Notizie di politica nelle Marche
"Lascia perplessi il progetto di restyling che incombe sul giardino pubblico Coletti, che promette di rinnovare il look del nostro parco pubblico con interventi importanti, tra cui l'inserimento di una "preminente" costruzione che andrà a sostituire l'attuale locale adibito a bar". In una nota a loro firma, i consiglieri di minoranza Bompadre, Borioni, Cruciani e Panicari nell'esprimere dubbi sulla scelta adottata dall'ammnistrazione comunale di San Severino Marche. 

"I termini restyling, look attengono al mondo dell'immagine, dell'estetica, implicano azioni che vanno a migliore l'aspetto, a rimodernare le caratteristiche estetiche- spiega il comunicato della minoranza-  Si potrebbe quasi pensare che si tratti di un progetto che abbia come obiettivo quello di riabilitare uno spazio morto, anonimo o degradato della città, se non fosse che invece si tratta di un intervento su un giardino, dal grande valore storico artistico culturale, nonché bene tutelato. Il giardino pubblico Coletti, da noi settempedani chiamato semplicemente "i Giardini" è parte della storia della città e della vicenda umana di ogni compaesano, che lo ha frequentato da bambino, da ragazzo, da genitore, da pensionato. Un'oasi di pace e tranquillità, all'ombra di maestosi e famosissimi alberi, conosciuti oltre i confini regionali. Tra i tanti interventi che si potevano ipotizzare per questo luogo oggi obiettivamente un po' trascurato in alcuni tratti- continua la nota-, di certo stupisce di aver pensato ad un intervento estetico. Prima di tutto l'immagine del giardino Coletti è parte di un patrimonio della memoria di ognuno di noi, va bene migliorarla, recuperarla, aggiornarla: non va bene stravolgerla, perché si fa danno all'identità di una comunità.

Va bene rendere maggiormente funzionale il locale bar, ma non va bene renderlo elemento architettonico preminente- sottolineano in consiglieri-  Piuttosto si ragioni su come riqualificare dal punto di vista del decoro, dell'igiene e della sicurezza l'intera area in cui insiste il bar, obiettivamente abbandonata a se stessa. E ciò senza tralasciare gli adiacenti spazi dell'ex palestra Gil, che andrebbero invece recuperati, integrati e messi in continuità con quelli del giardino. Si lavori per restituire ai bambini, ai giovani e alle famiglie settempedane questo luogo per ciò che è, non per ciò che si vuole che appaia.

Si tenga infine conto del valore anche immateriale di luoghi tanto cari e presenti nella memoria cittadina, come parti rilevanti della sua identità- conclude la minoranza- I restyling lasciamoli ai beni di consumo, non ai luoghi del cuore di una comunità, per questi ci si impegni per la conservazione, il ripristino, il recupero".

c.c.




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Mentre sul fronte contagi il governatore delle Marche Francesco Acquaroli adotta misure più stringenti per contenere la diffusione del virus, sul fronte vaccini la Giunta regionale approva l'accordo con i medici di medicina generale per procedere con la somministrazione dei vaccini anti-Covid della popolazione, a domicilio e negli studi medici.

"Abbiamo anche aperto un tavolo con le categorie economiche e produttive e la Camera di Commercio per definire un protocollo per la somministrazione dei vaccini anche nei luoghi di lavoro, nel massimo rispetto delle disposizioni sanitarie - così il presidente Acquaroli - Ringrazio i medici di medicina generale e tutte le sigle che hanno sottoscritto l'accordo, e tutte le associazioni di categoria, per disponibilità e l'alto senso di responsabilità dimostrate".

Attualmente nelle Marche, oltre al comparto degli operatori socio-sanitari, agli ospiti delle RSA e agli over 80, sono iniziate le somministrazioni anche per il personale scolastico e delle università, le forze dell'ordine e il settore della sicurezza, nonchè per la categoria dei pazienti più fragili, con patologie, in carico al servizio sanitario regionale. Per questo il Governatore ha sollecitato anche il Ministero della Sanità perchè metta a disposizione della regione ulteriori dosi che permettano così di vaccinare una larga fascia della popolazione.

f.u.

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La Provincia dì Macerata ormai è diventata la più sfigata d’Italia.
Inizia così l’attacco diretto di Deborah Pantana, l’ex vice presidente della Provincia, che sulla sua pagina facebook non risparmia le critiche al presidente della regione Acquaroli e all’assessore regionale alla sanità Saltamartini, per aver deciso la zona rossa in tutta la provincia di Macerata.

“Abbiamo il più alto numero di paesi distrutti dal terremoto in tutto il cratere – prosegue la Pantana - abbiamo la mafia nigeriana che spaccia da noi a più non posso con la base all’hotel House, abbiamo il più alto numero di chiusure di partite iva e l’indice più alto di povertà.

Adesso pure la zona rossa, a differenza addirittura della Lombardia che è arancione scuro, per non parlare del Lazio che è sempre giallo.

Pensate un po’ chi dovrà rimanere chiuso in una SAE in pochi metri quadrati o in quelle specie di roulotte senz’aria con meno spazi”.

Hai microfoni di RadioC1 ha tenuto a precisare: “La zona rossa impedisce alla gente di lavorare e non ce lo possiamo permettere. Non è possibile che questo indice sia così alto così come loro dicono, è un dato al quale non crede più nessuno e va analizzato bene. Meraviglia il comportamento dell’assessore Saltamartini, che poi è della provincia di Macerata, queste scelte penalizzando ulteriormente il nostro territorio. Ci sono paesi come Bolognola,Fiastra, Montecavallo, Smerillo e altre realtà dove il covid non c’è, sono stati bravi e non vanno ulteriormente penalizzati.

Su questi paesi della montagna cominciamo a vaccinare a tappeto, è questo è il messaggio che voglio dare all'assessore regionale per impedire che questa gente non viva in clausura e in una situazione di disagio totale.

Io non ci sto – continua la Pantana – è una vergogna. Ho messo come dire tutta l'anima per far vincere questa giunta ma ad oggi l’appoggio non c'è più”.

Mario Staffolani



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Va avanti a Camerino il lungo percorso della ricostruzione. Sono quotidiani i piccoli e grandi segnali che testimoniano della determinazione di una città a riprendere in mano la sua storia e disegnare un futuro.
Ruspe in azione ieri pomeriggio a Borgo San Giorgio per la demolizione di un palazzina e si procede anche col completamento delle messe in sicurezza. Altre case della discesa erano state abbattute dall'esercito ma per questa operazione più complessa, si è reso necessario incaricare una ditta privata di Tolentino.
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Personale del comune all'opera questa mattina per ripristinare portabandiere e  vessilli sul balcone di Palazzo Bongiovanni, storica sede del Comune di Camerino. Delle vecchie bandiere, esposte per oltre quattro anni alle intemperie, non erano rimasti che brandelli. e gli operai del comune hanno provveduto a sostituirle. Simboli diversi, tutti accomunati dalla voglia di rinascere.

"Tra demolizioni e messe in sicurezza le nostre attività vanno avanti con forza, così da mettere le persone in condizione di avviare i lavori -sottolinea il sindaco Sandro Sborgia-. Non ci fermiamo ed è questa la dimostrazione che si lavora ogni giorno e in silenzio, ma si va avanti seriamente. Abbiamo voluto che nuove bandiere tornassero a sventolare sul corso perchè è doveroso che questa città abbia quello di cui ha bisogno- aggiunge Sborgia-. È quella la via principale di Camerino riaperta poco più di un mese fa ed è in quel palazzo che ha sede il Comune. Chiunque venga a Camerino, deve sapere che questo comune è ancora vivo e la bandiera, testimonia della forza di questa terra e delle persone che la abitano". 

c.c.
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Camerino abbraccia il green: pronte le colonnine elettriche a Vallicelle e presto arriverà una nuova auto elettrica per il Comune.  Sono in fase di ultimazione i lavori della nuova struttura per le biciclette elettriche che, dopo gli scavi e l'istallazione delle colonnine elettriche, sarà a breve disponibile a Vallicelle. Un progetto realizzato grazie al bando aggiudicato che finanzia con fondi europei l'acquisto e l'installazione di colonnine di ricarica per mezzi pubblici e privati alimentati anche da fonti alternative. L'amministrazione comunale ha iniziato a lavorare appena insediata proprio sul fronte “green” decidendo di stabilire a Vallicelle la nuova area di ricarica auto e bici elettriche 
Il finanziamento di 34.375,88 euro andrà dunque a ricoprire quasi totalmente l'intero importo dell'intervento di 49.108,40 euro.

“Nel programma che avevamo presentato c’era proprio un’attenzione particolare all’ambiente e all’ecosostenibilità - spiega il Consigliere comunale Riccardo Pennesi, Coordinatore della Commissione Sostenibilità di Unicam, che ha curato il bando – Abbiamo iniziato a lavorare subito in questa direzione, cogliendo l’occasione dei fondi europei per presentare un progetto che avesse la finalità di offrire un servizio aggiuntivo per il collegamento del quartiere Vallicelle con il resto della città. La stazione sorge in un terreno di proprietà comunale antistante il centro commerciale “Vallicenter” dove attualmente sono presenti alcune delle attività delocalizzate a seguito degli eventi sismici del 2016. Il nostro auspicio è che possa essere un altro modo per dare un nuovo impulso all’economia della città. Sono estremamente soddisfatto che il bando sia andato in porto. Camerino merita di essere valorizzata. Bisogna riprogettare il futuro della città sfruttando tutte le occasioni che si presenteranno”.

L'incarico di progettazione esecutiva è stato affidato all’ingegnere Calafiore. In città sono già presenti colonnine di ricarica per auto e bici, installate dalla Contram, all'esterno della sede via Le Mosse, che studenti e residenti possono noleggiare. Non solo. Camerino ha anche ottenuto un finanziamento per l’acquisto di un veicolo elettrico per il Comune.

La partecipazione al bando per lo sviluppo e la diffusione della mobilità elettrica con la conversione flotte e parco veicolare della pubblica amministrazione, indetto dalla Regione Marche è stato fortemente voluta e incentivata dall’Amministrazione e dal sindaco Sandro Sborgia, curata e presentata dall’ufficio di Polizia Locale di Camerino, come illustrato nell’intervento proposto redatto dal Comandante della Polizia locale Andrea Isidori che ha sottolineato proprio l’alto interesse dell’Amministrazione per l’attuazione e lo sviluppo della mobilità elettrica all’interno del territorio di Camerino.

c.c.
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La vaccinazione degli anziani nelle strutture marchigiane va troppo a rilento, serve un cambio di passo. A dirlo sono le Segreterie regionali di SPI FNP UILP Marche, esprimendo fortissima preoccupazione per lo stato di attuazione della campagna di vaccinazione anti Covid-19 nelle strutture residenziali socio sanitarie per anziani della Regione Marche.

"I dati prodotti dal Servizio Sanità, relativi al 22 febbraio scorso e resi pubblici la scorsa settimana- è scritto nel comunicato-  descrivono una situazione di gravissimo ritardo. Nelle 218 strutture regionali, il rapporto tra posti letto complessivi e persone vaccinate con la prima dose è appena inferiore al 40%, dato che scende al 20,5% se si considera la seconda dose. E’ forte la variabilità tra le Aree Vaste, con l’AV 1 in grandissima difficoltà (18% per la prima dose, 3% per la seconda).

Così non ci siamo. Servizio Sanità e ASUR si erano impegnati, il 28 gennaio scorso, a tramettere report periodici sull’andamento dei contagi e delle vaccinazioni nelle strutture. Numeri che, come da prassi costante degli ultimi anni, non abbiamo ancora ricevuto- denunciano i sindacati- . A parte ciò, è evidente la necessità di cambiare passo per tutelare la categoria sociale più esposta al rischio di contagio e di decesso da Covid, ossia gli anziani ospiti nelle strutture socio sanitarie regionali. Ricordiamo che le strutture per anziani in Italia, pur accogliendo solo lo 0,4% della popolazione nazionale, ha registrato quasi un terzo di tutti i decessi italiani da Covid.

Parliamo di persone che da mesi non possono vedere i loro parenti, spesso affette da pluri-patologie croniche, degenerative e invalidanti, del tutto indifese rispetto ad un rischio di infezione che, non possiamo nasconderlo, nella maggior parte dei casi proviene dall’esterno. Anche per questo- conclude la nota- oltre che chiedere a Regione e ASUR un deciso cambio di passo, lanciamo anche un appello a tutti i dipendenti dei soggetti gestori delle strutture, sia pubblici che privati. Le richieste di vaccinazioni degli operatori sono ancora troppo poche! Vaccinarsi è un diritto ma anche un dovere, specie se si lavora quotidianamente a contatto con persone così fragili".

c.c.
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Prende forma anche a Treia il progetto di valorizzazione del tracciato dei Cammini Lauretani 

L’iniziativa, che ha l’obiettivo di riportare alla luce l’antica via Romano – Lauretana, coinvolge anche il territorio treiese come tappa fondamentale.

Il progetto, promosso dalla Regione Marche e coordinato dall’Unione Montana Potenza Esino Musone in qualità di ente capofila, è incentrato sulla promozione del cluster spiritualità e meditazione e mira ad incentivare il turismo e la ripresa socio-economica delle aree colpite dal sisma.

A seguito dei lavori strutturali di recupero dei tracciati (riapertura dei sentieri dalla vegetazione, sistemazione dei bordi stradali e del fondo viario e regimazione delle acque meteoriche), si è proceduto ad apporre la segnaletica direzionale ed i totem informativi contenenti l’indicazione del percorso di pellegrinaggio ma anche informazioni storico-culturali, artistiche, paesaggistiche e religiose.

Il primo totem informativo nel Comune di Treia è stato posizionato a Passo Treia, davanti la chiesa della Natività; successivamente, sono stati posizionati quelli di Villa Spada, di Villa Valcerasa e di Santa Maria in Selva (incrocio tra la via medievale e quella cinquecentesca).

"I risultati raggiunti, per i quali è doveroso ringraziare gli studi condotti per oltre un decennio dalla professoressa Emanuela Di Stefano- afferma il sindaco Franco Capponi-  costituiscono un ottimo incentivo alla ripresa del turismo lento e sostenibile di cui i nostri luoghi hanno bisogno".

c.c.
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L’ufficio speciale per la Ricostruzione della Regione Marche ha approvato il progetto di messa in sicurezza della chiesa di Santa Caterina, di proprietà del Fondo edifici di culto presso il ministero dell’Interno, concedendo un contributo di oltre 310mila euro a favore dell’ufficio del Soprintendente Speciale per le aree colpite dal sisma 2016 presso il Mibact, che risulta soggetto attuatore.

La storia della Comunità Monastica Cistercense di Santa Caterina a San Severino Marche inizia nel 1544 ma il monastero in cui si insedia la nuova comunità ha origini benedettine, che risalgono all’anno mille. Le suore vivono nella regola benedettina dell’“ora et labora”, secondo lo spirito cistercense trasmesso da San Bernardo di Clairvoux e dai santi fondatori.

Intorno al 1580 su indicazione della Serva di Dio Francesca Trigli dal Serrone viene rinvenuto il corpo incorrotto di santo Illuminato, monaco benedettino, qui vissuto agli inizi dell’anno mille. Divenne il santo protettore del monastero e copatrono della città di San Severino Marche. Alla fine del 1700 il monastero venne ingrandito ed ha conservato la forma attuale.Nel 1865 una legge del nuovo Regno d’Italia decretò la confisca dei beni appartenenti agli ordini religiosi, tra cui anche il monastero di Santa Caterina.

Nel 1904 il monastero venne messo all’asta per essere venduto e le monache riuscirono a riacquistarlo. Questa fu quasi una seconda nascita, da cui continuarono a fiorire nuove vocazioni. Oggi vi è qui accolta una presenza di monache cistercensi di provenienza dal Vietnam, dove c’è ricchezza di vocazioni.

Vivono qui per un periodo di alcuni anni condividendo la stessa regola e stile di vita in un clima di condivisione e comunione.

La chiesa presenta un’elegante facciata neoclassica e una pianta a croce greca. L’altare maggiore, realizzato nel 1838 dall’intagliatore Venanzio Bigioli e dal decoratore Trotti, ospita la tela con Deposizione di Cristo dipinta da Filippo Bigioli, figlio di Venanzio. L’altare di destra accoglie la tela del sanseverinate Cipriano Divini mentre quello di sinistra è dedicato a Sant’Illuminato, monaco benedettino vissuto nel XII secolo le cui spoglie, custodite all’interno di un’urna, vennero trasportate sul Monte Nero dai benedettini di San Mariano.

c.c.

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