Non ci saranno proroghe al risarcimento nei confronti della famiglia Mannelli. Lo ha stabilito il Tar di Bologna, che ha respinto la trattativa che gli eredi di Pino Mannelli e il Comune di Fiuminata avevano intavolato. Sul piatto il pagamento di una somma prossima ai 230mila euro a titolo di risarcimento per una vicenda che si prolunga ormai da più di quarant’anni. La questione, nata negli anni settanta, riguarda l’acquisto di un terreno a Spindoli su cui la famiglia Mannelli edificò un capannone. L’affare non si perfezionò e iniziò l’iter che avrebbe dovuto portare al risarcimento dei Mannelli.

La giurisprudenza ha stabilito, dopo lunghi e tortuosi passaggi, che alla famiglia spetta una somma di 258mila euro. Consapevoli del fatto, le amministrazioni comunali di Fiuminata che si sono succedute negli anni, hanno provveduto a stanziare fondi che sarebbero stati destinati al pagamento. Una somma prossima ai 100mila euro quella che l’attuale governo comunale Felicioli ha avuto a disposizione per saldare la prima “rata” spettante ai Mannelli. L’accordo, nato tra le due parti, avrebbe previsto il pagamento di ulteriori 130mila euro, 100 dei quali reperiti attraverso l’accensione di un mutuo e da corrispondere entro dicembre, i restanti 30 dilazionati nei prossimi cinque anni. Il Tar ha detto no, visto che un accordo pattizio non può scavalcare quanto deliberato da una sentenza definitiva. In sintesi: il Comune di Fiuminata dovrà risarcire senza ulteriori passaggi la famiglia di Pino Mannelli per un ammontare totale, appunto, di 258mila euro.

“Un duro colpo per le casse del nostro Comune – sostiene il sindaco Vincenzo Felicioli – . Sapendo di dover adempiere a questo risarcimento, le amministrazioni hanno ‘risparmiato’ da anni le somme che sarebbero state necessarie: questa giunta è riuscita ad accumulare 30mila euro, che sommati agli oltre 60mila già in cassa hanno permesso di pagare la prima ‘rata’ alla fine di luglio. Attraverso l’accordo con la famiglia avremmo avuto, certamente, delle difficoltà, ma il risarcimento sarebbe stato, dilazionandolo, sostenibile. Ora questa sentenza è molto gravosa per le nostre casse: considerando che parliamo di un bilancio da circa 2 milioni e mezzo di euro, la somma da corrispondere è del 10%. Rischiamo di essere commissariati – conclude Felicioli – . Speriamo in un pronto intervento della Prefettura, in una loro intercessione, altrimenti è probabile che Fiuminata finisca in dissesto”.

l.c.
Il Tar delle Marche ha respinto la richiesta di annullamento del decreto regionale di aggiudicazione della gara europea telematica per l’affidamento dei lavori di ricostruzione del Nuovo Ospedale nel Comune di Amandola. Possono dunque prendere il via i lavori per la costruzione di questo importante presidio sanitario.
“Ora procediamo velocemente con la costruzione del nuovo ospedale – afferma il presidente Luca Ceriscioli – che rappresenta uno dei punti di riferimento per la salute nelle aree interne e nelle zone terremotate. Abbiamo urgente bisogno di presìdi che possano rispondere alle esigenze delle nostre comunità provate dalla duplice emergenza del virus e del sisma”.

Adolfo Marinangeli Amandola
Il sindaco Marinangeli

Un grande soddisfazione per il sindaco di Amandola, Adolfo Marinangeli: "Eravamo in fibrillazione negli ultimi giorni - ha detto - dopo aver avuto la notizia che la seconda ditta che aveva partecipato alla gara di appalto aveva fatto ricorso al Tar per la verifica dei documenti.
Non sono stati fatti sbagli, il Tar non ha avuto dubbi, non ha garantito la sospensiva e si parte con i lavori. 
Ora passiamo subito alla fase della realizzazione. Noi avevamo già cantierizzato tutto nei primi giorni di aprile. Abbiamo perso un mese, ora è stata resa giustizia e lunedì la Regione firmerà.
Costruiremo in 19 mesi la più grande opera delle Marche, il nuovo ospedale dei Sibillini. Con fermezza e lucidità, e con un impegno continuo, il presidente Ceriscioli è arrivato fino in fondo, mantenendo i suoi impegni, per dare risposte e certezze al nostro territorio, che da anni ha assoluta necessità di questo servizio ospedaliero”.

GS

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Il TAR delle Marche ha pubblicato questa mattina l'esito dell'udienza in camera di consiglio che si è svolta ieri ad Ancona.
Il collegio giudicante ha accolto le difese della Regione Marche, dell'ATC AN2 e delle Associazioni Venatorie (Enalcaccia, Federcaccia e Libera caccia) che erano intervenute ad opponendum.
Via libera quindi al calendario venatorio 2019/2020 nella sua interezza, ad eccezione della caccia al Moriglione ed alla Pavoncella, per i quali invece il Collegio ha disposto la sospensione del prelievo venatorio, anche in conseguenza di una nota giunta dal Ministero dell'ambiente. L'udienza per la definitiva discussione nel merito è fissata al 6 maggio 2020.

L' Enalcaccia Marche, per il tramite del proprio legale, Giorgio Salustri, tra l'altro anche Presidente della Sezione Provinciale di Macerata, esprime tutta la propria soddisfazione per il risultato conseguito.

"E' stata dura ma ce l'abbiamo fatta - commenta - , quella di ieri è stata un'udienza molto serrata durante la quale si sono succedute le relazioni dei ricorrenti, la puntuale replica tecnica del legale della regione e l'accorato appello dei legali delle associazioni venatorie. Per quanto mi riguarda - continua Salustri - , nella mia discussione ho cercato di portare all'attenzione del Collegio le criticità del nostro territorio ed i pregiudizievoli effetti che sarebbero potuti derivare dalla sospensione della caccia nelle zone ZPS e SIC, sopratutto con riferimento al problema del sovrannumero di cinghiali. Ho chiesto una pronuncia più di buon senso che in punto diritto, così come invece chiedevano i ricorrenti".

GS

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