Proseguono, anche grazie alle favorevoli condizioni meteo, i lavori di recupero dell’antica chiesa della Madonna della Còna, la piccola edicola, costruita nel XVI secolo, posta sull'antico confine tra Norcia e Visso oggi territorio di Castelsantangelo sul Nera, a 1.500 metri di altitudine e che unisce i territori della provincia di Macerata e Perugia e quindi Marche e Umbria.
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In questi giorni si sta terminando la nuova struttura a botte, infatti montata la centina è stata ricostruita la nuova volta a mattoni sulla quale si sta realizzando attualmente la cappa protettiva superiore così da ricostruire la copertura secondo lo schema strutturale originario della piccola chiesa, simbolo della vittoria della Battaglia del Pian Perduto del 1522 e di cui il prossimo anno verranno celebrati i 500 anni. Nei prossimi giorni i lavori proseguiranno con l’istallazione delle tirantature metalliche a contrastare la spinta della volta che a causa del recente sisma, è stata la causa del crollo della copertura e del muro di destra.

Come vuole la tradizione, domenica 4 luglio, le confraternite di Castelsantangelo sul Nera e Castelluccio di Norcia si ritroveranno per una breve processione e per la celebrazione della Santa Messa a cui seguirà il saluto delle autorità e l’illustrazione dello stato dei lavori che termineranno entro settembre, mese in cui la nuova chiesa sarà probabilmente inaugurata.

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Intanto si susseguono gli incontri organizzativi, coordinati dal Sindaco di Castelsantangelo sul Nera Mauro Falcucci a cui hanno partecipato Bruno Olivieri Presidente regionale del CAI, Luciano Messi di Macerata Opera Festival, i rappresentanti di Cosmari srl, i progettisti Luca Maria Cristini e Romualdo Mattioni, Stefano Tartuferi del CAI di San Severino Marche e Angela Cesaretti della Pro Loco di Castelsantangelo.      

Il progetto di recupero della chiesa – rifugio della Madonna della Còna, è promosso dalle Sezioni CAI di Macerata, San Severino Marche e Camerino in collaborazione con il Cosmari che ha finanziato i lavori e Macerata Opera Festival che ha favorito una raccolta fondi, oltre a enti, aziende e tanti volontari.

c.c.
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Iniziati i lavori di ricostruzione e restauro dell’antica chiesa della Madonna della Còna, la piccola edicola, costruita nel XVI secolo, posta sull'antico confine tra Norcia e Visso oggi territorio di Castelsantangelo sul Nera, a 1.500 metri di altitudine. La chiesa prende il nome dall'immagine mariana al suo interno e la tradizione vuole che la sua costruzione sia riferita alla vittoria di Visso nella battaglia contro Norcia nel 1522. La prima domenica di luglio è possibile assistere all'arrivo delle processioni provenienti dalle città di Castelsantangelo sul Nera e Castelluccio di Norcia e alla successiva funzione religiosa.

Grazie alle Sezioni CAI di Macerata, San Severino Marche e Camerino nel corso di Macerata Opera Festival è stata promossa una raccolta fondi per la ricostruzione della Chiesa, praticamente distrutta dal sisma del 2016. Su proposta dell’allora Sindaco di Macerata Romano Carancini, l’Assemblea dei Comuni soci del Cosmarisrl decise di intervenire finanziando con 125 mila euro il progetto.

Più enti, aziende e tanti volontari per il recupero di un monumento simbolo dei Monti Sibillini che unisce un territorio a cavallo tra due regioni, Marche Umbria, da sempre punto di incontro per viandanti, pellegrini e amanti della montagna e punto di riferimento per le Comunità di Castelsantangelo sul Nera e di Castelluccio.

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Il progetto a cura dell’architetto Luca Maria Cristini, dell’ingegnere Romualdo Mattionie del geologo Fabio Facciaroni che hanno prestato gratuitamente la loro professionalità, prevede il restauro con parziale ricostruzione e risanamento conservativo della Chiesa- Rifugio della Madonna della Còna. 

Si sta lavorando con grande attenzione e impegno affinché si possa concludere l’intervento per il prossimo 4 luglio 2021, quando si celebra, come tutti gli anni, la Festa della Madonna della Còna.

 
Sono stati in totale 1864 gli interventi riferiti al “Progetto Sisma” portato avanti da Emergency nei paesi maceratesi più colpiti dal terremoto tra visite infermieristiche e colloqui psicologici. Marilena Silvetti è una maceratese di 23 anni ed è una infermiera del progetto coordinato dalla dottoressa Giovanna Bianco, referente del “Progetto Sisma” per Emergency Macerata.

“La parte infermieristica rappresenta il ruolo dell'infermiere di comunità, un infermiere che, riallacciandosi al concetto di prossimità, è vicino alla popolazione. Per quanto riguarda i bisogni di cui si occupa, si tratta di una medicina di base, dal controllo dei parametri vitali, alla esecuzione di medicazioni, alla somministrazione di terapie, ovviamente sotto prescrizione medica. Ci occupiamo anche di interventi di educazione sanitaria relativi alla situazione attuale da covid-19, ed eventuali altre situazioni con cui il cittadino si trova a doversi fronteggiare. Il ruolo di prossimità va oltre l'aspetto meramente sanitario- tecnico, vuol dire essere vicini fisicamente alla popolazione con una parola, una vicinanza costante."

Un progetto che nasce per mettersi in ascolto dei bisogni del territorio, con cui Emergency lavora in sinergia, dopo la firma di un protocollo d'intesa con la direzione generale dell'Azienda Sanitaria Unica Regionale e le istituzioni coinvolte. Un impegno costante, gratuito e rivolto a tutti i cittadini, grazie ad un camper che si sposta nei luoghi e a professionisti capaci. Il programma sta interessando dal 2018 diversi comuni maceratesi. Emergency subito dopo l'emergenza covid ha operato anche nell’ospedale di Camerino, con l’attivazione di un servizio di ascolto psicologico per gli operatori covid e per i familiari dei pazienti ricoverati o deceduti. Il camper di Emergency è settimanalmente nei comuni di Camerino, Caldarola, Pieve Torina, Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera.

“Far vedere che noi ci siamo, dimostrare alle persone che non sono sole, che non sono abbandonate.” Questo dice con la delicatezza che è parte integrante della cura, la giovane infermiera che ha collaborato anche nel fornire spiegazioni ad esempio quando ai residenti di Castelsantangelo sul Nera sono stati distribuiti dal Comune i saturimetri. “Una bellissima iniziativa. Emergency in questo caso ha istruito le persone sul suo utilizzo. E’ un dispositivo utilissimo, soprattutto in questo periodo, perché tante persone non sanno cosa sia la saturazione o a cosa serva questo dispositivo.”

Siamo un gruppo che va oltre le due persone che si vedono fisicamente.” Conferma la Bianco parlando di una vera e propria squadra. “Abbiamo un gruppo di coordinamento, referenti di funzione, il nostro coordinatore di Programma Italia, il coordinamento delle cliniche mobili. Tutte queste persone ci sostengono quotidianamente. E’ una organizzazione nel suo complesso che non lascia sola la popolazione verso cui ci rivolgiamo ma anche gli operatori stessi, soprattutto in questa fase storica che stiamo attraversando, in cui siamo distanti fisicamente, lo spirito di squadra e di appartenenza è importante anche per chi si prende cura degli altri.” Per informazioni sui servizi offerti dal Progetto Sisma, si può contattare il numero: 3423878443.

Barbara Olmai
Foto: Francesco Pistilli


“Ci siamo innamorati di questo territorio e delle persone che hanno un cuore grande, alle quali abbiamo portato un aiuto solidale con tutto quello che era necessario, abbigliamento, alimenti, anche suppellettili, oltre che materiale per la pulizia della casa e l'igiene personale.” Parole di Andrea Lampo, Presidente dell’associazione “Orsi nel mondo” di Biella e portabandiera del Piemonte, che subito dopo il sisma si è mobilitata per portare della solidarietà alle persone colpite dai terremoti.

“In 50 mesi, da gennaio del 2017 a febbraio 2021, abbiamo fatto in tutto 50 viaggi impiegato 245 persone, 202 i giorni, utilizzando due pullman, 43 furgoni, 25 auto e due moto, usate come staffetta nel primo periodo. Eravamo giù in cratere, io come volontario di Protezione Civile, la vice Presidente Sandra Ciscato. Abbiamo conosciuto tante realtà a Pieve Torina, Visso, Ussita, Castelsantangelo sul Nera.”

L’organizzazione di volontariato ha anche voluto testimoniare questa esperienza in un libro “Orsi nel mondo. L'impegno biellese dopo il terremoto” scritto da Lorenzo Lucon con la prefazione di Massimo Giletti e i saluti iniziali del Presidente della Regione Piemonte Cirio. “Le scorse settimane a Striscia la Notizia, il nostro concittadino Ezio Greggio, ha presentato il libro, il cui intento è una raccolta fondi. I proventi del libro saranno completamente utilizzati nel cratere proprio per mantenere solida la vicinanza con le popolazioni.”

L’associazione, nonostante le restrizioni covid, non si ferma e ha già preso accordi con l’amministrazione comunale di Ussita per sistemare il campo di bocce che si trova nel parco giochi del paese. In tutto questo tempo sono nate anche delle grandi amicizie. “Grazie alla vice presidente che ha conosciuto Samuele Cristallini che lavorava nel comune di Pieve Torina, si è consolidata l’amicizia, tanto da essere chiamati a fare da testimoni di nozze al matrimonio tra Chiara Marucci e Samuele. I ragazzi hanno voluto passare la loro luna di miele in Piemonte. Ora gli sposi vivono a Vari, frazione di Pieve Torina.”

L’impegno biellese ha visto anche alcuni volontari coinvolti in progetti scolastici di educazione civica, ai più giovani hanno raccontato il terremoto del centro Italia. Altro progetto riguarda la donazione di cibo per gli animali. “Lo portiamo tramite dei contatti con una veterinaria di Ussita, che si occupa delle colonie feline e altri punti di riferimento nella zona di Arquata del Tronto e un'altra persona che si occupa di Norcia e Cascia”.

Per testimoniare almeno in parte la grande riconoscenza che si deve a realtà come questa, il comitato della Croce Rossa Italiana di Visso, ha menzionato la giovane volontaria biellese Beatrice Ruggeri all’attenzione del regionale in una proposta di conferimento di onorificenza al merito per l’attività svolta nelle zone terremotate. Andrea Lampo dice di aver trovato una famiglia nelle Marche. “Non arrivo come un volontario, bensì come un amico di casa.” Il terremoto ha tolto molto ma ha saputo donare tanta umanità e vicinanza. Non dobbiamo dimenticarci mai di chi ci ha teso più di una mano.

Barbara Olmai
Sembrava che riuscissero a resistere e tenere alto il merito di essere ancora paesi Covid free, invece anche i piccoli centri dell'entroterra Maceratese sono caduti al cospetto del virus.
Sono Bolognola, Gagliole, Monte Cavallo e Poggio San Vicino che ora hanno lasciato sola Castelsantangelo sul Nera a stringere i denti affinchè il Covid non entri nel paese già martoriato dal sisma.

I quattro piccoli centri, infatti, proprio negli ultimi giorni hanno registrato i primi casi, nel momento in cui la zona rossa sembrava una ingiustizia per i paesi con pochi abitanti come loro, e invece il Covid ha ricordato a tutti la sua contagiosità, a prescindere dal numero di abitanti.

Bolognola conta un positivo e due persone in quarantena; Gagliole due positivi e due in quarantena; Monte Cavallo due positivi e stessa sorte per Poggio San Vicino che, anche se non ha raggiunto cinque contagi è comunque in allerta per monitare la situazione.

GS



Si chiama Fragibilità, il progetto finanziato dalla Regione Marche (POR MARCHE FESR 2014/2020) che prevede servizi per la domiciliarità protetta con interventi domiciliari e di prossimità rivolti alla popolazione anziana negli Ambiti Sociali 10, 17 e 18. Un servizio utile nelle terre del sisma in questo tempo di pandemia che richiede la distanza. Ne abbiamo parlato con Patrizia Vita, operatore di prossimità per i comuni di Ussita, Visso e Castelsantangelo sul Nera. “Fragibilità è un progetto che è riservato a coloro che hanno più di 65 anni e alle famiglie, che prevede una serie di servizi gratuiti per i cittadini come consegna della spesa, il ritiro di farmaci a domicilio. Mi occupo direttamente dei servizi come operatore di prossimità. Tra i servizi previsti anche la fisioterapia, la ginnastica dolce e un'attività di socializzazione con un' animatrice di comunità e una psicologa. Questi due servizi che ho citato per ultimo, quindi la fisioterapia e attività di socializzazione, in questo momento vengono effettuati usando uno strumento che Fragibilità dà in dotazione agli utenti, un tablet, in modo tale che ogni persona può individualmente fare in accordo con il professionista che svolge questo servizio, tramite un programma personalizzato.” Il progetto è anche una sperimentazione che intende facilitare l’attivazione della comunità, rafforzando la rete, mobilitandone le risorse, coinvolgendo in un lavoro di insieme, le associazioni e le istituzioni del territorio. “Questo servizio è stato patrocinato da tutti e tre i comuni Visso, Ussita, Castelsantangelo sul Nera. Per richiedere il servizio c’è una pagina Facebook che contiene tutte le informazioni, o ci si rivolge al proprio comune. Questo progetto è stato realizzato grazie a quattro cooperative BORGORETE (soggetto Capofila), VIVERE VERDE Onlus, CASTELVECCHIO Service e IL MELOGRANO ed è supportato dagli Ambiti Sociali Territoriali 17, 18 e 10. “ Il progetto riguarda ovviamente anche altri comuni. Per informazioni e per la richiesta dell’attivazione di un servizio nei comuni di Ussita Visso e Castelsantangelo sul Nera, si può anche telefonare al numero 3391575644.

B.O.
Sapete cosa rende simile Castelsantangelo sul Nera ai numerosi comuni d’Italia? Triste a dirsi ma sono le restrizioni causate dalla pandemia. Anche qui quest’anno non si festeggerà il carnevale. Per il resto il piccolissimo paese è molto diverso dagli altri. I residenti sono pochi e la maggior parte è avanti con l’età. Vivono “delocalizzati” nelle Sae, le famose soluzioni abitative di emergenza.

Pietro Blanchi, è un residente, uno dei pochi che ha avuto la “fortuna” di restare con la sua famiglia nella sua casa. Il terremoto non lo ha costretto ad andarsene. E’ una persona solare e propositiva. In tutti questi anni l’ho sempre visto impegnarsi per il suo paese e per il territorio di cui è sicuramente orgoglioso. Fa anche parte della Pro Loco. Però vivere qui è dura se hai 50 anni. “La situazione è un po' triste. Vedendo questa piazza così, tutta vuota in questo periodo del carnevale, quando eravamo abituati agli scherzi, ai giochi dei ragazzi, ai carri e invece niente siamo desolati.” Dice Pietro sconsolato. “Questo periodo di pandemia è un grosso colpo per noi, piccolo paese. Siamo all'incirca 120 persone, la maggior parte ha una certa età. La piazza rimane sempre vuota. Ci sono pochi bambini, ci sono 4,5 ragazzi a Castelsantangelo. Fortuna che con la scuola a Visso fanno aggregazione perché sennò è una desolazione, è triste. Come genitore reputo che la scuola in presenza sia molto importante, più che altro perché c’è socializzazione, stanno tra compagni, fanno esperienze tra ragazzi.”

Prima di salutarci chiedo a Pietro cosa si augura per Castelsantangelo e se avverte che la ricostruzione stia partendo. “Speriamo che parta al più presto ma è una situazione in cui ci vorranno anni per vedere qualcosa. Serve il giro dei cantieri aperti, degli operai e dei vecchi residenti nati qui e che ritornano a vedere casa. Tutto questo crea socializzazione. Serve parlare, perché adesso non vedi più nessuno.”

Barbara Olmai

Approfondimento su L’Appennino Camerte in uscita giovedì prossimo
"Babbo voleva tornare a Castello". Queste le prime parole del figlio Giovanni Lattanzi che per ricordare Giulio, dopo la sua morte avvenuta sabato 23 gennaio a Roma presso l’ospedale Sandro Pertini a seguito di una malattia, ha voluto portarlo a Castelsantangelo sul Nera, per un ultimo saluto. 
Un saluto in forma laica presso la sala “Amici del Trentino” con parole di ricordo pronunciate dalle istituzioni e da chi gli voleva bene e che ha potuto essere presente. Da un lato il feretro e dall'altra parte le immagini di Giulio, sorridente, insieme alla famiglia o sulle montagne che amava. Un sottofondo musicale accompagna quei volti, con le canzoni che piacevano a lui e sua moglie Angela, nata in questo paese, motivo fondante per Giulio per considerare Castello e le montagne dei Sibillini “casa”. 

Tutti i presenti hanno ricordato il rapporto forte del carrarese (Giulio era toscano di origini) con il nostro territorio, per cui si è battuto scrivendo e conducendo confronti politici anche aspri. 

"Desiderava essere ricordato come Sindacalista e Mazziniano" ha detto il figlio che ha parlato a nome della famiglia, citando anche le 2 bandiere presenti: quella del Movimento Federalista Europeo (Giulio era un europeista convinto) e l'altra dell'associazione Mazziniana di Camerino. 

"Il pensiero, l’operosità nella vita sociale, civile e familiare. Le parole di Mazzini babbo le portava avanti tutti i giorni". Quell’operosità che lo ha portato da sindacalista UIL in giro per l’Italia e a condurre iniziative sociali e civili.
Dopo il figlio si sono alternati i ricordi di chi ha conosciuto Giulio, in una sala in cui gli abitanti dell’Altonera non sono voluti mancare. Inizia il Rettore Unicam Claudio Pettinari, che definisce Giulio un “combattente” e ricorda come non si sia mai arreso alla situazione di stallo del periodo post terremoto. Dai temi dei diritti alla salute, a quelli del ritorno dei giornali, Lattanzi è stato “Un incredibile esempio per i giovani che continueranno a vivere in questo territorio”. 

Di “Esempio di coerenza e convinzione. Un compagno di viaggio importante.” parla Graziano Fioretti, ex segretario della UIL Marche, che saluta Giulio anche a nome dell’associazione mazziniana.
Poi il ricordo di un giovane amico che dice che la sua casa era aperta a chiunque per condividere una idea o un pasto. 
Francesco Rocchetti dell’Anpi ricorda il Giulio scrittore e dell’attesa di tanta gente di leggere il suo pensiero, le sue “lettere”, citando la canzone di De Gregori “La storia siamo noi”, sulle pagine de “L’Appennino Camerte” dove Lattanzi ha scritto per anni.

“Ho perso una persona che stimavo, un amico. Stimate sempre una persona che vi dice quando sbagliate.” Così Mauro Falcucci, Sindaco di Castelsantangelo sul Nera, ricorda il protagonista di un territorio, sempre pronto alla critica costruttiva, un uomo che ha amato e difeso questa terra.  

Poi c’è stato anche il ricordo di chi scrive. Ho parlato di Giulio come di una persona dal pensiero moderno, dai grandi valori civili da cui, da cittadini, dovremo prendere esempio. 
Fernando Pallocchini direttore de “La Rucola”, altro giornale con cui collaborava, ha citato la sua capacità di critica e analisi e ricordato l’uscita imminente del suo ultimo articolo.

Sono stati centinaia e da tutta Italia i messaggi di cordoglio giunti alla famiglia in questi giorni, alcuni anche in video come quello dell’ex Segretario Generale della UIL, Giorgio Benvenuto. “E’ stato un grande sindacalista. Avete avuto un padre di cui andare orgogliosi.” 

Il Direttore de Il Parco Nazionale della Pace di Sant'Anna di Stazzema, dice nel video “Chi combatte non perde mai”.

Grande commozione alla fine anche da parte della amata nipote Marta Cristianini, che ha ringraziato i presenti e ha parlato anche a nome di sua mamma Laura e di sua sorella Sara. “Tutti avete detto cose bellissime e vere. Anche solo l'aver ascoltato nonno per una volta, si riusciva a capire come immaginava il futuro per questo Paese. Per nonno la verità era importante.”

Giulio dopo la cremazione riposerà in un’urna nel cimitero di Castello vicino a sua moglie Angela. Poi nel tempo i suoi ideali e il suo pensiero verranno raccontati in un libro, quello che avrebbe dovuto scrivere con suo figlio Giovanni, testimone ed erede di future battaglie di cui il territorio ha estremo bisogno.

Barbara Olmai

Altri approfondimenti sul prossimo numero de “L’Appennino Camerte”
Prima dose del vaccino anti-covid !9 per gli anziani ospiti della casa di riposo do Castelsantangelo sul Nera. " Siamo stati avvertiti che l'Asur 3, come in precedenza pianificato, ha attivato un'attenzione alle Rsa- commenta il sindaco Mauro Falcucci- Così come avvenuto per gli anziani ospiti della struttura di Matelica ai quali il vaccino è stato già somministrato, siamo rientrati anche noi in questo passaggio di fondamentale prevenzione. Di questo ne prendiamo atto- aggiunge il sindaco- tuttavia, per quel che riguarda il tamponi rapidi che offre la Regione Marche in maniera gratuita e ai quali i cittadini possono liberamente decidere di sottoporsi, probabilmente sarebbe stata opportuna una dislocazione più vicina alle zone montane, come del resto avevamo richiesto all'assessore regionale alla sanità. In questo momento la circolazione sulle strade è peraltro anche un po' difficoltosa per la presenza di neve e ghiaccio gli stessi  anziani fanno fatica a spostarsi, per cui se questi test rapidi si fossero potuti svolgere nelle vicinanze di Visso o a Visso stesso, credo che avrebbe potuto produrre un risultato superiore a quello che immaginiamo non avvenga e ciò, non a motivo di indisponibilità bensì per le ragioni che ho dettoriferite alla logistica e alla viabilità.
Al riguardo- conclude il sindaco- noi continueremo comunque con cadenza periodica a fare comunque quello che è stato fatto finora e,  nell'ambulatorio di Castelsantangelo offriremo a breve un altro giro di accesso volontario ai controlli e all' anticovid"
c.c.
Un libro per valorizzare la memoria. “Visso e le sue valli” scritto oltre cinquanta anni fa da Don Ansano Fabbi, è stato ristampato dall’associazione “Visso Futura” e donato agli studenti dell’Altonera.

“Con questa mia ulteriore fatica, presento ai cercatori di memorie e di bellezze artistiche, l'alta Valle del Nera, con al centro Visso e intorno gli estremi confini delle Valli di Ussita e di Castelsantangelo, l'altipiano di Macereto e la zona montuosa di Mevale e Fematre. Essa at­tualmente appartiene alle Marche, ma storicamente per due millenni, ha fatto parte della stirpe e della Regione Umbra. L' Umbria ha formato il carattere forte e costante della genie vissana, ma la vicina Marca lo ha ingentilito con un'arte briosa e piacevole.”

Con queste parole Don Ansano Fabbi raccontava in premessa ai “cercatori di memorie e bellezze artistiche” cosa lo spinse a scrivere un libro su questi territori. Era il 1964. Il sindaco Silvio Sensi nella sua premessa parlò di saggezza delle rubriche scritte da Fabbi capaci di suscitare ammirazione e riflessione.

( nella foto alcuni bambini con il loro libro )

alcuni bambini con il loro libro

Il libro "Visso e le sue valli" di Don Ansano Fabbi, grazie alla volontà dell’associazione “Visso Futura”, è stato ristampato per le edizioni “Il Formichiere” di Marcello Cingolani con l’introduzione alla stampa anastatica del critico e curatore indipendente Maurizio Coccia e donato, lo scorso 18 dicembre a tutti gli alunni delle elementari e medie dell’Istituto Pietro Capuzi di Visso, in cui ci sono anche studenti provenienti da Ussita e Castelsantangelo sul Nera.

“Stiamo seminando un po' di Visso. Forse tra vent'anni nascerà qualcosa.” Così il presidente dell’associazione “Visso Futura” Roberto Flammini che, lontano dalla cittadina vorrebbe che i 36 bambini presenti oggi nel plesso scolastico, possano conoscere e amare questi luoghi, di cui ora purtroppo si fa fatica ad immaginarne il futuro e probabilmente anche il passato. Alcuni di loro sono molto piccoli e non ricordano lo splendore di uno dei borghi più belli d’Italia, non ricordano come era Visso prima che un sisma così forte nel 2016 ne distruggesse la sua bellezza e con essa una parte della storia, della cultura e della socialità. Azioni come questa sono importanti anche per onorarne la memoria. “In queste occasioni tragiche c’è una rottura tra passato e presente. Dopo le prime settimane di scoraggiamento, c’è stato bisogno di uno scatto rappresentato dallo sguardo verso il futuro per cercare di progettarlo – prosegue Flammini – Nell’ottobre 2018 abbiamo fondato questa associazione,  tra i cui  scopi tra l’altro c’è quello di agire per la tutela e la conservazione del patrimonio culturale, storico – artistico, ambientale, sociale ed economico dei territori dell’Altonera, di elaborare studi e ricerche, avanzando suggerimenti e proposte all’opinione pubblica ed alle amministrazioni pubbliche su temi che riteniamo importanti per la sua conservazione e la sua rinascita. Per noi si tratta di un dovere civico ineludibile come cittadini vissani in uno dei momenti più difficili della storia dei nostri paesi dell’Appennino, in un periodo in cui si debbono prendere decisioni e formalizzare provvedimenti che segneranno il futuro delle nuove generazioni. Noi abbiamo l’obbligo di consegnare delle idee, proporre progetti affinché quelle scuole possano essere ripopolate grazie a delle strategie a lungo termine che possano consentire di aumentare la popolazione come era prima, in quegli anni in cui il libro prendeva forma. Allora 250 bambini della valle frequentavano la scuola.  Oggi senza una strategia che accanto alla ricostruzione materiale affianchi quella socio economica, andremo incontro alla creazione di “gusci vuoti” come li ha giustamente chiamati il Commissario Straordinario alla ricostruzione Giovanni Legnini. Spetta anche ai cittadini fare la loro parte e contribuire a far conoscere la storia e la cultura dei nostri luoghi, fatta anche di tramandi orali che grazie all’opera di Fabbi abbiamo la fortuna di possedere e l’onere e l’onore di valorizzare e far conoscere. Anche con questi obiettivi “Visso Futura” ha voluto riprodurre in stampa anastatica questo testo organico sulla storia di Visso e le sue valli che dovrà essere nelle case di chi ama questi paesi,
perché siamo convinti che il futuro non si progetta se non si guarda al passato”.

( nella foto alcuni componenti dell'associazione Visso futura)

alcuni componenti lassociazione Visso futura

Nel corso della distribuzione avvenuta all’esterno della scuola, il libro è stato consegnato ad ogni alunno. Nella pagina finale del libro è stato riportato il giorno della consegna e il nome dello studente a cui l’opera è stata destinata. Un segno dell’importanza che ogni piccolo cittadino riveste per il futuro del paese. La professoressa Maura Antonini, che ha contribuito all’organizzazione dell’evento, ha ricordato: “Per volare verso il futuro, occorre stare con i piedi ben piantati a terra, attaccati alle radici, rappresentate anche dal nostro passato”.  

Don Fabbi nella premessa al libro cita i versi dell’idillio “Alla luna” di Leopardi: «Oh come grato occorre il rimembrar delle passate cose, ancor che triste, e che l’affanno duri”. Del poeta recanatese oltre all’originale di “Alla luna”, Visso conservava numerosi manoscritti, su tutti L’Infinito. Don Fabbi allora si augurava “Ho la speranza che queste “rimembranze” siano utili allo sviluppo turistico di questa altrimenti poverissima zona, alla conservazione del suo patrimonio artistico e della pittoresca ambientazione medievale della città.” Un augurio ripreso dall’associazione Visso Futura.

 

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