“L’organizzazione dei servizi dell’Area Vasta 3 non è ottimale. Sono sempre di più le persone che chiedono aiuto per situazioni di malattia”. 

La Caritas di San Severino lancia un sos sul funzionamento del servizio sanitario pubblico, specie quello del maceratese che, sempre di più, starebbe venendo a mancare. Vuoi per questioni burocratiche, vuoi per problemi legati alla gestione o all’organizzazione, anche i servizi più semplici, quelli di ordinaria amministrazione, stanno diventando inaccessibili per anziani e persone in difficoltà.

“Spinti dai nostri principi statutari - scrive la Caritas di San Severino in una nota - ci sentiamo quasi in obbligo di fare alcune considerazioni anche per dar voce ai più svantaggiati. Vediamo come tutti i governi cerchino di adoperarsi per contrastare la povertà che però non è solo un problema economico”. Si parla poco delle persone, dei disagi, delle cause e conseguenze di questi disagi, della solitudine e di quei fenomeni come la ludopatia e le dipendenze o dei problemi di integrazione.

povertà

Ma quello che più interessa la Caritas in questo momento sono le difficoltà legate alla sanità, che riveste  una forte incidenza nei contesti familiari, specie se in stato di indigenza: “Vediamo come man mano si stia rodendo il diritto alla salute, con un numero sempre più consistente di richieste di aiuto per situazioni di malattia. Quello che lascia di più l’amaro in bocca è poi constatare come magari certi servizi siano attivi ma per varie ragioni non arrivino con le forme e modalità necessarie a chi ne ha bisogno. Di conseguenza, per aspetti burocratici discutibili, gestione, organizzazione e quant’altro poco funzionali sempre più spesso il cittadino è costretto a provvedere con risorse proprie, quando è nella possibilità di farlo”. Diversamente, ci si rivolge alla Caritas o ai Servizi Sociali. E in questo contesto però, continuano a proliferare strutture private non convenzionato con il servizio sanitario nazionale, che dunque offrono servizi a pagamento. “Svolgono una notevole mole di lavoro - tornano a dire - ma, pur con gratitudine verso coloro che le hanno create ampliando l’offerta di servizi, ci sembra però che ciò sia indice di come la situazione stia evolvendo verso una direzione assolutamente non auspicabile. Un’altra considerazione - aggiungono - riguarda il fenomeno derivante da un’applicazione nostro giudizio storta del concetto di Area Vasta, che dirotta pazienti che hanno necessità di prestazioni sanitarie oggettivamente di ordinaria amministrazione, verso strutture sanitarie distanti da quelle più vicine al Comune di residenza, non considerando fatto le conseguenti difficoltà logistiche ed economiche delle persone anziane o svantaggiate. L’integrazione avviata nell’alto maceratese dall’Area Vasta 3 non è di certo ottimale”.

(Alessandro Maccioni, direttore Area Vasta 3)

Alessandro MAccioni

Ovvio che non si può pretendere un servizio sanitario come quello degli anni passati, ma è pur vero anche che i cambiamenti vanno orientati in maniera efficiente. Va tenuto conto ad esempio del sempre maggior numero di anziani, vera futura emergenza secondo la Caritas, andrebbero rese realmente fruibili a tutti le prestazioni specialistiche, la diagnostica, la riabilitazione e soprattutto le prestazioni domiciliari, tutte da sviluppare. “Altrimenti in futuro sempre più persone dovranno ricorrere a prestazioni a pagamento non solo presso strutture private ma anche all’interno di strutture pubbliche, che rappresenta sicuramente uno dei nodi della sanità pubblica da rivedere radicalmente. In buona sostanza, senza campanilismi giudizi di tipo politico, si chiede semplicemente, almeno, servizi ordinari più funzionali ed utili. Qualora ci fosse data la possibilità dagli enti preposti - concludono - potremmo supportare le nostre osservazioni con situazioni specifiche che ben conosciamo, per dare contributi che derivano dalle esperienze concrete che viviamo quotidianamente, rappresentando la Caritas anche osservatorio sociale privilegiato”.

Gaia Gennaretti

Luci e ombre, foschia e meravigliosi colori. Si sta preparando a dare il meglio di sé l’affascinante faggeta di Canfaito. Qui, a farla da padrone è la natura coi suoi faggi secolari che in questo periodo dell’anno si vestono di tante tonalità, dal giallo al rosso, dall’arancione e al marrone. Una tavolozza unica alle pendici del Monte San Vicino e vicini a un’altra gioiello unico, il borgo di Elcito, ultima frazione di San Severino (a 35 chilometri dal centro).

Questo luogo incantato si trova a mille metri di altitudine, all’interno della Riserva Naturale Regionale Monte San Vicino e Monte Canfaito. Da ogni angolo delle Marche (ma di recente non è raro incontrare turisti stranieri) provengono per fotografe, specie in autunno, gli alberi monumentali e il bosco. 

canfaito

Canfaito (dal latino “campum faitum”, campo di faggi), è la più grande concentrazioni di antichi faggi delle Marche, e vanta il più grande faggio della regione inserito fra i 300 alberi monumentali d’Italia, nell’omonima pubblicazione del Corpo Forestale. Non lontani da lui, due esemplari di poco più “giovani”. Si trovano lungo il “viale dei giganti”: due hanno oltrepassato i 500 anni, uno ne ha circa 400 e tutti gli altri non meno di 200. 

Per arrivare in questa oasi è possibile passare sia da Matelica che da San Severino e nel giro di pochissimi giorni il foliage raggiungerà l'apice massimo. 

g.g.

 

(Foto di oggi, 19 ottobre, senza post produzione)

Canfaito 2

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Valfornace, Camerino, San Severino, Visso e San Ginesio. Sono i Comuni del maceratese che ospiteranno gli appuntamenti durante i quali saranno illustrate le opportunità del Piano Sviluppo Rurale Marche 2014/2020 a sostegno del cratere

In totale nelle Marche saranno dieci i seminari per presentare, alle imprese e ai cittadini, i bandi in uscita del PSR destinati all’area colpita dal terremoto. Sono stati organizzati dalla Regione Marche, nell’ambito dell’iniziativa “L’Europa con noi per ripartire”. L’obiettivo, secondo la vice presidente Anna Casini, assessore all’Agricoltura, è quello di “illustrare, direttamente sul territorio, le possibilità offerte con la rimodulazione dei fondi europei per favorire la rinascita post sisma. Grazie alla solidarietà delle altre Regioni italiane e dello Stato, sono stati assegnati alle Marche 159,25 milioni di euro. È importante conoscere le tante opportunità, pensate e confezionate, come un abito su misura, per le comunità terremotate, in modo da garantire che gli investimenti programmati trovino quella giusta e necessaria ricaduta sul territorio”. Secondo Casini, la rinascita parte anche dalla conoscenza delle occasioni esistenti per il mondo agricolo da cogliere per rilanciare un settore caratteristico delle aree interne. La presentazione dei bandi e delle modalità di accesso sarà a cura dei funzionari regionali che offriranno un focus su: Pacchetto giovani; Filiere agroalimentari, Corte e mercati locali, Legno – Energia – No food; Mitigazione conflitti allevatori-lupo; Sostegno alla forestazione e all’imboschimento (focus “tartuficoltura”); Miglioramento della viabilità rurale. Un accenno sarà comunque offerto su tutti i bandi in scadenza e di prossima uscita. Le sedi degli incontri sono state individuate cercando di raggiungere la maggior parte del territorio interessato.

Gli appuntamenti in territorio alto maceratese sono per il 22 a Valfornace alle 18, il 24 a Camerino alle 16:30, il 29 a San Severino alle 16:30, stesso orario per Visso, che si svolgerà il 5 novembre, e San Ginesio il 6 novembre.

Ai 159,25 milioni di euro aggiuntivi del Psr, per sostenere la ripartenza delle zone colpite dal sisma, si sommano agli altri fondi stanziati attraverso Fesr (Sviluppo regionale) e Fse (Lavoro). Un totale di oltre 400 milioni di euro di fondi ulteriori che l’Europa ha assegnato allo sviluppo dell’area del sisma, puntando sulla crescita rurale, sulla salvaguardia del territorio, sul sostegno alle imprese, sulle infrastrutture pubbliche. La programmazione di queste risorse ha tenuto conto del fatto che il territorio interessato ha una forte vocazione rurale. Ha quindi dedicato una grande percentuale alla competitività delle aziende agricole impegnate nel biologico, nella zootecnia e nel benessere animale. Ugualmente sono state fornite opportunità ai giovani di insediare nuove aziende e sostegno alla ripresa economica e sociale, riservando attenzione al miglioramento dei servizi alla popolazione, allo sviluppo turistico e al ripristino della viabilità minore.

“È fondamentale che tutti gli attori coinvolti, a vario titolo, in questo processo di rinascita, facciano rete e collaborino per orientare e sostenere cittadini e imprenditori alla migliore ed efficace utilizzazione di queste risorse”, conclude Casini. Ampio spazio verrà riservato anche al dibattito e alle domande dal pubblico, per favorire un confronto costruttivo e pratico, finalizzato a consentire agli interessati la predisposizione di progetti corretti e utili alla realizzazione di validi investimenti. La partecipazione è libera.

g.g.

“Lunedì arriverà la prima tranche dei fondi richiesti dalla regione Marche per l’emergenza”. Lo diceva domenica il capo della Protezione Civile Nazionale Angelo Borrelli, e così è stato. Proprio poche ore fa il presidente della regione Luca Ceriscioli, ha annunciato l’arrivo di 180 milioni di euro a fronte dei 223 richiesti.

La prova che mancava, dopo le rassicurazioni verbali, a dimostrare che mai si è voluto bloccare i fondi dedicati alla gestione post sisma. Semmai, è emerso come la Regione abbia, per l’ennesima volta (Borrelli lo ha dichiarato molto chiaramente e senza mezzi termini) chiesto il rifinanziamento in ritardo. D’altro canto però non ci si è fatti alcuno scrupolo a strumentalizzare, chi contro la Regione “a conduzione” Pd e chi contro il governo giallo-verde, un documento molto tecnico che, per quanto criticabile, era estremamente chiaro.

“Il capo del Dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli lo aveva promesso ed è arrivato questo impegno al trasferimento di 180 milioni. Noi ne avevamo chiesti 43 in più - spiega Ceriscioli - in totale 223, quindi vedremo anche cosa significa questa differenza. In ogni caso è una notizia positiva. Abbiamo cercato da subito di non generare allarme, anzi abbiamo chiaramente detto che non c’era nessun allarme, che era abbastanza usuale avere tra un contributo e l’altro una mancanza di disponibilità temporanea e che avremmo, nel caso, coperto con nostre anticipazioni. La risposta di Borrelli dà ancora più rassicurazioni ai cittadini che, dietro la spinta allarmistica e la necessità immediata di ognuno di fare scarica barile verso l’altro, si erano preoccupati. Per me - aggiunge - questo resta l’aspetto primario: fare in modo che i cittadini si sentano il più possibile sicuri nell’avere a disposizione le risorse dell’emergenza che permettono di affrontare le situazioni quotidiane”. Così il presidente della Regione Luca Ceriscioli in merito all’annuncio della firma del provvedimento per lo sblocco dei 180milioni di fondi europei destinati all''emergenza.

g.g.

Se il nuovo ospedale unico provinciale non sarà fatto a Macerata, lo faremo a San Severino”.

La promessa è stata strappata dal primo cittadino settempedano, Rosa Piermattei, al Governatore delle Marche, Luca Ceriscioli, in occasione della cerimonia di apertura della quarta Giornata regionale della Famiglia ospitata al teatro Feronia. 

Ceriscioli nell’occasione ha anche annunciato l’arrivo degli attesi lavori al nosocomio settempedano: “Il 25 ottobre consegneremo le opereper la ristrutturazione del terzo piano dell’ospedale Bartolomeo Eustachio di San Severino al quale abbiamo già assegnato venti nuovi posti letto.Il 23 scadono i termini per tutti i ricorsi, contiamo sul fatto che non ce ne saranno  - ha sottolineato Ceriscioli, aggiungendo -Abbiamo un anno di ritardo rispetto all’impegno preso con il sindaco, ci scusiamo con l’Amministrazione comunale ma non c’è mai stata la volontà di non fare le opere. Abbiamo avuto questioni di carattere tecnico che alla fine sono state superate e di questo ne siamo tutti felici.Vogliamo recuperare il tempo perduto perché l’ospedale di San Severino Marche mantiene la sua funzione di riferimento per il territorio e sta dimostrando di avere anche una grande attività. Ci teniamo a dare un segnale positivo. Con i lavori – ha poi concluso il presidente della Regione Marche - aumenteranno anche i posti letto e quindi ci saranno più presenza e movimento attorno a questa importante struttura”.

Le nuove opere per la ristrutturazione del terzo piano della struttura sono state affidate alla Elettro Stella srl di Monsampolo del Tronto e prevedono un investimento chesupera gli 800mila euro.
g.g.

“Nessun blocco dei fondi per l’autonoma sistemazione e per le spese emergenziali”. Esordisce così la nota stampa del responsabile del dipartimento di Protezione Civile Nazionale Angelo Borrelli. La comunicazione è in riferimento al caos venutosi a creare dopo che Davìd Piccinini, dirigente della ProCiv regionale, ha inviato ai Comuni del cratere, alle Province e alle Diocesi marchigiane una lettera in cui, fra le altre cose, comunicava che i soldi per l’emergenza (cas, messe in sicurezza, e altre spese) erano terminati. 

I fondi - scrive Borrelli - sono sempre stati garantiti e continueranno ad esserlo.

Il trasferimento delle risorse nelle contabilità speciali è subordinato alla predisposizione da parte delle Regioni e dei Soggetti Attuatori (quindi Comuni, Regioni, Province, diocesi, Università) della rendicontazione delle spese sostenute, al fine di garantire la corretta gestione delle risorse finanziate attraverso il Fondo di Solidarietà dell’Unione Europea.

È opportuno sottolineare che il pagamento del Cas non è legato alla permanenza dello Stato di Emergenza, attualmente in vigore fino al 31 dicembre 2018”. Insomma, rassicurazioni importanti per un popolo, quello dei terremotati e sfollati che vivono nell’incertezza da tre anni ormai. “Si precisa, inoltre, che il Governo valuterà - nei tempi e nei modi previsti dalla legislazione vigente - l’eventuale proroga dello Stato di Emergenza per la quale il Dipartimento della Protezione Civile ha già quantificato il fabbisogno economico”. Dalle parole di Borrelli dunque tutte le rassicurazioni necessarie per placare la tempesta di polemiche. 

D’altra parte, anche il presidente della Regione Luca Ceriscioli ieri ha confermato, ai microfoni di èTv Marche, che non si tratta della prima volta che l’ente termina i soldi. Ha anche fatto sapere che la cifra richiesta al dipartimento nazionale per coprire le necessità da qui a dicembre è di 230milioni di euro: “Ad oggi - dice - le risorse non sono ancora arrivate ma in realtà non è la prima volta. È già capitato che ci fossero dei momenti in cui si è atteso il rifinanziamento del fondo speciale per l’emergenza. Angelo Borrelli ha garantito che arriverà molto presto il denaro ma ci ricorda anche l’impegno di rendicontare”.

Impegno che a ben 20 Comuni sembra essere sfuggito ma che in realtà è fondamentale per il proseguo dell’erogazione dei fondi: “Ai Comuni lo chiediamo da più di un anno eppure ce ne sono 20 che non hanno mai rendicontato, altri che hanno iniziato molto tardi. Insomma non c’è stata la dovuta attenzione. Il problema dei ritardi dei Cas - precisa - al momento è dovuto anche all’indisponibilità di cassa ma la Protezione Civile ha già informato i Comuni che le prossime erogazioni avverranno solo dopo aver ricevuto le rendicontazioni”

G.G.

Ha scatenato il caos la lettera inviata da David Piccinini, dirigente della protezione civile della Regione Marche, ai Comuni del cratere. Quello che lui comunica però, stando alle sue parole, sarebbe di fatto normalissima prassi amministrativa con l’aggiunta di una novità: cioè l’invito a prendere impegni solo dopo essersi accertati di avere le coperture finanziarie e a razionalizzare le spese.

E' normale, dice Piccinini, che la Regione finisca i soldi e ne richieda altri al Governo: “Si trattava di un documento puramente amministrativo - spiega -. Se viene travisato e strumentalizzato anche questo, allora non si va da nessuna parte. La lettera è molto chiara, al momento c’è una indisponibilità di cassa sulla contabilità speciale e in accordo con il Presidente Luca Ceriscioli, abbiamo già inoltrato una nuova richiesta alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dipartimento Protezione Civile, con tutte le stime di spesa. Ma questo - sottolinea - non significa che non spenderemo più. Al momento la nostra richiesta è in fase di istruttoria, di esame”. Con la lettera, dice poi, non si voleva solo comunicare ai sindaci che la Regione ha già provveduto a chiedere altri fondi, ma si voleva cogliere anche l’occasione per far sapere quanto speso fin ora e infine per rivolgere loro l’invito a razionalizzare le spese in vista della scadenza dello stato di emergenza (qualora non venga prorogato, ndr) che scadrà il 31 dicembre: “Era per invitare i sindaci a verificare di volta in volta le disponibilità prima di prendere impegni come soggetti attuatori della ricostruzione. Non potremo più prendere impegni, stipulare contratti, senza aver avuto cura di verificare se ci sono le coperture finanziare. Prima invece questo si poteva fare. Fin ora abbiamo agito - continua - secondo le normative di contabilità speciale e stavo solo comunicando di rientrare in un regime di contabilità ordinaria per non metterci reciprocamente in difficoltà, perché siamo tutti soggetti attuatori (Regione, Comuni, Università) e quindi ci assumiamo impegni nei confronti di terzi, firmiamo contratti”.

g.g.

(Foto Ansa)

La Regione, in collaborazione con il Comune di San Severino e con la partecipazione della Consulta regionale per la Famiglia, organizza la quarta Giornata regionale della Famiglia. L’iniziativa si terrà sabato prossimo, 13 ottobre, a partire dalle 10, al teatro Feronia e sarà introdotta dal convegno sul tema: “La famiglia prima risorsa: politiche regionali di welfare”. 

Dopo i saluti istituzionali da parte del presidente della Regione, Luca Ceriscioli, dell’assessore regionale alla Famiglia, alla Formazione, all’Istruzione e al Lavoro, Loretta Bravi, e del sindaco di San Severino, Rosa Piermattei, prenderanno la parola il dirigente del Servizio Politiche Sociali e Sport della Regione Marche, Giovanni Santarelli, e i rappresentanti delle amministrazioni e delle istituzioni provinciali e locali, delle associazioni di famiglie e delle categorie produttive. Coordinerà i lavori Tarcisio Antognozzi, assessore al Comune di San Severino.

Nel pomeriggio, a partire dalle 15, presso il chiostro del complesso monumentale di San Domenico apertura dell’agorà espositiva e dei laboratori di animazione e confronto a cura delle associazioni di famiglie regionali e locali Scuola in Movimento, la Storia Toccata con Mano, la Quercia Millenaria, il laboratorio inclusivo Anffas Sibillini, il ludobus di un Goal per Ripartire. Inoltre inaugurazione dell’area gastronomica a cura dell’Ipseoa “Varnelli” di Cingoli con laboratori per bambini (pasta di zucchero e sculture di frutta).

Alle 16:30, al teatro Feronia: “L’arte della famiglia: presenza storica e sociale” con l’intervento dell’esperta di storia dell’arte Maria Gloria Riva. Al termine alcune famiglie del territorio racconteranno le loro esperienza di accoglienza.

Alle 19:30, sempre nel chiostro di San Domenico, aperitivo solidale a base di prodotti tipici proposti dai giovani imprenditori agricoli locali. Il ricavato, ad offerta, sarà devoluto in favore del Centro sociale educativo e ricreativo “Il Girasole”.

g.g.

 

Il progetto tutto settempedano "Homelike Villas” alla fiera per il destination wedding di Londra. Si tratta dell’appuntamento più importante d’Europa, il “The National Wedding Show” ospitato nei giorni scorsi a Londra e che ha visto per la prima volta la presenza dello stand di “Homelike Villas”, il progetto di incoming e turismo esperienziale  lanciato appena un anno fa dall’imprenditore settempedano Sandro Teloni. Ospitato negli spazi dell’Enit, l’Agenzia nazionale del Turismo, e della Regione Marche, lo stand ha presentato anche le tantissime bellezze del territorio marchigiano con immagini di suggestivi scorci e video delle tradizioni locali.               

Tra i tanti operatori giunti da tutto il mondo i Consulenti Viaggi e Vacanze, figura tutta nuova che caratterizza il progetto di “Homelike Villas”, hanno accolto coppie di futuri sposi ma anche wedding planner, tour operators e altri professionisti del settore per presentare loro il vero “matrimonio tricolore”.

“La nostra idea di matrimonio - spiega Teloni - così come la nostra idea di vacanze, è chiara: ogni cerimonia, ogni soggiorno nelle nostre strutture, deve essere una favola da raccontare. Per questo in fiera abbiamo presentato non solo le residenze che fanno parte della rete Homelike Villas, una settantina di siti tra meravigliose ville e dimore storiche di Marche, Umbria e Toscana; ma abbiamo mostrato anche i tantissimi servizi che offriamo. Anche per il wedding abbiamo creato, infatti, l’attenta figura dei Consulenti Viaggi e Vacanze che sono veri professionisti capaci di pensare a tutto quello di cui la coppia può avere bisogno: dal celebrante al catering, dalla richiesta di documenti al fiorista, dal musicista a chi si occupa dell’allestimento della tavola, dal transfert da e per l’aeroporto all’auto per la cerimonia. Insomma - aggiunge - un amico, per noi un professionista, che affianca e consiglia i futuri sposi, ma anche chi dovesse decidere di venire da noi per una luna di miele o un’altra cerimonia o momento da ricordare, dalla a alla z. Questo, ovviamente, viene molto apprezzato in particolare dagli stranieri che possono tranquillamente arrivare in Italia per sposarsi senza dover fare i conti con permessi, preventivi, contratti da firmare e mille e più difficoltà. Il nostro è un servizio completo e proprio per questo chi si affida a noi riesce a vivere realmente uno dei momenti più importanti della propria vita come se fosse una favola da raccontare”.

A novembre “Homelike Villas” sarà di nuovo a Londra per il Wtm, il World Travel Market, un must per il settore turistico. Durante il World Travel Market vengono presentate numerose destinazioni e altri aspetti del settore turistico davanti ad un pubblico specializzato di professionisti in Italia e nel mondo.

g.g.

 

FieraLondra

Un’opera di cui si parla da decenni. Un’opera fondamentale per collegare le vallate del Chienti e del Potenza. Un’opera per cui, se tutto va secondo le previsioni, potrà non essere più un miraggio. Stiamo parlando della bretella San Severino-Tolentino, quel tratto di strada di 5,7 chilometri il cui progetto è stato fermo per oltre 5 anni e che a breve potrebbe essere completamente finanziato. Ben 80 milioni di euro, di cui 10 già stanziati la scorsa primavera.

Di recente gli onorevoli Elena Lucchini e Tullio Patassini della Lega, hanno presentato al Ministro delle Infrastrutture un’interrogazione relativa proprio all’opera e, se vogliamo, alle intenzioni del Governo. Si chiedeva infatti se il Ministro sarebbe intervenuto affinché l’Anas destinasse dei fondi per il completamento della strada.

Al question time ha risposto il viceministro Edoardo Rixi che ha ricordato l’iter fino a ora, compresi i 10 milioni di euro già previsti per la realizzazione del tratto: “Serve chiaramente l’approvazione del Cipe ma Anas sta portando avanti la questione con l’intesa del Ministero”. Una risposta che non lascerebbe spazio a interpretazioni. La volontà politica ci sarebbe, si tratterebbe solo di attendere i tempi tecnici. A chiarirceli è Luigi Zura-Puntaroni, consigliere regionale che dopo un decennio spera di raggiungere quel traguardo per cui tanto ha lavorato: “La terza settimana di ottobre l’Anas riunirà una conferenza dei servizi a cui saranno invitate Regione, Quadrilatero e Provincia. Si formalizzerà la richiesta definitiva di finanziamento che poi passerà al Cipe. Quest’ultimo si riunisce ogni due mesi circa e in caso di parere favorevole, come già avvenuto con i primi 10 milioni stanziati, la Corte dei Conti dovrà certificare l’utilità e la congruità della spesa”. 

Secondo i tempi stimati da Zura-Puntaroni, se le cose andranno per il verso giusto, per la prossima primavera l’opera avrà il suo finanziamento completo e fra qualche anno, una volta realizzata, il percorso fra Tolentino e San Severino sarà percorribile in circa 3 o 4 minuti.

Sarà un tratto di strada di 5,7 chilometri con gallerie e viadotti in una zona complessa a livello morfologico.

“Ci sono voluti tanti anni - conclude - perché si è perso tempo a mettere d’accordo comuni, provincia e regione. Questa fase invece è molto veloce, sono solo tempi tecnici. La parte politica si è espressa”.

g.g.

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