“Parole indegne e gravi che offendono il 25 aprile”. Ferma la presa di posizione della Segreteria regionale del Partito Democratico delle Marche in ordine alla nota dell’Ufficio Scolastico Regionale marchigiano a firma del suo Direttore Generale Ugo Filisetti.
"Non è la prima volta che, in occasione di celebrazioni nazionali, Filisetti scrive riflessioni indegne di cui francamente non si sente affatto il bisogno- si legge nel comunicato
Credevamo che l’apice si fosse raggiunto con l’invito alle armi, fatto agli studenti qualche mese fa con la sua folcloristica retorica militarista. Invece si è toccato il fondo con una lettera di qualche giorno fa le cui parole sono un’offesa alle imminenti celebrazioni per la Festa della Liberazione.
È grave equiparare le idee, ignorando e omettendo i fatti storici, i contenuti ideali, i crimini e i meriti, sia dal punto di vista storico-scientifico sia dal punto di vista istituzionale, soprattutto da chi ricopre incarichi pubblici.

Non è accettabile  che fascismo e nazismo vengano minimizzati come semplici “ragioni” e “sogni” di chi combatté contro Alleati e Partigiani  continua la nota del Partito Democratico -. Si tratta di un atteggiamento molto pericoloso che, lungi dal fondare solidi legami di unità nella comunità nazionale, avvalla la circolazione di revisionismi profondamente nocivi.
Il Presidente Mattarella ha ricordato, nel 2018 in occasione della Giornata della Memoria, che per il fascismo: “razzismo e guerra non furono deviazioni o episodi rispetto al suo modo di pensare, ma diretta e inevitabile conseguenza. Volontà di dominio e di conquista, esaltazione della violenza retorica bellicistica, sopraffazione e autoritarismo, supremazia razziale, intervento in guerra contro uno schieramento che sembrava prossimo alla sconfitta, furono diverse facce dello stesso prisma”.

Chiediamo al dottor Filisetti: quando auspica un superamento delle antitesi, dei rancori e delle demonizzazioni si riferisce al superamento della lotta affinchè simili idee e atteggiamenti non si affermino più nel nostro Paese?

Inoltre- conclude la segreteria regionale del PD delle Marche- vogliamo ricordare che furono la formazione dei gruppi partigiani e dei movimenti di liberazione e la successiva stesura della Costituzione i reali momenti di superamento dei conflitti, delle divergenze e dei rancori, tra tutte le forze politiche italiane dai comunisti ai cattolici, dai monarchici ai liberali. Nella lotta per la Liberazione prima e nella fase costituente poi, seppero confrontarsi nel reciproco rispetto, animate da comuni ideali di democrazia e uguaglianza sanciti dalla carta costituzionale.
Auguriamo a tutti buon 25 Aprile: non si festeggia "la fine della seconda guerra mondiale", ma la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo".

Sconcerto al riguardo è stato da subito espresso anche da parte del consigliere regionale della minoranza PD Romano Carancini.
"
Vorrei che si capisse che cosa ha scritto queso signore che rappresenta peraltro il Ministero- dice Carancini-. Le  sue parole, dal punto di vista dei contenuti, direi che sono  al limite dello scandalo.  Certo, il rischio è quello di essere oramai assuefatti  all'indifferenza o comunque alla sottovalutazione della memoria, ma scrivere che debbano essere accomunati i sogni e le ragioni dei giovani che hanno combattuto da un lato per il fascismo e dall'altro per la libertà e la democrazia di questo paese,  non può che denotare che  siamo veramente al confine dell'apologia del Fascismo.  Questo passaggio della nota di Filisetti è davvero sconcertante- continua Carancini-. Non si possono equiparare i sogni di chi ha dato il sangue e la vita per poterci rendere oggi liberi, con quello che hanno fatto i fascisti e chi li ha fiancheggiati per poter evidentemente lavorare per la morte, per la tirannia, per una dittatura e per un'assoluta non libertà.  Ai giovani va detto che , o si stava dalla parte dei sogni e delle ragioni che spingevano verso la libertà e la democrazia, o si stava dalla parte della violenza, della morte e del sopruso". 




c. c.



































Forte delusione viene espressa all'interno delle componenti del Partito Democratico per una delegazione di soli uomini al governo. La sollevazione viene anche da Romano Carancini, consigliere regionale del gruppo PD nell'assemblea legislativa delle Marche.   

“Intendo manifestare tutta la mia contrarietà e la protesta per le scelte che il Partito Democratico ha orientato nell'indicazione dei Ministri del nuovo governo di Mario Draghi- recita la nota di Carancini-. Ancora una volta spicchiamo per incoerenza.

Nessuna donna in delegazione e, guarda caso, tutti e tre i capicorrente del partito.

Mi chiedo come possiamo credibilmente contestare sui nostri territori scelte di arretratezza politica se poi il PD nazionale sconfessa con i fatti le nostre battaglie culturali (attenzione non da riserva indiana) e ci delegittima nelle nostre comunità. È evidente che di questo passo- continua Carnacini-  le persone non potranno mai vederci come una scelta diversa, di vera democrazia.

Noi siamo il PD e le parole che seguono sono quelle di Walter Veltroni all'atto fondativo del 2007:

"Il Partito democratico, il partito che dovrà dare l'ultima spallata a quel muro che per troppo tempo ha resistito e che ha ostacolato la piena irruzione della soggettività femminile nella decisione politica e nella vita del Paese. La rivoluzione delle donne ha affermato in tutte le culture politiche il principio del riconoscimento della differenza di genere come elemento costitutivo di una democrazia moderna. È questa esperienza che dovrà essere decisiva, fin dal momento della fondazione del nostro partito".

Ecco- prosegue il consigliere regionale-  abbiamo tradito, ancora una volta, quello per cui siamo nati.

Un altro passaggio dei nostri capi nazionali che rende ancor più ripida la salita di chi, sui territori, si confronta con le persone e cerca di riavvicinarle, anche deluse da destre violente, populiste, sovraniste e autarchiche.

Dichiara il segretario Nicola Zingaretti che ci rifaremo con i sottosegretari.

Il contentino che è ancor peggio del buco e che dovrebbe spingere le donne del PD a rinunciare a qualsiasi incarico del c.d. sottobosco dei sottosegretari, lasciando al gruppo dirigente tutta la responsabilità di un passaggio che offende le donne e gli uomini che credono ancora nei valori fondativi del Partito Democratico.

Un secondo aspetto che non può essere taciuto è la dittatura dei capicorrente.

Ho letto con sincera speranza le parole di Stefano Bonaccini nell'intervista a Repubblica di questa settimana, sul futuro di un partito capace di dialogare nel pluralismo delle sensibilità e sulle idee, ma senza che prima di esse conti l'incancrenimento delle correnti e tutto ciò che ne consegue.

Uomini, solo uomini per tutte le stagioni, che pontificano strategie, perdono consensi, collegi ma continuano, anche con supponenza, a rivestire sempre ruoli di potere e condizionamento.

Dobbiamo confrontarci e ricostruire un Partito Democratico che trovi nei valori fondativi del 2007 la forza e il coraggio della strada maestra- esorta Romano Carancini- . 

Un segno di coraggio lo chiedo Giovanni Gostoli e alla direzione regionale affinché, con una nota netta, rappresentino formalmente e immediatamente al Segretario Nicola Zingaretti tutto il senso della frustrazione di una base di iscritti e simpatizzanti che non può più sopportare la colpevole incapacità nel guidare un partito popolare senza rispettarne i suoi stessi valori fondativi”.
c.c.




Anche la legge sulla montagna tra i quattro emendamenti presentati dal Partito Democratico alla maggioranza regionale e che per il momento restano nel cassetto.

È quanto spiega il consigliere dem Romano Carancini, tra i promotori dell’iniziativa: “Il nuovo governo regionale – dice - ha deciso di sospendere gli emendamenti che erano stati presentati nell’approvazione del Bilancio lo scorso 30 dicembre. Avevamo deciso, come opposizione, di avere un atteggiamento non ostruzionistico ma collaborativo e per questo avevamo presentato pochissimi emendamenti che tendevano a migliorare la previsione del governo, senza creare problemi ad un passaggio di Bilancio molto delicato. L’atteggiamento della maggioranza – denuncia - è stato in netta contraddizione alla richiesta di collaborazione fatta dal presidente Acquaroli nel giorno del suo insediamento. Noi siamo stati collaborativi, ma a questa disponibilità è stata chiusa una porta in faccia”.

Poi entra nello specifico della necessità di una legge sulla montagna che rientrava anche nel programma elettorale presentato da Carancini: “Sul Documento di Economia e Finanza della Regione Marche – dice - c’era una sezione dedicata alle priorità e noi tra queste abbiamo inteso di proporre una legge per la montagna.

Una legge che sarebbe molto importante, innanzitutto perché avrebbe dedicato risorse specifiche, esclusive alla montagna, ma soprattutto avrebbe potuto fornire una prospettiva trasversale, partendo dalla questione lavoro, per passare a quella dei servizi, al sistema della cultura, del dissesto idrogeologico. Continuo a ritenere fondamentale realizzare e costruire una legge che, per l’intero arco Appenninico, possa almeno impostare la programmazione di ricostituzione di un ecosistema montano. Non si può pensare ad una legge per la montagna senza avere servizi, scuole, connessioni, sanità, trasporti. Avere quello strumento, con al fianco una serie di risorse molto importante che potrebbero essere attinte dal recovery plan, avrebbe un grande vantaggio. Aggiungo – conclude - che non realizzarla potrebbe far disperdere queste risorse rispetto a clientele o ingressi di parte. Ecco perché continuo a chiedere una legge che dedichi alla montagna uno specifico strumento legislativo”.

GS
Romano Carancini, oggi consigliere regionale, ha salutato l’ormai ex questore di Macerata Antonio Pignataro, prossimo al trasferimento a Roma. Pignataro ha vissuto a Macerata, esercitando le sue funzioni, durante uno dei periodi più duri per la città, negli ultimi anni dell’amministrazione Carancini. Anni contraddistinti dalle vicende legate alla morte di Pamela Mastropietro e dal successivo raid di Luca Traini.

Pur non avendo un ruolo in città, Carancini ha voluto incontrare personalmente Pignataro per salutarlo e ringraziarlo, a livello sì istituzionale, ma anche umano, come affermato proprio dall’ex sindaco di Macerata ai microfoni di Radio C1 inBlu: “Il mio è stato un saluto istituzionale, ma anche umano, in ragione del rapporto che si è creato lavorando a fianco al dottor Pignataro in un momento drammatico per la città di Macerata, quando i fatti legati alle vicende Mastropietro e Traini hanno segnato profondamente la comunità. Pignataro, nominato da Minniti, ha svolto un lavoro molto importante, sapendo individuare le azioni migliori da mettere in campo per riportare ordine e serenità in città. Insieme a lui voglio ringraziare e ricordare con grande stima, anche gli ex comandanti dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, Michele Roberti e Amedeo Gravini, che insieme al Questore hanno saputo organizzare un lavoro coeso, in un’ottica di grande collaborazione tra le istituzioni”.

Carancini conclude: “Mi fa molto piacere aver portato anche i saluti di Dino Latini, presidente del Consiglio Regionale, che mi ha incaricato di salutare Pignataro e di portargli un dono istituzionale, ringraziandolo per quanto ha fatto per Macerata e di conseguenza anche per le Marche”.

Il Questore Pignataro è stato trasferito a Roma, dove prenderà servizio il prossimo primo dicembre.

Red.
L’esito dell’ultima tornata elettorale regionale e il bisogno di un’attenta analisi del risultato ottenuto ha portato diversi membri del Partito Democratico delle Marche alla convocazione di un’assemblea.

Uno dei firmatari è l’ex sindaco della città di Macerata e ora consigliere regionale Romano Carancini, che ai microfoni di Radio C1 inBlu ha parlato di un incontro e un confronto non più rimandabile: “La richiesta arrivata da alcuni componenti è quella di incontrarsi e discutere dell’esito del voto regionale. Il Segretario Regionale Gostoli aveva congelato questa discussione, ma ora credo che non ci sia più motivo di posticiparla: non si deve avere paura di discutere della sconfitta e di ripartire. La motivazione più importante è che questa è una richiesta dei nostri iscritti, dei nostri votanti, dei nostri simpatizzanti, anche quelli delusi e che magari non hanno votato per noi per mancanza di fiducia. Oggi ci sono gli strumenti per avviare un confronto e i tempi sono maturi. È l’unico modo per ripartire, lasciando da parte divergenze e nemici che abbiamo anche in noi, facendo partecipare le persone che ci sostengono, riavvicinandoci al nostro elettorato”.

Red.
È chiara, secondo il consigliere regionale dem Romano Carancini, la responsabilità della dottoressa Nadia Storti sulle disposizioni attuate in questa seconda ondata della pnademia. 
L'ex sindaco di Macerata era intervenuto anche nei giorni scorsi ai microfoni di Radio C1...inBlu definendo "un contentino la scelta della direzione sanitaria di lasciare No Covid l'ospedale di Camerino ma portando via il personale sanitario delle Unità Operative Complesse.
Ora torna a ribadire la sua posizione in merito al Santa Maria della Pietà, ma anche sulla necessità di nominare la dirigenza dell'Asur.
"Dal punto di vista dell'indirizzo regionale c'è stata una grande confusione - dice - . La Regione Marche, legittimamente, seppur in contrasto col piano pandemico, aveva deciso che Camerino dovesse restare ospedale No Covid e avevo apprezzato questa scelta confermandolo anche in consiglio regionale, ma la scelta sarebbe stata valida se allo stesso tempo fosse rimasto in forza il personale a servizio delle varie Unità Operative Complesse. Il direttore di Avrea Vasta - denuncia - ha fatto il gioco delle tre carte dicendo ai camerti che il nosocomio sarebbe stato a pieno regime, ma poi ha portato via il personale".

Poi la condanna all'operato di Nadia Storti: "Ciò che è accaduto nell'Area Vasta 3 è di una responsabilità gravissima - prosegue - : la mancanza di una guida ha determinato una serie di conseguenze che hanno scalfito anche gli indirizzi della Regione che vogliono lasciare Camerino libera. Negli altri ospedali Nadia Storti avrebbe dovuto organizzare meglio quella che in realtà è una vera e propria debacle. Sono riusciti a determinare una serie di conseguenze negative drammatiche, addiruttura chiudendo alcuni reparti all'ospedale di Macerata, a causa di una incapacità organizzativa. Non si può fare allo stesso tempo il direttore generale dell'Area Vasta e il facente funzione. Si tratta di un atto di supponenza".

Proprio per questa sua ferma convinzione, anche nei giorni scorsi, Romano Carancini aveva chiesto alla Regione di nominare il successore di Alessandro Maccioni: "Continuo a chiederlo invano - ribadisce - , c'è tanta indifferenza. Non ho mai chiesto il direttore di Area Vasta per interessi personali, ma perchè ne vedo la necessita per via di una capacità di conoscenza che questa figura deve avere per meglio organizzare la situazione pandemica. Purtroppo, le condizioni che ci hanno portato ad essere zona arancione sono dovute anche a questa incapacità".

GS
Vacante ormai da diversi mesi, dopo il “passaggio” nella vicina Umbria di Alessandro Maccioni, resta ancora scoperto il ruolo di Direttore di Area Vasta 3. Per questo il consigliere regionale di minoranza del Pd Romano Carancini rivolge un appello, quasi accorato, al Governatore delle Marche Francesco Acquaroli affinchè provveda alla relativa nomina in tempi brevi, soprattutto in un momento delicato come quello che la comunità maceratese sta vivendo anche a causa della pandemia da Covid 19.

"A differenza di quanto accaduto nella prima fase Covid – le parole di Carancini - l'assenza di una figura guida, di garanzia, di relazione e interlocuzione per l'intero sistema dell'Area Vasta 3 ha purtroppo contribuito ad aggravare problemi e a generare sacche di disorganizzazione nella più grande comunità sanitaria marchigiana dopo Torrette. Non si può governare un territorio così vasto, già martoriato dal sisma, già gravato di una struttura Covid regionale dedicata, attraverso una figura facente funzioni che, nello stesso tempo, ricopre anche il ruolo di Direttore Generale dell'ASUR Marche”.

Il consigliere del Partito democratico pone anche l’accento sui problemi che la sanità del territorio sta vivendo.
“Il collasso dei Pronto Soccorso di Civitanova Marche e Macerata – prosegue - il contagio dei medici nei reparti, l'impoverimento degli ospedali di Camerino e San Severino Marche dovuto alla sottrazione di parte del personale, lo spostamento forzato del personale di Area Vasta 3 nel Covid Hospital di Civitanova Marche, nonostante si tratti di una struttura a servizio dell'intera regione, senza farsi carico del costo familiare e sociale per le persone stesse e per le loro famiglie, sono solo alcuni esempi di cosa stia accadendo. È un'emergenza assoluta, non si può perdere un giorno in più – conclude - Ci si impegni tanto per la salute dei cittadini quanto per la dignità di tutte le persone che lavorano in Area Vasta 3 e infine si scelga una persona all'altezza del compito."

f.u.
La risoluzione che blocca la realizzazione degli ospedali di primo livello in Regione non è passata inosservata a Macerata dove l'ex sindaco e attuale consigliere regionale di minoranza, Romano Carancini, definisce la scelta "penosa" nei confronti dei cittadini.

"Si va verso uno smantellamento - dice - una demolizione del lavoro che era stato fatto con tutti i sindaci nel 2017, compreso l'allora sindaco di Camerino Gianluca Pasqui che ora si trova nella maggioranza regionale. Tutti insieme si decise di realizzare un ospedale di primo livello a Macerata, mantenendo anche l'ospedale della città ducale.
Un lavoro che viene cancellato con un tratto di penna dagli anconetani, con il benestare della maggioranza di centro destra.
Vorrei sottolineare - spiega Carancini - che non si sta facendo un dispetto al centro sinistra, ma ai cittadini.
Se noi avessimo avuto l'ospedale di primo livello, nella provincia di Macerata, durante la pandemia non ci sarebbero stati così tanti morti, nonci sarebbe stata la chiusura degli ospedali e delle unità operative complesse".

Il consigliere dem interviene anche in merito alle ultime decisioni regionali che hanno riguardato l'ospedale di Camerino: "Hanno dato il piccolo zuccherino - dice - confermando di non trasformare il nosocomio in Covid hospital, ma allo stesso tempo hanno tolto gran parte delle strutture delle unità operative complesse rendendolo inefficace. Non si dimostra così il rispetto. Avrebbero potuto lasciare aperte a Camerino tutte le unità operative complesse dal momento che la struttura di trova in una zona già. Ho il timore - conclude - che smantelleranno i progetti che erano stati condivisi da tutti i sindaci e che con fatica siamo riusciti a portare avanti con grande senso di responsabilità e rispetto della legge".

GS
'Sindaci alla riscossa' è proprio il caso di dire con i dati delle prime sezioni scrutinate per l'elezione del nuovo consiglio regionale.
Sono i sindaci della provincia di Macerata che in questa tornata elettorale hanno deciso di scendere in campo, anche con l'ipotesi di dover lasciare la guida della propria città, e che in queste ore stanno riscuotendo la risposta dei loro concittadini e non solo.
Giuseppe Pezzanesi, sindaco di Tolentino candidato con Civitas Civici; Fabrizio Ciarapica, sindaco di Civitanova candidato con Forza Italia; Renzo Marinelli, sindaco di Castelraimondo, candidato con la Lega; Sauro Scaficchia, sindaco di fiastra e Romano Carancini, sindaco uscente di Macerata, entrambi candidati con il PD.

Tra questi, ognuno nella rispettiva lista, il sindaco in testa è Giuseppe Pezzanesi che nelle 81 sezioni scrutinate su 321 ha ottenuto 421 preferenze.
C'è poi Renzo Marinelli, anche lui primo nella sua lista con 315 preferenze; Romano Carancini secondo nel Pd con 164 preferenze; Fabrizio Ciarapica, terzo nella sua lista con 73 preferenze ed ultimo Sauro Scaficchia che sempre tra i dem ha ottenuto 47 voti.

A commentare questo risultato parziale è il sindaco Giuseppe Pezzanesi, apprezzato anche nei Comuni dell'entroterra vicini a Tolentino: "Io sono ancora lontano dai risultati - ha detto durante la diretta su Radio C1...inBlu - . Se fosse così mi farebbe molto piacere, ma sono abituato a stare con i piedi per terra e prepararmi sempre per la prova successiva. Sarebbe un ulteriore attestato di gratitudine da parte dei miei cittadini e non solo. In Italia - commenta - chi fa politica per i cittadini e si impegna col cuore spesso non è gradito, invece questo messaggio è stato compreso dai cittadini e forse meno dai veritici della politica"

Un apprezzamento che potrebbe riguardare anche la posizione del primo cittadino in merito al sisma e alla ricostruzione: una scelta fortemente criticata dalla sua opposizione ma che evidentemente non è dispiaciuta in provincia: "E' stata una scelta molto forte - dice in merito all'acquisto degli appartamenti per i terremotati, anzichè scegliere le SAE - che ho condiviso con i miei giovani. Credo che gli altri Comuni che mi stanno dando fiducia me la diano anche perchè ho combattuto sempre per tutti e forse vedono nel sindaco di Tolentino una forza e una coscienza di quelli che sono i passi da fare per l'entroterra che in altri non vedono. Credo di essere uno dei sindaci più importanti dell'entroterra per numero di popolazione. Ho spalle larghe - ha concluso - e prendere nel cuore e nella testa tutta la regione, oltre che Tolentino, è pe me un dovere".

GS
Un patto tra Comune, Prefettura, Forze dell’Ordine e cittadini per tutelare la sicurezza urbana attraverso azioni di controllo, prevenzione e di contrasto alle forme d’illegalità presenti nel territorio. E’ una moderna concezione della sicurezza urbana, quella contenuta nei due protocolli sottoscritti a Macerata, alla presenza del vice ministro all’Interno Matteo Mauri, da Comune, Prefettura e Forze dell’Ordine, nella quale la cittadinanza diventa parte attiva, a supporto del ruolo imprescindibile svolto dalle Forze dell’Ordine, nel contrasto delle azioni di criminalità, nonché dell’azione della Amministrazione comunale per favorire migliori condizioni di vivibilità.

incontro in prefettura
 
La giornata del ministro Mauri a Macerata è iniziata alle 9 in Prefettura, dove si è svolto l’incontro con i rappresentanti delle Forze dell’ordine e delle istituzioni. Presenti, con il prefetto Iolanda Rolli, il sindaco Romano Carancini,  il questore Antonio Pignataro, il  comandante provinciale dei Carabinieri Michele Roberti, il comandante provinciale della Guardia di Finanza Amedeo Gravina, il vice comandante provinciale dei Vigili del Fuoco Mirko Mattiacci, l’assessore alla sicurezza Mario Iesari.

Il vice ministro ha poi inaugurato in Comune la sala operativa della videosorveglianza della Polizia Locale, diretta dal comandante Danilo Doria, e dopo una visita allo Sferisterio si è recato al Parco di Fontescodella divenuto luogo simbolo di un’azione sinergica di controllo per la sicurezza del territorio che insieme ad un intervento di riqualificazione e manutenzione lo ha restituito alla fruizione pubblica e alla città.

Taglio del nastro 001
 

 “A Macerata abbiamo siglato oggi due importanti Protocolli per garantire al meglio la sicurezza dei cittadini. - afferma il vice ministro Mauri - Oltre alle fondamentali attività di presidio del territorio da parte delle Forze di polizia, è necessario al contempo lavorare sul piano sociale. La repressione deve andare di pari passo con interventi di prevenzione del disagio e di riqualificazione urbana, secondo un modello di sicurezza integrata.”
 
“Sono stati due anni di intenso lavoro” - ha sottolineato il prefetto Rolli, che si accinge a lasciare la città per altro incarico – “Un lavoro di condivisione e coesione di una squadra che si è rafforzata, creando un nuovo modello di sistema per la sicurezza, nato dal confronto tra le forze di polizia e le istituzioni, perché dal confronto nascono le cose migliori.”

Il sindaco Romano Carancini ha ringraziato il vice ministro Mauri per la visita a Macerata che “dà la misura della sensibilità del governo su questo tema.” - ha sottolineato il primo cittadino – “Oggi abbiamo siglato un accordo importante, un progetto dinamico che coinvolgerà anche tanti altri Comuni della provincia per tutelare la sicurezza dei cittadini attraverso non solo la repressione e il controllo ma la prevenzione e la partecipazione della cittadinanza per creare una comunità salda.” Il sindaco ha poi ringraziato l’assessore Mario Iesari che in questi anni ha portato avanti e coordinato questo importante lavoro di squadra per la sicurezza urbana e la videosorveglianza. Un progetto e un sistema che proseguirà ancora in un ottica di collaborazione tra enti locali estendendosi a ulteriori 25 comuni della regione (province di Ancona, Macerata Fermo, Ascoli Piceno), per ampliare la rete di controllo del territorio.

f.u.

Visita Parco Fontescodella 001
Visita Parco Fontescodella

Incontro con associazioni 001
Incontro con le associazioni 

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