“Torniamo a fare spettacolo”. Va oltre la richiesta, è un vero e proprio grido quello che lanciano i lavoratori dello spettacolo messi in ginocchio a causa del prolungamento dello stato di pandemia. Martedì 23 febbraio, ad un anno dalla chiusura dei luoghi della cultura, i sindacati confederali di categoria realizzeranno una manifestazione pubblica in stretto raccordo con le proposte nazionali e regionali, quest’ultime già al centro del confronto con la Regione Marche.

SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UIL, le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo marchigiani, rispettando i protocolli di sicurezza, manifesteranno a Macerata, in piazza Mazzini, dalle 16 alle 17, vicino ad uno dei luoghi simbolo della Cultura, lo Sferisterio.

Le ragioni dell’iniziativa sono quelle di porre l’attenzione pubblica ed istituzionale sugli effetti concreti che la pandemia e le conseguenti chiusure hanno prodotto sui territori, tra la popolazione, sull’occupazione e sulle condizioni materiali delle lavoratrici e lavoratori. Il mondo della produzione culturale chiede il riconoscimento di ammortizzatori sociali più efficaci, di pensare alla riapertura graduale ed in sicurezza dei luoghi della cultura, di salvaguardare produzione e occupazione per non disperdere talenti e professionalità essenziali per la società civile.

Inoltre per le sigle sindacali, è urgente realizzare una riforma della legge dello spettacolo e combattere forme diffuse di elusività contrattuale e di lavoro sommerso, attraverso l’applicazione dei contratti nazionali di lavoro.

SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UIL delle Marche hanno da tempo aperto un confronto con l’ente regionale, a cui chiedono di affrontare e risolvere il tema urgente dei ristori, delle buone pratiche contrattuali, della revisione della legge regionale dello spettacolo risalente al 2009 e concretizzare il progetto presentato di “Cura dei teatri marchigiani” propedeutici alla ripresa.

I sindacati e i lavoratori dello spettacolo, chiedono sostegno alla società civile per il rilancio del settore dello spettacolo, quale fattore essenziale per lo sviluppo economico e sociale.

B.O.
Ha risposto all’appello mosso da SLC CGIL, per i lavoratori dello spettacolo dal vivo, la candidata in consiglio regionale nella lista Civitas Civici, Paola Giorgi che essendo attrice e produttrice teatrale, dice di sentirsi parte attiva di questo settore.

Nei giorni scorsi, infatti, il Sindacato dei Lavoratori della Comunicazione Regionale Marche aveva inviato una missiva ai candidati governatori per chiedere attenzione e soluzioni rivolte ad un settore in cui il precariato è ormai una situazione ‘abituale’.

“Conosco le esigenze della categoria - esordisce Paola Giorgi in risposta all’appello - e ritengo che debbano essere portate sul tavolo del nuovo governo regionale.  Una categoria, quella dei lavoratori dello spettacolo, di cui probabilmente non si è mai avuta coscienza fino in fondo dell’ampio impatto numerico e delle condizioni di instabilità occupazionale in cui opera. Sicuramente il COVID, con le conseguenti ristrettezze in ambito di socializzazione e condivisione, ha dato un brutto colpo al sistema dello spettacolo da vivo - spiega - , che si è trovato bloccato tra obblighi di sicurezza e normative a volte avulse dalla sua natura. Però, per la prima volta, una luce si è accesa sul comparto e si è creata occasione di avanzare proposte e progetti per rendere consapevoli del ruolo centrale che lo spettacolo dal vivo ricopre nello sviluppo di una comunità.”

Ed entra nel vivo della questione regionale in cui ha operato da circa 30 anni: “Siamo la Regione dei Teatri, abbiamo un patrimonio unico che, ad oggi, ancora non è valorizzato come strumento di crescita e sviluppo regionale. I teatri debbono vivere - torna a ribadire con fermezza - e credo che lo strumento principe per raggiungere questo obiettivo sia mettere a sistema l’esercizio teatrale con la produzione. Sono convinta che le Marche, grazie alla Rete dei Teatri Storici, possa aspirare a divenire un hub di produzione nazionale ed internazionale, valorizzando la produzione locale e gli artisti locali, contaminando linguaggi con esperienze artistiche di differente natura e lavorando sulla formazione del pubblico. Abbiamo un Circuito forte che da solo non può però rispondere alle esigenze di vitalità dei nostri teatri: sono convinta che occorra formare anche figure professionali, come i direttori organizzativi teatrali, indispensabili per accrescere la cultura teatrale e dare centralità al teatro nei processi di sviluppo delle comunità”.

Una risposta dalla candidata arriva anche per la lirica, la danza ed i circhi: “Nell’ambito della lirica e della musica mi sento di esprimere un parere positivo in merito alla creazione della Rete Lirica Marchigiana, strutturatasi in forma di Fondazione, che ha permesso agli attori che ai vari livelli operano nel settore nella nostra Regione, tra cui il Macerata Opera Festival, di unirsi e rafforzare un sistema. Auspico che anche la Fondazione Muse, che inspiegabilmente non ha aderito al progetto, ne diventi parte attiva.

La danza e i circhi - aggiunge - restano un po’ le Cenerentola del sistema dello spettacolo dal vivo, che andrebbero valutate e sostenute con progetti nuovi, principalmente dedicati alla formazione e alla performazione. Va sicuramente centrato, nell’ambito del sistema dello spettacolo dal vivo regionale, anche il ruolo del Consorzio Marche Spettacolo che può rappresentare il luogo della discussione programmatica e politica in cui inserire anche la rappresentanza sindacale. Lo strumento per normare le necessarie proposte di riforma - conclude - è la revisione della LR 11/09 non è più idonea a rispondere alle esigenze di un  settore in movimento”.
Una questione annosa, 'scoperta' con la pandemia ma per la quale manca ancora piena consapevolezza, è la condizione dei lavoratori dello spettacolo che, purtroppo, inglobati nel settore cultura, non vengono considerati come lavoratori.
Questa volta l'allarme arriva da SLC CGIL in vista delle prossime elezioni regionali.

"L’emergenza Covid - scrivono in una nota -  ha fatto emergere la particolare condizione dei lavoratori dello spettacolo della nostra regione. Il settore, strategico a detta di tutte le forze politiche, ha messo in mostra tutta la sua fragilità strutturale.

È stato evidente a tutti come lo spettacolo si fondi ancora troppo sul lavoro instabile, precario e discontinuo, condizione che, col tempo, peggiora la qualità culturale complessiva e non consente di mantenere alti livelli professionali.

Stiamo parlando di tecnici di scena, operatori dei service, coreografi, registi, danzatori, professori d’orchestra, cantanti e attori, per i quali il precariato è una condizione abituale.  E’ vietato ammalarsi e, per le donne, una gravidanza rischia di compromettere la carriera.

Con l’emergenza covid molti, diremmo troppi, lavoratori sono stati esclusi dagli ammortizzatori sociali messi in campo dal governo proprio a causa dei rapporti di lavoro poco trasparenti".

Con queste permesse, SLC CGIL si rivolge ai candidati governatori ed alle forze politiche che si presentano alle prossime elezioni regionali affinché prendano in considerazione l’opportunità di rivedere le forme di sostegno alla cultura.

"È necessario - ribadiscono - dare ristoro economico aggiuntivo, a questa lunga fase emergenziale, oltre quanto definito dai bonus che non ha coperto tutti; svolgere un ruolo di regia per coordinare la ripresa degli spettacoli; aggiornare la legge regionale dello spettacolo ferma al 2009; definire misure di sostegno strutturale, individuando delle priorità, che confermino le eccellenze marchigiane, ma anche verso quelle realtà artistiche fatte di singoli o compagnie, che non rientrano nei finanziamenti istituzionali FUS (Fondo Unico dello Spettacolo), mediante bandi per progetti o produzioni; censire gli spazi inutilizzati e da dare in uso gratuito o agevolato per attività artistico creative (danza, recitazione, spettacolo); sostenere e valorizzare gli artisti marchigiani, anche favorendo la circuitazione delle loro opere e le repliche delle produzioni finanziate; individuare forme di sostegno, attraverso borse di ricerca per le arti performative e costituire un tavolo permanente, con le OOSS, con le rappresentanze degli artisti, che diventi un osservatorio regionale permanente, per facilitare una proficua interlocuzione tra tutti i soggetti coinvolti".

GS

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