Lavoratori e pensionati delle aree del cratere sismico che nel corso del 2017 hanno usufruito dell'opportunità della sospensione dell'irpef, la cosiddetta busta paga pesante, a far data da ieri 15 gennaio, debbono tassativamente  iniziare a restituirla. Una restituzione che prospetta giornate di duro lavoro per i CAF ma anche una serie di preoccupazioni per i cittadini che solo da due giorni ne hanno avuto notizia. In due anni i tempi della restituzione dell’irpef sono cambiati ben cinque volte e ben sei volte sono state modificate le date per iniziare a farlo, senza contare che le proroghe sono arrivate in alcuni casi anche dopo la scadenza. Il che ha fatto sì che alcuni cominciassero già a restituire e, in certi casi, anche prima che il governo decidesse per lo sconto del 60 per cento sugli importi dovuti.

“Speriamo possa dissolversi l’incubo che è durato tre anni – dice il Segretario generale  CISL Marche Marco Ferracuti -. Le varie deroghe che ci sono state, i cambiamenti e un bel po’ di confusione, hanno creato infatti molta instabilità, insicurezza e anche rabbia tra gli abitanti del cratere. 
Almeno da ieri dunque, ed è la scadenza ultima, - spiega Ferracuti-, tutti coloro che hanno usufruito della sospensione dell'irpef, cioè della busta paga pesante, debbono necessariamente iniziare la restituzione. Ricordo che si può fare in due modi: in primo luogo tramite il sostituto d'imposta e il datore di lavoro. A tal proposito, apro un inciso: se si è pensionati o dipendenti pubblici, qualora la restituzione venga chiesta al datore di lavoro, questi è obbligato a farlo; se invece si è dipendente privato, l'azienda può decidere di farlo o meno per conto del lavoratore. In ogni caso, il lavoratore pensionato può procedere autonomamente tramite l'F24. Si va quindi in un CAF che fa il conteggio e poi si restituisce scegliendo tra banca, poste o tramite internet banking e la restituzione può essere costituita da unica rata o da più rate fino ad un massimo di 120”.
Quanto a chi,avvalendosi dei Caf o autonomamente, ha già iniziato a restituire l’Irpef anche prima che il governo decidesse per lo sconto del 60% sul dovuto- continua Ferracuti-  qualora avessero già pagato qualche rata, debbono comunicare il sostituto d'imposta e accertarsi che l’importo venga ricalcolato tenendo conto della riduzione del 60% che va tolta dal totale delle rate pagate. Bisogna tener presente che non è un calcolo semplice e, nel caso di sostituto d'imposta occorre verificare dal cedolino busta paga o delle pensioni che il ricalcolo sia avvenuto; coloro che invece si sono recati nei CAF per farsi fare l'F24, debbono tornarci perché da soli è impossibile farlo. E’ necessario rifare il famoso F24 e poi, se questo è stato fatto, ridare mandato all'istituto di credito per fare l’addebito. Quanto al problema che riguarda chi ha goduto della sospensione ma magari a giugno o a ottobre ha restituito tutto in un'unica soluzione, sebbene queste persone debbano legittimamente poter recuperare il 60%, non essendoci stato tuttavia uno specifico richiamo nel decreto, l 'Agenzia delle Entrate non ha ancora dichiarato quali siano le modalità per cui, in questo momento il recupero è impossibile”.
Altro dei nodi da sciogliere,  quello che riguarda l'ISEE; fino all'anno scorso non era necessario dichiarare gli immobili inagibili ma, forse per una dimenticanza, la norma non è stata prorogata.
“ E’ una questione che bisogna risolvere velocemente - afferma Fearracuti-. Spero che si sia trattato di 'svista' ma effettivamente nella finanziaria non c'è la copertura degli immobili inagibili e questo significa che, se tutto dovesse rimanere così, chi ha un immobile inagibile e deve fare l’ISEE, dovrà inserire l’immobile inagibile tra i propri redditi. Una palese ingiustizia per la quale ci auguriamo che il governo provveda a correggere la norma. Ricordo che anche lo scorso anno c'era stata la stessa disattenzione, poi successivamente recuperata. Certo è che risulta davvero incomprensibile questa modalità che speriamo venga al più presto corretta e, proprio per questo, a meno che non vi sia una scadenza domani, stiamo dicendo di aspettare a fare l'ISEE altrimenti si avrebbe un reddito falsato.
Da parte nostra- conclude il Segretario generale Cisl Marche Ferracuti-  abbiamo pertanto sensibilizzato il governo e i nostri parlamentari affinché risolvano queste due incresciose situazioni, sia quella riguardante chi ha restituito in un'unica soluzione e deve recuperare il 60% , sia il tema degli immobili inagibili che non possono fare reddito. Questioni che vanno dunque corrette, inserendo la necessaria dicitura nel decreto 189”.
C.C.

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