“Salvalarte” ha fatto tappa anche a Camerino. Da Torre del Parco, si è scelto di raccontare il trasferimento dell’archivio storico della Biblioteca Valentiniana.
Un racconto dell'esperienza che i vari attori hanno vissuto e allo stesso tempo una visita dellla sede temporanea dell'archivio storico della Biblioteca Valentiniana. Una “ricognizione” per verificare lo stato dei lavori, con gli interventi del sindaco di Camerino Sandro Sborgia, del responsabile del trasferimento Francesco Aquili, del responsabile dei volontari di protezione civile della regione Marche, Mauro Perugini e del direttore di Legambiente Marche Marco Ciarulli. Con loro anche il direttore onorario della Biblioteca Valentiniana Pier Luigi Falaschi.


Tra le più importanti per tipologia e longevità delle Marche, la Valentiniana conta 150mila volumi antichi e incunaboli, dal Medioevo sino ad Ottocento inoltrato, ed è stata ospitata dal 1810 al 1997 dal palazzo Ducale del Comune di Camerino. A causa del sisma del 2016 è stato necessario spostare il tutto in una sede sicura, operazione riuscita grazie alla collaborazione tra il Comune di Camerino, la protezione civile, i volontari e Legambiente Marche, che ha coordinato la formazione dei volontari. 

“Una visita al luogo dove dove sono in corso i lavori di trasferimento della nostra Bibilioteca Valentiniana - ha detto il sindaco di Camerino Sandro Sborgia -. Abbiamo potuto toccare con mano il lavoro che tanti volontari di Legambiente e Protezione Civile hanno portato avanti per salvare un patrimonio davvero importante per la nostra città. Intanto proseguono i lavori al San Sebastiano: questo ci consentirà di poter riaprire una piccola parte della biblioteca, mentre le sezioni più importanti torneranno nel centro storico una volta terminati i lavori”.

c.c.
l.c.

Un'area quasi completamente ricoperta di eternit lungo la sponda del fiume Chienti nella zona di Tolentino è stata scoperta dai circa 50 volontari che, domenica 4 ottobre, hanno partecipato all’edizione 2020 di “Puliamo il Mondo”.
L’evento ha interessato la pulizia delle sponde del fiume Chienti dalla zona Sticchi, nei pressi della Piscina comunale fino all’area verde del ponte del diavolo.
Sono stati recuperati tre grandi pneumatici di camion, 10 sacchi di rifiuti in plastica raccolti in maniera differenziata, così da avviarli al riciclo e 20 sacchi di rifiuto indifferenziato.

puliamo il mondo 2020 amianto


Nel corso del suo intervento la Vicepresidente di Cosmari Rosalia Calcagnini ha ringraziato i presenti, in particolare il Consigliere Antonio Trombetta per il grande impegno e l’attento lavoro che quotidianamente svolge affiancato da Cosmari e dall’attenzione di tanti cittadini e ha sottolineato l’importanza di prendere esempio dai bambini e dai tolentinativirtuosi che ogni anno si danno appuntamento per ripulire una zona della Città. Dobbiamo impegnarci tutti – ha detto – per preservare l’ambiente e per cercare di abbandonare meno rifiuti possibili, continuando a fare bene la raccolta differenziata e cercando di produrre sempre meno immondizia. Il Cosmari – ha ricordato – è a fianco di tutti i cittadini e di tutti i Comuni soci per continuare a fare bene, perché insieme, anche in stretta sinergia con importanti associazioni come Legambiente e Il Pettirosso, si può fare la differenza!

puliamo il mondo 2020 trombetta domizi serragiotto
Trombetta, Domizi, Serragiotto


Il Consigliere delegato del Comune di Tolentino Antonio Trombetta ha sottolineato la grande quantità di rifiuti raccolti, tra cui anche alcuni molto pericolosi per l’ambiente e per la salute, come copertoni di autocarri ed addirittura amianto. L’inciviltà di alcuni – ha ribadito – rischia di mettere in serio pericolo il nostro già fragile ecosistema. Questa edizione di Puliamo il Mondo ci ha offerto la preziosa occasione di fare qualcosa di utile per la nostra città e di focalizzare l’attenzione della nostra comunità sull’importanza della raccolta differenziata. E’ sempre più importante scongiurare l’abbandono dei rifiuti, anche quelli più piccoli: non a caso abbiamo raccolto 20 sacchi di rifiuti indifferenziati come bottigliette, mozziconi di sigarette, fazzolettini di carta usati, scontrini.

puliamo il mondo 2020

puliamo ill mondo 2020 1


Sul recente episodio dell'uccisione di un esemplare di aquila reale avvenuta nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini interviene anche Legambiente Marche, definisce l'atto oltre che un reato anche causa di un danno inestimabile al patrimonio naturale e alla biodiversità del Parco Nazionale e dell’Appennino umbro marchigiano. “Non è la prima volta che purtroppo qualche bracconiere volutamente uccida a fucilate un’aquila reale, uno degli animali simbolo delle nostre montagne e importante per la funzionalità degli ecosistemi dell’Appennino – è il commento di Legambiente – Un delitto, la cui notizia arriva a ridosso della Giornata mondiale della biodiversità, e che oltre a costituire un reato ai sensi della normativa nazionale e comunitaria, causa un danno inestimabile alla società civile, al patrimonio naturale e alla biodiversità e che vanifica il lavoro di moltissime persone dedicate alla conservazione della specie”.

aquila vola

In attesa delle informazioni che arriveranno dagli approfondimenti diagnostici in corso presso l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche - termina la nota - non possiamo che condannare questi atti vili e gratuiti che evidenziano esclusivamente disprezzo nei confronti della straordinaria bellezza della natura. Occorre migliorare il controllo del territorio, anche coinvolgendo la vigilanza ambientale delle associazioni – conclude Legambiente – e avviare azioni di contrasto del bracconaggio con il supporto del Corpo dei Carabinieri Forestali”.

f.u.

“L’abbazia di Sant’Eustachio in Domora sta crollando, il Comune rischia di perdere l’ultima opportunità per restaurarla”. È l’architetto Luca Maria Cristini, di San Severino, che lancia un grido d’allarme dopo aver scritto al Comune ma senza ricevere alcuna risposta.

A destare preoccupazione sono le condizioni della chiesetta che si trova alle grotte di Sant’Eustachio che ormai, dopo il terremoto del ’97, quello del 2013 in Ancona e quello più recente del 2016, rischia il crollo e di non poter più essere recuperata. Si tratta di un abbazia di impronta benedettina risalente all’XI secolo situata in quello che i Beni Culturali presumono fosse un villaggio di scalpellini. La chiesa, nel ‘200 era uno dei centri fondamentali lungo l’antica via lauretana (argomento sul quale l’attuale amministrazione si sta impegnando molto, stando a Cristini) ed ospitava viandanti e pellegrini. Oggi ovviamente è sottoposta a vincolo ed è anche per questo che i proprietari, dei privati, dopo il sisma del 1997 non sarebbero riusciti a risistemarla e avrebbero deciso di venderla al demanio regionale nel 2000 insieme ad altre proprietà del lato sinistro della Valle dei Grilli. “Tuttavia - racconta l’architetto - per una svista, nel sottoscrivere l’atto di compravendita, la particella della Chiesa rimase esclusa”. Non potendo far nulla per rimetterla a posto, i proprietari decisero di concederla in comodato d’uso gratuito al Comune di San Severino, che avrebbe potuto accedere a finanziamenti pubblici tramite l’iniziativa Salva l’Arte. “Una concessione di 99 anni col patto di restaurarla e renderla di nuovo fruibile. Venne così inserita in una graduatoria che poi si fermò poco prima”. Così si perse la prima opportunità.

Oggi la situazione è ben più grave, vi piove all’interno e se la volta si scioglierà, la chiesa crollerà. “Ma in tutto ciò - sottolinea Cristini - dal Comune non si ricevono segnali di vita. Io ho scritto ma non ho avuto risposta e lo stesso vale per il Cai e Legambiente che hanno chiesto, quanto meno, una messa in sicurezza. Rischiamo di perdere - incalza - l’ultima opportunità di una struttura che, oltre alla sua importanza storica e architettonica, è anche un luogo del cuore per la maggior parte dei settempedani. Ci sarebbero i soldi - conclude - eppure sembra non si vogliano sfruttare. Cosa vogliamo fare?”.
Gaia Gennaretti 

IMG 4105

“Si velocizzi l’approvazione del piano d’ambito e si collabori con altre province per essere ancora più sostenibili nella gestione dei rifiuti”. Queste le parole di Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche, rivolte all’ambito territoriale di Macerata. Quella maceratese, ad oggi, è la più virtuosa della regione relativamente alla gestione dei rifiuti con un livello di raccolta differenziata del 74%, ben oltre l’obiettivo previsto dal piano regionale per il 2020 (del 70%). Ciò non toglie che, secondo Legambiente e non solo, si possa migliorare ulteriormente: “Su 58 comuni che fanno parte dell’ambito territoriale di Macerata - si legge nella nota di Legambiente - 48 superano 

il 65% di differenziata ma 10 non raggiungono ancora gli obiettivi di legge e restano il fanalino di coda della Provincia”. Il vantaggio, secondo Pulcini, sarebbe il gestore unico di cui si serve la provincia di Macerata (il Cosmari), che permette

di ottimizzare costi e servizi. “Per questi motivi - torna a dire - riteniamo fondamentale che alcune delle proposte presentate nel documento preliminare del Piano d’Ambito, come l’ulteriore miglioramento della raccolta differenziata, il passaggio alla tariffazione puntuale e l’impiantistica, vadano affrontate con il massimo coraggio e approvate nel minor tempo possibile”. 

Per migliorare la raccolta differenziata. Legambiente condivide la proposta del documento preliminare di valutare soluzioni differenti in quelle porzioni di territorio dove sussiste la raccolta dell’umido di prossimità, “perché, nell’ottica futura di utilizzare l’organico per produrre biometano, la qualità di questa raccolta deve prevedere il minor grado di impurità possibile”. Sì anche alla tariffazione puntuale e al proseguimento con la raccolta porta a porta

“Pagare una tassa in base alla quantità di rifiuti prodotti, infatti, può incentivare un consumo più sostenibile, stimolando il cittadino - conclude - ad indirizzarsi verso prodotti compostabili o con una quantità minore di imballaggi”.

Non va però dimenticato che il documento preliminare in questione prevede anche, fra le altre cose, che al Cosmari si produca CSS, combustibile solido (ovvero l’indifferenziata trattata e convertita in combustibile) da smaltire in utilizzatori industriali quali cementifici, raffinerie e quant’altro.
Gaia Gennaretti

Radioc1inblu

Radio FM e Internet
P.za Cavour, 8
62032 Camerino (MC)

Tel - Fax 0737.633180
Cellulare: 335.5367709

radioc1inblu@gmail.com

L'Appennino Camerte

Settimanale d'informazione dal 1921
Piazza Cavour, 8
62032 Camerino (MC)

Tel - Fax: 0737.633180
Cell: 335.5367709

appenninocamerte@gmail.com

Scopri come abbonarti

Questo sito utilizza i cookie

Puoi accettare e proseguire la navigazione o per maggiori informazioni Per saperne di piu'

Approvo
Clicca per ascolare il testo