Notizie sportive nelle Marche
Emergenza coronavirus in regione: situazione di congestione nelle strutture sanitarie di Civitanova e Macerata. Potrebbero trovare conferma le voci continue che si sono succedute in questi giorni di una riconversione dell'ospedale di Camerino in Covid Hospital come già avvenuto lo scorso 8 marzo. 

"Ho letto sui giornali di questa probabilità- afferma il sindaco Sandro Sborgia- . Subito ho chiamato l'assessore regionale Saltamartini per capire quanto la notizia fosse fondata. Lo stesso assessore mi ha rappresentata tutta la situazione di emergenza che stanno vivendo il pronto soccorso delll'ospedale di Macerata e quello di Civitanova, comprese le difficoltà del Covid Hospital di Civitanova. Proprio in mattinata  ci sarebbe stato un incontro con la dottoressa Storti in Regione per concordare con l'Asur, il via al piano pandemico.  Non possiamo non rilevare - continua il primo cittadino di Camerino- come oramai da qualche settimana sempre più insistenti si siano  fatte le richieste della riconversione dell'ospedale di Camerino. Non possiamo non rilevare come questa decisione sia assolutamente fuori luogo e tra l'altro anche illogica.  E' stato creato un ospedale Covid a Civitanova perché si è detto che quella struttura era  baricentrica rispetto alla Regione- puntualizza Sborgia-. Ora mi si deve spiegare per quale motivo si deve tornare ad occupare l'ospedale di Camerino, vista la situazione non solo della collocazione geografica dell'ospedale, ma della realtà che sta vivendo la popolazione ormai da quattro anni e, oltretutto,con una pandemia ancora in corso. Non dimentichiamo che noi siamo stati i primi ad avere l'ospedale riconvertito per ospitare pazienti Covid; lo abbiamo fatto, lo abbiamo accettato e abbiamo anche vissuto la tragicità di quei momenti. Possibile che oggi ritocchi di nuovo all'ospedale di Camerino, quando un ospedale hanno Civitanova e Macerata, strutture che distano ben soli 20 minuti dall' ospedale di Torrette di Ancona e altri 20 minuti dall'ospedale di Fermo?  Non capisco come si possa tornare a prendere ancora da Camerino- rimarca il sindaco-.
Ci debbono spiegare se la politica sanitaria regionale è fatta sulla base delle spinte che vengono da giornali e da altri gruppi di soggetti, ovvero se dietro c'è invece una volontà precisa di affrontare le emergenze. Ci si deve spiegare qual è la logica che porta di nuovo alla scelta di Camerino come ospedale covid, quando l'ospedale di Camerino ha già fornito medici e infermieri per l'apertura del modulo di covid a Civitanova cosa che ha portato ad accorpare tutta una serie dei nostri reparti.  Questa scelta bisogna che ce la spieghino davvero.
Debbono chiarire se la scelta è quella di affrontare veramente la pandemia oppure di decidere in base alle spinte di giornali e di altri soggetti- sottolinea-. Non si capisce ancora per quale motivo non vengano precettate  le professionalità delle Cliniche delle strutture private, quelle convenzionate che quando intervengono per attività e interventi chirurgici sono pronte a pigliare e  beneficiare delle sovvenzioni pubbliche  e quando invece c'è da affrontare il problema grave di una pandemia e di un'emergenza, non mi pare che stiano facendo appieno la loro parte. Questo è il problema Ie torno a ripetere che una riconversione nuova dell'ospedale  Camerino la vedo come una scelta assolutamente illogica e non giustificata che merita puntuali spiegazioni. Il Covid di Civitanova, è stato fatto e creato perché situato in una posizione baricentrica rispetto alla regione e non capisco per quale motivo non si possa cominciare a riconvertire l'ospedale di Civitanova o quello di Macerata, visto che distano soli 20 minuti da Torrette e Fermo, DEA di secondo livello, ma si debba tornare a penalizzare la montagna e Camerino". 

C.C.
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Il Comitato 30 ottobre non resta con le mani in mano in attesa della consegna dei primi 21 appartamenti in contrada Rancia per i terremotati e si erge a tutela delle famiglie destinatarie delle case in sostituzione delle Sae.

"Il Natale è alle porte - scrive in una nota il gruppo presideduto da Flavia Giombetti - e si avvicina la consegna dei 21 appartamenti a Borgo La Rancia, come promesso dal sindaco Pezzanesi. Appartamenti per i terremotati che ricordiamo sarebbero dovuti essere pronti per agosto 2018 e ci vuole veramente tanto coraggio nel dichiarare che non è un ritardo catastrofico. I terremotati avranno le loro case di emergenza dopo 5 anni anni dal sisma, e come dovrebbe essere definito questo? - domandano provocatoriamente - Noi lo chiamiamo un fallimento. Il sindaco conferma che questi appartamenti faranno parte del patrimonio immobiliare del Comune - prosgue la nota - , ma questo viene fatto sopra le spalle dei terremotati che, prima di usufruirne, faranno ritorno nelle proprie case. Che senso ha avuto - continua la denuncia - spendere più di 6 milioni di euro tra Regione Marche e Protezione Civile solo per aumentare il patrimonio immobiliare del Comune di Tolentino?
Sono molteplici le domande a cui l’amministrazione non ha dato risposta, prima fra tutte chi sono le famiglie a cui saranno consegnati questi appartamenti. Forse all’amministrazione sfugge che potrebbero essere famiglie che sono in affitto e quindi sono obbligate a dare disdetta sei mesi prima pena il pagamento di una penale ai rispettivi proprietari delle case".

Per questo motivo il Comitato chiede se le famiglie siano già state avvisate e se "sia stata rispettata la graduatoria".
Poi la questione del mobilio: "Gli appartamenti saranno consegnati vuoti - conclude il Comitato - crediamo sia giusto dare modo ai destinatari di organizzarsi".

GS
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"Piano piano i decessi di questa ondata a Treia si avvicinano a quelli della prima ondata, cresce ancora il numero dei morti da coronavirus a Treia: è stato registrato infatti il quarto decesso di questa seconda ondata".

Commenta così il sindaco Franco Capponi l'ultimo decesso che lo coinvolge direttamente dal momento che Gina Capponi è sua zia.

La donna aveva 91 anni compiuti ma nessun altro problema di salute.

Si è ammalata di Covid una settimana fa e dopo un periodo di cure in casa martedì era stata ricoverata a Macerata per l’aggravarsi della situazione respiratoria e  ieri sera è deceduta.

“Avevo la speranza che ce l’avrebbe fatta – dice il sindaco - per la sua fibra robusta e perché, oltre ad essere in buona salute, era sempre positiva, grazie anche alle attenzioni che le prestava la famiglia e alla contentezza per l’arrivo di due Bis-nipoti Ambra e Alessandro, di pochi mesi, che letteralmente erano la sua vita”.

zia

Prosegue poi l'appello di sensibilizzazione che l'amministrazione rivolge ai cittadini dall'inizio dell'emergenza: "Invitiamo tutti a continuare a tenere alto il livello di attenzione, al rispetto delle distanze di sicurezza inter-personali  e ad  utilizzare sempre i dispositivi di protezione individuale.

Alla comunità treiese si chiede la massima collaborazione e responsabilità, perché solo tutti insieme e con un grande senso di responsabilità si può sconfiggere questa insidiosa malattia".

Treia oggi conta 165 persone in isolamento, di cui 101 positive al Covid.
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Nelle Marche si rafforza la collaborazione con le strutture private accreditate per far fronte all’emergenza sanitaria da Covid 19: in questa direzione l’approvazione da parte della Giunta regionale di due accordi-quadro temporanei tra la Regione Marche, l’ASUR Marche e l’ARIS Marche, e un altro con l’AIOP Marche. A comunicarlo è l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini che commenta: “Una solida sinergia che rafforziamo velocemente per il bene comune in questo momento così delicato”. 

Accordi dettati dalla necessità e urgenza di soddisfare celermente le richieste assistenziali del territorio regionale, spiega l’assessore, derivanti dall’emergenza sanitaria da Covid-19 e per consentire la decongestione e la liberazione di posti letto dei presidi ospedalieri pubblici per tutta la durata dell'emergenza epidemiologica.

L’accordo con l’Associazione Religiosa Istituti Socio-sanitari ARIS Marche riguarda complessivamente 163 posti letto per pazienti covid a media-bassa intensità assistenziale presso le strutture extraospedaliere private accreditate del Gruppo KOS Care s.r.l. di Campofilone (50 posti letto), Ancona (43 posti letto), Civitanova Marche (30 Posti letto), e Macerata Feltria (40 posti letto).

L’accordo con l’Associazione Italiana Ospedalità Privata AIOP Marche riguarda invece complessivamente 50 posti letto ospedalieri per pazienti Covid-19 positivi che saranno accolti presso “Villa Serena” a Jesi (20 posti letto) e presso l’Ospedale Celli di Cagli (30 posti letto) in Riabilitazione intensiva ospedaliera.

Tutti i posti letto dovranno essere attivati progressivamente, previa dimissione degli attuali assistiti dalle strutture, per ospitare pazienti covid a media-bassa intensità assistenziale liberando così le strutture pubbliche.

Le strutture private accreditate firmatarie dovranno rispettare tutte le vigenti misure di contrasto, contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, al fine di garantire la piena attuazione della tutela del diritto alla salute della popolazione e dei lavoratori; in particolare, dovranno garantire scrupolosamente percorsi separati tra gli stessi e i pazienti no-Covid, per escludere totalmente il rischio di diffusione del virus.

L’accordo ha validità temporanea, fino alla risoluzione delle criticità derivanti dall’emergenza epidemiologica da Covid-19 così come definita dalla norma nazionale.

“Con soddisfazione comunico inoltre che l’Amministratore del Gruppo KOS Care ha garantito che al termine dell’emergenza il presidio di Macerata Feltria continuerà a svolgere le proprie attività ordinarie”, conclude l’assessore Saltamartini.
C.C.

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"Io sono convinto che i problemi si risolvano con coloro che li conoscono e con chi ha voglia di fare per il paese e non per sé stessi. Non con i critici per partito preso".
Replica così il sindaco di Tolentino, Giuseppe Pezzanesi, alla consigliera pentastellata Martina Cicconetti che è intervenuta sull'atto di indirizzo che stanzia 125mila euro per il Premio Ravera 2021.
"Non una critica all'evento - aveva detto - ma la proposta che tale cifra poteva essere spalmata su più eventi dedicati a cittadini di ogni età per l'estate intera".

"Non sono mai mancati eventi - dice il sindaco - . Se abbiamo rinunciato a qualcosa lo abbiamo fatto per il sisma o per il Covid. Ci dispiace che alcuni non apprezzino ciò che il mondo apprezza, ma spiegare che il Premio Ravera è qualcosa che va oltre, a chi non lo comprende di suo, è materia difficile. Il tema che verrà trattato a Popsophia (la stupidità ndr) che la dice lunga su come siamo fatti nella vita".

Poi entra nel merito della cifra più alta rispetto agli altri anni: "Quella del 2021 sarà l'edizione finale - aggiunge - ed è per questo che le cifre sono più alte rispetto agli altri anni.
Tra l'altro i 125mila euro sono stati solo previsti e non ancora spesi e di questi, almeno 30 mila euro saranno sponsorizzazioni come gli altri anni, anche se l'obiettivo per l'ultima edizione è di raccoglierne anche di più. Le aziende, nonostante sia un momento difficile, hanno sempre deciso di aiutarci proprio perchè comprendono quanto l'amministrazione voglia esaltare il territorio con questi eventi".

Infine la stoccata a chi contesta non solo la spesa per il Premio Ravera ma anche quella della stella accesa con un mese di anticipo in piazza della Libertà: "Non sono quelle le cifre che in una città con 20mila abitanti possono risolvere le difficoltà delle famiglie, anzi, serviranno ad avvicinarli alle tradizioni e a mostrar loro la luce in fondo al tunnel di questo periodo triste. Non ci siamo mai tirati indietro nelle risorse dedicate al sociale e non saranno i fondi stanziati per il Premio a farlo".

GS
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La situazione di incertezza provocata dall'emanazione di alcune ordinanze insieme all’ analisi dei tre provvedimenti in via di licenziamento da parte della struttura commissariale sono i motivi che hanno spinto gli ordini delle professioni tecniche del Cratere e i componenti del tavolo tecnico sisma, in rappresentanza dei consigli nazionali a scrivere al Commissario straordinario alla ricostruzione Legnini. Come spiega il presidente dell’ordine degli architetti della provincia di Macerata Vittorio Lanciani, il documento è stato redatto “al fine di provocare una profonda riflessione sugli obiettivi da raggiungere , sulle criticità da rimuovere, sulle procedure da concordare, con spirito collaborativo e di servizio, ma nella determinazione delle posizioni irrinunciabili”.
Nella lunga nota i tecnici pongono in evidenza in particolare le criticità relative alle ordinanze sulla ricostruzione privata, sui poteri speciali e sulle pratiche ex ordinanza 100. 
“Ringraziamo il Commissario che ci rende partecipi delle sue iniziative- scrivono a Legnini- però il nostro si chiama ‘tavolo tecnico’ e nello spirito che lo ha fatto nascere c’era quello del confronto sui temi, sulle necessità e la legittima aspettativa della struttura commissariale di un “contributo tecnico”. Invece nelle ultime occasioni, inutile nasconderlo, la “consultazione” ci viene chiesta in tempi ristrettissimi 
e puntualmente ogni nostra richiesta sostanzialmente bocciata”.
Nel dirsi favorevoli all’applicazione dei bonus alla ricostruzione, gli scriventi tuttavia pongono all’attenzione del commissario Legnini che il tema “stride con la disciplina della scadenza dei danni lievi e dei danni pesanti, sostenendo che per potyer accedere a tali opportunità le cui regole sono ancora in divenire, le scadenze almeno andrebbero allineate. “L’emergenza Covid poi non consente l’accesso presso i comuni e le ammnistrazioni pubbliche , questo ovviamente – aggiungono- ci impedisce di procedere, come auspicato, a certificare le pratiche con l’ordinanza 100. In taluni casi l’accesso agli atti , in questo momento, richiede anche 56 mesi di attesa".


"Assistiamo ad un tentativo ovviamente legittimo e anche condivisibile di accelerare il più possibile - sottolinea Vittorio Lanciani- però dobbiamo mantenere sempre la barra dritta su quelli che sono i principi fondanti della libera professione. Intanto la norma  che riguarda la scadenza del 30 novembre, si basa su di un'interpretazione un po' innovativa del commissario dell'articolo 8 comma 4 della 189 che dice che si possono iniziare i lavori e poi entro 60 giorni comunicare il progetto: obbligare i professionisti a fare una dichiarazione di intenti di iniziare il progetto entro il 30 ottobre significa obbligarli poi entro sei mesi a terminare i progetti.  Ora al di là di quelle che sono opportunità ma anche difficoltà (ipotizzando infatti che vi siano  8000 progetti di danni lievi, 8000 imprese che in sei mesi giorni finiscono i lavori non le troviamo nemmeno se andiamo in giro per tutta Italia), lo stesso commissario ha anche  aperto alla possibilità di implementare la ricostruzione con il super bonus 110% che  tuttora non è stato ancora allineato alla ricostruzione per quanto riguarda le procedure: perché  dunque obbligare chi danni lievi  a non valutare di fare invece un intervento più consistente seguendo quello che è permesso con il super sismabonus al 110%,  rinunciandovi se la scadenza è così immediata? Del resto, non è una scadenza di danni lievi come il commissario dice: è una scadenza di un tipo di Procedura che la 189 lascia volontaria e lui invece vorrebbe obbligarci. E' chiaro che i professionisti su questo non ci stanno, anche perché a fondamento di tutto esiste comunque il problema della legittimità dell'immobile a ricevere il contributo che si evidenzia attraverso una richiesta di accesso agli atti che, non solo in situazioni di Covid ma anche in situazioni normali, comunque rischia di attendere per circa  4- 5 o 6 mesi a seconda dei comuni. Credo- continua l'architetto Lanciani- che ci voglia un minimo di pragmatismo e dire :vogliamo fare un percorso che ci dia la possibilità di arrivare il prima possibile a chiudere la ricostruzione dei danni lievi ma, con tutte le possibilità che sono state messe in campo dal governo, dal decreto semplificazione  dal decreto rilancio e quant'altro,  dateci la possibilità di valutare.
Oggi non siamo nelle condizioni di valutare perché lo stesso commissario ha detto nell'ordinanza 108 che vuole fare applicare il super sismabonus come super bonus in base all'ordinanza 60, però non ha detto come si deve fare e quindi noi vogliamo valutare anche questa opportunità. Quindi, con tutta la serie di eccezioni evidentemente siamo in una fase di impasse perchè per noi professionisti non è che fare e vedere un progetto per la ricostruzione è una cosa semplice. C''è grande complessità, è tutto sulle nostre spalle e la verità è che autocertifichiamo ormai quasi tutto, per cui evidentemente dalla parte pubblica dobbiamo avere pari impegno, pari tempistiche, ivi incluso dall'ufficio Ricostruzione. Per far capire quanto sia difficile il nostro lavoro, basti solo rendersi conto che chiunqui telefoni all'USR, troverà difficoltà nell'ottenere risposte, a causa dello Smart Working, a causa di appuntamenti  che vengono dati solo 1 o 2 giorni alla settimana e su prenotazione".
Nel precisare che la lettera scritta al Commissario è un invito alla riflessione sempre e comunque in uno spirito collaborativo, il presidente dell'ordine degli architetti conclude: " Vogliamo fare la ricostruzione, però vogliamo essere messi nelle condizioni di poterla fare in modo corretto e sicuro, anche da un punto di vista professionale, perché se noi dobbiamo certificare  (e non abbiamo fatto le barricate contro le certificazioni) lo dobbiamo fare in termini di sicurezza in primo luogo per il committente perché poi alla fine il destinatario del contributo è il committente.  E' il committente che ha un danno e ha un danno se non ci muoviamo perché non si ricostruisce e un danno se ci muoviamo male, perché ricade tutto su di lui. E' chiaro dunque che  questi nostri interventi sono sempre fatti a favore dei committenti per favorire l'interesse pubblico. Il commissario evidentemente da parte degli USR ha delle pressioni che sono fuori luogo, anche perché io vorrei ricordare che i dipendenti degli USR sono iscritti agli ordini professionali e quindi deontologicamente li richiamerei all'ordine: anche loro devono comunque rispondere per quelle che sono le problematiche della categoria. Tra liberi professionisti e dipendenti pubblici non siamo contrapposti, siamo bensì tutti parte della categoria dei professionisti e tutti in base al nostro modo dobbiamo dare il nostro apporto costruttivo”.

C.C.
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Lo annunciò durante la sua visita a Caldarola lo scorso 4 luglio. Il Commissario alla Ricostruzione Giovanni Legnini, nell'ascoltare gli amministratori caldarolesi che gli illustrarono il piano speciale della ricostruzione del paese (PSR) promise che avrebbe partecipato al consiglio comunale che ne vedeva la presentazione.
La seduta tanto attesa del consiglio comunale è ora stata programmata per sabato prossimo alle 17 e, viste le restrizioni Covid, si terrà in videoconferenza.
"Tempo fa - dice il sindaco Luca Maria Giuseppetti - , quando il Commissario venne a Caldarola, parlammo di come avevamo focalizzato i diversi interventi su più step, accordandoci anche su una sua presenza durante il consiglio comunale che avrebbe riguardato il PSR. Ho avuto la conferma della sua presenza proprio in questi giorni e ne sono felice perchè sabato si segnerà il futuro di questo paese. Avere l'opportunità di condividere queste scelte con il Commissario ci ripaga delle difficoltà che abbiamo affrontato per arrivare a questo punto. Cercheremo - conclude - con la sua presenza, di avere una sua opinione su come stiamo andando avanti per procedere alla ricostruzione del centro storico e non solo. È importante per capire se abbiamo imboccato la strada giusta".

GS


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Mercoledì, 18 Novembre 2020 18:50

I sindaci chiedono un nuovo ospedale Covid

Un nuovo ospedale Covid che se la curva dei contagi non dovesse diminuire. E' quanto hanno chiesto i sindaci dell'Ambito Sociale Territoriale maceratese al direttore generale dell'Asur Marche, Nadia Storti, nell'incontro promosso dal prefetto di Macerata Flavio Ferdiani, su sollecitazione del sindaco di Macerata Sandro Parcaroli in qualità di capofila dell'ambito territoriale, che ha visto anche la presenza dei vertici delle forze dell'ordine e dei primi cittadini.

"Abbiamo ritenuto necessario chiedere un intervento sulle principali criticità che l'andamento della curva epidemiologica ha messo in luce nel nostro territorio - a parlare il sindaco di treia Franco Capponi - Oggi il problema principale riguarda la carenza di posti nelle terapie intensive e semi intensive per cui, qualora la curva dei contagi non abbia un'inversione di tendenza, abbiamo chiesto ai vertici dell'Asur Marche di individuare un nuovo ospedale Covid per superare l'emergenza. Una questione che la dottoressa Storti ha preso a cuore e nei prossimi giorni arriverà anche una proposta in tal senso".

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Completati i lavori del mattatoio comunale: è la consegna della prima opera pubblica ricostruita dopo il terremoto. L’ufficio tecnico sta procedendo alla verifica degli interventi per poi rimettere a disposizione degli allevatori la struttura che è sempre stata uno dei punti di riferimento di un’intera area per la filiera agroalimentare.

Il commento del sindaco, Sandro Sborgia: “Nonostante la sospensione dell’attività dei cantieri dovuta al Covid, quest’opera è segno che se si vuole, le cose si fanno. L’amministrazione comunale ha già avviato l’iter per affidare la gestione della struttura – prosegue Sborgia –. Il mattatoio tornerà a servire aziende agricole e allevatori locali: su questo concentreremo gli sforzi per attivare un progetto di filiera delle carni locali, tramite progetti con gli allevatori e le associazioni di categoria, per favorire il rilancio economico dell’agricoltura del territorio”.  

Il cantiere, rimasto fermo diversi mesi a causa dell’emergenza sanitaria aveva ripreso l’attività lo scorso 4 maggio, alla presenza del commissario straordinario alla ricostruzione Giovanni Legnini.

Red.
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"La Consigliera Lupini dovrebbe sapere bene quali sono i protocolli della Residenza Protetta Santa Caterina di Fabriano, visto che è stata assessora ai servizi sociali a Fabriano fino alla sua elezione in Regione".
Non si è fatta attendere la risposta all'interrogazione presentata ieri in Consiglio Regionale dalla consigliera Simona Lupini in merito al focolaio Covid nella residenza protetta di Fabriano. Fratelli d'Italia di Fabriano ha fatto sapere con una nota come non sia compresa la richiesta di chiarezza fatta all'assessorato regionale alla sanità.
Nella nota si legge: "Rimaniamo alquanto perplessi nel leggere le dichiarazioni rilasciate dalla consigliera regionale Lupini in merito alla Residenza Protetta Santa Caterina di Fabriano. Compendendo il dolore di chi ha perso i suoi cari, comunque fatichiamo a capire questa richiesta di 'chiarezza' da parte di chi è stata la referente diretta della Struttura Protetta di Santa Caterina, in quanto Assessora ai Servizi Sociali fino alla sua elezione in consiglio regionale. Per la consigliera regionale Lupini dovrebbe già essere tutto chiaro in quanto dovrebbe conoscere a menadito i protocolli adottati in tale Struttura. I mancati ricoveri vengono decisi da medici che si consultano in tal senso. Siamo invece perfettamente d’accordo sul fatto che andranno sanate eventuali lacune presenti nei protocolli sinora adottati, cosa che purtroppo, fino adesso, da parte di chi ha governato e in alcuni casi ancora governa, non è stata fatta e siamo perfettamente d’accordo nell’asserire che questa seconda ondata era più che prevedibile, ma che nulla è stato fatto, sia a livello locale che, soprattutto, nazionale".

red.
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Radioc1inblu

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