Notizie sportive nelle Marche
Chiusa la rianimazione del Covid Hospital di Camerino. Gli ultimi due pazienti che erano ricoverati nel reparto e sottoposti alla terapia intensiva sono stati trasferiti ieri nella nuova struttura di Civitanova, Nel presidio sanitario di Camerino restano ancora due pazienti in terapia semi intensiva dopo che altri 2 che erano ricoverati nei reparti sono stati trasferiti ieri all'ospedale Covid di Macerata e un altro paziente  a Civitanova Marche. Completato dunque il trasferimnento di tutti i pazienti in altre strutture, si prospetta dunque un graduale ma veloce ritorno alla normalità dell'ospedale di Camerino di cui è imminente la totale sanificazione degli ambienti che inizierà lunedì prossimo.
Resta una foto eloquente a testimoniare i lunghi mesi di lotta in prima linea di tutto il personale della rianimazione Covid di Camerino,per contrastare e combattere con grande spirito di abnegazione un nemico silenzioso e spietato.
C.C.
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L'Unione Montana dei Monti Azzurri dice no alla sperimentazione del 5 G. E' quanto decisio dal consiglio dell'ente che ha visto sul punto l'astensione del comune di Tolentino, rappresentato dal vice sindaco Silvia Luconi in quanto l'amministrazione tolentinate ha già avviato un piano antenne con un procedimento già in essere. "Un'astensione dovuta a motivi precauzionali - dichiara il presidente Giampiero Feliciotti - e che ci fornisce anche una dritta perchè vorremmo che il loro piano antenne e il relativo regolamento fosse esteso unitariamente su tutto il territorio dell'Unione Montana per avere una sola legislazione di confronto". Il presidente Feliciotti torna anche sull'esito della riunione del Consiglio. "Abbiamo discusso sulla questione 5 G e la decisione dei sindaci è quella di predisporre le ordinanze per vietare la sperimentazione sul proprio territorio fino a quando non si abbia la certezza che ciò non provochi danni alla popolazione".

Silvia Luconi
Silvia Luconi
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Giovedì, 28 Maggio 2020 15:32

San Severino: camion bloccato sotto al ponte

Di nuovo un autoarticolato incastrato sotto al sottopasso ferroviario di ponte Sant'Antonio. Una scena che si ripete innumerevoli volte all'anno, creando non poche difficoltà e disagi alla viabilità cittadina. Questa volta a rimanere incastrati è stato un camion Volvo FHdi un’azienda di trasporti di Bressanone che ha urtato con il rimorchio il sottopasso. Fortunatamente illeso il conducente che doveva effettuare una consegna in un’azienda del posto.

Danni alla motrice del mezzo e alla copertura dell’appendice che si è ripiegata su sé stessa dopo l’urto

Per l’ingresso alla città è stata istituita una deviazione all’altezza della variante della stradale 361 “Septempedana”, provenendo da Castelraimondo. Per l’uscita il traffico è stato invece deviato sulla viabilità locale.

Sul posto i carabinieri di San Severino e i vigili del fuoco che hanno provveduto a liberare il mezzo rimasto incastrato nel sottopasso.
g.g.
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Il protrarsi della crisi sanitaria legata al Coronavirus ha stravolto tutte le attività sportive e con il pubblico. Le cronoscalate automobilistiche non si sottraggono naturalmente alle problematiche generali ed alle prescrizioni sanitarie. Malgrado gli encomiabili sforzi di Acisport per produrre il protocollo necessario da adottare per le manifestazioni automobilistiche 2020, non si può prescindere dal necessità di vietare le gare al pubblico, parte essenziale delle gare in montagna, attrazioni suggestive per i percorsi utilizzati, oltre che spettacolo unico da vivere a contatto con i protagonisti nelle aree paddock, lungo il percorso di gara e le premiazioni. Per lo staff organizzatore del Trofeo Scarfiotti, l’Automobile Club Macerata, il Comune di Sarnano, l’Associazione Sportiva AC Macerata e Sarnano In Pista, non ci sono le condizioni essenziali per poter operare al meglio, non ultime le difficoltà economiche che investono il tessuto locale sempre attento alla gara, l’inevitabile maggiorazione dei costi organizzativi ed il ristretto spazio temporale di fine stagione per un possibile recupero.
Pertanto all’unanimità ma con grande amarezza, si è scelto di annullare l’evento 2020 per concentrare tutti gli sforzi nel dare appuntamento a piloti ed appassionati al 2021 con un rinnovato Trofeo Lodovico Scarfiotti. La cronoscalata Sarnano-Sassotetto si correrà infatti sul percorso previsto per quest’anno, allungato fino a circa 10 km, mantenendo le titolazioni per l’Italiano Montagna CIVM, il Trofeo Nazionale TIVM e l’Italiano Autostoriche CIVSA.

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Riconoscimenti nel 50° anniversario

Il sindaco di Sarnano Luca Piergentili: “E’ stata una decisione sofferta ma inevitabile. La cronoscalata è uno degli appuntamenti più importanti dell’anno per la nostra cittadina che viene coinvolta tutta per tre giorni con le aree paddock. Con le restrizioni delle normative vengono meno i punti di forza dell’evento, oltre ad aumentare l’impegno organizzativo ed anche le problematiche legate alla ricettività. Meglio concentrarsi al meglio sull’edizione 2021 con la garanzia delle titolarità.”

Il presidente dell’AC Macerata Enrico Ruffini: “E’ una decisione che non avrei mai voluto prendere, ma è stata inevitabile. Non possiamo permetterci un flop, considerando di dover blindare ampie zone del centro di Sarnano per le aree paddock, ridurre ad una sola la giornata di gara, avere una forte flessione di partecipanti, vedere aumentare i costi per i protocolli da seguire. Preferiamo organizzare bene l’edizione 2021, anche per rispetto dei cittadini e dei volontari di Sarnano che ci hanno sempre dimostrato disponibilità.”
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paddock



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Quarta e ultima tappa del Rosario itinerante sarnanese ideato da Don Marcello Squarcia. In questa settimana ci troviamo nel centro storico di Sarnano, nelle vie, nella Chiesa di Santa Maria, nella Pinacoteca comunale e nella Chiesa di San Francesco. Un ringraziamento finale a tutti i partecipanti dei 4 video realizzati in questo mese mariano.

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Si accresce l'offerta formativa dell’Università di Camerino: dal prossimo anno accademico sarà attivo il nuovo corso di laurea triennale in “Ambiente e gestione sostenibile delle risorse naturali”. L’innovativo percorso di studi sarà tenuto in lingua italiana ed inserito all’interno dell’offerta formativa della Scuola di Bioscienze e Medicina Veterinaria e sostituirà il vecchio corso interclasse Geological, Natural and Environmental Science.

Unicam dunque decide di implementare l’investimento culturale e tecnologico sulla sostenibilità ambientale, affiancando il nuovo corso incentrato sulle scienze naturali al corso, anch’esso nuovo, in “Scienze Geologiche e Tecnologie per l’Ambiente”.

“Con questa nuova riorganizzazione – sottolinea il Rettore Unicam Claudio Pettinari – abbiamo voluto caratterizzare ancora di più e rendere più specifici i due percorsi di geologia e scienze naturali, dando così la possibilità agli iscritti di acquisire competenze molto più peculiari e professionalizzanti”.

“Il corso in “Ambiente e gestione sostenibile delle risorse naturali” – evidenzia il prof. Andrea Catorci, docente della Scuola di Bioscienze e Medicina Veterinaria e responsabile del corso di laurea – è strutturato in due curricula. Il primo, Gestione e Valorizzazione delle Risorse Naturali, è maggiormente incentrato sulle classiche scienze naturali ed ha come obiettivo quello di fornire allo studente le conoscenze di base sui temi della botanica, zoologia ed ecologia abbinati ad una forte acquisizione di capacità pratiche (rilevamento in campo ed analisi dati) finalizzate alla gestione sostenibile degli ecosistemi e alla conservazione della biodiversità. Il secondo, Sostenibilità Ambientale delle Produzioni e Green Economy, ha invece l’obiettivo di formare una figura professionale in grado di affrontare le nuove sfide ambientali e cogliere le opportunità di lavoro della “svolta green” dettata dalle principali economie mondiali e basata sui principi dell’economia circolare, sulla sostenibilità delle produzioni e la qualità degli ambienti rurali ed urbani”.

Nell’ambito del nuovo percorso formativo gli insegnamenti sono organizzati in tre macro-settori principali che nell’insieme affrontano i temi connessi con la sostenibilità dell’uso delle risorse naturali e dell’ambiente antropizzato, che permetteranno allo studente di acquisire un bagaglio di conoscenze spendibile soprattutto nel mondo della green economy e della pianificazione sostenibile delle attività produttive. Sono previsti in particolare un gruppo di discipline di base e caratterizzanti, un gruppo di discipline naturalistico-gestionali, un gruppo di discipline per lo sviluppo sostenibile.

Il nuovo percorso formativo è stato progettato in collaborazione e con il supporto delle principali associazioni ambientaliste italiane, nonché con il contributo di importanti associazioni di categoria quali quelle relative al mondo agricolo, per far sì che il laureato sia immediatamente inserito nel contesto delle problematiche insite nel mondo socio-culturale moderno e nel relativo universo del lavoro.

I laureati triennali avranno inoltre la possibilità di completare la loro formazione iscrivendosi alle Lauree Magistrali UNICAM ed in particolare al corso in Biological Sciences, che tra gli indirizzi presenta anche quello in Biodiversity and Ecosystem management.
C.C.





Pubblicato in Cronaca
Come spesso accade, le situazioni di difficoltà generano unità. L’emergere di criticità ingenti nell’ambito della Sanità e della formazione post-laurea dei Medici, ha portato alla mobilitazione di migliaia di laureati e alla coalizione di un gran numero di associazioni e gruppi di rappresentanza. In questo contesto si è manifestato un vero e proprio atto di resistenza, che sta coinvolgendo studentesse e studenti, Medici neaobilitati, camici grigi, Medici in formazione specialistica e corsisti di Medicina generale. Tante figure diverse accomunate dalla necessità di una mobilitazione, che ha come tema centrale la riforma della formazione medica. Così è nato il nostro Coordinamento. Quello che non siamo più disposti ad accettare è il persistere, ormai da troppi anni, di una situazione malsana e contraddittoria: la carenza di Medici Specialisti nelle strutture ospedaliere e, contemporaneamente, il blocco del sistema formativo per i laureati in Medicina. Abbiamo visto come la carenza di personale sia un danno per tutta la popolazione: l’emergenza COVID-19 ha scoperchiato un vaso di Pandora che da anni veniva volutamente ignorato dalla politica. Oggi, di colpo, ci accorgiamo degli effetti di tutti i tagli alla Sanità dell’ultimo decennio, pertanto, è necessario ora più che mai rivedere la programmazione del personale sanitario. L’equazione è semplice e immediata: se mancano i Medici, l’intero sistema lavora in un continuo stato di precarietà, rischiando il collasso quando la richiesta di cure è superiore al normale.
I Medici specialisti in ospedale sono pochi, eppure sono tantissimi quelli che restano fuori dalle sue porte, in attesa di proseguire il proprio percorso di formazione. Questi sono i cosiddetti “camici grigi”, Medici neolaureati che sono rimasti esclusi dalle Scuole di Specializzazione e dal corso di Medicina generale per carenza di posti. Negli anni, l’accumulo dei camici grigi ha progressivamente costituito e alimentato il cosiddetto “imbuto formativo”.
Quello che chiediamo è che questo “imbuto formativo” venga annullato, dando la possibilità a tutti i Medici di accedere al percorso post laurea e permettendo, di conseguenza, di rispondere concretamente alla richiesta di personale sanitario negli ospedali e sul territorio. Richiediamo inoltre una revisione della figura dello specializzando che ancora oggi viene visto come un semplice studente quando in realtà è un Medico in formazione: è necessario una modifica del contratto che garantisca più diritti ed una vera e certificata acquisizione delle competenze che ne incentivi l'autonomia e allo stesso tempo garantisca la qualità formativa.
Assistiamo in questi giorni a una tempesta di numeri, spesso svianti, ma quello che è certo è che 4.200 posti in più nelle Scuole di Specializzazione non risolveranno il problema. C’è bisogno di una riforma che includa un rapporto 1:1, un ampliamento della rete formativa, una revisione delle condizioni contrattuali dello specializzando e una valorizzazione della Medicina Territoriale.
La Mobilitazione Permanente che è nata si rivolge non solo ai tanti colleghi rimasti incastrati nell’imbuto formativo, ma alla popolazione intera, perché in ballo non c’è solo il nostro futuro, ma quello del Servizio Sanitario Nazionale.

Il simbolo di questa protesta è una X sulle mascherine e un numero, 29. Infatti, il 29 maggio si terrà un grande atto di resistenza: ci ritroveremo nelle maggiori piazze italiane e lì lasceremo un camice, una scatola di farmaci vuota, oggetti simbolo di una Sanità abbandonata a se stessa. Vogliamo essere i protagonisti del nostro Servizio Sanitario Nazionale. Vogliamo fare il nostro lavoro da Specialisti e non da Medici precari.

Crediamo che questa battaglia debba essere di tutti e quindi facciamo un appello a tutti i cittadini affinché scendano con noi in piazza il 29. E per chi non lo potrà fare chiediamo di porre il simbolo della rivolta sulla mascherina, oggetto diventato oramai di uso comune.

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Come era inevitabile, anche la Caritas vicariale di San Severino ha registrato un aumento delle persone bisognose. Questo per cause connesse all’emergenza epidemiologica che ha provocato il lockdown per oltre due mesi. Questo aumento di casi di necessità è stato dovuto non solo alla mancanza di lavoro o al peggioramento di una situazione lavorativa, ma anche ai ritardi da parte del Governo nella liquidazione dei sussidi promessi, come la cassa integrazione o i tristemente famosi 600 euro.

“Da un lato - spiega il responsabile della Caritas settempedana, Novello Frittellini - siamo stati accanto alle persone che seguivamo già prima del virus. Dall’altro lato, abbiamo registrato un aumento del 10-15 per cento di persone (della vicaria di San Severino) che non avevano precedenti rapporti con la Caritas e che sono arrivate a noi per vie diverse: qualcuno era un po’ restio, qualcuno ha avuto un vicino di casa che si è interessato, qualcuno si è rivolto al parroco. Questo peggioramento è ovviamente dovuto alla mancanza di lavoro - aggiunge - o al peggioramento di una situazione lavorativa. C’è anche chi aveva borse di lavoro e che quindi nei due mesi di stop non ha lavorato né percepito nulla, o lavori occasionali o addirittura in nero. Hanno inciso anche i ritardi nella liquidazione dei sussidi di Stato come la cassa integrazione, il famoso sostegno di 600 euro e così via”.

Questo non significa che la situazione a San Severino sia drammatica, questo Frittellini ci tiene a sottolinearlo, ma certo il Covid ha inciso negativamente. La risposta a questi casi è stata fornita tramite aiuti diretti e mirati, come l’acquisto di pacchi alimentari ma anche il pagamento di spese varie, bollette, spese sanitarie e farmaceutiche. 
E poi, "si è sentito forte il senso di comunità. Privati e commercianti ci hanno fatto qualche donazione o hanno messo a disposizione qualche prodotto".

g.g.


(Sul prossimo numero de l’Appennino Camerte il servizio completo)
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