Cure domiciliari ai malati di Covid in tutta la regione, scendono in campo 84 medici specialisti (cardiologi, pneumologi, infettivologi, neurologi, internisti) provenienti dalle aziende ospedaliere e aree vaste marchigiane per le cure domiciliari ai malati Covid. Il provvedimento, uno dei primi del genere in Italia, è stato approvato dalla giunta su proposta dell’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini.

“Le cure domiciliari  sono innanzitutto una richiesta che ci viene rivolta dal territorio  e da tutti coloro che vivono con apprensione l’avvicinarsi dell’autunno e dell’inverno – le parole del governatore Acquaroli in sede di presentazione - In questo modo potremo evitare l’ospedalizzazione ed essere comunque vicini ai cittadini contagiati nelle loro case. Consolidare il legame di cura tra struttura sanitaria e territorio, finalizzato ad una gestione clinica a domicilio sempre più tempestiva, appropriata ed efficace dei pazienti Covid costituisce, inoltre, una strategia molto importante  per far sì che i nostri ospedali possano tornare ad occuparsi di tutte le altre patologie”.

“Mettiamo a disposizione tutte le risorse a nostra disposizione per combattere questa pandemia –  ha proseguito Saltamartini - E’ possibile ridurre la pressione sulle strutture ospedaliere e residenziali territoriali gestendo efficacemente a casa i pazienti con forme di malattia da lievi a moderate. Si è imposta, pertanto, la necessità di elaborare le indicazioni operative più aggiornate sulla gestione del paziente a domicilio anche in termini di teleconsulto e telemedicina, ferma restando la centralità del medico di famiglia o pediatra di libera scelta  che, conoscendo le patologie pregresse, i fattori di rischio e il contesto socio ambientale del paziente, può intervenire prescrivendo i farmaci più appropriati con un timing corretto. La stretta collaborazione tra specialisti, medici delle cure primarie e il personale delle USCA (Unità speciali di continuità assistenziale) riveste importanza cruciale: il medico di medicina generale si occupa dell'anamnesi, l'Usca interviene a domicilio e, in base alle patologie, sintomi e fase della malattia, viene coinvolto uno specialista per la terapia da adottare”.
Il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, insieme all’assessore regionale alla Ricostruzione Guido Castelli, ha incontrato, nella cornice del teatro Lauro Rossi di Macerata, i sindaci del cratere per proseguire l’azione di coinvolgimento dei territori e consentire l’attuazione di interventi per lo sviluppo socio-economico delle aree della regione, in particolare di quelle colpite dal sisma.  

Il Contratto istituzionale di sviluppo - ha sottolineato Acquaroli in apertura dell’incontro– è una delle prime opportunità che ci si pone davanti ed è un primo strumento di rilancio complessivo del nostro territorio colpito dal sisma. Occorre fare una scelta, dare risposte singole e immediate oppure iniziare a individuare una visione complessiva per il rilancio del nostro territorio. Io credo in questa seconda ipotesi, credo in una visione che riesca a superare i singoli campanilismi per creare valore aggiunto, e credo nei sindaci quali protagonisti del percorso della ricostruzione. Per questo ritengo possa essere utile istituire una cabina di regia locale che si riunisca costantemente, guidata dalla Regione, con i sindaci. Coinvolgendo in questa sfida nella sfida, quella della ricostruzione non solo fisica ma anche sociale ed economica, anche i corpi intermedi come le associazioni di categoria, gli ordini professionali, per fissare gli obiettivi primati strategici e lavorare insieme per perseguirli”.  

Sulla stessa scia Castelli nel rimarcare che la “scelta di coinvolgere i sindaci è di fondamentale importanza perché siamo di fronte a una valutazione da dare al Contratto istituzionale di sviluppo che prevede oltre ai 100 mln di euro stanziati per le quattro regioni interessate dal sisma del 2016 anche altri 60 mln di euro provenienti dalla contabilità speciale della struttura Commissariale e probabilmente altri 50 mln di euro potrebbero provenire dai risparmi dell’Ufficio di presidenza della Camera dei Deputati”. 

Il Contratto istituzionale di sviluppo, istituito dal ministero del Sud e della coesione, prevede una Cabina di coordinamento per la realizzazione di progetti e interventi rivolti all’ambiente, cultura, turismo, trasporti, riqualificazione urbana e infrastrutture. Appare di fondamentale importanza che l’intervento del Contratto istituzionale possa agire come forma di investimento e di sostegno per rafforzare le condizioni dello sviluppo economico, tenendo in considerazione la matrice di fondo delle vocazioni produttive, di attrattività turistica e delle risorse naturali e culturali presenti.






Rafforzare l’attrattività delle Marche, valorizzando, insieme al territorio, i suoi asset produttivi e tecnologici, i servizi a supporto degli investitori. È l’obiettivo della proposta di legge, a iniziativa della Giunta regionale, che verrà presentata all’Assemblea legislativa per l’adozione. La normativa nasce dall’esigenza di rilanciare il sistema produttivo e imprenditoriale marchigiano, favorendo la crescita dell’occupazione e la competitività regionale. Definisce, in particolare, strumenti e strategie a sostegno degli investimenti delle imprese. In particolare, per quelli di elevate dimensioni e impatto sul tessuto economico locale, introduce lo strumento degli “accordi di investimento e di innovazione”, con il sostegno della Regione. Le imprese, in definitiva, possono proporre, con un’unica proposta, diverse progettualità riguardanti la ricerca e lo sviluppo, la formazione e l’occupazione, la riqualificazione energetica e ambientale, impegnandosi a incrementare l’occupazione sul territorio regionale. La crisi che ha investito l’economia marchigiana, a partire dal 2008, ha determinato nuovi scenari, rendendo evidente l’assoluta necessità di contrastare il declino aziendale e i processi di delocalizzazione.

“È una legge importante perché, innanzitutto, supera una visione assistenzialistica dei territori – ha detto il presidente Francesco Acquaroli -  Non vogliamo più dare contributi per il fatto che un’impresa operi ed esista, ma li vogliamo garantire a quegli imprenditori che aiutino le Marche a recuperare la competitività. Questo è un elemento dirimente, di discontinuità per rilanciare gli ecosistemi e le filiere che possano garantire alle piccole e medie imprese di aggregarsi all’interno di dimensioni ottimali per il mercato, senza rinunciare all’artigianalità che ha contraddistinto il nostro tessuto produttivo”. Acquaroli ha parlato di un “appuntamento strategico per il mandato elettorale. Perché, in una fase pandemica come quella che abbiamo vissuto, arrivare alla presentazione di un secondo testo di legge, dopo aver approvato, appena due settimane fa, quella sulle start up, è un obiettivo che conferma quanto il governo regionale sia attento alla ricostruzione di una competitività del nostro territorio, del suo asset industriale e imprenditoriale e della ricostituzione di una visione che possa riportare, la nostra regione, a superare questa fase di transizione e a ricollegarsi alla crescita del Paese. È una di quelle leggi che non appartengono a una parte politica, ma diventano uno strumento di rafforzamento di un sistema che garantisce sostenibilità a un sistema, occupazione ai giovani, frema l’emigrazione delle migliori energie”. È una legge, ha rimarcato il presidente, “neanche semplice. Non ha tratti filosofici, ma pratici. La riteniamo uno strumento essenziale per la programmazione dei prossimi sette anni dei fondi europei, per il rilancio post pandemico, per recuperare quel tasso di competitività che, purtroppo, si è perso e che non riusciremmo a ottenere, se non valorizzando insieme quello che abbiamo. Superando le logiche campanilistiche”.

Il vicepresidente Mirco Carloni, assessore alle Attività produttive, ha parlato di un testo normativo come somma di “visioni e strategie. Creiamo il presupposto per parlare di futuro. È una legge che vuole plasmare un ecosistema Marche perché, laddove ci sono leader di un settore, bisogna creare una filiera che favorisca la crescita degli altri. È una legge che sostiene la promozione degli investimenti, aggrega innovazione e trasformazione digitale del sistema imprenditoriale. È una legge che deve divenire patrimonio della politica marchigiana: va approvata all’unanimità, siamo a disposizione per miglioramenti. Stiamo riformando le basi economiche della nostra regione nell’ottica di prospettiva, rivisitando leggi vecchi di un decennio che vanno aggiornate alle esigenze attuali. Se vogliamo che nelle Marche ci sia ancora una tenuta sociale dopo il Covid, dobbiamo rafforzare le pmi, valorizzare chi già opera sul territorio, confermare le strategie alle esigenze imprenditoriali”. La Regione, ha concluso Carloni, “non garantirà più risorse in maniera assistenzialistica, ma solo se serviranno a realizzare un aumento dell’impatto occupazionale, a favorire un trasferimento tecnologico (miglioramento di prodotto e processo produttivo), a sostenere un progetto di riqualificazione delle filiere in un’ottica di riconversione produttiva. La strada giusta per intercettare i fondi europei e quelli nazionali disponibili”.
“Un lavoro di ascolto e, ove possibile, di concertazione con le categorie economiche e produttive oltre che di interlocuzione con il governo centrale”. Con queste parole il Governatore Francesco Acquaroli ha aperto l’incontro con la stampa nel quale ha illustrato le misure di rilancio dell’economia marchigiana post Covid presentate al ministro dello sviluppo economico Giorgetti.

Un lavoro condotto in prima persona dal vice presidente e assessore al commercio e attività produttive Mirco Carloni, che ha rappresentato al ministro lo scarso coinvolgimento fino ad ora delle regioni sulla programmazione delle risorse economiche. “Non si può più parlare di emergenza dopo un anno di chiusure – così l’assessore Carloni – ma di un fatto strutturale che necessita di misure di sostegno adeguate. Abbiamo chiesto al ministro Giorgetti, che ci ha rassicurato in tal senso, la necessità che il governo emani un nuovo decreto a sostegno delle attività produttive che non tenga conto solo della perdita di fatturato, ma anche dei costi fissi sostenuti e mai ristorati di intere categorie che sono state completamente azzerate. Tutto ciò per evitare, dopo il superamento dell’emergenza pandemica, la più grave recessione della nostra storia”.

Una diversa modalità di ratink per l’accesso al credito, così che le banche possano facilitare la concessione di finanziamenti, il bisogno di crescita dimensionale delle imprese attraverso il sistema delle filiere, la tematica dell’attrazione di investimenti attraverso la defiscalizzazione e l’innovazione tecnologica le altre urgenze che il vice presidente della Giunta Regionale ha rappresentato al ministro dello sviluppo economico. “Continuare a lavorare sui patti di sviluppo per le aziende che vogliono investire attraverso un progetto di filiera che utilizzi lo strumento del recovery è una delle richieste essenziali che abbiamo voluto rappresentare al governo”.

A chiudere il presidente Acquaroli che chiede al Governo di “prevedere ristori immediati e sufficienti a permettere alle imprese di superare questo momento difficile. Tante le attività fiaccate dalle restrizioni e dalla zona rossa, per cui lo Stato deve mettere in campo tutte le risorse il prima possibile”.

f.u.
La Regione Marche è pronta a completare entro aprile la prima fase  delle vaccinazioni per gli over 80 e ad implementare la fase successiva che entro la fine dell’estate dovrebbe portare alla vaccinazione della maggior parte della popolazione. Attiva anche la nuova sezione dedicata ai Vaccini sul sito della Regione Marche.

Si intensifica la vaccinazione per le persone “estremamente vulnerabili” non seguite presso le strutture ospedaliere regionali, che dal 29 marzo, potranno prenotare la somministrazione del vaccino attraverso una lista dedicata sulla piattaforma delle Poste. Proseguirà poi la vaccinazione per i cittadini “estremamente vulnerabili” seguiti dal sistema sanitario regionale, già iniziata nelle scorse settimane con i pazienti dializzati e trapiantati, che vengono invece chiamati dagli operatori e vaccinati negli ospedali o possono rivolgersi direttamente al medico di famiglia se in difficoltà a raggiungere le strutture sanitarie.

Sono le prime novità del Piano Strategico ed Operativo Vaccini Anti Sars-Cov 2 approvato dalla giunta regionale. Tra le priorità del Piano anche i disabili gravi.

“Stiamo entrando nella fase massiva di vaccinazione e per questo stiamo mettendo in piedi tutti gli strumenti a nostra disposizione, in modo da rendere sempre più semplice, rapida e trasparente la comunicazione con i cittadini, affinché questo processo importante venga gestito nella maniera migliore possibile”, ha dichiarato il Governatore Francesco Acquaroli.
Mentre sul fronte contagi il governatore delle Marche Francesco Acquaroli adotta misure più stringenti per contenere la diffusione del virus, sul fronte vaccini la Giunta regionale approva l'accordo con i medici di medicina generale per procedere con la somministrazione dei vaccini anti-Covid della popolazione, a domicilio e negli studi medici.

"Abbiamo anche aperto un tavolo con le categorie economiche e produttive e la Camera di Commercio per definire un protocollo per la somministrazione dei vaccini anche nei luoghi di lavoro, nel massimo rispetto delle disposizioni sanitarie - così il presidente Acquaroli - Ringrazio i medici di medicina generale e tutte le sigle che hanno sottoscritto l'accordo, e tutte le associazioni di categoria, per disponibilità e l'alto senso di responsabilità dimostrate".

Attualmente nelle Marche, oltre al comparto degli operatori socio-sanitari, agli ospiti delle RSA e agli over 80, sono iniziate le somministrazioni anche per il personale scolastico e delle università, le forze dell'ordine e il settore della sicurezza, nonchè per la categoria dei pazienti più fragili, con patologie, in carico al servizio sanitario regionale. Per questo il Governatore ha sollecitato anche il Ministero della Sanità perchè metta a disposizione della regione ulteriori dosi che permettano così di vaccinare una larga fascia della popolazione.

f.u.

Nelle Marche la didattica torna a distanza fino al prossimo 5 marzo, data di scadenza del Dpcm attualmente in vigore, per tutti gli studenti delle scuole secondarie superiori, mentre nelle province di Ancona e Macerata resteranno in presenza soltanto gli studenti delle classi prime della scuola media. Questo il contenuto dell'ordinanza firmata dal governatore Francesco Acquaroli, che entrerà in vigore da sabato 27 febbraio, tenuto conto del "significativo incremento del tasso di incidenza del contagio nella fascia di età delle scuole secondarie che si registra in tutta la regione e in particolare sulle provincie di Ancona e Macerata". Resta comunque garantita la possibilità di lezioni in presenza per i laboratori, gli studenti con disabilità e con bisogni educativi speciali.

f.u.
Nelle Marche gli studenti torneranno in aula lunedì 25 gennaio, con una settimana di anticipo rispetto a quanto previsto dall'ordinanza. Questo l'intento del Governatore Francesco Acquaroli, che accoglie favorevolmente il parere fornito dal Governo e dal Comitato tecnico Scientifico pur continuando a monitorare la curva epidemiologica.

"Ci indirizziamo verso il controllo del contagio e dell'indice Rt - dichiara il Governatore - Il nostro timore una settimana fa era quello di una forte ripresa del contagio, avendo superato i 700 casi di positività. I dati di questa settimana, invece, parlano di una situazione in miglioramento con un calo di positivi in diminuzione e una situazione ospedaliera che riesce a reggere l'urto. Se nei prossimi giorni questi dati saranno confermati la nostra intenzione è quella di riportare gli studenti delle superiori in aula con un 50% di presenze".
Vacante ormai da diversi mesi, dopo il “passaggio” nella vicina Umbria di Alessandro Maccioni, resta ancora scoperto il ruolo di Direttore di Area Vasta 3. Per questo il consigliere regionale di minoranza del Pd Romano Carancini rivolge un appello, quasi accorato, al Governatore delle Marche Francesco Acquaroli affinchè provveda alla relativa nomina in tempi brevi, soprattutto in un momento delicato come quello che la comunità maceratese sta vivendo anche a causa della pandemia da Covid 19.

"A differenza di quanto accaduto nella prima fase Covid – le parole di Carancini - l'assenza di una figura guida, di garanzia, di relazione e interlocuzione per l'intero sistema dell'Area Vasta 3 ha purtroppo contribuito ad aggravare problemi e a generare sacche di disorganizzazione nella più grande comunità sanitaria marchigiana dopo Torrette. Non si può governare un territorio così vasto, già martoriato dal sisma, già gravato di una struttura Covid regionale dedicata, attraverso una figura facente funzioni che, nello stesso tempo, ricopre anche il ruolo di Direttore Generale dell'ASUR Marche”.

Il consigliere del Partito democratico pone anche l’accento sui problemi che la sanità del territorio sta vivendo.
“Il collasso dei Pronto Soccorso di Civitanova Marche e Macerata – prosegue - il contagio dei medici nei reparti, l'impoverimento degli ospedali di Camerino e San Severino Marche dovuto alla sottrazione di parte del personale, lo spostamento forzato del personale di Area Vasta 3 nel Covid Hospital di Civitanova Marche, nonostante si tratti di una struttura a servizio dell'intera regione, senza farsi carico del costo familiare e sociale per le persone stesse e per le loro famiglie, sono solo alcuni esempi di cosa stia accadendo. È un'emergenza assoluta, non si può perdere un giorno in più – conclude - Ci si impegni tanto per la salute dei cittadini quanto per la dignità di tutte le persone che lavorano in Area Vasta 3 e infine si scelga una persona all'altezza del compito."

f.u.

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