Due milioni e mezzo di euro per demolire e ricostruire gli appartamenti all’ex caserma forestale di Sefro. Grazie ai fondi del Pnrr in arrivo dalla Regione Marche, il Comune potrà riqualificare l’area che ospita la caserma del Corpo forestale. Una struttura da anni riconvertita ad uso residenziale pubblico. L’abbattimento dell’edificio lascerà il posto a sei nuovi appartamenti, che saranno pronti prima della fine del 2024. Nel frattempo gli inquilini si trasferiranno in altre abitazioni di proprietà del Comune di Sefro, tra le frazioni di Agolla e di Sorti.

Un progetto economicamente importante, che lascia soddisfatta l’amministrazione guidata da Pietro Tapanelli. I fondi consentono infatti di migliorare il patrimonio di edilizia popolare pubblica, puntando soprattutto all’efficientamento energetico delle strutture. L’intervento prevede che l’ex caserma venga demolita e che sia sostituita da due nuove palazzine, l’una con sei garage e quattro unità abitative con ascensore, l’altra con due appartamenti e distribuita su un solo livello. Per quello che riguarda le tempistiche, «i lavori dovrebbero iniziare intorno al giugno del 2023 – spiega il consigliere di maggioranza Corrado Carminelli –, visto che prima si dovrà procedere con la gara di appalto per la progettazione, la redazione dei progetti e la gara per l’affidamento dei lavori. Non è pensabile riuscire a ultimare i lavori prima della fine del 2024, ma la sistemazione delle famiglie che dovranno traslocare è garantita. Potranno alloggiare in altre abitazioni di proprietà comunale distribuite tra le frazioni di Agolla e di Sorti. Entro giugno di quest’anno partiremo con i progetti. È un intervento davvero importante per il nostro Comune – conclude Carminelli – che ci permette di recuperare un’area importante del nostro patrimonio di edilizia popolare comunale».

l.c.
Le grandi file agli open day e la presenza di persone che avrebbero voluto anticipare la prenotazione già effettuata potrebbero mettere a rischio la prosecuzione dell’iniziativa. Lo stanno valutando i vertici regionali all’indomani del primo fine settimana dedicato alle seconde dosi e al booster anti-Covid senza prenotazione. Le immagini delle affluenze fuori controllo tra sabato e domenica hanno fatto il giro dei social e inducono alla riflessione il governo regionale. A far discutere sono soprattutto le motivazioni dietro alle enormi code nei punti di inoculazione predisposti dalla Regione e i rischi connessi agli assembramenti che si sono creati.

Secondo l’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini, non sono state ben comprese le finalità degli open day: “I fine settimana aperti nascono per accelerare la vaccinazione nei punti meno collegati delle Marche, in particolar modo la zona montana – spiega l’assessore –. Sfortunatamente l’obiettivo e soprattutto le categorie di persone a cui sono stati dedicati gli open day non sono stati ben compresi. Abbiamo registrato un fortissimo afflusso di persone, tra cui anche chi aveva a disposizione una prenotazione ma che ha preferito recarsi comunque negli hub. C’è bisogno di maggior senso civico da parte dei cittadini”.

La strada da seguire resta quella delle prenotazioni per seconda dose e booster, con gli open day a fare da supporto soprattutto nelle zone più critiche della regione. Saltamartini prosegue spiegando che le priorità della sanità regionale siano quelle delle “prime dosi per chi è ancora scoperto – precisa –. Chi non ha ricevuto nemmeno una dose è maggiormente esposto ai rischi della malattia e dunque all’ospedalizzazione. Per questo la prenotazione per le prime dosi non è richiesta. Il sistema sanitario non si può permettere una nuova ondata di ricoveri: da due anni le cure per i malati gravi hanno subito netti ritardi a causa della pandemia”.

Per chi deve ricevere seconda dose e booster, invece, la prenotazione “resta fondamentale – sottolinea Saltamartini –. Dobbiamo vaccinare quasi mezzo milione di persone prima della fine di gennaio: il cambio nella durata della copertura da quattro a cinque mesi ha messo sotto pressione le strategie per la campagna vaccinale, per questo è necessario procedere con la prenotazione e garantire ritmi costanti. Diciottomila inoculazioni al giorno, numeri tra i migliori in Italia, ci permettono di farlo e di fornire le seconde dosi e i booster a tutti coloro che hanno la copertura in scadenza. Non è necessario che chi ha prenotato cerchi di anticipare la dose di qualche giorno attraverso gli open day – spiega l’assessore –. In questo modo si creano code inutili, si mette a rischio la propria salute a causa degli assembramenti e soprattutto si priva di una dose chi ne avrebbe bisogno. A questo proposito occorre sottolineare come non siano pochi giorni a fare la differenza: la copertura garantita è stata accorciata da cinque a quattro mesi, ma è ragionevole credere che nell’arco di tempo che va dai quattro ai sei mesi dalla seconda dose la copertura contro i sintomi sia comunque discreta. Per questo occorre capire che l’open day non è alternativo alla prenotazione – conclude Saltamartini –: è dedicato a chi vive in zone svantaggiate e ha difficoltà ad accedere alla vaccinazione con i metodi convenzionali. Se questo non viene recepito, forse è il caso di sospenderli per evitare più rischi di contagio che non benefici per il ritmo della vaccinazione di massa”.

l.c.
“Rispetto allo scorso anno caratterizzato da forti restrizioni, quella che viviamo è una fase molto diversa dove gli effetti della vaccinazione hanno ridotto sensibilmente i ricoveri nelle aree mediche e nelle terapie intensive, seppure in un contesto ancora fortemente condizionato dall’elevato numero dei contagi. È una fase complicata perché completamente nuova rispetto a quelle che abbiamo affrontato fino a qualche mese fa”. Con queste parole, affidate ad un post sui social, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli fa il punto sulla situazione pandemica in vista della ripartenza delle attività a pieno regime dopo le festività natalizie. Non nasconde il governatore la complessità organizzativa richiesta” partendo dall’impegno per il tracciamento, che diventa molto difficile da sostenere in tempi rapidi con numeri così elevati. Isolare le persone e liberarle alla fine delle quarantene e delle positività è complesso perché in questa fase i numeri sono ovunque elevatissimi. Pensate che oggi abbiamo oltre 1800 positivi, e bisogna contattare ognuno di essi e poi tutti i loro contatti stretti chiedendo loro di isolarsi. È facilmente comprensibile che tutto questo, diventa una mole molto impegnativa. Prioritaria è poi la campagna per la vaccinazione- continua Acquaroli- .Tra prime, seconde e terze dosi stiamo effettuando 18 mila somministrazioni giornaliere, la metà in più rispetto a quanto facevamo nella prima fase. Ma nonostante questo enorme sforzo, il fatto che ci sia stato richiesto di anticipare a quattro mesi i richiami della terza dose, unito alla scadenza del green pass al primo febbraio, ha comportato che la stragrande maggioranza delle persone che avevano la seconda dose effettuata da più di quattro mesi debba oggi essere vaccinata entro questo mese di gennaio. In pochi giorni stiamo riallestendo centri vaccinali che possano essere adeguati allo scenario che ci è stato prospettato e che possano dare più stabilità alla campagna anche in futuro. Sta di fatto che numeri così elevati, in un tempo così ristretto, richiedono pazienza e comprensione da parte di tutti perché sicuramente disagi ce ne sono stati e potrebbero capitare anche in futuro. Come è capitato per il numero verde, a causa del numero elevatissimo di chiamate”.Poi il capitolo scuole con la richiesta di molti sindaci di posticipare la riapertura dello scorso venerdì 7 gennaio e “l’argomento è stato anche oggetto di una discussione in Conferenza delle Regioni, con una richiesta di intervento di posticipo fatta al Governo centrale, perché le normative attuali impediscono espressamente, sia in zona gialla che in zona arancione, di prendere provvedimenti rispetto alla DAD. L’epilogo della vicenda è sotto gli occhi di tutti. Lo stesso Governo centrale ha ritenuto non prorogabile il rientro in classe per tutti e anche le conseguenze, in caso di studenti positivi, dovranno essere gestite da un sistema già fortemente stressato. Non dobbiamo mai dimenticare che il nostro impegno si esprime in un quadro di carenza atavica di personale sanitario in ogni settore, che è la conseguenza di scelte compiute in altri tempi. È lo stesso personale che si occupa delle vaccinazioni, di tamponi e tracciamento e delle Usca, proveniente dai reparti ordinari e sottratto quindi all'attività distrettuale dei dipartimenti di prevenzioni e alla gestione della rete territoriale e in parte ospedaliera. La classica coperta corta che per coprire una parte ne scopre necessariamente un’altra. È una fase complicata ma molto diversa rispetto allo scorso anno, perché almeno per ora le nostre strutture ospedaliere non sono convertite per la sola pandemia ma riescono, nella stragrande maggioranza, ad occuparsi anche delle altre patologie. E come non ringraziare, a due anni dall’inizio della pandemia, tutti gli operatori sanitari che instancabilmente e anche esausti si fanno carico di tutto questo”. Il presidente della Regione affida la conclusione del post ad “un elemento che va letto positivamente” e che “riguarda l’andamento del contagio nelle Marche. Qualche settimana fa, prima delle Festività natalizie, la nostra regione aveva un tasso settimanale di incidenza di positivi ogni 100 mila abitanti tra i primi in Italia. Oggi abbiamo invece un tasso che ci vede nelle posizioni di coda in questa classifica nazionale. Per questo mi sento di ringraziare i cittadini marchigiani che hanno dimostrato buon senso e maturità, mettendo in campo quella prudenza che se non è riuscita ancora a piegare la curva dei contagi, difficile in questo contesto, ha almeno rallentato in maniera considerevole la sua crescita.
I mesi di gennaio e di febbraio saranno presumibilmente complessi. Noi metteremo in campo tutte le forze, le idee e la maggiore organizzazione possibile, compatibilmente con le risorse disponibili, per essere all’altezza delle aspettative e delle esigenze della nostra comunità”.
Accelerare il più possibile la campagna vaccinale. Con questo obiettivo la Regione Marche avvia nel fine settimana gli open day dedicati alla vaccinazione dei non prenotati alla seconda dose e al booster anti-Covid. La Marche continuano la battaglia al Coronavirus con le armi della vaccinazione di massa: visto il cambio dei protocolli, con i vaccinati con ciclo completo che potranno ricevere il booster dopo quattro mesi e non cinque, “tutte le procedure per la vaccinazione devono essere ripensate” sottolinea l'assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini.

Dal prossimo fine settimana, infatti, i marchigiani che non hanno completato il ciclo vaccinale (prima dose e richiamo) o che lo abbiano fatto da più di quattro mesi, potranno ricevere il siero in settimana, previa prenotazione, e nel week end senza aver prenotato. Prenotazione non necessaria nemmeno per tutti coloro non abbiano ancora ricevuto la prima dose.

“Gli open day sono una strategia indispensabile, soprattutto nei territori interni – spiega l'assessore Saltamartini –. Il fatto che la seconda dose abbia una 'scadenza' più breve impone un completo ripensamento della campagna vaccinale. Permettendo ai non prenotati di ricevere il booster o la seconda dose solo nei fine settimana, potremo evitare di vedere nuovamente le file che hanno contraddistinto le ultime settimane dell'anno”.

File lunghissime anche per l'accesso ai tamponi. Le ultime giornate dell'anno hanno visto un enorme accesso alle farmacie e a tutte le strutture che effettuavano i test, sia rapidi che molecolari. Il governo sembra intenzionato a legittimare sempre di più il tampone antigenico, visto che anche per i positivi è sufficiente la negatività al test rapido a fine quarantena. Tra lo scetticismo dei medici, che lo ritengono di gran lunga più affidabile, il tampone molecolare sembra essere destinato a un uso sempre più limitato. “Le ultime ricerche dimostrano comunque l'ottima attendibilità dei tamponi antigenici rapidi di terza generazione – commenta Saltamartini –. Oltre a questo hanno l'enorme vantaggio della velocità nei responsi: processare migliaia di molecolari al giorno, in un momento in cui il tracciamento dei contatti è saltato, è impossibile”.

l.c.
Sono circa trecentomila i marchigiani oramai in scadenza per quanto riguarda l'inoculazione della terza dose vaccinale. 
In questi giorni, anche per effetto del super Green pass, la corsa al vaccino è diventata più consistente e, anche in considerazione delle tante persone che si stanno attivando, è bene affrettarsi a prenotare la propria dose , così da scongiurare il rischio di una somministrazione tardiva rispetto all'efficacia della dose vaccinale già effettuata.
Un appello a vaccinarsi e prenotarsi con celerità, viene dall'assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini: "La prenotazione è indispensabile per consentire al servizio sanitario di programmare l'organizzazione – spiega Saltamartini- ; il punto è che per organizzare i centri vaccinali noi dobbiamo sottrarre medici e infermieri dai reparti dove vengono curate patologie anche gravi come quelle tumorali, o dove sono programmati interventi chirurgici.  È chiaro che, se bisogna prenotare per andare dal barbiere o dalla parrucchiera,  come si può immaginare di poter accedere a un centro vaccinale senza prenotazione? Penso anche alla confusione che si è creata la scorsa settimana, alle proteste per le code che si sono formate. Ebbene - continua l'assessore regionale - le code non ci saranno se ci prenotiamo. In particolare, sappiano i 300 mila  marchigiani già  vaccinati per i quali sta per scadere l'efficacia della seconda dose ( giunta al quinto mese o sesto mese) che se si prenotano noi siamo in grado di organizzare i centri vaccinali senza aspettare il camper. La domanda più frequente che setniamo è : quando arriva il camper?  Ma il camper è una forma sussidiaria - precisa Saltamartini- l'abbiamo ideata per poter portare il vaccino alle zone più disagiate. La la forma ordinaria è la programmazione. Quindi, deve essere chiaro che le persone si possono vaccinare con prenotazione innanzitutto dai medici di famiglia  che possono vaccinare tutti i loro assistiti nei loro ambulatori e per questo c'è un accordo; in seconda analisi, la vaccinazione può essere fatta nelle farmacie e può essere fatta con prenotazione centri vaccinali ed infine, anche senza prenotazione, con i camper che raggiungono le zone  più disagiate ,più lontane e in genere colpite dal sisma".  Per la cura ai primi sintomi del covid , l'assessore rinnova l'appello ad avere fiducia negli anticorpi monoclonali che in tutti i casi di impiego hanno dato effetto positivo.  
"Vorrei che i cittadini sapessero che la via maestra per proteggersi dal covid a mio avviso è la vaccinazione ; poi naturalmente ci sono persone che non possono vaccinarsi per condizioni fisiche di malattie patologiche o anche per paura e dobbiamo tenerne  conto ma, ripeto che la via regina è la vaccinazione. Si dovessero tuttavia manifestare dei sintomi- sottolinea Saltamartini ricordando che i sintomi si possono manifestare anche sulle  persone che si sono vaccinate quando magari la carica di protezione è esaurita - è bene sapere che durante i primi sintomi i medici di famiglia possono chiedere ai medici specialisti la somministrazione di anticorpi monoclonali che guariscono. Noi ne abbiamo in quantità nella nostre regione;  gli anticorpi monoclonali hanno guarito dal covid persone trapiantate persone gravemente malate da tumori quindi i cittadini hanno il diritto di essere curati e , ricordo che su 1000 somministrazioni quasi 1000 persone sono guarite in due o tre giorni.  Quindi non capisco quale sia la reticenza a ricorrere a questo ; perché invito le persone a curarsi con gli anticorpi monoclonali non perché vogliamo inoculare chissà quali sostanze semplicemente perché questo evita l'ospedalizzazione e siamo in grado di curare tutta quella fila di persone con malattie gravi come tumori o come cardiopatie o neuro-patologie  che dobbiamo curare Quindi, se possiamo curare il covid  con gli anticorpi Ecco chiedo a tutti i cittadini di  rivendicarlo. Quindi quando avete i primi sintomi e si tratta di covid-19,  chiedete al vostro medico la possibilità di curarvi con gli anticorpi monoclonali. Medico di famiglia che per rispondere può consultare lo specialista dell'ospedale dove ci potrà essere appunto l'opportunità di sottoporsi a questa cura degli anticorpi monoclonali. Una cura efficace  - prosegue - visto che nella nostra regione non c'è nessuno che non sia  guarito. I cittadini debbono sapere che c'è anche questo metodo  che aiuta le persone a curarsi; poi a gennaio arriveranno anche le pillole contro il  COViD che tuttavia sono moltto costose. Per cui, vi prego, vaccinatevi.  E soprattutto prenotate la vostra dose celermente così saremo in grado di organizzare i centri vaccinali- conclude Saltamartini-. Tenete conto che nella nostra regione l'esperienza che abbiamo accumulato ci dice che siamo in grado di inoculare 20 mila vaccini al giorno per cui, si può facilmente comprendere che in un mese siamo in grado di vaccinare la metà della popolazione delle Marche. La capacità organizzativa del resto l'abbiamo dimostrata nei mesi precedenti e siamo stati i primi noi delle Marche ad avviare nel mese di dicembre dello scorso anno l'organizzazione vaccinale nei palazzetti. È la dimostrazione che questa è una regione che si è impegnata e per questo sento il dovere di tornare a ringraziare tutti i sanitari, gli oss e gli infermieri. Non ci dimentichiamo che queste sono persone che, soprattutto nei reparti covid, vivono dentro una tuta e non possono né bere né andare al bagno perchè altrimenti si devono spogliare e ogni volta disimfettare. Capite perfettamente che vi sono persone che stanno facendo dei sacrifici enormi e ognuno di noi ha una responsabilità sociale. Non si può giocare con il covid".

c.c.
Manca poco all'edizione 2021 della Giornata delle Marche. La festa che, da 17 anni, celebra il senso di appartenenza a un territorio, la condivisione di valori tramandati da generazioni e custoditi anche fuori dai confini regionali, approda quest'anno a Castelraimondo venerdì prossimo.

Al Lanciano Forum saranno premiati i “Marchigiani vincenti: esempio di sacrificio, coraggio e passione”. Questo, infatti, il titolo dell'edizione che premierà gli sportivi di questa terra che si sono distinti in un anno d'oro per l'Italia.

Il "Picchio d'oro" andrà al tecnico della Nazionale di calcio, Roberto Mancini, che ha vinto gli Europei. A Gianmarco Tamberi, medaglia d'oro alle Olimpiadi di Tokyo, andràil premio del Presidente della Regione Marche, e a Valentino Rossi, il premio alla carriera.
Accanto a loro anche altri riconoscimenti ai marchigiani che si sono distinti in ambito sportivo.

“Abbiamo scelto di celebrare i marchigiani vincenti – spiega il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli – e i valori di cui essi si sono fatti portatori, che rispecchiano pienamente le caratteristiche della comunità marchigiana che con sacrificio e coraggio e un forte senso di attaccamento, dopo aver affrontato un lungo periodo di difficoltà, dovuto prima al sisma e poi alla pandemia, sta rispondendo con impegno e determinazione, contribuendo anche al rilancio del nostro territorio. Abbiamo deciso di organizzare quest’anno la Giornata delle Marche nella zona del cratere sismico, un segnale per noi importante in un territorio che rappresenta l’esempio più forte della necessità di rilancio e di ripartenza. Ogni cittadino marchigiano – continua il presidente Acquaroli – può fare la differenza ed essere esempio di coraggio e determinazione nel proprio campo, sia esso imprenditoriale, professionale, pubblico, economico, sociale, culturale, sportivo. Vogliamo celebrare, attraverso alcuni esempi illustri, la tempra e le qualità che ciascun marchigiano sa interpretare al meglio affinché la propria azione sia ‘vincente’ in ogni settore sia essa messa in pratica”.

Alla manifestazione è prevista anche la partecipazione della presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati e del sottosegretario allo Sport Valentina Vezzali.

GS
Ha fatto tappa a San Severino la campagna di ascolto avviata dall’assessore regionale alla sanità, Filippo Saltamartini, propedeutica alla stesura della bozza del nuovo piano sanitario. Con lui, anche il vicepresidente del consiglio regionale, Gianluca Pasqui e i consiglieri regionali Elena Leonardi e Renzo Marinelli. Presenti anche il sindaco di San Severino, Rosa Piermattei, l’arcivescovo della diocesi di Camerino-San Severino, Francesco Massara insieme ad altri sindaci, associazioni e comitati.

Prima di comunicare alcune importanti novità per la struttura del Bartolomeo Eustachio, Saltamartini ha fatto il punto della situazione per ciò che concerne i servizi offerti dal nosocomio. “A San Severino - ha ricordato - ci sono 78 posti letto ripartiti tra medicina generale, lungodegenza e chirurgia generale. Poi ci sono alcuni reparti specialistici, come l’oculistica che copre anche Macerata e Civitanova. La notizia positiva che vi comunico oggi è che attualmente ci sono 4 medici e sta partendo un avviso per assumerne altri due. Un altro reparto importante è l’oncologia. La dottoressa Ferretti ha in arretrato 294 giorni di ferie che deve sfruttare e andrà in pensione il 1 maggio 2022. La sua missione non può essere allungata ma abbiamo assunto in tutta la Regione 15 oncologi e lei, quindi, sarà sostituita. Inoltre, per aumentare il servizio, sono state avviate trattative per portare a San Severino l’istituto oncologico”.

Saltamartini ha anche ricordato l’Hospice e i vari servizi ambulatoriali ponendo infine l’accento sull’emergenza relativa alla carenza dei medici di base. Problema ancora più accentuato nelle aree interne, ecco perché c’è già una proposta di legge regionale firmata da Pasqui che dovrà essere discussa in commissione sanità, per prevedere dei benefit relativamente ai servizi, da dedicare ai medici che da fuori vengono nel territorio dell’entroterra a svolgere la propria professione.

È intervenuto anche monsignor Massara ricordando che “la ricostruzione fisica dopo il sisma va accompagnata da una ricostruzione sociale. Sono confortanti le notizie che ha portato l’assessore e sono assolutamente d’accordo con l’idea di trovare incentivi per attrarre nuovi professionisti. È importante che negli ospedali si offrano prestazioni di base, ma devono esserci anche delle specialistiche che possano diventare di attrazione per la regione e non solo. Maggiori servizi significa maggiori opportunità per questo territorio”.

Gaia Gennaretti
“Abbiamo dato voce alla richiesta di un territorio che vuole tornare a vivere”. Lo ha detto Romano Carancini, dopo l’interrogazione presentata al Consiglio regionale in merito agli impianti sportivi di Ussita. Arriveranno finanziamenti per circa 25mila euro per il campo sportivo del paese: Visso, che dopo il sisma del 2016 aveva perso il suo stadio, potrà quindi ripartire dal campo di Ussita nella prossima stagione sportiva. Un ritorno in campo dopo l'esodo che ha costretto la società calcistica a giocare tra Macerata, a Collevario, e Camerino, agli impianti universitari.

“La squadra è pronta ma senza un campo non potremo partecipare al campionato e il silenzio tornerà a regnare come sempre. Serve un’anima buona che ci aiuti”. Era stato questo l’appello che Bruno Galletti, ex giocatore e ora dirigente della società calcistica “Visso 1967” aveva lanciato un mese fa. Ora la risposta delle istituzioni. Carancini ha spiegato: “Il mondo dello sport ‘minore’ ha bisogno delle sue strutture. Il campo di Ussita ha bisogno di interventi per permettere al Visso di tornare a giocare. Raccogliendo l’invito di Galletti abbiamo ritenuto fosse giusto presentare all’amministrazione regionale la questione. Il presupposto fondamentale deve essere quello che vede il campo sportivo di Visso come sito per le SAE a seguito del terremoto. La società ha bisogno di una struttura e ha diritto di tornare a giocare. Siamo contenti che l’assessore Guido Castelli abbia colto il punto dell’interrogazione e che si sia impegnato a mettere sul piatto circa 25mila euro per la riqualificazione del campo di Ussita. Credo – ha concluso Carancini – che sia un piccolo ma importante segnale di vicinanza e di impegno nei confronti di un territorio che ha sofferto molto: la ricostruzione passa anche da qui”.

l.c.
San Ginesio è uno dei 44 Comuni della Regione Marche più fortemente colpiti dagli eventi sismici verificatisi nel 2016; i gravi e diffusi danni a tutto il patrimonio pubblico e privato, registrati dopo il sisma, si sovrappongono alle emergenze legate alla fragilità del territorio, la cui notevole estensione territoriale, che comprende, oltre al capoluogo, numerosi nuclei storici sparsi, comporta lo studio di specifiche soluzioni, atte a consentirne la riparazione e la ricostruzione. Con l’ordinanza del Commissario di Governo per il Sisma n. 107 del 22 agosto 2020 vengono varate le “Linee Guida sui Programmi Straordinari di Ricostruzione, indirizzi per la pianificazione e ulteriori disposizioni di accelerazione della ricostruzione privata” secondo cui, come descritto nell’art. 1 “i P.S.R. definiscono il quadro organico delle attività relative alla ricostruzione e contengono indirizzi, criteri, prescrizioni e ogni altro elemento ritenuto utile a favorire speditezza, efficacia e qualità della ricostruzione, tenuto conto delle peculiarità dei territori. Essi hanno natura programmatica ma possono contenere scelte aventi efficacia di variante urbanistica”.

In una comunicazione inviata al Commissario Straordinario per la ricostruzione Giovanni Legnini, al Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, all’Assessore regionale Guido Castelli e al Sub Commissario per la ricostruzione Gianluca Loffredo, il Comune di San Ginesio ha formalizzato la propria candidatura al PSR (Programma Straordinario per la Ricostruzione) quale programma pilota ad indirizzo culturale per la Regione Marche.

Successivamente, il Decreto n. 98 del 5 marzo 2021 del Commissario Straordinario Ricostruzione Sisma 2016 affida all’INU-Istituto Nazionale dell’Urbanistica, ente di alta competenza in materia di studi urbanistici ed edilizi, l’incarico finalizzato a garantire e sviluppare il monitoraggio e l’assistenza nell'esercizio delle funzioni comunali di pianificazione e di programmazione territoriale, in attuazione di quanto previsto dalla stessa ordinanza commissariale.
La redazione del PSR comporta quindi la costruzione di un quadro conoscitivo di contesto che tenga conto non solo del danno riportato dal sisma ma anche delle condizioni sociali ed economiche del territorio, al fine di delineare un documento che guidi una ricostruzione orientata allo sviluppo.

Il Programma Straordinario di Ricostruzione rappresenta l’opportunità per risolvere le criticità che rallentano l’avvio della ricostruzione sia pubblica che privata, e fornisce gli strumenti per la definizione di una strategia in grado di garantire la rinascita del paese, facendo leva anche su temi come lo sviluppo economico e la promozione territoriale, in sinergia con le politiche nazionali e regionali.
Il processo di ricostruzione potrà essere così l’occasione per sperimentare nuovi modelli di attrattività delle aree interne, dei piccoli comuni e dei borghi storici, rispettosi dell’identità dei luoghi, ma al tempo stesso capaci di definire un nuovo modo di abitare, basato sulla qualità architettonica, sulla efficienza antisismica ed energetica dei fabbricati, sulla diffusione della cultura e della infrastrutturazione digitale, sulla qualità paesaggistica ed ambientale.

Salmoni Legnini Ciabocco Castelli

La redazione di un P.S.R. che assurga a “caso studio” in grado di costituire il documento pilota della ricostruzione nelle Marche, rappresenta una valida opportunità per il rilancio della città, nonché occasione di prestigio per il Comune di San Ginesio, che sin dai primi momenti ha dimostrato resilienza e prontezza nell’affrontare i temi della ricostruzione.
Nell’ambito della Masterclass del GINESIO FEST del 25 agosto dal titolo “la cultura rigenera San Ginesio” si è voluto fortemente ribadire il concetto che la cultura può rappresentare il motore di una rigenerazione e di un diverso sviluppo delle nostre città e già in quell’occasione il Sindaco di San Ginesio ha proposto al Commissario Legnini e alla Regione Marche che sia proprio il PSR di San Ginesio, vista l’intensa attività culturale e le esperienze maturate dal sisma ad oggi, a costituire il programma pilota rigenerativo culturale per le Marche, con questo specifico indirizzo della strategia di sviluppo.
Lo step successivo sarà rappresentato dalla costituzione da parte del Comune di San Ginesio di un gruppo di lavoro interdisciplinare al fine di affrontare le istanze contenute nella sopracitata ordinanza n. 107/2020, che interloquisca con la Struttura Commissariale, con l’USR e con l’INU, e porterà alla redazione di un documento che abbia i requisiti proposti avvalendosi di una struttura ad hoc che sarà composta da diverse figura professionali, quali ad esempio: cabina di regia per la funzione di coordinamento; tecnici con comprovata esperienza nel settore della pianificazione che guidino la redazione del PSR nelle varie fasi, comprese le modifiche e le evoluzioni che per sua natura il documento possa richiedere nel tempo; tecnici che collaborino attivamente alla redazione del documento e forniscano il supporto necessario in tutte le fasi; figure di collegamento con le altre azioni intraprese dall’amministrazione; esperti di politiche culturali ed esperti di processi partecipativi.
Le attività sportive come via per un ritorno alla normalità. Per questo è nato “Sport a Treia” che, dopo il successo del 2020, ha replicato le sue fortune anche in questo 2021. Un anno forse addirittura più duro a causa del Coronavirus. Scacchi, Nordic walking, Aikido. In presenza, ma anche in “smart”: durante il periodo delle zone a rosse, arancioni e gialle, infatti, tablet e smartphone hanno permesso ai cittadini di fare attività ricreativa anche all’interno delle proprie case.

Quasi mille persone, a partire dalla scorsa primavera, si sono impegnate a combattere la sedentarietà grazie alle giornate organizzate dal Comune treiese insieme all’U.S. Acli, al circolo La Torre Smeducci e all’Associazione Green Nordic Walking.

“Da due anni la Regione finanzia questo progetto: noi ne siamo molto soddisfatti – ha detto il vicesindaco di Treia, David Buschittari –. Siamo partiti da giugno con il Nordic Walking a San Lorenzo e le camminate, su cui è spiccato il percorso dell’Antica Via Lauretana, poi l’Aikido, gli scacchi. Tante le ore dedicate ai nostri cittadini, che hanno aderito in massa confermando la bontà del progetto. La speranza – conclude Buschittari – è che la Regione decida di finanziarlo nuovamente anche l’anno prossimo, vista la grande affluenza di pubblico”.

l.c.

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