe voluto che le cose fossero andate diversamente rispetto al fatto che il nostro ospedale torna comunque ad avere un reparto di Terapia Intensiva potenziato, cosa diversa dalla situazione venutasi a creare durante la sua amministrazione. E’ del 2018 infatti l’atto della Regione Marche che certificava la soppressione dell’Unità di Terapia Intensiva Cardiologica dell’ospedale di Camerino. Questo è successo nel momento in cui il consigliere Pasqui ricopriva la carica di sindaco e, non mi risulta che il consigliere all’epoca sindaco, rispetto a quella soppressione, abbia mai protestato, né sollevato un dito, né detto alcunché. Tutto è passato nell’assoluto silenzio, quindi, o lui lo sapeva e ha taciuto e dovrebbe allora spiegare le ragioni per le quali ha taciuto, o addirittura il fatto è avvenuto nel suo completo disinteresse e allora, una ragione in più per i cittadini di mandarlo a casa. Credo quindi che sull’argomento della sanità il consigliere Pasqui, forse prima di parlare dovrebbe contare, poiché su quel versante c’è stato tutto il suo assoluto e completo disinteresse, tanto che appena insediati, la prima cosa che come amministratori abbiamo dovuto affrontare, è stata la grave carenza di organico del reparto di Cardiologia. Mancavano 4 cardiologi e, quell’ospedale scontava un problema di organico anche in altri reparti, che noi abbiamo fronteggiato grazie agli interventi fatti su Regione, Direzione Generale che tutti ricorderanno. E’ chiaro che il Capogruppo e i consiglieri di minoranza sono dispiaciuti e insoddisfatti: forse avrebbero voluto che le cose fossero andate diversamente ma, purtroppo per loro, non è andata così e nella delibera di Giunta che ha previsto la riconversione dell’ospedale di Camerino in struttura Covid, noi abbiamo preteso che fosse certificato e cristallizzato che una volta terminata la fase acuta dell’emergenza, il presidio sanitario di Camerino venisse potenziato. Nella stessa delibera di Giunta è scritto e sottoscritto che tutto il materiale di cui è stato dotato il presidio nel periodo Covid, rimarrà patrimonio della struttura”. Quanto al tavolo permanente della ricostruzione, il primo cittadino non nega che il tavolo sia stato costituito nel novembre 2018 quando era in carica l’amministrazione Pasqui:
Quel tavolo in realtà si è riunito una sola volta ma non risulta che abbia prodotto alcun atto. Noi invece lo abbiamo rimesso in piedi e lo riteniamo molto importante soprattutto in vista delle nuove ordinanze che sono state emanate dal Commissario Legnini per dare un segnale d’accelerazione al processo di ricostruzione. Lo stesso Commissario è membro componente di quel tavolo e vi partecipa fattivamente. Uno strumento necessario e fondamentale che ci ha visti oggi pomriggio già di nuovo riuniti. La diversità è se quel tavolo tecnico produce o non produce e, noi tutti insieme vogliamo farlo lavorare”.
C.C.
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L'Unione Montana dei Monti Azzurri dice no alla sperimentazione del 5 G. E' quanto decisio dal consiglio dell'ente che ha visto sul punto l'astensione del comune di Tolentino, rappresentato dal vice sindaco Silvia Luconi in quanto l'amministrazione tolentinate ha già avviato un piano antenne con un procedimento già in essere. "Un'astensione dovuta a motivi precauzionali - dichiara il presidente Giampiero Feliciotti - e che ci fornisce anche una dritta perchè vorremmo che il loro piano antenne e il relativo regolamento fosse esteso unitariamente su tutto il territorio dell'Unione Montana per avere una sola legislazione di confronto". Il presidente Feliciotti torna anche sull'esito della riunione del Consiglio. "Abbiamo discusso sulla questione 5 G e la decisione dei sindaci è quella di predisporre le ordinanze per vietare la sperimentazione sul proprio territorio fino a quando non si abbia la certezza che ciò non provochi danni alla popolazione".

Silvia Luconi
Silvia Luconi
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Rimpasto di giunta nell'Unione Montana dei Monti Azzurri.
Dopo le dimissioni dell'assessore Stefania Innamorati di Sarnano si è riunito ieri il consiglio dell’Unione che ha approvato all'unanimità la proposta avanzata dal sindaco di Monte San Martino, Matteo Pompei, ad eleggere Valeriano Ghezzi.
"Ho voluto avviare una raccolta firme tra i sindaci dell'Unione Montana - spiega Pompei - perchè ritengo Valeriano Ghezzi, (per tre mandati sindaco di Monte San Martino di cui oggi è consigliere ndr), la persona più adatta, anche in rappresentanza del nostro paese che è il Comune più a Sud dell'Unione. E' importante per noi avere un nostro rappresentante che è anche molto competente sul territorio.
La proposta - prosegue Pompei - è stata accolta all'unanimità e abbiamo assistito anche a diverse considerazioni positive di alcuni sindaci che conoscevano già Valeriano Ghezzi e ne hanno sottolineato la passione, competenza ed onestà".

GS

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