Notizie sportive nelle Marche
Tolentino riattiva la consegna a domicilio per farmaci e beni di prima necessità. Il comune ha fatto ripartire un servizio di sostegno alla cittadinanza considerato decisivo per i soggetti in quarantena senza una rete parentale tale da permettere di ovviare a prime necessità come la spesa e l’acquisto dei farmaci. Il sindaco Giuseppe Pezzanesi ne ha parlato ai microfoni di Radio C1 inBlu: “Un lavoro fondamentale che l’altro giorno abbiamo svolto anche grazie alla collaborazione del Tolentino Calcio: molta gente in quarantena purtroppo non ha la possibilità di occuparsi della spesa o dell’acquisto dei farmaci, non avendo parenti o essendo anziani. È un servizio di sostegno che durante la prima ondata avevamo attivato, per altro tra i primissimi comuni a farlo, e che non potevamo non riproporre”.

Pezzanesi poi anticipa un progetto a cui l’amministrazione sta lavorando in ottica prevenzione: “Stiamo tentando di allestire, come fatto a Sarnano con il servizio tamponi itinerante, un centro di prevenzione con tamponi rapidi nell’area delle piscine comunali. Grazie alla collaborazione dei medici di base metteremo a disposizione della cittadinanza un servizio di screening. Sarà una novità assoluta nella lotta al Covid: stiamo approntando una struttura facilmente raggiungibile che permetterà di monitorare l’evoluzione del contagio in una città di 20 mila abitanti con più precisione e più velocemente possibile”.

Nel dettaglio: dal 30 novembre sarà possibile prenotare il servizio di consegna a domicilio dalle 9 alle 12 nei giorni di lunedì, mercoledì e giovedì. La consegna, gratuita, avverrà il martedì e il venerdì.

Red.
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Ivo Costamagna, Presidente del Comitato No Fiera Covid Civitanova Marche, torna a far sentire la propria voce sulla questione sanitaria regionale: “Sta emergendo un dato inconfutabile: la Fiera Covid di Civitanova Marche, a differenza degli impegni presi praticamente da tutti, da Ceriscioli a Saltamartini e per ultima dalla dottoressa Storti, non è stata affatto riservata agli abitanti dell’Area Vasta 3 nè tantomeno utilizzata, almeno principalmente, per lo scopo per cui era nata e cioè la terapia intensiva.

Questo - scrive in una nota - non perché manchino nella nostra provincia i pazienti Covid da ricoverare nella Fiera, come non sono pochi quelli che necessitano della terapia intensiva anche se un modulo viene “prestato” all’Umbria perché, contemporaneamente, si pensa di far diventare Covid la rianimazione dell’ospedale di Civitanova.

Insomma - dichiara Costamagna - Civitanova e la provincia di Macerata stanno diventando, per arroganza amministrativa prima ed approssimazione gestionale poi, il lazzaretto dell’Italia centrale. Persino Bertolaso in Umbria, dove è consulente, ha preso atto che è meglio evitare le “astronavi” ed attrezza strutture collegate ai presidi ospedalieri esattamente come avevano chiesto mille cittadini con la nostra petizione e con la lettera di diffida all’allora presidente Ceriscioli dello scorso mese di aprile, prima cioè che iniziassero i lavori alla Fiera. E pensare - conclude - che alcuni ancora ci chiedono le scuse.
La verità - conclude - è figlia del tempo!”

Alessio Botticelli
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Mercoledì 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il Rettore dell’Università di Camerino Claudio Pettinari e la prof.ssa Barbara Re hanno presentato il Bilancio di Genere dell’Ateneo.

All’incontro hanno preso parte anche la prof.ssa Paola Inverardi, già rettrice dell’Università degli Studi dell’Aquila e la prof.ssa Aurelia Sole già rettrice dell’Università degli Studi della Basilicata, che tanto si sono spese nel gruppo di lavoro della CRUI che ha redatto le linee guida per il bilancio di genere degli Atenei italiani.

Unicam, nel perseguire l’obiettivo di garantire pari opportunità tra uomini e donne quale elemento chiave per il miglioramento della qualità della ricerca e della formazione, promuove e diffonde la cultura delle pari opportunità tramite lo svolgimento di azioni di carattere organizzativo, scientifico, formativo e culturale per la valorizzazione delle differenze tra uomo e donna senza che queste ultime penalizzino gli uni o gli altri, ai sensi della vigente legislazione italiana e comunitaria.

“Abbiamo deciso di dotarci di un bilancio di genere – ha sottolineato la prof.ssa Barbara Re – quale strumento di analisi della situazione in essere nonché di confronto a livello nazionale, così da valutare l’efficacia e la sostenibilità delle misure adottate, di migliorare i risultati sin qui ottenuti, di segnalare le contraddizioni, ma anche le opportunità. Il fine ultimo è quello di evidenziare politiche e azioni da sviluppare per raggiungere a pieno il principio di uguaglianza”.

Nel ringraziare  la prof.ssa Re e tutto il gruppo da lei coordinato  per il pregevole lavoro svolto e le cui eccellenze e criticità sono da  ritenersi da base per azioni di monitoraggio e di miglioramento al fine di garantire il principio di uguaglianza, il Rettore prof. Claudio Pettinari ha aggiunto :"abbiamo scelto questa occasione a sottolineare l’attenzione che Unicam riserva a queste tematiche, per rendere ufficiale la nomina della prof.ssa Re a ProRettrice alle Pari Opportunità, Tutela e Garanzia della Persona: è una scelta operata da tutta la governance con grande soddisfazione.

Fin dall’inizio del mio mandato ho avuto ben chiaro quanto fosse importante dedicare un’attenzione particolare alle pari opportunità e alla tutela e garanzia della persona, ma prioritaria era la necessità di convogliare e focalizzare tutte le energie della governance alla ricostruzione reale e virtuale del nostro Ateneo: il nostro primo pensiero è stato fin da subito di permettere agli studenti di poter proseguire senza problemi il corso di studi che avevano intrapreso, garantendo loro alloggi e strutture sicure. Prima di impegnarci a garantire pari opportunità, avevamo il dovere di fare in modo che le opportunità potessero continuare ad esserci. Ora, con duemila nuovi immatricolati, strutture ricettive nuove ed ampliate, una collaborazione con le istituzioni del territorio ancora più forte, possiamo dire di aver mantenuto ed anzi aumentato quelle opportunità che è importante siano garantite a tutti e sono certo, pertanto, che la Prorettrice Barbara Re saprà svolgere nella maniera migliore il compito che Unicam le ha assegnato.”

“Non basta garantire le pari opportunità: – ha concluso il Rettore Pettinari – esse devono essere una premessa per poter raggiungere la completa tutela e garanzia della persona, sia essa docente, tecnica, amministrativa oppure studente, ancor più in un periodo di emergenza sanitaria come quello che stiamo attraversando. Mettere al centro la persona e tutelarla è da sempre la mission più importante del nostro Ateneo.”


Quanto ai dati, negli ultimi 5 anni accademici il numero totale di iscritti a corsi laurea, laurea magistrale e laurea magistrale a ciclo unico di Unicam risulta bilanciato rispetto al genere, con il 50,4% di donne ed il 49,6% di uomini.

La presenza femminile nei corsi di laurea dell’ambito STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) risulta però sotto-dimensionata, anche se con un trend di crescita positivo e sono dunque necessarie azioni mirate di promozione e orientamento volte anche alle giovani donne.

Le studentesse mostrano una performance negli studi migliore dei loro colleghi uomini, seppur questo non trova un riscontro immediato sulla loro occupabilità. Ad un anno dalla laurea tendenzialmente le laureate guadagnano meno dei loro colleghi uomini. Tuttavia, a 5 anni dall’inserimento nel mondo del lavoro il trend sembra invertirsi.

Il personale docente e ricercatore conta, al 30 settembre 2020, 283 unità: 99 donne (35%) e 184 uomini (65%). Per quanto riguarda la capacità di attrarre finanziamenti, gli uomini hanno maggiori capacità di attrarre fondi “di ateneo”, bandi istituzionali e conto terzi.
c.c.



Diverso è, invece, lo scenario sui bandi PRIN e nazionali, dove si evidenzia un maggiore bilanciamento di genere, arrivando infine al panorama internazionale nel quale le donne riescono ad essere più efficaci dei colleghi uomini.



Passando alla componente tecnico amministrativa, su un totale di 256 unità di personale il 56% è donna e negli incarichi di “responsabilità” si osserva una presenza significativa di donne.

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Sequestrati 100 grammi di hashish, suddivisi in quattro panetti, denunciata a piede libero una persona già nota alle forze dell’ordine. 

Nell’ambito dei servizi di controllo economico del territorio, i finanzieri della Compagnia di Civitanova Marche hanno controllato una persona residente in città, già nota alle forze dell’ordine in quanto gravata da diversi precedenti penali.

Ad insospettire i militari le contraddizioni emerse nelle giustificazioni fornite e l’atteggiamento tutt’altro che sereno tenuto dall’uomo. Per questo motivo i finanzieri hanno approfondito il controllo e perquisito l'abitizione.

All’interno di un mobile del soggiorno, in particolare, gli operanti hanno trovato un contenitore con 4 panetti di hashish, per un peso complessivo di 100 grammi, e 200 euro in contanti, ritenuti il provento dell’attività di spaccio.

Lo stupefacente ed il denaro contante sono stati sequestrati, mentre il responsabile è stato denunciato a piede libero all’autorità giudiziaria inquirente.

GS

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È andato dritto all’anima, ma anche alla coscienza di ognuno dei presenti, affinché tutti potessero mettere da parte il campanilismo e comprendere la reale situazione dell’entroterra e delle Marche. L’arcivescovo Francesco Massara, durante la riunione che ieri pomeriggio ha visto confrontarsi i sindaci della montagna e i vertici regionali e sanitari,  con il suo intervento ha placato i toni accesi che negli ultimi giorni avevano ruotato attorno alla trasformazione di una parte dell’ospedale di Camerino per il Covid.

“Comprendo le preoccupazioni – ha esordito - ma penso che la negatività di questo momento debba diventare speranza. Siamo troppo abituati a ragionare ognuno per il nostro orticello ed è sbagliato. Sicuramente c’è una grande emergenza sanitaria, lo sappiamo tutti, ma c’è da mettere al centro la salvezza delle vite umane e su questo siamo tutti d’accordo”.

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Ma accanto all’emergenza sanitaria ha acceso i riflettori su quella umana: “C’è anche una emergenza sociale – ha ribadito - , c’è una grande paura.

Il territorio della montagna, in questi anni, si è sentito preso a pesci in faccia. Siamo già stati massacrati dal sisma, da una ricostruzione che stenta a partire, con le difficoltà dei sindaci anche per una semplice pratica da mandare avanti. Credo che tra i sindaci ci sia una grande collaborazione: il fatto di ritrovarci qui insieme, su un problema che riguarda tutti noi, ci esorta a guardare al di là del nostro naso. Alcune questioni tecniche le dobbiamo affidare agli esperti, è normale”.

Poi le parole nei confronti di Nadia Storti, facente funzione in Asur 3 a seguito delle dimissioni di Alessandro Maccioni: “Si è ritrovata in un momento di difficoltà: tutti lo siamo difronte a qualcosa di imprevisto. So che Nadia vuole bene a questo territorio, non esistono le decisioni perfette”.

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Chiara per l’arcivescovo la situazione di difficoltà sociale ed economica: “Stiamo pensando ad andare in montagna quando non pensiamo che c’è gente che sta morendo in ospedale. Al di là dell’aspetto sanitario c’è una grande emergenza sociale: a Fabriano dove è stato aperto un emporio della solidarietà, in due mesi abbiamo avuto quasi 300 famiglie che hanno chiesto aiuto. C’è chi non può permettersi nemmeno di fare visite mediche. È necessario essere uniti al di là delle posizioni politiche”. Massara ha espresso la sua posizione anche sull’accoglienza dei malati umbri al Covid Center di Civitanova: “Abbiamo accolto persone da una Regione, la prossima volta potremmo averne bisogno noi. La dignità del malato e della persona devono essere al centro. Se io ho bisogno di un servizio non devo chiedere un favore, è un mio diritto. Noi cittadini dovremmo essere tutti uguali – ha detto poi rivolgendosi ai presenti - , voi che siete rappresentanti delle istituzioni aiutate questo territorio a crescere, altrimenti rischiamo di morire”.

Un quadro, quello delineato dall’arcivescovo, che arriva dal suo incontro con la gente del posto: “Parlo con i bambini che devono fare la cresima e mi confidano che non vedono l’ora di andarsene da qui. Cosa posso rispondere io? Noi abbiamo tutti una grande responsabilità, se noi collaboriamo in un dialogo costruttivo, sicuramente qualcosa di buono nascerà per questa terra arriverà e la lasceremo sana ai cittadini di domani.

Usciamo dal campanilismo, dobbiamo pensare al futuro di questa terra che ha tantissime potenzialità. Il presidente – ha detto in merito a Francesco Acquaroli - ha dato una grande disponibilità e ascolterà i sindaci e i vescovi per crescere insieme.

Noi vescovi abbiamo il tasto della situazione che a volte sfugge agli amministratori: i vescovi ascoltano tutti e hanno una reale  percezione delle problematiche sociali”.

Infine, a proposito di ascolto, un appello umano: “Dobbiamo far comprendere a tutti che un malato di Covid non è un appestato; che i nostri ospedali sono delle eccellenze con grandi professionisti e se c’è la necessità di fare delle analisi non bisogna andare in un altro posto.

Riacquistiamo – ha concluso -  la capacità di ascoltarci”.

Giulia Sancricca
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Una decisione dolorosa, ma necessaria. Questo il sunto dell’incontro che il governatore delle Marche Francesco Acquaroli ha avuto al Lanciano Forum con i sindaci del territorio montano. Presente anche la Consigliera regionale e Presidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali, Elena Leonardi, il Vicepresidente del Consiglio Regionale Gianluca Pasqui, i responsabili degli Ambiti territoriali e sociali, oltre all’Arcivescovo di Camerino e San Severino, Francesco Massara e il Direttore Asur, Nadia Storti.

Sul tavolo i chiarimenti sui motivi della trasformazione del reparto di Ortopedia dell’ospedale di Camerino in presidio destinato ai malati Covid. Una scelta, tra l’altro prevista dal piano pandemico regionale esistente, che si è resa necessaria a causa dell’alto numero di contagi e dell’impossibilità dei presidi di Civitanova e Macerata di far fronte alle cure necessarie a causa della saturazione dei posti disponibili.

Il sindaco di Camerino, Sandro Sborgia, ha presentato le sue perplessità nel corso dell’incontro: “Il problema fondamentale è questo: come può un territorio così vasto, seppur poco densamente popolato, restare senza servizi sanitari essenziali? L’ospedale di Camerino serve un’area vastissima, e oggi non è più neanche in grado di offrire servizi sanitari di base, come il pronto soccorso. Non è accettabile. Perché non siamo stati avvisati dello spostamento del personale al Covid Center di Civitanova, perché ora anche noi stiamo diventando un presidio per positivi al Covid? Anche a marzo abbiamo perso il pronto soccorso, non capisco come sia possibile”.

Il Presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, ha risposto: “Se nessuno ha avvisato dei provvedimenti previsti dal piano pandemico, io stesso accerterò eventuali mancanze. Noi ci siamo visti e abbiamo parlato a lungo dei problemi connessi a questi argomenti. Credevo di essere stato chiaro: finchè la curva dei contagi lo avesse permesso, anche in relazione alla situazione nelle altre strutture ospedaliere, avremmo mantenuto gli ospedali ‘puliti’. Ma io quella sera dissi che se la pandemia fosse esplosa, il piano pandemico avrebbe dovuto attuarsi. Il piano è un atto tecnico, non politico, la discussione è tecnica, non politica: questo deve essere chiaro a tutti. A me dispiace di questo provvedimento, come dispiace di altri ospedali che sono costretti a questo sacrificio, ma questo non è il momento delle polemiche, io non le ho mai fatte, neanche a febbraio. Capisco le vostre posizioni, ci impegneremo per mantenere l’efficienza dell’ospedale camerte, ma vi dico anche che sul piano pandemico non transigo: ripeto che è un atto tecnico, e credo che nessuno debba avere la possibilità di mischiare la politica a un argomento che è esclusivamente di competenza tecnica. Da amministratore non farò pressioni sui tecnici, sarebbe ingiusto e soprattutto illegittimo”.

l.c.

f.u.
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Un camper per i tamponi anti-Covid. A Sarnano oggi il taglio del nastro della struttura pensata dalle Terme di Sarnano in collaborazione con il comune sarnanese. Tamponi itineranti dunque, a supporto delle strutture sanitarie sotto grande pressione durante questa seconda ondata di contagi da Coronavirus.

All’inaugurazione, oltre al presidente delle Terme, ha presenziato anche il Presidente della Regione Francesco Acquaroli: “Purtroppo questa ondata ci mette in difficoltà: per questo motivo tutte le iniziative che sono volte a cercare di limitare il virus e al tracciamento efficace dei contagi, sono essenziali per cercare di fare squadra e per preservare la salute e la sicurezza dei cittadini. Di conseguenza ne beneficiano anche le strutture sanitarie, che soffrono se la curva cresce in maniera incontrollata. Sinergie fondamentali per raggiungere un risultato importante. Dobbiamo tutti essere impegnati in prima fila in questa lotta, visto che gli effetti del virus non solo sono a livello sanitario, ma anche economico”.

Il sindaco di Sarnano, Luca Piergentili, ha fatto i suoi complimenti agli autori dell’iniziativa, sottolineando l’importanza di un servizio simile: “Devo fare i complimenti alla direzione delle Terme, hanno dimostrato di essere sul pezzo per il bene della cittadinanza, insieme a noi e ai comuni vicini, per questo li ringrazio e con loro anche i sindaci dei comuni limitrofi. Uno strumento fondamentale per avere diagnosi in tempi brevi, visto che siamo in un territorio sprovvisto di questi servizi. Questa struttura mobile potrà garantire grande velocità nelle diagnosi e nei tracciamenti, con professionisti di assoluta qualità”.

Red.
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Poco fa, nei pressi di Caldarola, sulla strada provinciale che conduce al paese, si sono scontrate due vetture.
Sul posto i Vigili del Fuoco per la bonifica dell'area.
Non dovrebbero esserci gravi conseguenze per le persone coinvolte.

Servizio in aggiornamento.

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Mercoledì, 25 Novembre 2020 15:56

Covid: contagi sul lavoro, numeri in aumento

Sono oltre 1600 i casi di contagio da Coronavirus sul posto di lavoro nella Regione Marche, 12 i morti. Numeri diffusi da INAIL, che preoccupano fortemente Cgil Marche. Dal sindacato arrivano richieste di chiarezza alla Regione e all’Asur sui sistemi di tracciamento e sui protocolli di sicurezza sul lavoro, punti focali, da migliorare, come Daniela Barbaresi, Segretario generale, e Giuseppe Santarelli, Segretario regionale e responsabile della sicurezza e della salute sul lavoro, hanno sottolineato in una nota.

Le fasce di lavoratori più colpite, ovviamente, quelle che svolgono professioni legate all’ambito sanitario: infermieri, medici, operatori socio-sanitari, operatori socio-assistenziali e personale non qualificato dei servizi sanitari, ma il contagio non risparmia i settori delle amministrazioni pubbliche, il magazzinaggio, i trasporti, l’industria manifatturiera.

Ai microfoni di Radio C1 inBlu, Daniela Barbaresi ha affermato: “Abbiamo evidenziato dati che crediamo preoccupanti, alla luce della nuova ondata della pandemia. Nel mese di ottobre sono stati 180 i casi in più rispetto al mese precedente, un dato che mette a dura prova il sistema sanitario regionale, visto che la maggior parte dei contagiati sul luogo di lavoro appartengono a quel settore. Ricordiamo che oggi i lavoratori socio-sanitari in isolamento domiciliare sono 622, un numero certamente significativo e preoccupante. Chiediamo alla Regione e all’Asur che vengano rese più efficienti, rapide e chiare le misure di tracciamento e del contenimento del contagio. Ci sono molti lavoratori che vivono con familiari contagiati, ma subiscono gravi ritardi nei tamponi. Queste persone vivono una situazione di incertezza, che oltre a non permettere loro di lavorare, è anche fortemente preoccupante”.

Red.
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È il 21esimo anno che si celebra, oggi, la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Una ricorrenza istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999. 
Una occasione non solo per conoscere i dati registrati dai centri antiviolenza della provincia nell'ultimo anno, ma anche per guardare al fenomeno da un altro punto di vista: quello degli uomini maltrattanti che sono seguiti nelle Marche dalla criminologa Antonella Ciccarelli, all'interno del progetto VOCE (acronimo ci Violenza, Offesa, Cura, Emancipazione).

"Abbiamo cominciato a lavorare con la violenza di genere da più di cinque anni - dice Elisa Giusti, responsabile del CAV di Macerata e socia della cooperativa Il Faro, intervistata da Carla Campetella - . Quest'anno però è una situazione molto particolare: ci sono sempre molti casi, ma il Covid ha portato un aumento considerevole delle chiamate sia al 1522 che ai centri antiviolenza territoriali. Noi come centro 'Sos donna' abbiamo avuto fino ad oggi 151 contatti. 116 sono state le prese in carico, quindi donne che dopo un primo contatto telefonico hanno chiesto accoglienza, consulenza legale o accompagnamento presso altri servizi. Nel lockdown c'è stato un freno rispetto all'accoglienza che abbiamo risolto attraverso le videochiamate e in questo periodo stanno ricominciando le richieste delle vidochiamate. La maggior parte delle donne che chiamano - dice - ha una età media dai 30 a i 50 anni, per la maggior parte sono italiane e con una occupazione, spesso precaria".

Ma a ribadire quanto sia importante cambiare la società per arginare il problema è Anna Ciccarelli: "Coordino questo progetto rivolto agli uomini maltrattanti all'interno la Cooperativa Polo 9 di Ancona  -dice - ed emergono storie e spaccati che ci ricordano con forza che il lavoro di prevenzione e contrasto alla violenza deve tenere conto di quelli che sono gli stereotipi rispetto alla cultura tra uomo e donna. La violenza che noi vediamo nei rotocalchi è la coda della violenza, solo perchè assistiamo al femminicidio o a episodi molto forti, ma la violenza comincia molto prima. Proprio per questo dovremmo, come società, essere attenti al linguaggio, alla comunicazione a tutte quelle forme che non fanno altro che dare il passo alla violenza nella relazione di coppia.
Questo lo osserviamo anche negli incontri di gruppo, che ormai da qualche mese faciamo online, con gli uomini che accedono al nostro progetto. Accedono volontariamente, magari spinti da un giudice che prescrive loro un programma, o da un servizio sociale che ha sospeso gli incontri con i figli. Quando arrivano lo fanno con una posizione che risente una ingiustizia e noi lavoriamo sul senso di responsabilità dei loro gesti. Cosa eventualmente potevano cambiare nella relazione o nel rapporto. E' un lavoro certosino perchè partiamo dalla cultura che vede l'uomo rispondere ad una provocazione. Credo che su questo la società debba costruire una attenzione sociale e far valere le leggi che ci sono per insistere di più, altrimenti questo rischio non riesce a scomparire da solo".
 
Ci vorranno anni, dunque, per vedere i risultati ottenuti al termine del percorso, ma intanto, l'esortazione della criminologa è quella di lavorare su tutta la società: "C'è ancora da fare un lavoro enorme. Non ci dimentichiamo che noi veniamo da una condizione culturale che fino al 1963 vedeva le donne non poter accedere alla Magistratura. Veniamo da una cultura che fino al 1981 riconosceva il diritto d'onore e fino al 1996 la violenza sessuale era definita una violenza contro la morale e l'ordine pubblico, non sulla persona. Negli anni le leggi hanno permesso una cultura rispetto ad un'altra. Se tutti insieme non facciamo uno sforzo per trasformare gli insegnamenti, il linguaggio, le immagini che compaiono sui testi scolastici, sarà molto dura. La battaglia non può essere - conclude -  solo dalla parte di chi soccorre la donna vittima o l'uomo maltrattante. L'impegno ci deve vedere tutti coinvolti".

GS
CC


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