Avviata dal Parco Nazionale dei Monti Sibillini, in collaborazione con il comune di Ussita, la realizzazione di un incubatoio per la riproduzione della trota mediterranea presso il Vecchio Mulino, ristrutturato di recente dall'amministrazione comunale e inserito all’interno di un sentiero turistico.

Il progetto prevede l’installazione di piccole vasche interne dove mantenere le uova fecondate artificialmente e, all’esterno, vasche che ospiteranno temporaneamente i riproduttori selvatici selezionati nel torrente Ussita.

una delle misure previste dal progetto LifeStreams per la tutela della trota mediterranea, l'emblema dei torrenti di questo territorio e alla quale dobbiamo assicurare un futuro. Realizzare un incubatoio - sottolinea il presidente del Parco, Andrea Spaterna - è un passaggio fondamentale per incrementare le possibilità di riuscita del progetto. A quello di Ussita ne seguirà un altro che, insieme alle diverse azioni previste, consentirà almeno di approntare tutte le condizioni possibili perché la trota nativa mediterranea possa resistere ai rischi di ibridazione. La valorizzazione della biodiversità dei Sibillini passa anche per i corsi d'acqua, habitat naturali particolarmente fragili e che, in una situazione di crisi idrica e vulnerabilità, debbono essere monitorati e salvaguardati".

Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini è una delle sei aree pilota in cui il progetto LifeStreams è operativo e dove sono stati localizzati siti di campionamento e conservazione della trota mediterranea. A coordinare le azioni è il Parco Nazionale della Majella coadiuvato da diversi partner tra parchi nazionali, agenzie, associazioni, istituti di ricerca e Università.


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Libertà riconquistata sui Sibillini da due camosci, cui è stato dato il nome di Manardo e Cecco, che sono stati rilasciati dai tecnici del Parco con la collaborazione degli zoologi del Laboratorio di Ecologia Applicata e dei Carabinieri Forestali del Parco. Si tratta di due maschi di 5 e 11 anni, nati e vissuti sinora nell’area faunistica di Bolognola, che potranno ricongiungersi ai propri simili sulle rupi delle cime più alte dei Sibillini, come il monte Bove e il monte Priora. Dotati di radiocollari satellitari, forniranno utili informazioni per lo studio dell’areale di riferimento e dei movimenti che compiranno.

Reintrodotti nel 2008, ad oggi il numero stimato di camosci appenninici presenti nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini si aggira intorno alle 250 unità. Un risultato che indica come il camoscio abbia ritrovato nei Sibillini un habitat ottimale, che gli era appartenuto per millenni fino alla quasi totale estinzione nella prima metà del secolo scorso, quando ne sopravvivevano appena una ventina sui monti che nel 1922 diventarono Parco Nazionale d’Abruzzo.

“Il monitoraggio del camoscio è una delle diverse azioni di studio, verifica e controllo svolte dal Parco per la conservazione della biodiversità - sottolinea il presidente dell’ente, Andrea Spaterna - Grazie a queste osservazioni siamo in grado di quantificarne la popolazione e la distribuzione, individuando anche possibili minacce. Ad oggi l’area in cui ne è rilevata la maggior presenza è quella del massiccio del Bove, ma nuovi nuclei si stanno formando in altre aree, come quella del Monte Priora”.

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Tra i dati elaborati per il 2020 anche il tasso di natalità che si attesta intorno al 28% e l’indice riproduttivo che fa registrare un valore medio dell’80%, “numeri che indicano – prosegue Spaterna – come i camosci del Parco Nazionale dei Monti Sibillini godano di buona salute”.

Si tratta comunque di una specie ancora vulnerabile, soprattutto a causa della forte consanguineità tra gli individui, ed è quindi di fondamentale importanza proseguire le attività di monitoraggio e tutela, anche attraverso una fruizione da parte dei numerosi amanti della montagna che sia responsabile e rispettosa delle regole, in modo da poter osservare questi splendidi e preziosi animali nel loro ambiente naturale senza arrecargli disturbo. Maggio è il mese per eccellenza per le nuove nascite “ed è fondamentale, ancor più che in altri periodi – ricorda il presidente - assumere un comportamento adeguato in caso di incontri con piccoli di camosci, come di altri animali. Nel caso del capriolo, ad esempio, i piccoli appena nati, che appaiono inermi e abbandonati, non si devono mai toccare o raccogliere, perché la madre è sicuramente nelle vicinanze e la strategia adottata è quella di lasciare i nascituri nascosti tra le erbe. Un eventuale contatto potrebbe essere interpretato come una minaccia e determinare l’abbandono del piccolo”.
Tornare a investire nel turismo in un’area fortemente fiaccata dal post sisma e in tempi di pandemia? È quello che propone il Parco Nazionale dei Sibillini, che ha emanato un avviso esplorativo per testare la disponibilità di potenziali gestori per il rifugio di Cupi, nel comune di Visso. Si tratta di strutture temporanee che verranno poi rimosse all’avvenuto restauro del rifugio. Il RESP di Cupi consiste in quattro unità abitative, di cui una destinata all’accoglienza di persone disabili, dotate di tutti i servizi necessari ed anche di impianto fotovoltaico. Sono un supporto fondamentale per coloro che svolgono attività di trekking, passeggiate o altre attività di tipo naturalistico, anche per la loro presenza nel circuito escursionistico del “Grande Anello dei Sibillini”. È stato, inoltre, realizzato un percorso in cemento architettonico, che potrebbe consentire la fruizione in autonomia di una parte dello spazio esterno anche ai diversamente abili.

Portiamo avanti il lavoro di recupero della fruibilità di strutture ricettive attraverso costruzioni temporanee, i RESP appunto, che consentiranno agli amanti della montagna e del nostro Parco di poter pernottare e fermarsi più tempo per godere del territorio” sottolinea il presidente del Parco, Andrea Spaterna. “Sono previste altre strutture, come ad esempio quelle di Montegallo, sempre nell’ottica di potenziare la fruibilità del Parco in modalità compatibili con il suo ecosistema, nonché di proseguire nella valorizzazione delle sue straordinarie bellezze. Mi auguro che questi avvisi esplorativi trovino accoglienza ed interesse e che possano contribuire anche a rilanciare l’economia del territorio”.

Red.
Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini si prepara alla riapertura della mobilità tra regioni prevista a partire dal prossimo 3 giugno con il ripristino di due punti tappa del Grande Anello dei Sibillini, un percorso di circa 124 Km che abbraccia l’intera catena montuosa ed è particolarmente apprezzato dagli escursionisti perché permette di conoscere, oltre alla varietà di paesaggi e bellezze naturali, anche lo straordinario patrimonio storico culturale che il territorio custodisce. “Ecco perché - sottolinea il direttore dell’Ente, Carlo Bifulco - questi interventi di ripristino dei rifugi danneggiati dal sisma del 2016 assumono una rilevanza strategica fondamentale per il Parco”. Il progetto, avviato nel 2017, è stato finanziato dal Ministero dell'Ambiente e, per la sua natura emergenziale, ha beneficiato anche di un finanziamento da parte della Protezione Civile. Si è proceduto con l’installazione di strutture temporanee ad uso ricettivo denominate RESP (Rifugi Escursionistici Provvisori). Il primo intervento è stato realizzato nel comune di Montegallo, su un’area di proprietà comunale concessa in comodato d'uso gratuito al Parco “e per questo – prosegue Bifulco – ringraziamo il sindaco e l’amministrazione”. Il complesso ricettivo, collaudato il 5 maggio, consentirà di ospitare fino a 14 persone in mini bungalow. È previsto un modulo bagni per diversificare l'accoglienza e dare la possibilità agli escursionisti di pernottare in tenda. Inoltre, è in essere, col Comune di Montegallo, un accordo per la gestione congiunta dell'area plein air.

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Il secondo sito, collaudato il 19 maggio, è quello di Colle Le Cese, nel Comune di Arquata del Tronto. Il complesso ricettivo è stato installato in prossimità del vecchio rifugio inagibile, su proprietà del Parco, e consentirà di ospitare in mini bungalow fino a 14 persone. A breve partirà una manifestazione di interesse per individuare operatori economici interessati alla gestione. Infine, stanno per iniziare i lavori di urbanizzazione per il ripristino dell'ultimo complesso ricettivo previsto dal progetto, quello di Cupi di Visso, che ospiterà fino a 16 persone e che avrà la specificità di essere un RESP – H, ossia una struttura fruibile dalle persone diversamente abili e che prevede l’adozione di accorgimenti tali da consentire agli ospiti con disabilità di godere appieno degli spazi esterni.


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Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini ha nuovamente tutti gli organi direttivi e di indirizzo nella piena funzionalità. Dopo la nomina in ottobre del presidente Andrea Spaterna, cui ha fatto seguito quella del presidente della Comunità del Parco, Michele Franchi, sono entrati a far parte del direttivo, con decreto del Ministro dell'Ambiente, anche Alessandro Gentilucci, sindaco di Pieve Torina, Domenico Ciaffaroni, sindaco di Montefortino, e Giammario Ottavi, ex sindaco di Cessapalombo (ed attuale vice sindaco) in rappresentanza dell’Unione Montana dei Monti Azzurri.
"Si ricomincia in un percorso virtuoso - dichiara Alessandro Gentilucci, vice presidente dell'ente - che ha portato il parco ad essere tra la gente, ma soprattutto ad assecondare i problemi della popolazione. In un momento drammatico come quello del post sisma, dove lo spopolamento si è avvicendato con la desertificazione cui si è aggiunta anche l'emergenza Covid 19, ritengo che riuscire a portare avanti questo percorso con le varie progettualità messe a disposizione di ogni singolo comune significa che l'Ente Parco rappresenta un valore aggiunto anche dal punto di vista ambientale. Oggi ancor di più ce ne rendiamo conto visto che la pandemia ci sta dicendo di fermarci con tutto questo inquinamento".

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Il Parco torna a casa. “Avremo nuovamente, a Visso, una sede operativa per tutto il personale entro la primavera prossima.” A parlare è il direttore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, Carlo Bifulco che, con soddisfazione, annuncia l’acquisto da parte dell’ente di un terreno in località Palombare, adiacente alla casa comunale di Visso, dove nei prossimi mesi verrà realizzata una sede temporanea in attesa di poter ritornare ad occupare la sede di Piazza del Forno devastata dal sisma.

“Per noi” prosegue Bifulco “questo è un passo fondamentale per rinforzare una capacità d’azione che non è mai venuta meno, nonostante le difficoltà di una forzata dislocazione dei nostri uffici a Tolentino e Foligno. A breve daremo il via alla progettazione degli spazi e, appena possibile, all’appalto per la costruzione dell’edificio. Allo stesso tempo potremo accogliere le nuove figure professionali che andranno ad ampliare l’organico a disposizione dell’ente grazie all’ordinanza n° 31 del 21 giugno 2017 della Presidenza del Consiglio dei Ministri che consente di assumere, temporaneamente, personale ad hoc per affrontare le esigenze post terremoto.”

Soddisfazione condivisa dal Presidente dell’Ente Parco, Oliviero Olivieri, che molto si è speso in questi mesi per riportare il Parco, fisicamente, nel cuore del problema, nella sua sede originaria: “questa operazione ha un valore simbolico importante, ed è anche un segnale di speranza e di fiducia che vogliamo dare a tutto il territorio: noi ci siamo, siamo sempre stati presenti e a disposizione della cittadinanza, degli operatori, del mondo agricolo e dell’allevamento, dei turisti, dei tanti appassionati di natura. Adesso, con questa proiezione certa di ritorno, che va a definire un quadro che ci vede comunque già presenti anche a Visso con alcune unità oltre ai distaccamenti più strutturati di Tolentino e Foligno, potremo davvero riprendere a lavorare con uno spirito che guardi finalmente all’uscita dall’emergenza.”

Il Parco dei Sibillini ha ospitato lo scorso 21 luglio un tour di prestigiosi giornalisti tedeschi nell'ambito del Press Tour Centro Italia 2017. Ad organizzarlo l'Associazione Monti e Mare Apeninen Touren, in collaborazione con le regioni Lazio, Abruzzo e Marche. In particolare l’incontro tra funzionari del Parco e giornalisti si è tenuto a Montemonaco dove, tra le altre cose, i giornalisti tedeschi hanno potuto visitare il Museo della Grotta della Sibilla e ricevere del materiale informativo sul Parco e il suo territorio. Nel corso del tour inoltre per gli ospiti intervenuti vi è stata anche la possibilità di salire in quota e godere dall'alto della vista sul Pian Grande di Castelluccio. L’iniziativa rappresenta una straordinaria opportunità per promuovere il territorio del centro Italia e del Parco anche in Germania, vista la presenza di giornalisti delle principali testate tedesche.

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Questi i nomi degli otto che hanno preso parte al tour e le loro rispettive testate di appartenenza: Axel Bar di RBB, Sybille Boolakee del SRT, Lottemi Doormann giornalista del Die Welt, Brigitte Jurczyk dell'Hamburger Abendblatt e Berliner Morgenpost, Kolja Kandziora supplemento "week-end", Sylvia Raschke giornalista per il touristik aktuell, Esther Schmidt MDR 1 Radio, Larissa Peifer Direttrice dell'ufficio stampa esterno di Hauser Exkursionen

Il Parco Nazionale dei Sibillini ha avviato una prima ricognizione per fare il punto della situazione sulle acque del lago di Pilato dopo gli eventi sismici di agosto e ottobre 2016. La buona notizia è che lo specchio d'acqua c'è, anche se con una quantità di acqua inferiore rispetto a quanto registrato mediamente nello stesso periodo. Occorre ricordare che le dimensioni e la portata d'acqua dipendono principalmente dalla distribuzione delle precipitazioni: il lago è infatti alimentato soprattutto dallo scioglimento delle nevi. Evidenti alcune frane, soprattutto nella parte rocciosa del Pizzo del Diavolo, che richiedono una più approfondita valutazione del rischio di possibili altri crolli. Al momento il sentiero da Foce è inagibile e il transito fino a Forca di Presta è bloccato in quanto la strada da Montegallo è interrotta, per cui non vi si può accedere se non autorizzati. La spedizione ha visto il coinvolgimento di tecnici dell'ISPRA (Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale), il geologo Paolo Guarino e l'idrogeologo Lucio Martarelli, i quali hanno provveduto ad effettuare rilievi idrogeologici nel bacino del lago servendosi anche di un drone per riprese video.

drone sopra al lago

Il drone sopra il lago

spedizione durante il tragitto

La spedizione durante il tragitto

 

Alla spedizione hanno preso parte anche il Presidente dell'Ente Parco Oliviero Olivieri, il biologo del Parco Alessandro Rossetti, le guide del Collegio Regionale Guide Alpine Marche, Marco Vallesi e Tito Ciarma, l'accompagnatore di media montagna Fabio Micini, la zoologa Sara Marini e i Carabinieri forestali, il Tenente Colonnello Roberto Nardi e Giuseppina Fedeli. Fondamentale è stato il contributo delle guide alpine che hanno consentito alla spedizione l'arrivo a destinazione in assoluta sicurezza, superando anche tratti accidentali con l'utilizzo dell'imbracatura e del casco. È stata effettuata anche una rilevazione gps dai Carabinieri forestali per perimetrare il lago in modo da confrontare l'estensione del bacino con le rilevazioni del passato e quelle che verranno effettuate nei prossimi giorni. La presenza della zoologa Sara Marini è servita anche a un rilevamento di eventuali camosci, che però nella giornata di ieri non sono stati rilevati. I dati raccolti durante il monitoraggio dovranno essere confrontati anche con quelli raccolti in passato nell'ambito di altri programmi di ricerca, tra cui quelli condotti dalla biologa e guida del Parco Maria Gaetana Barelli.

spedizione zoologa e nardi

Da sinistra la zoologa Marni, il Tenente Colonnello Nardi, l'idrogeologo

 

“Oggi è il primo giorno di un lungo lavoro che comporterà il monitoraggio dei sentieri del Parco” ha sottolineato il Presidente Olivieri. “Abbiamo attivato una collaborazione con il Ministero dell’Ambiente che prevede il supporto tecnico dell’ISPRA. Questo è un segnale importante, perché il Parco vuol garantire una fruibilità sicura dei sentieri percorribili. Tra le diverse iniziative pensiamo anche di collocare strutture in legno a fianco dei rifugi non agibili per consentire agli escursionisti la possibilità di pernottare”.

La rassicurazione sul Chirocefalo del Marchesoni è affidata al naturalista del Parco, Alessandro Rossetti: “Non vi è pericolo nel breve periodo per la sua incolumità - ha spiegato - in virtù del fatto che le uova di questo crostaceo hanno la capacità di resistere per anni anche in assenza di acqua. È però fondamentale il rispetto dell'area per impedire che le uova, nascoste tra la ghiaia ora all'asciutto, vengano accidentalmente distrutte dal calpestio dei frequentatori del bacino che in alcuni periodi possono raggiungere le diverse centinaia al giorno. Per cui, dal momento in cui sarà di nuovo possibile raggiungere il sito, è necessario attenersi scrupolosamente alle indicazioni di rispetto dell'area in prossimità del lago”.

Pizzo del diavolo

Pizzo del Diavolo

Infine, per quel che riguarda la sentieristica, è intervenuto il Tenente Colonnello Nardi: “il terremoto ha causato danni importanti alla sentieristica e alla viabilità del Parco, quindi registriamo situazioni critiche per l'accesso a siti di particolare valore naturalistico. Nel caso del lago di Pilato o del Vettore ci sono sentieri attualmente percorribili ma meno battuti come Santa Maria in Pantano, Montegallo o Altino. I sentieri classici, ad esempio da Foce, sono chiusi così come chiuso è quello dell’Infernaccio. I vari enti coinvolti stanno lavorando per ripristinare prima possibile la fruibilità di questi sentieri.”

Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini ha inviato a tutti i Comuni del Parco, alle Regioni Marche e Umbria, alle province di Macerata, Fermo, Ascoli Piceno e Perugia, alle Unioni Montane e ai Comuni contigui, le misure di conservazione dei siti Natura 2000 per il deposito, presso i rispettivi Municipi, della documentazione indicata in oggetto al fine raccogliere le eventuali osservazioni nei tempi previsti.

Dalle lettura della copiosa documentazione, estremamente importante specialmente per i Comuni che hanno l’intero territorio nel perimento del Parco, si legge che tutti gli elaborati (Introduzione inclusa), regolamenti e norme prescrittive, richiamano sempre le misure che verranno indicate e/o previste nel PIANO DEL PARCO.

E’ a tutti noto che lo strumento essenziale, primario e vitale quale il PIANO DEL PARCO e le relative norme attuative, NON sono state ancora approvate.

Il Consiglio Direttivo, con Delibera n.59 del 18/11/2002, ha solo ADOTTATO il predetto strumento e le molteplici osservazioni che all’epoca pervennero non risultano che siano state né accolte, né respinte, e l’Ente opera da ben 14 anni con un Regolamento provvisorio.

Si prende altresì atto che il Ministero dell’Ambiente, inspiegabilmente, ad oggi non ha esercitato il potere sostitutivo previsto all’art. 12 (Piano del Parco), commi 3 e 5 delle Legge 6 dicembre 1991, n. 394 (Legge quadro sulle aree protette) e aggiornata con la Legge 9 dicembre 1998, n. 426 e ss.mm.ii..

Il direttore Generale del Ministero ha chiarito con propria nota del 26/02/2016, dopo una specifica richiesta di questa Amministrazione, che la composizione della Commissione nulla osta del Parco deve essere composta da funzionari diversi tra coloro che trattano l’istruttoria della pratica e chi è chiamato ad esprimere il parere in Commissione; circostanza, invece, che era sempre in capo agli stessi funzionari. Oggi finalmente è stata modificata.

A tal proposito si sottolinea che il Parco Nazionale dei Monti Sibillini è stato istituito con D.P.R. 06/08/1993, quindi da quasi 23 anni l’Ente è senza alcun documento oggettivo di pianificazione e senza un piano pluriennale economico e sociale per la promozione delle attività compatibili (Art. 12, Legge 394/91 - modificato dall'art. 2, comma 31, della legge 9 dicembre 1998, n. 426).

Istituire e normare, con divieti e sanzioni, misure di conservazione dei siti Natura 2000 su un territorio che ancora viene “governato” con un “regolamento provvisorio” in assenza di uno dispositivo fondamentale quale il predetto PIANO, per il quale la Norma di cui sopra assegnava perentoriamente 18 mesi dalla costituzione degli Organi di un Ente Parco, equivale non solo a disattendere la Legge, ma ad evitare quell’indispensabile confronto con gli Enti locali che hanno il

dovere di rappresentare le legittime aspettative di sviluppo delle comunità che insistono nell’area protetta.

Per tali ragioni abbiamo rappresentato l’impossibilità di avanzare osservazioni sugli elaborati in parola in quanto tutti fanno riferimento e/o demandano al PIANO DEL PARCO che è inesistente e che deve essere necessariamente propedeutico a qualsiasi ulteriore vincolo in aree del Parco a tutela integrale o parziale non ancora né definite, né regolamentate chiedendo una sospensione dell’iter amministrativo.

Uno esempio per tutti, vietare e sanzionare fino a 1.000 euro, come riportato nel Documento “C” relativo alle misure di conservazione generali e regolamentari (Cfr. art.14 citato documento) “l’accesso e la circolazione con biciclette o qualsiasi altro mezzo con ruote non a motore, è consentito esclusivamente nelle Zone B, C e D del Piano per il Parco lungo le strade, le piste e i sentieri esistenti e, in Zona A esclusivamente lungo le strade con carreggiata di ampiezza uguale a 2 metri.”

Conseguentemente, si vieta nelle zone A un transito al di fuori di percorsi che abbiano una larghezza inferiore ai 2 metri; ciò significa che nemmeno nei sentieri tracciati si può andare in bicicletta!

Si richiamano continuamente Zone A, B, C e D individuate nel Piano del Parco che NON ESISTE!

La vessazione nei confronti delle popolazioni residenti, degli appassionanti della natura e delle mountain bike continua, si richiamano articoli di Legge ma, nel contempo se ne eludendone altri, che vengono totalmente disattesi da chi ne chiede, invece, l’applicazione solo di alcuni.

Siamo perfettamente d’accordo nel regolamentare tutte le attività produttive, culturali, tradizionali e ludiche, ma ciò deve avvenire previo confronto con i rappresentanti locali delle popolazioni attraverso, come già detto, un percorso che deve tradursi in un documento oggettivo di riferimento per tutti che ha un solo nome: PIANO DEL PARCO.

L’unico auspicio è che questa volta l’impegno preso dal Presidente del Parco Prof. Oliviero Olivieri durante un’assemblea pubblica tenutasi in occasione dell’iniziativa “Incontri…” sul tema “22 anni nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini” tenutosi presso questo Comune il 22 agosto 2015, si concretizzi.

Infatti, in quella sede affermò che entro il 31 maggio 2016 avremmo avuto approvato il Piano del Parco. Non abbiamo dubbi sulla parole del Presidente, ma ad oggi non risulta che siano state ancora valutate le osservazioni che pervennero nel lontano 2002!

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