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Giovanni Caccamo a Camerino. "Anche la musica aiuterà a ripartire"

Sabato, 22 Maggio 2021 13:57 | Letto 802 volte   Clicca per ascolare il testo Giovanni Caccamo a Camerino. "Anche la musica aiuterà a ripartire" “Le corde di un violino e le armonie di uno strumento a fiato potranno ricucire le ferite di un territorio”. Così il cantautore Giovanni Caccamo, tra gli artisti che partecipano alle prove negli studi di registrazione dell’Accademia della musica “Franco Corelli” di Camerino. Una due giorni con tanti artisti, giunti nella città ducale per testare le tecnologie all’avanguardia di cui dispone la scuola, finanziata anche grazie all’appoggio della Andrea Bocelli Foundation.Intervistato da Carla Campetella, Caccamo ha raccontato quella che è la sua terza visita a Camerino: “Davvero delle tecnologie straordinarie, ed è un piacere poterle testare insieme agli altri artisti che saliranno in città. Ricordo le mie visite a Camerino, le porterò sempre con me: ero venuto per l’inaugurazione, a ottobre, ma anche prima, quando il centro era zona rossa. Un silenzio assordante, quasi da film apocalittico: credo davvero che la musica possa essere lo strumento che contribuirà a ricostruire il tessuto della città”.l.c.
“Le corde di un violino e le armonie di uno strumento a fiato potranno ricucire le ferite di un territorio”. Così il cantautore Giovanni Caccamo, tra gli artisti che partecipano alle prove negli studi di registrazione dell’Accademia della musica “Franco Corelli” di Camerino. Una due giorni con tanti artisti, giunti nella città ducale per testare le tecnologie all’avanguardia di cui dispone la scuola, finanziata anche grazie all’appoggio della Andrea Bocelli Foundation.

Intervistato da Carla Campetella, Caccamo ha raccontato quella che è la sua terza visita a Camerino: “Davvero delle tecnologie straordinarie, ed è un piacere poterle testare insieme agli altri artisti che saliranno in città. Ricordo le mie visite a Camerino, le porterò sempre con me: ero venuto per l’inaugurazione, a ottobre, ma anche prima, quando il centro era zona rossa. Un silenzio assordante, quasi da film apocalittico: credo davvero che la musica possa essere lo strumento che contribuirà a ricostruire il tessuto della città”.

l.c.

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