Notizie di politica nelle Marche
"Sarà una decisione dell'ultimo momento". Il sindaco uscente di Bolognola, Cristina Gentili, non scioglie la riserva sulla sua candidatura in vista delle prossime elezioni amministrative.
Da un lato, infatti, Gianluca Balducci si è detto pronto a mettere in campo una civica alternativa e, dall'altro, il sindaco uscente ha come obiettivo principale quello di evitare il commissariamento qualora non ci fossero candidati: "Avevamo valutato la ricandidatura in vista delle elezioni che, inizialmente erano in progamma a maggio, poi con il rinvio il lavoro si è arenato. Ammetto che siamo molto stanchi - dice - perchè veniamo da cinque anni difficili in cui sono state gestite solo le emergenze. 
La lista non sarebbe quella vecchia - confida - ma un nuovo gruppo che potrebbe impegnarsi a scendere in campo.
Dal momento, però, che ci sono altre figure pronte a candidarsi e quindi il commissariamento sarebbe evitato, è possibile che io decida di farmi da parte.
Conosco il senso del dovere e so che Bolognola ha bisogno di un grande lavoro, per questo motivo sono consapevole a cosa andrei incontro ricandidandomi, ma anche quanto sia importante non far commissariare il paese perchè significherebbe perdere del tempo prezioso".
A frenare la decisione di Cristina Gentili sono, quindi, i cinque anni di gestione dell'emergenza del sisma prima, del Covid poi e della questione idrogeologica legata al suo territorio: "Se dovessi ricandidarmi - conclude - mi piacerebbe capire cosa significa amministrare un paese in condizioni normali, visto che in questo mandato non è stato possibile: sono stata eletta a giugno 2016 e due mesi dopo c'è stata la prima scossa che ha rivoluzionato le nostre vite".

GS


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E' sempre più al centro del dibattito politico il tema del nuovo ospedale di Macerata. Il confronto politico si è improvvisamente riacceso dopo l'incontro di venerdì 2 luglio al Lauro Rossi di Macerata dove, l'assessore regionale alla sanità Saltamartini, supportato dall'intera Giunta, ha rinnovato e confermato che l'ospedale nuovo si farà e anche in tempi brevi.
In una nota, Luca Marconi
coordinatore provinciale dell'Udc ed ex consigliere regionale con la presidenza Ceriscioli, esprine il suo punto di vista e propone anche delle soluzioni.
"La proposta dell'attuale maggioranza regionale sulla Sanità apre un importante percorso politico per l'organizzazione dei servizi socio sanitari della nostra provincia. 
L'ospedale di Macerata - puntualizza Marconi - avrà una nuova sede più comoda e più accessibile nella valle del Chienti e questo non può che essere condiviso da tutti visto che era già nei programmi della precedente Giunta Regionale.
A questo proposito quello che ci sentiamo di reclamare da subito, a vantaggio delle valli del Potenza e del Musone che potrebbero naturalmente gravitare nel nuovo nosocomio, è la rapida realizzazione di un collegamento comodo e sicuro fra Villa Potenza e la Pieve dove andrà costruito il nuovo ospedale.

L'abbiamo già scritto che comprendiamo il senso della scelta nella valle della superstrada della Quadrilatero, ma crediamo anche che questa necessità di collegamento non sia più derogabile ed è necessario che Comune, Provincia e Regione, come già fatto per la bretella San Severino Marche-Tolentino, trovino subito la soluzione tecnica e i relativi finanziamenti. 
Altro argomento è la sterile polemica sul fatto che l'Ospedale di Macerata sia o non di primo livello con le relative specialistiche.

Facciamo un ragionamento dozzinale: l'ospedale di Macerata non è un semplice ospedale di base, non è di secondo livello e quindi gli amici del PD forse possono immaginare che sia di primo livello? Comunque aldilà di ciò quello che interessa i cittadini, e noi dell'UdC con loro è che ci sia un ospedale con più di 400 posti letto, che sia meglio organizzato e funzionale dell’attuale e che alla bisogna sia ampliabile con nuovi servizi e reparti quando le scienze mediche e nuove programmazioni sanitarie regionali lo imporranno.
Bene ha fatto la Giunta Regionale quindi ad accelerare su questo progetto e la collocazione anagrafica residenziale dell’assessore alla sanità Saltamartini e del governatore regionale Acquaroli fanno ben sperare sulla certezza e totalità del loro e del nostro impegno come maggioranza politica in Regione". 

M.S.






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La politica settempedana è in piena attività in vista delle prossime consultazioni comunali, previste per l’autunno.
Il gruppo politico Fabbricasanseverino, nato dall’iniziativa di Francesco Borioni e Mauro Bompadre, ha incontrato le associazioni culturali di San Severino Marche.
Lunedì 5 luglio, si è svolto il secondo incontro della campagna di ascolto che ha radunato le associazioni e gli operatori culturali.

“Il confronto – si legge nella nota - è stato molto interessante e vivace, e fin da subito tutti hanno sottolineato le grandi potenzialità di San Severino che devono essere sfruttate, valorizzate al meglio per favorire anche una crescita economica e quindi occupazione. 

Sono anche emerse alcune difficoltà, derivanti forse da uno scarso coordinamento tra le varie associazioni e soprattutto da una manifesta incapacità di attingere a quelle risorse che potrebbero permettere di creare progetti ad ampio raggio, non solo locali.
Risulta auspicabile quindi sviluppare, anche istituzionalmente, un osservatorio permanente sui vari fondi, avvisi pubblici, programmi nazionali ed europei e reti tra associazioni e enti sovranazionali da mettere al servizio della città e dei suoi operatori: strumento di crescita culturale, professionale ed economica della città.

Per ottenere tutto questo è necessario che l'amministrazione comunale investa nella cultura, valorizzi le associazioni e le attività culturali, soprattutto quelle che privilegiano la dimensione educativa e formativa per i giovani, che bisogna coinvolgere e che hanno bisogno di ricevere stimoli di qualità. Un’amministrazione comunale coraggiosa, che non si accontenti di guardare ai benefici immediati che si possono ottenere, che sia capace di esprimere una progettualità più ampia e che sostenga il paese nel lungo periodo, incoraggiandone lo sviluppo socio-culturale”.

M.S.

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Il nuovo ospedale di Macerata si farà. Questa è la promessa dichiarata in più occasioni dall assissore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini, con l’avvio dei lavori previsto nel 2022.
Ma non tutti credono che sia possibile e dal gruppo assembleare del Partito Democratico arrivano i tanti dubbi. Nella seduta del consiglio regionale, in programma per martedì 6 luglio, i dem hanno presentato un’interrogazione con risposta immediata per approfondire la questione.
Dell'opsedale di Macerata parla il consigliere regionale Carancini, già sindaco della città: L’annuncio di Saltamartini durante l’incontro con i sindaci e il personale sanitario del territorio svoltosi il 2 luglio al teatro Lauro Rossi – spiega Carancini – desta legittimi sospetti.
Intanto, a oggi non risultano le indispensabili modifiche al Piano socio-sanitario che renderebbe
ro possibile il progetto. 

Appare dunque quanto meno improbabile che l’inizio dei lavori possa avvenire nel 2022, tenuto conto non solo dei tempi lunghi necessari alla revisione del Piano, peraltro ancora oggetto di una campagna di ascolto sui territori, ma anche di quelli che comporta una procedura di gara di carattere europeo, necessaria ad appaltare investimenti di questa entità.

Tuttavia – continua Carancini - ciò che più ci interessa è conoscere se la struttura di cui parla Saltamartini avrà caratteristiche di ospedale di primo livello per l’Area Vasta 3, secondo la classificazione prevista dal decreto ministeriale 70 del 2015 che regola la definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera. Crediamo che il territorio vada informato bene e con estrema chiarezza. Troppo spesso, infatti, Saltamartini si è reso protagonista di vaghe dichiarazioni, a volte perfino contraddittorie, circa la definizione e i relativi standard qualitativi e strutturali del nuovo ospedale di Macerata, per il quale, è doveroso sottolinearlo, a oggi non esiste alcun atto formale che ne indichi l’inserimento nel Piano regionale di Edilizia ospedaliera”.


Mario Staffolani
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Nella campagna elettorale cominciata con un anno di anticipo a Tolentino, la scuola don Bosco sembra davvero essere l'argomento principale del dibattito.

Dopo la nota di Tolentino Popolare per mostrare il dissenso nei confronti della scelta dell'amministrazione di delocalizzare la scuola, il sindaco Giuseppe Pezzanesi ribadisce la sua posizione sulla ricostruzione scolastica, lasciando spazio ad un affondo nei confronti dell'associazione che ha annunciato di lavorare ad un progetto civico alternativo all'attuale maggioranza.

"Questa amministrazione non deve prendere lezioni da nessuno - dice ai microfoni di Radio C1...inBlu - , agli altri resta poco: articoli, polemiche sterili, dichiarazioni non suportate dai fatti e per cui non si ha la cognizione tecnica degli argomenti in cui si interviene. Andremo avanti come fatto in questi anni -  annunciando la corsa del suo gruppo alle prossime elezioni - perchè non vedo all'orizzonte alcuna preparazione nella minoranza che continua a votare sempre contro ad una amministrazione che, per questa città, ha raggiunto risultati straordinari. Pretendono di avere una chance per amministrare questa città; dicono di farlo per Tolentino e per i negozianti, in realtà hanno una voglia matta di prendere il potere, ma il giorno dopo non saprebbero da dove cominciare".

Il sindaco chiarisce poi in merito alla delocalizzazione della scuola: "Sulle scuole abbiamo una grande chiarezza di idee - dice - , non abbiamo mai promesso il contrario. Se la politica di questo Paese deve essere di rattoppare il vecchio fino a che non torni il terremoto significherebbe buttare tanti soldi in una struttura dove non c'è sicurezza nemmeno fuori perchè all'uscita da scuola, nelle ore di punta, è molto pericoloso anche per i pedoni per via di tutte le auto che si concentrano in quella zona.
In centro ci saranno la materna e le elementari, quindi non toglieremo i servizi. Vorrei anche evidenziare che il centro da contrada Pace dista due chilometri, quindi parlare di uno spostamento enorme è come cercar di dar fuoco a un materiale ignifugo per cercare di catalizzare la gente su un problema che non c'è".

Per quanto riguarda la questione sicurezza della struttura dove attualmente si svolgono le lezioni, il sindaco controbatte: "Ovviamente l'ala che ora viene utilizzata è sicura, ma mai quando può esserlo una struttura nuova e realizzata con i nuovi criteri di sicurezza".

Giuseppe Pezzanesi aggiunge poi delle considerazioni in merito al Psr ed al centro storico: "Chi ora si lamenta era presente alla presentazione del piano - dice - e non ha preso parola per opporsi. Noi crediamo così tanto al centro storico che con il Psr abbiamo pensato ad un rinnovamento sostanziale che cambierà completamente il volto di quella zona in meglio, lasciando i tratti di storia caratteristici. Le polemiche lasciano il tempo che trovano".

GS


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Quella che doveva essere la prima domenica di grande afflusso nelle piane di Castelluccio, caratterizzate in questo periodo dell’anno dallo spettacolo della fioritura, si è rivelata invece un buco nell’acqua: poche le auto, pochissimi i visitatori. “Una decisione senza senso”. Ha parlato così il vicesindaco di Arquata del Tronto, Michele Franchi, che in una nota ha espresso il rammarico per la decisione di contingentare gli accessi.

Nella nota si legge come la scelta di “militarizzare - questa la parola scelta da Franchi - gli accessi i primi due week end di luglio rischia di avere pessime conseguenze sull’economia di un territorio già gravemente provato dal sisma di cinque anni fa. Un flop vero e proprio - continua Franchi - , dovuto a come sono state gestite le cose e in particolare alla strategia del Comune di Norcia, che ha deciso di chiudere di fatto gli accessi da Castelsantangelo e da Arquata”.

Il primo territorio a pagare lo scotto di queste scelte è stato proprio quello di Castelluccio: “Oggi doveva essere uno dei giorni clou della fioritura di Castelluccio, ma l'affluenza alla piana è stata fortemente deludente. Rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso gli autoveicoli che sono transitati nel nostro territorio sono stati nettamente inferiori. Chiederò formalmente alle autorità - chiude il vice sindaco Franchi - di riaprire il traffico senza eccezioni”.

A fare eco alla nota diramata da Michele Franchi il primo cittadino di Castelsantangelo sul Nera, Mauro Falcucci, che ha sottolineato un’altra criticità oltre a quelle economiche e turistiche: “Non ha senso chiudere gli accessi alle auto per motivi ambientali quando poi le moto sono libere di accedere al sito: in alcuni casi sono addirittura più inquinanti. Hanno cercato di coprire la scelta di chiudere gli accessi, a cui faremo ricorso perché è inaccettabile - prosegue Falcucci - , con il servizio navetta da Visso. Un servizio che si è dimostrato fallimentare: lo testimoniano i risultati. È impensabile coprire una tratta così lunga con una navetta, i turisti lo hanno capito e hanno scelto altri luoghi. Queste - chiude Falcucci - sono decisioni che fanno male alle nostre montagne e allontanano le persone”.

l.c.
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Alternativi all’amministrazione Pezzanesi con l’intenzione di dar vita ad un progetto civico che dialoghi con tutte le forze politiche al fine di correggere quelli che ritengono essere gli errori dell’amministrazione e operare la necessaria discontinuità con il programma di ricostruzione e sviluppo messo in atto dall’attuale governo della città di Tolentino.

L’approvazione dell’atto da parte del consiglio comunale di Tolentino che porta alla delocalizzazione della scuola Don Bosco fa uscire allo scoperto “Tolentino Popolare” in vista delle elezioni amministrative deol prossimo anno. Attraverso una nota a firma di Alessandro Massi, Diego Aloisi, Fabio Montemarani, il gruppo parla di “triste tradimento da parte dell’amministrazione Pezzanesi del mandato che i cittadini hanno accordato alla coalizione di cui all’epoca facevamo parte”.

I firmatari della nota parlano anche di “teatrino indegno messo in piedi dalla maggioranza nel consiglio comunale, dove si è cercato in tutti i modi di far passare la Scuola Don Bosco come un edificio non sicuro, con l’evidente imbarazzo dei tecnici presenti, ancora una volta che si tratta di una scelta meramente politica”.

L’accusa che il gruppo rivolge al sindaco e alla sua maggioranza è quella di voler “abbandonare un patrimonio storico e culturale con un meraviglioso giardino ed una palestra praticamente nuova, appoggiandosi su di una relazione costi-benefici lacunosa, incentrata sulla necessità di convincere non solo la cittadinanza ma anche il Commissario alla ricostruzione Legnini della convenienza economica della delocalizzazione della Scuola…..tacendo completamente sull’articolo di legge previsto nel decreto 189/2016 (Art. 2) che obbliga la ricostruzione delle scuole nei centri storici, salvo motivi oggettivi che lo impediscano”.

Il rischio, sottolinea Tolentino Popolare, è quello di creare un “pericoloso doppione con la Scuola Lucatelli, penalizzando eccessivamente coloro che abitano in centro storico o anche in quartieri vicini come quello di Viale Vittorio Veneto e Trento e Trieste oppure Foro Boario, che oggi rappresentano la platea di famiglie che hanno per lo più iscritto i loro figli e figlie alle scuole del Centro storico”.

Effetti dannosi per la città la scelta della maggioranza di governo che si riflettono sul fatto che “ancora oggi non si è riusciti a creare la prima classe all’attuale Scuola Primaria Don Bosco ospitata presso le strutture all’ 815 in Contrada Pace, quando al contrario la Lucatelli mantiene numeri altissimi di iscrizioni”.

“Forse si sta sbagliando comunicazione? – si chiede il gruppo - Si sta sottovalutando l’importanza di una organizzazione scolastica omogenea per le famiglie e più vicina alle loro esigenze? Ci interessa ribadire ancora una volta come siamo orgogliosi di esserci opposti in tutto e per tutto a questa scelta, non per nostalgia, ma per le motivazioni addotte e per le modalità poco trasparenti di azione dell’amministrazione”.

La scelta dell’area per la delocalizzazione con delibera diretta di Giunta, l’aver negato l’accesso alla consultazione dei progetti relativi alla nuova scuola, la mancata conoscenza “dell’idea che avrebbe il sindaco Pezzanesi per il recupero della struttura storica di tale Scuola, che rischia di divenire un ulteriore “cadavere” abbandonato nel centro storico”, portano Massi, Aloisi e Montemarani a criticare aspramente sindaco e vice sindaco definiti “padre e madre padroni del destino della nostra città, senza sentire la necessità di condividere alcunchè con i cittadini e le cittadine dimenticando di esserne al servizio”.

Un appunto rivolto anche al PSR (programma straordinario per la ricostruzione) rigurdante essenzialmente il centro storico. “Tanto rumore per nulla – conclude la nota di Tolentino Popolare - Un programma scontato, poco condiviso con i cittadini, senza alcuna idea per il centro storico del futuro, infarcito di manutenzioni straordinarie, senza definire alcuna strategia di recupero serio delle aree più storiche come il Fondaccio o Montecavallo, senza definire realmente cosa fare con la struttura dell’Ex Liceo e praticamente finalizzato, in contraddizione, alla delocalizzazione delle Scuole elementari e medie dal Centro Storico alla periferia. Un programma che lascia l’amaro in bocca pensando alla partecipazione e condivisione con i cittadini e le cittadine, che invece abbiamo visto da altre parti (Camerino, Caldarola etc.), dove ognuno, gruppo politico o singolo cittadino, ha potuto apportare le proprie idee. Un programma che non fa vedere una reale volontà di recuperare il centro storico, ma anzi un nefasto richiamo al suo svuotamento e al suo essere solo uno spazio residenziale senza necessità di prevedere i servizi. Insomma un giudizio completamente negativo, che ci impone di dover ancora una volta ribadire la nostra completa lontananza dai modi fare della Giunta e della maggioranza e dalla sua arrogante, sconclusionata e frammentaria visione della città”.


f.u.
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Venerdì, 02 Luglio 2021 14:27

Valfornace azzera la TARI

Pandemia e Rilancio: due temi fortemente legati che, in quella che potrebbe e dovrebbe essere l’ultima fase dell’epidemia da Coronavirus, vanno affrontati prontamente. Per questo motivo il Comune di Valfornace ha pensato ad alcune agevolazioni fiscali per famiglie e attività economiche, realtà sociali in fisiologica difficoltà dopo un anno e mezzo di restrizioni. Affiancata agli aiuti e agli strumenti adottati dallo Stato, la riduzione fino al 100% della Tari si inserisce in questo contesto.

Lo scorso 28 giugno, il Consiglio Comunale di Valfornace ha infatti approvato una nuova tariffazione, valida per l’anno in corso, relativamente alla Tassa sui Rifiuti. L’amministrazione ha fatto sapere che “è stata riconosciuta in generale una riduzione di 20 euro per tutti i soggetti passivi residenti nel Comune sulle tariffe TARI per tutti i ruoli comunque emessi per l’anno 2021. In seconda battuta, è prevista la riduzione del 100% della parte variabile e della parte fissa della TARI per le utenze non domestiche oggetto di chiusura obbligatoria o di restrizioni nell’esercizio dell’attività dovute al Covid o che abbiano registrato un rilevante calo dell’attività per effetto del Covid, in particolare per la limitazione alla libera circolazione delle persone”.

L’amministrazione ha commentato il provvedimento, sottolineando come “la stagione che l’intero paese sta attraversando si caratterizza per lo sforzo volto al superamento delle pesanti conseguenze economiche determinate dalla pandemia. I tanti settori in crisi infatti – proseguono – , rischiano letteralmente il collasso se le istituzioni non assumono il problema del rilancio economico e dei sostegni concreti, soprattutto per i settori legati al turismo ed in generale ai servizi. La misura, valutata come doverosa, è stata fortemente voluta dall’amministrazione. Abbiamo voluto utilizzare al meglio la facoltà prevista dalle leggi – concludono – al fine di modulare la tassazione di competenza ed andare incontro alle esigenze del territorio, soprattutto di operatori turistici penalizzati dalla pandemia”.

l.c.

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La costituzione del gruppo consiliare di Forza Italia a Tolentino se da un lato è stata accolta con soddisfazione dal commissario del partito cittadino Daniele Pinciaroli dall’altro ha rappresentato l’occasione per rimarcare da parte dello stesso commissario il mancato coinvolgimento di quanti erano impegnati a rilanciare il partito forzista tolentinate, addirittura rischiando di procurare “lacerazioni e ferite a volte difficilmente rimarginabili”, come sottolineato dallo stesso Pinciaroli.

“Il ritorno in Forza Italia dei consiglieri comunali Carmelo Ceselli e Luca Scorcella è sicuramente una buona notizia sotto il profilo della crescita e del radicamento di Forza Italia sul territorio – dichiara il commissario del partito Pinciaroli -Un ritorno quindi che apporta più forza e rappresentanza per il futuro ad un Movimento politico aperto, moderato, liberista. Detto ciò, l’occasione mi esorta però a rimarcare che, coloro i quali hanno condotto ed autorizzato il ritorno dei due consiglieri in Forza Italia Io hanno fatto trascurando il ruolo assegnato al sottoscritto, mortificando di fatto il Iavoro alacre e proficuo che si stava già facendo a Tolentino tra iscritti e simpatizzanti. Questa è l’amarezza che scaturisce dalla conduzione di questa vicenda che, come già detto, ci rafforzerà sicuramente in un'ottica futura e ci darà più probabilità di raggiungere quel rafforzamento negli uomini e nelle ide che ci siamo prefissati, ma che nei modi e nei tempi in cui è stata fatta è andata a ledere interiormente ed eticamente tutti coloro che erano impegnati a rilanciare il Movimento e che non sono stati preventivamente informati e coinvolti”.

Chiude con ironia il proprio intervento Pinciaroli: “Bene quindi il ritorno del “Figliol Prodigo”, ma attenzione a questi colpi di mano che, proprio perché precedentemente non conosciuti e condivisi, possono procurare all’interno del Movimento lacerazioni e ferite a volte difficilmenterimarginabili. Attendendo che i vertici del partito ci spieghino il perché di questo “strappo procedurale”,continueremo a Iavorare per il bene di Tolentino e nell’interesse dei cittadini”.

f.u.
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“Poco probabile vedermi come candidato sindaco”. Parole di Tarcisio Antognozzi, ex assessore della giunta Piermattei. Nonostante alcuni tra gli addetti ai lavori, ma anche tra i suoi colleghi, lo avessero indicato come figura interessante da proporre alla cittadinanza di San Severino, Antognozzi si sbilancia nel senso opposto: “I miei impegni non si conciliano molto bene con gli oneri di un primo cittadino, sarebbe difficile ricoprire quel ruolo. Questo non significa comunque il mio ritiro”.

Si lavora intanto per trovare le giuste chiavi di lettura di una scena ancora poco nitida. Secondo Antognozzi la chiave di volta per la vittoria elettorale sarà “nella capacità di allargare l’angolo della propria coalizione. Se immaginassimo la politica come un angolo piatto, il vincitore sarà colui che sarà capace di trovare accordi, allargando il proprio angolo retto fino magari ai cento gradi. Questo badando però – afferma l’ex assessore – a non perdere i propri estremi. Nei prossimi mesi saranno decisive le qualità negoziali e di mediazione. Di certo è tramontata l’ipotesi di una lista ‘totale’ – prosegue – , ma i confini sono ancora poco definiti. Al netto delle posizioni di partito, infatti, una personalità di centrosinistra potrebbe essere attratta da un progetto moderato, civico, intelligente e viceversa. Non va esclusa – conclude – una collaborazione tra persone piuttosto che tra partiti”.

l.c.
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