Notizie di politica nelle Marche
“Le Terme sono un bene ed un patrimonio di tutti i sarnanesi ed è inaccettabile che qualcuno accosti anche come mera ipotesi la parola "Terme" alla parola "chiusura". Ancora più inaccettabile che questo qualcuno sia un consigliere comunale che si era candidato a fare il sindaco di Sarnano”.

Una dura nota quella del gruppo consiliare “La buona amministrazione – Piergentili sindaco” dopo che nel consiglio comunale dello scorso 29 luglio il consigliere di minoranza Giacomino Piergentili non ha rettificato le affermazioni fatte nella precedente seduta dell’assise che, con riferimento alle Terme, parlavano della necessità di “avere il coraggio di decisioni forti. E' da troppi anni che la società Terzo Millennio non riesce ad avere un quadro, una situazione di rilancio messa nero su bianco in modo da capire se vale la pena rifondarla (ma rifondarla anche nel senso economico finanziario magari creando una società nuova, creando un'altra strategia) oppure chiuderla perché quando un qualcosa che non funziona è destinata a morire è inutile che gli si dà l'ossigeno”.

Parole che, a detta della maggioranza, rendevano necessarie le scuse del capogruppo di opposizione che, invece, ha taciuto sull’argomento. Così la dura presa di posizione degli amministratori di maggioranza.” Le Terme rappresentano una delle componenti essenziali dell'economia sarnanese; negli anni hanno subito una serie di vicissitudini che avrebbero abbattuto un colosso: un fardello iniziale di quattro miliardi di vecchie lire di mutuo che genera ancora una montagna di interessi passivi, un terremoto che ha reso inutilizzabile la storica sede, una pandemia che ha azzerato il settore termale. Nonostante tutto questo le Terme sono ancora lì, e sono lì grazie al lavoro che hanno portato avanti negli anni, con sacrificio e dedizione, il personale dipendente ed i Consigli di Amministrazione, in stretta sinergia con le Amministrazioni Comunali. Almeno per rispetto di chi lavora alle Terme, il consigliere Piergentili faccia quello che non ha avuto il coraggio di fare in consiglio comunale, prenda carta e penna e scriva la sola cosa accettabile in questa situazione: le sue scuse”.


f.u.
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“Accuse infondate”. Non ci sta l’ex assessore di Tolentino, Alessandro Massi, alle risposte che il sindaco Giuseppe Pezzanesi ed il suo vice Silvia Luconi gli hanno rivolto dopo il dissenso dimostrato dal gruppo Tolentino Popolare in merito alla delocalizzazione della scuola Don Bosco.

 “Mi hanno dipinto come una persona che ha da sempre voluto sabotare la maggioranza, per chissà quali interessi personali, dopo che ho annunciato un progetto civico alternativo all’attuale maggioranza”.

Per controbattere a Pezzanesi e alla Luconi, Massi ripercorre alcuni punti del suo percorso politico: “Nel 2012 – dice - nonostante fossi il candidato che prese più preferenze (389) in assoluto e avendo la possibilità, legittimamente, di poter ambire ad un ruolo in Giunta, decisi di continuare la mia esperienza in consiglio comunale, per poter meglio conoscere la macchina amministrativa, ma soprattutto per poter completare gli studi universitari e prendere la laurea in Giurisprudenza, essendo per me un obiettivo fondamentale per la mia carriera professionale. Nel 2017 nonostante presi ben 351 preferenze, risultando uno dei candidati più votati, e la mia lista Tolentino Popolare fosse la seconda lista della coalizione, con una percentuale del 12%, accettammo senza fare troppo clamore di aderire alla proposta del sindaco che poco riconosceva in termini di ruoli alla nostra lista, indicando solamente me in giunta, laddove invece la lista civica del Sindaco, poteva contare su ben 2 componenti in Giunta ( Sindaco e Vice), il Presidente del Consiglio Comunale, il Presidente dell’Assm.

Nel 2019 il sindaco, senza alcun rispetto per la mia persona, per i miei elettori e per la mia lista e gruppo politico, decise senza alcuna possibilità di confronto di “cacciarmi” dalla giunta, per il solo fatto di essermi dichiarato contrario alla sua scelta di delocalizzare la scuola Don Bosco e quindi di aver esposto liberamente un pensiero contrario al resto della maggioranza, senza alcun secondo fine.

A seguito di questa decisione – dice - , vissuta serenamente, in quanto forte delle mie idee, ho certamente pensato alla mia carriera, ma esclusivamente a quella professionale. Ho aperto la partita iva e insegno Diritto ed Economia in diverse scuole superiori della provincia, vivendo una esperienza professionale ed umana unica”.

Massi sottolinea di non essere rientrato in politica nemmeno cogliendo l’occasione delle elezioni regionali per le quali, invece, Pezzanesi ha corso. E’ un fiume in piena l’assessore silurato. Ecco, quindi, i fatti, che dimostrano come abbia serenamente accettato questo tempo di lontananza dalla politica, senza cercare di “rientrare” in qualche modo, magari tramite altre elezioni oppure impietosendo qualche esponente politico, come invece qualcuno sta tentando di fare negli ultimi giorni alla disperata ricerca di poltrone e potere a tutti i costi”. Chiaro il riferimento alla possibilità che Pezzanesi diventi il nuovo presidente del Cosmari.

“E’ curioso – evidenzia - , quindi, che le prediche sul carrierismo vengano da queste persone.

Ho solo, per pura passione per la politica, proseguito con coerenza il mio percorso con l’associazione politica “Tolentino Popolare” rimanendo a disposizione dei cittadini e delle cittadine che volessero dare un contributo alla città e cercando di animare il dibattito su argomenti concreti e sentiti dalla popolazione”.

GS

L'approfondimento su L'Appennino camerte in edicola da ieri.
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Cuore di Marche è la nuova piattaforma promossa dall’Unione Montana Potenza-Esino-Musone, che è stata presentata nello splendido scenario del teatro Piermarini di Matelica presenti il presidente dell'Unione Matteo Cicconi, i sindaci dei 12 comuni interessati, il consigliere regionale Renzo Marinelli, l'arcivescovo Francesco Massara, gli imprenditori del territorio.

Una web app che unisce pubblico e privato e che vede inserite in un unico portale tutte le informazioni di cui il potenziale turista necessita, rappresentando la base per una valorizzazione strutturata e coordinata dei territori interni, nel segno del digitale e dell’esperienza. 

«La pandemia – spiega Giacomo Andreani, responsabile del progetto – ha accelerato la richiesta di viaggi di prossimità e più autentici, rafforzando il desiderio di vivere in contesti dove la vera “esperienza” è l’incontro con le comunità, con i suoi abitanti. La sfida è essere unici e il solo modo per distinguersi è puntare sulla qualità e sull’identità».

Un progetto condiviso, come detto, dai sindaci dei comuni dell'Unione, uniti in rete per far conoscere l'intero territorio, e che si apre anche agli altri comuni dell'area montana al fine di far rinascere, attraverso le proprie bellezze e i propri tesori, una terra duramente colpita da terremoto e pandemia.

f.u.


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“Speranze? Poche, ma continuiamo a insistere”. Lo ha detto Massimo Citracca, primo cittadino di Valfornace, in merito alla chiusura delle filiali che il Cda di Banca Intesa ha deliberato per il prossimo ottobre. La decisione, notificata nei primi giorni di luglio, ha immediatamente attivato i campanelli d’allarme delle amministrazioni locali dell’alto maceratese (oltre a Valfornace, anche Fiastra perderà la sua filiale, ndr), che hanno immediatamente cercato un dialogo con i direttivi dell’istituto di credito e con i vertici regionali – il Presidente Acquaroli su tutti – , per scongiurare questa nuova fuga di servizi.

“È inutile prenderci in giro. In questi contesti l’home banking non funziona – spiega Citracca – . Valfornace è stata la prima a portare la fibra nella montagna maceratese, ma il servizio è comunque di difficile accesso per la nostra cittadinanza. Non si può chiedere ai nostri anziani di imparare a utilizzare un’app che a volte è complicata anche per i non nativi digitali, né tantomeno chiedere loro di fare chilometri per avere un servizio essenziale come la banca (la chiusura rende la filiale di Pieve Torina la più vicina a Valfornace, ndr).”

Citracca ha poi sottolineato come, sin dal giorno della notizia di chiusura, abbia immediatamente cercato un incontro con le alte sfere di Banca Intesa, oltre che con il governo regionale: “Con Sauro Scaficchia (sindaco di Fiastra, ndr) abbiamo subito scritto alla Regione per chiedere un’intercessione – dice Citracca – . Poi di mia iniziativa ho cercato di trovare un abboccamento con il direttivo della banca, ma in questo senso non ci sono aperture. Hanno deliberato in consiglio di amministrazione questa decisione. Sembra proprio che a loro non interessi affatto della nostra condizione, ma noi insisteremo. Il Comune di Valfornace – conclude il sindaco – non si arrende. Stiamo cercando delle soluzioni da offrire alla banca per indurli a tornare sui loro passi. Continuiamo a lottare per il nostro territorio e per i suoi abitanti”.

Il servizio sarrà approfondito nel prossimo numero di Appennino Camerte

l.c.
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Il nome dell'ex vice presidente della provincia Deborah Pantana, che alcune indiscrezioni vorrebbero pronta a scendere in campo come candidato sindaco di Bolognola alla guida di una squadra di cui farebbe parte anche l'attuale sindaco Cristina Gentili, ha suscitato la secca smentita del primo cittadino.

"Non ho ancora sciolto la riserva su un'eventuale mia candidatura e ritengo che il mio nome sia statto fatto impropriamente - le parole del sindaco Gentili - In realtà ancora non si conosce la data precisa delle elezioni per cui c'è ancora tempo per riflettere ed eventualmente decidere. Sono ancora in bilico per cui una decisione da parte mia sarà presa dopo l'estate e sulla base dello sviluppo degli eventi. L'unica cosa certa è che, nel caso esista un gruppo creato dalla Pantana, io non ne faccio parte. La nostra terra ha bisogno di serietà e senso di responsabilità - conclude - ed usare nomi di altre persone per ottenere attenzione mediatica non è di certo quello di cui ha bisogno Bolognola".

f.u.



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Il fermento politico che in questi giorni sta interessando Bolognola, in vista delle elezioni amministrative in programma il prossimo autunno, non è direttamente proporzionale alla grandezza del paese.

Nonostante i pochi elettori, infatti, (137 residenti ndr), sono diversi i nomi di chi vorrebbe impegnarsi per rilanciare il piccolo centro dell’entroterra che negli ultimi anni ha dovuto lottare per lo spopolamento, la perdita dei servizi e la valorizzazione di luoghi turistici con grandi potenzialità.

Il primo ad uscire allo scoperto era stato Gianluca Balducci, già fondatore dell’associazione Case Pintura, che si è messo all’opera per dar vita ad una lista civica composta da persone del posto.

“Non avrebbe senso dividersi così – aveva ammesso Balducci - qualora venisse fatto sono pronto a mettermi in gioco anche con l’altro gruppo. L’importante - conclude - è che si crei il confronto che finora è mancato”.

Sull’altro fronte il sindaco uscente, Cristina Gentili, non aveva sciolto le riserve confidando una forte “stanchezza dovuta a cinque anni difficili. Se dovessi candidarmi – aveva annunciato – lo farei solo per senso del dovere e per non lasciare il Comune in mano ad un commissario prefettizio”.

Ed è su questa scena che spunta la terza possibile protagonista: Deborah Pantana.

Le ultime indiscrezioni, infatti, la vedrebbero impegnata nel cercare di formare una squadra che possa sollevare la Gentili da un impegno diretto, ma comunque farla restare all’interno di un gruppo che ha bisogno di unità per puntare alla rinascita della montagna.

Un impegno, quello dell’ex consigliere comunale di Macerata, vice presidente della Provincia e candidata alle ultime elezioni regionali, che trova riscontro nelle sue origini legate alla montagna.

Più volte, nei mesi scorsi, Deborah Pantana era intervenuta a difesa dell’entroterra sottolineando come bisognasse “trovare il modo per collaborare tutti insieme. Arriveranno diversi fondi dall’Europa e, solo se siamo tutti uniti – aveva detto – , tali risorse potranno essere impegnate nei territori che maggiormente hanno pagato lo scotto del sisma e della pandemia”.

Ancora nulla di certo sulla sua candidatura, dunque, anche se il puzzle politico del Comune più in alto delle Marche sembra definirsi sempre di più: unico comun denominatore, al di là dell’appartenenza politica, resta sempre l’unione. Ammesso che si riesca ad ottenerla.

GS
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“Siamo ancora alla ricerca di un metodo condiviso, ma dagli incontri con i referenti locali emergono segnali positivi”. Riccardo Sacchi, nelle sue vesti di coordinatore provinciale di Forza Italia, fa il punto sulle questioni dell’universo centrodestra a due mesi dalla tornata elettorale. San Severino è tra i Comuni più importanti che andrà alle urne, e la situazione settempedana è ancora in divenire.

“Metodo” dice Sacchi. La discussione deve necessariamente ruotare intorno ai motivi di questa ricerca. Cosa intende il coordinatore? Certamente l’indicazione che arriva dalle sue parole è quella di un panorama ancora poco nitido. Le intenzioni del centrodestra – lo abbiamo visto e ascoltato più volte dai diversi protagonisti – sono quelle di trovare un punto di contatto tra le quattro galassie (Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega e Udc, ndr), ma sono questioni su cui i massimi esponenti settempedani, guidati dai relativi referenti provinciali, stanno discutendo senza soluzione di continuità da almeno un mese.

Cosa emerge da queste discussioni tra gruppi politici e attori protagonisti è ancora poco semplice da scorgere. Sembrerebbe, però, che la disputa sia più sulle personalità che non sui programmi. Le esigenze e le sfide che la prossima amministrazione deve affrontare sono, orientativamente, note ai più: il procedere della ricostruzione pubblica, l’incedere di quella privata, l’ospedale, la bretella. Trasversali i temi che occuperanno l’agenda del prossimo governo comunale al netto del colore politico, su cui già la frazionata politica settempedana aveva saputo far quadrato. Evidentemente i programmi delle varie liste potranno differire sui “metodi” di risoluzione dei problemi, non sulla loro individuazione.

Torniamo quindi al “metodo” citato da Sacchi. Probabile che gli abboccamenti debbano essere trovati proprio sulle diverse soluzioni che i vari politici – ancora tabù parlare di nomi – vorrebbero offrire. A questo punto spingere un personaggio piuttosto che un altro significherebbe scegliere una soluzione piuttosto che un’altra. Potrebbe essere questo il motivo per cui le manovre del centrodestra siano ancora nascoste e – sembrerebbe – lente.

l.c.
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La prima pagina di un libro ancora tutto da scrivere. Questa la finalità con cui un gruppo di cittadini, estranei ad ogni logica di partito o di schieramento politico, ha indetto per questo giovedì 29 luglio, al Lanciano Forum, un'assemblea pubblica per confrontarsi sulle problematiche e le prospettive future di Castelraimondo.

Al centro dell'incontro il bene della città, con sullo sfondo le ormai imminenti elezioni amministrative. Un movimento civico che si è creato nelle ultime settimane e che dopo una fase preparatoria esce allo scoperto per sondare il terreno e le eventuali disponiblità per la formazione di una lista in vista della consultazione elettorale del prossimo autunno. Qualcosa, dunque, si sta muovendo anche sul fronte che intende proporre alla popolazione una scelta alternativa a quella del finora unico candidato alla poltrona di primo cittadino di Castelraimondo Patrizio Leonelli. 

f.u.
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È Sauro Grimaldi il nuovo Presidente di Confindustria Macerata. Nella giornata di ieri, infatti, l’Assemblea Generale degli industriali maceratesi, ha eletto il patron della Grimaldi Costruzioni, dandogli mandato per il quadriennio 2021 – 2025.

L’Assemblea ha, inoltre, votato i quattro Vicepresidenti proposti dallo stesso Grimaldi: saranno Marco Ragni (Fatar srl), Giovanni Faggiolati (Faggiolati Pumps srl), Federico Maccari (Entroterra spa) e Matteo Piervincenzi (Lepi srl).

Le prime parole da Presidente di Confindustria Macerata, Grimaldi le ha spese per fotografare il momento storico del Paese, alle prese con la crisi economica, da un decennio, e con quella pandemica. Questo oltre ai ringraziamenti ai colleghi per la fiducia che gli è stata accordata. “Un evento inaspettato (la pandemia, ndr), che ha scosso le fondamenta del sistema economico e produttivo delle imprese italiane – ha sottolineato Grimaldi – . Sostituiamo la parola ‘resilienza’ con quella ‘innovazione’: non ci si può limitare a resistere, ma si deve andare avanti per migliorare e collaborare come imprese, sistema e comunità. Il fine è quello di esprimere tutte le potenzialità necessarie per la ripresa dell’economia”.

l.c.
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Ha fatto discutere, negli ultimi giorni, la possibilità che il sindaco di Tolentino, Giuseppe Pezzanesi, entri a far parte del CdA del Cosmari con la carica di presidente.

Le prime perplessità sono arrivate proprio dalla terra del primo cittadino.

In una nota, l’associazione “Città in Comune” definisce le manovre come “un desolante programma. In queste ore – scrive il gruppo - la politica si sta infatti interrogando su quali dovranno essere i componenti del nuovo del CdA del Cosmari e di chi dovrà assumersi l’onere di essere il suo presidente. Questo, si sa, è un momento delicato, si definiscono gli assetti di una società che dovrà gestire un aspetto complesso e rilevante (dal punto di vista ambientale, territoriale ma anche economico) come quello dei rifiuti.

Ai più sembrerà ovvio immaginare un processo in cui le forze politiche proporranno figure competenti, affinché la struttura dirigenziale abbia capacità tecniche elevate ed una sensibilità forte verso la salute pubblica, che possano rispondere in modo efficace alle sfide a cui deve assolvere una società come il Cosmari. Soggetti che magari possano rispondere ad un progetto politico che immagina di innovare la gestione ed il trattamento dei rifiuti (raccolta differenziata, applicazione di una tariffa puntuale che premi i cittadini che riducono la produzione dei rifiuti, ecc.). Insomma, un nuovo CdA ed un nuovo

presidente che mettano in campo iniziative fortemente orientate in senso ecologico. Invece – sottolinea Città in Comune - , a quanto pare e con il pieno supporto del centrodestra, si starebbero profilando nomi per la presidenza che ci lasciano l’amaro in bocca. Ipotesi queste verso cui si frappone, per voce della segreteria provinciale del PD, il centro-sinistra.

Sembra di assistere, insomma, ad un gioco di strategie per piazzare "i propri

uomini" negli ingranaggi e nel "sottogoverno" regionale anziché pensare a come migliorare la gestione dei rifiuti”.

L’associazione vuole quindi farsi portavoce di chi crede che la scelta di Pezzanesi come presidente non sia la migliore: “Ci chiediamo – proseguono – quanto conteranno le specifiche competenze e quanto le appartenenze. Le voci che circolano insistentemente sembra mostrino come la politica, con la "p" minuscola, riproporrà uno spettacolo già

visto, facendo pesare il "nome" alla finalità pubblica del consorzio. Temiamo quindi che anche in questa vicenda possano prevalere, ancora una volta, delle logiche che appaiono per lo meno squallide rispetto al perseguimento di una buona gestione.

Ci chiediamo se la politica regionale abbia una idea nuova sulla gestione dei rifiuti verso cui il CdA e il presidente del Cosmari dovranno tendere o se invece si vada in direzione contraria.

Occorre – concludono - la certezza di un bilancio sostenibile perché se così non fosse prima o poi si coglierà l’occasione per andare verso una totale privatizzazione del settore, ed a tutela della nostra salute, questa e l’ultima cosa che auspichiamo”.

GS
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