Presentato, nell’ambito delle iniziative della Biblioteca itinerante di Camerino e nell’occasione di Cortili in fiore, il libro- racconto “ Ladri di città”. Al partecipato incontro, tenutosi presso la Geo Tenda del City Park, era presente l’autrice Barbara Re, al suo esordio letterario. Pubblico attento e interessato per tutta la durata della piacevole introduzione all’opera, inframezzata da brani musicali suonati da eccellenti strumentisti. I proventi derivati dalla vendita del libro, attraverso l’intermediazione della Onlus ‘L’anello della vita’, saranno destinati al reparto di oncologia dell’ospedale di Camerino di cui è responsabile la dott.ssa Benedetta Ferretti. L’associazione IoNonCrollo ha adottato il bellissimo progetto, curando la pubblicazione delle copie del racconto, le cui bellissime illustrazioni sono opera di Federica Salvucci.

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“ Nel mio libro- spiega l’autrice- si parla di Camerino. Camerino che si manifesta ferita, perché rubata. La mia è una storia di fantasia, con una macchina che ne è l’ insolita protagonista. E’ una vettura che racconta: sono i suoi amici sveglia ad interrompere ogni giorno il suo sonno notturno: un galletto, un gatto e un cane. Accade però che una mattina i suoi amici restino silenziosi, lasciando la povera macchina a ricercarne il motivo . Da lì, ha inizio tutta la storia; la macchina viene a sapere che la città di Camerino è stata rubata: non si trovano più le vie, le piazze, le case e i negozi. C’è dunque un momento di grande sconforto e desolazione ma , nel contempo, ci si avvia però verso un finale di speranza e di bellezza, perché si apre una luce e la possibilità di tornare a vivere tutti gli amati luoghi della città. L'idea- sottolinea Barbara Re - è nata proprio per mantenere una memoria viva di Camerino nelle nuove generazioni, impossibilitate a vivere la città come l'abbiamo vissuta noi. L’ispirazione è proprio partita dal desiderio di mantenere la memoria di quei posti, di quelle persone che l'hanno vissuta e arricchita col loro fare”. Il libro, già in vendita nella due giorni di “Cortili in fiore”, sarà reperibile all'interno delle successive manifestazioni che verranno organizzate nel territorio comunale.

Carla Campetella

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A Camerino si sono svolti i primi due incontri fissati dall’amministrazione comunale per presentare alla popolazione le perimetrazioni proposte e, in corso di adozione da parte della Regione Marche. Presenti il dirigente dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione ing. Cesare Spuri e la Responsabile comunale del servizio di Urbanistica, arch. Barbara Mattei, le prime due riunioni sono state in particolare rivolte alle frazioni.  Prossimi appuntamenti, sempre alle ore 17.30 presso la Geo struttura del City Park, saranno quelli di lunedì 7 maggio per le perimetrazioni riguardanti i quartieri di Vallicelle e Borgo San Giorgio e venerdì 11 maggio per quelle del centro storico. “ Già dai primi due momenti di confronto- riferisce il sindaco Pasqui- sono emerse delle indicazioni importanti sul futuro della città e c’è stata una significativa partecipazione dei cittadini. Del resto- continua il sindaco -  quando si incontra la città questo segnale c’è sempre e, diventa un momento fondamentale di scambio di idee e di visione prospettica. In linea generale abbiamo notato che le perimetrazioni vengono accolte con piacere e soddisfazione, ovviamente, dopo aver ben compreso di cosa si tratta. In questo, fondamentale è l’apporto offerto dalle comunicazioni dell’ingegnere Spuri, oltre che dalle spiegazioni dell’architetto Mattei e degli operatori dell'ufficio Tecnico comunale .

La cosa che mi piace sottolineare- conclude Pasqui- è che sono tante le frazioni cittadine, sulle quali abbiamo previsto la perimetrazione. Ritengo che questo tipo di scelta, rappresenti un’attenzione significativa allo sviluppo di un comune e che, per essere adottata, il comune di Camerino debba esser visto a 360 gradi, partendo dunque dalle frazioni e dirigendosi verso quel centro storico che, insieme alle frazioni stesse, è il cuore pulsante della nostra comunità, per cui si sta lavorando veramente molto. Insieme ai cittadini, mi auguro di poter iniziare a vedere presto quella vera e fondamentale ‘partenza’ che si chiama ricostruzione”.

“Ogni comunità ha bisogno di interventi mirati sulla base delle proprie necessità. Lungi da noi voler fare distinzioni tra terremotati di serie A, B o C”. Difendono la loro posizione i sindaci che hanno chiesto a gran voce una suddivisione del cratere per fasce di danno. Stamattina, dopo un giro nella zona rossa di Camerino, i parlamentari marchigiani hanno avuto la possibilità di ascoltare i sindaci dell’ex unione montana di Camerino per comprendere a fondo la richiesta che ha fatto infervorare il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi. 

Erano presenti i senatori Donatella Agostinelli e Mauro Coltorti, gli onorevoli Patrizia Terzoni, Paolo Giuliodori e Rachele Silvestri per il Movimento 5 Stelle, il senatore Giuliano Pazzaglini e l’onorevole Tullio Patassini per la Lega, l’onorevole Mauro Morgoni per il Pd, e gli onorevoli Francesco Acquaroli e Simone Baldelli rispettivamente per Fratelli d’Italia e Forza Italia. 

Alla prima parte della mattinata, che prevedeva la visita in zona rossa di Camerino, hanno preso parte solo i rappresentanti del Movimento 5 Stelle e Patassini.

 

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A loro sono state illustrate alcune problematiche, quali ad esempio il fatto che per il centro storico siano previsti 6 milioni di euro di puntellamenti, e al momento ne siano stati realizzati solo per un milione di euro. Oppure la questione che riguarda l’ex tribunale: “Quell’edificio è l’esempio lampante di ciò che può fare il sindaco. Di fronte ad una struttura di quel genere, non può demolire per pubblica sicurezza perché i tecnici GTS dicono che questa, a parte le tamponature lesionate, sia una struttura buona. Poi con la perimetrazione ci sono dei ragionamenti migliorativi. Io questo edificio lo vorrei demolire perché osceno, non si contestualizza con le strutture storiche ed importanti del centro”. Pasqui ha poi parlato brevemente anche della scelta politica di realizzare le aree Sae vicino alle frazioni: “Stiamo aspettando che vengano realizzate 12 aree il più possibili vicino alla città ma anche nelle frazioni, dove le comunità potranno continuare a vivere. Certo - ha sottolineato - sarebbe stato molto più comodo trasferire tutti in una zona più comoda, ma avremmo creato una riserva indiana. Io ho fatto la scelta politica di tenere le persone il più possibile vicino ai loro luoghi di appartenenza”.

 

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Il clou della mattinata, a partire dalle 11:30: i sindaci dell’ex unione montana di Camerino si sono riuniti in una tavola rotonda insieme ai parlamentari per spiegare i motivi che li hanno condotti a richiedere a gran voce la suddivisione del cratere in fasce di danni: “Ogni comunità - ha detto Pasqui introducendo gli altri colleghi - ha bisogno di essere guardata per le necessità che ha. Nessuno ha mai detto di eliminare qualcuno dal cratere o lungi da noi voler creare terremotati di serie A, B o C. Ma non è possibile non considerare quello che noi abbiamo subito”.

Da tutti i primi cittadini la richiesta di dare priorità alle comunità drammaticamente distrutte dal terremoto, di pensare ad interventi ad hoc, mirati per permettere una ripresa. 

Il sindaco di Muccia Mario Baroni ha, dal canto suo, sottolineato l’ingiustizia di chi “si è organizzato a proprie spese dopo il terremoto, realizzando soluzioni abitative temporanee e che oggi stanno ricevendo denunce penali. Il Salva Peppina purtroppo non ha portato grosse soluzioni, serve un provvedimento di provvisorietà”. Sulla stessa lunghezza d’onda, il vicesindaco di Fiastra, Sauro Scaficchia il quale non riesce a spiegarsi perché non si dia la possibilità di applicare l’ordinanza 9 (pensata per le attività produttive) a chi abbia realizzato le cosiddette casette abusive. “Fiastra ad esempio è un territorio prettamente turistico, per fortuna non ci sono stati danni alla viabilità e questa è stata l’unica porta rimasta aperta. Gli esercizi commerciali sono nei container e il decreto Salva Peppina ci ha lasciato comunque con grossi problemi da affrontare. Ci chiediamo come mai non si applichi, anche per le casette ritenute abusive, l’ordinanza 9 per le attività produttive. Fiastra - ha poi detto in chiusura - ha 1.088 ordinanze di inagibilità, sono stati presentati 82 progetti ma solo 8 finanziati. Si procede troppo lentamente”.

 

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Anche Mauro Falcucci, sindaco di Castelsantangelo sul Nera, ha ribadito la volontà di non eliminare qualcuno dal cratere, illustrando alcune delle problematiche più sentite: “Ma è chiaro che non si vuole eliminate nessuno, anche perché ci sono già stati dei finanziamenti quindi credo che la lettura del sindaco di Tolentino sia sterile. Il problema è che qui non sappiamo come e dove spendere i finanziamenti, perché non sappiamo nemmeno se potremo ricostruire dove eravamo. Semplifichiamo le procedure - ha sottolineato - altrimenti qui si impantana tutto. Servono norme specifiche e agevolazioni che incentivino la ripopolazione della montagna. Servono interventi mirati, se vogliamo, il buon senso del padre di famiglia. C’è bisogno di accelerare le pratiche sul dissesto idrogeologico, la ricostruzione delle B e un aiuto per l’occupazione”.

In piena sintonia anche il sindaco di Serravalle di Chienti, Gabriele Santamarianova che ha aggiunto anche la problematica delle seconde case: “Nel ’97 non vennero finanziate e quindi oggi esiste innanzitutto una disparità di trattamento (in questa ricostruzione saranno finanziate anche le seconde case, ndr). Inoltre, alcune non sono ancora state ricostruite e dunque hanno subito ulteriori danni col terremoto del 2016”.

Il sindaco di Pieve Torina Alessandro Gentilucci, si è da parte sua soffermato sulla questione della zona franca: “I nostri territori possono essere paragonati a chi si rivolge al pronto soccorso. Ci sono i malati in codice verde, giallo o rosso. Ecco, noi siamo in codice rosso avanzato. C’è bisogno di dare priorità a chi è stato drammaticamente distrutto. Per quanto riguarda la zona franca - ha spiegato poi - se mettiamo nelle stesse condizioni comuni più verso la costa e noi, significa che si indirizzano gli investimenti in una parte della provincia che è già molto sviluppata”. 

A chiudere Giuliano Pazzaglini che, in qualità di sindaco di Visso, ha anche lui illustrato alcuni problemi fondamentali. Primo fra tutti, la busta paga pesante che non sarà l’unica spada di Damocle che colpirà i cittadini terremotati. A breve infatti alla restituzione dei tributi si sommerà anche quella delle bollette e poi dei mutui: “Praticamente si guadagnerà di meno e si pagherà di più. C’è poi il problema della convenzione tra Anac e Regioni, che rischia di diventare un tappo perché ci saranno tantissime opere pubbliche da fare e l’Anac non sarà in grado di gestirle tutte. I vincoli paesaggistici - ha poi detto - ci impongono di ricostruire come era prima, ma è una follia anche solo pensarlo”. Secondo Pazzaglini, non sarebbe vero che la ricostruzione verrà finanziata al 100%, poiché basandosi sul modello dell’Emilia Romagna, non tiene in considerazione alcune importanti caratteristiche di edificazione tipiche del territorio: “I nostri edifici non sono fatti alla stessa maniera, e per certe cose non è previsto finanziamento. Mancano i soldi, le normative e tutto ciò che serve per andare avanti. I tempi dettati dalle ordinanze sono ridicoli. Va cambiata l’impostazione di questa ricostruzione”.

 

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Non dimenticare mai. Fare tesoro dell’esperienza che una disgrazia, qual è un terremoto devastante, può insegnare. Trasmetterlo ad altri, affinché, a loro volta, con passione e determinazione, trovino il coraggio di affrontare delle scelte e reagire con forte spirito di unione. Un messaggio commovente e denso di significati quello racchiuso in “Venzone. Storia di un terremoto ad alta voce”, nell’ambito degli appuntamenti della biblioteca itinerante di Camerino. Condensata in un libro, la storia della ricostruzione della cittadina del Friuli, colpita da due drammatici sismi nel 1976; un esempio di ricostruzione riuscita quello della cittadina medievale di Venzone, monumento nazionale dal 1965, rifatta com’era e, per quel che è stato possibile, con le stesse pietre. Ospite di Camerino, l’autore della pubblicazione Aldo Di Bernardo, membro del consiglio di amministrazione dell’associazione ‘Amici di Venzone’ e appassionato relatore di una serie di incontri tenutisi nell’auditorium dell’ITG Antinori, con il coinvolgimento di studenti e cittadini. 6 maggio e 15 settembre le date dei due violenti terremoti che, nel 1976, rasero al suolo Venzone, portando distruzione in altri 136 comuni del Friuli Venezia Giulia, esempi di un modello di ricostruzione che ha funzionato e che ha avuto il suo principio cardine, nell’autodeterminazione della gente. Introducendo l’autore di "Venzone. La ricostruzione di un centro storico”, il dirigente dell’Antinori Giancarlo Marcelli, ha voluto ringraziare la docente del suo istituto, grazie alla quale si è potuto concretizzare l’appuntamento. La scorsa estate, grazie al progetto di gemellaggio “ Incroci di vite e di terre” che ha riunito i gruppi scout di Camerino e Gemona, i ragazzi della città ducale e i loro genitori, sono stati ospiti del comune di Gemona per un campo scout. Durante la loro permanenza in Friuli, le famiglie camerti hanno avuto l’occasione di conoscere diverse realtà del territorio, instaurando bellissimi rapporti di amicizia e scambio; oltre Gemona, una delle mète di particolare suggestione, è stata la visita della cittadina di Venzone, perfettamente ricostruita nel suo centro storico, seguendo l’antico impianto medievale. Affascinati dalla sensibilità e dal senso di appartenenza della comunità venzonese, i genitori dei ragazzi del gruppo scout camerte, hanno pensato che fosse utile per la loro città,  uno scambio di testimonianze con  chi si è trovato ad affrontare e risolvere efficacemente, i vari aspetti drammatici di una crisi dettata dagli eventi sismici.

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 “ La ricostruzione del Friuli è stata un esempio significativo di un’attività molto intelligente condotta in tempi rapidi e secondo modelli efficienti, in una zona oltretutto caratterizzata da alluvioni, frane e fenomeni naturali catastrofici, tanto che da quelle parti,ogni 15 anni bisogna ricostruire qualcosa". Così il preside Marcelli nel presentare al pubblico la testimonianza di Aldo Di Bernardo, le cui parole hanno offerto ai presenti l’esempio di come "quando c’è una volontà corale di farlo" le gravi problematiche derivanti da una catastrofe, possono trovare risoluzione. Il vero messaggio che si lancia dopo il terremoto del Friuli- ha aggiunto- è che tutte le componenti, debbono prendersi la responsabilità di decidere; avere un obiettivo comune e perseguirlo ogni volta. E questa è la particolarità di quanto avvenuto in Friuli; l’ avere avuto in primis un’ unione di intenti a tutti i livelli, ma deve essere la gente a volerlo, in maniera del tutto omogenea, abbandonando i campanilismi e ogni aspetto che possa arrecare disturbo al regolare andamento delle cose, come dovrebbero andare. Il libro che ho curato- ha spiegato  Di Bernardo- è edito dall’ Associazione Amici di Venzone che si è presa un ruolo importante per quello che riguarda la cultura della cittadina; il sodalizio infatti cura la catalogazione e la pubblicazione dei cd. Bollettini, cioè delle pubblicazioni tematiche che ogni anno vengono edite e che in questo caso parlano proprio di quello che è stato fatto nel centro storico di Venzone che, non dimentichiamolo, è Borgo monumento Nazionale già da prima del terremoto. Questo è stato uno dei tanti punti di forza, per decidere cosa fare di un centro storico raso al suolo e capire che si può parlare di restauro.

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La nostra,  è stata una ricostruzione che si è mossa in un periodo storico e in un contesto della politica, profondamente diverso da quello attuale. Il Commissario straordinario Zamberletti - ha ricordato- era un Commissario straordinario all’emergenza e non ha toccato minimamente discorsi correlati alla ricostruzione che è un fatto ordinario e non legato alla straordinarietà dell’emergenza. Una volta terminato dopo pochi mesi un mandato egregiamente svolto, Zamberletti ha lasciato lo spazio a chi doveva gestire la ricostruzione che, nel 1977, erano Regione e comune. E la gente si è presa la possibilità di decidere; non ha avuto paura di nessuno;  la nostra forza è stata quella di aver trovato l'ascolto giusto negli amministratori pubblici di tutti i livelli, dal sindaco, al parlamentare fino al Ministro di allora.. La mia opinione personale – ha sottolineato Di Bernardo- è che la classe politica di allora era rappresentata da persone che sapevano fare vera politica a favore della gente, cosa che oggi difficilmente troviamo a tutti i livelli. Per carità, ci sono dei casi buoni , troppo spesso tuttavia si creano discrasie e situazioni di conflitto che , nel caso del terremoto del Friuli, sono state invece tutte appianate. Quella volta, come nei film di Don Camillo e Peppone, i nostri politici facevano finta di baruffare, però quando si trattava di decidere e di fare le cose, non c'era verso di distruggere quella granitica unione che si era subìto creata  con il terremoto”.

C.C.

Nei giorni scorsi a Camerino c’è stata la visita di turisti di Milano con una modernissima auto Tesla Model X, suv della casa automobilistica TESLA, auto 100% elettrica, innovativa e pionieristica nel campo delle auto elettriche.

La notizia non è certo la presenza dell’auto nella città di Camerino, ma il motivo per cui la stessa si trovasse a Camerino e cioè che era in ricarica nell’area parcheggio della Contram S.p.A. dove, di recente, sono state installate due colonnine Tesla per la ricarica di auto elettriche, ma facciamo un piccolo passo indietro.

Circa un anno fa la Contram S.p.A., l'Università di Camerino ed il Comune di Camerino, dopo gli eventi sismici del 2016, condivisero l’idea e il progetto dello Spin-Off Istambiente s.r.l. di Camerino, di trasformare la città ducale in un modello di città ecosostenibile.

Il tema è forse marginale dopo gli eventi catastrofici del 2016, ma è centrale nella ripresa post sisma; infatti, si cerca di offrire quel servizio in più, quel vivere sano, quello stile di vita sostenibile che è raro trovare nel resto dell’intera penisola.

I bisogni della popolazione, sicuramente, ora sono altri, ma i camerinesi e le loro istituzioni non possono non sperare in un futuro diverso.

Dalle parole ai fatti: l’installazione di colonnine Tesla porta la città di Camerino ad essere l’unica nell’entroterra e una delle poche nella Regione Marche ad offrire tale servizio.

Questa installazione si può considerare come la “posa della prima pietra” e si spera di portare la Città ducale ad un completo sistema di rete di ricarica auto, scooter e biciclette, anche con possibilità di noleggio.

 

Viabilità riorganizzata in via D’Accorso a Camerino con la realizzazione di aree parcheggi, zone carico e scarico e fermate autobus.Così come avvenuto in precedenza in via Le Mosse, dove erano stati attivati anche dispositivi per il rilievo della presenza di pedoni, anche ai fini di una maggiore sicurezza degli automobilisti e dei pedoni, l’intera sede stradale che dalla rotonda di Madonna delle Carceri risale fino a raggiungere la sede del Contram, è stata adeguata.

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” L’area – spiega il Comandante della Polizia municipale Andrea Isidori- attualmente è frequentata da un maggior numero di persone rispetto a quanto avveniva in passato ; chiuso e devastato il centro storico a causa degli eventi sismici, tutti si sono riversati in questa zona dove ci sono servizi, uffici, negozi e la stessa sede provvisoria comunale Quella strada di via D’Accorso in particolare- prosegue Isidori -è una strada la cui carreggiata è larga circa 11 metri e, senza nessuna regolamentazione, invitava alla velocità e con l'aumento di utenza anche pedonale è diventata estremamente pericolosa. Tra l’altro c'era bisogno comunque di disciplinare la sosta, diventata ultimamente abbastanza selvaggia, pertanto abbiamo deciso di fare questo tipo di segnaletica. Dal momento che la larghezza della carreggiata lo consentiva, sono stati ricavati dei parcheggi sia a destra, sia a sinistra della viabilità; con zone di carico e scarico merci e fermate autobus; abbiamo inoltre ristretto volutamente la carreggiata (che non è proprio così limitata, misurando 3 metri per ogni corsia), anche con lo scopo di rallentare la velocità. Stessa identica soluzione è stata adottata in  via Le Mosse. Ultimamente ricordiamo che in via D’Accorso si erano verificati anche due incidenti ; è pur vero che magari uno dei due era dovuto anche ad uno stato di alterazione psicofisica del conducente però, è altrettanto vero che, in una strada che invita alla velocità, che è comunque strada urbana e zona di sosta non disciplinata, chiaramente il rischio di incidenti è maggiore. Con la realizzazione anche di passaggi pedonali nuovi opportunamente evidenziati e una segnaletica ben fatta, riteniamo di aver posto in essere un’azione necessaria per la sicurezza stradale”. Via via un disegno diverso alla circolazione della città, sarà dato dalla viabilità nuova a servizio delle SAE “Una volta che verranno infatti  conclusi i lavori di urbanizzazione- continua Isidori- tutte le strade di accesso alle 'casette' saranno dotate di segnaletica e, naturalmente, prima che il comune le prenda in carico e prima di aprire alla circolazione dei veicoli, controlleremo che tutto sia a posto. Quanto al sottopasso sovrappasso nell’area del Campus universitario, sulla scelta- conclude il Comandante Isidori-  tutto è ancora ancora da verificare; sembra ci siano comunque delle  buone possibilità anche di finanziamento e con Anas ed altri enti si potrà finalmente realizzare anche il necessario attraversamento che colleghi il Campus e l’area a monte “.

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E’ anche grazie alla collaborazione con l’Università di Camerino che i Licei di Camerino, capofila del progetto, si sono aggiudicati un importante finanziamento di oltre 118.000 euro, nell’ambito del PON-Programma Operativo Nazionale del Ministero finanziato dai Fondi Strutturali Europei Programmazione 2014-2020, relativi al Potenziamento dell'educazione al patrimonio culturale, artistico, paesaggistico.

Il progetto, denominato “Patrimoni delle Marche: ritorno al futuro”, nasce in seguito al recente sisma che oltre ad aver gravemente compromesso la conservazione fisica dei beni culturale dell’Appennino, ne sta minando la loro stessa esistenza e memoria.
Gli studenti del territorio sentono fortemente la necessità di prendersi in carico la tutela del patrimonio tangibile ed intangibile che caratterizza le loro stesse radici, e con questo progetto saranno coinvolti in una serie di attività laboratoriali da svolgere sul campo per sviluppare nei ragazzi, sia la consapevolezza del valore dei beni culturali come risorsa spirituale e materiale, sia per fornire loro gli strumenti per sviluppare una cultura digitale per una loro conservazione e valorizzazione innovativa.

“Sono davvero molto contenta e soddisfatta – ha dichiarato la prof.ssa Graziella Roselli, docente Unicam del Corso di Laurea in Tecnologie e Diagnostica per la Conservazione ed il restauro - che le nostre proposte e le sinergie che proponiamo siano apprezzate non solo dalle scuole del territorio, con le quali collaboriamo proficuamente da tempo, ma anche a livello ministeriale. La soddisfazione è ancora maggiore dal momento che il progetto è risultato essere il primo tra tutti quelli presentati da Istituti scolastici della nostra Regione”.

Il progetto sarà organizzato in rete utilizzando le differenti competenze presenti: da quelle tecnico-informatiche possedute dall’ITIS Divini di San Severino Marche a quelle umanistico-scientifiche dei Licei di Camerino, Sarnano e San Ginesio, fino ad arrivare alle competenze tecnico naturalistiche dell’Istituto agrario Ulpiani di Ascoli Piceno. Collaboreranno poi i Musei di Camerino e i Musei Civici di Ascoli Piceno, nonché lo spin off Unicam A.R.T.& Co.
“Il punto di forza del progetto – ha sottolineato la prof.ssa Roselli – è rappresentato dalla presenza di laureati del corso in Tecnologie e Diagnostica per la Conservazione ed il Restauro di Unicam come tutor in aula e nei laboratori, che assisteranno e supporteranno gli studenti nelle loro attività con un approccio sicuramente diverso rispetto a quello dei professori, certamente più familiare ed accogliente, grazie ad una riduzione delle distanze anagrafiche e di ruolo”.

Obiettivo principale sarà dunque quello di coinvolgere attivamente i giovani studenti nella salvaguardia del nostro patrimonio, attraverso l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili per garantirne la sopravvivenza.

L’Archeoclub d’Italia, sede di Camerino, con il Comune e, in collaborazione con l’Ufficio Comunicazione dell’Università di Camerino, indice il concorso “Un murales per la città” rivolto a tutti gli studenti iscritti ad UNICAM, alle scuole superiori del territorio comunale. Da almeno sei mesi l’associazione culturale aveva richiesto l’autorizzazione per una progettualitàallora solo in itinere; l’ approvazione è tardata ad arrivare in quanto, data la delicata situazione del territorio, l’amministrazione aveva necessità di dedicare attenzione ad altre priorità ed urgenze. Ora che le cose pian piano stanno andando avanti, è    arrivata la conferma per un’idea che, anche sulla scorta delle ultimissime notizie in circolazione, sembra capitare proprio al momento opportuno. Abitudine dell’Archeoclub è quella di divulgare le proprie proposte solo quando si è sicuri di poterle realizzare e così è avvenuto anche questa volta: l’iniziativa ha trovato il tempo giusto per maturare e l’obiettivo è quello di riuscire a coinvolgere la creatività di tanti giovani .

         “Un murales per la città”rientra nell’ambito delle iniziative promosse per la dodicesima edizione della manifestazione Cortili in Fiore che si svolgerà il 28 ed il 29 aprile 2108.

Aperto a singoli, a gruppi e a classi, il concorso si articola nella presentazione di un progetto di murales (misure 6mx2m) di soggetto naturalistico ispirato al paesaggio, alle piante, ai fiori ed agli animali del nostro territorio, allo scopo di decorare parte del lungo muro di contenimento in cemento posto alla fine di Via Baudana-Vaccolini nel quartiere di Vallicelle, di fronte al piccolo parco giochi.

I progetti saranno valutati da una commissione mista (associazione promotrice, comune, università) che stabilirà il vincitore.

Le richieste di partecipazione dovranno pervenire entro e non oltre il 20 aprile 2108 all’indirizzo email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.specificando il nome (se il partecipante è un singolo), il nome del gruppo comunicando il nominativo del capogruppo o della classe specificando l’istituto scolastico ed il nominativo dello studente-capogruppo.

Gli elaborati dovranno pervenire, inviati o consegnati a mano, entro e non oltre le ore 14:00 del 7 maggio 2018.

Il vincitore riceverà, grazie al contributo del Comune e dell’Ateneo, il materiale necessario all’esecuzione del murales che dovrà essere realizzato entro la fine dell’estate.

Dramma in un supermercato di Camerino. Un uomo di 82 anni, Antonio Pennacchi,  residente a  Massaprofoglio di Muccia, era intento a fare la spesa al"Superconti", quando è stato colto da malore improvviso e si è accasciato a terra, privo di conoscenza. A nulla sono valsi i tentativi di rianimazione da parte del personale della Croce  Rossa di Camerino intervenuto sul posto insieme all'auto medicalizzata di San Severino Marche. Con tutta probabilità è stato un infarto a stroncare la vita dell'uomo che, nonostante le manovre praticate dal personale medico, è deceduto, Per gli accertamenti di rito, sul posto sono intervenuti i militari della Compagnia di Camerino. Antonio Pennacchi aveva compiuto 82 anni lo scorso 19 marzo.

"L'ambulanza della sede era in rientro da un altro servizio- dichiara Gianfranco Broglia, presidente della CRI di Camerino - Il personale aveva da poco trasferito un paziente al pronto soccorso dell'ospedale di Camerino quando, arrivata l'allerta, si è prontamente diretto verso il supermercato di Camerino, dove la persona era stata colta da malore. Il personale medico ha trovato l'anziano in stato di incoscienza ed ha subito praticato le manovre di rianimazione. Nel frattempo era stata allertata anche la Centrale Operativa e, dopo poco più di 15 minuti, sul posto  è giunta anche la 'medicalizzata' da San Severino Marche; purtroppo nonostante i soccorsi tempestiv,i per l'uomo non c'è stato nulla da fare".

C.C.

Ancora il terremoto, come era logico aspettarsi, al centro del dibattito nell'incontro tra il sindaco di Camerino Gianluca Pasqui e la cittadinanza, trasmesso in diretta Facebook da RadioC1.

Tante le domande rivolte al primo cittadino e al vicesindaco Roberto Lucarelli, dalle Sae, Soluzioni abitative di emergenza, al Contributo per l'autonoma sistemazione, dai puntellamenti per la messa in sicurezza nel centro storico ai problemi dei commercianti. Si è parlato anche di altre questioni, come la viabilità e le scuole, che sono sempre e comunque legati ai temi della ricostruzione.

In apertura di serata, c'è stato uno scontro verbale piuttosto acceso tra un cittadino, Stefano Balsametti, proprietario di un terreno in località Vallicelle, espropriato per far posto alle casette. Il cittadino ha chiesto chiarimenti al sindaco soprattutto in merito agli accertamenti geologico, che il sindaco ha spiegato essere di competenza della Regione Marche. “Chiederò l'annullamento dell'atto”, ha concluso Balsametti, contestando vivacemente il sindaco.

Stefano Balsametti

 

Da Vallicelle al centro storico, che un cittadino ha lamentato essere un po' uscito dai riflettori. “Prima del terremoto – ha spiegato il cittadino nel suo intervento – il centro non era popolatissimo. Ora per gli studenti universitari si sta pensando ad una soluzione fuori dal centro, il commercio era già in difficoltà prima, ora ancora di più. Come si muove il Comune?”. Pasqui ha spiegato : “nessuno di noi vuole abbandonare il centro storico. Abbiamo scelto di fare stare le persone vicino alla città con le Sae proprio per questo. Per quanto riguarda le messe in sicurezza, il sindaco può dare gli incarichi, ma non si può occupare delle coperture finanziare, che devono arrivare dagli enti superiori, coperture che non arrivano. Io sono il primo che vuole aprire il centro storico ma se i soldi non arrivano.... Ad oggi, il Comune ha messo a disposizione 4 milioni di euro in anticipazione proprio per le messe in sicurezza. Ora la situazione si è sbloccata; dal 16 febbraio abbiamo le coperture per gli interventi nel centro storico. Procederemo come fatto finora, dalle zone più esterne fino al centro. Senza dimenticare che su 328 interventi nelle Marche, ben 94 sono stati fatti a Camerino.

pubblico secondo incontro con il sindaco

Si è aperto poi il capitolo Mario Cucinella, l'architetto incaricato dal Comune di regidere un piano per la ricostruzione e la rinascita di Camerino. “Io vado avanti – ha risposto il sindaco – e mi muoverò nel solco della legge. Dovrò fare un bando pubblico per l'incarico e il Comune reperirà i fondi necessari attraverso il capitolo delle perimetrazioni. Per me il futuro è riportare le persone a Camerino. Ma se si va avanti cosi, se tutti i 140 comuni del cratere vengono trattati allo stesso modo, non si va da nessuna parte. Oggi non siamo più neanche una comunità, non abbiamo un posto dove ritrovarci. Con la struttura per i commercianti, raggiungiamo anche questo obiettivo: ci saranno spazi per bambini e per socializzare”.

prima donna che fa domanda

Altro tema la consegna delle casette: il sindaco ha annunciato altre due date, quella del 15 aprile e del 15 maggio per Cortine Ovest, Est e Centro.

Qualcuno ha chiesto lumi sulla viabilità. Pasqui ha spiegato che Camerino ha 150 km di strade e pensare di riuscire a mantenerle con la forza del bilancio comunale è impensabile. Il vicesindaco Lucarelli ha inoltre annunciato che, nonostante le difficoltà economiche, sarà riasfaltata tutta la zona di Vallicelle;  in fase di completamento il reperimento delle risorse per le frazioni e, la strada de Le Calvie sarà riaperta entro 4-5 settimane. Capitolo dolente la ricostruzione leggera. “Non voglio parlare della ricostruzione leggera – ha detto Pasqui - perchè  ancora non c'è. Siamo in alto mare: se di fronte ad ogni piccolo abuso fermiamo la pratica, allora non partiamo mai. A Camerino con i rientri delle Sae e con quelli della leggera riusciremmo a far tornare una buona fetta di persone di quelle che sono ancora fuori città”. Capitolo scuole legato alla ricostruzione. “La donazione Merloni non è andata a buon fine – ha spiegato il primo cittadino – perché la zona da noi indicata, non era di gradimento. Ma io non avevo molte scelte. Avevamo anche pensato di abbinare la collocazione della sede comunale, ma l'idea non si è potuta concretizzaare. Sta facendo invece passi avanti il progetto per la realizzazione dell'asilo di San Venanzio, che dovrà realizzare la parrocchia. Noi faremo l'area verde con strutture sportive. Infine la casa di riposo, che si farà a Vallicelle. Il progetto è stato presentato prima di tutto agli ospiti e questo è di buon auspicio”.

francesco aquili

 

 

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