“Negli ultimi anni – spiegano da Coldiretti Marche – il quadro è mutato a seguito dell’emergenza sanitaria dovuto al Covid-19 e ci si è resi conto che era tempo di una semplificazione amministrativa e burocratica che consentisse nuove opportunità alle imprese agricole, soprattutto quelle che risiedono nei territori più marginali delle Marche, per diversificare l’offerta e, nell’ambito della loro multifunzionalità, costruire una nuova rete di economia e servizi nel territorio”.
“Siamo molto felici che la proposta di Coldiretti Marche per aggiornare la normativa agrituristica sia finalmente diventata legge. Un ringraziamento alla Giunta regionale, alla II Commissione e a quei consiglieri che hanno sostenuto un importante passo in avanti a favore della multifunzionalità agricola – ha spiegato Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – Questa legge rappresenta una evoluzione non solo per le aziende agricole che si occupano di accoglienza, ristorazione ed esperienzialità rurale ma per tutta la Regione Marche che potrà così migliorare la propria offerta turistica e promozionale valorizzando l'identità e la distintività del nostro territorio grazie al sapiente e colto lavoro degli imprenditori agricoli”. Le aziende agrituristiche potranno, dunque, introdurre spazi per picnic o nuove forme di alloggio esperienziale come il glamping (il campeggio glamour in strutture a 5 stelle), le case sugli alberi o l’alloggio in botti. Si supera il limite fisso dei 70 posti tavola fermo restando che la percentuale di approvvigionamento di prodotti aziendali e locali da altre aziende agricole resta fissata al 60%. Si potranno acquistare prodotti anche in regioni limitrofe per salvaguardare le continuità territoriali e tradizionali delle aree di confine. Viene previsto inoltre il servizio di asporto e di consegna a domicilio.
La richiesta degli agricoltori, sintetizzata dall’hashtag #stopcinghiali, è quella di vedere in atto un piano straordinario di abbattimenti per riportare equilibrio tra natura e colture.
Stando ai dati, Coldiretti ha calcolato un aumento della popolazione di cinghiali di circa il 15% a livello nazionale. I branchi, molto più numerosi, si spingono sempre più vicino alle zone abitate, mettendo così a rischio sia le colture e con loro gli affari, sia l’incolumità di persone e animali domestici, rappresentando una fonte di danni ingenti per le aziende agricole.
Coldiretti, al fianco degli agricoltori nella manifestazione, chiede "maggiore tempestività nell’applicare la norma che prevede che siano gli stessi agricoltori, purché muniti di licenza, a poter procedere con l’abbattimento nel loro fondo durante le fasi del ciclo produttivo previste dalla legislazione. Maria Letizia Gardoni, Presidente di Coldiretti Marche, ha affermato come sia necessario “rendere operativi questi strumenti, applicando la norma in maniera corretta. Per questo chiediamo alla Regione Marche maggiore tempestività, coordinamento e controllo sugli Atc. Caccia, agricoltura e tutela dell'ambiente – prosegue Gardoni – possono e devono interagire tra loro positivamente per la gestione del territorio".
Poi la richiesta: "A nome di Coldiretti – chiude la Presidente – , chiediamo l'adozione dello Statuto unico regionale per gli Ambiti Territoriali di Caccia, fondamentale, dopo il passaggio delle competenze dalle Province alla Regione, per uniformare procedure ad oggi difformi sul territorio, soprattutto per quel che riguarda procedure e modulistica dei risarcimenti dei danni".
l.c.
Pesano le difficoltà negli scambi commerciali e il lockdown, che ha colpito in particolar modo il settore ristorazione, principale mercato di sbocco del vino marchigiano. Il settore enologico ha perso infatti quasi 9 milioni (-14,5%), male anche l’olio EVO (-26%) e l’ortofrutta lavorato e conservato (-3,7%).
La Presidente di Coldiretti Marche, Maria Letizia Gardoni, ha commentato: “La nostra regione è culla di eccellenze agroalimentari e oltre alla pandemia è spesso penalizzata rispetto agli altri territori dalla poca visibilità, senza contare i ritardi infrastrutturali che si traducono in perdita di redditività per le aziende. Per far tornare la crescita del Made in Marche occorre anche agire su questi ritardi e sbloccare le opere per collegare meglio la nostra regione con il resto del mondo. Questo è uno dei punti più importanti che abbiamo chiesto al nuovo governo regionale per colmare il divario con le altre regioni e dare sostegno alle aziende già provate dalla crisi, poi dal terremoto e ora dal Covid”.
l.c.
“Frutto – spiega Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – delle numerose osservazioni e suggerimenti che abbiamo portato come elemento di discussione ai tavoli di confronto. Siamo soddisfatti per l’accoglimento di queste richieste”.
“Risorse aggiuntive – aggiunge la presidente Gardoni – ma abbiamo ricordato che per far ripartire al meglio queste zone in difficoltà ne servirebbero di ulteriori per arrivare a comprendere tutte le aziende che ne hanno fatto richiesta”.
Novità in arrivo anche per quanto riguarda la coltivazione della barbabietola da zucchero per la quale l’assessore Carloni ha annunciato contributi per il 2021 e il 2022.
“Siamo in attesa del passaggio in giunta di questo provvedimento ma siamo fiduciosi sul fatto che il governo regionale possa comprendere questa enorme possibilità per le Marche – conclude la presidente Gardoni – La barbabietola è una delle coltivazioni di punta delle nostra regione e siamo stati i primi a credere nel suo ritorno collaborando con le aziende e con la Coprob, l’unico produttore cooperativo di zucchero con una filiera tutta italiana. Non dimentichiamoci la barbabietola oltre a rappresentare un'ottima coltura di rotazione, è anche uno strumento economico importante per l'indotto tra trasporti e manifattura”.
Red.
Dopo oltre 10 anni di assenza le Marche tornano a raccogliere barbabietole da zucchero. Un settore dismesso in passato ma che ora, grazie a un nuovo orientamento dei consumatori, con una più spiccata sensibilità per gli aspetti sociali della produzione, sta tornando. Da nord a sud della regione sono già 30 le aziende agricole che si dedicato a questa coltura che rappresenta un pezzo di storia delle Marche. Si stima un primo raccolto di 120mila quintali nei circa 300 ettari, tutti biologici, dedicati. Cifre destinate ad aumentare. Di questo e delle prospettive future del comparto si è parlato ieri pomeriggio, giovedì 16 maggio, all’Aula Verde dell’Abbadia di Fiastra all’interno di un incontro promosso da Coldiretti Marche in collaborazione con Coprob, l’unico produttore cooperativo di zucchero con una filiera 100% italiana. Già presente in sette regioni, Coprob ha raggiunto le Marche con un progetto che ruota attorno a tre principi fondamentali: la qualità, la sostenibilità delle produzioni con particolare attenzione alla biodiversità e alla tutela del suolo e la redditività delle imprese agricole. “Principi che sono gli stessi di Coldiretti – spiega Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – Con la barbabietola da zucchero, per quanto possa sembrare suggestivo, non si tratta di un ritorno al passato ma un’opportunità che arriva dal mercato. Oggi pochissime aziende hanno il 75% del comparto delle zucchero. Arriva dall’estero, spesso da paesi che sfruttano la manodopera, che inquinano. Coprob ha avuto il coraggio di costruire la prima filiera delle zucchero bio e può dare una mano importante, a partire dall’analisi dei terreni, per avviare o riprendere questo tipo di coltivazione utile anche in rotazione con il grano, altra coltivazione importantissima nella nostra regione”. All’incontro, davanti a oltre un centinaio di agricoltori arrivati da tutta la regione, c’erano anche Claudio Gallerani, presidente di Coprob, Paolo Carnemolla, presidente di Federbio, e Filippo Tramonti, presidente Consorzio Agrario dell’Adriatico. Tra i relatori il direttore agricolo Massimiliano Cenacchi e i tecnici Massimo Zavanella e Alessandro Vacchi che si sono soffermati sulle analisi dei terreni e sulla difesa, attraverso sistemi naturali, di parassiti e insetti dannosi alle colture. “Siamo pronti a crescere ancora in partnership con l'agroalimentare italiano” ha detto il presidente Gallerani. Tutto il gruppo si è poi spostato per una visita sul campo di barbabietole di Mario Ramadori, una delle nuove coltivazioni “di ritorno”, proprio nei pressi dell’anfiteatro romano di Urbisaglia.
Maria Letizia Gardoni
Mauro Gallerani
la visita alle barbabietole..