Per la prima volta, da quando sono state unite in persona episcopi, le diocesi di Camerino San Severino Marche e Fabriano Matelica hanno celebrato insieme la solenne Messa Crismale.
Presieduta da Mons. Francesco Massara,  è stata celebrata nella basilica di San Venanzio a Camerino.
Una Chiesa gremita da sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose che insieme ai fedeli presenti, hanno voluto pregare il Signore nel giorno in cui ricordano il momento della consacrazione della loro vocazione con olio crismale.
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«Viviamo questo momento liturgico centrale, per la prima volta come due diocesi unite nella persona del vescovo, e lo celebriamo come rendimento di grazie, non solo nella memoria del nostro ministero sacerdotale, ma anche nel fare un grato ricordo dei nostri fratelli sacerdoti che ci hanno preceduto nel segno della fede e dormono il sonno della pace».
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Nel sottolineare il
grande significato della Messa Crismale in cui si manifesta la pienezza della Chiesa diocesana che rende grazie ed è in festa, di fronte alle difficoltà del tempo attuale, reso ancora più faticoso «da venti di guerra che flagellano l’anima e ci rendono sempre più consapevoli della fragilità e della sconsideratezza umana», nella sua omelia  l’arcivescovo ha voluto  evidenziare  l’importanza di «ritrovarsi insieme alle comunità per riscoprire il valore e il senso di essere un popolo consacrato dalla Grazia di Dio».
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Un'omelia, quella dell'arcivescovo Massara, ispirata
 ai temi della comunione, missione e partecipazione, parole chiave del cammino verso il cambiamento “Per una Chiesa Sinodale” ed elementi scelti dal presule per esortare i presbiteri, pur nella diversità delle provenienze e dei percorsi formativi ed ecclesiali, non solo a celebrare, ma a vivere autenticamente tra di loro e nelle comunità.
«Il significato più profondo di questa liturgia che ci raduna insieme, sta nel fatto che il Signore ci invita a non pensarci come presbiteri isolati e autoreferenziali, ma come presbiterio di fratelli. Ci chiede, inoltre, di non diventare gestori di cose sacre, ma pastori con l’odore delle pecore e il profumo di Cristo. Un profumo che sa di fiducia, lealtà, sincerità, responsabilità, parresia».
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Nell’ottica di una pastorale nuova adeguata ai tempi, che richiede comunione e unità, le praole di Mons. Massara si sono quindi concentrate sulla missione, impegno costitutivo del ministero presbiterale che scaturisce dall’urgenza di far conoscere il Signore e dal desiderio di avvicinarlo alla gente, perché «non ci può essere ministero sacerdotale che possa essere definito autentico se, nonostante il proprio modo di essere, mancasse di circondare di attenzione e di tenerezza le persone a lui affidate, fino a conoscerle una per una» e «
se vogliamo realizzare sapientemente, come Chiesa, un sinodo che non sia solo convegni, pubblicazioni o idee a tema, dobbiamo uscire, come dice Papa Francesco, da una certa pigrizia pastorale, ripiegata sul comodo “si è sempre fratto così”, e cogliere la sfida di questi tempi e dei tanti cambiamenti che non ci permettono di proseguire in una pastorale ripetitiva, ma ci chiedono empatia, slancio, coraggio e creatività».

Infine, la partecipazione, «da vivere come corresponsabilità nel servizio inteso come “passione struggente” verso la propria comunità e la Chiesa. Un servizio da declinarsi nell’essere Pastori secondo il cuore di Cristo, ultimi e servi di tutti coloro che ci sono affidati. Pastori che sanno stare davanti al gregge, con coraggio e senza paure; in mezzo al gregge, per condividere e camminare insieme; alle spalle del gregge per proteggerlo. Pastori che sanno essere fratelli e padri, senza spadroneggiare, in ascolto delle necessita e dei bisogni della gente, e sempre pronti a comprendere e a perdonare, sapendo meravigliosamente coniugare misericordia e verità. Servizio da costruire nella generosa disponibilità ad amare il popolo di Dio a noi affidato, educandolo, ma lasciandoci anche educare da quel dinamismo di condivisione e unità che siamo chiamati a promuovere con sinodalità nelle nostre comunità».
Messa crismale vescovo 3
A concludere l’omelia, l’invito rivolto a ciascuno ad aprirsi incondizionatamente allo Spirito del Signore per guarire soprattutto le malattie dell’anima, le distrofie che possono colpire i cuori delle persone che compongono il presbiterio.«Solo lo Spirito del Crocifisso può aiutarci a rinsaldare i legami della fraternità, della collaborazione pastorale che, grazie a Dio, consente di portare ai poveri il lieto annuncio- ha richiamato Massara-. Maria, che nel Cenacolo si è fatta compagna e sostegno degli Apostoli, ci aiuti a sentire amore per la Chiesa e a essere grati nella comunione, appassionati nella missione e gioiosi nel servizio».
c.c.
“Con la donazione di oggi, Camerino celebra una cultura che ci riporta alle origini di questa società. In un momento così drammatico, una donazione come quella di oggi è un gesto incommensurabile per il valore che ha. È un bellissimo atto di carità, sussidiarietà, responsabilità collettiva. Un gesto nobile, indirizzato a servire la comunità, a fare qualcosa per i più deboli e fragili. Io credo che in un momento come questo Camerino si stagli al vertice della nostra regione e voglio rassicurare che quello della sanità della nuova amministrazione regionale è un progetto che tende a potenziare e a migliorarla”.

Così l’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini ha commentato la donazione di un nuovo ecografo multidisciplinare all’ospedale di Camerino. Si tratta del terzo ecografo in dotazione alla struttura sanitaria e che, grazie alla raccolta fondi attivata dall’associazione “La voce del cuore per la chirurgia” supportata da privati e dal contributo essenziale di “ La pasta di Camerino” è da oggi a disposizione dell’equipe della Chirurgia diretta dal prof. Giambattista Catalini. Uno strumento utile dunque a migliorare l’attività interventistica e di screening sui pazienti
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Un gesto che senza la sinergia con le istituzioni non sarebbe stato possibile, ha detto Gabriella Accorambonl, presidente dell’associazione “La Voce del cuore per la chirurgia" ringraziando tutti i privati che hanno sostenuto la raccolta fondi, in particolare la società Entroterra S.P.A titolare del Marchio Pasta di Camerino la cui elargizione ha contribuito all'acquisto del dispositivo.
“Il covid ci ha fatto comprendere le nostre debolezze e quanto sono importanti le professionalità e gli ospedali, strutture sanitarie che non sono fatte solo di mura ma di chi all’interno ci lavora  per cui - ha detto  Gabriella Accoramboni-,  è importante che le istituzioni appoggino e diano la possibilità di far lavorare al meglio gli operatori sanitari; la nostra donazione alla chirurgia mira a potenziare il reparto e offrire una strumentazione che migliora gli interventi chirurgici. Il fatto di poter dare un qualcosa di più, ci auguriamo che serva a mantenere nel tempo nonchè elevare la qualità del reparto diretto dal prof. Catalini”.

Ha posto in risalto il valore dell'iniziativa  solidale e l’importanza del nosocomio camerte, la direttrice generale dell’Area Vasta 3 dell’Asur Daniela Corsi che ha parlato anche da medico, molto legata alle professionalità dell’ospedale di Camerino con le quali ha condiviso l’intensa esperienza di riconversione della struttura in covid Hospital:“Capisco il valore aggiunto che dà questo strumento diagnostico all’avanguardia e che sarà un supporto importante, a sottolineare di come l’ospedale di Camerino debba vivere, andare avanti e dare il massimo delle attività che può offrire”.

Un dono che nasce dal cuore, un gesto di grande generosità e di amore verso la dignità del malato, ribadito dall’arcivescovo di Camerino San Severino Marche Mons. Francesco Massara che, al valore aggiunto della strumentazione in grado di implementare l’eccellenza del nosocomio di Camerino, si è augurato che nei reparti dell'ospedale, oltre alle importantissime strumentazioni, possano aumentare le figure di personale e di giovani medici d’aiuto a quelle presenti, così da migliorare le prestazioni nei confronti della comunità. “ Le strumentazioni sono importantissime, ma – è tornato a sottolineare - una meravigliosa Ferrari, senza il pilota, rischia di non poter essere guidata. Questo è un territorio in cui l’ospedale va migliorato e potenziato, ma serve anche la presenza di tanti professionisti”.
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In rappresentanza dell’ Università di Camerino e del rettore Pettinari, è intervenuto il prorettore vicario Graziano Leoni il quale ha tenuto a ringraziare l’associazione per il segnale di prossimità a favore dell’ospedale che si dota di un dispositivo utile a sviluppare diagnosi in maniera più appropriata e veloce : "È  tutto il territorio che ne guadagna.E l’università fa parte di questo territorio -ha affermato-. Ritengo che questa donazione sia anche un segno della ricostruzione che si sta facendo. L’ateneo da parte sua sta facendo il massimo per recuperare il più velocemente possibile tutti gli spazi e quindi garantire che a Camerino tornino ancora più studenti  che possano popolare le vie della città che nel frattempo si sta ricostruendo. Non si vedono tante gru ma vi assicuro che il lavoro che c’è dietro è così tanto che presto le vedremo”.

È poi seguito l’intervento del sindaco di Camerino Sandro Sborgia che ha speso parole di sentito ringraziamento nei confronti dell’associazione e dei sempre disponibili titolari dell'azienda Pasta di Camerino.
“È nel momento della difficoltà che si vede la parte più bella della generosità delle persone legate a questo territorio, a testimoniare  come si possa insieme superare gli ostacoli che si presentano. Un nuovo strumento che grazie alla solidarietà oggi entra a far parte di questo ospedale che si sta dotando di apparecchiature all’avanguardia e che, alle tante persone che hanno fatto e faranno riferimento a questa struttura, consentirà di poter avere assicurato quel livello, quel grado e quella qualità delle cure che ognuno di noi auspica quando si parla di salute”. Nel sottolineare che l’ospedale di Camerino è stato da sempre punto di riferimento per quanti abitano anche in altre zone, certi di trovare delle professionalità e garanzia di sicurezza nel livello di cure di qualità, Sborgia ha inteso rimarcare l’aspetto dell’ impegno vigile che ogni sindaco e ogni cittadino non può non avere nei confronti delle istituzioni, a tutela della salvaguardia dei diritti primari delle persone. “Sono queste le cose che si chiedono a chi ha la responsabilità di governare. Poi, da parte di chi è stato investito di quella responsabilità,  c’è la sensibilità e il dovere di prodigarsi in ogni modo affinché tutto questo venga assicurato. Avremo allora reso un servizio alla collettività e avremo fatto il nostro dovere. Mi fa piacere oggi essere qui, perché questo strumento che viene donato all’ospedale, ci richiama un po’ alle responsabilità. Chi vi ha contribuito compiendo lo sforzo di raccogliere fondi per raggiungere l'obiettivo del dono, non ha solo compiuto un atto  di generosità ma ciò che è in dovere da parte di ognuno di noi”.
Significato e valore del dono, volontà di sostenere in ogni modo un presidio così importante come l’ospedale di Camerino, sono stati ugualmente evidenziati e sottolineati nei loro interventi dalla presidente della IV Commissione Sanità, Elena Leonardi e dal consigliere regionale Enzo Marinelli.

c.c.
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Vertenza Elica: il piano strategico dello scorso 31 marzo ha previsto 409 esuberi su 560 dipendenti totali del comprensorio, la chiusura dello stabilimento a Cerreto D'Esi e delocalizzazione del 70% delle produzioni effettuate oggi nelle sedi di Fabriano, Cerreto e Mergo. Una situazione drammatica, in un territorio già contraddistinto da un alto tasso di disoccupazione.

Anche l’Arcivescovo Francesco Massara ha lanciato il suo appello alle istituzioni e alla proprietà dell'azienda: “Sono giorni di dramma individuale e collettivo quelli che stiamo vivendo nella diocesi di Fabriano e Matelica. All’ ‘Elica’, una delle principali aziende di un territorio già ad elevato tasso di disoccupazione, sono stati annunciati oltre quattrocento esuberi. Una voragine sociale minaccia il futuro anche dei lavoratori dell’indotto spingendo verso il fallimento un’intera filiera. Sono le ditte del comparto delle cappe aspiranti che tradizionalmente sono un punto di forza del nostro storico distretto dell’elettrodomestico. Un patrimonio di talenti professionali e capacità organizzative che non può essere disperso.  Tutto ciò richiede un intervento deciso e tempestivo delle istituzioni – prosegue Mons. Massara –. A livello sia regionale che nazionale. Dietro i numeri angoscianti degli annunciati licenziamenti ci sono persone e famiglie che soffrono e la Chiesa non farà mancare loro vicinanza e sostegno. La gravità del momento richiede alla proprietà dell’Elica profonda riflessione su una decisione così deflagrante. I responsabili istituzionali sono tenuti a prestare la massima attenzione per programmare subito la ripresa di un’area da un decennio al centro di devastanti processi di deindustrializzazione e delocalizzazione delle attività produttive. Non c’è tempo da perdere. Il 2021 è stato consacrato da papa Francesco a San Giuseppe per mettere i lavoratori e le famiglie sotto la protezione del patrono universale della Chiesa. In un recentissimo passato – continua l’appello – i dipendenti che ora vedono in pericolo la propria occupazione hanno dato prova di senso di responsabilità e di solidarietà approvando accordi sindacali sulla riduzione dell’orario di lavoro e dello stipendio pur di evitare il licenziamento di una parte dei loro colleghi. Hanno poi ascoltato progetti di rilancio dell’impresa quando gli ammortizzatori sociali sembravano una boccata d’ossigeno in vista di una riorganizzazione aziendale che non lasciava certo presagire questa prospettata riduzione di oltre il 90% della forza lavoro. Un fulmine a ciel sereno. Un macigno sulle spalle di tanti. Nei prossimi giorni è prevista l’apertura di un tavolo di crisi alla Regione Marche e il nostro auspicio è che un’analoga iniziativa venga adottata al più presto anche al ministero per Sviluppo economico. A tutti i livelli, infatti,  vanno intraprese procedure di confronto tra le parti sociali per salvaguardare la dignità dei lavoratori e la continuità della produzione. Per scongiurare la chiusura degli stabilimenti nel nostro territorio, esorto tutti i deputati e senatori marchigiani, di ogni schieramento, a dar vita a una sinergia positiva e una costruttiva convergenza di intenti. Una significativa prova di unità sarebbe, ad esempio, quella di sollecitare a intervenire il governo attraverso un’interpellanza parlamentare trasversale. Ad essere in discussione è la tenuta del sistema economico e sociale dell’intero territorio, perciò invito le istituzioni a mobilitarsi fattualmente per accompagnare lo sviluppo di questa grave situazione verso una soluzione positiva. Diventa più povera e più debole una società che non si fa carico di lavoratori e famiglie che non chiedono assistenza né elemosina bensì un’azione concordata per superare una condizione collettiva di difficoltà.  Ho ascoltato il dolore di questi fratelli e sorelle  attraverso le loro dirette testimonianze. La Diocesi farà la sua parte – conclude l’Arcivescovo – per andare incontro alle necessità di chi non può essere lasciato andare alla deriva. L’impegno comune deve però essere quello di offrire congiuntamente un contributo concreto alla proiezione futura di un comparto nel quale al “saper fare” va riconosciuto un valore sociale e morale superiore alle miopi operazioni di tornaconto finanziario di breve respiro”.

Due anni fa, il 6 ottobre 2018, don Franco Massara, eletto alla sede arcivescovile di Camerino - San Severino Marche, fu ordinato vescovo nella chiesa cattedrale di Mileto. La successiva domenica 21 ottobre mons. Massara prese ufficialmente possesso della sua sede con una solenne concelebrazione che si tenne nei locali del Contram a Camerino.

Nel giorno dell'anniversario dell'ordinazione episcopale l'arcivescovo Massara traccia un bilancio di questi due anni alla guida della chiesa camerte - settempedana.
"Ringrazio il Signore e la Madonna che mi hanno accompagnato in questi due anni di ministero - le sue parole - Vorrei anche ringraziare i sacerdoti e le persone che ho incontrato lungo le strade di questa comunità, che sicuramente mi accompagnano con la loro preghiera perchè io possa servire questa diocesi, ora anche quella di Fabriano - Matelica, con uno spirito evangelico, soprattutto stando vicino ai più poveri e bisognosi". 

Le conseguenze provocate dal terremoto, sia strutturali che economiche, al centro dell'impegno di mons. Massara.
"Aggiungerei anche il terremoto dell'anima - conclude l'arcivescovo - perchè la gente ha bisogno di essere accompagnata nella fede e sentire vicino la presenza di Dio anche attraverso i segni concreti della ricostruzione di case, attività, chiese. Come vescovo e come diocesi ritengo che dovremo continuare ad essere vicini alle persone anche attraverso il sostegno economico nei casi in cui ce ne sia bisogno".

Un cammino certamente non semplice per mons. Francesco Massara, con i suoi 55 anni il più giovane vescovo delle Marche e che, come scherzosamente gli hanno augurato ad Assisi i suoi confratelli, sarà con tutta probabilità l'unico vescovo ad essere di nuovo presente all'accensione della lampada votiva di San Francesco tra 20 anni, quando di nuovo saranno nuovamente le Marche ad offrire l'olio.

f.u.
Al termine della Recita dell'Angelus in piazza San Pietro, affacciato alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre ha voluto oggi dedicare un pensiero  a tutte le popolazioni del Centro Italia, ancora in sofferenza a causa del sisma.
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Nell’approssimarsi della data che segna i 4 anni dalle prime scosse devastanti della notte del 24 agosto 2016, Papa Francesco ha rinnovato la preghiera per le famiglie e le comunità che hanno subito maggiori danni, rivolgendo a loro il suo pensiero, affinchè possano andare avanti con solidarietà e speranza. Nelle parole del Papa anche l'augurio che si acceleri la ricostruzione affinchè la gente possa tornare a vivere serenamente nei bellissimi territori dell’appennino.

Parole subito accolte con affetto dall'Arcivescovo Francesco Massara, a sua volta sempre in prima linea per alleviare e risolvere ogni difficoltà delle comunità terremotate
“ Dal profondo del cuore - ha detto Mons. Massara- sento di ringraziare il Santo Padre per l’attenzione che ha sempre avuto per i territori feriti dal sisma e per questo pensiero che ha voluto dedicare loro, durante l’Angelus in piazza San Pietro, Lo interpretiamo come  ulteriore segno di una costante vicinanza e da stimolo ad andare avanti con fiducia". 
c.c.


In una intervista all'Osservatore Romano, Mons. Francesco Massara, Arcivescovo di Camerino San Severino Marche ha inteso sottolineare con gioia la notizia del conferimento dell'attestato d'onore di Alfiere della Repubblica a Maria Gabriella Lucarini. Parole ricolme di emozione quelle dell''arcivescovo nel ripercorrere tutti i piccoli grandi gesti di rara sensibilità, altruismo e solidarietà, partiti  dalla bambina oggi undicenne e che l'hanno condotta a distinguersi come modello di buon cittadino tanto da essere insignita del premio dal Presidente della Repubblica. 
Riportiamo integralmente l'articolo dell'Osservatore Romano nel quale Mons. Massara esprime i suoi sentimenti di letizia e di elogio nei confronti di Maria Gabriella.

“La voce di questa bambina è tra le più belle di quel desiderio dei più piccoli di voler ricostruire ciò che è stato tolto dal terremoto - case, giochi, strade e chiese, soprattutto queste ultime a loro mancano tanto - , e che parla a tutti di generosità e apertura evangelica”. Con queste parole colme di gratitudine e speranza l'arcivescovo di Camerino – San Severino Marche, Francesco Massara, commenta a “L'Osservatore Romano” il conferimento a Maria Gabriella Lucarini, 11 anni, dell'attestato di onore “alfiere della Repubblica italiana” da parte del presidente Sergio Mattarella, insieme ad altri 25 giovani distintisi per azioni coraggiose e solidali. “Per l’attaccamento dimostrato a Camerino, città nella quale è cresciuta e di cui è diventata, dopo il terremoto, testimone della volontà di ricostruzione”, recita la motivazione. La lieta notizia è stata comunicata proprio dal presule alla mamma della piccola, Liliana, che ha subito reso partecipe la figlia, impegnata con le lezioni on line a causa della chiusura scolastica imposta dal coronavirus. “Una gioia enorme che ci ha emozionato enormemente – ci spiega la signora Liliana – in quanto assolutamente inaspettata e che riconosce la grande e contagiosa forza d'animo di Maria Gabriella”. Che di fronte alle macerie, non solo quelle lasciate dal sisma del 2016 ma anche quelle presenti nello spirito di molti suoi concittadini, non è mai arretrata di un passo non volendo mai abbandonare la città, i suoi compagni, la sua maestra anche dopo il trasferimento sulla costa in seguito all'inagibilità della sua casa. E così il forte legame con la sua Camerino si è tradotto in una lettera, scritta all'età di sette anni, in cui esprimeva la ferma volontà di ricostruire la città “con le mie mani e ci saranno anche quelle dei miei amici che non ti lasceranno sola. Per me sei importantissima e non lascerò che il terremoto ti distrugga un'altra volta. Ti ringrazio per le belle risate che abbiamo fatto insieme, ti ringrazio per avermi fatto camminare sulle tue strade e continuerò a camminarci fino alla fine dei miei giorni”. Un atto d'amore, di giovane ma edificante sensibilità, che è diventato un simbolo e ha avuto un'eco anche fuori dal territorio italiano. Ma soprattutto ha avuto un lettore speciale, Papa Francesco, al quale è stata consegnata in occasione della sua visita al comune nel giugno del 2019. “Maria Gabriella – rivela mamma Liliana – sapendo del suo arrivo mi ha chiesto di partire alle tre di notte da Castelraimondo, il paese nel quale ora viviamo, per giungere a Camerino, ospiti di amici e indisturbati visti i divieti di inagibilità, in modo da consegnare personalmente e senza problemi la missiva al Pontefice”. Questa la caparbietà spirituale, la tenacia e grandezza d'animo di un'undicenne capace di “un'apertura evangelica che manifesta una profonda testimonianza di fede”sottolinea monsignor Massara. “Maria Gabriella ha una forza interiore che non la fa fermare davanti a niente. Ha mille interessi e attività, è chierichetto insieme al fratello gemello Pietro Paolo, impegnata con gli scout e nello sport, ama la danza. Il suo – prosegue Massara – è un continuo esprimere positività portando sempre avanti le cose in cui crede. Ciò pero non le impedisce di vivere appieno al sua fanciullezza, arricchita da un'attenzione e una cura per ogni tipo di bisogno espresso dagli altri: è questa la sua missione più pura”. Ad esempio, rivela la signora Liliana, “partecipa ad ogni manifestazione nazionale in cui si chiede un maggiore intervento delle autorità per accelerare la ricostruzione che a Camerino è ancora sostanzialmente ferma; si fa in quattro per aiutare i compagni in difficoltà con lo studio delle materie o quando il collegamento internet presenta qualche problema. Da grande Maria Gabriella vuole diventare magistrato per combattere le tante ingiustizie e realizzare un mondo migliore”. Con il suo entusiasmo, con il suo rispetto per tutte le persone Maria Gabriella ci invita implicitamente anche a riflettere sul nostro percorso attuale di umanità, sulle nostre carenze” e a “indagare” su come un cuore di fanciullo possa far suscitare sentimenti così forti e insegnamenti così grandi. Operare per colmare piccole o grandi difficoltà, piccoli o grandi dolori è un comandamento che lei ha posto davanti alla sua sofferenza più grande, rappresentata dalla morte del papà pochi mesi prima del terremoto. Anzi è lui, è sicura, a guidarla “da lassù” incoraggiandola nella sua dedizione al prossimo. “Quando osserva il cielo stellato – spiega la mamma – indica sempre una stella precisando che quella è il suo papà che, insieme a me, le ha insegnato i valori cristiani fin da piccola. Ma lo fa senza tristezza, con occhi che brillano di amore puro verso il Signore”. Un papà che svolgeva la professione di medico e che rivive nella figlia in quella scelta di avere cura degli altri osserva l'arcivescovo di Camerino - San Severino Marche. “La bambina mi ha confidato che se lui fosse ancora vivo starebbe accanto ai malati di coronavirus per farli guarire tutti. Tutte le sere lei rivolge una preghiera all'immagine della Madonna della fiducia che le ho regalato io e che si venera da quasi due secoli nel Pontificio seminario romano maggiore. La famiglia ha contribuito molto alla formazione cattolica di Maria Gabriella creando le basi di un'energia spirituale straordinaria che trascina i più grandi affascinati dal suo esempio. Il tutto – prosegue il presule – permeato di gioia e di speranza per il futuro anche se i giovani come lei sono il presente”.
C.C.

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