“Strategie per la ricostruzione”, al centro del terzo incontro informativo rivolto alla popolazione  organizzato dal Comitato Concentrico di Camerino. L'appuntamento è fissato per venerdì 9 novembre alle ore 17.30 nella sala riunioni del Seminario nuovo, in via Macario Muzio . Le finalità attuative della pianificazione e le relative norme, saranno affrontate grazie al contributo del prof. Massimo Sargolini, architetto e professore ordinario di urbanistica dell’Università degli Studi di Camerino.  Il prof. Sargolini  è membro del Comitato Tecnico Scientifico della struttura del Commissario straordinario del Governo per la ricostruzione post-sisma e coordinatore del progetto "Nuovi sentieri per le aree interne dell'Appennino marchigiano" che, in collaborazione tra i quattro atenei delle Marche, ha l’obiettivo di creare nuovi percorsi e prospettive di sviluppo per l’area montana.

L'ordinanza n. 39 del settembre 2017 regola la pianificazione attuativa connessa agli interventi di ricostruzione. Avvenute  le perimetrazioni, senza i Piani Attuativi in pratica nessun intervento di ricostruzione può essere autorizzato in centro storico. 

Sargolini foto

" Noi ci accorgiamo che in questi centri storici da ricostruire e, Camerino è forse uno dei più importanti per la sua estensione e per i suoi risvolti emblematici  -spiega il prof. Sargolini- , c'è un problema di fondo: si rischia di intervenire in modo puntuale su elementi e parti della città tra loro separate e distinte, senza un pensiero complessivo,senza una visione più ampia che metta insieme le diverse parti della città che dopo la ricostruzione assumeranno un ruolo diverso da quello originario perchè comunque ci saranno dei cambiamenti; magari a Camerino non si avranno grandi modifiche  ma in altri nuclei da ricostruire i cambiamenti saranno molto rilevanti, come lo spostamento di parti abitate o di alcune funzioni, creazione di parti, nuovi ingressi alla città, parti che verranno demolite e non ricostruite. Tante sono dunque le questioni sul campo che non possono essere mai pensate isolatamente e che è necessario considerare in una visione complessiva e  questo è il senso del Documento Direttore- continua Sargolini-; senza tale visione complessiva della città di Camerino e di molte altre, noi rischiamo molto sul futuro di queste realtà. Non è pensabile che si possa ricostruire dei centri urbani, agendo per parti separate le une dalle altre, senza conoscere le interazioni che ci sono tra di loro. Il fatto che il Documento Direttore nell'ordinanza n.39 non sia previsto come un obbligo da parte delle amministrazioni - prosegue l'architetto- non significa che non sia importante. Personalmente non credo nella coercizione per poter far fare le cose, ma credo molto nella scommessa culturale. A quella ordinanza ci ho molto lavorato per capire cosa potesse essere utile per poter ricostruire;  si è molto discusso se presentare il Documento Direttore come obbligo o come strumento leggero e rapido che metta in gioco la comunità tutta, a prescindere dai colori politici.  Non è un Documento che fa il sindaco - sottolinea Sargolini- ma è un qualcosa che riunisce la cittadinanza tutta a riflettere attorno ad un tema. Il fatto che sia facoltativo non ne diminuisce l'importanza: il suo significato è quello di mettere in gioco la sfida di una scelta culturale di  una città che possa definirsi tale, una sfida che non può essere mai ritardata". 

C.C.

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