Notizie di politica nelle Marche
Ennesimo schiaffo alle comunità terremotate il fatto che la Commissione Bilancio della Camera abbia estromesso dal Dl Rilancio il pacchetto sisma contenente gli emendamenti utili a sbloccare la ricostruzione. Delusione e indignazione nei cittadini e nei sindaci del cratere, in particolare dei primi cittadini di Norcia, Camerino e Castelsantangelo sul Nera i quali si sono detti pronti a restituire le fasce al Presidente del Consiglio qualora il pacchetto terremoto, fermatosi al MEF  (Ministero Economia e Finanze) in quanto non ha mai ricevuto una copertura finanziaria, non venga reinserito nel DL Rilancio.
"Dei 55 miliardi del Dl Rilancio non c'è dunque un centesimo per le zone terremotate- spiega Mauro Falcucci- Ne erano previsti 20 ma purtroppo siamo fuori. Adesso c'è la speranza della semplificazione delle procedure ma certo è che non possiamo vivere di speranza. Tutto quello che avrebbe dato un segnale nella ricostruzione, dalla proroga allo stato di emergenza, ai poteri al Commissario, all'aumento delle parcelle per i professionisti e cosa più importante, la garanzia del personale, è rimasto lettera morta. Forse non si è capito che tra un po' rimarranno il Governo, le Prefetture e i terremotati, perchè andando via il personale, credo che nessun amministratore riesca a sopperire sotto il profilo tecnico alla continuità della ricostruzione. Venendo meno il personale, la macchina si ferma. E la restituzione  delle fasce non è nè una minaccia, nè una resa- sottolinea Falcucci-. Il segnale è che non vogliamo essere più correi del nulla. Rimanere qui a prendere soltanto le promesse, gli schiaffi e i 'non vi lasceremo soli'per poi constatare che ci hanno letteralmente abbandonati, significa diventare correi sul non fare. Vorrà dire allora che il Presidente del Consiglio, tramite le strutture di questo nostro Paese, provvederà a dare delle risposte. Le nostre richieste hanno preso tutte le forme: di persona, per iscritto, con documenti, incontri, interviste ma tutto è rimasto lettera morta- rimarca il sindaco di Catelsantangelo-. Non c'è da inventare nulla. C'è solo da tradurre in norme, dare poteri al Commissario Straordinario che ha dato un segnale inverso rispetto al passato, ma le cui proposte vengono affossate e rimangono dei semplici progetti che non troveranno mai soluzione. Siamo veramente stanchi".


C.C.


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Sulla preoccupazione e la rabbia dei sindaci e dei cittadini in merito al pacchetto sisma 'snobbato' dal Governo interviene il Commissario Giovanni Legnini che in una nota commenta: “Un percorso per stabilizzare il personale precario e prorogare i contratti in scadenza, il collegamento del nuovo Sismabonus con il contributo alla riparazione delle case lesionate, la revisione dei compensi ai professionisti che assumono maggiori responsabilità, la proroga dello stato di emergenza, risorse certe per sostenere lo sviluppo, poteri veramente straordinari per il Commissario anche se limitati alle opere più complesse, sono misure indispensabili per far decollare la ricostruzione dopo il terremoto del 2016.
Da tempo - aggiunge- erano state condivise con i Sindaci, i Ministeri competenti, le associazioni dei cittadini, i professionisti, e sembrava che alcune di esse potessero essere accolte nel Decreto Rilancio che il Parlamento si appresta ad approvare, anche in considerazione della doppia, lunghissima emergenza vissuta da questi territori. Capisco, dunque, la preoccupazione dei sindaci, delle Anci regionali, la delusione dei cittadini del cratere per il mancato accoglimento di queste norme.
Adesso - conclude - è importante insistere affinché siano varate al più presto, utilizzando il veicolo normativo che il Governo riterrà appropriato. Solo così sarà possibile completare il quadro degli strumenti necessari per far partire davvero la ricostruzione, ormai alla vigilia del quarto anniversario del primo dei gravi terremoti che hanno sconvolto il Centro Italia. Continuerò ad impegnarmi con la massima determinazione perché, al più presto, siano fatti questi passi decisivi”.
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È stato un viaggio tra le meraviglie ferite di Caldarola quello che il Commissario Straordinario alla Ricostruzione, Giovanni Legnini, ha fatto questa mattina insieme al sindaco Luca Giuseppetti, al suo vice Giorgio Di Tomassi, al consigliere Giovanni Ciarlantini, all'assessore regionale Angelo Sciapichetti, al vice presidente Anci Romano Carancini e al direttore dell'Ufficio ricostruzione Cesare Spuri.
Da piazza Vittorio Emanuele II, passando davanti al teatro comunale, Legnini ha avuto l'occasione di vivere lo stesso percorso che fino al giorno prima del sisma hanno fatto migliaia di turisti all'interno del castello Pallotta, confrontandosi con il conte e i suoi figli.

Se i visitatori degli anni scorsi avevano avuto modo di ammirare il 'castello delle fiabe' avendo la sensazione che il tempo si fosse fermato all'epoca delle feste, dei balli e dei personaggi che hanno vissuto il maniero, la sensazione di questa mattina è stata che il tempo si sia fermato al 2016.
Gli arredi, ora coperti per essere riparati dalla polvere, che facevano della fortezza uno dei pochi gioielli storici in Italia, sembrano essersi addormentati quasi a non voler vedere le ferite che il sisma ha provocato alle mura e agli affreschi, in attesa che tutto possa tornare a vivere.

carancini al castello

Sono stati il conte e l'ingegner Spuri a spiegare nei dettagli le necessità che il progetto di recupero del castello impone per far partire i lavori. L'impegno di Legnini è stato chiaro perché, come ha sottolineato il sindaco Luca Giuseppetti: "Caldarola senza il castello non può vivere". Gli ha fatto eco Romano Carancini: "Un gioiello come il castello rappresenta un traino turistico per l'intero territorio. Non ne ha bisogno solo Caldarola ma l'intera provincia".
Dal castello il sopralluogo alla bretella che attende di essere completata e che dovrebbe servire per il
passaggio dei mezzi pesanti durante la ricostrizione del centro storico.

ingresso al castello di caldarola



Poi il taglio del nastro al centro intergenerazionale Casa Kito donata dall'omonima onlus insieme al sostegno dello chiesa Valdese, del Comune di Padova, di Banca Sella, di Ikea e di Gente Fuori dal Comune, con l'aiuto dell'Auser.
"Sono felice di vedere la presenza degli altri sindaci - ha detto Giuseppetti - . Non possiamo più ragionare come campanili ma come territorio. Il mio grazie va a tutte le persone che hanno contribuito a questa struttura. Paola Vecchiato (presidente Kito onlus ndr) insieme agli altri è riuscita a rendere questo sogno realtà".

taglio del nastro

Al termine degli interventi dei donatori, Legnini ha detto: "Mi ha colpito molto la straordinaria bellezza di Caldarola e di tutti i Comuni di questo territorio che sto sempre più apprezzando e che mi motiva ancora di più nel fare ciò che il Governo mi ha chiesto. Lo Stato ha il dovere di garantire la ricostruzione perché si tratta, certo, di restituire le case e i luoghi di lavoro, ma soprattutto di garantire alle future generazioni la possibilità di poter godere di questo enorme patrimonio storico, architettonico e culturale e di poter organizzare la propria vita in questi luoghi. Dobbiamo fare di tutto per evitare questo processo di spopolamento e se anche accadesse questo noi abbiamo comunque il dovere di ricostruire per le future generazioni che hanno il diritto di scegliere se vivere e lavorare qui".

davanti al teatro



Il vice sindaco Giorgio Di Tomassi, ai microfoni di Radio c1...InBlu ha poi rivelato la soddisfazione del Commissario nei confronti del lavoro che il Comune ha portato avanti sugli aggregati con l'Uninversità Politecnica delle Marche: "Ci ha consigliato - ha detto - di inserirlo nel Programma straordinario per la ricostruzione, di cui a breve usciranno le linee guida, assicurandoci la sua presenza al consiglio comunale che ne vedrà l'approvazione".
Una soddisfazione, quindi, per l'intero paese che potrebbe rappresentare un esempio di ricostruzione anche per gli altri Comuni colpiti.

Un approfondimento sull'intera giornata e sulla visita esclusiva all'interno del Castello Pallotta sarà pubblicata nella prossima edizione de L'Appennino Camerte.

Giulia Sancricca 

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Una querelle continua fatta di "attacchi, parate, contrattacchi". La questione sollevata dai sindaci di Castelsantangelo sul Nera, Mauro Falcucci, Valfornace, MassimO Citracca, Monte Cavallo, Pietro Cecoli, in merito alla richiesta di entrare a far parte dell'Unione Montana di Camerino e la mancata, o presunta tale, risposta da parte dell'ente ha scatenato un botta e risposta tra l'ente stesso e i tre primi cittadini che replicano a quanto affermato dal presidente Alessandro Gentilucci e dai sindaci di Fiastra, Sauro Scaficchia, e di Serravalle di Chienti, Emiliano Nardi.

Di seguito la replica a firma dei sindaci Falcucci, Citracca, Cecoli

Dopo le improvvide repliche apparse sulla stampa, ci vediamo costretti nostro malgrado a ulteriori precisazioni alle inesattezze dichiarate per dare una corretta informazione suffragata da oggettivi richiami e non da slogan precostituiti e d’effetto che evidenziano arroganza tanto da utilizzare epiteti forti quali “Attacco cinico e sgarbato”!

Il Presidente Gentilucci con inusuale tempestività risponde rimettendo al mittente l’omissione di atti d’ufficio e sulla mancata risposta, anziché limitarsi ad una semplice smentita di circostanza ha ritenuto opportuno chiamare a rispondere i Sindaci che hanno aderito all’Unione Montana.

Non sarebbe stato più che sufficiente pubblicare la risposta che afferma di averci inviato e che a noi non è mai pervenuta?

Lo invitiamo a farlo quanto prima perché trattasi, come giustamente dice, di atti pubblici unitamente ai documenti con i quali ci venivano indicate le modalità di ingresso!  Non le abbiamo mai ricevute!

Continuare ad asserire che i sindaci che oggi scrivono avevano deciso di affossare l’Ente, non solo è stucchevole ma non risponde a verità.

Premesso allora che il diritto di entrare a far parte di un’unione montana è proprio dell’ente che lo richiede senza che possano aver rilievo comportamenti e personalismi degli amministratori, le  ragioni a suo tempo considerate sono note a tutti perché furono ampiamente illustrate e si riferivano agli esagerati compensi che percepiva il Direttore Generale tanto che, per ridurre i costi del personale, ma pur di mantenere tale figura, si è proceduto ad un “esodo forzato” dei dipendenti in organico che avevano esperienza e specifiche competenze compromettendo, inevitabilmente, l’operatività che l’Ente Montano garantiva sul territorio.

L’appello di Gentilucci verso i Sindaci che hanno “salvato” l’Unione Montana a dare risposta alle “accuse” è stato accolto solo da due Comuni: Fiastra e Serravalle di Chienti.

Fatta eccezione per il Comune di Ussita che è commissariato, all’appello ne mancano due e importanti!

Al collega di Fiastra, che si stupisce per le nostre affermazioni, dobbiamo ricordare che se non fosse stata modificata la L.R. n. 35/2013 con la L.R. n. 28/2014 in extremis, l’Unione Montana non sarebbe mai nata perché su 13 Comuni solo sei erano disponibili alla sua costituzione!

Una prova provata della totale inoperatività dell’attuale Unione Montana e quindi del suo fallimento di Ente sovracomunale, l’ha data proprio il Comune di Fiastra.

Infatti, con un Atto di Consiglio del marzo 2019 ha affidato all’Unione Montana di San Severino Marche la gestione associata delle funzioni relative alle entrate tributarie e di riscossione coattiva delle stesse e, nel marzo di quest’anno, con Atto di Giunta ha aderito alla Centrale Unica di Committenza sempre dell’Unione Montana di San Severino Marche.

Qualcuno direbbe: strano ma vero! Pur essendo sostenitore dell’attuale Giunta dell’Unione Montana, e strenuo difensore dell’utilità della stessa per il territorio, per quale ragione si avvale per il proprio Comune di quella limitrofa?

Il Presidente Gentilucci, per nascondere i fatti e le verità, arriva addirittura a intravedere un’iniziativa “… per minare l’autonomia di una Istituzione quale l’Unione Montana che si basa sulla adesione volontaria…”. Nulla di ciò caro Presidente, tranquillo!

La questione è molto più semplice. Si chiede il rispetto delle regole e della democrazia in quanto parliamo di Enti Pubblici e non di società, o addirittura circoli, privati!

Proprio ad un circolo privato sembra ispirata l’attuale gestione dell’Unione Montana, sempre per dare una corretta informazione si richiama l’attenzione sullo statuto vigente, All’art. 17 – Elezione del Presidente – il comma 1) recita: “Il Presidente dell’Unione montana è eletto dal Consiglio, a maggioranza assoluta dei soli componenti che rappresentano i Comuni che hanno aderito fin dall’origine alla sua costituzione”.

Al mondo ci sono solo due Organismi importanti che hanno questi limiti di democrazia:

1) l’ONU che con il diritto di veto di uno dei 5 membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, ha la facoltà di impedire una deliberazione da parte della maggioranza dei componenti l’Assemblea;

2) l’Unione Montana Marca di Camerino.

Il riferimento volutamente esagerato, sta a significare che chi dovesse aderire oggi all’Unione Montana o chi ha aderito dopo la sua costituzione come fece il Comune di Ussita, non può partecipare all’elezione del Presidente che è riservato esclusivamente ai 5 Comuni “fondatori”!

Strano senso della democrazia, ma ancora di più totale mancanza di sensibilità normativa, anche perché parliamo di un Ente Pubblico sovracomunale!

Giova ricordare che sull’elezione del Presidente lo statuto originario prevedeva la partecipazione di tutti i Comuni. Con la Delibera di Consiglio n. 2 del 30/04/2015 lo statuto, come sopra riportato,  è stato modificato. 

Questi sono i fatti documentati e non “chiacchiere”! Tutto ciò è stato segnalato, come già detto con il precedente comunicato, alle Istituzioni competenti che devono vigilare, ma ad oggi ancora nulla è accaduto. Perdura una illegittimità che è “scritta” e abbiamo letto la dichiarazione virgolettata del Presidente “… non siamo ostativi verso nessuno”, per fortuna!

Sulla inoperatività dell’Unione Montana nulla è stato eccepito, anche perché sarebbe stata veramente una missione impossibile dire il contrario anche alla luce di quanto sopra descritto per il Comune di Fiastra!

Da ultimo, abbiamo letto sul sito che il 26/06/2020 è stato convocato il Consiglio dell’Ente per il 23/07/2020 (Il conto consuntivo doveva essere approvato entro il 30/06/2020) e solo allora potremo conoscere lo stato economico dell’Ente e delle società a cui partecipa.

Una convocazione oltre la data perentoria è legittima a condizione che venga effettuata entro il termine ultimo ma, di norma, deve essere individuata una data entro la prima decade di luglio. Chissà se questa ulteriore dilazione nasconda qualcosa!!!

Dopo oltre 16 mesi di attesa, la pazienza è finita! L’aver chiamato in causa da tempo le massime Istituzioni regionali, aveva la finalità di rimuovere le illegittimità che perdurano da anni.

Purtroppo ciò non si è verificato e ci vedremo costretti a segnalare questo inaccettabile comportamento nelle Sedi giudiziarie

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“Una campagna casa per casa nel segno del riformismo. Non lasciamo la Regione in mano ai nostalgici del Fascismo”.
Così il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, a Recanati, in occasione della presentazione del suo libro ‘La mossa del cavallo’ ha parlato in vista delle prossime elezioni regionali.
Nel cortile di palazzo Venieri, intervistato dall’assessore Francesco Fiordomo, davanti ad una folta platea a cui hanno preso parte i coordinatori provinciali di Italia Viva Teresa Lambertucci e Antonello De Lucia, il coordinatore di Recanati Luca Sampaolo; Tania Paoltroni, Flavio Corradini, Fabiola Santini e molti altri.

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Antonio Bravi, Antonello De Lucia e Teresa Lambertucci

Tutti nomi che potrebbero essere in lizza per le prossime elezioni regionali e proprio su questo Renzi ha ribadito il sostegno al candidato governatore Maurizio Mangialardi: “Quando noi eravamo nel PD - ha detto - ci dicevano di aver sbagliato tutto nell’essere riformisti; ci indicavano come grande modello il leader dei laburisti inglesi, Corbyn, grazie al quale, successivamente, la destra inglese ha fatto il più grande trionfo degli ultimi decenni con la brexit. 
L’estremismo di sinistra non funziona - ha detto con fermezza - , si vince solo se si è riformisti. È fondamentale che ci sia una forte squadra di Italia Viva nelle Marche.
La destra candida un personaggio - ha detto in riferimento a Francesco Acquaroli - che il 28 ottobre è andato alla cena di commemorazione della Marcia su Roma, quella che rappresenta l’inizio della dittatura. Per vincere, accanto a Maurizio Mangialardi, si deve essere una forza politica capace di prendere i voti incerti. 
Prendere i voti, nel gioco democratico, non è una parolaccia, è un obiettivo. 
Per prendere i voti bisogna essere attrattivi nel campo riformista e voi nelle Marche avete una responsabilità: quella di mettere in campo una squadra riformista che farà vincere Mangialardi anziché il commensale della Marcia su Roma. 
Noi abbiamo bisogno di persone che vadano casa per casa - ha proseguito - . Diamoci una mossa, non lasciamo la Regione nelle mani dei nostalgici del Fascismo”. 
Poi la risposta sui sondaggi negativi: “L’unico modo per rispondere a chi ci vuole male è prendere voti. Ci hanno detto che non saremmo mai stati uniti, invece ogni settimana arrivano persone nuove che vogliono darci una mano. La nostra prossima mossa deve essere quella di dare speranza alle persone, non servirà a Italia Viva, ma servirà all’Italia”.

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Renzi e Fiordomo

Diversi gli spunti forniti da Fiordomo per discutere del libro e di quanto accaduto al Governo dalla scorsa estate ad oggi, ricordando l’impegno che, nel ruolo di Premier, Renzi mise per Recanati e le sue bellezze: “Il più grande lusso della politica non sono le auto blu e gli aerei di Stato - ha detto il leader di Italia Viva - ma le relazioni umane.
I grandi luoghi del passato come Recanati non servono solo a ricordare, ma a costruire il futuro. Chi viene a Recanati non viene a vedere un museo, ma un futuro possibile che è quello che tiene insieme la bellezza e la letteratura, la cultura e la meraviglia. Altrimenti diventiamo tutti cibo per algoritmi. Obama, con il suo motto ‘Yes, we can’ ci ha insegnato che fare politica è dare voce alla parola ‘potere’ intesa non come sostantivo ma come verbo. E per questo il nostro non è un Paese che può vivere di reddito di cittadinanza e di assistenzialismo. La vecchia generazione si è spaccata la schiena, ma ha creato l’Italia che è nel G7. Quella è la generazione di Anchise, il padre di Enea che il figlio si carica sulle spalle (Immagine della copertina del libro ndr). La vecchia generazione va salvata, va aiutata”.

Poi il tema della famiglia e delle scuole che, in una terra colpita dal sisma, assume un valore ancora più profondo: “La scuola è il futuro - ha detto - . Siamo il Paese che, purtroppo, ha chiuso la scuola e ha lasciato aperte le stazioni sciistiche. La scuola non è un nozionificio, ma una comunità educante. Visto che poi hanno deciso di tenerla chiusa avrebbero potuto approfittare di sistemare le strutture scolastiche sul Modello Genova facendo lavorare le ditte del posto che erano quelle più in difficoltà”.

GS

L’argomento sarà approfondito nella edizione de L’Appennino Camerte della prossima settimana.

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Renzi e Flavio Corradini









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Toni accesi nel corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale di Fiastra, conclusasi con l'abbandono dell'aula da parte dei consiglieri di minoranza e di un componente la maggioranza. A scatenare la priima querelle è stata l’approvazione del bilancio Consuntivo 2019 del quale, sia la consigliera di maggioranza Sestili, critica nei confronti del  suo gruppo, sia l'opposizione, avevano chiesto il rinvio adducendo la carenza di documentazione allegata. Richiesta respinta e bilancio approvato a maggioranza. Ma il momento più critico della seduta, i cui lavori è stato possibile seguire in diretta streaming, è stato quello della votazione del Regolamento sul Funzionamento del Consiglio Comunale che ha registrato l’abbandono dei quattro. Più volte gli stessi rapppresentanti dell'opposizione hanno richiesto il rinvio dell'approvazione del regolamento in quanto non era stato oggetto di preventiva comunicazione e avrebbero voluto valutare con la dovuta attenzione i 59 articoli in esso contenuti. Il sindaco Sauro Scaficchia ha tuttavia negato qualsiasi rinvio
Secondo quanto lamentano Blanchi, Cocci e Ricottini “è stata rigettata a maggioranza “persino la richiesta, avanzata dalla minoranza, di discutere articolo per articolo il regolamento, in modo da permettere le necessarie modifiche". Nella nota diffusa dalla minoranza, si parla di inspiegabile ostilità a discutere delle norme che disciplinano il funzionamento  del Consiglio comunale, attese peraltro da oltre 75 anni e che nelle precedenti sedute consiliari il Sindaco si era impegnato a presentare e discutere con i Capigruppo. Visto dunque  il clima di assoluta chiusura in ordine alla partecipazione e condivisione delle regole che ci si apprestava a votare, in segno di protesta Cocci, Blanchi, Ricottini e Sestili hanno abbandonato l'aula, sottolineando all'indirizzo della maggioranza di non essere disposti a sottoscrivere le regole senza discuterle.
"Le regole democratiche si scrivono nel rispetto delle vigenti normative e dei diritti della minoranza da queste garantite - sottolineano i consiglieri - e auspicando che la loro approvazione avvenga in un clima di condivisione e partecipazione, essendo queste le fondamenta su cui poggiano le istituzioni democratiche anche a livello locale".
La minoranza annuncia sin da ora che le violazioni alle norme saranno comunicate al Prefetto ed alla Procura della Corte dei Conti ed auspica di non assistere mai più ad episodi simili che dimostrano la protervia e l'arroganza nella gestione della "cosa pubblica"- concludono -.Confidiamo che il Sindaco ossequi la Legge e si volga al buon senso smarcandosi dalla evidente sudditanza rispetto ad alcuni esponenti della sua maggioranza che, abusando del proprio ruolo e delle proprie competenze, minano la normale dialettica tra le forze politiche e svuotano il consiglio comunale di Fiastra di ogni competenza privandolo della preordinata funzione di vaglio e controllo dell’attività amministrativa. Ci auguriamo infine che presto si possa assistere ad un nuovo percorso di condivisione e partecipazione nell’interesse della comunità".
c.c.
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Sono terminate il 30 giugno le consultazioni nelle Assemblee degli iscritti al Partito Democratico per proporre alle Segreterie provinciali una rosa di nomi di possibili candidature alle prossime elezioni regionali. Nella Provincia di Macerata da dette consultazioni sono emerse le seguenti segnalazioni di possibili candidature.
Per quanto riguarda le possibili candidate donne sono emersi i nomi di Castricini Paola, Del Balzo Ruiti Maria Rosa, Mango Laura, Pazzelli Cesarina, Pennacchioni Roberta, Riccio Loredana, Salvucci Giovanna, Verrillo Bianca,  Ferri Raffaella, mentre tra gli uomini sono emersi quelli di Carancini Romano, Catena Leonardo, Cavallaro Claudio, Di Pietro Stefano, Maccioni Alessandro, Mandrelli Bruno, Messi Osvaldo,  Micucci Francesco,  Sfascia Stefano. 
Il segretario Francesco Vitali, preso atto delle segnalazioni di candidature ricevute, presenterà all’Assemblea Provinciale PD, indetta per il prossimo 6 luglio 2020, un’ipotesi di lista per la propria circoscrizione elettorale con l’obiettivo di giungere ad una sintesi condivisa con tutti gli esponenti del PD maceratese. Sulla base degli esiti della discussione in Assemblea, la proposta di lista provinciale sarà trasmessa all’Assemblea Regionale per la sua ratifica in via definitiva.
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Stiamo procedendo in modo spedito per risolvere, insieme alla Protezione Civile e ai sindaci del cratere, i problemi legati al Contributo di autonoma sistemazione concesso agli sfollati, con l’obiettivo di legarlo in modo ancora più stretto alle domande di contributo per la ricostruzione della casa, a cominciare da quelle che hanno subito danni lievi per le quali la scadenza è stata per ora prorogata al 20 settembre 2020”.
Così  il Commissario alla Ricostruzione, Giovanni Legnini, che stamane ha incontrato il Capo Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, e i delegati dell’Associazione dei comuni dell’area colpita dal sisma.
Aspettiamo che il Parlamento, che sta discutendo di una leggera ulteriore proroga per i danni lievi, faccia le sue scelte. Qualunque sia la data di scadenza che verrà scelta, è mia opinione, peraltro condivisa dalla Protezione Civile, che questa debba essere davvero l’ultima proroga. Dopo quasi quattro anni dal terremoto – ha detto Legnini – dobbiamo chiudere questo capitolo, spiegando ai cittadini che le domande vanno presentate al più presto, a pena di decadenza sia del contributo per la riparazione della casa, sia i benefici dell’assistenza, come il Cas”.
Il termine al 20 settembre, disposto dal Commissario per tener conto del blocco delle attività dovute all’emergenza Covid, riguarda la presentazione delle domande di contributo alla riparazione delle case che hanno avuto danni lievi, ma che non sono soggette ad altri vincoli. Il termine, ad esempio, non riguarda le unità comprese nelle aree perimetrate, in quelle soggette ai Piani attuativi, che fanno parte di aggregati nei quali sia prevalente il numero di abitazioni con danno grave, o che possono essere autorizzate al miglioramento sismico, passando ad un livello di danno più elevato, così come quelle che si trovano nel doppio cratere del sisma 2009 e 2016, che seguono una diversa disciplina. “Stiamo cercando di costruire, insieme alla Protezione Civile, un quadro più esatto possibile della platea dei cittadini che devono ancora presentare le domande per i danni lievi. I numeri, sulla carta, sono molto alti e preoccupanti, ed a maggior ragione siamo convinti che serva un’azione di comunicazione incisiva e capillare per fargli prendere coscienza delle scadenze e prendere le opportune decisioni, sollecitando i tecnici a presentare le domande o quanto meno ad attribuirgli al più presto un incarico per la presentazione dei progetti. Contiamo, in questo sul ruolo dei sindaci, che sono i protagonisti della ricostruzione ed hanno il contatto diretto con i territori e i cittadini e con i quali oggi abbiamo approfondito il tema riscontrando condivisione e consenso”.
c.c.
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Arriva per Sandro Parcaroli il momento della scelta. Sono ore di incontri e di trattative febbrili per sciogliere il nodo circa la possibile candidatura dell'imprenditore camerinese, amministratore del Gruppo Med, richiesto sia per la corsa al consiglio regionale che per la poltrona di sindaco di Macerata. Negli ultimi giorni Parcaroli ha chiesto ai dirigenti della coalizione che lo vorrebbe nelle proprie fila un periodo di riflessione. E' arrivato, però, il momento delle risposte e nelle prossime ore si conoscerà l'esito della riflessione. Alcune indiscrezioni, che attendono però conferma, farebbe pendere la scelta di Parcaroli per la candidatura a sindaco del capoluogo di provincia. Se così fosse tramonterebbe l'ipotesi di un suo impegno in seno al consiglio regionale in favore del territorio camerinese e dell'entroterra montano, questione che da sempre è al centro delle attenzioni dello stesso Parcaroli.
Ecco, allora, che potrebbe profilarsi per il territorio montano un'altra candidatura per il consiglio regionale, quella del sindaco di Castelraimondo Renzo Marinelli. Voci insistenti che si rincorrono insieme ad ipotesi nella fase in cui le forze politiche, come avviene per le squadre di calcio in periodo di mercato, lavorano per allestire i propri organici.

f.u.
Pubblicato in Politica
Il Covid 19 ha colpito duro sull’economia marchigiana. I dati forniti da Bankitalia parlano, infatti, di un calo del fatturato superiore alla media nazionale con oltre il 25% di perdita, addirittura il 43% in meno per quanto riguarda il numero degli addetti sospesi e un crollo senza precedenti del Pil. “Dati che evidenziano il disastro della sinistra al governo delle regione – dichiara il candidato alla presidenza del centro destra Francesco Acquaroli - Serviva liquidità immediata alle aziende per compensare cali di fatturato drammatici. Invece il governo regionale ha tardato colpevolmente ad attivarsi, impostando una manovra economica solo dopo molti mesi dall'inizio del virus, con bandi aperti solo in queste settimane. Poi si è imbarcato in procedure burocratiche e farraginose che ancora non producono effetti concreti. È necessaria una svolta, un cambiamento radicale delle politiche regionali, in termini di visione e concretezza operativa, per rilanciare un nuovo e reale progetto di difesa attiva e sviluppo dell'economia marchigiana. Le imprese sono il cuore pulsante dell'economia e della società regionale: non possono rimanere sole”.

f.u.
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