Anche le Marche confermano la tendenza del dato nazionale sul referendum per il taglio dei parlamentari.
Netta la vittoria del 'sì' commentata a livello nazionale dal Ministro Luigi di Maio che, in un post su Facebook, a conferma del cambio di passo della comunicazione, ha scritto: "Quello raggiunto oggi è un risultato storico. Torniamo ad avere un Parlamento normale, con 345 poltrone e privilegi in meno. È la politica che dà un segnale ai cittadini. Senza il MoVimento 5 Stelle tutto questo non sarebbe mai successo".

Nelle Marche gli ha fatto eco Gian Mario Mercorelli, candidato governatore della Regione Marche, intervenuto durante la diretta di RadioC1...inBlu sugli spogli elettorali: "Questo risultato significa che abbiamo interpretato la volontà dei cittadini. Chi correla il numero dei parlamentari a una certa quantità di cittadini avrebbe potuto chiedere di innalzarli. E' solo questione di propaganda, ma fortunatamente il popolo italiano comprende bene queste cose, non ha bisogno di tutori. Ci si aggrappa alla scusa della minor rappresentanza solo quando si tagliano privilegi inutili. Vorrei sottolineare - ha concluso - che i sostenitori del 'no' sono gli stessi che hanno votato all'unanimità la legge in Parlamento".

Del tutto contrario il consigliere regionale uscente, nonchè candidato con Udc Popolari Marche, Luca Marconi che ha invece commentato: "Sono 25 anni che stiamo distruggendo la nostra democrazia e ora si raccoglie quello che si è seminato. Ce ne accorgeremo tra dieci anni che è stato un grande errore. Il primo riultato - ha detto - sarà proprio la drastica perdita dei rappresentanti grillini in parlamento e di questo non me ne dispiaccio di certo. Andiamo verso una democrazia più elitaria, fatta per i pochi, per chi è collegato ai social, per i ricchi. I 5 stelle non amano il popolo, amano l’elite, e lo stanno dimostrando".

Intanto in alcuni Comuni sono cominciati gli spogli per le elezioni regionali, che RadioC1...inBlu sta seguendo in diretta, ed i primi risultati vedono in vantaggio il candidato della coalizione di centro destra Francesco Acquaroli.

Anche questo ha commentato l'avversario grillino a cui è stato chiesto se si sente responsabile di una eventuale sconfitta di Maurizio Mangialardi, visto il mancato accordo giallorosso: "Credo che gli unici responsabili di una eventuale sconfitta del centro sinistra siano gli amministratori uscenti che dovrebbero farsi un esame di coscienza".

GS
"Non lasciare che la Regione Marche cada nelle mani di chi odia l’Europa e lavora da anni, su scala internazionale, al suo indebolimento".
È questo l’appello che è partito dalla piazza di Senigallia ieri pomeriggio con il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, giunto nelle Marche per sostenere la candidatura alla presidenza di Maurizio Mangialardi.
Durante l’incontro sono stati diversi temi; su tutti la questione delle risorse legate al Recovery Fund che arriveranno in Italia e nelle Marche, ma soprattutto come tali fondi verranno impiegati per sanare i gravi ritardi che affliggono la regione.

"Il Covid ha cambiato l'Europa - ha detto il presidente Sassoli - l'ha resa più coesa. Oggi i paesi dell'Unione possiedono strumenti e risorse volte anzitutto a rafforzare la sanità pubblica, ma anche a ripensare i modelli di sviluppo in chiave più sostenibile, a creare lavoro, a investire sulle infrastrutture, a sostenere la lotta alle emissioni. Le Regioni avranno un ruolo fondamentale in tutto questo, né saranno artefici. Ma bisogna essere seri e onesti: se le Regioni si allontanano dall'Europa, tutto diventa più difficile. Facciamolo capire a chi ci sta vicino, agli imprenditori che conoscono bene l'importanza del mercato europeo. Mi auguro che chi tifa per Orban non sieda alla presidenza della Regione Marche. Mangialardi ha dimostrato che può assumere lui quel ruolo. E sono certo che se le Marche non si affideranno all'estremismo potranno essere protagoniste in Italia e in Europa". 

“Il sostegno di Sassoli mi onora – afferma Mangialardi – perché con lui condivido da tempo la battaglia contro il lugubre sovranismo della destra italiana, che ricorrendo alla demagogia tenta di alimentare l’insoddisfazione popolare amplificando i problemi anziché risolverli. Non ci sono dubbi sul fatto che molte delle cose realizzate dalla Regione Marche negli ultimi anni, complici anche le nuove priorità emerse con l’emergenza Covid, vadano profondamente riviste. Ma non facciamo l’errore di affidare la Regione Marche a forze politiche che vogliono disgregare l’Europa e che per settimane hanno scommesso sul fallimento della trattativa europea sul Recovery Fund al solo fine di poter lamentare il presunto abbandono dell’Italia da parte delle istituzioni comunitarie. Facciamo attenzione a questo squallido e pericolosissimo giocare sulla pelle degli italiani. Un esempio dei rischi che corriamo anche nelle Marche? È presto detto: Acquaroli non vuole i soldi dell’Unione Europea ma continua a fantasticare di rivoluzione sanitaria senza mai dire con che risorse la farà; è evidente che il modello che ha già in mente è la massiccia privatizzazione dei servizi già messa in campo dalla destra in Lombardia e Veneto, un modello che mina alla base il carattere universale del diritto alla salute. Noi invece le risorse dell’Europa le vogliamo – continua Mangialardi – e abbiamo già presentato al governo un piano molto dettagliato su come impiegare gli 8 miliardi del Recovery Fund che spettano alle Marche. Si tratta di una serie di progetti che mirano a restituire competitività alle nostre imprese e a favorire la crescita dell’occupazione attraverso il potenziamento e la realizzazione di nuove opere infrastrutturali, investimenti sull’edilizia sanitaria, interventi per la digitalizzazione, l’innovazione e l’ambiente, oltre ovviamente al rilancio delle aree del sisma. Ma non solo, con Sassoli abbiamo già iniziato a discutere anche dei fondi relativi al Sure e al Mes, che destra e Movimento 5 Stelle non vogliono, da impiegare principalmente nel potenziamento delle strutture sanitarie, nella realizzazione di nuovi ospedali moderni e tecnologici, e sullo sviluppo della medicina del territorio”.


“La liberaldemocrazia ed il liberalsocialismo sono le due culture che più sono mancate al Paese negli ultimi anni, lasciando spazio a populismi e sovranismi di sorta: è dal riformismo che bisogna ripartire, e nessuno può esserne espressione meglio di Flavio e Lucia”. Con queste parole Ivo Costamagna, ex sindaco socialista di Civitanova, ha introdotto all’Hotel Grassetti di Corridonia, ieri pomeriggio, le candidature a consiglieri regionali di Flavio Corradini e Lucia Pistelli, rispettivamente in quota Italia Viva e PSI, nell’ambito della lista (di cui fa parte anche Demos, con candidata Natalia Conestà) a sostegno di Maurizio Mangialardi.

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Flavio Corradini

“È stato fatto un lavoro importante e significativo da parte dei compagni socialisti - ha esordito Flavio Corradini, ringraziando il Commissario regionale del PSI Oreste Pastorelli, presente all’incontro - credo che la dimensione dell’orientamento politico di Oreste sia stato rilevante: basti ricordare che, mentre ora parlano tutti di Zona Economica Speciale per le nostre aree, lui l’aveva già chiesta in una conferenza stampa a Roma immediatamente successiva al terremoto. L’amicizia che ci lega è prima territoriale che politica, ed ha alla base il desiderio di restituire ad un territorio che ha subìto un immane disastro la stessa dignità degli altri territori che compongono la nostra splendida Regione: dallo stesso desiderio promana questa lista fatta di partiti giovani, di partiti dalla gloriosa storia e da liste civiche, il tutto nel nome di un riformismo liberale, territoriale ed europeista che a me appassiona da morire. Le cose in questi ultimi cinque anni non sono andate proprio bene, diciamocelo chiaramente, basti pensare alla sanità, ma non diamo il nostro voto agli urlatori privi di contenuti perché il voto di protesta ha fatto danni culturali incalcolabili che saranno le future generazioni a pagare”.

Nel corso del suo intervento l’ex rettore dell’università di Camerino ha toccato diversi argomenti, su tutti “la necessità di una riforma del terzo settore, cioè dell’associazionismo e del volontariato ai quali dó un’importanza culturale enorme, e di una maggiore è migliore collaborazione tra settore pubblico e privato, indispensabile per il nostro territorio: sì ad un efficientamento della pubblica amministrazione, ma accompagnato da un proficuo rapporto negoziale col settore privato che possa tradursi ad esempio in defiscalizzazioni per chi decide di fare impresa dando così una possibilità di futuro ai nostri giovani”.

Di lavoro, soprattutto in virtù della propria competenza professionale, ha parlato anche la candidata socialista Lucia Pistelli: “Sono una donna di 48 anni che è nata, vive e lavora a Cingoli, precisamente in CNA dove mi occupo di consulenza del lavoro; sono qui a rappresentare fieramente la candidatura socialista all’interno di questa lista riformista composta da PSI, Italia Viva e Demos con la ferma convinzione che questo sia l’unico progetto politico di centrosinistra che possa permettersi di guardare al futuro. Ciò che contraddistingue la mia candidatura è la mia passione politica, il mio impegno per le pari opportunità e la conoscenza del mondo del lavoro e dell’impresa che ho maturato grazie alla mia professione: per quanto concerne le pari opportunità, ho avuto il piacere di far parte della Commissione per le pari opportunità a Cingoli, per due volte sono stata nominata nella Commissione provinciale a Macerata e dal 2009 fino al 2015 sono stata in Commissione regionale; non posso non sottolineare l’importanza di questa tornata elettorale, la prima con una legge che prevede la doppia preferenza di genere: noi donne siamo parte integrante del sistema impresa e dell’associazionismo, ma nelle istituzioni e nella società civile siamo ancora scarsamente rappresentate, ben vengano dunque le quote, un ottimo strumento per garantire il nostro diritto di essere presenti laddove si prendono decisioni che ci riguardano, inviterei anzi a scrivere sulla scheda elettorale prima il nome della donna che quello dell’uomo, sarebbe un bel segnale culturale”.

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Lucia Pistelli

Quindi la sferzata finale: “Non sopporto chi si definisce apolitico, perché ogniqualvolta ciascuno di noi decide di rispettare o meno una regola compie un’azione politica - ha sottolineato la candidata socialista - ed in questa fase molto difficile la nostra rinascita non può prescindere dal riacquistare fiducia nelle istituzioni, cosa che può avvenire solo con l’esercizio del diritto di voto: quando andiamo a votare, dunque, scegliamo le persone giuste e non permettiamo più a nessuno di dire che siamo tutti uguali e corrotti, perché non è così e lo posso dire con convinzione - conclude - io e chi si è candidato con me in questa lista ci stiamo mettendo la faccia e la nostra professionalità, dateci fiducia e vi dimostreremo che l’avremo meritata”.

Alessio Botticelli

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“Credo che le aree interne, i piccoli Comuni come Fiastra, abbiano bisogno di una voce che sappia focalizzare una luce nuova su questi territori. Altrimenti tra spopolamento e sisma rischiamo di perdere il cuore verde e produttivo della nostra bella regione”.

È il sindaco di Fiastra, Sauro Scaficchia, a parlare nel presentare la sua candidatura a consigliere regionale, nella lista del Partito Democratico per il collegio provinciale di Macerata, alle Elezioni Regionali che si terranno il 20 e 21 settembre.

Attuale primo cittadino di Fiastra dopo esserne stato vicesindaco, 76 anni, grande esperienza e conoscenza della montagna avendo ricoperto consigliere dell’Unione Montana e presidente della Comunità Montana Marca di Camerino. “Nella nostra regione c’è una comunità silenziosa che vive nei piccoli Comuni – spiega Scaficchia – parliamo di enti che contano meno di 5mila abitanti e rappresentano il 70% dei Comuni marchigiani secondo i dati forniti dalla Fondazione Symbola di Ermete Realacci che proprio in provincia di Macerata, a Treia per la precisione, ogni anno rilancia la sfida dei piccoli borghi e delle aree interne. Aree strategiche che ospitano il 23% delle imprese regionali e danno lavoro a oltre 83mila persone”.

Un modello a rischio tra crisi economica, terremoto e Covid. “Proprio per questo – aggiunge Scaficchia – quando mi è stato proposto di candidarmi ho accettato. L’area montana ha bisogno di voci che riescano a portare queste istanze a Palazzo Raffaello. Non è pensabile avere un’intera regione che vive sulla costa ma all’entroterra serve una ricostruzione senza più impedimenti e sospensioni, servono servizi, strade efficienti. Qua la gente è abituata a rimboccarsi le maniche e a lavorare. Ora, in questa situazione, è necessario il sostegno di tutti”.

Oggi pomeriggio alle 18 verrà inaugurata a San Severino Marche, in Via Eustachio 33, la sede elettorale di Sauro Scaficchia e della sua collega dem Loredana Riccio.
Sabato scorso i nomi dei candidati della lista Maceratese del Pd, ieri la presentazione ufficiale delle liste dei dem che sostengono la candidatrua a governatore della Regione, Maurizio Mangialardi.
"Siamo partiti già da tempo per affrontare con idee e programmi chiari questa sfida impegnativa, decisiva - ha esordito - . I progetti si realizzano con le persone: con voi, insieme, riusciremo a vincere la sfida elettorale e la sfida ben più importante: portare la nostra terra nel futuro che merita. La lista esprime al meglio le Marche in termini di competenza, esperienza e capacità di rappresentare istanze e bisogni dei singoli territori. Sono certo che ognuno di voi darà quel contributo fondamentale affinché il nostro progetto riformista per le Marche possa affermarsi e realizzarsi”.

Al termine di una settimana di incontri tra il candidato e le realtà imprenditoriali e associative delle province Mangialardi ha detto: "Ovunque ho potuto riscontrare una nuova disponibilità ad ascoltare le nostre idee e le nostre proposte - ha spiegato - . C’è più attenzione, più interesse, una maggior voglia di essere parte del cambiamento. Avremo una grande responsabilità per quanto concerne il futuro delle Marche. Affrontare le insidie che anche nei nostri territori incombono dopo la drammatica epidemia di Covid, ridisegnare le priorità dell'agenda politica per continuare a garantire il benessere e la qualità della vita delle nostre comunità, rafforzare gli strumenti che ci consentono di tutelare in bene prezioso della coesione sociale dalle spinte disgregatrici: sono alcuni degli importanti compiti che ci sono stati affidati. Sono certo che ne saremo all'altezza".

GS


La direzione regionale del Partito democratico ha ratificato la candidatura di Maurizio Mangialardi a governatore delle Marche nella corsa alle prossime regionali. L'Assenso alla candidatura è venuto anche dal vicesegretario nazionale Andrea Orlando presente alla lunga riunione tenutasi a Chiaravalle.  L’investitura del presidente Anci Marche e sindaco di Senigallia, ha registrato solo due voti contrari e un ‘astensione. Sostenuto dal presidente uscente Luca Ceriscioli che ha fatto un passo indietro, il nome di Mangialardi ha rimesso insieme anche la frangia dem dei sindaci di Pesaro Matteo Ricci e di Ancona Valeria Mancinelli e trovato l'accordo del segretario regionale Giovanni Gostoli, fino a ieri più propenso per una candidatura civica. Resta ora da sciogliere il nodo dei movimenti e partiti alleati quali Art. 1, Azione, Diem 25, Italia in Comune, Le nostre Marche, +Europa, Uniti per le Marche (Psi, Verdi e Civici) e Italia Viva-. Nella nota che è stata inviata hanno infatti annunciato che «domani si riuniranno le forze politiche e le liste civiche che condividono il percorso di tenere una alleanza larga e civica e che sia esplicitata con una candidatura civica capace di rappresentare questa fase nuova”.
c.c.

Attende il via libera ufficiale del sindaco di Pesaro Matteo Ricci e di Valeria Mancinelli ma tutto fa presagire che il candidato del PD  per le prossime elezioni regionali possa essere Maurizio Mangialardi, sindaco di Senigallia e presidente Anci Marche. Impegnatissimo con l'emergenza coronavirus, il governatore uscente Luca Ceriscioli ieri sera ha rilasciato una dichiarazione che lascia pochi dubbi sulla volontà di sostenerne con forza la candidatura, facendo dunque un personale passo indietro.

"La situazione di difficoltà che stiamo attraversando in questi giorni, l’impegno straordinario di tutti, e contestualmente lo stallo che si è determinato nella coalizione di centro sinistra per l’individuazione del candidato Presidente- afferma Ceriscioli-  impongono un atto di forte responsabilità a tutti.
Per questo nei giorni scorsi ho chiesto la disponibilità a Maurizio Mangialardi, presidente dell’Anci Marche e sindaco uscente del comune di Senigallia, persona di grande valore ed ottimo amministratore, di verificare se su una sua ipotetica candidatura a presidente, ci fosse il sostegno degli amministratori delle Marche ".

La nota prosegue alludendo anche al favore dimostrato dalle firme  di oltre 90 sindaci convergenti sul nome di Mangialardi, 11 delle quali apposte da primi cittadini della provincia di Macerata.

"Ho preso atto di una grande risposta e della straordinaria adesione che in queste ore si sta consolidando sulla sua figura- dice Ceriscioli- Invito pertanto Maurizio ad andare avanti con determinazione e con il mio pieno sostegno e chiedo al mio partito, agli alleati, ai sindaci che ancora non hanno aderito, di appoggiarlo con lealtà, convinzione ed entusiasmo per continuare a garantire il buon governo della nostra regione.
Ritrovare una forte unità del centrosinistra e un sostegno da esponenti che ne superano i confini, è il miglior contributo per costruire insieme il futuro della nostra amatissima regione".

 Affidato al segretario Regionale Giovanni Gostoli il percorso che cerca di trovare nuova unità e compattezza all'interno del PD ma, per come si stanno mettendo le cose e se nel frattempo giungeranno ulteriori segnali di sostegno al nome di Maurizio Mangialardi, si può ipotizzare che finisca nel cassetto "la candidatura civica" sostenuta da parte degli alleati e che, per ricomporre i contrasti, lo stesso Gostoli aveva considerata. Gran parte degli alleati di centrosinistra fino ad un settimana fa decisi a tenere unita la coalizione convergendo sul nome forte di un candidato civico, ha fatto tuttavia sapere che nell'ipotesi che tale linea non venga confermata, ognuno potrà sentirsi legittimato a presentare proprie candidature.  
Prova del nove per capire se le divisioni nel partito saranno davvero superate, quella di domenica a Chiaravalle con la Direzione regionale  del PD, presente il vice-segretario nazionale Orlando.

c.c. 
















Un richiamo ai sindaci a restare uniti, è quello che viene da Maurizio Mangialardi, presidente Anci Marche e coordinatore nazionale dei presidenti delle Anci regionali, alla vigilia dell'Assemblea col Governo che, oltre ai presidenti Anci di Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio, vedrà riuniti a Roma i primi cittadini del cratere delle 4 regioni terremotate.
La riunione nella Capitale, è in programma per le ore 10 di mercoledì 15 gennaio nella sala convegni del Pio Sodalizio dei Piceni e sarà presieduta da Maurizio Mangialardi nel suo ruolo di coordinatore nazionale dei Presidenti delle Anci regionali. Nel ricordare che si deve all'azione dell'Anci l'approdo al nuovo decreto, Mangialardi ha sottolineato come esso sia da considerarsi un punto di partenza, seppur" ridimensionato rispetto alle nostre aspettative e giuste rivendicazioni. Continuiamo a lavorarci contando di poter incidere con i decreti attuativi”.
Anci nazionale
Cercare una sintesi per proseguire il confronto col governo, è quanto auspicano i presidenti ANCI delle 4 Regioni che saranno presenti all'Assemblea. 
Mangialardi ha tenuto a precisare che, pur partendo dal positivo presupposto di un dialogo aperto col Governo, resta comunque viva la necessità che tutti i parlamentari delle 4 regioni terremotate, indipendentemente dall’appartenenza politica, facciano pressione sul Governo, nell’interesse delle proprie comunità e dei cittadini
Tra i nodi al centro dell’Assemblea, la questione del Commissario oggi in regime di prorogatio, figura che, a detta del Presidente Anci Marche, oltre alla competenza tecnica sarà necessario abbia una visione politica ed amministrativa in maniera tale che le norme previste nella legge sul sisma del Centro Italia, producano i giusti decreti attuativi.
Non è il momento di dividersi – ha concluso Mangialardi – e se gli animi sono esasperati, le menti devono restare lucide perché le manifestazioni eclatanti il giorno dopo sono già dimenticate. Occorre il lavoro della politica, dell’Anci, nell’interesse delle nostre comunità”.
C.C.
Maurizio Mangialardi

“Non si scaricano sugli altri le responsabilità di ciò che non si è stati in grado di fare”. Un commento che non lascia spazio a fraintendimenti quello di Maurizio Mangialardi, presidente di Anci Marche, nei confronti del sindaco di Camerino Gianluca Pasqui, fra i promotori del comitato dei sindaci del terremoto che si è costituito martedì a Roma fra una 70ina di sindaci delle quattro regioni colpite dal sisma del 2016.

Una iniziativa nata senza il coinvolgimento di Anci, del tutto spontanea, dopo che Pasqui ha anche rinunciato al ruolo di coordinatore dei sindaci del cratere offidatogli dall’Anci nazionale.

 

Mangialardi, martedì si è costituito il comitato dei sindaci del terremoto. Cosa ne pensa?

 

In un momento cosi complesso, legato a tante vicende che conosciamo, prime fra tutte le articolazioni normative, i sindaci devono rimanere il più compatti possibile e cercare di spronare il governo a trovare le soluzioni.

 

Il sindaco Pasqui da parte sua ha lamentato più volte ormai che Anci non lo avrebbe messo in alcun modo nella condizione di svolgere il suo ruolo di coordinatore dei sindaci del cratere. Che cosa risponde? 

 

Se devo dire la verità, quando ad una persona viene assegnato un ruolo di carattere nazionale non può sicuramente lamentare di non poterlo svolgere. Chi ce l’ha, fa di tutto per portare a casa i risultati. Forse è stato un po’ latitante come lo è in tutte le iniziative che avvengono col commissario o con il governatore. Un ruolo bisogna che lo eserciti, non è chi te lo ha assegnato che te lo impedisce. Tant’è che le sue dimissioni non sono arrivate dopo sei mesi ma dopo quasi due anni.

 

Martedì diversi primi cittadini hanno rivolto una critica all’associazione che Lei presiede: che Anci Marche sarebbe troppo politicizzata.

 

La respingo nella sua interezza. L’Anci con difficoltà, lo devo dire, in questo fase così complicata comunque mette sempre al centro gli interessi dei sindaci e dei cittadini senza badare mai agli orientamenti politici. Capisco invece che avvicinandosi le elezioni qualcuno stia pensando di ‘mettersi in proprio’ per avere maggior evidenza pubblica e dico pure che questo non è corretto negli interessi dei cittadini e dei terremotati. Non si scaricano sugli altri le responsabilità di ciò che non si è stati in grado di fare e in ogni caso l’Anci continuerà a lavorare a testa basa al di là del comitato.

 

g.g.

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