Una vera e propria bomba per i fan quella che Vasco Rossi ha lanciato ieri sui social pubblicando il volto della Silvia che 43 anni fa gli ispirò l'omonima canzone.
Figlia del barista di Zocca, paese natale del rocker, oggi la donna insegna filosofia e ammette di riconoscersi nella giovane ventenne sognante protagonista del primo disco del suo compaesano.
Un nome e un volto che a noi, gente di radio e con le radici nelle Marche, hanno permesso di fare un volo pindarico dalla canzone che risuona sulle nostre frequenze alla lirica che un poeta della nostra terra dedicò proprio "A Silvia". Un nome, ci siamo detti, che ha dato il via a due successi.
Un accostamento che va dal 'sacro' al 'profano', dal rock al romanticismo, quello che lega i due autori a un nome che, a quanto pare, sia nel 1828 per Leopardi, che nel 1977 per Vasco, è stato fonte d'ispirazione.
Anche se la Silvia recanatese si chiamava Teresa Fattorini, figlia del cocchiere di casa Leopardi, il giovane poeta romantico preferì questo nome per la sua poesia, e non quello vero della fanciulla che morì di tisi giovanissima. Una ispirazione che pare gli sia arrivata da un personaggio di Torquato Tasso, ma ci piace pensare che anche il suono del nome 'Silvia' lo abbia convinto di più.
Quel che è certo è che per entrambi, rocker e romantico, Silvia rappresenta la giovinezza e l’innocenza di quell'età.
Allora oggi, giorno in cui ci saremmo trovati a scrivere dell'autore sorteggiato per un tema di maturità che invece non ci sarà, abbiamo colto l'assist del cantautore modenese per parlare comunque di un marchigiano che con la sua sensibilità ha portato l'infinita bellezza delle Marche in tutto il mondo.

Giulia Sancricca


Il FAI – Fondo Ambiente Italiano invita la cittadinanza, sabato e domenica prossimi, a una visita in anteprima del Colle dell’Infinito dopo gli interventi di riqualificazione botanica dell’Orto delle Monache, il luogo dove Leopardi concepì nel 1819 il canto “L’infinito”. Questo per raccontare in anteprima alla città di Recanati i progetti e gli interventi curati dal FAI in seguito all’accordo firmato a luglio 2017 con il Comune di Recanati, il Centro Nazionale di Studi Leopardiani e il Centro Mondiale della Poesia e della Cultura “Giacomo Leopardi”, che ha visto affidare al FAI la valorizzazione culturale e la gestione di parte degli spazi del Centro Nazionale di Studi Leopardiani e dell’Orto. Nel corso del fine settimana, i cittadini recanatesi avranno l’occasione di visitare i cantieri di restauro in corso e di ricevere materiale informativo sui progetti di recupero e valorizzazione del Colle, mentre i tecnici del FAI presenti saranno a disposizione del pubblico per illustrare particolari aspetti della ristrutturazione e per rispondere alle eventuali domande. Il FAI vuole festeggiare insieme a Recanati e ai recanatesi la prossima inaugurazione di uno dei luoghi simbolo della cultura italiana. Gli interventi nell’Orto, curati dall’architetto paesaggista Paolo Pejrone ha riportato l’Orto-giardino alla sua originaria semplicità campestre, grazie alla potatura, al riassetto della vegetazione, al ripristino delle coltivazioni a orto, alla ricostruzione di alcuni pergolati e alla valorizzazione complessiva della vegetazione e delle fioriture coerenti con lo spirito dei giardini di campagna dell’Ottocento. Il progetto mira a una soluzione volta a mantenere il geniusloci valorizzandone il tono di leggero e romantico abbandono; un’apparente e spontanea casualità, capace di ricreare il fascino originarioe il forte contrasto che nasce tra una dimensione umana e quotidiana e il senso dell’infinito suscitato dal metaforico affacciarsi sulla vastità del mondo “oltre la siepe”. A oggi sono in corso gli interventi sui rustici dell’Orto, sugli impianti di illuminazione e altri pergolati. Procedono contestualmente il restauro e l’adeguamento funzionale del Centro Nazionale degli Studi Leopardiani, che diverrà la porta di ingresso del progetto di valorizzazione del Colle dell’Infinito: da qui prenderà avvio il percorso di visita che, dagli spazi del Centro condurrà, attraverso il viottolo di Leopardi, all’Orto delle Monache. Nell’Orto-giardino il pubblico troverà uno spazio di sospensione in cui immergersi e lasciarsi “naufragare”, un momento di riflessione personale così come suggerita dai versidel Canto. Il Progetto di restauro, valorizzazione culturale e gestione di parte degli spazi del Centro Nazionale di Studi Leopardiani e dell’Orto è realizzato grazie all’Associazione Amici del FAI, Tod’s e Gruppo Gabrielli.

Insieme per promuovere il territorio. Unite dall'Infinito di Giacomo Leopardi e dal desiderio di collegare mare, collina e montagna per una nuova promozione del territorio maceratese. I Sindaci di Visso e Recanati si sono incontrati ed hanno discusso a lungo su un progetto di collaborazione sul quale avevano già ragionato nei mesi scorsi. Nel 2019 si celebreranno i 200 anni della stesura del capolavoro leopardiano ed il manoscritto sarà a Recanati per una esposizione straordinaria ed una mostra. L'evento marchigiano sarà preparato da altre iniziative promozionali a partire da quella che il Comune di Visso ha già concordato con Bologna. "C'è sintonia e desiderio di collaborare- spiegano i Sindaci Pazziglini e Fiordomo-. Ragionando insieme si trovano soluzioni importanti per il territorio.
Recanati e Visso sono unite dal manoscritto L'infinito e cercheranno di valorizzare al meglio questo straordinario capolavoro".

 

(Francesco Fiordomo, sindaco di Recanati)

Francesco Fiordomo

 

(Giuliano Pazzaglini, sindaco di Visso)

 

Giuliano Pazzaglini

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