Un mese di restrizioni: no alle strette di mano, niente abbracci, sospesi meeting e congressi, anziani in casa e stop alle manifestazioni, anche a quelle sportive.
Potrebbe cambiare così la vita degi italiani, di tutti gli italiani, anche quelli che vivono fuori dai focolai, per i prossimi 30 giorni.
E' iniziata, infatti, la riunione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dei ministri a Palazzo Chigi per fronteggiare l'emergenza Coronavirus con un possibile nuovo Decreto che potrebbe decidere le modifiche anche per il referendum che era in programma il prossimo 29 marzo e le elezioni regionali che nelle Marche dovrebbero svolgersi a fine maggio.

Ancora presto per dirlo, ma il Coronavirus potrebbe costringere a far slittare il referendum per il taglio dei parlamentari. Una decisione che, di conseguenza, rimanderebbe anche le elezioni per il nuovo governatore regionale.
Le due campagne, quella referendaria e quella elettorale, non possono essere sovrapposte: la legge prevede infatti che il decreto di convocazione dei comizi per le regionali può essere emesso solo successivamente al voto per il referendum e stabilire che si andrà a votare per il nuovo consiglio regionale almeno 45 giorni giorni dopo.
Il termine ultimo per le elezioni regionali, secondo la normativa attuale, è quello del 21 agosto 2020.

GS
Al termine di un lungo confronto tra il governatore delle Marche, Luca Cerisicoli, e il Consiglio dei Ministri, sono emerse nuove misure da adottare per l'emergenza sanitaria.
L'aumento del numero dei casi di contagio del Coronavirus che è arrivato anche nel Maceratese e nell'Anconetano, ha spinto, infatti, il presidente marchigiano a chiedere ulteriori restrizioni per la sua Regione.
"Visto l'aggravarsi della situazione - scrive - , poiché nelle Marche siamo arrivati a due decessi e oltre 60 casi di Coronavirus, diffusi principalmente nella provincia di Pesaro Urbino, oggi estesi anche nelle province di Ancona e Macerata, emettiamo una nuova ordinanza. Adottiamo le misure necessarie a contenere la diffusione del contagio, a partire dalla mezzanotte del 4 marzo fino alle ore 24 dell'8 marzo, su tutto il territorio regionale. Quindi in questo periodo in tutte le Marche sono sospese le attività didattiche e le manifestazioni pubbliche di qualsiasi natura".


GS

Una domenica col fiato sospeso, in attesa dell'ordinanza del Consiglio dei Ministri che decide cosa fare e quali provvedimenti adottare nei prossimi giorni.
È arrivata alle 18, infatti, la conferma che la Regione Marche è fuori dalle zone che contano il maggior numero di casi di Coronavirus, e per questo domani tutto tornerà alla normalità, con la riapertura delle scuole e la riapertura delle attività chiuse o sospese per l'emergenza. Eccezione fatta solo per la provincia di Pesaro dove si registra il maggior numero di casi e le misure restrittive saranno valide fino all'8 marzo.
Dopo la bozza dell'ordinanza emanata ieri sera dal Governo, il presidente Ceriscioli aveva di nuovo battuto i pugni sul tavolo facendo notare come anche nella sua Regione il numero di casi fosse aumentato e ci fosse bisogno di misure restrittive.
Intanto, i contagiati nelle Marche restano a 24, in attesa che il Gores aggiorni la situazione in serata.
"Riteniamo importante – ha affermato il presidente Luca Ceriscioli - l’affermazione del principio di applicazione delle misure di contenimento su base territoriale, che rende omogenei i criteri per tutta Italia. E’ ciò che avevamo chiesto sin dall’inizio. Il governo ha stabilito zone e restrizioni relative con lo strumento di legge non sono più previste ordinanze della regione, ovvero le misure sono immediatamente operative”.

GS

E' deciso il sindaco di Castelsantangelo sul Nera, Mauro Falcucci, come lo è stato dal 2016 ad oggi, nel periodo in cui il suo paese e tutto l'entroterra ha atteso e continua ad attendere la ricostruzione.
Il suo intervento, affidato ai social, questa volta riguarda l'emergenza sanitaria e le affermazioni del premier Conte: "Ha detto che non lascerà soli i cittadini e i contagiati dal Covid 19 - esordisce Falcucci - . 
Auspico, confido, spero che questa affermazione sia diversa da quella più volte reiterata a noi terremotati del 2016 in tutte le occasioni di visite, sopralluoghi e passerelle effettuate nei Comuni distrutti.
Se così non fosse lascio a tutti immaginare le conseguenze".
Poi sferra il colpo sul sostegno economico: "Ho preso atto che alcune misure specifiche, di carattere di sostegno economico e fiscale, si possono destinare ai soli interessati dall’emergenza sanitaria. Finalmente - commenta il sindaco del terremoto - .
Allora le predette misure si possono finalizzare e restringere.
Perché per chi ha perduto tutto nel 2016 a causa del catastrofico sisma, rivelatosi tale solo per alcuni Comuni del centro Italia, ciò non è stato e non è possibile.
Domanda alla quale tutti siamo ancora in attesa non solo di una risposta, ma soprattutto di misure e iniziative che ci vedano cittadini uguali agli altri.
Noi siamo differenti da quelli di tutte le altre emergenze come il ponte Morandi, l’emergenza del Veneto, il sisma di Ischia".
Infine la sferzata sui Commissari: "A quelli delle altre all’emergenza sono stati conferiti, giustamente poteri speciali perché trattasi di situazioni speciali, per il Commissario “Straordinario” del sisma no, anzi ulteriori passaggi burocratici.
Una riflessione che rivolgo a chi dovrebbe vigilare e governare affinché la Carta Costituzionale sia applicata per tutti in maniera uguale.
Così come tutti i cittadini sono uguali davanti alla Legge, lo dovrebbero essere anche per altro, specialmente quando si tratta di salute, emergenze e lavoro".

GS
Probabilmente sono loro, i piccoli commercianti e gli artigiani quelli che, nel settore commerciale, stanno pagando di più per gli effetti e la psicosi provocati dal Coronavirus. Per assurdo, la grande distribuzione è stata letteralmente presa d’assalto, non solo al nord, con ricavi importantissimi per l’acquisto di provviste come se stessimo in procinto di avviare una guerra, mentre i piccoli esercizi hanno subito danni pesantissimi. È per questo motivo che Confartigianato Imprese Macerata, Ascoli e Fermo, hanno avviato la campagna di sensibilizzazione “#Ripartiamo insieme”. L’invito è quello a “tornare alla vita di tutti i giorni con attenzione, usando le precauzioni necessarie” e anche a tornare “nei saloni di acconciatura ed estetica, per farci coccolare dai professionisti del benessere; in pasticceria, a ricaricarci con un caffè e un’ottima brioche; nell’officina di fiducia, per rimettere in ordine l’auto; dal carrozziere, perché quell’ammaccatura va riparata; dal calzolaio, portando le nostre scarpe da riparare; nelle pizzerie - si legge ancora nel manifesto - per gustare le specialità della nostra tradizione; in sartoria, per farci creare un capo di abbigliamento unico; torniamo a chiamare l’idraulico e l’elettricista, nei bar, nei negozi e nei ristoranti, perché danno lavoro a tante persone e imprese; dagli artigiani, per acquistare il bello, il buono e il ben fatto”. Insomma, si ritorni alla normalità e, magari, alla riscoperta di ciò che di meglio l’Italia ha da offrire.




g.g.


Piccoli passi verso la normalità. Riprenderanno da domani, infatti, le celebrazioni religiose nelle Marche che erano state sospese con l'emergenza del Coronavirus.
A renderlo noto, a seguito delle decisioni delle competenti autorità civili, sono i vescovi della regione che dispongono la ripresa delle celebrazioni liturgiche e delle consuete attività pastorali a partire dalla mezzanotte del primo marzo.
I vescovi, mentre ringraziano quanti con dedizione lavorano al servizio dei cittadini in questa emergenza, invitano i fedeli a vivere alla luce del Vangelo questo tempo quaresimale. Riuniti nella basilica di Loreto invocano la protezione della Vergine Lauretana per l’intera comunità regionale.

GS
Il Coronavirus non ha fermato solo l’industria e il commercio, specie nelle regioni del nord, ma anche il turismo. Gli operatori del settore sono praticamente in ginocchio, con cancellazioni dell’ordine quasi del 100 per cento. Però, può anche essere un’opportunità per far riscoprire l’Italia agli italiani e soprattutto le Marche. A fare il punto, ai microfoni di Radio C1 è Daniele Crognalletti, amministratore delegato di Esitur, che ha sede in provincia di Macerata, e di Autolinee Crognaletti. 

“E’ stato un boom che si è scatenato improvvisamente e che ci ha colti di sorpresa - afferma - anche se qualche allarme c’era. Nel settore dell’incoming, con Esitur, c’era già qualche sentore. Noi spostiamo persone da 26 Paesi e 5 Continenti verso le Marche e ci siamo accorti che non c’erano più richieste e che arrivavano anche delle cancellazioni. Quando poi all’improvviso la questione Coronavirus è scoppiata anche in Italia, la cosa è peggiorata e si è amplificata”.

Inutile, a questo punto, ragionare su cosa si poteva fare meglio o diversamente. Il problema c’è e va affrontato. E questo è ciò che gli imprenditori, di qualsiasi settore, sanno fare meglio. Bisogna trovare il sistema per uscire dalla situazione di stallo che attanaglia l’Italia e per cercare di riparare i danni: “I danni - torna a dire - sono stati incommensurabili. La stima è che siamo stati danneggiati per almeno 5 mesi sempre che non vi siano ripercussioni anche sull’estate. Sicuramente a livello di incoming la situazione si protrarrà ai prossimi 12 mesi quindi serviranno delle misure non circoscritte a determinate aree geografiche ma estese a tutta la Penisola perché il turismo è liquido, che interessa tutti e coinvolge tutti i settori. L’Italia deve essere considerata tutta zona rossa. Le cancellazioni sono state dell’ordine del 100 per cento, dalla mattina alla sera: e non solo dall’estero ma anche interne. Questo perché su gomma si spostano anche gli studenti delle scuole che sono state chiuse. Dunque sparite le entrate, permangono le uscite: mutui, costo del personale, costi di manutenzione dei mezzi e quant’altro.

Il suggerimento di un imprenditore che vive i disagi in prima persona è quindi quello di non limitare decreti, normative e misure di sostegno solo al nord d’Italia ma di estendere il trattamento a tutti. E poi “serve sinergia con la politica - aggiunge - perché dobbiamo costruire il futuro del turismo italiano che nei prossimi 12 mesi dovrà probabilmente concentrarsi su un turismo ‘Italia su Italia’. Questo punto non va assolutamente perso di vista, potrebbe essere una grande opportunità per la nostra Regione. Il compito di noi imprenditori dovrà essere quello di suggerire ai nostri politici quali possono essere le strategie migliori perché - spiega - solo noi che operiamo in questo settore sappiamo veramente come funziona la macchina del turismo che muove il 13 per cento del Pil nazionale”.

Il settore quindi si aspetta di essere ascoltato dal governo, sarebbe utopico, secondo Crognaletti, dettare dall’alto soluzioni che non sono condivise e che non arrivano da chi conosce il settore e il suo meccanismo. Un settore che, va ricordato, non muove solo il turismo in sé ma “una filiera lunghissima, dall’immobiliare (specie quello adibito a residenza turistica), al commercio, e così via. Se si blocca questa filiera si blocca l’intero Paese”.


Gaia Gennaretti
Dopo il rumore fatto dallo scontro tra Governo e Regione che si è protratto anche ieri, i riflettori tornano ad accendersi sul vero motivo per cui si è dibattuto se l'ordinanza fosse necessaria o superflua: il Coronavirus.
Sembra quasi, infatti, che il braccio di ferro politico abbia sovrastato l'emergenza sanitaria e sia riuscito, almeno nelle Marche, a distogliere l'attenzione sui contagi.
Ecco allora il punto della situazione.
Al primo contagio in provincia di Pesaro-Urbino, reso noto martedì scorso, infatti, secondo la nuova ordinanza regionale mercoledì si sono verificati altri due casi positivi da malattia infettiva COVID-19 sempre nella provincia di Pesaro-Urbino, in attesa di conferma dell’Istituto Superiore di Sanità; ieri si sono verificati ulteriori tre casi positivi nella stessa provincia, anche questi in attesa di conferma.
"Risultano positivi - si legge nell'ordinanza - un totale di sei pazienti di cui solo uno confermato dall'Istituto superiore di sanità e cinque in attesa di conferma. Dei sei positivi, due pazienti risultano ricoverati in Rianimazione".
Passiamo poi ai casi sospetti: "Sono state messe in isolamento domiciliare fiduciario ben 94 persone - si legge nell'ordinanza - di cui 34 sintomatici,così distribuiti: 41 nella provincia di Pesaro-Urbino, 20 nella provincia di Ancona, 17 nella provincia di Macerata, 5 nella provincia di Fermo ed 11 nella provincia di Ascoli Piceno".

GS
Sembra una lotta a chi è più forte. Peccato che in questo tira e molla ci sia di mezzo la salute dei cittadini, bambini e ragazzi che perdono fiducia nelle istituzioni e genitori che dalla sera alla mattina devono organizzarsi in base a chi si è aggiudicato la "sfida" del giorno precedente.
Dopo, infatti, la sentenza del Tar che ha annullato l’ordinanza emessa dal governatore Ceriscioli, che disponeva in sostanza il blocco di tutte le attività pubbliche nelle Marche, la giunta regionale ha emanato una nuova ordinanza che ripristina la situazione determinata dalla prima. Il presidente Ceriscioli, al termine di una riunione convocata d’urgenza, ha confermato la chiusura delle scuole e il fermo di ogni manifestazione pubblica sulla base dei casi di contagio da Coronavirus nelle Marche che questa sera risultano essere sei. Così fino a sabato 29 febbraio lezioni sospese, musei e biblioteche chiusi, manifestazioni pubbliche vietate, compreso il rinvio delle partite che si disputano nel territorio marchigiano.
"Dopo la sospensiva del Tar - ha detto Ceriscioli - , motivata dal fatto che quando è stata emanata non erano segnalati casi nella nostra Regione, posso dire che ad oggi i casi sono diventati sei e ho ritenuto opportuno fare una nuova ordinanza, con ulteriori motivazioni, fino alle 24 di sabato prossimo, con le stesse indicazioni e misure dell'ordinanza precedente. Tenendo conto anche della scadenza che applicano le altre Regioni per poi vedere il da farsi con l'evolversi della situazione".

FU
GS
E' bastato un annuncio fatto martedì sulla sua pagina Facebook per radunare davanti alla messa in diretta streaming migliaia di fedeli.
L'idea è stata di don Umberto Rotili, di Fabriano, che dopo l'ordinanza regionale che visto anche la sospensione delle celebrazioni religiose, ha deciso di non privare la sua parrocchia della liturgia delle Ceneri.

"Dal momento che non si possono effettuare celebrazioni pubbliche - aveva scritto martedì - , domani alle ore 19:00, tutti quelli che vorranno potranno collegarsi sulla mia pagina FB per assistere in diretta alla celebrazione delle ceneri in streaming.
Sarà possibile seguire tutta la celebrazione e partecipare spiritualmente alla comunione eucaristica.
Con Comunione spirituale - ha spiegato - si intende una preghiera mediante la quale il fedele esprime il desiderio di unirsi a Cristo e di ricevere Gesù-Eucaristia, pur senza prendere materialmente la Comunione sacramentale, cioè l'Eucaristia in vero Corpo e vero Sangue di Cristo, nell'ostia consacrata".
Una scelta che è stata subito apprezzata dai fabrianesi che ieri sera si sono uniti alla diretta sulla pagina del parroco, ringraziandolo per la sua iniziativa. E' probabile che se fosse stata celebrata in chiesa non avrebbe avuto le visualizzazioni che oggi si contano sul video della celebrazione.
Il giusto esempio di come l'emergenza sanitaria riesca a non mettere in ginocchio le abitudini dei cittadini se la volontà di non arrendersi guida la società.

Anche domenica sarà celebrata una sola messa in streaming alle ore 11.

GS

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