“Considerato che oltre la metà degli assessori regionali sono impegnati nella campagna elettorale e hanno di fatto abbandonato da oltre un mese le loro funzioni istituzionali, dopo averle utilizzate a tale scopo negli ultimi due anni, chiediamo che il presidente Acquaroli provveda a revocare i rispettivi incarichi a Castelli, Carloni, Latini e Aguzzi, procedendo contestualmente alla loro sostituzione”.

A chiederlo sono il consigliere regionale del Partito Democratico Fabrizio Cesetti e il capogruppo Maurizio Mangialardi.

“Stiamo vivendo giornate cruciali – spiegano i dem - durante le quali anche i governi regionali sono chiamati ad assumere tempestivamente tutti i provvedimenti necessari a mettere al riparo famiglie e imprese dagli effetti del caro energia che rischia di innescare nei prossimi mesi una crisi economica e sociale ben peggiore di quella vissuta negli ultimi due anni a causa del Covid-19. È molto grave che Castelli, Carloni, Latini e Aguzzi, incuranti del futuro dei marchigiani, non abbiano avuto il buon senso di dimettersi dopo la loro candidatura, paralizzando i lavori della giunta regionale in un momento così importante. Ma ancora peggio, se possibile, è il comportamento di Acquaroli: o il presidente ha assecondato convintamente le irresponsabili scelte dei suoi collaboratori oppure, più probabilmente, è così politicamente debole da non essere in grado di richiamarli agli impegni che si erano presi con i cittadini all’inizio della legislatura. In entrambi i casi, si tratta di un danno enorme per il tessuto economico e sociale della regione. Anziché continuare a eseguire gli ordini che gli vengono impartiti da Roma, suggeriamo ad Acquaroli di fare uno sforzo di autonomia e di rispondere per una volta ai bisogni della nostra comunità procedendo in tempi brevissimi alla sostituzione degli assessori candidati”.
Sui fondi europei del Pnrr assegnati alla regione Marche, per un importo complessivo di 183milioni di euro, la Giunta regionale appare in confusione e senza una visione strategica.

A denunciarlo è il gruppo assembleare del Partito Democratico, che vede a rischio il potenziamento della sanità territoriale nella fase post Covid.  

“Sono mesi - spiega il capogruppo Maurizio Mangialardi - che si conosce l’entità delle risorse che il governo Draghi, attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ha destinato alla Regione Marche per quanto riguarda la missione salute. La giunta regionale, con grande imbarazzo da parte di tutti, ha perso intere settimane a tergiversare, tenendo i sindaci, il consiglio regionale, i sindacati e quasi l’intero mondo della sanità all’oscuro della sua strategia. Molto probabilmente perché una strategia non ce l’hanno e non sanno come soddisfare le promesse fatte in campagna elettorale”.

“In questo anno e mezzo - afferma Romano Carancini - abbiamo presentato almeno tre atti per far sì che il consiglio regionale e il territorio non arrivasse a questo appuntamento impreparato, ma pronto a cogliere un’occasione, quella del Pnrr, di portata storica. Tutto inutile, perché questi dilettanti allo sbaraglio non hanno dato né a noi né ai sindaci l’opportunità di confrontarsi sui loro progetti e sulle reali esigenze dei territori”.

“Hanno costruito delle proposte - precisa la vice capogruppo Anna Casini - senza neppure conoscere i contenuti del Pnrr. Basti pensare che intendevano utilizzare le risorse europee per fare le manutenzioni ordinarie, invece di programmare il potenziamento della medicina del territorio. Insomma, sono completamente scollegati dai bisogni delle nostre comunità”.

“Non ci sono idee - conclude Fabrizio Cesetti - si va avanti a tentoni e la giunta è completamente assente. Le risorse dovrebbero essere indirizzate a ridurre e superare le disparità territoriali nei livelli di assistenza e prevenzione, come previsto dalle linee guida dello stesso Pnrr. Dunque, i progetti dovrebbero essere inquadrati nell’ambito di una strategia quanto meno regionale. Invece il centrodestra preferisce inseguire logiche di campanile e rispondere alle esigenze elettorali di assessori e consiglieri di maggioranza anziché quelle dei territori”.
È inaccettabile che con l’esponenziale aumento dei contagi nella nostra regione, ormai una vera e propria emergenza sanitaria, la giunta regionale si ostini a tenere chiuso il Covid Hospital".

Ad affermarlo il consigliere del Partito democratico Fabrizio Cesetti, che ha presentato apposita interrogazione al presidente Francesco Acquaroli "che -prosegue Cesetti - si è detto in tal senso possibilista, dimostrando così che all’interno della sua giunta non esiste una strategia né tanto meno una visione unitaria nella gestione della pandemia".

Bersaglio delle dichiarazioni del consigliere Dem l'assessore alla sanità Filippo Saltamartini insieme ai suoi colleghi di giunta.

“Questo imbarazzante stallo – conclude Cesetti – è emblematico della disorganizzazione e della leggerezza con cui la giunta regionale sta affrontando la gestione del Covid. Un disastro ormai denunciato quotidianamente non solo dal Partito Democratico, ma impietosamente fotografato anche dalle organizzazioni sindacali della sanità, che sempre più frequentemente denunciano come la situazione marchigiana si stia aggravando sempre di più, e dalle numerose proteste pubbliche del personale sanitario che da tempo attraversano da nord al sud l’intera regione. Insomma, c’è davvero da sperare che la giunta regionale non intenda far pagare un prezzo altissimo alla salute dei marchigiani solo per non derogare alle errate convinzioni di alcuni assessori”.

f.u
Il consigliere del Partito democratico Fabrizio Cesetti ha presentato alla giunta un’interrogazione per conoscere quali provvedimenti urgenti il governo regionale intende adottare per fronteggiare la nuova emergenza sanitaria e garantire ai cittadini marchigiani la puntuale erogazione delle necessarie prestazioni sanitarie.

Di fronte all’ormai imminente ingresso delle Marche in zona arancione, destano grandi preoccupazioni le parole del presidente Acquaroli, che, quasi a mò di resa, ha dichiarato di non sapere ancora che provvedimenti prendere di fronte alla crescita dei contagi – dichiara un preoccupato Fabrizio Cesetti - Un’incertezza che in effetti riflette i gravi errori della giunta regionale, che a oltre un anno dal suo insediamento ha largamente dimostrato la propria inadeguatezza nella lotta al Covid. Basti pensare che non si è ancora proceduto alla riformulazione del Piano Pandemico regionale per riallinearlo all'emergenza in atto, non si è proceduto a ripensare il ruolo degli ospedali pubblici, privati e di comunità, mentre i pronto soccorso, da settimane in forte sofferenza, vengono abbandonati a sé stessi. Ma non solo: nulla si è fatto per evitare la promiscuità ospedaliera, non esiste una strategia per il riavvio del Covid Center di Civitanova Marche, mancano accordi sindacali volti a favorire la mobilità regionale degli operatori delle aziende sanitarie marchigiane, e le promesse di assunzione di nuovo personale sanitario continuano a rimanere tali”.

“Conosco bene la struttura sanitaria regionale – spiega in conclusione Cesetti – e so che ci sono tutte le competenze per far fronte all’emergenza. Ma è evidente che se viene a mancare l’indirizzo politicoc’è il concreto rischio che la pandemia vada fuori controllo pregiudicando la salute di migliaia di cittadini. Anche per tale motivo, a fronte del perdurare di questa inerzia e inettitudine della giunta regionale, sto valutando di sollecitare l’intervento degli organi ministeriali affinché siano presi provvedimenti di competenza, anche di carattere sostitutivo”.

In attesa della discussione sull'assestamento di Bilancio che l’Assemblea legislativa delle Marche affronterà la prossima settimana, lo scontro tra maggioranza e opposizione è già iniziato in commissione Bilancio intorno a uno dei temi più attesi e sentiti: i ristori alle Rsa messe in grave difficoltà dalla pandemia da Covid-19.

Respinto, infatti, un emendamento presentato dal Partito Democratico, a prima firma del consigliere Romano Carancini, per lo stanziamento di oltre 6,6 milioni di euro per coprire interamente i maggiori costi sostenuti a causa del Covid dalle strutture residenziali sanitarie e sociosanitarie extra ospedaliere private convenzionate con il Servizio Sanitario Regionale nel 2020. Lo stesso emendamento, tra l’altro, prevedeva un ulteriore stanziamento di circa 1 milione 160 mila euro che avrebbe coperto, seppure parzialmente, anche i rilevanti costi già sostenuti per le stesse ragioni nel 2021, ma è stato bocciato dal consigliere della Lega Renzo Marinelli insieme ai suoi colleghi.

Non c’è nulla di casuale – afferma Carancini -: è un comportamento coerente con l’indifferenza mostrata dall’assessore Filippo Saltamartini in questo anno, trascorso inutilmente, incapace di rispondere positivamente ai continui e giusti appelli delle 14 associazioni marchigiane che rappresentano nelle Marche le strutture ospitanti persone fragili e anziani e che hanno tentato di fargli capire che i gravi maggiori costi dovuti al Covid e l’impossibilità in molti casi di occupare pienamente le strutture, hanno causato perdite ingenti con il conseguente rischio di aumenti per le rette a carico delle famiglie”.

A finire nel mirino di Carancini anche l’atteggiamento scorretto della maggioranza, che dopo aver respinto le proposte presentate insieme al consigliere Fabrizio Cesetti, hanno tentato maldestramente a correggere l’errore compiuto.

I “troppo furbi” – attacca Carancini - stanno sempre in attesa dietro l’angolo. Dopo che con il collega Cesetti abbiamo deciso di depositare nuovamente le nostre proposte affinché vengano discusse nel consiglio della prossima settimana per dare voce, dignità e risorse a chi si occupa dei nostri anziani, ecco che notte tempo dal cilindro della maggioranza è uscito un “emendamento - coniglio” che conferma come nell’assestamento di bilancio si fossero dimenticati delle nostre strutture per anziani e delle loro famiglie. Ma quel che è peggio è che con la loro ipocrita iniziativa, che prevede uno stanziamento di appena 4 milioni di euro, non si riescono a coprire neppure i maggiori oneri sostenuti nel 2020 a causa del Covid, puntualmente rendicontati dalle strutture”.

Per quanto ci riguarda – conclude Carancini – continueremo come gruppo assembleare la battaglia in aula nel corso del prossimo consiglio regionale affinché le nostre Rsa non debbano farsi carico dei rilevanti costi del Covid, come è avvenuto per tante altre categorie sociali. In quella sede si capirà quale politica sta dalla parte dell’opportunismo peloso della distanza tra le parole e i fatti e quale, invece, crede in un modello sociale a tutela di anziani, disabili, fragili, minori e senza voce, che mai e poi mai devono essere abbandonati o anche solo umiliati dalla corte del Re”.
Risorse e ristori economici a favore degli enti gestori delle strutture per anziani non autosufficienti, disabili, minori e altre categorie di soggetti fragili messe in ginocchio dall’emergenza pandemica.

Continua la battaglia in regione dei consiglieri del Partito democratico Romano Carancini e Fabrizio Cesetti che chiedono l’inserimento di dette risorse in occasione del prossimo assestamento del bilancio regionale.

“Durante la discussione sull’assestamento di bilancio in prima commissione consiliare – spiegano i due consiglieri dem - abbiamo chiesto che la giunta regionale si facesse carico di emendare il provvedimento inserendo le risorse e i ristori economici necessari a sostenere queste strutture che durante l’emergenza sanitaria vissuta negli ultimi due anni hanno visto aumentare esponenzialmente i costi di gestione a fronte di minori ricavi dovuti anche all’impossibilità di accettare nuovi ospiti. Riteniamo gravissimo, infatti, che la giunta regionale non abbia previsto ancora oggi alcuna risorsa economica, ignorando il grido di allarme lanciato dalle rappresentanze di tutti gli Enti gestori e “chiudendo addirittura i rubinetti” con il neanche celato, quanto inaccettabile, tentativo di utilizzare le difficoltà degli stessi Enti come arma nei confronti del governo nazionale per farsi assegnare o svincolare risorse, quando invece, se del caso, nei confronti del governo dovrebbero essere usati strumenti politici e istituzionali”.

“Né può giustificare le omissioni della giunta – rincarano i due consiglieri – l’esigenza, pure necessaria, di assicurare “garanzie strutturali” agli Enti gestori che invece hanno bisogno di risorse economiche nell’immediato per garantire sicurezza, serenità e fiducia a un settore delicatissimo e fragile che si dedica con capacità e abnegazione a chi ne ha veramente bisogno e a chi a causa dell’età o della malattia è meno fortunato

“Ci faremo carico di presentare in Aula – concludono Carancini e Cesetti - proposte emendative per assegnare le necessarie risorse a un settore strategico che produce solidarietà nel tempo del bisogno. E questo è il tempo”.

 “Perché il presidente Francesco Acquaroli e l’assessore alla Ricostruzione Guido Castelli non hanno mantenuto l’impegno preso con i sindaci marchigiani delle aree terremotate, di mediare tra le loro richieste e le disposizioni del governo per quanto concerne la presentazione dei progetti di ricostruzione previsti dal Contratto Istituzionale di Sviluppo del Cratere Centro Italia?”.

A chiederselo sono i consiglieri regionali del Partito Democratico Romano Carancini e Fabrizio Cesetti, che insieme agli altri componenti del gruppo assembleare hanno presentato un’apposita interrogazione al presidente Francesco Acquaroli.

Lo scorso 28 aprile il ministero per il Sud e la Coesione territoriale ha formalizzato il Contratto Istituzionale di Sviluppo del Cratere Centro Italia, stanziando 160 milioni di euro per sostenere progetti integrativi e complementari rispetto alla ricostruzione materiale degli edifici e assicurare la ripresa e lo sviluppo dell’economia delle aree colpite dal terremoto. Tuttavia, i sindaci marchigiani del Cratere hanno da subito lamentato dubbi sulle modalità di elaborazione delle schede-progetto, chiedendo soprattutto tempi congrui per la loro presentazione al fine di dare qualità ed efficacia alla progettazione.

Dubbi che poi sono stati comunicati ufficialmente dagli stessi sindaci al presidente Acquaroli durante un incontro svoltosi lo scorso 12 maggio, con documento che indicava chiaramente la necessità di rivedere le impostazioni preliminari del Contratto Istituzionale di Sviluppo, chiamando in causa anche l’entità dei singoli contributi ed eventuali anticipazioni, la modalità di trasposizione di progetti già esistenti in nuovi progetti strategici, e le possibili premialità per i progetti presentati in forma integrata tra i comuni o con la partecipazione dei privati.

Nonostante ciò, la circolare trasmessa il 21 maggio dall’Agenzia per la Coesione Territoriale, incaricata della gestione del Contratto Istituzionale di Sviluppo, non ha recepito alcune delle suddette richieste, fissando in particolare il termine ultimo per la presentazione delle schede- progetto al 15 giugno.

Purtroppo – spiegano i consiglieri Romano Carancini e Fabrizio Cesetti – appare evidente che nonostante le promesse del presidente Acquaroli, nel corso dell’incontro con i sindaci, non ci sia stato un adeguato intervento né da parte sua né da parte dell’assessore alla Ricostruzione per dare voce ai sindaci marchigiani e manifestare con forza l’interesse dei territori rappresentati. Ciò è molto grave, perché questa superficialità rischia di penalizzare pesantemente i progetti delle nostre comunità colpite dal sisma. Ora però vogliamo capire cosa è successo, e chiediamo che il presidente di riferisca quanto prima in consiglio sulle modalità di intermediazione e raccordo tra il ministero per il Sud e i comuni del Cratere da lui messe in campo”.


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