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Don Bosco, il decreto sisma dà ragione a Massi

Mercoledì, 23 Ottobre 2019 17:44 | Letto 1818 volte   Clicca per ascolare il testo Don Bosco, il decreto sisma dà ragione a Massi Si riaccende il dibattito sulla scuola don Bosco dopo che il Decreto sisma vede delle norme a salvaguardia dei centri storici.Pare infatti che edifici scolastici, se siti nel centro storico, dovranno essere ricostruiti nel luogo nel quale si trovavano, salvo impedimenti oggettivi; in ogni caso, la destinazione d’uso dell’area in cui sorgevano non potrà essere modificata.Sulla norma interviene lex assessore Alessandro Massi, silurato proprio per colpa della sua presa di posizione contro la delocalizzazione della scuola don Bosco.Ora cambia tutto - dice - questoa norma sancisce un principio sacrosanto, lo stesso che si ribadiva con la scelta della don Bosco.Ad oggi - aggiunge - il progetto di Tolentino è completamente stoppato perchè se il Decreto venisse convertito in legge tra 60 giorni, non essendoci quelli che lo Stato definisce impedimenti oggettivi, non si potrà procedere alla delocalizzazione su base volontaria dellamministrazione.Qualora gli amministratori trovassero imperdimenti per proseguire con il loro intento, comunque non può essere mutata la destinazione duso a livello urbanistico. Sfumerebbe quindi lidea della casa di riposo di cui parlava il primo cittadino.Una norma che riguarderebbe quindi i Comuni come Tolentino dove la scuola in centro non si trova comunque nella zona rossa, diversamente dai Comuni dellentroterra: Chiaro - prosegue Massi - che Comuni come Cameino, Pieve Torina, Muccia e tanti altri, dove ci sono ampie zone rosse non possono ricostruire le scuole doverano e questo è un impedimento oggettivo.Sappiamo - conclude - che il sindaco si lamenta che questa norma sia stata contro di lui. Non la vedo, invece, come una questione politica, ma come applicazione di un principio sacrosanto che non permette di approfittare del terremoto per fare delle speculazioni edilizie. GS
Si riaccende il dibattito sulla scuola don Bosco dopo che il Decreto sisma vede delle norme a salvaguardia dei centri storici.
Pare infatti che edifici scolastici, se siti nel centro storico, dovranno essere ricostruiti nel luogo nel quale si trovavano, salvo impedimenti oggettivi; in ogni caso, la destinazione d’uso dell’area in cui sorgevano non potrà essere modificata.
Sulla norma interviene l'ex assessore Alessandro Massi, silurato proprio per colpa della sua presa di posizione contro la delocalizzazione della scuola don Bosco.
"Ora cambia tutto - dice - questoa norma sancisce un principio sacrosanto, lo stesso che si ribadiva con la scelta della don Bosco.
Ad oggi - aggiunge - il progetto di Tolentino è completamente stoppato perchè se il Decreto venisse convertito in legge tra 60 giorni, non essendoci quelli che lo Stato definisce impedimenti oggettivi, non si potrà procedere alla delocalizzazione su base volontaria dell'amministrazione.
Qualora gli amministratori trovassero imperdimenti per proseguire con il loro intento, comunque non può essere mutata la destinazione d'uso a livello urbanistico. Sfumerebbe quindi l'idea della casa di riposo di cui parlava il primo cittadino".
Una norma che riguarderebbe quindi i Comuni come Tolentino dove la scuola in centro non si trova comunque nella zona rossa, diversamente dai Comuni dell'entroterra: "Chiaro - prosegue Massi - che Comuni come Cameino, Pieve Torina, Muccia e tanti altri, dove ci sono ampie zone rosse non possono ricostruire le scuole dov'erano e questo è un impedimento oggettivo.
"Sappiamo - conclude - che il sindaco si lamenta che questa norma sia stata contro di lui. Non la vedo, invece, come una questione politica, ma come applicazione di un principio sacrosanto che non permette di approfittare del terremoto per fare delle speculazioni edilizie".

GS

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