È stato eletto con 291,83 preferenze, raggiungendo il 66,49% dei voti espressi. Seicentonovantuno i votanti, dei quali 364 appartenenti al corpo docente, rappresentanti di studenti e dottorandi e 227 appartenenti a personale tecnico amministrativo.
Il professore Graziano Leoni era l'unico candidato dopo che la candidatura di Flavio Corradini era stata dichiarata inammissibile in quanto lo statuto non prevede la rielezione di chi ha già svolto un mandato rettorale. L'ex rettore Flavio Corradini ha comunque fatto ricorso al TAR e la discussione collegiale nel merito è fissata per il prossimo 20 Settembre.
Leoni entrerà ufficialmente nel suo mandato il prossimo 1° novembre con il professore Emanuele Tondi, docente di geologia, che sarà vicino a lui nel ruolo di pro rettore Vicario dell'Università di Camerino.
«Sono grato alla comunità Unicam per la fiducia che ha deciso di accordarmi con il voto – ha dichiarato il rettore eletto Graziano Leoni, subito dopo la proclamazione – Mi accingo a guidare l’Università di Camerino per i prossimi sei anni con impegno, entusiasmo e dedizione: è per me un onore rappresentare l’Università di Camerino e per questo ringrazio tutti i colleghi del personale docente e ricercatore, del personale tecnico e amministrativo e gli studenti che mi hanno sostenuto. UNICAM siamo e saremo tutti noi, con il nostro lavoro, le nostre idee e soprattutto il nostro cuore, concretamente uniti».
Il prof. Graziano Leoni è prorettore vicario dal 1 novembre 2017, con delega alla ricostruzione, la sua attività di ricerca scientifica si focalizza su tematiche di interesse per le costruzioni tra le quali interazione sismica terreno-struttura, sistemi innovativi di protezione antisismica, vulnerabilità sismica di costruzioni esistenti. E’ autore di pubblicazioni su molteplici riviste internazionali, di presentazioni a congressi e riunioni scientifiche internazionali e nazionali. Partecipa alle attività di varie commissioni internazionali come membro effettivo e studioso corrispondente e svolge inoltre attività di revisione di articoli scientifici per numerose riviste internazionali.
C. C.
Impegnato nell’amministrazione del paese dell’entroterra dal 1980 al 2014, si era alternato tra il ruolo di sindaco, vicesindaco e assessore.
Il paese lo ricorda per l’impegno nei lavori che hanno permesso l’arrivo delle condotte idriche e del metano nelle contrade di campagna, così come per gli interventi alla viabilità di periferia. Nel 1991 fu il primo della provincia ad ospitare gli immigrati albanesi sbarcati al porto di Bari, dalla nave Vlora proveniente da Durazzo. Oltre 60 coloro che, per sua volontà e in accordo con la Prefettura, vennero ospitati nella casa alloggio del convento di Colfano.
Insieme all’allora sindaco di Caldarola, Fedro Buscalferri, fu il precursore della collaborazione tra i paesi che oggi vengono definiti “I 5 Comuni” tanto da impegnarsi per l’unico Istituto Comprensivo Simone De Magistris. I due, insieme, avviarono le associazioni di servizi ed il Conturi sport.
Decise prima di tutti ciò che oggi, dopo il sisma del 2016, molti sindaci hanno scelto di fare con le abitazioni danneggiate dalle scosse: nel 1997 Diletti ha acquisito con il comune le abitazioni disabitate del paese, le ha ristrutturate con i fondi della ricostruzione e trasformate nel patrimonio Erap. Una di queste, poi, divenne sede della protezione civile.
E come spesso accade nei piccoli comuni come quello di Camporotondo di Fiastrone, il sindaco era anche l’uomo, l’amico, il concittadino. Tutti ricordano il “sindaco barista”, davanti alla macchina del caffè del suo locale, l’unico del paese, che porta il nome di sua figlia Monia.
Nelle parole dell’ex sindaco Emanuele Tondi il ricordo che racchiude, forse, il sentimento di molti altri concittadini.
Tondi insieme a Diletti
«Caro Giorgio – scrive il geologo sui social - , voglio ricordarti così, nel tuo bar e con in mano una bella notizia sul tuo amato comune. Sei stato la prima persona che conobbi 22 anni fa a Camporotondo di Fiastrone, eri sindaco, sei stato il sindaco. Abbiamo condiviso tanto insieme, eri uno tosto, una persona di rara intelligenza. Lavorare con te, ma anche solo esserti amico, era molto stimolante, spesso sorprendente, a volte difficile ma mai noioso. Questa notte la passerò a ricordare tutti quei momenti, ansie, paure e soddisfazioni vissute da tuo vicesindaco. Mai avrei voluto ricevere una notizia del genere, un ultimo affettuoso saluto, caro Amico. Un abbraccio a tutti i familiari e, in particolare, a Monia e Anna».
GS
Inutile dire che le scosse, ben avvertite nell’entroterra Maceratese, hanno fatto tornare alla mente i brutti ricordi legati al sisma del 2016. E proprio a quella sequenza sismica, nonostante siano passati più di quattro anni, fanno riferimento le scosse degli ultimi giorni.
“La sequenza sismica del 2016 – dice il geologo e docente Unicam Emanuele Tondi - in realtà non è terminata. Come si può vedere dalla mappa, numerosi sono i terremoti verificatisi negli ultimi tre mesi in tutta l'area e la sismicità è ancora maggiore rispetto a quella che era tipica di quella zona precedentemente il 24 agosto del 2016. Le scosse di questi giorni rientrano in quella sequenza sismica, nella zona nord, quindi nella terminazione settentrionale dell’area interessata dai forti terremoti del 2016.
Ammetto – confida – che nell’ultima settimana sono stati diversi i cittadini che mi hanno chiesto spiegazioni in merito alle ultime scosse. Purtroppo quella zona potrà continuare a generare terremoti, anche più forti di quelle degli ultimi giorni, ma non come quelle principali del 2016”.
GS
Il timore che serpeggia è che le sequenze sismiche possano essere tra loro collegate e, soprattutto, che possa trattarsi di campanelli di allarme per episodi di maggiore violenza.
Al riguardo è intervenuto sulla propria pagina social il geologo Unicam Emanuele Tondi, direttore INGV dell'università di Camerino, che più volte ha espresso il proprio parere durante la crisi sismica del 2016.
“Nel caso di Cerreto possiamo parlare di un singolo evento sismico, seguito da una breve e poco energetica sequenza di aftershocks, nel secondo caso, quello di Sarnano, di un piccolo sciame sismico, in quanto si sono verificati due eventi principali seguiti rispettivamente da aftershocks - afferma il professor Tondi, che continua - Il contesto geologico e sismotettonico in cui si sono verificati gli eventi appena descritti è diverso, come per altro testimoniato dai meccanismi focali dei due eventi principali. A Fabriano si tratta di una faglia normale, localizzata nella crosta superiore e simile a quelle presenti lungo la dorsale appenninica che hanno generato gli eventi sismici del 2016. Mentre a Sarnano, che si trova nel settore esterno appenninico, la faglia è più profonda ed ha una componente sia trascorrente che inversa”.
Circa la possibilità che si tratti di eventi che anticipano terremoti più significativi il geologo parte da considerazioni di carattere storico.
“Il terremoto storico di riferimento per Fabriano è quello del 24 Aprile 1741, mentre per Sarnano è il terremoto del 28 Luglio 1799, tutti e due con magnitudo stimata circa 6,0. Questa è considerata la massima magnitudo possibile per le due aree. Gli eventi sismici di Fabriano e Sarnano sono stati generati da piccole faglie e, vista la distanza, possiamo affermare che non hanno una correlazione tra loro. Inoltre, sono localizzati all’esterno della zona destabilizzata dai forti eventi sismici del 2016 e quindi non appartengono a quella sequenza sismica.
Non possiamo sapere – conclude Tondi - se anticipano qualche cosa di più importante. generalmente no, ogni tanto si. Vale quindi l’unica raccomandazione utile e cioè di abitare e frequentare edifici non vulnerabili”.
Unicam investe ancora una volta nella sostenibilità ambientale. In particolare, il corso di laurea in “Scienze Geologiche e Tecnologie per l’Ambiente” torna ad essere erogato in lingua italiana con diverse novità e rinnovate competenze, con l’obiettivo di formare una figura professionale in grado di affrontare le nuove sfide ambientali e cogliere le opportunità di lavoro della “svolta green” dettata dalle principali economie mondiali.
“Nell’ambito del nuovo percorso formativo – sottolinea il prof. Claudio Di Celma, docente della sezione di Geologia di Unicam e responsabile del corso di laurea – lo studente acquisirà competenze specifiche per lo studio dei cambiamenti climatici e la mitigazione dei rischi da eventi naturali (idrogeologico, sismico, vulcanico, da inquinamento delle falde, dei suoli), che rappresentano tematiche chiave per una società più sicura e resiliente. Contestualmente, insegnamenti e percorsi specifici riguarderanno l’utilizzo sostenibile delle risorse (geofluidi, acqua, geotermia, nuovi materiali naturali, geoarcheologia), di fondamentale importanza in materia di transizione energetica ed economia circolare”.
Il nuovo percorso formativo è stato inoltre progettato in collaborazione con l’Ordine Professionale dei Geologi, per far sì che il laureato sia in grado di effettuare le indagini preliminari alla base della costruzione di edifici di qualsiasi genere e di opere infrastrutturali (ponti, dighe, gallerie, strade, autostrade, ferrovie, ecc.).
Un valore aggiunto per lo studente di Geologia di Unicam, la presenza di una sede INGV-Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, inaugurata di recente.
“Con l’obiettivo di contribuire alle attività di ricerca e di didattica della Scuola di Scienze e Tecnologie, la Sede INGV - afferma il prof. Emanuele Tondi, docente della sezione di Geologia e responsabile della sede INGV – favorisce le collaborazioni scientifiche nell’ambito dei rischi geologici e delle risorse naturali, rappresentando un’importante opportunità che consentirà al futuro giovane Geologo di svolgere esperienze di studio (stage, tirocini, tesi di laurea, alta formazione) in laboratori di eccellenza e in stretta collaborazione con i massimi esperti delle fragilità e delle risorse del nostro Pianeta”.
“Con questa nuova riorganizzazione – ha sottolineato il Rettore Unicam, prof. Claudio Pettinari – abbiamo voluto caratterizzare ancora di più e rendere più specifici i due percorsi di geologia e scienze naturali, dando così la possibilità agli iscritti di acquisire competenze molto più specifiche e professionalizzanti. L’Università di Camerino ha infatti scelto da tempo di proporre un’offerta formativa moderna e innovativa, frutto anche di confronti con il mondo imprenditoriale e delle professioni. Riteniamo estremamente importante, poi, rivolgere una attenzione particolare al territorio, alla sua sicurezza ed alla sua sostenibilità, attraverso la formazione di figure professionali competenti che siano in grado di fornire pareri e soluzioni adeguati”.
La nuova laurea triennale in “Scienze Geologiche e Tecnologie per l’Ambiente” ha una forte caratterizzazione internazionale, che comincia già in aula con la possibilità di frequentare i corsi di alcune discipline in lingua inglese e la presenza di ricercatori, docenti e dottorandi provenienti da diversi Paesi. L’opportunità di approfondire l’aspetto internazionale viene poi offerta dalla laurea magistrale (biennale) in “Geoenvironmental Resources and Risks”, completamente in lingua inglese, a cui sono iscritti numerosi studenti provenienti da tutto il Mondo.
C.C.
Puntuale come sempre il geologo Emanuele Tondi ha spiegato che si tratta di una ripresa della sequenza che nel 2016 aveva interessato la zona di faglia del Monte Vettore- Monte Bove.
Sul suo profilo Facebook ha infatti scritto: "La zona epicentrale è sempre quella della sequenza sismica iniziata 3 anni fa, il 24 agosto 2016 e culminata a fine ottobre dello stesso anno. La zona di faglia è, quindi, ancora quella del Monte Vettore-Monte Bove. Si tratta di una ripresa della sequenza, sempre possibile e che non era per nulla terminata. Negli ultimi 3 mesi, come nei mesi precedenti, si sono verificati numerosi terremoti, anche se molti non li abbiamo percepiti. Purtroppo, la zona destabilizzata è molto grande e la sequenza di aftershocks lunga. Inoltre, il terremoto di magnitudo 4.1 è seguito dai "suoi" aftershocks".
Dopo la scossa delle 2.02, infatti, ne sono seguite altre, tutte con epicentro Norcia, con una magnitudo compresa tra 2 e 3.2.
GS
Grazie alla collaborazione dei docenti della sezione di Geologia di Unicam, gli studenti avranno l’opportunità di raccogliere i dati direttamente sul campo con escursioni mirate, come quella dei giorni scorsi nell’altopiano di Colfiorito, guidata dal prof. Emanuele Tondi; impareranno inoltre ad interpretare i problemi geologici, a creare mappe geologiche e a scrivere un lavoro scientifico.
Coordinatori del progetto sono il professor Randy McBride per la George Mason University ed i professori Emanuele Tondi e Claudio Di Celma e il dott. Alan Pitts per Unicam, in collaborazione con lo spinoff di Unicam “Geomore”.
Il Prof. Tondi Emanuele con i ragazzi
“Le opinioni vanno espresse nelle sedi opportune. Il comitato è una mera iniziativa elettorale”. La pensano così Alessandro Delpriori, sindaco di Matelica, e Roberto Paoloni, sindaco di Belforte del Chienti, in merito al comitato costituitosi martedì a Roma fra una 70ina di primi cittadini del cratere.
Emanuele Tondi invece, sindaco di Camporotondo sarebbe favorevole, ma ha qualche riserva.
“Il comitato è una cosa profondamente sbagliata - afferma Delpriori - un comitato esiste già ed è quello istituzionale che la Regione riunisce quando ci sono decisioni importanti da prendere e quindi non capisco che motivo ci sarebbe di fare un ulteriore comitato. Magari chi ha promosso questa iniziativa avrebbe potuto partecipare alle riunioni già previste. Io la vedo come una mera iniziativa elettorale”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Paoloni che aveva partecipato alla prima riunione del comitato convocata a Camerino qualche settimana fa: “Ci sono diversi motivi per cui non sono d’accordo con questa iniziativa. Innanzitutto faccio un passo indietro alla prima riunione organizzata da Gianluca Pasqui. Ci sono andato, ho ascoltato, e ho detto già allora che qualcosa non funzionava. Ci sono dei ritardi nella ricostruzione - spiega - e delle difficoltà ed è giusto fare pressione su chi ci governa, ma dobbiamo farlo sui tavoli preposti. Lunedì ad esempio c’è stata una riunione alla presenza di Angelo Borrelli della Protezione Civile e del governatore Luca Ceriscioli, si discuteva di Cas, e Pasqui non c’era. Abbiamo avuto una grande opportunità - aggiunge - quando gli è stato affidato il coordinamento dei sindaci del crateri. Era stata una scelta giustissima di Anci ma quella opportunità non è stata colta e oggi si cercano escamotage diversi. Non è creando sottocomitati che siamo più forti. Per i comuni più colpiti bisogna fare qualcosa di diverso necessariamente, ma non dobbiamo dividerci”.
Per Emanuele Tondi invece c’è il desiderio di attendere i cambiamenti annunciati da Vito Crimi e le elezioni comunali: “Crimi e Farabollini hanno promesso delle modifiche alle normative per la ricostruzione che saranno inserite nel decreto Catania. Quindi ritenevo fosse il caso di aspettare queste modifiche che sono necessarie per far partire la ricostruzione. Quindi non sono contrario al comitato, anzi un coordinamento era auspicabile. Un’altra ragione - prosegue - è che siamo molto vicini alle elezioni, saranno a fine maggio ma già 40 giorni prima l’amministrazione ha dei poteri limitati. Si stanno definendo le liste e quindi in questo momento, anche per non strumentalizzare questa attività è preferibile aspettare”.
g.g.
Una scossa di terremoto di magnitudo 2.4 con epicentro nel territorio di Caldarola in una zona compresa fra le frazioni di Pieve Favera e Vestignano, al confine con il territorio di Cessapalombo, è stata registrata nella mattinata dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. La scossa ha avuto un ipocentro a circa 8 chilometri di profondità. E' l'ultimo episodio, in ordine di tempo, di una lunga sequenza iniziata qualche settimana fa e che negli ultimi giorni ha fatto registrare un continuo stillicidio di scosse che ha risvegliato nella popolazione una paura mai sopita. Solo spavento, dunque, ma nessun danno ulteriore a persone o cose.
"Si tratta di un'attività sismica assolutamente nella norma - dichiara il geologo Emanuele Tondi - Terremoti di quella magnitudo avvengono ovunque e in qualsiasi momento in Italia e dunque non hanno un significato particolare. E' chiaro che siamo tutti già provati dagli eventi sismici e quindi ci impressioniamo anche per scosse di tale magnitudo".
Si tratta di terremoti che rientrano nella sequenza sismica che si è già attivata?
"In realtà no perchè siamo fuori dalla zona istabile dopo i terremoti del 2016- continua il prof. Tondi - Bisogna comunque tener presente che la zona è stata in passato epicentro di terremoti piuttosto importanti come quello del 1799. Quindi si conferma il fatto che l'opera di prevenzione deve essere fatta in tempi di pace. Purtroppo ci dobbiamo preparare a futuri, non sappiamo quando, terremoti che si verificheranno nelle nostre zone".
Domenica 11 novembre si è tenuta nel piccolo comune maceratese la cerimonia annuale in onore della nascita del saggio Valmiki. Dai comuni limitrofi di Cessapalombo, Caldarola e San Ginesio, dove risiedono diverse comunità di indiani devoti al saggio, sono arrivati i fedeli insieme ad altri giunti anche da tutta Italia per rendere omaggio al santo nel capannone attrezzato a tempio, con canti, discorsi e un grande bhandara finale, un pranzo rituale offerto a tutti i partecipanti. Valmiki è un celebre cantore a cui viene attribuita la composizione del Ramayana, il più antico poema epico dell’induismo, risalente a oltre 10mila anni fa, Valmiki lo compose oralmente e per parecchi secoli fu ripetuto a voce da studiosi e saggi che lo imparavano a memoria. In esso vengono narrate le avventure del principe Rāma, avatāra di Viṣhṇu, ingiustamente esiliato e privato della sua sposa.
Alla cerimonia presenti anche diversi italiani che, a gambe incrociate e seduti sui pavimenti ricoperti di stoffe hanno avuto così il piacere di trovarsi in una atmosfera completamente indiana, con tutti i colori, gli odori ed i sapori dell’India.
Coloratissime le donne, agghindate negli abiti della tradizione, mentre i bambini giocavano vivaci in mezzo alla gente e gli uomini seri ma non troppo, coperti da turbanti e fazzoletti a mò di copricapo. A presiedere la cerimonia uno swami (monaco) con barba bianca e vesti ocra. La sala ha visto un continuo movimento di nuovi arrivati, oltre 200 le persone presenti, con volontari che offrivano il tipico “prasad” una pasta dolce ed acqua fresca. Il clou della festa ovviamente è stato il pranzo, ottimo e abbondante, pieno dei gusti dell’India, dal piccante al dolce e frutta compresa. Tutto innaffiato da acqua fresca vista la severa proibizione dell’alcol.
Alla cerimonia hanno partecipato anche il sindaco di Camporotondo Emanuele Tondi, il sindaco di San Ginesio Giuliano Ciabocco e l’architetto Antonello Andreani, vicepresidente del Club per l’Unesco di Tolentino.« La cerimonia di domenica è un bell’esempio di integrazione fra culture diverse – dice Andreani – un bel modo per superare le diffidenze. Il senso di pace e di accoglienza che si poteva respirare durante la cerimonia ne è d’insegnamento». La comunità indiana di Camporotondo, Cessapalombo, San Ginesio e Caldarola invita fin da ora, tutti coloro che lo volessero, a partecipare alla prossima cerimonia annuale che si terrà nel 2019, sempre nello stesso periodo dell’anno.