Un’attesa destinata a finire presto, quella per la ricostruzione del complesso di Sant’Agostino a Visso. È arrivata stamattina, infatti, la firma del contratto con la ditta che si occuperà dei lavori di ricostruzione e di miglioramento sismico nell’ex chiesa nel centro storico vissano, del suo chiostro e degli edifici abitativi che la circondano. Le imprese che seguiranno i lavori avranno tre mesi da oggi per allestire il cantiere e dare il via alle opere. L’arcidiocesi di Camerino-San Severino segue gli sviluppi con grande interesse, visto che prima del sisma all’interno dell’ex chiesa era allestito il museo civico diocesano di Visso e tra gli edifici annessi è presente anche la residenza del parroco, don Gilberto Spurio.

Per quello che riguarda le cifre, si parla di un intervento consistente. Ammonta infatti a oltre cinque milioni di euro, di cui 4,2 destinati proprio all’esecuzione dei lavori, il contributo concesso dalla struttura commissariale. Gli edifici, di proprietà dell’Ente Santuario di Macereto, seguiranno le procedure dedicate alla ricostruzione privata, disciplinate dall’ordinanza 19 del 2017. Ad occuparsi della progettazione è stato lo studio Archliving, mentre ad eseguirli sarà il consorzio di imprese Atlante. Una società composta, tra le altre, dalle imprese MG Restauri di Teramo e ItalCed di Milano. A dirigere i lavori sarà l’ingegner Giulio Rosi.

Si è conclusa dunque la parte burocratica. L’attesa durerà ora al massimo fino al prossimo autunno. Presto i cittadini di Visso potranno vedere in azione i mezzi nel loro centro storico, al lavoro in uno dei luoghi simbolo del comune dell’Alto Nera.

l.c.
Si è celebrata lunedì mattina la santa messa di precetto pasquale interforze nella basilica di San Venanzio, a Camerino. Hanno partecipato l’arma dei carabinieri, la guardia di finanza e la polizia municipale. La celebrazione è stata presieduta dal cappellano militare, don Nicola Masci, e concelebrata dal parroco don Marco Gentilucci. Erano presenti anche quattro classi delle scuole primarie di Camerino, accompagnate dai loro insegnanti, e un discreta presenza di fedeli.
Dopo il salvataggio, la cura. Due settimane di intenso lavoro al Museo dell’arte recuperata di San Severino Marche, dove l’équipe di allievi dell’Istituto Centrale per il Restauro di Roma (ICR del Ministero della Cultura), insieme alle loro docenti, ha messo mano ad alcune delle opere esposte nelle sale e in altre custodite nell’immenso deposito allestito al palazzo arcivescovile. Sculture in legno, tabernacoli e tavole. I ragazzi della scuola di alta formazione impegnati a San Severino sono al secondo anno del corso di restauro e si occupano di manufatti scolpiti in legno. È stato questo, quindi, il settore che li ha visti impegnati in quindici giorni di lavoro a ritmo serrato.

Un banco di prova estremamente formativo, quello del museo dell’arte recuperata. Questo per la «grande varietà di casistiche che si presentano di fronte ai restauratori – spiegano le funzionarie restauratrici e docenti dell’ICR, Serena Sechi e Patrizia Giacomazzi –. L’unicità di queste due settimane sta proprio nell’estrema diversità delle condizioni delle opere su cui abbiamo lavorato: i pezzi sono di epoche diverse, vengono da zone diverse, hanno subito danni diversi e, di conseguenza, necessitano di cure diverse. Questo significa che il nostro lavoro è stato tutt’altro che standardizzato. Il legno è per definizione un materiale “vivo”, che continua a muoversi per le diverse condizioni di umidità e di conservazione: per questo, nonostante ci siamo occupati di pronto intervento conservativo delle sculture e la messa in sicurezza delle parti danneggiate, sono stati comunque lavori di primaria importanza. Oltre a questo c’è stato anche un meticoloso lavoro di analisi e lettura dell’opera e del degrado: ciascun pezzo passato sotto le nostre mani è stato schedato, sono stati descritti i danni subiti e gli interventi realizzati in passato e quelli da prevedere nel futuro, coadiuvati dalle indagini diagnostiche. Contrariamente a quello che comunemente si è portati a pensare, il restauro è un la-voro scientifico più che artistico».

Quella con l’Istituto Centrale per il Restauro è solo una delle convenzioni che l’arcidiocesi di Camerino e San Severino ha stipulato con enti accademici e formativi. Gli studenti possono così lavorare sul campo, prestando le loro cure a un patrimonio che ne ha estremamente bisogno. Le opere, per contro, finiscono tra le mani dei pochissimi giovani selezionati dall’Istituto.

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Nella foto, gli studenti dell'ICR Irene Dies, Daniela Durante, Cheyenne Fabbri, Alessandro Natale, Valentina Serenella. Con loro le docenti, Patrizia Giacomazzi e Serena Sechi

l.c.
Il Programma straordinario di ricostruzione di Camerino ha ottenuto il parere favorevole della Commissione permanente composta dai vari rappresentanti dei ministeri, della Soprintendenza, della struttura commissariale, della Regione e dell'USR. Presentato dall'amministrazione comunale nel dicembre 2020, al PSR manca ora solo l'atto formale dell'approvazione con decreto da parte del Governatore delle Marche Francesco Acquaroli, vicecommissario alla ricostruzione. 
"Un passo in avanti per tutta la comunità" l'ha definito il sindaco Sandro Sborgia aprendo l'incontro pubblico servito ad illustrare lo stato dell’arte, i progetti in fieri della ricostruzione di Camerino e le sfide future, da affrontare insieme alle istituzioni e alla collettività. 
In presenza all'Auditorium Benedetto XIII, o collegati dal canale You Tube, molti  cittadini camerti hanno seguito con interesse l'assemblea che ha riunito al tavolo i suoi principali protagonisti.
Nel segno della collaborazione corale che caratterizza tutto il percorso di ricostruzione della città ducale, accanto al sindaco Sandro Sborgia sono intervenuti il rettore dell’Università di Camerino 
Claudio Pettinari, l'Arcivescovo Francesco Massara e l'architetto Francesco Karrer . Il prof Karrer guida il team di esperti incaricato della redazione del documento direttore e della realizzazione dei Piani attuativi relativi a parte del centro storico, al quartiere San Giorgio-Vallicelle e alle frazioni di Arnano, Sant’Erasmo, Calcina, Nibbiano e Piegusciano.
Il sindaco Sandro Sborgia ha detto di aver ritenuto doveroso tornare a condividere quanto fatto, quanto in corso e quanto da farsi.
"Lavoro complicato e difficile che, insieme a tutti gli altri attori della ricostruzione, abbiamo cercato di rendere il più fluido possibile con tanto sacrificio e tanta forza di volontà. Lungi dall’essere un momento celebrativo per tirare bilanci o resoconti  - ha affermato – l’incontro di oggi è solo di condivisione. Di sicuro potevamo fare di più e meglio ma siamo consapevoli di aver fatto il possibile; penso che il lavoro fatto sia diretto a far sì che questa ricostruzione, che per tanto tempo ha stentato a decollare e che oggi vede i primi passi, potrà essere sicuramente portata a compimento anche in tempi ragionevoli".
Il rettore di Unicam Claudio Pettinari ha ringraziato le amministrazioni comunali, con le quali in 5 anni l'ateneo ha lavorato in sintonia: "Di problemi ce ne sono stati tanti ma ogni volta ci siamo seduti ad un tavolo e abbiamo cercato di risolverli- ha detto evidenziando che tutto il recupero che si fa è per riconsegnare ai giovani la speranza per un futuro sul territorio. "La prima ricostruzione che dobbiamo fare è del tessuto sociale e delle persone che debbono abitare questi territori. Non era così scontato che una istituzione come l'università dopo quello che è accaduto potesse rimanere. Noi che siamo la più grande azienda di questo territorio, giorno dopo giorno ci troviamo a competere con 80 atenei italiani che hanno risorse e strumenti incredibili per attrarre. Mantenere un ateneo qui non è qualcosa di semplice. Prima cosa su cui abbiamo puntato è stato rafforzare la valenza scientifica dell'ateneo; ci siamo fatti i muscoli e alla fine abbiamo ottenuto dei risultati che hanno consentito di accreditarci sul panorama nazionale. Sentire il Commissario europeo Gentiloni definire l'Università di Camerino un'eccellenza italiana ed europea di fronte ad una platea di 80 rettori, deve farvi sentire tutti orgogliosi come lo sono stato io". Secondo impegno di Unicam  è stato quello di realizzare delle strutture che prima non c'erano, in grado di aumentare il valore e la qualità dell'ateneo. Pettinari si è poi soffermato sulla terza operazione iniziata nel marzo scorso, cioè il recupero di strutture universitarie interne alla città che saranno funzionali per la ripresa e lo sviluppo economico, turistico e sociale di Camerino. "Questo è quello che faremo nel breve; come Unicam mi auguro di poter partecipare ai momenti di costruzione della città del domani. Una città che dovrà essere smart ma che deve essere vissuta e popolata".
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Fare massa critica, pur nella diversità di opinioni personali, è stato anche il leit motiv dell'arcivescovo Francesco Massara: "Tutti ci stiamo chiedendo che ricostruzione vogliamo fare e dove vogliamo andare: io sono dell'opinione che non si può fare un recupero strutturale senza pensare ad una ricostruzione economica e sociale. Le tre ricostruzioni vanno insieme, altrimenti, potremmo rimettere a posto anche tutte le abitazioni ma avremo solo case vuote. Ognuno ha diritto a tornare fra le proprie mura ma occorre che la ricostruzione sia accompagnata da quella sociale ed economica. E dobbiamo lavorare tutti insieme; le opinioni diverse sono una ricchezza ma debbono poterci aiutare alla ricostruzione mentale e comunitaria. Inutile negare che la ricostruzione materiale incontri delle difficoltà anche notevoli, nella programmazione dei progetti, nei passaggi burocratici, nel problema delle macerie ancora irrisolto, in quello delle imprese e degli operai, nel caro prezzi e nella carenza dei materiali. Le difficoltà ci sono ma non dobbiamo scoraggiarci ed è per questo che serve lavorare insieme. Se ognuno lavora per sé, se ci facciamole piccole guerre tra di noi, non arriveremo da nessuna parte. Pur nella diversità di pensiero, la città deve lavorare insieme. Questo è importante per la ricostruzione materiale e per la stessa ricostruzione sociale. Sappiamo bene che la ricostruzione sarà lunga ma in primo luogo dobbiamo pensare a far innamorare i nostri ragazzi della città- ha sottolineato Mons. Massara-,  altrimenti  avranno case riparate ma non ci torneranno. Lavoriamo dunque affinché possano veramente partire i cantieri; intanto qualcosa di buono sta uscendo. Al seminario si sta lavorando per realizzare la casa per sacerdoti anziani e soprattutto il centro Pastorale e l'oratorio destinato ad accogliere i ragazzi  che per il prossimo autunno, speriamo di vedere già aperto insieme ai campetti". Come illustrato più tardi dall'ing. Carlo Morosi, responsabile tecnico per la progettazione Ufficio ricostruzione della diocesi, a gennaio potrebbero partire i lavori anche per il recupero del palazzo arcivescovile.  Tuttavia, la ricostruzione delle tante chiese lesionate, incontra delle forti criticità dovute a schede parametriche non corrispondenti al valore dell'edificio ecclesiastico da recuperare e ai costi effettivi dei lavori da eseguire È stato poi assicurato che tutte le chiese delle frazioni rimaste fuori dal piano dell’ordinanza 105, verranno inserite in un secondo piano. " Ci stiamo davvero mettendo tutte le nostre energie - ha concluso il vescovo Massara - . Le chiese vanno recuperate ma a me preme soprattutto recuperare anche le strutture che possano servire ai giovani come punto di riferimento e di ritrovo. E in questo senso, a breve riapriranno per i ragazzi i locali di San Venanzio. Perché  il futuro di queste città sono i giovani e dobbiamo fare in modo che possano rimanere.  Il contributo dei cittadini è importante perché aiuta a migliorarci. Siamo qui per lavorare  ma è importante camminare insieme. Il nostro interesse è ridare una speranza. Aiutate anche me a fare bene la ricostruzione".  
Lo stato di avanzamento del processo di ricostruzione, è stato approfondito dal consigliere comunale delegato Luca Marassi, ricordando anche la definizione delle perimetrazioni dell'agosto 2019 seguita a settembre dalla presentazione della costituzione degli aggregati e, due mesi dopo, da quella del Piano Straordinario di ricostruzione che per essere istruito e deliberato ha richiesto 11 mesi, ottenendo solo due giorni fa il parere favorevole della Commissione permanente. Marassi ha preannunciato la stipula di una imminente convenzione con l'università per individuare insieme le linee guida e le attività strategiche per il rilancio socio economico di Camerino :"Adesso è il momento di cominciare a pensare a rilanciare il territorio- ha dichiarato-. La sfida è rendere questa città viva ".
Quanto  ai numeri della ricostruzione privata ad oggi, a fronte di 1960 edifici privati inagibili, tra già finanziati o in attesa di esserlo, Camerino ad oggi ha 513 progetti finiti e caricati nella piattaforma. Sono inoltre 42 i privati che hanno rinunciato al contributo statale per vari motivi  e alcuni di essi,  per accelerare la ricostruzione di abitazioni con danno lieve hanno preferito la strada del 110 per cento. In seguito alla richiesta della struttura commissariale si sono inoltre aggiunte 1271 manifestazioni formali di volontà a ricostruire; secondo il calcolo dell'amministrazione ne mancherebbero all'appello 181 ma di questi circa 100 sarebbero edifici pubblici o di proprietà di enti. Data la scadenza prorogata al 15 dicembre Marassi ha sollecitato i privati a farsi responsabili nell'esprimere questa volontà di ricostruzione del proprio immobile. La data è perentoria e, chi non lo farà non potrà poi ricostruire.
Seguita da una stabilizzazione la rapida ascesa notata a settembre/ottobre 2020 nella presentazione dei progetti della ricostruzione leggera, mentre sulla scia dell’ordinanza 100 il trend in crescita ha riguardato i progetti di quella pesante. La maggior parte dei progetti (389) riguardano le frazioni, pochi invece quelli del centro storico. Camerino vede già decretati e finanziati  123 milioni di euro di ricostruzione privata. Se a maggio 2019 i cittadini che percepivano il contributo autonomo di sistemazione erano circa 3000, oggi ne sono 1800; c'è infatti chi è rientrato nella propria abitazione ma anche chi, avendo deciso di acquistare una nuova casa  si è trovato a fare le spese col gap legislativo che gli ha fatto perdere il cas. Ad oggi 262 sono gli edifici decretati e i cantieri avviati e 156 gli edifici già riparati, la maggior parte dei quali si trovano nelle frazioni. Nel numero di decreti rilasciati e cantieri che possono iniziare, Camerino è il terzo comune delle Marche dietro a San Severino e Tolentino. 
La  stima dice che per la sola ricostruzione privata di Camerino lo stato dovrebbe alla città 800 milioni di euro.
Il punto sullo stato delle messe in sicurezza in centro storico è stato fatto dalla consigliera Anna Ortenzi. “Siamo ormai alla fine – ha detto-; restano 4 edifici la cui demolizione va fatta con smontaggio controllato e che condizionano la completa riapertura di via Lili e in parte di via Favorino. Si tratta di palazzo Napolioni e dell’immobile finale di via Lili vicino al Liceo: in quest’ultimo caso c’è il progetto ma manca ancora il nulla osta della Soprintendenza. Gli ultimo 2 progetti di demolizione controllata sono in via Varino Favorino; anche qui il progetto c’è ma è da trasmettere alla protezione civile il quadro completo delle liberatorie dei privati. Via Bongiovanni invece è agli stati finali, manca solo la chiesa di san Francesco per la quale c'è l'autorizzazione della soprintendenza e a breve dovrebbe andare in appalto insieme all'aggregato edilizio del Pincetto i cui proprietari hanno messo per iscritto la volontà di demolire .e depositeranno il progetto entro l'anno. Quindi,  hanno chiesto di non procedere alla  messa in sicurezza dello stabile. Potremmo dunque presto riaprire la via sulla quale si trovano diversi  appartamenti agibili che potranno essere di nuovo abitati. Positiva la situazione anche per via Costanza Varano e via Morrotto; tutti gli appalti precedenti sono conclusi; è in corso solo l'ultimo che riguarda il Palazzo della Musica, la muratura e l'arco e la casetta sottostante al palazzo stesso. Dopodiché tutta la strada potrà essere riaperta, seppure sempre in coordinamento con la demolizione del Betti che sovrasta la via da un lato”.
Primo incontro con la cittadinanza per il prof. Francesco Karrer, il cui intervento è servito ad illustrare il lavoro portato avanti finora dal suo team. L’architetto ha tenuto a sottolineare la dimensione sociale dell'intervento di ricostruzione. “La dimensione culturale umana è assolutamente fondamentale riconoscerla e ritrovarla nei suoi valori e nei suoi segni quotidiani. Al gruppo di progettazione che io coordino è stato affidato il compito di studiare i Piani attuativi di ricostruzione che altro non sono che una visione unitaria espressa attraverso un documento unitario. Non un intervento edilizio diretto, ma un intervento edilizio mediato da una previsione unitaria. Una perimetrazione corrisponde alla identificazione di un ambito potenzialmente omogeneo con determinate caratteristiche ivi comprese quelle talvolta espressamente sociali. Abitare è come dire possedere, non solo materialmente ma in quanto uno spazio lo si vive e lo si abita. Ci vuole rispetto di chi abita quei luoghi e l'atteggiamento che io tengo è di avvicinarmi anche con una certa umiltà; quei luoghi sono di qualcun altro e io cerco di interpretarne  con lui le esigenze e provare a migliorarli. Questo è l'atteggiamento. Noi siamo stati incaricati di studiare i piani  attuativi di una porzione del  centro storico e di alcune frazioni e quartieri. Con coraggio l'amministrazione ha voluto escludere una parte del centro storico dall'intervento preordinato delle perimetrazioni e lasciare ai singoli la libertà di intervenire.
Ai bordi- ha continuato Karrer - ci occuperemo di Borgo San Giorgio il cui agglomerato incorpora un pezzetto di centro storico e nel processo di ricostruzione questo elemento va valorizzato. Poi ci sono le frazioni che sono delle dimensioni e dei mondi diversi. Da un lato prevale l'esigenza di ridisegnare una piazza e un elemento di aggregazione,  dall'altro ci sono  Borgo San Giorgio e  Vallicelle che vanno  ricostruiti in una logica nuova, ridando una forma all'insieme”.
Vie di fuga  da ridisegnare, nuove occasioni di paesaggio  e punti di vista inaspettati possono aprirsi in centro storico in particolare da via Pieragostini. E per la Vallicelle del domani, un’edilizia garbata di case basse di due tre piani per un quartiere ripensato e rigenerato in maniera sostenibile. Ad illustrare lo stato dell'arte e il work in progress dell'università è stato poi il prorettore Vicario Graziano Leoni, seguito dall'ingegnere Carlo Morosi che ha rappresentato dei passi importanti che la ricostruzione degli immobili danneggiati di proprietà della Diocesi sta compiendo. 
c.c.
Una brutta pagina scritta dal governo di questo Paese e dalla Commissione Bilancio della Camera”. Così il sindaco di Camerino Sandro Sborgia nell’esprimere la sua profonda indignazione, condivisa da altri colleghi e cittadini delle zone del cratere dopo l'estromissione dal Dl Rilancio del pacchetto sisma contenente emendamenti utili a sbloccare la ricostruzione nell’Italia centrale “Quello che è successo nei giorni scorsi alla  Commissione Bilancio è qualcosa d’inaccettabile :si trattava di votare  l’inserimento di misure assolutamente essenziali, fondamentali per l'avvio della Ricostruzione, misure tra l’ altro concordate e condivise con il Commissario straordinario alla ricostruzione Giovanni Legnini, misure che andavano e vanno essenzialmente nella direzione di una ricostruzione veloce, di una ricostruzione seria e  questa volta possibile.  E’ stata scritta una brutta pagina nella storia di questo Paese- continua Sborgia-quello che è avvenuto purtroppo dimostra che non c’è l’interesse a ricostruire nel zone colpite dal terremoto del 2016;  dobbiamo innanzitutto capire come sia stato possibile che quel provvedimento non sia stato discusso e vogliamo capire in primis chi sono i responsabili. Adesso invitiamo e auspichiamo che in primis il Presidente del consiglio, Governo e ministri competenti, riparino  immediatamente a questo  pasticcio.  Debbono  immediatamente provvedere a rimettere al centro dell'attenzione quelle misure che sono fondamentali per la ripartenza di questi territori con la ricostruzione. Sono passati ormai 4 anni ed è necessario che sia avviata, altrimenti ci debbono dire che ricostruire non è nell'interesse del Governo e del Paese e allora  da quel momento in  poi prenderemo atto di questa di questa volontà.  Ma se la ricostruzione, così come è stato sempre detto in ogni circostanza, è nell'interesse di questo Governo e nell’ interesse di tutte le forze Parlamentari, è bene che gli emendamenti siano tradotti in provvedimenti di legge aventi forza esecutiva.  Detto questo – aggiunge il primo cittadino di Camerino- inaccettabili sono anche le polemiche strumentali. Utilizzare questo pasticcio per strumentalizzare la vicenda a fini  politici sulla pelle dei terremotati, credo che sia un atto di sciacallaggio e non può che  qualificare tutti coloro che  utilizzano questa brutta pagina per fare campagna elettorale: ne abbiamo visti tanti in giro e molti all’ opera verificandone la loro inadeguatezza e la loro inconcludenza,  quindi- ribatte Sborgia-  speculare adesso su questo guaio credo che sia un puro atto di sciacallaggio. Per tornare invece alla vicenda che ci interessa, è bene che il Presidente del Consiglio, avendo più volte dichiarato di essere estremamente determinato a condurre in porto la ricostruzione, intervenga immediatamente per ottenere che quel pacchetto di misure, volute e condivise dai sindaci e  concordate con la volontà del Commissario Legnini,  trovi la strada affinché possa essere attuato”. Quanto alla possibilità del forte atto di protesta della  riconsegna delle fasce tricolori al Premier  il sindaco Sborgia dice che è tra le varie opzioni che  testimoniano la determinazione dei sindaci a non mollare la presa “ ma è certo che percorreremo comunque ogni strada possibile per sensibilizzare il Governo a tornare sui propri passi, a cambiare rotta e a far sì che le popolazioni colpite dal terremoto tornino  al centro dell'attenzione del Governo. Così come è stata dimostrata attenzione  alla necessità che siano prese e attuate misure per i vari settori dell’ economia, proprio in funzione della ripartenza dell’ economia del nostro Paese- conclude Sborgia-  le zone terremotate debbono essere messe al centro dell'agenda di governo e al centro dei provvedimenti necessari perché  con la ricostruzione avviata ne gioverebbe l'economia Nazionale, ne gioverebbero i terremotati.  Non può pertanto assolutamente prescindersi dalla necessità che quel pacchetto di misure presentate, una volta per tutte, trovino la strada per essere approvate”.

Sulla stessa linea il commento risentito dell’Arcivescovo Francesco Massara che è a capo della diocesi più devastata di tutta l’ area del cratere. “ Che la Commissione Bilancio alla Camera e il Governo non abbiano preso in considerazione  il pacchetto sisma, significa estromettere e far rischiare il blocco della partenza della ricostruzione alla quale il Commissario Legnini sta dedicando il massimo impegno e la massima promozione  in tutte le zone del cratere.- afferma Mons. Massara-. Non è possibile che su 55 miliardi non si sia pensato, o non si sia voluto, dare un’ attenzione alle zone del sisma. Questo è inaccettabile.  La ricostruzione così non partirà mai.  A questo punto pretendiamo un incontro con il Presidente Conte e con chi rappresenta la Presidenza del Consiglio- ribadisce il vescovo-;  abbiamo tutto il diritto noi terremotati di sapere perché siamo tenuti fuori da questi provvedimenti così importanti che riguardano un territorio così esteso che copre tutta l’Italia centrale.  Abbiamo il diritto di poter rinascere dal primo terremoto del 2016 e da questo secondo terremoto che è il terremoto economico; noi non siamo cittadini di serie B- rimarca Massara-.  Siamo uguali a tutti gli italiani, per cui il presidente Conte deve ascoltare i sindaci, deve ascoltare le istituzioni, le associazioni tutte , deve ascoltare questo territorio che non può morire, perché fa parte dell'Italia. L'Italia è una, non è fatta a macchia di leopardo. Voglio che tutti sappiano che  il vescovo sarà sempre vicino a tutti i terremotati e seguirà con  grande attenzione questa situazione; i terremotati hanno diritto ad avere la loro la loro casa e a loro sarò sempre vicino e tutti i sindaci avranno il sostegno del vescovo nella battaglia per la rinascita di questo territorio. Queste terre martoriate non possono assolutamente morire, per cui chiedo la massima attenzione da parte del Governo verso la nostra gente -continua Mons. Massara-. Sono 4 anni che le persone attendono la ricostruzione e non si possono far morire le speranze delle comunità. Chiedo il massimo impegno da parte di tutti, ma soprattutto da parte del Governo e dei nostri rappresentanti in Parlamento. Non possiamo permettere che questo territorio muoia- ribadisce- Chiedo la massima attenzione a tutti i nostri rappresentanti al Governo e allo stesso Governo, perché la ricostruzione deve partire. E aggiungo che il Commissario Legnini  va sostenuto in tutte le proposte che in questo momento sta facendo in sede governativa; a lui dobbiamo il nostro grazie perché sta dando il massimo di attenzione e di amore verso questo territorio”.
Intanto il sindaco di Camerino ha fatto sapere che sono stati già sentiti alcuni importanti rappresentanti del Governo con i quali si è aperta una interlocuzione, affinchè il pacchetto di misure sia portato in aula e si provveda alla sua approvazione.
 c.c.





“E’ un servizio alla Chiesa. Collaboriamo tutti insieme e, sono sicuro che il Signore e la Madonna aiuteranno le due comunità”. Così l’arcivescovo di Camerino San Severino Marche Mons. Francesco Massara, subito dopo l’annuncio del suo doppio incarico che lo vede da oggi amministratore apostolico anche della diocesi di Fabriano Matelica, prendendo il posto di Mons. Stefano Russo.

La comunicazione ufficiale della decisione del Santo Padre proveniente dalla Nunziatura apostolica, è avvenuta in mattinata nella chiesa del Seminario. In Italia è in atto un processo di unificazione che continuerà ad interessare nel tempo anche tante altre diocesi. Camerino resta la sede primaria del vescovo e le due diocesi, seppure sotto un unico pastore, continueranno a portare avanti le reciproche amministrazioni in modo separato, alla luce della diversa conformazione territoriale che porterà alla revisione dei confini..

“ E’ l’inizio di un cammino di collaborazione che nella pratica ci porterà ad essere un tutt’uno- ha commentato Mons. Massara- . Come per tutti i passaggi, il cammino potrà avere qualche difficoltà iniziale ma l’importante sarà collaborare. Mi è stato chiesto di adempiere a questo servizio e nella Chiesa, la lezione è che anche se è demandato un grosso sacrificio, si è chiamati a farlo. Il messaggio che vogliamo far passare -ha sottolineato- è quello di un lavoro da fare insieme pur nelle diversità. Farò quello che ho sempre fatto: sarò parroco-vescovo e vescovo parroco”.


Positivo il commento della direttrice dei musei diocesani Barbara Mastrocola: “ A questo punto avremo tante opere d’arte da tutelare in collaborazione con i colleghi degli uffici dei Beni culturali di Fabriano e Matelica. Molto conosciuto il bellissimo Museo Piersanti di Matelica che da poco ha anche un nuovo direttore e credo che si possa instaurare un rapporto proficuo e di eccellenza. D’altra parte è anche vero che storicamente e artisticamente già dai tempi della Signoria dei Varano la vallata comprendente Matelica fino a Fabriano ha rappresentato un “unicum”. Si pensi dal punto di vista pittorico a Gentile da Fabriano e al collegamento con il nostro pittore del gotico Arcangelo Di Cola, per cui, questo passo di ulteriore avvicinamento, sarà fonte di un sicuro reciproco arricchirsi”.
C.C.

Papa Francesco  ha ricevuto questa mattina in udienza mons. Francesco Massara, arcivescovo di Camerino San Severino Marche. Tra gli argomenti al centro del cordiale colloquio, la situazione delle popolazioni colpite dal terremoto. Il presule ha avuto modo di farsi portavoce delle attese e delle aspettative delle persone, rappresentando al Santo Padre le forti criticità tuttora presenti nei territori martoriati dell'arcidiocesi e le profonde ferite che la sua gente porta nel cuore.

Massara Papa 2

 Momento toccante  e particolarmente apprezzato, quello della consegna delle letterine dei bambini della classe quinta della scuola elementare di Camerino.  I bambini si erano preoccupati di farle avere  all'arcivescovo Francesco nell'imminenza dello speciale incontro, racchiudendovi pensieri immediati, accompagnati da tutti i loro sentimenti, E Papa Bergoglio visibilmente emozionato, ha tenuto a conservarle, rinnovando i suoi messaggi paterni di sostegno e benedizione da inviare ai piccoli e a tutte le famiglie dell'arcidiocesi.   

"Un momento davvero profondo- ha sottolineato mons. Massara-  Con il Papa ho potuto condividere le sofferenze e le speranze di un popolo che ha saputo affidarsi a Dio nei momenti più difficili. Le lettere dei bambini sono diventate un motivo per rinnovare la speranza di un futuro migliore, una vicinanza a tutta la nostra gente che Papa Francesco, ricorda nella preghiera e con grande affetto ". 

Carla Campetella

 

A Serrapetrona tornano a risplendere 26 opere d’arte salvate dal sisma del 2016. Immagini ed arte sacra recuperate dalle chiese inagibili del territorio comunale, verranno esposte in mostra nella Chiesa di Santa Maria di Piazza, che riapre al pubblico sabato prossimo dopo i restauri del terremoto del 1997. 

Un progetto ambizioso per il quale hanno lavorato in sinergia l'Assessorato alla Cultura del Comune di Serrapetrona, con il coordinamento scientifico della Soprintendenza Archeologica, Belle arti e Paesaggio delle Marche, l’Arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche e la Parrocchia di San Clemente

Fondamentale il sostegno della Regione Marche e della Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata. 

Sabato 17 alle 17durante l’evento “Il Bello…della ricostruzione. L’arte salvata si mostra”, verranno rese visibili le opere e la Chiesa. Si tratta di una vera e propria restituzione alla città di tele e crocifissi a cui i residenti sono molto devoti, immagini patrimonio culturale e sociale della comunità, entrate a far parte per tanti anni della vita quotidiana dei cittadini, tornano ad essere nuovamente fruibili. 

Nell’edizione de L’Appennino Camerte della prossima settimana saranno pubblicate le foto dell’inaugurazione e un approfondimento con l’intervista al sindaco Silvia Pinzi.

 

Giulia Sancricca

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